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Erano molte le auto dei carabinieri che ieri sostavano davanti alla caserma di via R. Mirabelli.

E la caserma era piena di carabinieri pronti al loro delicato ed importante servizio.

Raramente si sono visti tanti Carabinieri ad Amantea ; occorre risalire con la memoria ai tempi della operazione Nepetia.

Poi le auto hanno raggiunto i loro obiettivi, proseguendo il loro impegno per tutta la serata e parte della notte.

Si sussurra che siano state seguite decine e decine di perquisizioni.

Ovviamente non trapela nessun nome. E tantomeno trapelano i risultati raggiunti.

Sembra certo, però, che l’operazione consegua, da un lato, al recente rinvenimento del fucile a canne mozze al momento all’esame del RIS, in uno ai proiettili, che pare siano anche essi all’esame balistico per accertarne eventuali compatibilità con altri proiettili rinvenuti od esplosi in altre occasioni, e dall’altro, al pentito Foggetti le cui dichiarazioni possono portare ad una Nepetia 2.

Dichiarazioni che fanno paura. Una notte di paura che probabilmente non sarà l’unica .

Peraltro Amantea sembra accerchiata dalle indagini e dagli investigatori di tutte le armi( Carabinieri, Digos, Guardia di Finanza) , come probabilmente mai o, comunque, molto raramente.

E sembra questo il segno evidente della nuova e fortissima attenzione da parte della Magistratura, dopo anni di sostanziale silenzio.

Merito certamente della DDA che coordina tutte le forze dell’ordine chiamate a delicate indagini che coinvolgono anche il comune ed i suoi amministratori e dirigenti, forse di oggi e di ieri.

Non manca in questo scenario anche la Procura Paolana con le sue precise attenzioni su fatti anche non recenti del comune.

Ed Amantea aspetta paziente che tutto questo lavoro porti a risultati tangibili che pongano fine ad un sistema che sta uccidendo la parte migliore di questo antico paese.

Pubblicato in Politica

Sembra che gli investigatori non abbiano fretta.

Per questo, forse, le convocazioni degli amministratori si susseguono, lentamente, l’una all’altra.

Semmai se agitazione c’è la si può trovare solo in coloro che sono stati sentiti e soprattutto in coloro che devono ancora esserlo, maggioranza o minoranza che sia.

Non può infatti ritenersi che le audizioni si limitino all’attuale consiglio comunale . Anzi appare fortemente logico che la tecnica della temporizzazione possa essere usata anche nei confronti dei vecchi amministratori , oggi gente comune, oltre che tra i dipendenti comunali e delle cooperative.

Anzi c’è qualcuno che aspetta di essere sentito perché potrebbe essere la occasione buona per indirizzare le indagini verso le direzioni più produttive per la giustizia e per la città.

Esiste il fondato sospetto che gli investigatori man mano che ascoltano gli amministratori completino il quadro sui medesimi con quanto emerso dalle dichiarazioni “spontanee” degli stessi.

Se non, addirittura, che tali dichiarazioni spontanee orientino le successive audizioni e le domande rivolte ai futuri interrogati

Nessuna informazioni certa sugli amministratori sentiti, tra cui però si fanno i nomi di almeno due donne( una assessora ed una consigliera delegata), e tantomeno su quanto loro chiesto o dichiarato ed ancora meno sulle tematiche trattate.

Qualcuno parla per esempio di indagini serrate sulle cooperative , su come siano stati loro affidati gli incarichi passati, su come siano stati fatti i controlli delle prestazioni contrattuali, giorno per giorno, aree per aree, settori per settori, e su come siano state fatte le contabilizzazioni delle prestazioni eseguite , fino al punto di spingersi ad attenzionare anche i nuovi incarichi sempre alle stesse cooperative per i quali si starebbe aspettando l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni oggi non esistenti.

Un quadro che vedrebbe premiati e penalizzati. Ma forse sono solo voci.

