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"In Paradiso non c'è il 'numero chiuso'! Ma si tratta di attraversare fin da ora il passaggio giusto, che c’è, per tutti, ma è stretto. Questo è il problema".

Lo sottolinea il Papa in occasione dell'Angelus. "Gesù non vuole illuderci, dicendo: 'Sì, state tranquilli, è facile, c’è una bella autostrada e in fondo un grande portone…'.

No, - osserva Bergoglio - Gesù ci parla della porta stretta, ci dice le cose come stanno: il passaggio è stretto.

In che senso?

Nel senso che per salvarsi bisogna amare Dio e il prossimo, e questo non è comodo!".

Dice il Papa che "siamo chiamati a instaurare una vera comunione con Gesù, pregando, andando in chiesa, accostandoci ai Sacramenti e nutrendoci della sua Parola.

Questo ci mantiene nella fede, nutre la nostra speranza, ravviva la carità.

E così, con la grazia di Dio, possiamo e dobbiamo spendere la nostra vita per il bene dei fratelli, lottare contro ogni forma di male e di ingiustizia"

Nulla ci dice il Papa dell’Inferno.

Non ci dice se c’è il numero chiuso.

Non ci dice se la strada per arrivarci è stretta o larga, se il portone finale è piccolo o amplissimo.

Non ci dice se è a destra od a sinistra del paradiso, più avanti o più indietro, più sopra o più sotto.

Non ci dice nemmeno se andremo all’inferno se non lottiamo contro ogni forma di male e di ingiustizia.

Come potrebbe succedere a tutti coloro che rubano i popoli, il loro futuro, la loro storia, i loro sacrifici per offrirli ad altri.

Non ci dice nemmeno come arrivare dignitosamente alla fine del mese senza cercare tra i rifiuti, senza un posto letto dove dormire, eccetera.

Non ci dice che abbiamo circa 3 milioni di italiani che non hanno di che mangiare e che rovistano tra i rifiuti ed ai quali non basta la speranza del paradiso ma va data la dignità della attuale vita

Pubblicato in Italia

Cari anziani di Tirreno News, non aprite le porte di casa a nessuno.

Ancora una volta ci dobbiamo occupare di truffa agli anziani soli i quali vengono avvicinati da una donna e con la tecnica dell’abbraccio vengono derubati.

 

 

Sfilano con mestiere gli orologi d’oro, i portafogli, le catenine e tutto quello che hanno addosso.

Sono sempre le donne le truffatrici che con una scusa banale si avvicinano all’anziano e gli chiedono l’indirizzo stradale o gli propongono con faccia tosta una prestazione sessuale.

Poi lo abbracciano, lo baciano, lo stringono forte e poi con grande abilità e destrezza gli rubano tutto. Il povero malcapitato non ci ha capito nulla.

Quindi le donne, dopo il colpo, si allontanano in fretta e qui entra in azione un complice, il quale con una macchina si allontana velocemente.

L’Arma dei Carabinieri ha organizzato numerosi incontri in diverse province italiane con gli anziani per spiegare la tecnica dell’abbraccio e altre tecniche che i ladri e i truffatori per lo più donne belle e avvenenti usano per mettere a segno le truffe.

Le tecniche più diffuse vanno oltre a quella dell’abbraccio per strada, dal finto tecnico che si presenta in casa per controllare il contatore dell’acqua,, della luce, del gas, al finto Vigile fino allo specchietto retrovisore rotto.

Il finto tecnico del gas si introduce in casa degli anziani soli fingendo che ci sia una fuga di gas e quindi la deve aggiustare. Il finto avvocato che chiede denaro per conto di un parente che ha avuto un incidente o problemi con la giustizia.

Il finto Carabiniere indossando a volte anche la divisa fa uscire di casa la vittima designata fingendo di dover fare dei controlli.

E poi abbiamo lo specchietto della macchina rotto. Il truffatore fa fermare la vittima designata,unna donna anziana al volante, e l’accusa di avergli danneggiato lo specchietto e chiede un risarcimento danni.

Cari anziani di Tirreno News, non aprite le porte di casa a nessuno.

Quando uscite di casa e siete soli lasciate a casa l’orologio e le catenine d’oro.

Prima di fare entrare sconosciuti in Casa controllate sempre la loro identità facendo una semplice telefonata agli enti incaricati che effettuano i controlli.

Non esitate di contattare il 188. E poi siete guardinghi quando camminate per le vie, non date confidenza agli sconosciuti.

