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Chiude, giovedì 27 Aprile dalle ore 11:00 alle 18:00 la Galleria di Coreca che collega Amantea a Campora San Giovanni.

 

Intanto vi diamo la notizia.

Poi vi diamo anche la risposta alla nostra domanda.

 

Ricorderete certamente che i primi giorni di aprile abbiamo dato informazione sul fatto che nella galleria di Coreca c’era una brutta lesione nella parete a monte.

 

E ricorderete inoltre che abbiamo detto che l’Anas ha un finanziamento per la galleria di Coreca di 5 milioni di euro.

 

Parte di questi saranno usati per le necessarie e propedeutiche verifiche della stabilità della volta della galleria.

 

Domani saranno effettati tali controlli.

Per effettuare i controlli in piena sicurezza per il personale tutto si impone la sospensione del traffico che verrà dirottato sulla ss litoranea

Si tratta di un intervento quindi non solo opportuno ma anche necessario.

 

Saranno uste speciali apparecchiature che offriranno dati scientificamente significativi.

Di fortemente positivo c’è anche il fatto che il comune di Amantea sta continuando ad esercitare una costante attenzione sul problema della galleria di Coreca.

 

Vi faremo sapere cosa emergerà dalle indagini e quindi come si risolverà il problema da noi denunciato.

Pubblicato in Cronaca

Siamo a Coreca sulla SS18. Un’auto viene da sud e tenta di svoltare a sinistra per entrare in uno spiazzo dove si trova la sua abitazione.

E’ vero che c’è la striscia continua ma l’alternativa sarebbe di andare verso nord e poi ritornare: 2 buoni km da percorrere.

 

Dietro un’auto tenta il sorpasso .

Anche questa auto sa bene che c’è la striscia continua e che non potrebbe sorpassare ma tenta egualmente la manovra.

E così è inevitabile l’urto fra l’auto che tenta di svoltare a sinistra e quella che tenta di fare il sorpasso.

La seconda auto si ribalta e si sposta sulla carreggiata di sinistra finendola corsa su una stradetta che scende su un orto.

 

La seconda auto si ribalta sul lato destro proprio dove si trova una giovane donna al settimo mese di gravidanza.

I soccorsi sono immediati.

Arriva l’autoambulanza che porta fino all’Ospedale di Paola la ragazza in stato interessante.

Più tardi arriva la notizia che lei ed il bambino che porta in grembo stanno bene.

Meno male!

Anche gli altri due che guidavano le auto stanno bene.

Arriva la polizia stradale di Paola con la nuova fiammante auto che ha sostituito quella precedente che ormai era diventata quasi un catorcio dopo tanti anni di onorato servizio e soprattutto dopo tantissime centinaia di migliaia di km percorsi.

Arrivano anche i vigili urbani di Amantea per collaborare con gli agenti della polizia stradale.

Arriva il carro attrezzi che recupera l’auto ribaltatasi.

La prima auto, invece, la troviamo nel garage di casa.

Sul tardi arriva l’autocarro dell’Anas con il personale addetto ma non c’è granchè da fare e così salutano gli agenti della Polizia e vanno via .

Per fortuna questo incidente si è concluso solo con danni agli automezzi.

Se la vedranno le relative assicurazioni.

Pubblicato in Primo Piano

Due gli incendi in atto. Uno sulla collina di Cannavina, uno su quella di Coreca.

Impossibile pensare che gli incendi si siano accesi da soli.

 

 

Dietro c’è una evidente mano di un uomo. 

Uno, due piromani improvvidi e sprovveduti o malati.

Di fatto gli incendi sono iniziati nel pomeriggio e stanno continuando ad ardere.

 

Quello di Cannavina più piccolo sembra spegnersi ma poi riprende alimentato dal vento, ma contenuto nella sua estensione.

Quello di Coreca ,invece, ha raggiunto una estensione di almeno 200 metri e sale da ovest verso est spinto dal vento.

E notte e le operazioni possono essere svolte soltanto da terra.

Non possono volare né gli aerei , né gli elicotteri.

