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Poverini sono disadattati!

PESCARA. Lo rapinano della bicicletta dopo la cena di Natale alla Caritas.

E’ avvenuto alle 4,30 di questa notte, nella zona di piazza Santa Caterina. Subito sono intervenute le pattuglie della squadra volante che hanno arrestato tre nigeriani, dai 30 ai 35 anni, residenti uno a Chieti, due a Pescara e richiedenti asilo politico.

La “vittima” è una ragazzo di Lanciano che aveva dato una mano alla Caritas per organizzare la tradizionale cena di Natale per gli ospiti indigenti.

Lo scrive il giornale locale il centro.it

Secondo quanto ricostruito dalla polizia, stava tornando in bicicletta verso la stazione ferroviaria per andare a riprendere il treno per Lanciano quando è stato fermato e aggredito da tre uomini, successivamente identificati per i tre nigeriani.

I tre gli hanno “strappato” di mano la bicicletta, lo hanno circondato e picchiato nel momento in cui il ragazzo ha cercato di opporre resistenza.

Uno dei tre lo avrebbe anche cercato di colpire con una bottiglia.

I rapinatori si sono poi allontanati.

Il ragazzo ha chiamato il 113 e la polizia è riuscita a bloccare i tre con la bicicletta.

CRONACA, NEWS giovedì, 26, dicembre, 2019

Pubblicato in Italia

Droga, maxi operazione della polizia: smantellata la centrale dello spaccio alla Fortezza da Basso

"Era un vero e proprio supermarket dello spaccio, dopo mesi di appostamenti, controlli con telecamere nascoste e operazioni sotto copertura,

 

siamo riusciti ad arrestare 26 persone, prevalentemente di nazionalità nigeriana", così il procuratore della Repubblica Giuseppe Creazzo ha parlato della maxi-operazione della polizia di Firenze che ha smantellato il traffico di droga nei giardini della Fortezza.

Il capo di accusa per alcuni arrestati è l'associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. "Era una organizzazione rodata e strutturata, avevano sentinelle che avvertivano dell'eventuale arrivo delle forze dell'ordine, nascondevano le sostanze in luoghi specifici dei giardini della Fortezza, chi cedeva la droga poi non era la stessa persona che ritirava il denaro", ha spiegato la polizia.

La morte di una giovane donna per overdose da eroina, ha spinto le forze dell'ordine ad indagare più a fondo e costruire una indagine approfondita in modo da risalire ai responsabili e studiare capi d'imputazione che fossero più consistenti rispetto al 'semplice' spaccio.

L'operazione ha coinvolto anche la polizia scientifica di Roma che si è occupata di posizionare le telecamere nascoste. Le immagini delle telecamere nascoste

La svolta nelle indagini è avvenuta sabato corso. Un agente sotto copertura si è finto interessato a comprare una grossa partita di eroina (mezzo chilo), chiedendola allo spacciatore ritenuto essere uno dei principali responsabili dell'organizzazione criminale. Il finto tossicodipendente e lo spacciatore, nigeriano del 1986 residente in provincia di Firenze, si sono dati appuntamento nel parcheggio scambiatore di Villa Costanza a Scandicci. Qui sono scattate le manette per il nigeriano e altri tre connazionali. La polizia ha sequestrato tutta la droga. 

La maggioranza degli arresti sono avvenuti ieri. Alcune persone sono state ammanettate all'interno dei centri d'accoglienza in cui erano domiciliati, qui gli agenti della polizia hanno trovato droga pronta per essere venduta. In particolare dieci uomini di nazionalità nigeriana, tutti tra i 25 e 35 anni, risultavano domiciliati in alcuni centri d'accoglienza di Firenze e provincia. Tra gli arrestati anche due marocchini.

Tuti gli arrestati si trovano nel carcere di Solliciano e stanno attendendo la decisione del GIP in merito alla convalida dell'arresto.

"Ringrazio le forze dell'ordine per i 26 spacciatori arrestati a Firenze. È evidente il cambio di passo sollecitato dal governo. Conto che la magistratura aiuti in questo percorso di legalità", è stato il commento del ministro dell'Interno Matteo Salvini.

daFirenzetoday

Pubblicato in Italia

Una notte d’Inferno per gli agenti e per i residenti.

