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Prosciolto da ogni accusa l'ex consigliere Candeloro Imbalzano, già presidente della seconda Commissione 'Bilancio'.

Stralciate invece le posizioni degli ex consiglieri Nicola Adamo e Domenico Talarico per un difetto di notifica.

 

Rinviati a giudizio invece

Ferdinando Aiello di Cosenza (Pd),

Bruno Censore di Serra San Bruno (Pd),

Demetrio Battaglia di Reggio Calabria (Pd),

il senatore Giovanni Bilardi di Reggio Calabria (Federazione della libertà),

Carmelo Trapani, assistente personale di Bilardi,

Agazio Loiero di Santa Severina (Autonomia e diritti),

Carlo Guccione, consigliere regionale (Pd),

Antonio Scalzo, consigliere regionale di Conflenti (Pd),

Nucera Giovanndi Reggio Calabria (Udc, poi Ncd), l’ex segretario-questore del Consiglio regionale,

Pasquale Tripodi di Reggio Calabria (Centro democratico), ex consigliere

Alfonso Dattolo di Rocca di Neto (Udc), ex consigliere

Alfonsino Grillo di Gerocarne (Vibo Valentia, eletto con la lista “Scopelliti presidente” poi passato in Ncd), ex consigliere

Giuseppe Bova di Reggio Calabria (Pd), ex consigliere

Emilio De Masi di Crotone (Idv), ex consigliere

Sandro Principe di Rende (Pd), ex consigliere

Pietro Amato di Borgia (Pd), ex consigliere

Mario Franchino di Montegiordano (Autonomia e diritti, poi Pd), ex consigliere

Mario Maiolo di Cosenza (Pd), ex consigliere

Francesco Sulla di Cutro (Pd), ex consigliere

Vincenzo Ciconte di Catanzaro (Pd, uscito sconfitto dalle amministrative di Catanzaro che hanno visto il trionfo quale sindaco di Sergio Abramo),

Giovanni Raso (già collaboratore nella commissione Bilancio per il gruppo Udc),

Diego Fedele (figlio dell’ex assessore regionale ai Trasporti, Luigi Fedele, quest’ultimo già a giudizio con rito immediato),

Giovanni Franco (Reggio Calabria).

L’inchiesta “Rimborsopoli” e’ stata coordinata dall’ex Procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Ottavio Sferlazza, oggi a capo della Procura della Repubblica di Palmi, e dall’aggiunto Gaetano Paci.

Secondo l’accusa, le persone coinvolte nell’inchiesta avrebbero utilizzato parte dei finanziamenti destinati ai gruppi consiliari regionali per ottenere il rimborso di spese che non rientravano nei criteri legati a supporto delle attivita’ politico-istituzionali dei gruppi consiliari, ma sarebbero state in realta’ di carattere privato.

Secondo la procura i fondi destinati all'attività dei gruppi consiliari, sarebbero stati utilizzati per viaggi all'estero (Londra, New York, Montecarlo), set di valigie, consumazioni al bar (è stato chiesto il rimborso anche di un singolo caffè), cene conviviali, telefoni cellulari, tablet, gite alle terme e soggiorni in albergo di persone che con Palazzo Campanella nulla hanno a che fare.

Ma con i soldi del Consiglio e dei gruppi consiliari sarebbero stati pagati anche spese di carburante, consulenze, affitti, collaborazioni, cene, gioielli, fiori, tasse, viaggi e taxi.

E ancora: batterie, ventilatore, ipad, telefonini, ricariche cellulari, la spesa per la famiglia, ristrutturazioni.

W la Calabria!

Nella foto Candeloro Imbalzano che ringraziamo per la sua onestà!

Pubblicato in Calabria

Parliamo del processo "Erga Omnes", condotto dalla Procura di Reggio Calabria contro lo scandalo dei rimborsi elettorali. Un'inchiesta che mostrerà l'uso allegro dei fondi pubblici da parte della politica locale.

 

I consiglieri regionali della Calabria avrebbero distratto o, comunque, utilizzato per finalità non consone alla normativa vigente, migliaia e migliaia di euro derivanti dai rimborsi elettorali.