Leggiamo:

“Potenza. Ben il 41,7% degli anziani lucani ha ridotto i pasti e quindi i consumi a causa della crisi.

È quanto emerge dalla ricerca nazionale e il report regionale “Pensa a come mangi” sull’alimentazione e la salute delle persone anziane realizzata da Spi Cgil e Auser e presentato ad Accettura durante l’assemblea regionale Spi Cgil Basilicata.

La ricerca ha interrogato direttamente gli anziani sulle proprie abitudini alimentari, i consumi, i legami famigliari e le risorse del territorio, nonché la disponibilità all’attivazione e al cambiamento. Si tratta del dato più elevato tra gli approfondimenti regionali realizzati a seguito della ricerca nazionale. Un dato così netto, superiore alla media nazionale (17,7%) ma anche alle altre regioni del Sud e Isole, include evidentemente condizioni sociali, di genere, situazioni personali e di relazione assai differenti.

Il profilo di coloro che hanno diminuito i pasti a causa della crisi si completa considerandone la maggiore incidenza tra le persone sole (circa il 49,6% ha diminuito i pasti) e tra i più anziani (il 46,7% tra gli ultra settantenni, contro il 32,8% tra i 60-69enni).

Tra gli ulteriori elementi critici va segnalata la bassa frequenza con la quale vengono consumati ortaggi e verdure, pur essendo una componente essenziale di una dieta equilibrata, e il consumo di carni trasformate almeno una volta al giorno per quasi il 20% dei rispondenti, più elevato della media nazionale e superiore al consumo frequente di carni fresche. Anche la varietà dei pasti consumati dagli anziani lucani è più compressa rispetto alla media del dato nazionale: consumano quattro o cinque pasti al giorno il 7,2% dei rispondenti, contro l’12,8% nazionale.

Coloro che consumano meno di tre pasti al giorno rappresentano invece ben il 12,7%, segnalando una quota critica di persone con una frequenza di pasti largamente insufficiente per una dieta equilibrata.

I dati nazionali dicono che si tratta principalmente di persone di età avanzata, spesso sole e a basso reddito: non stupisce, quindi, che è maggiore in questo caso la frequenza di spuntini e merende, spesso consumati come sostitutivo di un pasto principale.

“Il quadro regionale – afferma Nicola Allegretti, segretario generale Spi Cgil Basilicata – ci dice da un lato quanto sia importante l’alimentazione come indicatore di benessere e della qualità di vita dei nostri anziani, dall’altro è un campanello di allarme rispetto alle politiche di assistenza di cui la nostra regione, sempre più anziana, ha bisogno.

Su questo fronte da tempo lo Spi Cgil è impegnato sul versante della legge regionale per l’assegno di cura, allargando la fascia degli aventi diritto e introducendo nuovi beneficiari e su quella dell’invecchiamento attivo, fatta propria da alcuni consiglieri regionali”.

“La sfida – commenta Angelo Summa, segretario generale Cgil Basilicata – è organizzare reti di infrastrutture sociali, delineando una linea programmatica futura.

Noi come sindacato dobbiamo dare forza a questo modello e provare a concentrare le risorse del Fondo sociale europeo sulla infrastrutturazione sociale.

Ciò significa costruire servizi che rispondano ai bisogni delle persone, partendo dall’infanzia. In Basilicata 20.000 bambini da 0 a 3 anni non usufruiscono di alcun servizio.

Rendere obbligatorio e gratuito l’asilo nido significherebbe creare nuovi 5.000 posti di lavoro, un educatore ogni quattro bambini, e cercare di contrastare il fenomeno dello spopolamento perché se c’è una rete di servizi posso decidere di rimanere nel mio comune. Anche sulle case di riposo – continua - stiamo lavorando affinché si istituisca una legge che stabilisca gli standard sulle tariffe sociali e sulla qualità dei servizi.

L’assistenza alle persone e il welfare siano al centro dell’azione sindacale fino a quando non si produrranno azioni concrete sulla distribuzione delle risorse del Fse: di 256 milioni almeno 50 possa essere destinati ai servizi sociali se c’è la volontà politica di farlo”.

Tra le azioni della Cgil, l’istituzione del dipartimento Benessere e diritti. “Dentro benessere e diritti – afferma Mina Cilloni, della segreteria nazionale Spi Cgil - c’è la vita delle persone e i bisogni individuali che dobbiamo sapere trasformare in bisogni collettivi.