Certo che non sarebbero lontane le valutazioni sulla gestione delle cooperative stesse, sul reale rispetto delle tipologie che sono state poste alla base dei percorsi agevolati.

Sembra che siano in essere indagini sui soci delle cooperative e sull’equilibrio dei servizi loro chiesti o resi, proprio per accertare la sussistenza della formula cooperativistica

Voci. Voci queste ed altre in qualche modo però confermate da inspiegabili ritardi, indecisioni, o cambi repentini di scelte decisorie.

Ed anche su questi ritardi, indecisioni, o cambi repentini di scelte decisorie sembra che la indagine abbia attenzione.

Si parla infine di politici che si defilano.

Resta sempre il silenzio di una parte della minoranza ma sembra che appena la DDA avrà concluso le sue indagini parlerà! .

Pubblicato in Primo Piano

L’interesse della DDA per le vicende occorse nel comune di Amantea non si spegne, anzi.

Corre voce, infatti, che dopo il primo step di interrogatori, ne inizierà un secondo e poi di seguito altri. Ed addirittura potrebbero essere sentiti anche politici di minoranza e non politici.

Forse addirittura già da oggi pomeriggio.

La città è equamente divisa tra quelli che pensano che tutto finirà in una bolla di sapone, un po’ come la Nepetia ( almeno per i politici), e quelli che pensano che la magistratura porrà fine a tutte le forme di collusione e cointeresse che certa politica ha espresso ed è certo esprimerà anche in futuro.

Una politica divisa come la comunità.

Una politica silente come la comunità.

Una comunità che , impaurita, si chiede perché la minoranza non parli , non prenda posizione e non scriva di questa vicenda.

Eppure la minoranza ad Amantea parla di tante cose, quasi di tutto, ma stranamente non di questa delicata indagine. Come se non esistesse.

Eppure la quasi totalità della minoranza , se non tutta, è sicuramente estranea alla gran parte delle vicende che rappresentano il filo conduttore della tela posta in essere dagli investigatori.

Una tela che nasce tra i rami di più giunte ed amministrazioni e che, man mano, è diventata sempre più ampia, seppur, forse, più rarefatta, ma nella quale si trovano bozzoli di prede ormai senza vita , prede che ancora si agitano incomposte, e nella quale altri rischiano di finire, magari pur lontani e solo perché, vogliosi di sapere, si accingono a ritornar sui propri passi.

Intanto Amantea continua la sua vita grama , piena di disoccupati, piena di tasse, senza servizi, che fa finta di lottare per una cultura che è sempre più mestamente virtuale , con una economia sempre più ridotta, quasi sfilacciata, illudendosi di viaggiare verso un futuro positivo.

La cosa strana è che tutti si impongono di apparire tranquilli, anche se poi qualcuno non riesce a nascondere del tutto la propria preoccupazione.

E tutti in tasca hanno la trottolina e sono pronti a farla girare ognuno sperando che esca il risultato sperato l’1 o l’X od il 2 perchè Amantea possa fare 13.

Pubblicato in Politica

E’questo il senso delle dichiarazioni della deputata del M5S Dalila Nesci traibile dal suo intervento alla Camera dopo la notizia pubblicata dal Corriere della Calabria: «Occorre intervenire sulle elezioni regionali»

Opportuno il fatto che il Movimento Cinquestelle abbia portato alla attenzione della Camera la vicenda dei voti di 'ndrangheta che un esponente di spicco del Pdl, finora ignoto, avrebbe a Cosenza pagato fino a 200mila euro per essere eletto nel 2010 consigliere regionale della Calabria.

La deputata M5S Dalila Nesci è intervenuta nell'aula di Montecitorio, precisando che dal testo della notizia, data ieri dal Corriere della Calabria, ciascuno si è fatto «un'idea precisa su chi potrebbe essere il personaggio indagato per la gravissima ipotesi di reato».

E poi la parlamentare M5S ha aggiunto «Il punto non è di giocare al toto-indagato. Occorre intervenire sul serio sulle elezioni regionali in Calabria, senza ignorare, senza mantenere il silenzio o distrarre l'attenzione».

