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Quando la comunità aspetta il risultato finale di una indagine il tempo sembra passare in modo troppo lento al punto da sembrare che non passi mai.

Ancora più quando da questa indagine dipende un fatto importante per la tua vita, per la tua famiglia.

 

 

E’ quello che succede con la indagine sugli alloggi popolari.

Soprattutto per coloro che sono in graduatoria ed aspettano che si liberino gli alloggi occupati abusivamente.

Ma per liberarsi occorre che la magistratura si pronunci e dia mandato alle Forze dell’ordine, se necessario, di liberare gli alloggi detenuti illegittimamente.

Ma ora interviene la regione Calabria con la legge regionale 3 ottobre 2018, n. 38 recante “ Integrazioni alla legge regionale 30 marzo 1995, n. 8(Norme per la regolarizzazione delle occupazioni senza titolo degli alloggi di edilizia residenziale pubblica).

Tale legge è stata pubblicata sul BURC n. 100 del 4 ottobre 2018

Ecco cosa dice:

Art. 1(Integrazioni all’articolo 1 della l. r. 8/1995 )

1. Dopo il comma 1 dell’ articolo 1 della legge regionale 30 marzo 1995, n. 8 (Norme per la regolarizzazione delle occupazioni senza titolo degli alloggi di edilizia residenziale pubblica) sono inseriti i seguenti:

“1 bis. In deroga al comma 1, al fine di evitare possibili turbative dell’ordine e (del)la sicurezza pubblica, la permanenza temporanea è consentita in tutti gli alloggi di edilizia residenziale pubblica che risultano occupati senza titolo, alla data del 31 dicembre 2015, da nuclei familiari che, alla data del 31 agosto 2018 , versino in condizione di grave disagio socio –economico e all’interno dei quali siano presenti figli minori, portatori di handicap secondo la nozione di cui all’articolo 8 della

legge regionale 25 novembre 1996, n. 32 (Disciplina per l’assegnazione e la determinazione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica), persone di età superiore a 70 anni, donne in stato di gravidanza.

1 ter. I nuclei familiari, in possesso dei requisiti di cui ai commi 1 e 1 bis, entro centottanta giorni decorrenti dal 30 settembre 2018, trasmettono, agli enti proprietari o gestori, domanda di regolarizzazione dei rapporti locativi o domanda di permanenza temporanea relativamente agli alloggi occupati senza titolo, a pena di decadenza dal beneficio.

1 quater. Gli enti proprietari o gestori, prima di procedere a quanto disposto dal comma 1 bis, richiedono al comune o azienda sanitaria provinciale competente l’attestazione della condizione di grave disagio socio –economico del nucleo familiare.

1 quinquies. In deroga alla normativa regionale vigente, ai nuclei familiari in possesso dei requisiti di cui al comma 1 bis è assegnato, per la durata di cinque anni, l’alloggio occupato in via provvisoria. Trascorsi i cinque anni l’assegnazione può essere prorogata di altri due anni a condizione che permangano i requisiti per i quali si è proceduto all’assegnazione originaria.

In sostanza anche in caso di occupazione abusiva pur dichiarata dal competente magistrato la occupazione potrebbe essere consentita

Allora il comune di Amantea DEVE chiedere alla regione nuovi finanziamenti per nuovi alloggi popolari .

E soprattutto deve effettuare attenti controlli sugli attuali utilizzatori tanto più che il successivo articolo 3 della legge regionale stabilisce che

“Art. 3 ter

1.Gli enti proprietari o gestori, entro sessanta giorni dal ricevimento delle istanze, provvedono ad evadere le domande di regolarizzazione dei rapporti locativi o di permanenza temporanea presentate.

2.In caso di accoglimento, entro sessanta giorni sono definiti con i futuri assegnatari l’eventuale piano di rateizzazione dei canoni di locazione o indennità di occupazione non versati e la stipula dei relativi contratti di locazione.

3.In caso di rigetto adeguatamente motivato delle domande di regolarizzazione dei rapporti   locativi o di permanenza temporanea, entro sessanta giorni dalla notificazione del provvedimento ai richiedenti gli alloggi sono immediatamente sgomberati e riassegnati, secondo le procedure previste dalla l.r. 32/1996”, ai concorrenti collocati in posizione utile nelle graduatorie per l'assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica.”.

Pubblicato in Primo Piano

lagoGli amministratori e i dipendenti del comune di Lago, unitamente a quelli di Amantea, Cleto e Longobardi si ritroveranno il prossimo 25 gennaio, a partire dalle ore 15.30 presso la sala consiliare del centro nepetino, per discutere e confrontarsi su quanto regolato dalla legge 190/2012 e sulle tematiche dell’anticorruzione nella gestione della cosa pubblica.

 

L’incontro, introdotto dalla presenza di Nicola Falcone che ha effettuato molte ricerche sull’argomento, ha anche finalità formative, tanto che ai partecipanti verrà rilasciato un attestato di frequenza.