Non sono altro che strumenti di contrattazione sociale e territoriale, una ulteriore possibilità di intervento, lavoro e di contrattazione sociale in quei territori dove alcune cose non sono state fatte attraverso una rete di servizi che ci consentirà di dare risposte molto più attente ai nuovi bisogni”.

NdR.Senza offesa alcuna per i profughi economici ed il sistema di accoglienza dell’Italia ma perché gli anziani poveri italiani non riescono a mangiare ed i profughi si?

E se dipingessimo loro il viso di nero, li mettessimo sui gommoni e li facessimo sbarcare nei porti o sulle spiagge lucane lo Stato li assisterebbe assicurando loro colazione, pranzo e cena?

In che cosa gli anziani sono diversi dai profughi economici, pur disperati, come quelli che arrivano in Italia?

Perché chi viene dal mare è assistito e chi viene da terra non lo è?

Perché gli stranieri sono assistiti e gli italiani molto meno?

Comprendo che qualcuno storcerà il naso, mi apostroferà nei modi più beceri( in specie chi ci lavora con questa accoglienza), ma so che stanotte e nelle notti prossime penserete anche ai nostri, ai vostri anziani che patiscono la fame in una terra che accoglie gli altri e non assiste chi ci è nato!

Salvo che CGIL, SPI e Auser non abbiano detto caxxate!

Giuseppe Marchese

Pubblicato in Italia

E’ la frase che annuncia la disperazione dei nostri anziani che proprio perché tali hanno bisogno di maggiori attenzioni e di immediate risposte da parte del sistema sanitario nazionale.

 

Risposte ed attenzioni che spesso non hanno, molto spesso.

Che devi fare , allora, quando ogni mattino hai un nuovo problema sanitario?

Ne parli con tua moglie o tuo marito o pensi che magari lui o lei ne abbia uno maggiore del tuo?

Allora vai dal tuo medico curante e dopo aver atteso un tempo infinito lui cerca di tranquillizzarti ma ti rimpalla ad uno specialista.

E tu esci e ti avvii a fare la prenotazione presso lo sportello dell’ASP o presso la farmacia. Anche lì una lunga fila. Il tuo turno sembra non arrivare mai. E mentre aspetti ti chiedi se devi pagare subito. Esci fuori facendo finta di prendere aria ed appena solo guardi nel portafogli e ti viene a disperazione. Continui la fila ed arrivi allo sportello.

E lì ti prenotano. Ma ci vogliono anche 6 mesi o più.

Puoi aspettare tanto tempo? Puoi convivere con questo nuovo problema per tanto tempo? E se fosse qualcosa di grave? A chi ti rivolgi, allora?

Ad un amico politico? Poi pensi che è proprio lui uno dei responsabili di questo Stato che non funziona e desisti ( che ci vado a fare?).

Vado privatamente ? E chi me li da100 euro o più?

E poi anche avendoli mi offende che lo stesso medico del SSN mi faccia aspettare 6 mesi e più e mi riceva invece “ subito” a pagamento in ospedale o nel poliambulatorio pubblico dove usa i locali e le apparecchiature pubbliche , non private, e perfino il servizio di ingegneria pubblico!

Ma dove viviamo?

Poi disperato pensi di telefonare ad uno dei tuoi figli che vivono nel centro( meglio nel nord) Italia per sapere se può fare qualcosa, sperando di non allarmarli, ed i tuoi figli subito ti dicono “ Sali, andiamo al pronto soccorso….”

Già, che stupido- ti dici- vado anche io al pronto soccorso. Ma abito ad Amantea. Chi mi porta a Paola, Cetraro, Cosenza, Catanzaro?

Senti una rabbia infinita. Perchè sei malato e nessuno ti crede, perché sei vecchio e nessuno ti aiuta, senti una fitta al cuore e quasi, quasi speri che sia un infarto così te ne vai al creatore …

Ma poi ti chiedi quanto costa il “tuo” funerale.

Esci. Vai sul lungomare, speri che miracolosamente il male passi e resti lì nella sabbia o nelle acque del mare le quali sentendoti sembra che ti dicano : Guarda che nemmeno io sto bene ..

Poi vedi due tuoi vecchi conoscenti che parlano di andare a votare si al prossimo referendum , di votare per chi ha lasciato e lascia il sistema sanitario in queste condizioni, nientemeno che per la ministra Lorenzin , per conservare al governo Renzi, alla regione Oliverio, e financo Pacenza.