Una situazione difficile.

 

Solo da pochi minuti si vedono i mezzi della Protezione Civile,  che percorrono le strade cittadine, probabilmente per raggiungere i luoghi dell'incendio e dare cosi' una mano fattiva ai Vigili del Fuoco.

Soltanto domani si potrà sapere quanto terreno è stato interessato dalle fiamme, le colture distrutte e gli eventuali beni immobili, case comprese, incise o poste in pericolo delle fiamme.

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Sono le otto e trenta di stamattina domenica 29 maggio.

 

Un migrante di colore tenta di attraversare la galleria di Coreca camminando sulla carreggiata.

 

È a piedi.

Non ha bande che lo rendano visibile.

Una prima auto lo evita per un nonnulla.

E così una seconda.

 

La terza rallenta e ne accompagna l’uscita dalla galleria.

E’ una fortuna per il migrante che riesce ad arrivare fuori dalla galleria in sicurezza.

Ma la manovra di rallentamento dell’auto solleva strombazzanti obiezioni da parte degli altri automobilisti.

 

Chiediamo al comune di Amantea, se di sua competenza, od all’ Anas di disporre opportuna segnaletica bilingue.

Abbiamo appena letto la lettera delle mamme delle ragazze morte a San Lucido ed il loro disperato invito a migliorare la strada statale evitando che diventi una nuova strada della morte.

 

E stamattina registriamo un altro incidente sulla statale 18 poco prima della galleria di Coreca ( venendo da sud) nemmeno cento metri prima del posto dove ha cessato di vivere il giovane Andrea Bruno.

 

La signora Annamaria Rotundo, tornava dall’Ospedale civile di Lamezia Terme dove esercita l’attività di infermiera professionale.

Aveva appena finito il turno di notte e si accingeva a rientrare a casa, ad Amantea, quando, giunta ormai in vista della sua città, per ragioni incomprese andava ad urtare violentemente contro il gard rail dello svincolo della SS18 che porta alla località Tonnara.

 

Un colpo di sonno?

Un momento di defaillance fisica dopo una notte di intenso lavoro?

Un semplice attimo di distrazione?

Una caduta della attenzione dovuta al fatto di essere quasi al traguardo?

 

La abbiamo sentita ma ci ha dichiarato di non ricordare nulla.

Di certo sappiamo che per sua fortuna sono scoppiati ambedue i due air bag e questo ha di fatto evitato danni fisici rilevanti.

Immediati i soccorsi, tra cui il 118 che ha accompagnato la giovane infermiere presso il vicino ospedale di Paola dove ancora si trova.

Intervento anche delle Forze del’ordine per i rilevi del caso e dell’anas.


La macchina è letteralmente distrutta, da avviare al macero.

Se come sembra la giovane infermiera non si è fatta nulla ( o quasi) si tratta di un miracolo, o quasi.

A lei , per se e per la sua famiglia, comunque, gli auguri di una totale e prontissima guarigione.

Ma non manca chi, come ci è stato detto stamattina, ricordando anche il proprio incidente, sospetta che possa esistere anche qualche limite strutturale.

Anche stamattina, infatti, la strada era bagnata!

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Pubblicato in Primo Piano

Incidente Andrea Bruno

Manca una manciata di minuti alle 4 pomeridiane e la notizia di un incidente si sparge per le vie del paese ed p drammatica.

Un incidente mortale di un motociclista di Campora San Giovanni, tale Andrea Bruno, presso la galleria di Coreca.

 

Non pochi problemi nel tratto stradale, si riscontra incolonnamento ambo le direzione nonchè notevoli rallentamenti.

Si sa poco e quel poco è avvolto da incertezze.

Prendiamo la macchina fotografica, il cappello e l’ombrello per recarci sul luogo dell’incidente.

Provenendo da nord troviamo i vigili urbani che hanno deviato il traffico sulla vecchia statale che passa davanti alla tonnara.

La fila di auto verso sud è lunga e si muove lentamente.

