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Pochi ma buoni gli amanteani che hanno colto l’occasione per ricordare Borsellino e gli altri eroi della sua scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna della Polizia a morire in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina per i quali non ci fu scampo.

Gli altri erano al mare….

Chi erano?

Eccoli ( li vedete nella foto in basso)

Così non c’è bisogno di citarne i nomi.

Sono alcuni amministratori della maggioranza( nessuno della minoranza), alcuni rappresentanti della associazione dei marinai d’Italia, alcuni agenti della Guardia Costiera, della Guardia di Finanza e della Polizia municipale.

Alcuni storici, il segretario del Rotary.

Gli astanti hanno osservato un minuto di silenzio.

Poi il sindaco ha offerto un mazzo di fiori in memoria degli eroi italiani che lottarono contro la mafia e letto un sentito intervento che ha suscitato intenso applauso da parte degli astanti.

Pubblicato in Politica

Appuntamento oggi 19 luglio alle 16.30 in Piazza Falcone Borsellino dove alle ore 16.58 si terrà un minuto di silenzio in ricordo di Paolo Borsellino e degli agenti della scorta.

 

 

 

 

 

 

 

Sono trascorsi 27 anni dalla strage di via D’Amelio, Amantea ricorda Paolo Borsellino Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

In attesa di questo momento sarà anche l’occasione per scambiare 4 parole con l’amministrazione comunale che ha organizzato l’evento e che sarà quasi tutta presente.

Con la scusa è stata ripulita tutta Piazza Falcone Borsellino con il doveroso taglio delle erbe infestanti.

Poi , per chi vorrà, seguirà un ricordo da parte del Sindaco della città Mario Pizzino che a termine della commemorazione poserà simbolicamente in me4moria ed onore degli eroi d’Italia un fascio di fiori

Pubblicato in Primo Piano

Lo scorso 23 aprile 2017 a Palermo venne inaugurato “Il Giardino della memoria” che accoglie quello che resta dell'auto di scorta di Falcone.

Anche Amantea ricordò Giovanni Falcone.

Anche noi lo facemmo nel nostro piccolo.

Insieme ad un gruppo di amici.

Senza fanfare, senza clamore, ma con cuore grato per chi ha consapevolmente offerto la propria vita per l’Italia.

Nel modo più semplice, affiggendo il celebre manifesto di Falcone e Borsellino su retro di un tabellone del comune.

Ovviamente dopo aver chiesto l’autorizzazione alla commissaria straordinaria.

Ed il 23 maggio 2108 a 26 anni dalla strage porteremo un mazzo di fiori ai nostri eroi.

A tutti, a Falcone, alla moglie Francesca Morvillo, ed agli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, a Borsellino ed ai cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Nessun timore per il giardino di Amantea( vedi foto di oggi 21 maggio).

Domani sarà sicuramente pulito ed abbellito.

Pubblicato in Politica

Stasera noi non ci saremo.

 

Ecco il testo della nota del M5s:

“Oggi è il 19 luglio, un giorno che a noi adulti fa venire la pelle d’oca.

Nel 1992 non erano nati i diciottenni di oggi ed erano appena nati i venticinquenni.

Noi che l’abbiamo vissuto che dovere abbiamo nei loro confronti?

 

Il nostro dovere morale è quello di far conoscere a questi giovani chi era Paolo Borsellino e cos’è successo il 19 luglio.

Quanti di noi conosciamo a fondo la vita di quest’uomo eroe, del suo grande amico Giovanni Falcone, del suo mentore Rocco Chinnici, degli uomini di scorta eroi invisibili e cosa abbia realizzato il pool antimafia?

Non è certo con queste poche righe che riusciremo ad esprimere il rigore morale, la giustizia, il rispetto per la vita, il lavoro come missione, cosa sia il coraggio, e cosa un uomo possa realizzare attraverso la forza della coerenza.

 

Non ci riusciremo, e così ci limitiamo a ricordare.