«Per avversare il malaffare amministrativo – evidenza il sindaco di Lago Vittorio Cupelli – esiste un articolato quadro di norme del Codice penale che rappresenta, nel complesso, la via giudiziaria contro il fenomeno corruttivo nella Pubblica Amministrazione. Dal 2012 il legislatore ha imboccato un’ulteriore “via”, mediante leggi dirette a rafforzare le logiche di prevenzione della corruzione.

 

La legge 190 del 2012 e le normative derivate inducono gli enti a strutturare un percorso possibilmente “auto-organizzativo” attraverso l'adozione di proprie misure di prevenzione. Da qui la necessità di interagire tra comuni vicini, allo scopo di scambiarsi idee ed opinioni, per dare forma e sostanza ad un percorso che sia quanto più condiviso e lineare.

Il presupposto logico alla base di questo modus operandi è che le misure di tipo penale e repressivo non siano più sufficienti ad affrontare il dilagare del fenomeno corruttivo, perché giungono solo a posteriori. Urge dunque prevenire. La Legge 190 è la fonte primaria della moderna prevenzione alla corruzione: sollecita una pluralità di ruoli volti al controllo; rafforza la funzione della Corte dei conti e concede più azione alla Prefettura; pone l'esigenza di un Piano nazionale anticorruzione; obbliga le singole ad adottare un proprio piano triennale di prevenzione della corruzione; promuove l’adozione di un codice “interno” di comportamento; introduce prescrizioni specifiche, come la tutela delle segnalazioni di illeciti da parte degli stessi dipendenti. Agli stessi impiegati, infatti, si pone il divieto di ricevere regali.

La norma in sé, pur difficilmente evitando comportamenti di corruzione perché, presumibilmente, chi è intenzionato a accettare tangenti non si fa certamente intimorire da potenziali sanzioni disciplinari, aggredisce la zona grigia delle condotte.

I dipendenti, inoltre, sono tenuti a segnalare al proprio superiore gerarchico eventuali situazioni di illecito di cui siano venuti a conoscenza e devono astenersi su decisioni e attività amministrative in presenza di interessi propri o di parenti.

Pubblicato in Primo Piano

La locandina della Gazzetta del Sud stamattina sotto Amantea titolava “ Concorsi comunali da chiarire”.

Troppo appetitoso per non comprare il quotidiano.

Ma era già finito nelle principali edicole cittadine e così abbiamo dovuto girare un po’

La prima sorpresa è stata relativa al corrispondente ; non era quello di Amantea, ma quello di Paola Francesco Maria Storino.

Ed infatti il secondo titolo era “ Un doppio filone conduce da Amantea a Diamante”

“Ex giunte comunali nel mirino. Paola, Amantea e Diamante. Indagini in corso. Ed il alcuni casi rigorosamente “ top segret”. Lasciamo da parte sia Paola che Diamante e concentriamoci su Amantea.

S legge che adesso la squadra investigativa( Digos e PG di Paola) avrebbe puntato sul comune di Amantea.

E sotto i riflettori ci sarebbe il concorso dei vigili urbani.

“ E non solo”

Dice il giornalista paolano che “ C’è chi parla di approfondimenti sull’ex amministrazione comunale”. Un dire cauto e fors’anche misterioso. Comunque tale da scatenare tante riflessioni.

Poi conclude che “tutto rimane nello stretto riserbo degli investigatori”

Non tutto evidentemente.

Tanto che si parla chiaramente del concorso per la stabilizzazione di sette vigili e della diffida ad adempiere di uno dei concorrenti.

Allora la gente si chiede : Ma non è che siamo semplicemente di fronte ad una omissione ( o ritardo) di atti d’ufficio?.

Così sembrerebbe.

Senonchè il giornalista Storino aggiunge a lato dell’articolo primario che : “Ad Amantea le cosiddette “preferenze” nei concorsi , secondo legge, si possono ottemperare solo per il 50% dei cosiddetti precari.”

Poi aggiunge” potrebbero essere queste le ragioni delle indagini, anche se c’è chi negli ambienti investigativi ritiene che si potrebbe giungere ad altro”.

Ed ecco fiorire nella comunità un mare di domande.

Ci sono gli innocentisti i quali ricordano che prima delle elezioni il funzionario Aloe e ben 2 assessore sino andati fino al ministero della Funzione pubblica dove la dirigente avrebbe sia pure verbalmente pienamente avallato il percorso in essere.

Ci sono i colpevolisti che si chiedono perché mai la dirigente non ha mai risposto per iscritto ma solo verbalmente.

Non mancherà sicuramente alla Forze dell’ordine ed al competente PM di vagliare attentamente la vicenda e di trarne le opportune o dovute conclusioni.

Crediamo che non mancheranno né il Quotidiano , né il Garantista di approfondire la vicenda posta in evidenza dallo Scoop della GdS.

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