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Tutti si sono sgolati a dichiarare che l’ondata di migranti si era ridotta, quasi che stesse finendo..

Ed anche che gli accordi fatti con il “governo” libico era alla base di questa riduzione di migranti.

Ma non era vero.

Ora sono cambiante le cose.

Siamo in vista delle elezioni ed occorre pagare preventivamente il conto.

Diversamente niente voti.

A chi?

Fate voi.

Ed infatti ecco massicci arrivi, uno dopo l’altro.

In Calabria, ovviamente.

In Sicilia si vota!

Oltre 760 persone portate dalla nave Diciotti della Marina Militare al porto di Reggio Calabria.

Nuova ondata di sbarchi, a Reggio in arrivo 764 persone.

Nei giorni scorsi circa 400 migranti.

Vengono dal Pakistan, Somalia, Eritrea, Nigeria, Sudan, Libia, Bangladesh, Ciad, Guinea, Algeria, Egitto, Mali, Costa d’Avorio, Nepal, Marocco, Ghana, Camerun, Kenia, Niger, Senegal, Sierra Leone, Etiopia, Sri Lanka, Iemen, Siria, Giordania e Libano( e scusate se ne ho dimenticato qualcuno).

Un gruppo di 48 persone giunto a bordo di una piccola barca di legno è stato invece scoperto su una spiaggia a Palmi

È già arrivata nel porto di Vibo Valentia Marina la nave inglese 'Acquarius' con a bordo 588 migranti, tra cui una quindicina di donne in gravidanza, soccorsi nei giorni scorsi lungo il Canale di Sicilia.

Anche la Guardia costiera libica è stata protagonista di operazioni di soccorso in mare: nei giorni scorsi circa 400 migranti sono stati recuperati.

Proprio le partenze dalla Libia fa suonare un campanello d'allarme.

Per chi suona la campana?

Ma per l’Italia, s’intende!

Quella Italia che produce e vende armi, che alimentano le guerre, che creano invivibilità e quindi fughe.

Mah!

E poi l'Italia  non è mica degli Italiani!

Pubblicato in Mondo

La leggenda metropolitana dei migranti risorse fondamentali per pagare le pensioni a noi italiani si tramanda di bocca in bocca, dal presidente Inps Tito alla Boldrini, alla Kyenge, ai buonisti disinformati, ai propagandisti dello ius soli.

Boeri, presidente dell’Inps, si è espresso nuovamente parlando di “pensionati che hanno un disperato bisogno di migranti”.

Ma a smentire questa balla ci pensa numeri alla mano Gian Carlo Blangiardo, demografo e professore all’Università Bicocca di Milano, che non è la prima volta che invita a farsi due conti prima di parlare a vanvera: “Questo discorso potrebbe economicamente avere un senso, solo immaginando che gli immigrati alla fine mollino tutto e se ne vadano via, lasciandoci i contributi in via definitiva.

Ma non è così”. Ovviamente.

Lo leggiamo sul Giornale.

Questo il ragionamento: «Nel nostro sistema pensionistico, quando paghi hai dei diritti e un giorno dovrai ricevere ciò che hai versato», spiega il professore Blangiardo.

“Nel bilancio complessivo c’è sempre questa brutta tendenza a considerare i versamenti previdenziali come se fossero lasciati in via definitiva al bilancio statale o comunque dell’ Inps.

Non è affatto così”.

Insomma, affinché l’asserzione di Boeri fosse vera, gli immigrati dovrebbero lasciare l’Italia una volta giunti alla soglia della pensione, rinunciando al trattamento previdenziale.

Chi può credere a questo?

“Se vanno via, le norme sono tali per cui avranno diritto a riceverlo, ovunque siano andati.

E comunque, non se ne vanno: non c’è nessuna evidenza empirica di soggetti che tornano a casa una volta diventati anziani”.

Il conto economico sarà, nella migliore delle ipotesi in pareggio.

Lo stesso discorso aveva fatto Elsa Fornero, qualche mese fa, sbugiardando Bordini e

compagnia: «È vero che i migranti danno un contributo positivo ai conti del nostro sistema previdenziale.