 

Ora sono in 26 a rischiare il processo. Andrebbero a "fare compagnia" a Luigi Fedele e Nino De Gaetano, ex assessori regionali già a giudizio nel processo

Fedele e De Gaetano, in passato spediti agli arresti domiciliari (De Gaetano da assessore esterno ai Trasporti della Giunta Regionale di centrosinistra) sono già in dibattimento e per loro la Regione di Mario Oliverio ha scelto in maniera ignobile di non costituirsi parte civile per rivalersi su cui avrebbe dissipato migliaia di euro.

Ora, però, i pm Gaetano Paci, Matteo Centini e Francesco Ponzetta hanno chiesto il rinvio a giudizio per altri 26, tra consiglieri regionali, ex consiglieri, collaboratori e portaborse vari.

 

La procura di Reggio Calabria chiede il processo per tutti i 26 soggetti, politici o collaboratori, accusati di falso e peculato, reati operati nella gestione dei fondi pubblici destinati all’attività dei gruppi consiliari a Palazzo Campanella.

Le 26 persone rinviate a giudizio sono

i deputati del Pd Bruno Censore,

Ferdinando Aiello, e

Demetrio Battaglia,

il senatore Giovanni Bilardi

e poi Carmelo Trapani collaboratore del senatore Giovanni Bilardi,

Vincenzo Ciconte,

Giovanni Raso e

Candeloro Imbalzano,

l’ex presidente di Regione Calabria, Agazio Loiero,

l’ex segretario questore del Consiglio regionale, Giovanni Nucera,

gli ex consiglieri Pasquale Tripodi,

Alfonsino Grillo,

Alfonso Dattolo,

Nicola Adamo,

Giuseppe Bova,

Antonio Scalzo,

Francesco Sulla,

Sandro Principe,

Pietro Amato,

Mario Franchino,

Emilio De Masi,

Domenico Talarico,

Mario Maiolo,

Carlo Guccione.

 

Chiesto il processo anche per l’assistente amministrativo Giovanni Fedele e per Diego Fedele, figlio dell’ex assessore regionale ai Trasporti, Luigi, il quale è già in giudizio con rito immediato.

Pubblicato in Reggio Calabria

E’ la indagine relativa a come sono stati usati dagli esponenti politici i fondi regionali

Ora i pm Gaetano Paci, Matteo Centini e Francesco Ponzetta, hanno chiuso le indagini nei confronti dei consiglieri regionali indagati per lo scandalo delle spese pazze in Consiglio regionale.

L’indagine “Erga Omnes” metterà nel proprio mirino esponenti politici di ogni partito, contestando come i consiglieri regionali calabresi abbiano usato i fondi provenienti dai rimborsi elettorali per i propri interessi e le proprie tasche o, comunque, per utilizzarli per finalità non consentite dalla legge.

Le posizioni più gravi (e punite con gli arresti domiciliari) furono quelle dell’allora assessore regionale ai Trasporti, Nino De Gaetano, dell’ex assessore della Giunta Scopelliti, Luigi Fedele, e del senatore del Nuovo Centrodestra, Gianni Bilardi, il cui status di parlamentare impedirà alla Guardia di Finanza di eseguire la misura cautelare.

Come riportato oggi dai quotidiani (giornali e siti web) i 25 politici destinatari del provvedimento di chiusura delle indagini sono: Giovanni Nucera, (Reggio) Pasquale Tripodi (Reggio), Giovanni Franco (Reggio), Alfonso Dattolo (Rocca di Neto Crotone), Gianluca Gallo (Cassano Ionio), Giovanni Bilardi (Reggio), Carmelo Trapani (Reggio), Alfonsino Grillo (Vibo Valentia), Ferdinando Aiello (Cosenza), Giuseppe Bova (Reggio), Nicola Adamo (Cosenza), Giuseppe Giordano (Reggio), Emilio De Masi (Crotone), Domenico Talarico (Conflenti), Sandro Principe (Rende), Demetrio Battaglia (Reggio), Pietro Amato (Borgia Catanzaro), Bruno Censore (Serra San Bruno), Mario Franchino (Montegiordano), Mario Maiolo (Cosenza), Carlo Guccione (Rende), Antonio Scalzo (Conflenti), Francesco Sulla (Cutro Crotone), Agazio Loiero (Santa Severina) e Diego Fedele (Reggio).

Già a processo, invece,  gli ex assessori regionali Nino de Gaetano e Luigi Fedele.

Pubblicato in Reggio Calabria

Lo ha deciso la Cassazione.