 

Moto-Andrea-brunoNei pressi dell’albergo la Scogliera ancora i vigili che mandano le autovetture a destra sulla stradetta comunale mentre i pullman ed i caravan proseguono.

Dobbiamo scendere e bagnarci.

E così facciamo.

A piedi percorriamo un centinaio di metri prima di restare esterrefatti dalla drammaticità della scena.

Il corpo di un giovane motociclista è riverso sulla strada.

E’ solo, appena coperto da un telo.

Veniva da Campora SG ed aveva percorso pochissimi km.

Intorno a lui addetti del 118, carabinieri e vigili..

 

Lo sguardo coglie i segni di un altro drammatico incidente mortale di qualche anno addietro.
Il corpo del giovane trentacinquenne A. B. è a pochi centimetri da gard rail dove fiori e piante segnano un precedente incidente.

Un caso od un limite della strada?

 

Qualcuno ci ricorda che quel tratto di zona quando piove diventa un ruscello ed avanza l’ipotesi che il giovane motociclista possa essere scivolato sull’acqua.

Saranno magistrati e forze di Polizia a fare le dovute indagini

 

Il Ducati sul quale viaggiava il giovane Andrea è un centinaio di metri più avanti quasi come se avesse continuato da solo la sua corsa.

Ha travolto e spostato fuori strada il segnale di plastica giallo che permette di individuare l’incrocio.

Sono tutti in attesa del giudice.

 

Ma sul posto è presente il medico necroscopo che attende al suo amaro compito.

Scattiamo le foto ed andiamo via registrando un altro, ennesimo incidente mortale su una strada portatrice di morte.

 

GALLERIA FOTOGRAFICA

Pubblicato in Primo Piano

Della serie #dituttoedipiù.

Volte e grotte ad Amantea sembrano destinate a creare problemi

Non si è spenta l’eco della caduta di un grosso pezzo di ferro dalla grotta della villa omonima che ecco che cade un pezzo di cemento dalla volta della galleria di Coreca.

 

Immediata la chiusura della SS18 su ambo i lati

Durante la chiusura, il traffico in corrispondenza del km 348,000 è stato deviato su strade comunali.

 

Il personale Anas, tramite l`impresa incaricata, è intervenuto tempestivamente per la rimozione del materiale pericolante e per appurare l`assenza di ulteriori criticità.

Valida ed immediata l’assistenza da parte delle Forze dell’ordine.

 

Ora l’ Anas comunica che è tornata regolarmente fruibile la galleria `Coreca`, situata lungo la strada statale 18 `Tirrena Inferiore`, nel territorio comunale di Amantea, in provincia di Cosenza.

E sempre l’Anas raccomanda prudenza nella guida e ricorda che l`evoluzione della situazione del traffico in tempo reale è consultabile sul sito.

Ovviamente il fatto ha suscitato preoccupazione e perplessità tra la gente del luogo che si interroga sulle cause del crollo.

 

Sembra il caso di ricor dare l’adagio “ Tanto tuonò che piovve”.

Gigi invia il greve comuni cato che segue, con il quale racconta quello che gli è accaduto a Coreca ieri l’altro proprio mentre i Carabinieri , con una brillante operazione, inseguivano i ladri che da tempo avevano messo a soqquadro Amatea e dintorni. Scrive Gigi:

“Ieri mattina ho visitato, insieme ad un amico, una cara famiglia in località “Marano” nei pressi di Campora San Giovanni. Tornati a valle, sulla quasi battigia del Mare di Ulisse nella Contrada “Coreca”, prima di tuffarmi in quelle sacre acque, ho accettato l’invito dell’amico a bere qualcosa di fresco nel suo giardino. Dopo circa 20 minuti venivo accompagnato all’uscita dove mi aspettava una sgradita sorpresa.