Come non ricordare e la deputata cinque stellina lo ha fatto che «nel consiglio regionale uscente ci furono tre arrestati per 'ndrangheta e durante quello precedente si consumò l'assassinio del vicepresidente Francesco Fortugno, legato ad appetiti criminali e interessi di potere».

E come non ricordare che «Il presidente del Consiglio Matteo Renzi andò a Scalea, lo scorso 26 marzo, come segno di riguardo per le istituzioni, spesso infiltrate dalla 'ndrangheta».

Poi la Nesci ha concluso: «La 'ndrangheta gestisce pezzi di elettorato. Pertanto, è necessario che il governo esca allo scoperto e dica se e come vuole garantire le elezioni in Calabria».

I calabresi la ringraziano ma le ricordano che i voti mafiosi non si comprano solo alle regionali!

Lo sforzo, allora, dello Stato e dei suoi organi deve essere diretto ad ogni livello, cominciando dalle elezioni comunali.

Che senso avrebbe arrestare un consigliere regionale e lasciarne 500-1000 nei comuni pronti ad ubbidire alle esigenze del potere mafioso, alle lobby, ai poteri della massoneria deviata, ai poteri economici, urbanistici, eccetera ?

Nei comuni calabresi offende molto di più vedere la ubbidienza dei consiglieri comunali che quella lontana e spesso inavvertibile dei consiglieri regionali.

Non solo. Ma sembra che nessuno pensi anche al fatto che i rapporti tra mafia e politica sono determinati, indotti, garantiti, dai politici locali e dai colletti bianchi che viaggiano “border line” nei loro comportamenti forse( o proprio?) perché sanno di essere intoccabili.

Loro sanno che gli investigatori non sono numericamente sufficienti per condurre accertamenti precisi e costanti sugli atti deliberativi, sulle determine, sulle spese e sui pagamenti.

E sanno forse( o proprio) di essere intoccabili per la insufficiente preparazione degli investigatori e per la difficile se non impossibile attenzione della DDA ai loro comportamenti.

Terribile è infine il fatto che con la scusa della mafia spesso la politica diventa onnipotente e suggerisce al cittadino di farvi ricorso!

Ed ancora più terribile è il fatto che il popolo calabrese si illuda quando vengono effettuate indagini preludenti a possibili momenti giudiziari rilevanti e poi su esse scende un ingiustificabile silenzio che lascia supporre scenari inaccettabili!

Ed ancora più terribile quando poi nella rete restano i pesci piccoli e scappano i pescecani, quelli che fanno politica da una vita vestiti da angeli e protetti dai politici diavoli

La lotta alla mafia, al malaffare, agli abusi deve essere condotta ogni giorno e dappertutto anche contro le inaccettabili disparità di trattamento che si sussurra siano alla base della piramide dello stesso male!

Pubblicato in Calabria

L’attenzione degli amanteani in questi giorni è stata attratta dall’articolo di Paolo Orofino dal titolo emblematico “ La Prefettura i occupa del caso vigili” e dal sottotitolo ancora più emblematico” Chiesti chiarimenti sull’inchiesta in corso da tempo al commissariato di Polizia”.

L’aggettivo “misterioso” ha tre accezioni.

La prima è che il cosiddetto “caso vigili” è fortemente datato per cui sembra quantomeno tardivo un interesse dal punto di vista amministrativo, se l’ interesse è amministrativo.

La seconda è che il commissariato, per quanto si legge, ha interessato della vicenda “Vigili” la DDA per cui l’intervento della Prefettura per fatti coperti dal segreto istruttorio sembra opinabile e dal risultato non produttivo

La terza è che, comunque, la notizia è “uscita” e questa “uscita” ha sicuramente un significato.

Ci si chiede infatti come mai la prefettura abbi questo interesse ed in particolare se sia autonomo od indotto.