Rimpatri? Macchè. Ormai siamo in guerra!

Nessun telegiornale sembra ne abbia parlato!

Chissà perché?

Forse perché si tratta di nigeriani?

Eppure si è trattato di una cosa molto seria

I Carabinieri ed i poliziotti si stavano accingendo a scortare via gli stranieri destinati a fare ritorno al loro paese d’origine, quando all’interno della struttura è divampato un incendio.

I cinque uomini in divisa sono stati brutalmente aggrediti, e bersagliati con ogni genere di oggetto.

Immediato l’intervento dei rinforzi, accorsi in difesa dei colleghi.

Sul posto si sono presentati la polizia scientifica ed i vigili del fuoco, che hanno spento l’incendio.

Sedata la ribellione, è stato possibile risalire in breve ai diretti responsabili.

Si tratta di almeno una quindicina di richiedenti asilo che, saliti su un tetto, hanno attaccato le forze dell’ordine per impedire che queste adempiessero al loro dovere.

Fra i sovversivi, due connazionali dei sei nigeriani destinati al rimpatrio, un 23enne ed un 38enne, i principali istigatori della sommossa.

Con l’accusa di violenza e resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato, la coppia di facinorosi è finita in manette.

Gli agenti ed i militari aggrediti hanno fortunatamente riportato solo qualche lieve ferita.

Gravi i danni in alcuni locali del centro, che sono stati letteralmente devastati.

La loro protesta è andata avanti per molto tempo.

A pagare tutte le pene, come sempre, i residenti della zona.

Riusciranno “ i nostri” ad applicare la legge o siamo già in guerra?

Pubblicato in Italia

Sono finiti alla sbarra i due nigeriani accusati di avere stuprato a turno una 13enne di Ascoli.

L’episodio risale al 20 ottobre del 2017 quando i due stranieri, dopo aver convinto la giovane a seguirli in un’area appartata dei giardini di viale De Gasperi, si erano avventati su di lei e le avevano usato violenza.

Si tratta del 22enne Christopher Ehikhebolo e del coetaneo Patrick Boi.

La ragazzina li conosceva e, come ha poi riferito agli inquirenti, aveva avuto una relazione con Ehikhebolo.

Fra loro, come ammesso dalla 13enne, ci sarebbero stati anche rapporti sessuali consenzienti, ma quel 20 di ottobre il ragazzo per il quale aveva una cotta ha approfittato della sua fiducia per tenderle una trappola.

Trovandosi in inferiorità numerica, la ragazzina è stata palpeggiata e tenuta ferma da una delle due bestie, mentre l’altro la violentava.

Il tutto è stato confermato dagli esami di laboratorio, che hanno rinvenuto tracce del dna degli africani sul corpo della giovane e sui suoi abiti.

Accusati di violenza sessuale di gruppo su minore, Ehikhebolo e Boi dovranno difendersi nella prossima udienza fissata per il 7 gennaio venturo.

La procura di Ascoli ha avanzato la richiesta che entrambi vengano processati, ma c’è la possibilità neppure tanto remota che gli avvocati difensori dei nigeriani chiedano per i loro assistiti il rito abbreviato.

Quest’ultima soluzione garantirebbe agli extracomunitari uno sconto di pena in caso di condanna.

Ehikhebolo, fra l’altro, è stato accusato anche per i rapporti sessuali avuti con la 13enne prima dello stupro.

Anche se in quel caso gli incontri erano avvenuti con il consenso di entrambi, si tratta comunque di sesso con minore.

Christopher Ehikhebolo nega ogni accusa di stupro, e dichiara che fra lui e la ragazza ci sarebbero stati solo baci e carezze e null’altro.

Si dichiara innocente anche Patrick Boi, che ha dichiarato di non aver mai neppure toccato la 13enne. La decisione, in ogni caso, spetterà al giudice.

All’udienza del 7 gennaio i familiari della vittima si costituiranno parte civile.