Allora ti dici “ Non lo so se ci arrivo al 4 dicembre, ma se ci arrivo voterò NO,NO,NO, cento, mille volte NO, NO, contro chi prende in un solo mese quanto io prendo in uno o due anni di pensione, NO contro chi non ha cura dei suoi anziani che hanno fatto l’Italia che i politici hanno fatto diventare una Italia di m……., NO contro…….

Poi risenti la fitta al cuore e questa volta hai paura, paura di non arrivare al 4 dicembre e di non avere nemmeno il diritto di mandarli tutti a quel paese.

Ti trovano lì accasciato e senza vita sulla poltroncina, ma sei sereno.

Si non andrai a votare ma tutti sanno che se lo avessi potuto avresti detto NO!

E questo è il tuo testamento a tutti gli altri anziani senza volto ma con infinita dignità!

Giuseppe Marchese

Pubblicato in Primo Piano

Così Franco Filice, cosentino, vice-presidente dell’Associazione nazionale anziani pensionati di Confartigianato e presidente regionale, commenta l’approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, di un decreto legislativo che depenalizza alcuni reati.

“Siamo molto preoccupati- dice Franco Filice-. Così si incentivano i malintenzionati a prendere a bersaglio le persone anziane, che rappresentano l’anello debole della società”.

Si tratta, nello specifico, di un decreto che intende dare attuazione alla legge delega 67/2014 depenalizzando reati contro il patrimonio considerati “di lieve entità”, come furto semplice, danneggiamento, truffa, ma anche violenza privata o minaccia per costringere a commettere un reato.

Resta ferma la possibilità, per le persone offese, di ottenere serio ed adeguato ristoro nella competente sede civile.

“È ininfluente, per gli anziani – sottolinea Filice – la possibilità di risarcimento in sede civile, in quanto per loro il danno non è tanto economico ma piuttosto psicologico: scoprire di essere truffati porta alla perdita di autostima e all’autoisolamento”.

Non solo, prosegue il vice-presidente Anap, quelli indicati non sono “fatti di lieve entità”, e il provvedimento “va in senso diametralmente opposto alla Campagna che stiamo portando avanti in tutta Italia, assieme alle Forze dell’Ordine, sulla sicurezza degli anziani”.

Alla luce di tutti questi elementi, secondo il nostro vice-presidente nazionale, occorre “da subito correggere la normativa, prevedendo, ad esempio, l’esclusione dalla normativa stessa dei reati perpetrati nei confronti degli anziani che se, per assurdo, dovesse essere confermata gli anziani e pensionati diventerebbero l’anello fragilissimo delle nostre comunità”.

Ufficio Stampa Confartigianato Calabria – Associazione Nazionale Anziani e Pensionati – Confartigianato

Pubblicato in Italia

Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota stampa dell’Auser:

Il Circolo AUSER di Amantea in collaborazione con l'Associazione Nazionale Federanziani ed il patrocinio del Comune di Amantea organizza per venerdì 20 settembre 2013 alle ore 18.00  ad Amantea  in Via della libertà 14/b - Palazzo Gefa - un Micro-Convegno sul tema delle malattie respiratorie.

La diffusione di tali malattie tra gli anziani è la terza  causa  di mortalità nel mondo.

I microconvegni dedicati alle problematiche ed alle  patologie respiratorie nascono con l'obiettivo di sensibilizzare la fascia anziana della popolazione su tali malattie.

Data l'importanza del tema Vi aspettiamo numerosi.

Saluti. Roberto Aloe.

 Anticipiamo una domanda agli esperti ed invitiamo i ns lettori a proporne altre di interesse generale.

  1. 1)Posto che gli anziani appaiono ragionevolmente più esposti degli altri che sono in età più giovane, quanto incide nel panorama locale l’inquinamento da polveri sottili, visto che Amantea è attraversata dalla SS18, che la viabilità interna è indecentemente costituita da strade di piccole dimensioni che rendono difficile un ricambio dell’aria e che le colline circostanti stemperano i venti?

Si tratta di 10 semplici regole comportamentali per

-          limitare l’esposizione alle alte temperature;

-          facilitare il raffreddamento del corpo ed evitare la disidratazione;

-          ridurre i rischi nelle persone più fragili (persone molto anziane, persone con problemi di salute, che assumono farmaci, neonati e bambini molto piccoli).

Eccole! Leggetele e praticatele:

1. Uscire di casa nelle ore meno calde della giornata

Evitare di uscire all'aria aperta nelle ore più calde cioè dalle ore 11.00 alle 18.00. Se si esce nelle ore più calde non dimenticare di proteggere il capo con un cappello di colore chiaro e gli occhi con occhiali da sole; inoltre proteggere la pelle dalle scottature con creme solari ad alto fattore protettivo.

