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L’articolo di Paolo Orofino de Il quotidiano del sud sta facendo parlare tutta Amantea.

 

Un articolo che è riuscito a far passare in secondo piano perfino gli arresti di La Rupa e Socievole.

Correttamente il giornalista parla di “Un altro esponente del gruppo di maggioranza che sarebbe indagato in relazione ad una diversa vicenda, non collegata, però, all’attività politica, ma che, per tipologia di reato contestato, potrebbe andar ad intaccare le deleghe che il sindaco ha assegnato al suo collaboratore”

 

Detto così si potrebbe pensare anche ad un semplice consigliere comunale.

Ma poi si legge (nel titolo) che sarebbe “Indagato per false fatture un componente della Giunta” ed allora il nome potrebbe essere soltanto quello di uno dei seguenti assessori: Pati Emma, Concetta Veltri, Ferraro Luca, Ianni Palarchio Andrea, Giusta Rocco.

 

False fatture?

Ed allora tutta Amantea ha pensato e pensa che si possa trattare dell’assessore Rocco Giusta che potrebbe essere rimasto nelle maglie di una vicenda che riguarda uno dei suoi clienti.

Tanto più che si legge che “L’inchiesta in questione è condotta dalla Guardia di Finanza ( di Amantea?) e già verso la fine del 2016 era arrivata a buon punto”.

Una vicenda vecchia, allora, nata ben prima delle elezioni ed addirittura ben prima della caduta della giunta di Monica Sabatino.

False fatture? Ed il pensiero va prepotentemente ad un altro caso di false fatture che ha visto coinvolto un (povero) tipografo locale ed un “in- prenditore” amanteano con il quale è meglio non avere a che fare!

 

Se è così, prima di Giusta qualcun altro si è tutelato allontanandosi per tempo.

Nè si esclude che potrebbe trattarsi dell’evasore di 6 milioni di euro al quale nei giorni scorsi proprio la guardia di Finanza ha Paola eseguito un Decreto di sequestro per equivalente, emesso dal Gip presso il Tribunale di Paola, per evasione di imposte sui redditi pari a 1.732.294 euro.
(vedi - Ma chi e' l’evasore di 6 milioni di euro di redditi?)

 

E se è così la affermazione di Orofino “Fra qualche giorno, ne sapremo di più, anche perché non mancheranno le implicazioni politiche e la patata in mano al sindaco Pizzino, diventerà sempre più bollente”, può essere, letta, addirittura come una speranza se non una “promessa”.

E chissà che la questione non vada oltre e chi ha riso facendo piangere gli altri non pianga lui ora!

Pubblicato in Primo Piano

I militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Amantea, avevano iniziato a compiere una verifica fiscale nei confronti di un “evasore totale”,che pur possessore di partita Iva era sconosciuto

al fisco, non avendo mai presentato l’annuale dichiarazione dei redditi.

In tale filone investigativo veniva fuori una vera e propria fabbrica di fatture false che sembra fossero indispensabili per giustificare spese inesistenti onde contrarre i redditi delle aziende a favore delle quali venivano emesse

Si tratta di due amanteani, marito e moglie, titolari di due ditte tipografiche succedutesi nel tempo.

I due sono accusati di emissione di fatture false.

Inoltre i due sono anche accusati di distruzione e occultamento di scritture contabili, per aver cercato di occultare e distruggere i documenti contabili, la cui mancanza è stata giustificata con riferimenti a circostanze fortuite non meglio definite.

Gli investigatori invece hanno condotto minuziosi accertamenti bancari ed acquisito materiale probatorio utile a certificare gli illeciti.

Il lavoro delle Fiamme Gialle, è durato oltre due anni, ha visto anche investigazioni economico-finanziarie, con perquisizioni, sopralluoghi e quant’altro necessario, e si è al momento concluso con l’avviso di conclusione indagini emesso alla fine del mese di maggio scorso.

Ovviamente gli agenti della tenenza della Guardia di Finanza non ha mancato di riferire questo giro vertiginoso di fatture false,agli utilizzatori delle stesse deferendo all’autorità giudiziaria decine di utilizzatori residenti in tutta Italia.

Sembra che tra gli utilizzatori potrebbero esserci aziende e società che hanno ricorso a finanziamenti pubblici, ancora non tutti perfezionatori, con la possibilità, quindi, di agire sui patrimoni in essere e per un valore equivalente al valore delle false fatture utilizzate.

Anche stamattina ad Amantea qualcuno si chiedeva che cosa sarebbe potuto accadergli essendo stato in rapporti con la fabbrica delle fatture false.

Si è conclusa l'attività dei finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza che avevano scoperto una mega evasione fiscale internazionale nel settore della commercializzazione delle carni. Grazie a delicate indagini di polizia giudiziarie e di polizia tributaria, gli investigatori del Nucleo di Polizia Tributaria erano riusciti, già a fine 2012, a smascherare una società romana, con il ruolo di "cartiera" (c.d. "Missing Trader"), creata "ad hoc" per interporsi tra i fornitori comunitari e le imprese nazionali italiane clienti della stessa società.

L'obiettivo prioritario era quello, ovviamente, di evadere l'Iva. Grazie a tutto questo, le imprese nazionali "clienti" della società "filtro" hanno potuto praticare ai consumatori finali prezzi convenienti e concorrenziali. Il sistema di frode utilizzato è quello ormai tristemente noto delle "frodi carosello", utilizzato nelle operazioni commerciali illecite con operatori intracomunitari in regime di esenzione Iva al momento dell'acquisto. In sostanza, con l'interposizione fittizia di un'impresa "cartiera" italiana (che non pagherà mai le imposte dovute!), si crea la possibilità per l'acquirente finale della merce di rifornirsi a prezzi estremamente vantaggiosi e di generare un falso credito relativo all'Iva che, di fatto, non è mai stata corrisposta alla cartiera.

L'atto conclusivo è stata l'esecuzione di una verifica fiscale che ha consentito di individuare - oltre ad un giro di fatture false emesse per oltre 40 milioni di euro ed un'Iva non versata all'Erario per oltre 4 milioni di euro - altrettanti importi milionari, quali costi indeducibili da parte della società e a rilevare ulteriori elementi di responsabilità in capo ai due amministratori della società, che sono stati denunciati all'Autorità Giudiziaria. In un momento di particolare sofferenza economica per il nostro Paese, un'attività di indagine come quella portata a termine testimonia, ancora una volta, l'impegno profuso dalla Guardia di Finanza, nel suo ruolo di polizia economico-finanziaria a tutela dell'economia legale e del bilancio nazionale e comunitario

Pubblicato in Calabria
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