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Imponente operazione antimafia della Dda di Catanzaro. Tra gli arrestati anche il sindaco Callipo, il comandante della Municipale di Vibo Nesci, l'avvocato Pittelli

Arresti eccellenti in tutto il Vibonese e non solo per l’operazione antimafia “Rinascita-Scott” dei carabinieri del Ros di Catanzaro e del comando provinciale di Vibo Valentia.

Sono in totale 416 gli indagati, 334 gli arrestati.

Fra i principali arrestati ci sono: il boss di Limbadi Luigi Mancuso, il comandante della Polizia municipale di Vibo Valentia Filippo Nesci (domiciliari), Pasquale Gallone di Nicotera, Francesco Gallone, pure lui di Nicotera, Orazio Lo Bianco di Vibo Valentia, l’imprenditore nel settore della ristorazione Gianfranco Ferrante di Vibo Valentia; Nicola Barba di Vibo Valentia, già coinvolto in operazione “Rimpiazzo”; l’imprenditore edile residente a San Calogero Antonio Prestia, Domenico Anello di Curinga, Agostino Redi di Limbadi, Emanuele La Malfa di Nicotera, Danilo Tripodi, impiegato del Tribunale di Vibo Valentia, Lello Tomeo di Nicotera, Salvatore Tulosai di Vibo Valentia, Vincenzo Mantella di Vibo, Leoluca Lo Bianco (detto “U Rozzu”, Michelino Scordamaglia, Salvatore Furlano, Domenico (Mommo) Macrì, Domenico e Giuseppe Camillò, Carmelo D’Andrea (alias “Coscia Agnejiu), Giovanni D’Andrea, Antonio Lopez, tutti di Vibo Valentia, Giovanni Giamborino di Piscopio, Antonino e Michelangelo Barbieri di Pannaconi di Cessaniti, il boss Antonio La Rosa di Tropea (alias “Ciondolino”), Francesco La Rosa di Tropea (alias “U Bimbu”), Antonio Scrugli, fruttivendolo di Vibo Valentia, gli imprenditori Francesco e Carmelita Isolabella di Pizzo Calabro, Daniele Pulitano di Pizzo, Luigi Vitrò, Caterina Pettinato.

Fra i destinatari della misura cautelare anche l’imprenditore nel settore abbigliamento (con negozio sul corso di Vibo Valentia) Mario Artusa.

Arrestato anche l’avvocato Giancarlo Pittelli del foro di Catanzaro e il sindaco di Pizzo Gianluca Callipo.

Fra le misure cautelari anche quella nei confronti dell’avvocato Francesco Stilo.

Altri arrestati sono: Salvatore Bonavota di Sant’Onfrio, Antonio Vacatello di Vibo Marina, Francesco e Gregorio Niglia di Briatico, Antonio Ierullo, Antonio Fuoco, Michele Lo Bianco (cl. ’48), detto “U Ciucciu” di Vibo Valentia, Domenico e Giuseppe Tomaino di Vibo Valentia, Domenico Cugliari di Sant’Onofrio (detto “Micu i Mela”), il figlio Giuseppe Cugliari di Sant’Onofrio, Francesco Vonazzo, Domenico Febbraro di Sant’Onofrio, Bruno Barba di Vibo Valentia, Franco Barba di Vibo Valentia, Graziella Silipigni di Pizzinni di Filandari (moglie del defunto Roberto Soriano, scomparso per “lupara bianca”), Rosetta Lopreiato di Pizzinni di Filandari (moglie del boss Leone Soriano), Loris Palmisano di Vibo Valentia, Giuseppe Palmisano di Vibo, Francesco Pugliese (detto Willy) di Vibo, Francesco Staropoli di Vibo Valentia, Vincenzo Renda, Antonio Pardea di Vibo, Marco Ferarro, Francesco Crudo, Alex Prestanicola.