Paolo Borsellino era un uomo, che nella vita ha fatto quello che c’era da fare, ha fatto il suo dovere al quale il suo cuore non sapeva sottrarsi, un uomo che il 19 luglio del 1992 è stato ucciso insieme alla sua scorta, così come altri magistrati eroi prima di lui.

Perché abbiamo il dovere morale di ricordare? Perché la vita è una continua lotta tra il bene e il male e ogni momento si decide da che parte stare.

 

Noi abbiamo deciso di stare dalla parte del bene e della giustizia perché la nostra indole non ci permette altro.

E stare da questa parte implica dire le cose come stanno e rifiutare l’ipocrisia e le linee d’ombra, che prima ti confondono, poi ti spingono ad accettare il compromesso, poi inevitabilmente ti portano dalla parte sbagliata.

Per noi oggi commemorare Borsellino, una persona uccisa dalla mafia e non solo, che la mafia ha denunciato e combattuto, significa sentire profondamente dentro noi stessi di appartenere al pensiero e all’agire di quella persona, significa cercare attraverso la nostra piccola quotidianità di mettere in pratica quelle idee, di essere coerenti con quanto si pensa, si dice e si fa.

Quando però l’azione non corrisponde alle parole pronunciate e di facciata, allora c’è qualcosa che non va, allora si genera ipocrisia.

È da questa che noi oggi prendiamo le distanze, non dalla commemorazione alla quale siamo stati invitate, ma da quell’ipocrisia che abbiamo già denunciato nel primo consiglio comunale.

Il 26 gennaio 1989 Borsellino diceva: “L'equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E no! Questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh! Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest'uomo è mafioso. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c'è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati.” E per mafia si intende chi condiziona la libertà dei cittadini e il regolare andamento delle funzioni pubbliche, con metodi fondati su omertà, silenzio, intimidazione e violenza.

Ancora Borsellino diceva: “La lotta alla mafia (…) non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità, e quindi della complicità.”

Stasera alle ore 21 l’amministrazione comunale ci ha invitato ad una cerimonia in Piazza Falcone e Borsellino. Ma noi non ci saremo!

Prendendo atto della correttezza istituzionale dell’invito che ci è stato rivolto e di cui ringraziamo, ci vediamo però costrette, in virtù dell’attualità e delle considerazioni espresse, a disertare la manifestazione prevista per questa sera, perché prendendo come esempi questi uomini eroi e facendo politica in prima persona, siamo chiamate ad una coerenza profonda e autentica che non possiamo e non vogliamo tradire.

La memoria di Paolo Borsellino e degli uomini della scorta caduti in via D’Amelio 25 anni fa, per tenere fino all’ultimo alta la fiaccola della legalità, va onorata, ricordata e perseguita.

Lo faremo nelle prossime settimane con la presenza di parlamentari della commissione antimafia, rivolgendoci soprattutto a voi giovani, a voi che rappresentate il futuro della comunità , a voi che tra qualche anno sarete la nostra classe dirigente per continuare a ricordare i gesti e le parole di quegli uomini eroi che sono morti anche per noi.

Il minimo che possiamo fare è avere il coraggio di scegliere da che parte stare.

“La paura è umana, ma combattetela con coraggio!”

#ilcoraggiodicambiare #M5s #amantea5stelle

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Il 19 luglio di 25 anni fa Paolo Borsellino andava a trovare la madre in via D’Amelio pur avendo, dopo la morte di Falcone, piena consapevolezza del suo destino.

 

Borsellino ritornava al nido, la casa della madre, per ritrovare se stesso e le sue idee

Appuntamento , allora, in via Dogana lato nord alle ore 16.45

Qualche minuto di attesa ed alle ore 16.58 esatte ( l’ora dello scoppia dell’auto che ha ucciso Borsellino) offriremo alla sua immagine ed a quella di Giovanni Falcone , i due indimenticabili eroi italiani, un mazzo di fiori ed osserveremo in loro memoria un minuto di silenzio.