Quattro persone, con fare minaccioso si dirigevano verso di me lanciandomi una serie di insulti e minacce. Il quartetto era formato da un padre, un figlio, una figlia e un quarto elemento palestrato e decorato con qualche tatuaggio. Il loro urlare nei miei confronti, era dovuto in parte, a delle richieste di chiarezza da me ripetutamente chieste negli ultimi mesi alle Autorità competenti, e che riguardano beni demaniali messi in discussione dalla famigliola sopracitata che ne rivendica la proprietà. Le loro minacce venivano pronunciate , in presenza dell’amico che mi aveva appena ospitato in casa sua.

Questo loro agire mi ha portato a far intervenire la pattuglia dei Carabinieri del 112, che celermente è intervenuta. L’avvertimento più esplicito veniva pronunciato dal quarto elemento, quello tatuato: “Io ti squarto….. E da oggi mi dedicherò a te se continuerai a scriver male dei miei amici e ti squarterò anche se solo passerai da qui”.

Il "capo" del gruppetto avrà deciso, questa volta, di intervenire direttamente insieme al suo seguito, perché son tornato a scrivere sui beni demaniali e sulla strana concessione dei lotti estivi che vedono ancora una volta coinvolto chi gestisce l’albergo “La Scogliera”.

Amministratore unico, che a seguito del mio articolo,"Coreca atto III" ha avuto l’ardire e oserei dire l’incosciente temerarietà di recarsi presso l’abitazione di mia madre novantenne e cardiopatica, a lamentarsi del mio “chiedere” alle Autorità competenti di fare luce sulla sua rivendicazione proprietaria di un bene demaniale.

La minaccia costituisce una forma di delitto a carattere accessorio, in quanto ricorre come figura autonoma solo quando il fatto non sia specificamente previsto come elemento costitutivo o circostanza aggravante di altro reato.

Essa, quindi, va tenuta distinta da quei fatti che, pur configurandosi in forma di minaccia, consistono, invece, in imprecazioni o insulti.

Si commette il reato di minaccia con ogni manifestazione esterna a mezzo della quale, a fine intimidatorio, venga rappresentato ad un soggetto il pericolo di un male ingiusto che, in un futuro più o meno prossimo, possa essergli causato dal colpevole, o da altri per lui, nella persona o nel patrimonio.. Si può commettere il reato di minaccia con ogni mezzo e con ogni comportamento. E’ necessario però che essi siano idonei a suscitare, in chi li subisce, il timore o la preoccupazione di dover sopportare o soffrire un male ingiusto. Non è indispensabile quindi che la persona destinataria resti effettivamente intimidita. Se però la minaccia è particolarmente grave o è stata posta in essere con armi, o da più persone riunite, o da persone che si siano rese irriconoscibili perché “travisate”, non c’è bisogno di querela: si procede d’ufficio, bastando cioè che il magistrato abbia ricevuto in qualunque modo notizia del fatto. La gravità della minaccia, che fa scattare l’ipotesi del secondo comma dell’articolo 612 del codice penale (che punisce con la reclusione e non con la multa) non dipende unicamente dalla gravità del danno minacciato, ma va accertata con riferimento all'entità del turbamento psichico causato alla vittima. Questa entità deve valutarsi tenendo conto di tutto l’insieme delle circostanze e delle particolari condizioni sia dell'agente che della persona offesa. Perché sia configurabile la minaccia è necessario che la prospettazione del male minacciato sia ricollegabile ad un soggetto identificabile. Inoltre, la frase minacciosa “ti squarto in due”, poiché è da ritenersi grave – in quanto minaccia di morte – è punita con la pena della reclusione, piuttosto che con una più modesta pena pecuniaria. Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Pubblicato in Politica

Scrive Gigino Pellegrini: Ora l'inverno del mio e del vostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di Coreca, e tutte le nuvole che incombevano minacciose su tutti noi sono sepolte nel petto profondodel mare di Ulisse. Ora le fonti saranno cinte di ghirlande di vittoria, le matite malconce appese come trofei, le mani rattrappite riposeranno in pace. Forse.

 

Ricordando lo scrittore americano e premio Nobel John Steinbeck e il suo ultimo romanzo: “L'inverno del nostro scontento”.