Non siamo in grado di dare risposta alla domanda che abbiamo evidenziato e che ci è stata posta dai ns lettori quasi che prenda corpo un retro pensiero che parla dell’esercizio di controlli politici e non di ingerenze in materia penale.

In sostanza, sembra che S.E. il signor prefetto voglia capire cosa sia successo o stia succedendo ad Amantea e se come si legge nel solito acuto articolo di Orofino abbiano attendibilità, e quanta, le due notizie esposte e comunque da tempo circolanti nella cittadina l’una relativa alla ipotesi di infiltrazioni mafiose, l’altra relativa ai “tre politici attenzionati”.

Su chi siano si interroga tutta la città.

Sono della vecchia amministrazione? Sono amministratori attuali?

Impossibile rispondere con certezze.

Certo qualcun osa ed è preoccupato

Altri invece sono convinti che tutto finirà in una bolla di sapone!

Il PM della DDA incontra i poliziotti che stanno investigando sui vigili di Amantwea.

La notizia emerge dall’articolo di Paolo Orofino pubblicato sul Quotidiano del sud (già Quotidiano della Calabria).

Ricorda il giornalista che l’iter del concorso ha avuto uno stop.

Non solo.

Ma pur essendo ( almeno se ci fossero i turisti) il periodo di maggiore necessità non è stato prorogato l’incarico provvisorio semestrale dei vigili

Una storia, quella dei vigili, non semplice e che in questa “ultima” stagione politica è stranamente passata da una connotazione meramente amministrativa ad una fortemente giudiziaria, al punto che il sindaco Sabatino ne ha parlato con il Prefetto che però non ha potuto sciogliere gli attuali dubbi del neo sindaco, come se- ed è così sicuramente- lei sia rimasta estranea alla intera vicenda dei vigili gestita da altri che non il presidente del consiglio comunale.

Ma a quanto sembra il sig Prefetto non ha potuto sciogliere i dubbi, né indicare la soluzione

Sembra così che si stia ritornando indietro nel tempo, da un dejà vu.

Orofino parla di una parere per iscritto da richiedere al Dipartimento della Funzione pubblica.

Ma non era stato già chiesto?

Ma allora il Dipartimento non ha mai risposto alla richiesta scritta inviatagli lo scorso 2013 ed al cui esito positivo erano state subordinate le delibere del gennaio 2014 nelle quali si leggeva:”

-che nell’eventualità dell’arrivo di risposta negativa da parte del Dipartimento i rapporti cesseranno di diritto e gli stessi verranno interrotti automaticamente.

-che nell’eventualità, invece, di risposta positiva la GM potrà provvedere alla proroga fino al termine delle procedure con contestuale assunzione con rapporto di lavoro a tempo indeterminato”

Ed a tal punto non si può nemmeno escludere che il dirigente del Dipartimento possa essere inquisito per ritardo( omissione?) in atti d’ufficio.

Tanto più che mentre l’avvocatessa Gallo ha evaso la richiesta di parere legale in un solo giorno( richiesta il 16 dicembre, evasa il 17 dicembre) il dipartimento non ha risposto ancora( è da ritenere) alla richiesta inoltrata il 23 dicembre 2013.

Speriamo che il sig Prefetto questa volta si avvalga della sua autorità e solleciti la importante risposta chiudendo così questa strana vicenda

Non sono pochi coloro ( tra questi dirigenti ed ex amministratori comunali) che ritengono che si tratti soltanto di un mero equivoco, anzi di una carenza legislativa, sciolta la quale non esisteranno più problemi ed i vigili potranno essere assunti definitivamente

Vedremo cosa ne penseranno gli investigatori.

Qualcuno dice al contrario che quella che è una estate addirittura fresca potrebbe diventare “rovente!

Mah!

La bella e sagace penna di Paolo Orofino, il brillante ed attento giornalista de Il Quotidiano, parla di uno “spunto” investigativo, parola che da sola sottende mille altre riflessioni, tratto da una contravvenzione da annullare e che porrebbe uno dei Vigili Urbani in servizio nel comune di Amantea al centro di posizione delicata che dovrà essere chiarita.