Lo faremo anche se saremo in pochi , ma chiunque voglia , ovviamente, può assistere.

In questo modo vogliamo semplicemente per testimoniare che c’è un’Amantea che non ha dimenticato e che vuole ricordare e raccontare quel che è successo e celebrare gli eroi della giustizia, eroi che quotidianamente , ieri, come oggi, e speriamo domani, lottano contro le violenze, le ingiustizie, talora pagando con la propria vita.

Eccoi fiori che abbiamo comprato

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Pubblicato in Cronaca

Una città che dimentica la sua storia è una città persa.

 

Una città che non ricorda è una città senza futuro

Abbiamo detto che le belle immagini di ceramica di Pedro Bonavita che rappresentavano i due eroi Falcone e Borsellino erano miseramente cadute ed i pezzi con il tempo erano stati raccolti dalle mani pietose di un amanteano.

 

Inutilmente sollecitavamo la riproposizione proprio nella piazza a loro titolata.

Il 2017 si sono compiuti i 25 dalle loro morti per mano della mafia che avevano combattuto in nome e per conto della Giustizia, dell’Italia e degli Italiani.

A paura.

Uomini che vivevano con la paura della morte, una paura che non impediva di fare il proprio dovere.

Dimenticarli oggi è una vergogna

Poco prima della celebrazione del 25° anno della strage di Capaci chiesi al commissario se avessero intenzione di celebrare l’avvenimento e nel caso contrario di farmi apporre una stampa dei due eroi sulla locandina di Via Dogana.

Venni autorizzato e lo feci.

 

Da solo, o meglio insieme con un amico che ha scattato questa foto.

Nei prossimi giorni, il 19 luglio, è il 25° anniversario della strage di via Mariano D’Amelio a Palermo , nella quale persero la vita il magistrato italiano Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.( L'unico sopravvissuto fu l'agente Antonino Vullo, risvegliatosi in ospedale dopo l'esplosione, in gravi condizioni)

Oggi Fiumefreddo Bruzio celebra paolo Borsellino con un evento.

 

Ed Amantea?

Vorremmo sapere se la politica amanteana (ora che non c’è il commissario) intende celebrare questo eroe anche semplicemente ponendo , ALMENO, un mazzo di fuori sotto la sua immagine.

Diversamente lo faremo noi giorno 19 luglio alle 16.58 insieme a chiunque altro lo voglia( è un appuntamento)

Vorremmo anche sapere se ad Amantea continuiamo ad essere in 3 a ricordare Borsellino, io, il mio amico e vicino di casa Riccardo Clemente, ed un meraviglioso ragazzino di Campora San Giovanni che lo ha eletto a “SUO EROE” e me come suo amico.

PS Amantea ingrata non dimentica “solo” Borselino, ma anche molti altri che fanno od hanno fatto il loro dovere !

I carabinieri di Catanzaro hanno arrestato, su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia, 52 affiliati alla cosca di ‘ndrangheta “Cerra – Torcasio - Gualtieri” attiva nella piana di Lamezia.

 

Sono tutti ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso, traffico illecito di sostanze stupefacenti, possesso illegale di armi ed esplosivi, estorsione, danneggiamento aggravato, rapina.

 

Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, Miceli avrebbe spinto per l’acquisto di un grosso quantitativo di esplosivo da utilizzare per commettere danneggiamenti: “.... tra oggi e domani ... mi fa sapere quanto vogliono. Gli ho detto tu bloccali tutti ... che ... facciamo Falcone e Borsellino a Lamezia ...”.

Il messaggio, dunque, è quello di una cosca capace di acquisire esplosivo in quantitativi imponenti. Il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha evidenziato: «Si stavano preparando a creare un clima di terrore perché avevano già comprato ed erano arrivate a Lamezia armi da guerra, oltre che esplosivo».

 

Il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha evidenziato: «Si stavano preparando a creare un clima di terrore perché avevano già comprato ed erano arrivate a Lamezia armi da guerra, oltre che esplosivo».