Questo perché quando lavorano pagano i contributi.

Ma è vero che allo stesso tempo maturano dei diritti, una sorta di libretto di risparmi che gli permetterà di avere dei diritti pensionistici, che noi come paese dovremo onorare» .

Purtroppo i benpensanti, i garantiti e gli assistiti non leggono, non si informano, non si interrogano sul futuro, ma vivono sugli slogan del momento: “Nell’arco di dieci anni, circa 2 milioni di stranieri diventeranno italiani- spiega il prof al Giornale- .

Non possiamo pensare che questa gente a un certo punto e ne vada lasciando ci i contributi ” .

Il ragionamento è cristallino. “Se togliamo di mezzo il contributo previdenziale” conclude il

professore, “e non lo consideriamo come un regalo, ma semplicemente come un prestito, come deve essere, allora la differenza tra quanto danno e quanto ricevono è negativa.

Ricevono non tantissimo, ma un po’ di più rispetto a quello che danno.

Questo è un dato di fatto.

Il prestito che loro ci fanno è utile dal punto di vista della cassa, cioè per pagare le pensioni oggi.

Ma i conti torneranno quando sarà il momento a nostra volta di pagare le loro di pensioni”.

Pubblicato in Italia

Riceviamo e pubblichiamo:

Dal sito di Gefira - l’organizzazione che per prima ha mostrato attraverso la piattaforma Marine Traffic la frequenza con la quale le navi delle Ong entrano fin nelle acque libiche per raccogliere i migranti - una densa intervista a Gianadrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa ed autorevole esperto di questioni strategiche e militari.

Gaiani parla senza reticenze della "stretta" del governo italiano sulle ONG e sulla questione migranti come di un tentativo di rassicurare gli italiani in fuga verso la destra, senza però voler fermare veramente gli sbarchi e rinunciare al business dei migranti e all'illusorio bacino di voti che arriverebbe dallo ius soli. La situazione in realtà sfugge al controllo, con i nostri partner europei definiti da Gaiani "i nostri peggiori nemici in Libia", e lo scenario che si prospetta sarà uno shock per gli europei occidentali imbottiti di multiculturalismo. L'unica speranza, dice Gaiani, è che Visegrad resista anche per noi.

Gianandrea Gaiani intervistato da Daniel Moscardi di Gefira, 23 Ottobre 2017

Gianandrea Gaiani è il direttore della autorevole rassegna online analisidifesa.it ed esperto sull'immigrazione. Collabora regolarmente con diversi giornali italiani ed è spesso presente su numerosi canali televisivi a proposito di immigrazione e sicurezza. È anche l'autore (insieme a Giancarlo Blangiardo e Giuseppe Valditara) del libro uscito di recente Immigrazione, tutto quello che dovremmo sapere.

Gefira ha ottenuto da Gianandrea Gaiani un'intervista esclusiva sulle sue opinioni circa gli ultimi sviluppi degli arrivi da Libia e Tunisia e sull'attuale approccio del governo italiano. Esplicito e tutt'altro che politicamente corretto, Gaiani coglie esattamente il punto del recente cambiamento di politica del governo italiano sul codice di condotta delle ONG, nonché sui risultati dell'Italia e sui cosiddetti "partner" in Libia.

GE - Che cosa ha causato la svolta della scorsa estate del governo italiano nel suo approccio verso le ONG e gli arrivi dalla Libia in generale?

GG - La risposta è abbastanza semplice. Il disastro del Partito Democratico, leader dell'attuale governo, alle elezioni amministrative di giugno, ha fatto scattare l'allarme, mostrando chiaramente che quando si tratta di immigrazione, molti elettori di centro-sinistra si orientano chiaramente a destra. Un rapido cambio di direzione era fortemente necessario, con l'ovvio intento di rassicurare gli italiani, sconcertati e allarmati, sul fatto che il governo è in grado di controllare la situazione.

GE - I numeri mostrano che gli arrivi sono diminuiti in misura significativa, ma niente di più. Siamo ancora molto lontani dai numeri pre-2011.