Arrestati poi: il boss di Zungri Giuseppe Accorinti ed i suoi fratelli Ambrogio e Pietro Accorinti, Giovanni Franzè di Stefanaconi, Rosario Romano di Briatico, Agostino Papaianni di Coccorino di Joppolo, Orsola Ventrice di Sant’onofrio (cognata di Domenico Cugliari).

Agli arresti domiciliari: Domenico Anello di Curinga, Vittoria Artusa, detta Mirella, di Vibo, Francesco Bonavena di Pannaconi, Giulio Calabretta, Giuseppe Calabretta, Francesco Cirianni, Maria Teresa Cugliari, Giuseppe Cuomo, Vincenzo De Filippis di Vibo Valentia (ex assessore comunale di Vibo), Salvatore Delfino, Fabio De Gaetano, Nicola De Gaetano, Giuseppina De Luca, Daniela De Marco, Taneva Dimitrova, Matteo Famà, Rosa Figliano, Luigi Fortuna (cl. ’66), Antonio Fuoco, Ornella Galeano, Benedetta Giamborino di Piscopio, Rosa Giamborino di Piscopio, Pietro Giamborino di Piscopio, Salvatore Giamborino di Piscopio, Emanuela Gradia, Luigi Incarnato, Carmelita Isolabella, Giuseppe La Piana, Antonio La Tassa, Nazzareno La Tassa, Mirko Lagrotteria, Maria Carmelina Lo Bianco, l’attuale consigliere comunale di Vibo Valentia Alfredo Lo Bianco, Orazio Lo Bianco di Vibo, Salvatore Malara, Giuseppe Mandaradoni, Salvatore Mandaradoni, Vincenzo Mazzitelli, Francesca Mazzotta, Mariangela Mazzotta, Vincenzo Menniti, Vincenzo Millitari, Francesco Murmora, Antonella Naso, Domenico Ubaldo Naso, Gregorio Naso, Maria Teresa Naso, Francesco Naso, Filippo Nesci, comandante della Polizia Municipale di Vibo Valentia, Francesco Giuseppe Niglia di Briatico, Caterina Pettinato, Filippo Polistena di Vibo Valentia, Giovanna Profiti, Vincenzo Pugliese Carchedi di Vibo, Diana Pugliese, Tommaso Pugliese, Paola Rella, Angelo Restuccia, Pasqualina Rito, Francesco Ruffa, Giuseppe Salamò, Giuseppe Serratore, Rosa Serratore, Gaetano Staropoli, Michele Staropoli, Cristian Surace, Ilenia Tripolino, Francesco Valenti, Orsola Ventrice, Cristian Vallone, Olga Vallone, Concetta Vozza, Daniel Zinnà.

Pubblicato in Calabria

Coinvolto nel maxi-blitz “Rinascita-Scott” contro le cosche.

È il presidente di Anci Calabria, eletto primo cittadino di Pizzo per la seconda volta nel 2017.

Arrestato Gianluca Callipo, sindaco di Pizzo e presidente di Anci Calabria.

 

 

 

 

 

Il suo nome spicca tra gli arresti eccellenti eseguiti nell’ambito dell’operazione “Rinascita-Scott”, che ha disarticolato tutte le organizzazioni di ‘ndrangheta operanti nel Vibonese e facenti capo alla cosca Mancuso di Limbadi e al clan Lo Bianco-Barba.

Originario di Pizzo, 37 anni, l’11 giugno 2017 Callipo è stato eletto per la seconda volta sindaco, con il 62 per cento dei voti, a fronte del 57 per cento dei consensi registrati nel 2012, anno della sua prima elezione alla guida della nota cittadina vibonese, tra le principali località turistiche della Calabria.

Il 30 ottobre 2015 è stato eletto coordinatore nazionale di Anci Giovani ed esattamente due anni dopo, il 30 ottobre 2017, è stato eletto presidente di Anci Calabria, carica che ricopre tuttora. Membro dell’assemblea nazionale del Pd, Callipo è stato uno dei competitor alle primarie 2014 del centrosinistra per la scelta del candidato a presidente della Regione Calabria, poi vinte da Mario Oliverio.