2. Indossare un abbigliamento adeguato e leggero

Sia in casa che all’aperto, indossare abiti leggeri, non aderenti, preferibilmente di fibre naturali per far assorbire meglio il sudore e permettere la traspirazione della cute.

3. Rinfrescare l’ambiente domestico e di lavoro

Schermare le finestre esposte al sole utilizzando tapparelle, persiane, tende etc.

Chiudere le finestre durante il giorno e aprirle durante le ore più fresche della giornata (la sera e la notte).

Se si utilizza l’aria condizionata, ricordarsi che questo efficace strumento va utilizzato adottando alcune precauzioni per evitare conseguenze sulla salute e eccessivi consumi energetici.

In particolare, si raccomanda:

 di utilizzarla preferibilmente nelle giornate con condizioni climatiche a rischio; di regolare la temperatura tra i 25°C - 27°C

 di coprirsi nel passaggio da un ambiente caldo ad uno più freddo

 di provvedere alla loro manutenzione e alla pulizia regolare dei filtri

 di evitare l’uso contemporaneo di elettrodomestici che producono calore e consumo di energia.

4. Ridurre la temperatura corporea

Fare bagni e docce con acqua tiepida, bagnarsi viso e braccia con acqua fresca. In casi di temperature molto elevate porre un panno bagnato sulla nuca.

5. Ridurre il livello di attività fisica

Nelle ore più calde della giornata evitare di praticare all’aperto attività fisica intensa o lavori pesanti.

6. Bere con regolarità ed alimentarsi in maniera corretta

Bere almeno 2 litri di acqua al giorno (salvo diversa indicazione del medico curante).

Gli anziani devono bere anche se non ne sentono il bisogno.

Evitare di bere alcolici e limitare l’assunzione di bevande gassate o troppo fredde.

Mangiare preferibilmente cibi leggeri e con alto contenuto di acqua (frutta e verdura).

Porre particolare attenzione alla conservazione degli alimenti ed evitare di lasciarli all’aperto per più di 2 ore.

7. Adottare alcune precauzioni se si esce in macchina

Se si entra in un’auto parcheggiata al sole, prima di salire aprire gli sportelli, poi iniziare il viaggio a finestrini aperti o utilizzare il sistema di climatizzazione. Prestare attenzione nel sistemare i bambini sui seggiolini di sicurezza, verificare che non siano surriscaldati.

Quando si parcheggia la macchina non lasciare mai, nemmeno per pochi minuti, persone o animali nell’abitacolo.

8. Conservare correttamente i farmaci

Leggere attentamente le modalità di conservazione riportate sulle confezioni dei farmaci e conservare tutti i farmaci nella loro confezione, lontano da fonti di calore e da irradiazione solare diretta. Conservare in frigorifero i farmaci per i quali è prevista una temperatura di conservazione non superiore ai 25-30°C.

9. Adottare precauzioni particolari se si è a rischio

Quando arriva il gran caldo, le persone anziane, con patologie croniche (cardiovascolari, respiratorie, neurologiche, diabete etc.) e le persone che assumono farmaci, devono osservare le seguenti precauzioni:

 consultare il medico per un eventuale aggiustamento della terapia o della frequenza dei controlli clinici e di laboratorio (ad esempio per i diabetici è consigliabile aumentare la frequenza dei controlli glicemici)

 segnalare al medico qualsiasi malessere, anche lieve, che sopraggiunga durante la terapia farmacologica

 non sospendere mai di propria iniziativa la terapia in corso.

10. Sorvegliare e prendersi cura delle persone a rischio

Nei periodi prolungati di caldo intenso, prestare attenzione a familiari o vicini di casa anziani, specialmente se vivono da soli e, ove possibile, aiutarli a svolgere alcune piccole faccende, come fare la spesa, ritirare i farmaci in farmacia etc.

Segnalare ai servizi socio-sanitari eventuali situazioni che necessitano di un intervento, come persone che vivono in situazioni di grave indigenza o di pericolo per la salute (es. i senza tetto in condizioni di grave bisogno).

 

Pubblicato in Politica

Forse è utile che gli anziani sappiano di più sugli assegni sociali che li riguardano

Ecco qualcuna delle novità.