Pubblicato in Mondo

Arrivavano da Marsiglia e puntavano su Milano

2 nigeriani con tanto di regolare permesso di soggiorno in Italia in tasca: alla faccia!

Avevano nella pancia 179 ovuli pieni di droghe

In tutto 600 grammi di hascisc e 1,3 chilogrammi di cocaina.

 

 

 

Praticamente, i due nigeriani trentenni, provenienti dalla Francia, e, avevano nello stomaco oltre duecentomila euro di droga

A trovarli la Guardia di Finanza in servizio allo scalo ferroviario di frontiera a Ventimiglia.

A stanarli il fiuto inconfondibile e l’esperienza maturata sul campo del cane Frizzy, un elemento di spicco dell’unità cinofila che, nel corso dell’operazione di controllo che i militari della Guardia di finanza svolgono regolarmente a bordo vagoni del convoglio, è stato attirato dalla presenza di due passeggeri stranieri, seduti uno accanto all’altro, che nell’intestino custodivano il tesoretto di sostanze stupefacenti.

I due sono stati perquisiti e immediatamente portati in ospedale a Sanremo dove, in seguito ad una radiografia, è risultato che, rispettivamente, i due avevano ingoiato 100 ovuli di droga, il primo dei due, e 79 il secondo.

Poverini!

Forse avevano fame e non avendo trovato altro avevamo ingerito gli ovuli pensando che fossero piccole uova!

E pensare che se solo uno di essi si fosse aperto sarebbero sicuramente morti!

Era il loro regalo di Natale per tanti Italiani ( ed altri) che si drogano

Un modo come impegnare le tredicesime.

Una sola domanda agli investigatori : facevano parte della mafia Nigeriana?

Pubblicato in Italia

La Mobile di Bari ha arrestato 4 cittadini nigeriani, accusati, in concorso, di violenza privata e violenza sessuale di gruppo nei confronti di una connazionale 24enne nel centro accoglienza Cara di Bari Palese.

Una quinta persona è ricercata.

 

 

Gli arrestati sono di età compresa tra i 21 e i 37 anni ed alcuni di loro hanno precedenti di polizia o sono irregolari nel territorio dello Stato, tra cui un uomo già detenuto in carcere per un omicidio di un nigeriano nel 2017.

La vittima ha denunciato l'episodio che si sarebbe verificato a maggio dello scorso anno.

Giunta in Italia dopo un terribile viaggio della speranza attraverso il mare, nel quale era stata minacciata di doversi prostituire per ripagare il debito contratto (20mila euro) per la traversata, era riuscita a sfuggire alle grinfie degli sfruttatori raggiungendo la struttura di Palese.

Lì era stata oggetto di attenzioni sessuali da parte di un connazionale e più volte importunata.

Non è bastato opporsi più volte all'uomo: una sera l'avrebbe prima minacciata di morte con un coltello, quindi, attorniata dal branco, picchiata più volte con schiaffi e pugni. La donna sarebbe stata poi trascinata in una stanza e stuprata dall'uomo mentre gli altri impedivano l'accesso alla camera ad estranei.

La donna, dopo mesi di paura per eventuali ritorsioni ai suoi danni, ha deciso di denunciare tutto alla Polizia ed è stata presa in carico da associazioni di protezione.

La Squadra Mobile, attraverso indagini approfondite, ha provveduto poi agli arresti disposti dal gip di Bari su richiesta della Procura: i 4 bloccati sono stati condotti nel carcere del capoluogo.

Proseguono le ricerche per rintracciare la quinta persona destinataria dell'ordinanza.

Pubblicato in Italia

Retata antidroga dei carabinieri che hanno arrestato tutti gli ospiti di un centro di accoglienza in provincia di Firenze perché accusati di spaccio.

 

 

 

 

 

 

I militari della compagnia di Empoli ha fermato 6 nigeriani, richiedenti asilo, ospiti di un centro di Sovigliana, frazione di Vinci, gestito dalla Misericordia di Empoli.

L’attività nasce dall’arresto in flagranza di reato di un nigeriano per spaccio in una strada di Empoli, sorpreso mentre questa mattina ha ceduto una dose di eroina ad una tossicodipendente.