GG - Questo perché il governo, dall'altro lato, deve continuare a mostrarsi compiacente verso l'industria dell'immigrazione. È una rete che guadagna - e prospera - sui nuovi arrivati e questa galassia di organizzazioni NON è felice se gli arrivi si fermano completamente. E anche i loro voti sono fortemente necessari al governo attuale.

GE - Una rete costituita da chi?

GG - ONG, cooperative pro-migranti, tutti gli affari che ruotano intorno ai migranti e ultima, ma certamente non meno importante, l'onnipresente Caritas e le altre organizzazioni della Chiesa cattolica. Stiamo parlando di una torta enorme fatta di miliardi di euro e tutti ne vogliono una fetta.

GE - Qual è la situazione attuale in Libia?

GG - A settembre la città costiera di Sabratha è stata teatro di guerra tra diverse milizie per circa due settimane. Sui media mainstream non se ne è quasi parlato, ma abbiamo segnalazioni che i due gruppi che ora hanno il controllo della città hanno ricevuto "consulenze" da unità dell'esercito francese. Le due milizie sono Ghorfat Amaliyet e la Brigata Wadi, e si oppongono ai gruppi militari che operavano per conto di Al-Sarraj, che aveva attuato una partnership di cooperazione con l'Italia. L'Italia si era impegnata in un aiuto finanziario ai villaggi e ai comuni della zona sotto il controllo di Al-Sarraj, ma non in aiuti militari a gruppi armati di alcun tipo.

Secondo quanto riferito, dopo aver ottenuto il pieno controllo della città, le milizie hanno scoperto circa 7.000 migranti rinchiusi in vari edifici in tutta la città. Non è chiaro se le milizie ora al potere li lasceranno uscire dalla Libia verso l'Italia o li trasferiranno da qualche altra parte. Il problema è, a mio parere, che ci sono di mezzo i francesi e gli inglesi, in operazioni come queste.

GE - Cosa intendi con questo?

GG - Quello che voglio dire è che i francesi e gli inglesi sono ufficialmente i nostri "partner", ma in realtà stanno agendo in modo decisamente contrario agli interessi italiani in Libia. In effetti, lasciatemi dire abbastanza apertamente, Francia e Regno Unito sono attualmente i nostri peggiori nemici in Libia.

GE - Perché?

GG - Semplicemente continueranno ad operare, in modo più o meno segreto, per assicurarsi che l'Italia non abbia un ruolo guida in Libia. E' molto semplice. Dopo tutto, il Regno Unito, la Francia e gli Stati Uniti sapevano benissimo che la rimozione di Qaddafi nel 2011 era un colpo diretto ai numerosi interessi dell'Italia in Libia, dato il rafforzamento del governo italiano sotto Berlusconi.

GE - Quale coincidenza, aggiungeremmo, i recenti articoli tendenziosi di Le Monde e del Financial Times, che mostrano tutta questa "preoccupazione umanitaria" sulle condizioni dei migranti in Libia, ora "tenuti a bada" da (presumibilmente) milizie pagate dagli italiani ...

GG - Siamo pragmatici. In una situazione come quella in Libia adesso, o si inviano truppe, cosa che vedo piuttosto improbabile, o semplicemente si negozia con coloro che sono al comando, indipendentemente da chi siano. Se quelli al comando non sono esattamente i paladini dei diritti umani, così sia. Questo è ciò che dovrebbe fare a qualsiasi paese sovrano preoccupato delle sue frontiere. Non appena l'Italia cerca di riacquistare (un po') il controllo della situazione, nello spazio di una notte critici pieni di zelo - e di ipocrisia - esprimono le loro preoccupazioni per le "vergognose condizioni" dei migranti in Libia, pronti a puntare il dito sul colpevole, l'Italia.

GE - Può dirci qualcosa di più sul recente accordo firmato tra l'Italia e il Niger?