Come noto l'ex consigliere regionale Nicola Adamo era rimasto coinvolto nell'inchiesta "Rimborsopoli" sulla gestione dei fondi destinati ai gruppi in consiglio regionale.

 

Ed il gip di Reggio Calabria Olga Tarzia aveva disposto il provvedimento di divieto di dimora nella regione.

La misura del divieto di dimora era stata confermata anche dal Tdl per evitare l'inquinamento delle prove e la reiterazione del reato poiché, pur non sedendo più Nicola Adamo a Palazzo Campanella.

 

Adamo si era difeso sostenendo che: «Io ho presentato una nota spese, sono rendicontate anche le virgole, il problema è l'interpretazione. Se mi si dice che quelle sono spese del politico Adamo andremo a discutere in sede processuale. Sono state fatte, non sono spese pazze, non ci sono profumi, non ci sono champagne, non ci sono mutande, non ci sono lap dance, non ci sono gratta e vinci... sono tutte spese dell'unica normativa che è la legge regionale numero 13».

 

E la Cassazione gli ha dato ragione.

Ora gli avvocati di Adamo, Fabio Viglione ed Ugo Celestino, esprimono «viva soddisfazione» per il provvedimento della Corte di Cassazione e dichiarano : «La fiducia che, assieme al nostro assistito, abbiamo da sempre riposto nella Magistratura ha trovato ancora una volta sicuro riscontro: la Suprema Corte, accogliendo pienamente il nostro ricorso, ha restituito all'on. Adamo il pieno diritto di far rientro in Calabria da libero cittadino. Siamo altresì convinti che il processo fugherà ogni dubbio sulla correttezza dell'operato istituzionale del nostro assistito»

Pubblicato in Cosenza

Il PM Centin aveva chiesto 6 archivia zioni per Antonio Ciconte, Candeloro Imbalzano, Giovanni Raso, Gianpaolo Chiappetta, Alessandro Nicolò e Rosario Mirabelli.

Il Gip Olga Tarzia chiamata a giudicare i sei consiglieri ha parzialmente rivisto le richieste dell'accusa.

Ed a disposto l’archiviazione per l'allora capogruppo del Pdl Gianpaolo Chiappetta; per l’ex vice presidente del Consiglio Alessandro Nicolò, attuale capogruppo di Fi, e per Rosario Mirabelli, eletto del 2010 con Autonomia e diritti e poi passato nel gruppo misto.

Secondo il magistrato non erano sussistenti atteggiamenti speculativi e volontà di appropriazione del denaro destinato ai gruppi.

Sempre lo stesso giudiceha disposto che il pm riformuli l'imputazione per Vincenzo Antonio Ciconte (eletto nella passata legislatura con Autonomia e diritti e poi passato al Pd e che nella nuova legislatura è stato vice presidente della Giunta di centrosinistra, dimettendosi poi in seguito all'inchiesta) per il quale inizialmente era stata chiesta l'archiviazione, per Candeloro Imbalzano (allora consigliere per la lista Scopelliti Presidente) e per Giovanni Raso che avrebbe ottenuto rimborsi «pur senza rivestire - scrive il giudice - alcun incarico professionale o politico nell’ambito del gruppo consiliare dell'Udc».

Soddisfazione è stata espressa dal difensore di Chiappetta , l'avvocato Antonio Cersosimo , e di Rosario Mirabelli , l'avvocato Carmela Mirabelli.

Pubblicato in Reggio Calabria

Il tribunale del Riesame di Reggio Calabria ha dissequestrato la metà delle somme riconducibili all'ex assessore regionale Carlo Guccione, sottoposte a vincolo dalla procura reggina nell'ambito dell'operazione "Erga Omnes" relativa ai rimborsi ai gruppi consiliari e ai singoli consiglieri regionali calabresi gestiti con delle presunte irregolarità nella passata consiliatura

A dare notizia della decisione dei giudici reggini sono i legali stessi dell'esponente politico, gli avvocati Gianluca Acciardi e Paolo Greco, che hanno altresì espresso «grande soddisfazione per la decisione presa dal Tribunale della Libertà di Reggio Calabria».

Per i legali «il Tribunale della Liberta, pur non potendo entrare nel merito della vicenda, ma potendo esclusivamente valutare il solo 'fumus' del reato contestato ha già ritenuto di dover dimezzare la somma sequestrata.