Su tale vicenda sarebbe stato già sentito il Comandante della PM di Amantea Emilio Caruso.

Tutto nascerebbe da una dettagliata informativa inviata dal Commissario Nella Pugliese che ha coordinato dettagliate indagini condotte nella nostra cittadina.

Ma le indagini non sarebbero certamente limitate a questo “spunto”. Affatto. Anzi sussurra la voce molto accreditata della stampa locale che ci sarebbe “molto di più”.

Addirittura stando ad altre voci accreditate anche il sindaco sarebbe stata sentita da SE il sig Prefetto, anche se nessuna notizia trapeli sulle ragioni di questo incontro.

Insomma, fatti che stanno generando molta preoccupazione.

Si parla addirittura di indagini che scenderebbero indietro nel tempo fino ad oltre 10 anni addietro.

La penna orofiniana però non si sbilancia più di tanto quando dice che “ Ancora una volta un procedimento giudiziario porta grossi nuvoloni all’orizzonte dei vigili di Amantea”.

A cosa, e soprattutto a chi, si riferirà?

Ai vigili urbani o più facilmente ai loro recenti comandanti ?

Ad ogni buon fine li ricordiamo tutti a partire dall’attuale ed andando indietro nel tempo.

Emilio Caruso

Mario Aloe

Giuseppe Sabatino

Scutellà Giuseppe

Amerigo Spinelli

Angeli Antonio

Ma forte è la affermazione che “ se temporale sarà, sarà una tempesta”, tenuto conto delle ipotesi di reato considerate.

Al punto che se finora non vi sono stati indagati stante le evidenze degli ultime 48 ore non si escludono provvedimenti da parte dell’autorità giudiziaria

Difficile intuire altro dalle scarne indicazioni dell’articolo di Orofino ,salvo il fatto che sembra ormai certo che un primo filone sarebbe quello relativo ad “alcune graduatorie successive all’ultimo concorso per l’assunzione di nuovi vigili effettivi! (?) ed un secondo quello relativo al fatto che per lungo tempo “si è continuato ad avere in servizio nella pianta organica della polizia municipale personale “precario”.

Ancora meno comprensibile la affermazione che l’amministrazione comunale “potrebbe trovarsi a dover gestire (oltre al porto) un altro problema che potrebbe toccare di riflesso l’amministrazione comunale”.

Sembra allora che al momento il problema riguarderebbe “esclusivamente” i dirigenti del comune di Amantea.

Di chi si tratta?

Nella città c’è una fortissima attesa.

E fortissimi dubbi......

Ne da notizia TEN che accompagna la notizia con il filmato di un gruppo di agenti in borghese e con auto civili che pone nel cofano di un’auto un insieme di faldoni

Numerosi i fascicoli portati via alcuni fotocopiati e altri in originale.

Secondo alcune indiscrezioni ci sarebbe stata anche la partecipazione di uomini della Dda e certamente la collaborazione dei carabinieri.

Naturalmente sulla documentazione sequestrata e sui filoni ai quali sarebbero interessati gli esponenti delle forze dell'ordine non è trapelata alcuna notizia.

Da una semplice cartellina gialla portata fuori dai faldoni si risce a leggere RSU per cui si è ritenuto trattarsi di documenti sugli appalti legati alla raccolta dei rifiuti.

Ma si parla anche di pratiche di alcuni lavori pubblici.

Altre voci parlano di documenti relativi a rapporti con le banche.

Insomma niente di certo

Ovviamente sono in molti a pensare che si tratti anche di verifiche relative ad assunzioni avvenute nella precedente consiliatura.

Qualcuno sostiene che la attività di indagine sia stata sollecitata anche dai numerosi esposti presentati dall'avvocato Battista Greco, noto alle cronache per una forte contrapposizione con parte dell'amministrazione comunale.