GG - Il Niger - uno dei paesi più poveri al mondo - ha chiesto all'Italia un aiuto logistico per essere più efficace nel pattugliare i propri confini e riuscire a ridurre il flusso dei sub-sahariani verso la Libia. È certamente una mossa positiva, ma difficilmente può fare una differenza sostanziale.

GE - Perché?

GG - Perché l'unica mossa efficace per fare davvero la differenza e ridurre significativamente gli arrivi è riportarli al punto di partenza. Se dovessero pagare ancora di più per rimettersi in mare verso l'Italia, con il rischio di essere deportati di nuovo, comincerebbero a pensare: "ma ne vale veramente la pena"?

GE - Come si fa a fare questo?

GG - Considerato il fatto incontrovertibile che quasi il 100% di quelli che sbarcano in Italia sono stranieri illegali, poiché NON scappano dalle guerre e dalle persecuzioni politiche, la Convenzione di Ginevra afferma chiaramente che NESSUN paese ha il dovere o l'obbligo di accogliere e dare assistenza agli immigrati che pagano delle organizzazioni criminali per attraversare diverse frontiere. Ora, è un dovere e un obbligo salvare gli esseri umani che si trovano in una situazione di pericolo in mare. Questo è il diritto marittimo e la Marina Militare italiana da sola è perfettamente in grado di adempiere a quel compito, senza alcuna farsa di «aiuto umanitario» da parte di queste ONG che sono lì per adempiere all'agenda "di qualcun altro", certamente non in nome del popolo italiano.

Ma, una volta salvate in mare, queste persone devono essere riportate al paese di partenza. Ora, questo può essere fatto nel modo più semplice e sicuro possibile. Se le condizioni dei "migranti" in quel paese di partenza non sono ottimali per i diritti umani o per il loro comfort, in questo caso abbiamo uno strumento efficace per frenare questa tendenza. La gente comincerà a tornare a casa, soprattutto dato che la maggior parte di loro non sono affatto poveri - per gli standard africani - e che nessuno a casa loro li minaccia.

GE - L'ultima domanda - in considerazione del dibattito in corso in Italia - riguarda la legge dello Ius Soli, cioè la legge che concederebbe la cittadinanza breve a molti nuovi immigrati.

GG: Sarà il colpo finale alla nostra società come la conosciamo oggi. Coloro che sono favorevoli a questa legge stanno abbastanza attenti a non menzionare la situazione allarmante dei paesi dell'Europa occidentale. Non dicono al pubblico che dalla Francia alla Svezia, per non parlare di altri paesi, ci sono aree, le cosiddette zone inaccessibili, che sono praticamente off limits per le forze dell'ordine, in quanto le comunità musulmane hanno dichiarato quelle aree sotto il loro controllo. In Italia ancora non ci sono. Ormai tutti sanno che la sinistra in Italia sta spingendo forte per l'approvazione di questa legge, perché pensano che, una volta naturalizzato, un immigrato voterà per quei partiti che gli hanno dato la cittadinanza. Ma con queste speranze si dimostrano ingenui, e anche stupidi.

GE - Perché dice questo?

GG - Perché, non appena diventeranno cittadini, formeranno un partito islamico, con tutte le relative conseguenze. Ora un cittadino straniero sospettato di legami o simpatie per i gruppi terroristici può essere espulso dall'Italia, anche se risiede qui legalmente. Quando diventano cittadini italiani dove saranno espulsi? Il punto centrale del problema sta nel massiccio lavaggio del cervello a cui siamo stati sottoposti in Europa occidentale sulle "società multiculturali". I musulmani non sono affatto interessati al "multiculturalismo". Vogliono il loro modello, i loro valori, in breve che la loro società prevalga e si imponga sulle altre. Quando l'italiano medio se ne renderà conto, sarà troppo tardi.

GE - Qualche messaggio di speranza alla fine di questa intervista?