Nel novembre del 2018 ha lasciato il Partito democratico per annunciare il suo sostegno alla candidatura alle Regionali di Mario Occhiuto.

19 Dicembre 2019 08:28

Pubblicato in Basso Tirreno

Un blitz della guardia di finanza è in corso negli uffici del Comune di Vibo Valentia

L’attività è stata disposta dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ed ha riguardato numerosi uffici dell’ente, ad eccezione di quelli Urbanistica e Ambiente

 

 

 

 

Non sono noti i motivi, ma davanti al palazzo comunale sono giunte alcune pattuglie delle Fiamme Gialle e i militari presidiano l’ingresso e gli uffici.

Diversi ufficiali che coordinano l’attività.

I militari erano sia in abiti civili che in divisa.

Le verifiche sono state compiute in diversi uffici.

Appare probabile che gli accertamenti si riferiscano alle precedenti amministrazioni di Palazzo Luigi Razza.

Sotto la lente del personale delle Fiamme Gialle e in particolare gli appalti, ma anche altre circostanze di natura amministrativa che abbracciano diversi settori tra i quali anche il Suap.

Il sindaco Maria Limardo si è messa a completa disposizione dei militari della guardia di finanza accompagnandoli nei vari uffici dell’ente.

Lo stesso primo cittadino si è detta tranquilla in ordine all’acquisizione degli atti amministrativi, evidenziando che l’esecutivo da lei guidato si è insediata da poco più di 100 giorni.

Pubblicato in Vibo Valentia

sequestroLA GUARDIA COSTIERA SEQUESTRA OPERE ABUSIVE

Nell’ambito dell’attività di contrasto all’abusivismo demaniale e ambientale, nell’area di competenza della Guardia Costiera di Vibo Valentia, è stata condotta una rilevante attività di polizia giudiziaria, frutto di una attenta azione investigativa avviata nei mesi scorsi, conclusasi con il sequestro di manufatti realizzati abusivamente lungo una delle località più suggestive della “Costa degli Dei”, precisamente in località Grotticelle del Comune di Ricadi (VV).

La suddetta attività ha portato a porre i sigilli ad un manufatto realizzato su base in cemento avente struttura in muratura con sovrastante manto in lastre in cemento ondulate e una tettoia per ombreggiatura con struttura in legno costituita da paletti e stuoie in cannucciata, il cui sequestro è stato convalidato dalla Autorità Giudiziaria.

I proprietari sono stati denunciati penalmente alla competente Procura della Repubblica di Vibo Valentia per i reati di cui all’art. 55 Cod. Nav. per aver realizzato nuove opere entro la zona dei trenta metri dal confine con il demanio, art. 31, 44 D.P.R. 380/2001 per aver realizzato le opere in assenza di permesso a costruire, art.181 D.lgs 42/2004, perché senza autorizzazione venivano eseguiti lavori su territorio costiero compreso nella fascia di profondità di 300 metri dalla linea di battigia.

L’intervento condotto dai militari della Guardia Costiera ha quindi consentito l’accertamento dell’ennesimo reato commesso ai danni dell’ambiente costiero, in totale spregio delle pertinenti norme vigenti, in un’area, tra l’altro, sottoposta al vincolo paesaggistico-ambientale.

Tale attività rappresenta un ulteriore epilogo di quella già effettuata lungo il litorale di Vibo Valentia e Tropea nei mesi passati, finalizzata alla tutela dell’ambiente costiero calabrese minacciato da condotte indiscriminate e senza scrupoli da parte dei ”nemici” dell’ambiente .