Di conseguenza, in applicazione della legge n. 122/2010 e della riforma “Fornero” (legge n. 214/2011), l’accesso all’assegno sociale nonché all’assegno sociale sostitutivo della pensione d’inabilità civile, all’assegno mensile di assistenza agli invalidi parziali e alla pensione non reversibile ai sordi, è previsto solo dal compimento dei 65 anni e 3 mesi di età.

Naturalmente con l’innalzamento del requisito anagrafico per l’assegno sociale dal 1° gennaio 2013, la pensione d’inabilità civile, l’assegno mensile di assistenza agli invalidi parziale e la pensione non reversibile ai sordi, sono concesse, tenuto conto del riconoscimento sanitario e sussistendo le altre condizioni socio economiche previste - limiti di reddito – (vedi tab. A) a tutti coloro di età non inferiore al diciottesimo anno e fino al compimento del 65° anno e 3 mesi.

Chi, invece, provvede a presentare all’Inps la domanda di assegno sociale e compie 65 anni entro il 31 dicembre prossimo, in presenza anche dei requisiti socio economici necessari (vedi tab. B) ha diritto alla prestazione secondo la normativa previgente e quindi 65 anni di età. La stessa possibilità è prevista anche per gli invalidi civili titolari di pensione di inabilità, assegno mensile per invalidità parziale e pensione non reversibile ai sordi, che compiono 65 anni entro il 31 dicembre 2012.

Oltre all’adeguamento del requisito anagrafico in base alla speranza di vita, previsto con cadenza triennale dal 2013 e biennale dal 2021, cioè 3 mesi dal 2013 e ipotizzati in 4 mesi dal 2016, a partire dal 1° gennaio 2018 il requisito anagrafico per il conseguimento dell’assegno sociale, degli assegni sociali sostitutivi dell’assegno mensile di assistenza a favore dei sordomuti, della pensione di inabilità civile e dell’assegno mensile a favore dei mutilati e invalidi civili, sarà aumentato di un anno oltre all’incremento della speranza di vita di cui si è fatto cenno prima. (Vedi tab. C)

Vediamo adesso quali sono i presupposti per l’accesso all’assegno sociale dell’Inps e alle prestazioni assistenziali di invalidità civile.

L’assegno sociale

Si tratta di una prestazione di carattere assistenziale che prescinde del tutto dal pagamento dei contributi e spetta ai cittadini che si trovino in disagiate condizioni economiche.

A chi spetta

I requisiti richiesti sono i seguenti:

- cittadinanza e residenza sul territorio nazionale. Ne hanno comunque diritto anche i rifugiati politici, nonché i cittadini dell’Unione Europea, purchè risiedano in Italia;

- 65 anni di età, sia per gli uomini e sia per le donne (ma la riforma dal 2013, come si è detto, innalza questo requisito e lo aggancia all’adeguamento alla speranza di vita);

- Assenza di redditi, ovvero conseguimento di redditi inferiori ad un determinato limite (vedi Tab. B);

- Dal 1° gennaio 2009, inoltre, è richiesta una ulteriore condizione costituita dal soggiorno legale, in via continuativa, per almeno dieci anni in Italia.

L’importo spettante

L’importo dell’assegno sociale viene fissato in base all’entità del reddito personale e, nel caso di persone sposate, si tiene conto del reddito cumulato con il coniuge: la prestazione può essere liquidata in misura intera o ridotta.

Per esempio, se il richiedente ha un reddito annuo di duemila euro, avrà diritto ad un assegno sociale annuo di 3.577 euro pari a 275,15 euro mensili, tenendo conto del fatto che quest’anno l’importo dell’assegno è di 429 euro e il limite di reddito, del richiedente non coniugato, è di 5.577 euro.

Se un richiedente coniugato ha un reddito, cumulato con il coniuge, di 8mila euro, avrà diritto ad un importo di 3.154 euro annui pari a 242,62 euro mensili, tenendo conto del fatto che l’importo dell’assegno sociale è di 429 euro e il limite di reddito del richiedente coniugato è pari al doppio dell’importo annuo dell’assegno sociale, cioè 11.154 euro.

Non si avrà diritto all’assegno se si possiedono redditi superiori al doppio dell’importo annuo dell’assegno sociale.

Quali redditi

Ai fini del diritto all’assegno sociale, per reddito si intende tutto ciò che il soggetto richiedente e il proprio coniuge possiedono in via continuativa, compresi i redditi esenti da irpef (come, ad esempio, la pensione di guerra) e quelli soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta o a imposta sostitutiva (interessi bancari, Bot, Cct ecc.).