Riteniamo che questo sia solo un primo importante passo verso la dimostrazione dell’assoluta estraneità di Guccione alla vicenda contestata e una prima dimostrazione della mancanza di qualsivoglia indebita appropriazione».

Elenco completo dei beni sequestrati beni

1.Luigi Fedele, per una somma pari a € 399.969,03
2. Antonino De Gaetano per una somma pari a € 410.588 per uno dei capi di imputazione, più € 1.254,00 per un secondo capo di imputazione
3. Giovanni Emanuele Bilardi, per una somma pari a € 357.655,96
4. Giovanni Nucera, per una somma pari a 34.777,99
5. Pasquale Maria Tripodi, per una somma pari a € 161.091,82 per uno dei capi di imputazione, più altri € 25.200 per un secondo reato contestato
6. Nicola Adamo per una somma pari a € 278.856,1
7. Vincenzo Antonio Ciconte, per una somma pari a 10.709,00 per uno dei capi di imputazione, più € 41.251,28 per un secondo reato contestato, più € 17.550,00 per un terzo reato
8. Carlo Guccione,per una somma pari a € 27.186,07
9. Antonio Scalzo, per una somma pari a € 11.193,54
10. Pietro Aiello, per una somma pari a € 37.160,04
11. Alfonso Dattolo, per una somma pari a 185.169,34
12. Gianluca Gallo, per una somma pari a 12.477,64
13. Alfonsino Grillo, per una somma pari a € 95.100
14. Claudio Parente, per una somma pari a € 14.543,07
15. Salvatore Magarò,per una somma pari a € 6.610
16. Ferdinando Aiello, per una somma pari a 3.680,08, più € 20.489,15 per un secondo reato contestato, più € 16.540,76 per un terzo reato contestato
17. Emilio De Masi, per una somma pari a € 20.694,55
18. Domenico Talarico, per una somma pari a € 13.175,08
19. Sandro Principe, per una somma pari a € 35.087, 19
20. Demetrio Battaglia, per una somma pari a € 8.761,75
21. Pietro Amato, per una somma pari a € 13.836,23
22. Bruno Censore, per una somma pari a € 10.173,86
23. Mario Franchino, per una somma pari a € 47.020,83
24. Mario Maiolo,per una somma pari a € 88.963,25
25. Francesco Sulla, per una somma pari a € 42.108,19
26. Agazio Loiero, per una somma pari a € 15.625,45, per uno dei capi di imputazione, più € 13.902, per un secondo capo di imputazione.

Pubblicato in Reggio Calabria

Rimborsopoli in Calabria ci sembra il segno della arroganza della politica.

Tra le somme rimborsate agli ex consiglieri regionali della Calabria c'è di tutto.

 

Viaggi all’estero (Mosca, Los Angeles), detersivi, ristorazione e soggiorni di terzi, gratta e vinci, contravvenzioni al codice della strada, bollette della tarsu, utenze di abitazioni private, IPad e Iphone, computer, regali natalizi, materiale edile, santini elettorali, mensole e bulloneria, uno spettacolo di lap dance , noleggi di autobus, servizi hostess, un cadeaux in porcellana, per un totale di 800 euro.

 

Ed ancora l’acquisto di magliette e tute da ginnastica, cappellini, portachiavi.

Qualcuno si è fatto rimborsare pure soggiorni al casinò di Campione d’Italia e un pasto personale a Monaco da 727 euro, cornici per 300 euro, due consumazioni da 29 e 50 euro al bar, le gomme dell’auto per 1500 euro, cento copie di un volumetto di fiabe per mille euro.

Non manca il costo per l'allestimento del sito web personale dell’ ex consigliere regionale Santi Zappalà arrestato in un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.

In una sola fattura 520 euro di spese del taxi.

Il senatore Pietro Aiello ha chiesto 1200 euro per un pasto a Soverato

Il consigliere Fedele chiese 727 euro per una lussuosa cena a Montecarlo accompagnata da due preziose bottiglie di champagne del valore di 190 euro ciascuno.

Una penna MontBlanc da 1100 euro acquistata da Bilardi, un’Audi A4 acquistata da De Gaetano (nella foto).

A Guccione viene contestato di essersi fatto pagare il fitto ed il costo dei servizi informatici della sede della sua segreteria politica di Cosenza per 27 mila euro.