GG - Spero nei paesi della Mitteleuropa, come l'Ungheria, la Slovacchia, la Repubblica ceca e ora l'Austria. Stanno difendendo le loro società, i loro cittadini e i loro valori da questo lavaggio del cervello indotto che in Europa occidentale ci ha già sopraffatti. In effetti, attualmente essi rappresentano l'ultima difesa della nostra civiltà. Spero solo che loro - in realtà tutti i paesi del gruppo Visegrad - resistano all'incredibile pressione delle forze esterne

di Carmenthesister

Pubblicato in Italia

Che lo Stato con i migranti fosse, come diciamo noi, ad Amantea “ mbrazz’a Maria”, lo si sapeva.

Ma ora abbiamo la conferma.

 

Non si tratta di proteste dei profughi, per mancato pagamento del pocket money, né per il cibo, né per la qualità, dei servizi offerti od altro, proteste che attivano le reazioni politiche delle associazioni di tutela dei migranti.

NO! NO!

Si tratta proprio di una forte, univoca, nuova reazione dello Stato.

E’ quasi incredibile, ma è così!

Minniti ha commissariato tre centri a Briatico.

Sembra che ci sia l’ombra della ‘ndrangheta sui tre centri di accoglienza per migrati di Briatico.

È quello che pensa il prefetto di Vibo Valentia, Guido Longo, che di concerto con l’agenzia anticorruzione di Raffaele Cantone e con il ministro dell’Interno Marco Minniti, ha nominato commissario l’avvocato palermitano Rosario Di Legami.

E non solo.

Il prefetto vibonese ha fatto scattare un’interdittiva antimafia per le due cooperative che gestiscono i centri, almeno sulla carta: si tratta della “Monteleone Servizi” e della “Monteleone 3.0 protezione civile”, che si occupano di 700 richiedenti asilo politico.

 

In sostanza, chi avrebbe in mano tutta l’assistenza dei migranti, attraverso un subappalto ritenuto illegittimo, sarebbe una società risultata pesantemente condizionata da infiltrazioni dell’ndrangheta.

Alcune società vicine ai boss avrebbero così monopolizzato le forniture.

Per questa ragione, il prefetto ha deciso di commissariare i tre centri, un provvedimento senza precedenti”.

Ndr.Una domanda al ministro Minniti ed al Prefetto Longo. “ Ma è possibile allocare 700 migranti in un paese di 4000 abitanti?”

Praticamente è come se in Italia ci fossero 10.600.000 migranti su 60.500.000 abitanti!

Non solo è come se ad Amantea ci fossero 2.333 profughi.

Nessuno ha sospettato niente? Troppo comodo! Ci sembra.

Pubblicato in Vibo Valentia

E’ successo a Briatico.

Un giovane migrante sale sul treno.

Ovviamente senza biglietto.

Ed un “becero” capotreno, ligio al suo dovere ( potrebbe anche essere licenziato in caso contrario), gli chiede il biglietto.

Ma, ci chiediamo, perché mai sapendo che in tanti non pagano il biglietto( anche sui pullman e sui tram), continuano a controllarli?

Ed infatti questa “pretesa” porta, poi, a conseguenze poco felici.

I profughi, si arrabbiano e protestano.

Ovviamente il capotreno per non prenderle ha chiamato la Polizia.

Peraltro il giovane non era solo ma in compagnia di alcuni connazionali che, alla richiesta del controllore di esibire il titolo di viaggio, essendone sprovvisti, sono stati fatti scendere dallo stesso capotreno nella stazione del centro costiero vibonese.

La volante giunge sul posto ma mentre i due agenti procedevano alla identificazione, uno dei giovani avrebbe dato in escandescenze e si sarebbe avventato sugli agenti, colpendoli ripetutamente con calci e pugni e procurando loro diverse contusioni.

I poliziotti, successivamente recatisi al Pronto soccorso, hanno riportato contusioni multiple giudicate guaribili in 10 giorni dai sanitari.

Ai due agenti feriti ha inutilmente espresso vicinanza il Sindacato unitario dei lavoratori di Polizia (Siulp) di Vibo Valentia che, attraverso il segretario provinciale Franco Caso, ha espresso «piena solidarietà e senso di vicinanza ai colleghi della volante che ieri pomeriggio sono stati aggrediti e feriti da parte di un cittadino extracomunitario nei pressi della stazione ferroviaria di Briatico»

L’aggressore è stato poi fermato ed identificato e la sua posizione è al vaglio degli investigatori.