 

Questi i nomi dei fermati:

Antonio Miceli,

Nicola Gultieri inteso "Nicolino",

Giuseppe Grande "U pruppo",

Vincenzo Grande,

Daniele Grande,

Teresa Torcasio,

Antonio Domenicano,

Mattia Mancuso,

Danilo Fiumara,

Luca Salvatore Torchia,

Ottavio Muscimarro,

Paolo Strangis,

Rosario Muraca,

Domenico De Rito inteso "Tutu'",

Alessio Morrison Gagliardi,

Emmanuel Fiorino,

Fortunato Mercuri,

Carloalberto Gigliotti,

Vincenzo Brizzi,

Michele Grillo,

Alessandro Gualtieri,

Claudio Vescio inteso "caio",

Vincenzo Strangis,

Alex Morelli detto "ciba",

Antonio Torcasio detto "pallella",

Davide Cosentino,

Ivan Di Cello detto "Ivanuzzu",

Alfonso Calfa detto "paparacchiu",

Pino Esposito,

Smeraldo Davoli,

Antonio Perri detto "Totò,

Antonio Muoio,

Giuseppe De Fazio,

Antonio Mazza,

Antonio Saladino detto "birricella",

Antonio Franceschi,

Massimo Gualtieri,

Vincenzo Catanzaro,

Antonio Francesco,

De Biase Giuseppe Costanzo,

Antonio Gullo,

Guglielmo Mastroianni,

Antonio Paola "satabanco",

Antonello Amato,

Daniele Amato,

Flavio Bevilacqua,

Salvatore Mazzotta,

Concetto Franceschi,

Saverio Torcasio,

Maurizio Caruso.

Avvisi di garanzia a tre politici lametini. Si tratta di Giuseppe Paladino, attuale vicepresidente del Consiglio comunale, Pasqualino Ruberto e Giovanni Paladino

Proprio per approfondire i legami tra ambienti politici di Lamezia Terme e la criminalità organizzata questa mattina i carabinieri hanno effettuato alcune perquisizioni.

L'ipotesi è quella di una influenza della cosca sulle ultime elezioni comunali.

 

Giovanni Bombardieri, ha parlato dei «rapporti tra le cosche e alcuni referenti politici in relazione alle ultime elezioni comunali a Lamezia, svoltesi nel 2015. Siamo riusciti, tra a monitorare l’incontro tra i vertici della cosca e un candidato che per paura di essere riconosciuto si presenta nel quartier generale del gruppo criminale tenendo sempre il cappuccio della felpa sulla testa».

Pubblicato in Lamezia Terme

Ad Amantea,nella piazza Falcone e Borsellino c’è una tabella dove fino a qualche mese fa c’erano le immagini dei due eroi italiani della giustizia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

 

Poi le immagini di ceramica sono cadute e qualcuno misericordiosamente ne ha raccolto i frantumi.

Oggi la targa commemorativa è vuota.

Manca una città che avverta il dovere di ricordare

Manca una amministrazione che avverta il dovere di ripeterle.

Forse non ci sono soldi per pagare la nuova opera ceramica?.

Forse non ci sono più politici che abbiano voglia di apparire?

 

Abbiamo chiesto alla commissaria Colosimo se avesse intenzione di ricordare Falcone e Borsellino ma ancora ad oggi 22 maggio non abbiamo avuto risposta.

Noi facciamo quel che possiamo, tentiamo di non dimenticarli.

Sabato 23 maggio 1992 alle 17 e 56 nella cosiddetta "Strage di Capaci", cinquecento chili di tritolo fanno saltare in aria l'auto su cui viaggia il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta, Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani.