Ora bisognerà attendere il corso delle verifiche per capire quanto interesse possano aver destato i documenti recuperati.

Pubblicato in Alto Tirreno

E’ in corso da stamattina la operazione “Chimera” . I carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Catanzaro e della compagnia di Lamezia Terme stanno effettuando un'operazione, denominata "Chimera", che ha portato all'arresto di 24 persone, tra cui quattro donne, ritenute legate alla cosca di 'ndrangheta dei Cerra-Torcasio-Gualtieri di Nicastro di Lamezia Terme, con base operativa nella frazione Capizzaglie.

Traffico di armi, condizionamento di appalti pubblici, traffico di droga ed estorsioni sono i reati contestati alle persone arrestate, commessi, secondo l'accusa, dal 2010 ad oggi.

L'inchiesta è stata coordinata dalla Dda di Catanzaro.

All'operazione, che interessa anche la provincia di Firenze, hanno partecipato oltre 200 carabinieri appartenenti ai reparti territoriali ed ai "cacciatori di Calabria", insieme ad unità cinofile. (0030)

I particolari saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà presso il Comando Provinciale Carabinieri di Catanzaro in tarda mattinata.

Pubblicato in Lamezia Terme

Dice Paolo Orofino, giornalista sempre molto ben informato, che il filone di indagine aperto dal pm di Cosenza Domenico Assumma non è l'unico seguito dalla magistratura calabrese in relazione alla gestione dell'Asp cosentina.

Sulla gestione dell’ASP cosentina, con particolare attenzione agli aspetti connessi al Tirreno cosentino , sugli incarichi d'oro, sugli appalti, sulle stabilizzazioni e quant’altro indaga la Dda e in particolare del sostituto Pierpaolo Bruni.

Un fascicolo parallelo che “ben presto farà rumore”. Forse molto rumore, giungndo a vertici inaspettati.

Un indagine che è andata avanti sottotraccia.

Ed a quanto dice Orofino sotto la lente della procura antimafia catanzarese sono finiti politici regionali e professionisti coinvolti in trame poco chiare del servizio sanitario pubblico espletato sulla fascia del Tirreno cosentino.

Alla base “un’informativa di polizia giudiziaria del 2012 arrivata alla Dda di Catanzaro su circostanze verificatasi nell’ambito delle attività dei presidi ospedalieri di Paola e Cetraro”.

Ma anche “la relazione del prefetto di Cosenza, datata 24 luglio 2013, relativa al lavoro della commissione d’accesso agli atti inviata all’Asp di Cosenza.

Ma sembra che le indagini andrebbero aldilà delle conclusioni della commissione d’accesso.

Non si esclude che il procuratore distrettuale Vincenzo Lombardo e del suo sostituto Pierpaolo Bruni,possano, se lo ritengono, scendere più in fondo alle scelte, alle decisioni, alle delibere del sistema sanitario del Tirreno cosentino andando a toccare “anche alcune cliniche private con convenzioni pubbliche”.

Tante altra carne a cuocere.

A cominciare dalle assunzioni e dalle stabilizzazioni come sembra emergere da un passo della relazione che riporta Orofino «Come si è visto, soprattutto nel campo della gestione del personale vi sono state forme di illegalità che hanno consentito l’assunzione e il permanere in servizio di soggetti non solo “vicini”, ma addirittura organici a clan malavitosi. Ulteriori episodi sintomatici quanto meno di una scarsa “attenzione” all’esigenza del rigoroso rispetto della legalità, sono quelli legati ai rapporti con alcune cliniche convenzionate». 

Dopo il recente clamore delle indagini della procura di Cosenza tanti( se non tutti) sul Tirreno cosentino si aspettano il vento della giustizia che spazzi via le nere nuvole che da anni incombono sulle nostre teste e con esse coloro che hanno usato potere politico, e non solo, e fondi pubblici per i oro tornaconti.

Qualcosa sembra crollare come la collina dell’ospedale.

Pubblicato in Paola
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