Temiamo che anche questo episodio sia presto dimenticato perché ormai l’Italia, ci sembra, sia stata svenduta e, con la scusa della xenofobia e del razzismo, si tolleri ogni comportamento che normalmente ci appariva inaccettabile.

Pubblicato in Reggio Calabria

Nei giorni scorsi Amantea è finita su tutte le televisioni e su tutte le pagine dei quotidiani.

Probabilmente finirà anche sulle pagine dei settimanali in preparazione.

Tutto per via di alcuni migranti che lavoravano in nero, che venivano pagati in modo differenziato a seconda del colore della pelle.

Due gli arresti ai domiciliari. Italiani.

Tutto è nato da una denuncia.

A Poggibonsi ieri ne hanno arrestato 3 ma in carcere. Erano curdi.

Sempre per sfruttamento dei lavoratori.

Altri tre soggetti sarebbero indagati.

Anche qui tutto è nato da una denuncia.

Orari di lavoro estenuanti; paghe inferiori agli orari svolti( massimo 6,5 euro l’ora, ben al di sotto di quanto previsto dal contratto nazionale di lavoro dell’agricoltura che prevede un compenso pari a 9,78 euro l’ora) ; alloggi fatiscenti; squadre di lavoro con gerarchie rigide: così venivano sfruttati operai agricoli stranieri, che venivano accompagnati con furgoni nei luoghi di lavoro ed erano costretti a sostenere faticose attività agricole.

Sono inoltre emersi episodi di maltrattamento e comportamenti vessatori ai quali i lavoratori erano stati sottoposti e ai quali avevano dovuto assoggettarsi, pur di conseguire una retribuzione.

Ci sarebbe stata anche disparità nei trattamenti economici a seconda delle etnie dei componenti delle squadre stesse.

Per i lavoratori africani le paghe erano ancora più basse degli operai di altre etnie.

Scarsa in questo caso la risonanza mediatica.

Ora in Calabria ed in Toscana al vaglio degli inquirenti ci sono le posizioni di numerosissime aziende agricole.

La differenza è che gli Italiani si aspettano solidarietà ( leggi welfare), i migranti si danno da fare , accettano qualsiasi lavoro , anche sottopagato, anche senza assicurazioni.

Ma c’è di peggio ( almeno così ci sembra)

Due giorni fa sono andato fino all’aeroporto di Lamezia Terme

Già prima delle 07.00 decine di migranti viaggiavano in direzione sud su biciclette sgangherate pedalando contro vento( come faceva mio padre negli ani 50-60 quando andava in bici a lavorare a Gizzeria-Falerna sulla ferrovia)

Nessuno veniva a prenderli con i pulmini che abbiamo visto nei filmati.

Non so se poi abbiano lavorato.

Al ritorno poco prima delle 08.00 altri profughi procedevano sulla SS18 in direzione nord.

Questa volta mentre pioveva.

Anche in questo caso nessuno era venuto a prenderli con i pulmini.

Giuseppe Marchese

Pubblicato in Cronaca

E’ incomprensibile quello che succede in Calabria!

Un regione dove persone straordinarie quali sono Giovanni Manoccio e Franco Corbelli si dichiarano disponibili ad ospitare 50 migranti

 

sgomberati con la forza a Roma e che sono accampati davanti all'Altare della Patria, in condizioni indegne di un Paese civile e accogliente, e nessuno gli risponde.

Una vergogna.

Non sappiamo a chi si siano rivolti e chi avrebbe loro dovuto questa risposta.

La verità è che Franco Corbelli leader del movimento Diritti Civili ( solo diritti, in verità, mai doveri civili) ha dichiarato “Siamo pronti ad ospitare, in stanzette ottimali, donne e bambini togliendoli in questo modo da quella situazione allucinante in cui, da oltre dieci giorni vivono"

Un suggerimento, allora, è d’obbligo.