L’attività di tutela dell’ambiente da parte della Guardia Costiera, proseguirà senza soluzione di continuità al fine di salvaguardare e preservare lo stesso garantendone la fruibilità per la collettività

Pubblicato in Calabria

La Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, ha chiesto al gup distrettuale il rinvio a giudizio nei confronti di due preti del Vibonese

Vibo valentia. Graziano Maccarone, 41 anni è il segretario particolare del vescovo di Mileto, mentre Nicola De Luca, 40 anni, di Rombiolo, è reggente della Chiesa Madonna del Rosario di Tropea.

Per entrambi è stato chiesto il rinvio a giudizio per il reato di tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose.

Maccarone inoltre, è anche accusato di aver inviato in due mesi oltre tremila messaggi a sfondo sessuale alla figlia, disabile, del debitore evocando poi l’intervento del clan Mancuso della ‘ndrangheta in caso di mancata restituzione del denaro.

Secondo l’accusa avrebbero costretto, con violenza o minaccia, una persona del Vibonese alla quale avevano prestato del denaro a restituire loro quasi novemila euro. Le contestazioni coprono un arco temporale che va da dicembre 2012 a marzo 2013.

I fatti oggetto dell’inchiesta

Le indagini condotte dalla squadra mobile di Vibo valentia e coordinate dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e dal pm della Dda Annamaria Frustaci, sono partite nel 2012.

I due sacerdoti sono accusati di avere minacciato un uomo al quale, in precedenza, avevano prestato 2.500 euro De Luca e 6.700 Maccarone.

Somma che doveva servire a compensare un debito contratto dall’uomo e da una sua figlia con una terza persona.

Per evitare il pignoramento dei beni della figlia, l’uomo si era quindi rivolto ai sacerdoti.

Mentre avveniva questo Maccarone, secondo l’accusa, avrebbe iniziato ad inviare messaggi a sfondo sessuale alla figlia maggiorenne dell’uomo invalida al 100% per una disabilità.

In breve tempo, il prete avrebbe avuto oltre tremila contatti telefonici, prevalentemente messaggi a sfondo sessuale, facendosi inviare foto compromettenti e facendosi recapitare indumenti intimi dalla ragazza.

In un’occasione, il sacerdote aveva anche invitato la ragazza in un albergo di Pizzo ma l’incontro non ebbe poi luogo.

Successivamente, tra il dicembre 2012 ed il gennaio 2013, secondo quanto emerso dalle indagini, Maccarone avrebbe cambiato radicalmente atteggiamento, chiedendo al debitore l’immediata restituzione delle somme di denaro per sé e per don De Luca.

Il sacerdote invitò anche il debitore in uno studio legale per chiarire quanto accaduto con la figlia ed invitando anche la ragazza alla quale, il sacerdote dicendole che aveva salvato tutti i messaggi e le foto che lei gli aveva mandato.

Il prete e i suoi “cugini di Nicotera”

In un successivo incontro tra i due preti ed il debitore, don Maccarone fece riferimento ai suoi “cugini di Nicotera” evocando così, secondo l’accusa, la propria vicinanza alla famiglia di ‘ndrangheta dei Mancuso.

Alla successiva richiesta dell’uomo di avere, prima di adempiere al pagamento, una copia della liberatoria firmata dal creditore originario, don Maccarone avrebbe affermato, mentendo, di non avere alcuna ricevuta mentre invece era in possesso di una scrittura privata.

Quindi Maccarone, nel corso di un incontro, avrebbe specificato che “il cugino mio è Luigi, il capo dei capi”. Successivamente, secondo l’accusa, ha contattato un cugino di Nicotera ritenuto legato al boss Pantaleone Mancuso detto “Scarpuni” facendo poi arrivare, tramite De Luca, il messaggio al debitore di stare attento “che avrebbe fatto una brutta fine”.

Infine, sempre Maccarone, avrebbe detto all’altro sacerdote di farsi da parte perché sarebbero intervenuti i suoi cugini e avrebbe recuperato il denaro per “vie traverse”.

L’udienza davanti al gup che dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio è stata fissata per il 3 ottobre prossimo.