Gli accertamenti hanno permesso di individuare il centro dove dimorava il nigeriano e nella successiva perquisizione sono stati sequestrati 70 grammi di eroina, 20 di marijuana e 700 euro in contanti, nonché strumenti per il confezionamento.

E’ stato sequestrato altro materiale ora al vaglio dei militari dell’Arma, considerato utile a dimostrare, con riferimento alle attività illecite, una forte mobilità degli arrestati in altri centri della regione, tra cui Firenze.

Quanto è stato rinvenuto era nella piena disponibilità degli altri 5 nigeriani richiedenti asilo, che sono stati arrestati e trasferiti presso il carcere di Sollicciano.

Il centro di accoglienza rimane, di fatto, privo di ospiti.

Pubblicato in Italia

I due nigeriani entrambi già noti alle forze dell'ordine sono stati fermati nella tarda serata di ieri mentre urlavano e litigavano in strada.

Uno dei due era visibilmente ubriaco e ha opposto resistenza al controllo di polizia, sferrando pugni e calci nei confronti degli operatori ed assumendo un chiaro atteggiamento di sfida.

Nel frattempo, l'altro cittadino nigeriano, nel tentativo di evitare l'arresto del connazionale, si è scagliato contro gli operatori di polizia, due dei quali hanno riportato lesioni e sono stati curati in pronto soccorso.

Questa mattina il loro arresto è stato convalidato e per entrambi è stato disposto l'obbligo di firma

Si tratta di O.A. cl. 90 e O.F. cl. 90, entrambi con precedenti per resistenza e violenza a Pubblico Ufficiale.

In particolare, nella tarda serata di ieri, il personale delle Volanti, intervenuto in via Cardinale Portanova a seguito di una segnalazione al 113 di cittadini stranieri che urlavano e litigavano in strada, ha proceduto all’arresto dei due uomini.

Nell’occorso due operatori delle Volanti riportavano lesioni e venivano accompagnati presso il Pronto Soccorso per le cure del caso.

Il PM di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria ha disposto il trattenimento dei due cittadini nigeriani presso le camere di sicurezza della Questura in attesa della celebrazione del rito direttissimo tenutosi nella giornata odierna, all’esito del quale è stato convalidato l’arresto e disposto l’obbligo di firma per entrambi.

Pubblicato in Reggio Calabria

Cinque nigeriani sono stati rinviati a giudizio dal gip di Palermo con l’accusa di associazione mafiosa.

Altri 14 imputati come membri della mafia nigeriana hanno scelto il rito abbreviato.

 

Un provvedimento che è stato una vera e propria corsa contro il tempo da parte del giudice per le indagini preliminari per evitare la scadenza dei termini di custodia cautelare degli stranieri detenuti.

La “Black Axe” nigeriana arriva a Ballarò

Tra le accuse contestate agli imputati, lo sfruttamento della prostituzione e il traffico di stupefacenti.

La banda si riuniva nel quartiere Ballarò del centro storico.

L’espressione Black Axe, cioè «ascia nera», che dà anche il nome all’operazione, è una specie di mafia nigeriana che proprio come Cosa nostra segue particolari riti di affiliazione, ha un linguaggio specifico e sistemi di potere dislocati in varie zone.

«Le indagini hanno accertato come l’organizzazione al suo interno riproducesse compiti, funzioni e persino organigrammi tipici di uno Stato, tanto che per indicare le figure verticistiche facevano riferimento al tipico formulario di cariche istituzionali», spiegarono gli inquirenti al momento degli arresti, spiegando che l’associazione era «basata su rigide regole fatte di “battesimi”, riti di affiliazione dei membri e precisi ruoli all’interno del sodalizio» e che l’organizzazione «garantiva il rispetto delle regole interne e la sicurezza dei suoi principali membri attraverso il braccio armato, “Bucha” o picchiatore».

Il business dei nigeriani: prostituzione e droga

L’operazione era stata condotta nel novembre del 2016 dalla Procura di Palermo – nelle indagini coordinate dall’aggiunto Leonardo Agueci e condotte da Sergio Demontis e Gaspare Spedale – e aveva portato al fermo di una ventina di persone. 