Taluni consiglieri regionali calabresi avrebbero duplicato spesso le spese, ottenendo così un doppio rimborso, indifferentemente se si trattava di biglietti aerei od hotel) oppure di pochi euro per un caffè al bar.

Molto spesso si chiedeva l’anticipazione delle spese!

In particolare il senatore Gianni Bilardi al quale vengono contestati i rimborsi chiesti da un suo collaboratore.

Tra questi allegri rimborsi persino un televisore.

Insomma

Le somme contestate sono pari a circa €.2.491.263,00.

E’ stato richiesto il corrispondente sequestro di somme.

Insomma anche la povera Calabria è il paese dei bengodi!

Pubblicato in Calabria

Ecco la nota stampa inviata dai Gruppi Consiliari Movimento 5 Stelle Rende - Amantea - Corigliano e Mirto Crosia: “ Aveva promesso discontinuità con il passato, Mario Oliverio, e si è trovato con una giunta azzerata proprio dalle spese pazze del passato oltreché con diversi compagni e sostenitori di partito mandati al confino per gli stessi identici motivi. Aveva promesso una marcia nuova per la nostra regione ma ad oggi ci ritroviamo a navigare a vista in pieno regime emergenziale.

 

I cittadini calabresi meritano qualcosa di diverso e domani mercoledì 1 luglio, dalle 9 alle 18, saremo a Reggio Calabria di fronte a Palazzo Campanella per protestare contro questo governo regionale delle larghe intese. Una sola richiesta sottostà alla nostra manifestazione pacifica ma intransigente che si racchiude nello slogan #MarioDimettiti, con tanto di hashtag che contraddistingue il popolo della rete. Loro possono barricarsi dentro il palazzo, noi ci accamperemo fuori, per ricordargli che nella vita serve Onestà per ricevere il rispetto.

Purtroppo ci troviamo di fronte a una classe politica che non prova vergogna neanche davanti a uno scandalo come quello di “Rimborsopoli”. I cittadini calabresi si sentono presi in giro, defraudati dei loro diritti di giustizia, soverchiati dal potere, schiaffeggiati dalla violenza, anche verbale, delle ultime pezze giustificative che ancora Oliverio ha il coraggio di proferire.

Si deve ripartire da zero, da nuovi concetti e nuovi programmi. Per questo il governatore Oliverio si deve dimettere e lo deve fare subito.

Continuano i consiglieri comunali affermando che : “Chi è causa del suo male pianga se stesso”.

Il governatore Mario Oliverio non può addossare le proprie responsabilità sulle spalle di tutti i cittadini calabresi. Nessuna nuova squadra potrà ridare dignità a questo governo regionale la cui giunta, di per sé monca, è stata completamente azzerata dall’inchiesta “Erga Omnes” portata avanti dalla Procura di Reggio Calabria.

Scontato dire che non ci fidiamo di questa classe politica, del suo modo di agire e di operare. Scontato dire che quegli assessori sono stati fortemente voluti da Oliverio, così come altri nomi noti finiti nell’inchiesta, che hanno portato voti e consensi all’attuale presidente.

È vero che Oliverio non ha responsabilità diretta in questa inchiesta, ma ha una responsabilità politica perché si è fatto garante del ruolo istituzionale di alcuni di loro. Nonostante da più parti gli siano arrivati campanelli d’allarme, ha preferito portare avanti nomine di pura convenienza.

La Calabria e i calabresi non avevano bisogno di un’ulteriore onta e invece lui, noncurante di tutto, ha preferito rispondere a scelte dettate dal “pacchetto voti” anziché dall’alto profilo professionale e morale.

Pubblicato in Politica

Partito Democratico n 10

Nicola Adamo( Partito Democratico) per una somma pari a € 278.856,1

Mario Maiolo, ( Partito Democratico)per una somma pari a € 88.963,25

Mario Franchino, ( Partito Democratico) per una somma pari a € 47.020,83

Francesco Sulla ( Partito Democratico) , per una somma pari a € 42.108,19

Sandro Principe, ( Partito Democratico)per una somma pari a € 35.087, 19

Carlo Guccione, ( Partito Democratico)per una somma pari a € 27.186,07

Pietro Amato, ( Partito Democratico)per una somma pari a € 13.836,23

Antonio Scalzo, ( Partito Democratico) per una somma pari a € 11.193,54

Bruno Censore, ( Partito Democratico)per una somma pari a € 10.173,86

Demetrio Battaglia, ( Partito Democratico) per una somma pari a € 8.761,75

Scopelliti presidente n 4

Giovanni Emanuele Bilardi ( Scopelliti Presidente) , per una somma pari a € 357.655,96

Alfonsino Grillo, ( Scopelliti Presidente) per una somma pari a € 95.100

Claudio Parente, (Scopelliti Presidente) per una somma pari a € 14.543,07

Salvatore Magarò, (Scopelliti Presidente) per una somma pari a € 6.610.