 

Il 23 maggio 1992, il giudice Falcone stava tornando a casa da Roma, come faceva solitamente nel fine settimana, insieme alla moglie Francesca. Partito da Ciampino con un jet di servizio intorno alle 16:45, atterra all'aeroporto Punta Raisi di Palermo dopo un volo di 53 minuti. Qui trova ad attenderlo 3 Fiat Croma blindate con la scorta. Falcone si mette alla guida della Croma bianca. In macchina con lui ci sono la moglie e l'autista giudiziario Giuseppe Costanza. La macchina di Falcone è preceduta da una Croma marrone, con gli agenti Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo, e seguita da una Croma azzurra con gli agenti Paolo Capuzzo, Gaspare Cervello e Angelo Corbo.

 

Le auto prendono l'autostrada, dirette verso Palermo. Alle 17:58, al chilometro 5 della A29, nei pressi dello svincolo di Capaci-Isola delle Femmine, il sicario Giovanni Brusca aziona una carica di cinque quintali di tritolo, che era stata posizionata in una galleria scavata sotto la strada. Pochi istanti prima dello scoppio, Falcone aveva rallentato per prendere un mazzo di chiavi dal cruscotto della macchina. Lo scoppio quindi travolge in pieno solo la Croma marrone. I tre agenti della scorta muoiono sul colpo.

 

Nemmeno due mesi dopo alle 16,58 del 19 luglio 1992, in via d'Amelio nel centro di Palermo Cosa nostra uccide il magistrato Paolo Borsellino, il caposcorta Agostino Catalano, e gli agenti Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Una Fiat 126 rubata contenente circa 90 chilogrammi di esplosivo del tipo Semtex-H (miscela di PETN, tritolo e T4 telecomandati a distanza, esplose in via Mariano D'Amelio 21, sotto il palazzo dove viveva la madre di Borsellino, presso la quale il giudice quella domenica si era recato in visita.

Lo scenario descritto da personale della locale Squadra Mobile giunto sul posto parlò di «decine di auto distrutte dalle fiamme, altre che continuano a bruciare, proiettili che a causa del calore esplodono da soli, gente che urla chiedendo aiuto, nonché alcuni corpi orrendamente dilaniati». L'esplosione causò inoltre, collateralmente, danni gravissimi agli edifici ed esercizi commerciali della via, danni che ricaddero sugli abitanti. Sul luogo della strage, pochi minuti dopo il fatto, giunse immediatamente il deputato ed ex-giudice Giuseppe Ayala che abitava nelle vicinanze.

L'agente sopravvissuto Antonino Vullo descrisse così l'esplosione: «Il giudice e i miei colleghi erano già scesi dalle auto, io ero rimasto alla guida, stavo facendo manovra, stavo parcheggiando l'auto che era alla testa del corteo. Non ho sentito alcun rumore, niente di sospetto, assolutamente nulla. Improvvisamente è stato l'inferno. Ho visto una grossa fiammata, ho sentito sobbalzare la blindata. L'onda d'urto mi ha sbalzato dal sedile. Non so come ho fatto a scendere dalla macchina. Attorno a me c'erano brandelli di carne umana sparsi dappertutto...»

 

Scompare la famosa agenda rossa del giudice, il diario sul quale il magistrato annotava riflessioni, pensieri e spunti investigativi aggiornati fino a pochi minuti prima della morte!

Tante le immagini ed i ricordi che sono rimaste nella storia.

Tra tutti le parole pronunciate dalla moglie dell'agente Schifani: "Io, Rosaria Costa, vedova dell'agente Vito Schifani mio, a nome di tutti coloro che hanno dato la vita per lo Stato, lo Stato..., chiedo innanzitutto che venga fatta giustizia, adesso. Rivolgendomi agli uomini della mafia, perché ci sono qua dentro (e non), ma certamente non cristiani, sappiate che anche per voi c'è possibilità di perdono: io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare... Ma loro non cambiano... loro non vogliono cambiare... Vi chiediamo per la città di Palermo, Signore, che avete reso città di sangue, troppo sangue, di operare anche voi per la pace, la giustizia, la speranza e l'amore per tutti. Non c'è amore, non ce n'è amore...".

Non possiamo dimenticare, non dobbiamo dimenticare….