Nell’ambito dei beni pubblici, i beni appartenenti al demanio marittimo sono oggetto di una disciplina propria, desumibile oltre che dai principi generali contenuti nel codice civile dalle specifiche norme dettate dal codice della navigazione.

Quello che in questo caso interessa è accertare se sia possibile ravvisare la sdemanializzazione tacita di beni facenti parte del demanio marittimo o se al contrario sia necessario un esplicito atto di sdemanializzazione, affinché un bene venga sottratto alla relativa disciplina pubblicistica. Questo è quanto si sta chiedendo da oltre due mesi alle autorità competenti, senza ancora ricevere risposta soddisfacente che determini una volta per tutte che, i circa 2000 metri quadri demaniali, rivendicati dai gestori dell’albergo “La Scogliera” come loro proprietà in via Corica, siano in realtà proprietà dello Stato.

Lo strumento principe per incrementare e sviluppare le utilità ritraibili dalle spiagge è la concessione amministrativa che consente alla Pubblica Amministrazione di affidare a privati la gestione di determinate porzioni di lidi marittimi verso il pagamento di un determinato canone mensile consentendo a questi di lucrare sui servizi offerti agli utenti. Con lo strumento concessorio la pubblica amministrazione attua, in definitiva, anche due importanti norme costituzionali, ossia l’art. 9, che impone allo Stato la tutela del paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione, e l’art.41, secondo comma, che sancisce la libertà dell’iniziativa economica se non contrastante con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana.

A conferma di quanto si va dicendo da troppo tempo, la categoria del demanio marittimo è individuata dall’art. 28 cod. nav. ai sensi del quale “Fanno parte del demanio marittimo: a) il lido, la spiaggia, i porti, le rade; b) le lagune, le foci dei fiumi che sboccano in mare, i bacini di acqua salsa o salmastra che almeno durante una parte dell’anno comunicano liberamente con il mare; c) i canali utilizzabili ad uso pubblico marittimo”.

La norma compie una specificazione ed un ampliamento di quanto disposto dall’art. 822, comma 1, c.c. che qualifica come appartenenti al demanio pubblico il lido del mare, la spiaggia, le rade ed i porti. Altra certezza è che il lido del mare comprende la zona di riva bagnata dalle acque fino al punto che viene coperto dalle ordinarie mareggiate, estive ed invernali, escluse quelle dei momenti di tempesta.

I porti e le rade (spazio di mare prossimo al porto) sono quelle strutture permanentemente utilizzate per il riparo e l’approdo delle navi. Per demanio statale in generale si intendono tutti i beni appartenenti allo Stato, destinati per natura o per legge al soddisfacimento di una funzione pubblica e perciò sottratti al commercio, con i quali la collettività entra in rapporto di fruizione diretto e gratuito. Più in particolare, il demanio destinato a soddisfare gli usi pubblici del mare, riconducendo a tale categoria non solo quelli concernenti le attività in connessione diretta col mare (pesca, navigazione, ecc.) ma anche quelli che presuppongono l’utilizzazione indiretta a favore della collettività (diporto, balneazione, ecc.), rientra nella categoria del demanio marittimo.

I beni demaniali marittimi fanno parte del demanio necessario. Il demanio necessario comprende tutti quei beni immobili che devono essere demaniali ipso facto: sono in altre parole demaniali per natura, questi beni sono tutti di proprietà dello Stato, e solo eccezionalmente delle Regioni (ad es. nella Regione Sicilia il trasferimento dei beni demaniali marittimi è avvenuto col D.P.R. n. 684/1977). Il regime giuridico cui sono sottoposti i beni demaniali prevede, come conseguenza derivante dalla loro natura di res extra commercium, l’esclusione dalla sfera dei rapporti patrimoniali privati.

Di conseguenza i beni demaniali sono inalienabili, imprescrittibili ed inespropriabili . la loro natura non commerciabile non può formare oggetto di negozi giuridici e dunque non può essere oggetto di trasferimento a terzi, la violazione del divieto implica la nullità dell’atto di trasferimento. “Il possesso delle cose di cui non si può acquistare la proprietà è senza effetto” dunque i beni demaniali sono indisponibili, dunque inusucapibili.