Non contano, invece, il reddito derivante dalla casa di proprietà, purchè direttamente abitata dal richiedente, i trattamenti ricevuti a titolo di liquidazione per fine rapporto di lavoro e le competenze arretrate soggette a tassazione separata, lo stesso assegno sociale e i proventi provenienti da alcune forme assistenziali (le indennità di accompagnamento, gli assegni per l’assistenza personale continuativa erogati dall’Inail per invalidità permanente assoluta, gli assegni per l’assistenza personale e continuativa pagati dall’Inps ai pensionati per inabilità, l’indennità di comunicazione per i sordomuti, l’assegno agli ex combattenti di guerra).

Le altre prestazioni assistenziali

Malgrado le modifiche introdotte nel 2010 e 2011 dalle leggi approvate con le diverse manovre economiche, nulla è cambiato e, allo stato attuale, sono considerati invalidi tutti coloro affetti da minorazioni non riconducibili a causa di guerra, di servizio e di lavoro, che appartengono ad una delle seguenti categorie:

- I cittadini di età compresa tra i 18 e i 65 anni affetti da menomazioni congenite o acquisite che comportano una riduzione della capacità di lavoro non inferiore ad 1/3;

- I minori di 18 anni con difficoltà persistenti a svolgere compiti e funzioni proprie dell’età;

- I cittadini con più di 65 anni non autosufficienti.

- L’assegno di assistenza

Agli invalidi, con età tra i 18 e 65 anni ed un grado di invalidità compreso tra il 74 e il 99 percento, spetta un assegno mensile di assistenza per 13 mensilità.

Per fruire dell’assegno – pari quest’anno a euro 267,57 mensili – l’invalido deve essere disoccupato, residente in Italia e avere un reddito annuo personale (quello del coniuge non conta) che non superi un determinato limite (euro 4.596,02 per il 2012).

In presenza di queste condizioni, anche i cittadini stranieri, compreso gli extracomunitari se titolari di carta di soggiorno, possono ottenerlo.

- La pensione di inabilità

Spetta agli invalidi ai quali sia stata riconosciuta un’inabilità lavorativa totale e permanente del 100 per cento.

L’importo è pari a quello stabilito per l’assegno di assistenza, ma le condizioni di accesso sono più facili in quanto il limite di reddito annuo personale è molto più elevato (euro 15.627,22 per il 2012.)

- L’indennità di accompagno

Questa prestazione è un sostegno economico che viene erogato alle persone che non sono in grado di camminare o di compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita (mangiare, lavarsi, vestirsi ecc.). L’importo dell’indennità, pari a euro 492,97   mensili, viene erogato per 12 mensilità.

Detta prestazione viene concessa a prescindere dall’età e dalle condizioni economiche dell’interessato. Possono ottenerla a qualsiasi età, sia le persone meno abbienti che i benestanti.

Non è poi legata alla composizione del nucleo familiare e non è reversibile.

E’ cumulabile con la pensione d’inabilità e con altre prestazioni spettanti per altre minorazioni civili ai ciechi e ai sordomuti.

E’ opportuno, comunque, data la particolare materia rivolgersi agli uffici del Patronato

Pubblicato in Italia

La Società italiana di geriatria e gerontologia (Sigg) e Datanalysis, ha condotto un’indagine su 1500 anziani con più di 75 anni,rilevando che 3 milioni di anziani sbagliano dosi e terapia perché non vedono bene, magari quante gocce versarsi, o non si ricordano.

Un errore che può capitare frequentemente, visto che tra gli intervistati, 6 su 10 soffrono di due o più malattie, e uno su tre di almeno una patologia.

Tanti i problemi. Scatole simili per forma e colore, gocce invisibili, nomi quasi uguali, pastiglie piccole che si possono confondere fra loro, bugiardini incomprensibili, blister con troppe pillole e non numerate.

Queste le principali insidie che mandano in confusione gli anziani quando devono prendere un farmaco, tanto che uno su due si trova in difficoltà con le terapie.

Il risultato è che circa la metà degli over 75, cioè 3 milioni (su una popolazione di 6 milioni), sbaglia dosi e terapia.

Cosa fare allora?

Secondo Giuseppe Paolisso, presidente della Società italiana di geriatria e gerontologia occorre “ avere a disposizione medicinali semplici da riconoscere, in confezioni facili da manipolare, con nomi chiari e foglietti illustrativi che non diano adito a dubbi: per tre milioni di over 75 invece le confezioni di pastiglie, gocce e compresse non sono adeguate alle proprie condizioni e impossibili da usare senza fare errori. Tutto questo può aumentare il rischio di effetti collaterali”

Un altro grande problema è la spesa per i farmaci.