Manoccio e Corbelli, non aspettino altro tempo, noleggino un pullman , vi facciano salire i profughi e li portino in Calabra in questo dignitoso e accogliente immobile, situato a pochi metri dalla spiaggia, dove potranno anche prendere il sole e fare il bagno, assegnino loro le stanze in relazione al nucleo familiare e provvedano a tutte le altre incombenze.

Noi e l’intera Calabria saremo loro grati per questa straordinaria opera di beneficenza che non solo hanno proposto ma che effettueranno

Se poi sarà loro possibile ci facciano sapere chi non ha loro risposto così’ impedendo di fare il bene dei profughi eritrei ed etiopi.

Pubblicato in Calabria

Catanzaro 28 luglio.Ora tocca anche ai funzionari prefettizi!

 

Una funzionaria della Prefettura di, Nerina Renda, di 53 anni, ed un imprenditore, Salvatore Lucchino (73), entrambi di Lamezia Terme, sono stati posti agli arresti domiciliari dalla squadra mobile per corruzione.

 

Il "prezzo" pagato, secondo l'accusa, sarebbe stato un immobile a Feroleto Antico e la promessa di denaro.

 

L'immobile è stato sequestrato.

L'indagine, coordinata dal pm Paolo Petrolo, del gruppo reati contro la pubblica amministrazione coordinato dall'aggiunto Giovanni Bombardieri della Procura diretta da Nicola Gratteri, è iniziata dopo la stipula, il 29 dicembre 2014, di una convenzione tra la Gianal Srl, società cooperativa gestita dall'imprenditore, e la Prefettura, all'esito della gara d'appalto bandita per la gestione del servizio dei migranti richiedenti protezione internazionale.

Dalle indagini è emerso che Lucchino aveva stretto una relazione con la Renda, che all'epoca era in servizio al Settore Immigrazione Rifugiati, e che, nel 2015, ha ceduto alla Renda un immobile.(Ansa)

L'inchiesta, coordinata dalla Procura di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri, è iniziata dopo la stipula, il 29 dicembre 2014, di una convenzione tra la Gianal Srl, società cooperativa gestita dall'imprenditore, e la Prefettura, all'esito della gara d'appalto bandita per la gestione del servizio dei migranti richiedenti protezione internazionale.

Le indagini hanno permesso così di accertare che Renda, funzionario in servizio, all'epoca dei fatti, nell'area IV - Settore Immigrazione Rifugiati - della Prefettura di Catanzaro avrebbe favorito, a fronte di un corrispettivo economico, l'imprenditore lametino gestore della società cooperativa Gianal, nella instaurazione di un rapporto convenzionale.

La funzionaria poi avrebbe partecipato attivamente all'espletamento della procedura di gara indetta dalla Prefettura, anche attraverso sopralluoghi e ispezioni nella struttura di Lucchino, esprimendo parere positivo.

Renda, trasferita dal precedente incarico, avrebbe anche svolto il ruolo di amministratore «di fatto» del centro.

Entrambi sono accusati, in concorso tra loro, del reato di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio.

Pubblicato in Catanzaro

Intanto chiariamo cosa sono gli hotspot.

L’ Hotspot è un centro dove i migranti vengono identificati e registrati, dalla polizia italiana ma anche da Interpol e agenti europei di Frontex.

 

Negli hotspot viene effettuato il rilevamento delle impronte digitali di chi sbarca, per facilitare la distinzione tra profughi e migranti economici.

 

Questi ultimi, considerati immigrati irregolari, secondo i piani, saranno rimpatriati a spese dell’Europa.

Prima dell’espulsione i migranti irregolari saranno destinati al Cie (Centro di Identificazione ed Espulsione), che di fatto è una struttura detentiva.

Ogni regione avrà poi un Cie da 100 posti.

Ora il ministro Minniti intende aprire altri 6 HotSpot.

 

Uno in Sardegna a Cagliari e sarà una struttura mobile, allestita nel porto canale.

Altri 2 nuovi in Sicilia.

In Calabria invece saranno 3. Uno a Corigliano Calabro, nel Cosentino, uno a Reggio Calabria e un altro ancora a Crotone.