 

PIAZZA FALCONECertamente tutti i cittadini di Amantea ricorderanno benissimo le foto di gruppo e i volti sorridenti di Sindaco e accoliti che, nel luglio scorso, si sono fatti immortalare dalla stampa durante l’inaugurazione della targa Intitolata a Falcone e Borsellino nella piazzetta che porta il loro nome, posta su Via Dogana. Si ricorderanno certamente anche le note della banda e la presenza delle forze dell’ordine in alta uniforme.

In quel giorno il Sindaco e la sua giunta, hanno voluto dare prova di grande operosità e senso civico, scoprendo una bellissima targa monumentale in ceramica maiolica -così riportava il comunicato diramato dall’amministrazione comunale- e offrendo ai presenti la vista di una piazzetta finalmente ripulita e degna di suscitare in tutti noi la memoria del sacrificio ultimo che i due magistrati siciliani hanno fatto per difendere la legalità e lo stato di diritto dalla protervia della mafia, in una parola per difenderci tutti!!

Ebbene, dopo quella giornata felice, il buio è calato inesorabile e la situazione è tornata ad essere incresciosa e irrispettosa. Basta fare capolino su quella strada per capire che la Piazzetta è stata di nuovo abbandonata a se stessa, così come è stato abbandonato quel senso di rispetto che la Sindaca diceva di avere voluto recuperare a luglio. Pochi mesi e tutto è stato azzerato, anzi paradossalmente peggiorato, visto che dalla targa è venuta via anche l’immagine di Falcone. Come se lo stesso Falcone, mi si perdoni questa deviazione intellettuale irriverente, avesse voluto segnalare il suo disappunto e non volesse più assistere allo scempio della memoria sua e del suo amico e collega Borsellino.

E’ voluto andare via Falcone, per non vedere l’erba alta che ormai impera incontrastata a fare da monito a chi si riempie e si è riempito troppe volta la bocca di parole come “lotta a tutte le mafie”, “lotta alla corruzione”, ”lotta alle inefficienze”.. ma poi non riesce nemmeno a tenere il decoro di una piccola aiuola e di una targa, che pure avrebbero un significato profondo.

A nulla sono servite le tante segnalazioni dei cittadini che risiedono su via Dogana che hanno a cuore la piazzetta; come purtroppo succede sovente, nessuno li ha mai ascoltati.

A questo punto, vista la situazione incresciosa, il Sindaco deve correre immediatamente ai ripari e ripristinare i luoghi, evitando a questa città un altro esempio di mala amministrazione e, soprattutto, di scarso senso civico e di appartenenza.

Auspichiamo che entro il prossimo Natale, venga ripulita la piazzetta e la targa ripristinata, e soprattutto, ne si abbia cura in futuro. E’ un dovere ineludibile verso la Città e verso i residenti di via Dogana.

foto piazza 2

                                                                                                       Vincenzo Lazzaroli

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Il testo del comunicato stampa è il seguente: ”Perché l’amministrazione teme il consiglio comunale ed il confronto?.”

 

 

E poi continua :“Nella scor sa settimana abbiamo formalizzato la richiesta di un consiglio comunale ad hoc che esamini nel suo complesso la situazione finanziaria dell’ente, partendo dai mutui negati dalla Cassa Depositi e Prestiti e percorrendo le innumerevoli posizioni debitorie dell’ Ente.

 

Sia la Legge che i regolamenti comunali obbligano l’amministrazione alla convocazione del Consiglio entro venti giorni quando lo richieda un quinto dei consiglieri che formano l’Assise.

In questo caso a inoltrare la richiesta siamo stati tutti i consiglieri di minoranza, quindi 6 membri sui 16 del Consiglio Comunale di Amantea.

 

La richiesta è stata resa nota anche al Prefetto di Cosenza che è tenuto ad intervenire nel caso di inadempienza dell’obbligo da parte del Comune.

L’altro ieri ci viene notificata la Convocazione del Consiglio Comunale (l’alleghiamo)per il prossimo 30 aprile alle 14:30, ben 13 punti tra cui l’esame del bilancio consuntivo dell’anno 2015.