Nonostante le campagne di sensibilizzazione fatte, solo il 30% dei 6 milioni di over 75enni conosce i generici, e circa 900mila li usa. Il resto si serve dei farmaci “griffati”, più costosi. La spesa media annuale del Servizio sanitario nazionale per gli anziani over65 è di 10 miliardi di euro l’anno, cioè circa 900 euro per ciascuno, di cui solo 1 miliardo è per i generici.

Poi il geriatra è sconosciuto alla maggioranza degli anziani: solo uno su tre si è rivolto allo specialista per un consulto. Il che fa sì che il 45% degli anziani assuma farmaci inappropriati, spesso per la gestione del colesterolo alto o per ridurre la coagulazione del sangue.

Insomma spesso, molto spesso gli anziani sono soli con se stessi e le loro insufficienze.

Pubblicato in Italia

Una delle informazioni utili eppure sconosciute è quella che le persone di età pari o superiore a 75 anni con reddito basso possono essere esentati dal pagamento dell’iniquo canone RAI.

Lo prevede l’art. 1, comma 132, legge 24 dicembre 2007, n.248.

Per avere diritto all'esenzione occorre:

- aver compiuto 75 anni di eta’ entro il termine di pagamento del canone;

- non convivere con altri soggetti diversi dal coniuge titolari di reddito proprio;

- possedere un reddito che unitamente a quello del proprio coniuge convivente, non sia superiore complessivamente ad euro 516,46 per tredici mensilita’ (euro 6.713,98 annui).

Per reddito si intende la somma:

• del reddito imponibile (al netto degli oneri deducibili) risultante dalla dichiarazione dei redditi presentata per l’anno precedente; per coloro che sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione, si assume a riferimento il reddito indicato nel modello CUD;

• dei redditi soggetti ad imposta sostitutiva o ritenuta a titolo di imposta, quali, ad esempio, gli interessi maturati su depositi bancari, postali, BOT, CCT e altri titoli di Stato, nonché i proventi di quote di investimenti;

• delle retribuzioni corrisposte da enti o organismi internazionali, rappresentanze diplomatiche e consolari e missioni, nonché quelle corrisposte dalla Santa Sede, dagli enti gestiti direttamente da essa e dagli enti centrali della Chiesa cattolica;

• dei redditi di fonte estera non tassati in Italia.

Viceversa, sono esclusi dal calcolo:

1) i redditi esenti da Irpef (ad esempio pensioni di guerra, rendite INAIL, pensioni erogate ad invalidi civili);

2) il reddito dell’abitazione principale e relative pertinenze;

3) i trattamenti di fine rapporto e relative anticipazioni

4) altri redditi assoggettati a tassazione separata.

NB.: Il requisito del reddito deve essere riferito all’anno precedente a quello per il quale si intende fruire dell’agevolazione.

La domanda di esenzione per il 2013 deve essere presentata utilizzando il modulo rinvenibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate

www.agenziaentrate.gov.it

oppure chiedendo via email al ns sito il Modulo tv 1

La domanda deve essere spedita tramite raccomandata al seguente indirizzo:

Agenzia delle Entrate

Direzione Provinciale I di Torino

Ufficio territoriale di Torino 1

Sportello S.A.T.

Casella postale 22

10121 - Torino (To)

oppure consegnata agli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate.

Per avere diritto all’esenzione annuale per l'anno 2013 e’ necessario aver compiuto 75 anni (o un età superiore) entro il 31/01/13.

Per avere diritto all’esenzione del secondo semestre del 2013 è necessario compiere i 75 anni di età entro il 31/07/13

L’Agenzia delle Entrate effettuerà i dovuti controlli per verificare le condizioni di età e di reddito.

La domanda di rimborso per gli anni 2008-2009-2010-2011-2012, nel caso in cui siano presenti i requisiti, dovrà’ essere effettuata tramite l’apposito modulo rinvenibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate

www.agenziaentrate.gov.it

oppure chiedendo via email al ns sito il Modulo tv2

La domanda deve essere spedita tramite raccomandata al seguente indirizzo:

Agenzia delle Entrate

Direzione Provinciale I di Torino

Ufficio territoriale di Torino 1

Sportello S.A.T.

Casella postale 22

10121 - Torino (To)

oppure consegnata agli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate.

 

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