QuiCosenza Mag 31, 2019Calabria

guardia costieraProsegue l’attività di contrasto e repressione degli abusi edilizi commessi lungo la costa vibonese.

Nell’ambito di specifica attività diretta a contrastare il fenomeno dell’abusivismo costiero il personale della Guardia Costiera di Vibo Valentia ha effettuato numerosi controlli nella frazione di Vibo Marina; da tali controlli è stato accertato che su alcuni immobili erano in corso lavori di manutenzione straordinaria senza le necessarie autorizzazioni previste in materia di demanio marittimo; dalla analisi della documentazione i militari della Guardia Costiera hanno altresì appurato che tali opere erano state edificate in violazione della normativa urbanistica.

I committenti dei lavori, venivano quindi denunciati a piede libero alla competente Procura della Repubblica di Vibo Valentia perrealizzazione di strutture in assenza del permesso di costruire in zone sottoposte a vincolo paesaggistico; gli immobili interessati dai lavori sono stati posti sotto sequestro penale.

L’attività della Guardia Costiera mirata al contrasto dell’abusivismo indiscriminato lungo la costa del Circondario Marittimo di Vibo Valentia continuerà senza sosta al fine prevenire e tutelare la fascia costiera, garantendo nel contempo una migliore fruibilità del demanio marittimo da parte della collettività.

Pubblicato in Calabria

IMMAGINE 2Prosegue incessante l’attività di controllo a tutela del demanio marittimo e dell’ambiente marino costiero, effettuata dai militari della Guardia Costiera di Vibo Valentia.

In particolare nella giornata di ieri, due pattuglie impegnate in attività di controllo sull’abusivismo edilizio e demaniale, hanno esperito apposito controllo presso un immobile ubicato nelle immediate vicinanze dell’ambito portuale di Vibo Valentia e come tale area di pregio paesaggistico.

Dall’esito di approfondimenti investigativi, gli uomini della Guardia Costiera hanno accertato che l’immobile ricadeva interamente su proprietà privata, ma i lavori erano in corso di esecuzione senza che il proprietario avesse ottenuto le autorizzazioni previste in materia urbanistica e demaniale marittima.

Il responsabile, veniva, quindi, denunciato a piede libero alla competente Procura della Repubblica di Vibo Valentia per la violazione del Codice della Navigazione (artt. 55 ed 1161) e del Testo Unico in Materia Edilizia ( artt. 31 e 44) e l’intera area oggetto di ampliamento con relativa scala in cemento armato posta sotto sequestro penale.

Pubblicato in Calabria

Catanzaro - Sergio Abramo e Salvatore Solano, entrambi del centrodestra, sono i nuovi presidenti delle Province di Catanzaro e di Vibo Valentia.

Abramo, che è anche il sindaco del capoluogo della Calabria, era sostenuto dalle liste "Centrodestra per la Provincia", "Destra civica" e "La Provincia ci lega", espressione di Forza Italia, della Lega e di Fratelli d'Italia.

Ha battuto per una manciata di voti Ernesto Alecci, sindaco di Soverato, candidato del Partito democratico e di "Area civica" (46.800 voti a 46.400).

Salvatore Solano, sindaco di Stefanaconi, é stato sostenuto da Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia, Movimento nazionale sovranista e dal gruppo "Vibo Unica".

Distaccato lo sfidante, Antonino Schinella, in quota Pd, sindaco di Arena.

Abramo subentra alla presidenza della Provincia di Catanzaro ad Enzo Bruno, del centrosinistra.

Presidente uscente della Provincia di Vibo Valentia era Andrea Niglia, sindaco di Briatico, Comune sciolto la scorsa primavera per presunte infiltrazioni mafiose

Pubblicato in Calabria

Detenzione di droga ai fini di spaccio.

Questa l’accusa per la quale i carabinieri (Radiomobile della Compagnia di Serra e militari dell'Arma della Stazione di Vazzano) hanno arrestato in autostrada Salvatore Emmanuele, 24 anni, di Gerocarne, già noto alle forze dell’ordine, e Rosa Inzillo, 33 anni.