Ma soprattutto aveva fatto luce su una serie di condotte criminali finora quasi inedite a Palermo.

Un primo pezzo del puzzle la Procura lo aveva trovato quando due nigeriani avevano denunciato un’aggressione a colpi di ascia avvenuta il 27 gennaio 2014 in via del Bosco, una traversa di via Maqueda.

Un anno fa vi furono i primi arresti e adesso i primi rinvii a giudizio.

di Federica Parbuoni

Ne parla anche https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/11/14/mafia-nigeriana-a-palermo-5-rinvii-a-giudizio-per-esponenti-di-clan-stranieri-accusati-di-416-bis-e-la-prima-volta/3977256/

Ed aggiunge anche :

““Vorrei attirare la vostra attenzione sulla nuova attività criminale di un gruppo di nigeriani appartenente a sette segrete, proibite dal governo a causa di violenti atti di teppismo: purtroppo gli ex membri di queste sette che sono riusciti ad entrare in Italia hanno fondato nuovamente l’organizzazione qui, principalmente con scopi criminali”, si legge in un’informativa dell’ambasciata nigeriana a Roma del 2011.

L’inchiesta del fattoquotidiano.it ha anche svelato come tra i nigeriani e i boss i Cosa nostra a Palermo ci fosse una sorta di accordo per spartirsi il territorio al centro della città”.

Come se ci mancassero i mafiosi!.

A chi dire GRAZIE?

Facile da capire, ma se lo volete ve lo spiegheremo meglio!

Pubblicato in Italia

Leggiamo in questi minuti :

1)Acquaformosa: Manoccio sfratta una coppia di nigeriani

Lo abbiamo scritto tante volte come funzionano i progetti di accoglienza dei profughi, specie quelli dello Sprar che si vantano davanti giornali e televisioni di accogliere questa povera gente per amore di fratellanza e solidarietà,

e poi, quando si spengono le telecamere la storia è tutt’altra: finiti i soldi dello stato finita l’accoglienza e la solidarietà.

E’ quello che sta succedendo ad Acquaformosa, paese famoso per l’accoglienza, dove una coppia di nigeriani marito e moglie in attesa, sono stati cacciati in malo modo dalla casa dove abitavano.

Il loro tempo di permanenza dentro lo Sprar è finito, e Manoccio e compari che gestiscono la holding del disagio, non pagano più l’affitto, e il sindaco Gennaro Capparelli ha chiesto ed ottenuto lo sfratto facendo intervenire i carabinieri.

Il nigeriano si è barricato in casa e dice di non saper dove andare, ma Manoccio che davanti alle telecamere vuole bene a tutti, ha deciso che se ne devono andare.

Dove non gli interessa: per strada, sotto un ponte, non sono fatti suoi.

I soldi sono finiti e con essi anche la solidarietà di Manoccio.

Di fronte a queste vigliaccate verrebbe da dire ha ragione Povia quando dice che personaggi come Manoccio la solidarietà non sa nemmeno cos’è, quello che gli interessa è solo prendere i soldi del ministero.

Alla faccia del paese dell’accoglienza.

Da Iacchite -2 ottobre 2017

2) Bloccano operatori centro Sprar, arrestati coniugi ad Acquaformosa

Marito e moglie, 30 anni lui e 25 ledi, nigeriani, ospite dello Sprar di Acquaformosa, sono stati arrestati dai carabinieri della compagnia di Castrovillari con l'accusa di sequestro di persona, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali.

I due, il cui progetto Sprar, secondo i carabinieri, era terminato, avrebbero sequestrato quattro operatori del centro perché si sarebbero rifiutati di dare loro le presunte somme che vantavano. All'arrivo dei militari i due si sarebbero scagliati contro di loro provocando lievi ferite a tre carabinieri.

L'uomo è stato portato in carcere mentre la donna è stata posta agli arresti domiciliari. (ANSA).

Da Il Dispaccio/ Cosenza del 2 ottobre 2017

Pubblicato in Cosenza
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