La totale sottrazione dei beni demaniali al regime di circolazione privatistico, non ne esclude la trasferibilità secondo le regole di diritto pubblico purché ciò non venga ostacolato dalla natura del bene.

Lo Stato, quindi, deve, attraverso tutte le autorità competenti, impedire l’alienabilità di tali beni, destinati ad una determinata funzione d’interesse pubblico, anche se consente, invece, lo sfruttamento di tali aree demaniali per finalità turistiche e commerciali purché non si comprometta la destinazione primaria ed intrinseca del bene pubblico. I cittadini di Amantea sono stanchi delle “orecchie da mercante” da parte delle Autorità e chiedono alle stesse di chiarire definitivamente questa situazione vergognosa venutasi a creare in questi lunghi anni.

“Io che nulla amo più dello scontento per le cose mutabili, così nulla odio più del profondo scontento per le cose che non possono cambiare.” Bertolt Brecht. Gigino A Pellegrini & G el Tarik.

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Gigi El Tarik.

“ Per molti giorni ho sperato di non dovere scrivere un atto quarto sull’affare Coreca e il demanio, ed invece rieccomi ad informarvi che non vi è stato nessuno sviluppo sulla faccenda della rivendicazione di un proprietario alberghiero di circa 2000 metri quadri di una area appartenente al Demanio marino.

Addirittura, ho dovuto registrare atteggiamenti arroganti e prepotenti inauditi.

La prepotenza è un fattore che pone le sue radici nel periodo corrispondente alla nascita dell’uomo e al suo successivo inserimento nella società.

Si è sviluppata nel corso dei secoli in modalità al quanto differenti e ha manifestato coinvolgimenti di vario genere. È un problema che riguarda soprattutto la specie umana, perché determina alcuni aspetti del comportamento i quali gestiscono la personalità.

Sempre la prepotenza è la caratteristica di chi impone agli altri con forza e arroganza la propria volontà, impedendo la divulgazione delle idee e delle ragioni altrui. Si possono definire prepotenza atti che hanno avuto luogo in tempi antichi o passati, oppure atti che hanno avuto luogo precedentemente o che si svolgono ancora oggi, come la delinquenza organizzata sia privata che amministrativa.

Se fossi un bravo ragazzo della porta accanto sarei portato ad esprimermi con toni e parole adeguate e direi, per esempio: “La prepotenza trae origine dal "cuore cattivo"che desidera dominare e sottomettere il prossimo.

Il prepotente è avallato di solito da persone deboli, che non sanno fronteggiarlo e per quieto vivere,gli diventano succubi.

Non è vero che gli altri ignorano la sua inferiorità,lo sanno che è inferiore almeno dal punto di vista psicologico e riesce a dominare, il prossimo,sfoderando la forza bruta e la favella tagliente. Se il prepotente venisse lasciato sbattere nel suo brodo,l' arroganza e la prepotenza,sbollirebbero a nostro vantaggio.

Infatti l' arrogante e il prepotente vivono bene solo quando sono al centro dell' interesse e nella loro cattiveria credono di poter fare il buono e il cattivo tempo.

Diamo troppa importanza a chi non merita e a chi va "scesa la cresta"per il bene della collettività...

Invece, forse per codardia, li lasciamo impuniti, anzi a volte li assecondiamo per nostra disgrazia. Ma io non sono un bravo ragazzo, anzi sono un rompiballe.

Dopo questa lunghissima prefazione, eccoci al IV Atto, scena prima.

Qualche giorno fa, erano circa le 22, un giovane marito con moglie e figlia decisero di fare una passeggiata su Via Coreca a Coreca.

Si avviarono lungo questa strada dove abitano per arrivare sul piazzale antistante l’albergo “La Scogliera” appartenente, come ho già avuto modo di documentare negli articoli che hanno preceduto questo, al Demanio marino.

All’improvviso, come proveniente dall’oltretomba, una voce ammoniva la famigliola e a malo modo li buttava fuori da ciò che la voce, appartenente al proprietario del su citato albergo, dichiarava di essere un’area di sua proprietà.

