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san lucidoIl caso di San Lucido, zona rossa dal 17 marzo, è stato oggetto di un approfondimento de “Il Fatto Quotidiano”. I contagiati sono 52.

Il Fatto Quotidiano questa mattina ha dedicato un lungo approfondimento al comune di San Lucido, zona rossa ormai da un mese. Nell’inchiesta firmata da Selvaggia Lucarelli vengono messi in evidenza i paradossi che hanno accompagnato il paese dai 6 contagiati del 17 marzo ai 52 attuali.

Fonte e approfondimenti su CosenzaChannel.it

Pubblicato in Primo Piano

Si è finalmente conclusa la drammatica storia degli abusi commessi dal prete su una bambina di 12 anni

Non voleva più che il prete la molestasse, così ha registrato con il telefonino gli incontri tenuti col sacerdote nella canonica della parrocchia raccogliendo elementi rilevanti che hanno portato all’arresto dell’uomo.

 

 

 

 

Ha fatto tutto da sola la bambina di 12 anni vittima degli abusi del prete don Michele Mottola, parroco a Trentola Ducenta (Caserta) fino al maggio di quest’anno, poi sospeso dalla diocesi di Aversa.

Nei suoi confronti è stato avviato un processo canonico concluso finalmente con l’arresto del prete.

La Polizia di Stato ha infatti arrestato, su ordine del Gip del Tribunale di Napoli Nord, don Michele Mottola della parrocchia di Trentola Ducenta per abusi su una minore di 12 anni che frequentava la chiesa.

Era stata la Diocesi di Aversa a inviare la prima segnalazione alla Procura guidata da Francesco Greco sui presunti abusi commessi dal prete, che nel maggio scorso era stato sospeso dal servizio.

«Lasciami stare, non mi devi più toccare», è una delle frasi emblematiche che la piccola ha registrato mentre parlava con il prete; «è solo un gioco, non facciamo niente di male» sono le altre significative parole pronunciate invece dal sacerdote e finite nelle registrazioni consegnate dai genitori della bimba nel maggio scorso ai poliziotti del Commissariato di Aversa e fatte ascoltare alla diocesi, che ha subito sospeso don Michele dal servizio, informando la Procura di Napoli Nord. Nel frattempo gli investigatori della Polizia di Stato guidati da Vincenzo Gallozzi hanno raccolto anche delle testimonianze.

Il cerchio sulla ricostruzione della vicenda si è chiuso con l’incidente probatorio che ha messo vittima e carnefice uno di fronte all’altro; la coraggiosa bambina ha confermato che gli abusi andavano avanti da tempo, mentre don Michele si è difeso dicendo che la minore stava farneticando.

Intanto i genitori della bimba si sono rivolti al programma tv “Le Iene” perché la vicenda venisse fuori in tutta la sua drammaticità.

Pubblicato in Italia

Il religioso, già finito nei guai per avere palpeggiato una ragazza.

Ora è stato sospeso dal vescovo di Albenga.

Dalla cocaina non si salvano nemmeno i preti!

Un prete vittima di una overdose di cocaina durante una gita a Cremona con i ragazzi dell’istituto Don Bosco di Alassio (Savona).

 

 

 

 

 

Il fatto è accaduto a giugno, ma è trapelato solo nelle scorse ore.

Il prete dopo il malore era stato soccorso dai ragazzi di cui era responsabile.

Trasferito in ospedale, il sacerdote è stato poi interrogato dagli agenti della squadra Mobile di Imperia che dopo avere appurato che aveva fatto uso di droga lo hanno segnalato alla prefettura per possesso di stupefacenti per uso personale.

Il religioso proprio in questi giorni sta iniziando un percorso rieducativo con il personale del Nucleo Operativo Tossicodipendenze.

Il parroco, come riporta il quotidiano il Secolo XIX che stamane ha anticipato la notizia, già parroco nell’entroterra di Diano Marina, era già assurto agli onori della cronaca qualche anno fa perché a Loano aveva palpeggiato una ragazza incontrata per strada.

Sulla vicenda è intervenuto il vescovo di Albenga Imperia, monsignor Guglielmo Borghetti che ha sospeso il sacerdote sollevandolo da ogni incarico, anche quello di docente di musica.

Il prete ha iniziato un percorso riabilitativo: presto andrà in una delle strutture di recupero per sacerdoti operanti in Italia.

Pubblicato in Italia

Ieri è stata portata via la Fiat Panda di don Piero Furci, parroco della “Sacra Famiglia” di Vibo e della chiesa di Triparni.

