Ieri sulla isolata spiaggia di Catocastro è stato trovato il cadavere decomposto di un delfino.
Un amanteano ha chiamato la Guardia Costiera che è intervenuta sul posto senza però emettere alcun comunicato in merito.
Nemmeno un paio d’ore ed i resti di questo delfino vengono “ripresi” dal mare agitato e riportati al largo.
Il servizio manutentivo del comune di Amantea intervenuto con un apposito mezzo meccanico non ha potuto far nulla.
Nella nottata i resti sono stati quasi interamente ”disciolti” dalle onde del mare agitato.
Nella prima mattinata di oggi quello che è rimasto del cetaceo, in sostanza lo scheletro, viene rinvenuto sulla spiaggia dei lidi del lungomare di Amantea.
Ancora una volta sul posto la Guardia Costiera che fa intervenire il servizio veterinario locale.
Insieme interviene il servizio manutentivo di Amantea .
Lo scheletro del delfino viene spezzato e raccolto in due sacchi depositati presso la locale isola ecologica.
Domani i resti del cetaceo verranno ritirati da una ditta specializzata che provvederà alla loro distruzione.
Nessuno comunicato a spiegare le possibili cause del decesso del mammifero che i giochi delle correnti hanno portato ad Amantea proveniente chissà da dove.
Ringraziamo per la foto Alfonso Frangione.
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Campora San Giovanni
È l’alba appena di oggi venerdì 17 maggio quando il Franco Suriano, il titolare dell’albergo Mare Blu scende a mare ed avverte la presenza di 3 delfini di cui due più piccoli ed un molto grosso. Con lui altri due amici pronti ad andare a pescare. “No, oggi non si pesca”, sembra dirsi Franco, pescatore per passione ed albergatore per mestiere , e si dà da fare per rigettare in mare i tre delfini. Tutti e tre sembrano riprendere il largo, ma Franco Suriano e la moglie chiamano la locale Guardia Costiera diretta da Fausto De Caria che interviene con immediatezza.
Probabilmente si trattava di una madre ( un delfino moto grosso dal mantello più chiaro) e di due figli, uno dei quali in evidente condizioni di sofferenza.
Due riprendono il largo, il più piccolo resta lì tra gli scogli di Coreca, avvicinandosi verso riva e girando in modo circolare come gli altri delfini affetti da dolphin morbilli virus, cioè dal virus del morbillo che sta facendo una vera e propria strage di stenelle nel Tirreno.
Il virus entra nel sangue ed arriva così al cervello incidendo sull’apparato e disorientando l’animale che si avvicina a riva fino a saltare a terra dopo avere girato in tondo fino a stancarsi mortalmente. Centinaia i delfini morti.
Uma moria che sembra infinita
La colpa, dunque, non sarebbe, quindi, del batterio photobacterium damselae , responsabile di sindromi emolitiche ed emorragiche, inizialmente ipotizzato dai biologi consultati dal Ministero dell’Ambiente , anche se resta da appurare il ruolo di un’eventuale infezione batterica concomitante.
E non sarebbe neppure dell’ inquinamento (almeno questa volta) che nulla avrebbe a che fare con il misterioso fenomeno di spiaggiamento degli ultimi mesi.
Con quello di oggi siamo a 132 delfini piaggiati dall’inizio dell’anno 2013, di cui 31 nel Lazio, 29 in Toscana, 20 in Sicilia, 20 in Calabria, 13 in Campania, 14 in Sardegna, e qualcuno isolato in Puglia, Basilicata, Marche e Molise.
Sul posto è intervenuto il veterinario dr Giuseppe bruno che ha anche praticato una iniezione calmante al povero delfino che è sembrato soffrire meno.
Nel prosieguo è giunta sui luoghi una rappresentante del WWF regionale
A tutti loro ed in particolare al comandante De Caria i ringraziamenti del nostro sito per l’amore offerto al povero delfino piaggiato sulle nostre coste
Nella Foto Franco Suriano ed il Maresciallo De Caria bloccano il delfino per permettere al veterinario Giuseppe Bruno di curarlo
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Primo Piano