Onde evitare discussioni, il buon padre di famiglia, insieme a moglie e figlia, si allontanò. Questa stessa scena, mi dicono, si è ripetuta decine e decine di volte negli ultimi anni. Questa sua prepotenza trae forza dal narcisismo.

Il narcisista proprio come il neonato ha interesse solo per i propri bisogni, naturalmente per il neonato questo è indispensabile. Pensate se non piangesse ad ogni malessere, egli a quell'età non è autonomo e morirebbe di inedia senza che la madre o chi svolge questo ruolo se ne accorgesse. Naturalmente esistono individui che, per ragioni che non stanno in un post, hanno sviluppato una scarsissima empatia con il mondo esterno, lo usano solamente e non hanno nessun interesse per le problematiche altrui.

Una parte di loro è rimasta nella fase neonatale anche se sono adulti, potenti e prepotenti.

Ora me ne viene in mente qualcuno anche tra i nostri “politici” ma non voglio scatenare polemiche inutili e fuorvianti.

E così si arriva alla eventuale prepotenza e arroganza di chi amministra la cosa pubblica che nel caso specifico, non ottempera all’esecuzione di vari mandati di sgombero , ultimo del 2012, di quell’area demaniale alla quale ho accennato all’inizio di questo scritto.

Questo modo di agire dell’Amministrazione comunale e delle autorità competenti è tipico di chi con arroganza si sente padrone delle cose; dimenticando che è stato chiamato a gestire una città ed un territorio che appartiene a tutti noi e dei quali nessuno è proprietario.

C’è di più. Non più tardi di una decina di giorni fa mi è capitata nelle mani una lettera dell’Avvocato Gino Perrotta di Paola inviata al Dirigente del Settore Demanio, al Sig. Sindaco del Comune di Amantea e al segretario Generale del Comune di Amantea. Oggetto della lettera “Impugnativa e contestuale richiesta di annullamento del verbale redatto in data 29/5/2015 relativo al Bando di Gara mediante procedura aperta per ‘assegnazione Lotti Liberi del piano spiaggia’. Il motivo che mi porta ad accennare a questa lettera è presto detto.

Il proprietario dell’albergo “La Scogliera” ancora una volta è il “protagonista” della richiesta di “ “annullamento del verbale” sopracitato, in quanto veniva escluso ufficialmente per il “lotto 29” perché la sua richiesta di partecipazione era sprovvista del “requisito della garanzia bancaria”.

Il giorno successivo venivano riammesse alcune ditte, fra queste la SIDAFRA srls del proprietario dell’albergo “La Scogliera”. “Dalla lettura, (continua l’avv. Perrotta) del citato pseudo-verbale è facile rilevare la mancanza di motivazione per la riammissione….. Dal momento che le norme che regolano gli atti della Pubblica Amministrazione sono ispirati alla trasparenza e prevedono rigidi protocolli procedurali che, ….non consentono di riammettere, a distanza di 24 ore, un soggetto escluso da una gara pubblica …….constatato che trattasi di un documento privo di qualsiasi valenza giuridica ……..” .

Ammetto di sentirmi un po’ stanco e amareggiato ma sarebbe quasi un sogno, svegliarmi e scoprire che un qualsiasi cittadino, quale io sono, può, a volte essere fortunato e trovare dall’altra parte dello “sportello” pubblico un funzionario, che aiuti la cittadinanza a fare chiarezza. Tuttavia, se il funzionario non ha questa sensibilità civile, il cittadino è completamente indifeso davanti all’arroganza, alla prepotenza e alla grettezza: il problema è, quindi, non personale, ma di “Sistema”.

E qui la sorpresa! Si fa per dire! La ditta estromessa il 28 maggio 2015 e riammessa la mattina del 29 cm., con un atto arbitrario da parte del responsabile dell'ufficio Demaniale del Comune di amante, senza il consenso della Commissione, si è poi aggiudicata il "lotto" 29!! Complimenti!!!

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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