Popolo della Libertà n 3

Luigi Fedele( Popolo della libertà), per una somma pari a € 399.969,03.

Pietro Aiello, (Popolo della Libertà) per una somma pari a € 37.160,04

Giovanni Nucera, (Popolo della Libertà) per una somma pari a 34.777,99

UDC n 3

Pasquale Maria Tripodi (UDC), per una somma pari a € 161.091,82 per uno dei capi di imputazione, più altri € 25.200 per un secondo reato contestato.

Alfonso Dattolo,(UDC) per una somma pari a 185.169,34.

Gianluca Gallo, ( UDC )per una somma pari a 12.477,64

Autonomia e Diritti Loiero Presidente n 2

Vincenzo Antonio Ciconte, (Autonomia e Diritti Loiero Presidente) per una somma pari a 10.709,00 per uno dei capi di imputazione, più € 41.251,28 per un secondo reato contestato, più € 17.550,00 per un terzo reato

Agazio Loiero, (Autonomia e Diritti Loiero Presidente) per una somma pari a € 15.625,45, per uno dei capi di imputazione, più € 13.902, per un secondo capo di imputazione

Rifondazione Comunisti Italiani n 2

Antonino De Gaetano ( Rifondazione Comunisti Italiani)per una somma pari a € 410.588 per uno dei capi di imputazione, più € 1.254,00 per un secondo capo di imputazione.

Ferdinando Aiello, ( Rifondazione Comunisti Italiani)per una somma pari a 3.680,08, più € 20.489,15 per un secondo reato contestato, più € 16.540,76 per un terzo reato contestato

Italia dei valori n 2

Emilio De Masi,( Italia dei valori) per una somma pari a € 20.694,55

Domenico Talarico, (Italia dei Valori)per una somma pari a € 13.175,08

Pubblicato in Calabria

La Calabria sta morendo di tangenti, ‘ndrangheta, corruzione, debiti, immoralità, indecenza. Ma ora un genio la salverà: vuole alzare l’asticella della legalità! Così sarà certo che nessuno la supererà. Non è che resti senza amici? Ma ecco cosa scrive Gigino A Pellegrini & G el Tarik.

 

“Secondo la World Bank, nel mondo si pagano ogni anno più di 1.000 miliardi di dollari di tangenti e va sprecato, a causa della corruzione, circa il 3 per cento del Pil mondiale. Applicando questa percentuale all’Italia, si calcola che annualmente l’onere sui bilanci pubblici è nella misura di 50-60 miliardi di euro l’anno, come una vera e propria tassa immorale e occulta pagata con i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini.

 

Una situazione disastrosa e appesantita dai danni politici, sociali e ambientali, nel panorama italiano logorato in ogni settore. Sempre più spesso, infatti, attività illegali come il traffico illecito di rifiuti o l’abusivismo edilizio, magari “rivestito” con il rilascio di concessioni illegittime, sono accompagnate da un sistematico ricorso alla corruzione di amministratori pubblici e rappresentanti politici, funzionari incaricati di rilasciare autorizzazioni o di effettuare controlli.

Questo il dato che si riafferma senza troppi stupori nel 2014, che vede la Calabria in testa alla classifica nazionale per il numero di persone arrestate: 224, seguiti dai 210 in Piemonte, dai 154 in Toscana, dai 130 in Campania e dai 209 arresti in Lombardia dove sono state eseguite ben 15 inchieste, concentrate nella cosiddetta “zona grigia”, l’élite fatta di colletti bianchi, tecnici compiacenti e politici corrotti.