Il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, ha immediatamente detto di si ma ha chiesto che “hotspot e centri di identificazione non diventino strumenti invasivi a danno del territorio: la nostra è una città turistica e al nostro porto arrivano anche navi da crociera; quindi si deve poter consentire di continuare a svolgere tutte le altre normali attività”.

 

Jole Santelli di Forza Italia dichiara che “È inconcepibile che, su sei presunti nuovi hotspot per i migranti, tre siano previsti in Calabria, a Corigliano, Crotone e Reggio. I calabresi su questo punto faranno barricate”

 

Poi continua affermando:”Dovevamo aspettare che arrivasse un ministro reggino al Viminale per assistere a un progetto che è devastante per tutta la Calabria e sul quale si addensano nubi pericolose”.

Infine conclude: “Pretendiamo - e sottolineo il verbo, dal governatore Mario Oliverio una presa di posizione che vada oltre i suoi obblighi di partito: non consentiremo a lui e ai suoi amici di svendere la nostra regione a una politica sull'immigrazione miope e assurda”.

Pubblicato in Calabria

Era evidente che prima o dopo la questione dei migranti sarebbe scoppiata.

Ci siamo!

 

L’Onu prevede che i flussi provenienti dalla Libia non sono destinati a diminuire.

Il papa chiede all’Europa maggiore solidarietà con i migranti.

L’Italia è al limite e minaccia di chiudere i porti alle navi delle ong.

Francia e Spagna, le uniche nazioni europee sul mediterraneo, secondo fonti da Bruxelles riportate dall’Ansa, diranno no all’apertura dei loro scali marittimi alle navi delle ong cariche di migranti.

E Prodi si arrabbia con Macron!

 

Intanto l'Austria blinda il Brennero e Roma convoca l'ambasciatore.

Il ministro degli esteri Kurz: 'Pronti a difendere i nostri confini' schierando l'esercito al Brennero.

Il ministro della Difesa austriaco Hans Peter Doskozil ha annunciato che "molto presto saranno attivati controlli alle frontiere e ci sarà bisogno di un dispiegamento dell'esercito fino a 750 uomini - indispensabile se l'afflusso di migranti dall'Italia non diminuisce".

 

In quest'ambito, sono già stati portati al Brennero quattro mezzi corazzati Pandur delle Forze armate austriache che potrebbero essere impiegati nelle operazioni di controllo sull'immigrazione.

Come scrive l'agenzia austriaca Apa, il dispositivo potrebbe essere attivato nel giro di tre giorni e comprende 750 militari, 450 dei quali saranno messi a disposizione da reparti stanziati nella regione del Tirolo, mentre i restanti verrebbero dal comando militare della Carinzia.

Il ministro degli esteri austriaco Kurz chiarisce: "I preparativi per i controlli alla frontiera con l'Italia non sono solo giusti ma anche necessari. Noi ci prepariamo e difenderemo il nostro confine del Brennero se ciò sarà necessario".

 

Secondo Kurz, l'Unione Europea deve chiarire che un soccorso attuato nel Mediterraneo non è un ticket per l'Europa e i profughi vanno respinti, oppure vanno fermati alle frontiere esterne e vanno portati su isole come Lampedusa.

Il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, alla seduta plenaria del Parlamento europeo, ha sottolineato che con quanto la Commissione europea delibererà oggi in materia di migrazioni "dimostreremo con i fatti che vogliamo rimanere solidali, soprattutto con l'Italia che dimostra un atteggiamento eroico. La solidarietà è d'obbligo".

Intanto l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) dichiara che dall'inizio del 2017 al 3 luglio scorso, un totale di 101.210 migranti e rifugiati ha attraversato il Mediterraneo, quasi l'85% è giunto in Italia (85.183), mentre il resto degli arrivi è suddiviso tra Grecia (9.290), Cipro (273) e Spagna (6.464).

Sempre l'Oim stima a 2.247 il numero di persone morte in mare nello stesso periodo.

Toc, toc. Dov’è l’Europa?

Pubblicato in Mondo
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