Nell’auto con a bordo i due giovani i militari dell’Arma, al termine di una perquisizione, hanno rinvenuto della sostanza stupefacente e da qui l’arresto.

Più in particolare, 80 grammi di marijuana e quattro panetti di hashish per complessivi 750 grammi.

I due arrestati sono stati posti ai domiciliari in attesa della convalida in Tribunale a Vibo e della direttissima. Sono difesi dall'avvocato Pamela Tassone.

Ad insospettire i carabinieri è stata una manovra repentina dell'auto guidata da Salvatore Emmanuele nei pressi dello svincolo autostradale delle Serre.

Sono stati quindi inseguiti e bloccati in autostrada dalla Radiomobile a cui si sono poi aggiunti i carabinieri della Stazione di Vazzano.

Nei confronti di Salvatore Emmanuele pende una richiesta di rinvio a giudizio (inchiesta “Black Widows”) avanzata dal pm della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci (che ha applicato a tale inchiesta pure il pm della Procura di Vibo, Filomena Aliberti) con l’accusa di aver concorso ad ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa di un’autovettura Fiat Punto (in ragione dell’assenza del numero di telaio), rinvenuta e sequestrata in data 23 gennaio 2018.

Il tutto con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di mettere a segno il progetto omicidiario in danno di Giovanni Nesci.

Pubblicato in Vibo Valentia

editoria DantedesignerDall’apertura delle prime filiali alla trasformazione in un vero e proprio network di riferimento, passando per la gestione di attività di marketing operativo su tutto il territorio nazionale. È questa la strada percorsa dal Gruppo Pubbliemme che, in tutti questi anni di attività, ha saputo reinventarsi e adattarsi ai profondi cambiamenti del mercato.

Con riferimento alle testate giornalistiche di proprietà del Gruppo, sono stati da poco predisposti i nuovi assetti editoriali relativi al 2017. Il nuovo organigramma è stato illustrato mediante una presentazione condotta dai vertici aziendali in occasione di una riunione dell’intero personale. A presiedere all’intero evento Domenico Maduli e Maria Grazia Falduto, rispettivamente Presidente del Gruppo e Direttrice generale. Le direzioni giornalistiche sono state così predisposte: Pietro Comito a capo della testata giornalistica televisiva, Pasquale Motta alla testata web LaCnews24.it e Stefano Mandarano alla direzione de ilvibonese.it.

Oltre ad occuparsi della gestione dell’area amministrativa di Pubbliemme, Maria Grazia Falduto offre da anni la propria professionalità come Dottoressa Commercialista presso Vibo Valentia. In qualità di Direttrice generale di LaC e LaCtv – come già anticipato - ha contribuito alla crescita dell’emittente calabrese, un progetto televisivo giovane e dinamico che ha l’obiettivo di affermarsi come nuova realtà comunicativa, fatta di informazione in tempo reale, inchieste ed approfondimento.

Le stesse intenzioni del management di Pubbliemme risultano su questa stessa lunghezza d’onda nel senso che puntano a radicarsi come network della comunicazione. Questo perché la sfida dell’informazione contemporanea si contraddistingue sempre più come mix di una serie di strumenti della comunicazione stessa. È proprio per questa ragione che la sfida creatasi all’interno del mercato dell’informazione si gioca oramai sulla capacità di proporre modelli innovativi. Da qui l’esigenza di adattare gli organigrammi al raggiungimento di precisi obiettivi aziendali. Per i vertici di Pubbliemme sarà proprio il 2017 a rappresentare l’anno di svolta per il consolidamento dei network presente nei piani dell’azienda. Ecco perché tutte le posizioni al comando del network saranno sottoposte a verifiche al 30 Giugno 2017 proprio sulla base degli obiettivi prefissati ed in relazione alle ultime strategie da portare a compimento.

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