Ci viene notificata anche una Commissione per giorno 28 quando gli atti devono essere già pronti e consegnati (la consegna deve avvenire giorno 26): praticamente quando non si potrà più discutere per modificarli …..anche qui nessuna utilità e nessun autentico confronto!! Così si spendono i soldi dei cittadini?!

 

Annunciamo sin d’ora che non andremo a quella commissione, che non ha alcun senso, evitando così spese inutili e qualsiasi presa in giro per noi e per i cittadini di Amantea.

I tre punti poi della nostra richiesta (che alleghiamo) sono stati riuniti in un unico punto denominato : “Istanza Capigruppo Minoranza Prot. 5664 del 13.04.2016. Discussione”.

Dunque i punti che dovranno essere discussi il prossimo 30 aprile saranno nientemeno 15.

Discussioni e temi fondamentali per la vita di un Comune, ancora una volta sono mortificati dalle scelte di calendario di questa “Amministrazione arrogante e ostile”, che ormai è chiaro percepisce come un fastidio il confronto democratico con le opposizioni in Consiglio Comunale.

CHISSA’ PERCHE’!!!!!

 

Questo, invece, il testo della richiesta di convocazione del consiglio comunale:

“Alla Presidente del Consiglio Comunale

Alla Segretaria Generale

                                                                                              Al Responsabile Servizi Finanziari

                                                                                              Al Revisore dei Conti

                                                                                              -COMUNE DI AMANTEA-

Alla Prefettura di Cosenza

Amantea, 11 Aprile 2016

OGGETTO: Richiesta Convocazione Consiglio Comunale

Con la presente, i sottoscritti Consiglieri Comunali Miriam BRUNO, Sante MAZZEI, Francesca MENICHINO, Sergio RUGGIERO, Alessandro SALVATORE, Concetta VELTRI, sottopongono formale richiesta di convocazione del Consiglio Comunale ai sensi dell’39, comma 2 del D. lgs. 267/2000 (Testo Unico degli Enti Locali – TUEL) recepito nel Regolamento del Consiglio Comunale del Comune di Amantea all’art. 24, comma 1, che così recita testualmente: “Il Presidente del Consiglio è tenuto a riunire il Consiglio Comunale, in un termine non superiore a 20 giorni, quando lo richieda il Sindaco oppure almeno un quinto dei Consiglieri in carica, inserendo all'ordine del giorno gli argomenti dagli stessi richiesti”.

I temi per i quali è espressa la presente attengono ad aspetti rilevanti concernenti la comunità locale, investendo tanto le competenze del consiglio comunale indicate all'art. 42, comma 2, del TUEL, quanto l’espressione dell'attività di indirizzo e di controllo politico amministrativo ai sensi dell'art. 42, comma 1, TUEL e posso sintetizzarsi in quanto segue, indicando in essi l’oggetto dell’Ordine del Giorno della seduta di Consiglio Comunale richiesta:

  1. Motivazioni diniego della Cassa Depositi e Prestiti alla richiesta di mutui. Valutazioni e discussione;
  2. Posizioni debitorie del comune di Amantea nei confronti di Enti, fornitori, privati. Esame analitico e discussione;
  3. Analisi della situazione finanziaria complessiva dell’Ente con esame cronologico per anno dei residui attivi e passivi presenti in bilancio.

Date la complessità e l’importanza dei punti inseriti all’ordine del giorno, si chiede la presenza del Responsabile dei Servizi Finanziari Dott. Gaetano Vigliatore e del Revisore dei Conti Dott. Massimo Currò.

Si rimane in attesa garantendo disponibilità agli uffici di segreteria per qualsiasi ulteriore precisazione e necessità di collaborazione.

Distinti saluti.

I consiglieri comunali:

Miriam BRUNO

Sante Mazzei

Francesca Menichino

Sergio Ruggiero

Alessandro Salvatore

Concetta Veltri

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