Sacerdote celebra la messa e nel frattempo gli rubano l’auto

Non si arrabbi don Piero Furci ma istintivamente ci è venuto in mente il detto “Parigi val bene una messa”

E lo abbiamo cambiato in “Una messa va bene una panda”

Ed abbiamo anche pensato che il ladro stava tranquillo perché ben sapeva che il parroco non poteva certo lasciare l’altare per salvare l’auto, intento, come era, semmai a salvare le anime

Il furto è avvenuto ieri intorno alle ore 19 mentre il sacerdote celebrava la messa.

L’auto – una Fiat Panda – era stata parcheggiata all’interno di una recinzione vicino al suo garage. Don Piero Furci è anche parroco della chiesa di Triparni e responsabile pastorale sociale e del lavoro.

Dopo il furto, il sacerdote ha presentato denuncia ai carabinieri che hanno avviato le indagini.

E mi raccomando non cominciate a pensare “Questa è la Calabria”

Due mesi fa, infatti in Piemonte,. nella chiesa parrocchiale di Castiglione Tinella, un ladro ha rubato il portafoglio, compreso il bancomat, ad un prete mentre diceva la messa!

Pubblicato in Vibo Valentia

Il sacerdo te avrebbe avvicinato la ragazza, l’avrebbe accarezza ta più volte, stringendo la contro un finestrino e provocando le alcune abrasioni al volto.

 

 

Il bus universitario viaggiava in direzione Rende.

A bordo un sacerdote del Cosentino.

A bordo anche una studentessa fuori sede, diretta a casa di un’amica.

Il sacerdote avrebbe avvicinato la ragazza, l’avrebbe accarezzata più volte, stringendola contro un finestrino e provocandole alcune abrasioni al volto.

Poi la ragazza sarebbe riuscita ad allontanarsi da quella situazione alla fermata del mezzo, con conseguente apertura delle porte e corsa dai carabinieri per denunciare l’episodio, ancora sotto choc.

Una ricostruzione che è costata cara al sacerdote.

La Corte di appello di Catanzaro ha inflitto un anno e due mesi, confermando la condanna già disposta in primo grado nei suoi confronti.

La pena è stata richiesta dal pg mentre la difesa del prete è riuscita ad ottenere la derubricazione del reato più grave di tentata violenza sessuale in tentati atti di libidine.

Il legale del sacerdote, che si dichiara innocente, intende – una volta ottenute le motivazioni della Corte di appello – portare la questione dinnanzi ai giudici della Suprema Corte di Cassazione, proponendo ricorso.

Pubblicato in Cosenza

Un giovane sacerdote avrebbe abusato di 17 ragazzini, tutti minori di 14 anni, nel periodo in cui ha svolto il suo mandato di parroco tra il 2007 e il 2010.

Ad indagare i PM Alfredo Cianfarini, Emanuela Costa e Giovanni Bombardieri.

Una indagine aperta 3 anni fa, iniziata per le confidenze di alcuni minori ai propri genitori.

E proprio 3 anni fa lì’11 dicembre 2010 il sacerdote è improvvisamente sparito e si dice che sia in una parrocchia del centro Italia.

Ora l’indagine è stata chiusa. E l'avviso di conclusioni delle indagini che è stato notificato ai legali difensori dell'ex parroco, gli avvocati Aldo Truncè e Silvano Cavarretta che hanno già depositato una dettagliata memoria difensiva.

Il sacerdote si chiama don Roberto Mastro, ex prete di Belcastro.

Don Roberto Mastro fu nominato presbitero della parrocchia di San Michele Arcangelo in Belcastro dall’arcivescovo della Diocesi di Crotone Santa Severina, Domenico Graziani, il 1 ottobre 2007.

Don Roberto ha fondato un gruppo scout, ha favorito la formazione di una Confraternita della Misericordia gemellata con quella di Isola Capo Rizzuto e ha aperto un sito web informativo sulle attività della chiesa locale.

Belcastro è un piccolo paesino di circa 1000 abitanti al confine tra Catanzaro e Crotone.

Un pool di periti non catanzaresi ha dichiarato attendibili i racconti dei minori che avrebbero confermato di aver avuto "rapporti di natura sessuale" con il parroco.

Soltanto uno dei ragazzini avrebbe negato categoricamente il resoconto dei compagni m senza essere creduto né dai PP.MM. né dal GIP Tiziana Macrì.

Pubblicato in Catanzaro
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