La corruzione è stata ed è uno dei problemi più gravi della vita politica e sociale italiana. Machiavelli la detestava con tutto se stesso, e ci ha lasciato una descrizione della città corrotta che merita di essere letta: “Di qui gli ordini e le leggi, non per pubblica, ma per propria utilità si fanno; di qui le guerre, le paci, le amicizie, non per gloria comune, ma per soddisfazione di pochi si deliberano. E se le altre città sono di questi disordini ripiene, la nostra ne è più che alcuna altra macchiata; perché le leggi, gli statuti, gli ordini civili, non secondo il vivere libero, ma secondo la ambizione di quella parte che è rimasta superiore, si sono in quella sempre ordinati e ordinano” (Istorie, III. 5)

Un popolo non corrotto, al contrario, dovrebbe essere saggio, e saper guardare lontano, dovrebbe porre il bene comune al di sopra del bene individuale e immediato e in questo modo difendere l’uno e l’altro.

Quale esempio Machiavelli citava (oggi farebbe ridere), la città di Roma.,….

Finché il politico di turno calabrese lavorerà in questo o quell'ufficio amministrativo pubblico, egli immaginerà che ciò gli dia il diritto di fare e disfare a suo piacimento.

Questa è, invece, pura e semplice prepotenza. Si tratta di imparare a insegnare politicamente, e noi non l'abbiamo imparato, non solo; ma non sappiamo ancora neanche affrontare in modo giusto il problema.

L'altra grande tumescenza è l'analfabetismo attuale. Mi viene da dire che finché nel nostro paese esisterà un fenomeno come questo, sarà difficile parlare di educazione politica. Non si tratta qui di un problema politico, ma di una condizione senza la quale parlare di politica non è possibile. L'analfabeta moderno è al di fuori della politica, dovrà prima imparare l'alfabeto. Senza di questo non può esservi politica, senza di questo vi sono soltanto chiacchiere, pettegolezzi, favole, pregiudizi, ma nessuna politica. Infine, se esiste un fenomeno come la corruzione, se è possibile una cosa di questo genere, non si può parlare di politica. E qui non ci si avvicina neppure alla politica. Con tali presupposti, in Calabria non si potrà fare della politica perché tutte le misure rimarranno sospese in aria e non daranno alcun risultato. Una legge, se applicata in pratica in un ambiente dove è permessa e diffusa la corruzione, non farà che peggiorare le cose. In condizioni simili nessuna politica è possibile; qui mancano le condizioni fondamentali perché ci si possa occupare di politica. La realtà meridionale, nei suoi centri decisionali, non è statica, ma è, al contrario, animata costantemente da correnti e processi, vecchi e nuovi, che si indirizzano soltanto in una direzione, con un unico fine: una gestione ottimale del sottosviluppo meridionale, al fine di garantire la riproduzione delle classi dominanti e il mantenimento dei ruoli di forza che le vedono protagoniste. Più di una vera e propria marginalizzazione del Mezzogiorno nello scenario nazionale, è più probabile che si tratti di un processo di progressiva subordinazione. Non è vero, infatti, che il sottosviluppo meridionale sia, come si dice, apparentemente statico. Solo superficialmente la situazione (politica ed economica) meridionale è quella di una infinita stazionarietà, di un immobilismo secolare. In Calabria, l'attività corruttiva sembra avere assunto una configurazione di "sistema" che oltretutto contribuisce a impedire la correzione di mali antichi che hanno frenato lo sviluppo del Paese e sbilanciato la struttura della società italiana e del suo sistema politico. La situazione calabrese è disastrosa. Non c’è più posto per l'onestà, la correttezza, l'affidamento, l'osservanza delle norme liberal democratiche. La violazione "legale" della legalità ha assunto, in misura dilagante, una delle peggiori e più deleterie delle sue manifestazioni: la corruzione!

La metastasi di questo mortale melanoma ha ormai raggiunto moltissimi settori di attività, dove pubblico e privato incrociano e condividono interessi ormai di natura criminale. Al continuo perpetrarsi di truffe e raggiri per ottenere illeciti finanziamenti, corrisponde, per converso, la incapacità, specialmente nel Sud, di spendere i ricchi stanziamenti europei per legittimi progetti di sviluppo.

In tale contesto, l'Italia è primatista delle frodi comunitarie, con in testa Calabria e Sicilia. In risposta a tutto questo e a quello che sta succedendo nel parlamento calabrese, il presidente della Regione, Mario Oliverio elevandosi a geniale giudice sportivo, pensa di aver trovato la soluzione: "Alzare l’asticella della legalità”.

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