BANNER-ALTO2
A+ A A-

Sembra che nei prossimi giorni si provvederà a rimuovere centinaia e centinaia di mq di lastre di amianto che da oltre 50 anni “convivono” con la cittadinanza.

Strano che non appena arrivato da Rende l’ingegnere Francesco Stellato si riesca là dove non si è riuscito per oltre 50 anni.

Probabilmente non c’entra nulla la nuova presenza del nuovo tecnico, ma la casualità è ghiotta.

 

Aspettiamo eventuali smentite della prima notizia e della riferita tempestiva casualità.

Poco importerebbe la seconda, ma ci piacerebbe che fosse vera la segnalata rimozione dell’amianto.

Certo a nessuno dispiacerebbe se non solo questo sito sulla SS18 venisse bonificato ma i tanti altri che abbondano nella città.

Perché si verifichi questa invocata attenzione è necessario però che proprio il nuovo tecnico ingegnere Francesco Stellato si dia da fare per le ulteriori rimozioni.

All’uopo basterà porre sul sito comunale le planimetrie dell’amianto di cui il comune è in possesso e che restano nascoste neo cassetti dell’ente.

O basterà semplicemente l’elenco dei proprietari delle abitazioni che sono piene di amianto.

E’ noto come dal nuovo possa facilmente nascere il bene più facilmente che dal vecchio.

La comunità amanteana comincia a non sopportare più i ritardi nella eliminazione dell’amianto dal territorio cittadino.

In particolare quello dei tetti che rappresentano il maggiore pericolo per la salute umana.

E’ dai tetti di eternit che le fibre di amianto si diffondono nell’aria e nell’acqua piovana.

Ormai la gente sa che la respirazione di fibre d’amianto può determinare l’insorgere delle seguenti gravi malattie:

   asbestosi;

   cancro del polmone;

   mesotelioma,

   cancro della pleura (la doppia membrana liscia che racchiude i polmoni)

….cancro del peritoneo (la doppia membrana liscia che ricopre l’interno della cavità addominale).

In Italia si registrano 1.200 casi all’anno, e negli ultimi anni si è verificato un lieve e costante incremento nel numero dei casi.

Secondo le previsioni epidemiologiche, il numero dei casi aumenterà nel prossimo futuro.

E proprio questi dati stanno creando un sempre maggiore allarme tra la gente.

Al punto che appare intollerabile ogni ritardo.

Da qui, allora, l’aumento della preoccupazione e la paura per se stessi e per i propri cari.

Non ci sorprenderemmo, pertanto, se la gente cominciasse formulare denunce accompagnate da diffide cautelative dirette verso gli enti pubblici che sono ritenuti omissivi.

Particolari i timori da parte di chi abita ormai da anni nei pressi di abitazioni con tetti in eternit che versano in condizioni tali da esserne obbligati, i proprietari, alla urgente, se non immediata rimozione.

Le diffide saranno rivolte al comune ed all’Asp anche per i casi di tetti che finora non hanno subito i necessari controlli.

La comunità sembra stia intendendo la diffida accompagnata da foto ed altri atti o documenti quale condizione di tutela della propria famiglia per futuri eventi negativi.

Pubblicato in Cronaca

amianto 2Non c'è da scherzare. Non è più tempo. Forse non lo è stato mai. Quando non si sapeva del pericolo dell'amianto la cosa poteva pure passare in silenzio ma ora è tempo! Lo dimostra la grande quantità di tegole di eternit abbandonate sulle colline della città. Sembra un medio tetto, non cosa da poco. E la città omissiva e dimentica non parla. Sta zitta. Non si preoccupa. Non si preoccupa che le fibre dell'amianto si liberano nell'aria, che cadano per terra e calpestate dalle nostre scarpe vengono portate, nelle nostre case e che infine cadano nelle reti bianche e da qui al mare. Insomma siamo circondati di pericoloso amianto e non facciano niente

“Finalmente” ci è stato detto da chi ci ha segnalato la preziosa ordinanza sindacale n 134 del 30.11.2018 a firma Mario Pizzino e che ha dato il via alla rimozione di uno dei più grandi tetti di amianto della città.

 

 

 

 

Una ordinanza che ci era sfuggita e per questo molto bene ha fatto il nostro anonimo collaboratore a segnalarcela

Parliamo dell’immobile sito in Via della Libertà n 23.

Non l’unico certamente, ma comunque uno dei principali punti di pericolo della comunità locale.

Non solo per la sua entità, ma, anche, per la sua ubicazione in una delle aree urbane più frequentate, prossima al mercato ortofrutticolo

Ora esiste la speranza che anche altri edifici in similari( se non in peggiori) condizioni diventino oggetto della attenzione dell’ Ufficio di Igiene Pubblica del distretto Tirreno dell’Asp di Cosenza e dei sindaci. come è stato per Amantea .

Intanto i nostri complimenti all’ Ufficio di Igiene Pubblica, all’Ufficio tecnico Lavori pubblici ed al sindaco di Amantea per l’avvio del procedimento di attenzione ai veri pericoli della città con l’augurio che non ci si fermi.

Pubblicato in Primo Piano

Lo sanno al comune.

Lo sanno perché la regione ha inviato al comune( già da tempo) le aerofoto grammetrie come quella nella foto.

 

 

 

 

 

Ma il comune ha “stipato” il tutto in un cassetto( non sappiamo quale ) senza pubblicizzare i dati

E senza pubblicizzare lo stato di pericolosità dell’amianto presente sul proprio territorio

Eppure i dati sono allarmanti.

Il risultato della telerilevazione mostra 11 milioni di metri quadrati di coperture in eternit per circa due milioni di abitanti.

Una media, cioè, di 5,5 metri quadri a testa.

Se attendibile nel comune di Amantea dovrebbero esserci corca 77mila mq di amianto.

L’ingegnere Giuseppe Infusini coordinatore provinciale dell’Osservatorio Nazionale Amianto Cosenza ricorda che “dove è presente amianto notiamo delle morti legate a patologie polmonari ipoteticamente correlabili all’inalazione di particelle di eternit”.

Si tratta di malattie infauste come asbestosi, cancro polmonare, il mesotelioma pleurico e peritoneale.

L’amianto, anche se non sempre può essere considerato pericoloso, è infatti un agente cancerogeno primario.

Ogni tanto un amico od un nostro lettore ci informa della presenza nei pressi della sua abitazione di tetti di amianto, quasi ad indicarci di fare un articolo che solleciti l’ amministrazione a vigilare.

Magari fosse così!

Noi comunque per rispetto degli amici e dei nostri lettori solleviamo il problema sperando che i comune muova nella giusta direzione

Ma, nel contempo, suggeriamo loro di “parlare “ o meglio di “scrivere” chiedendo controlli ed accertamenti ( di competenza dell’Asp) da pubblicare sul sito del comune

Insieme sollecitiamo i congiunti di persone decedute con affezioni sospette di chiedere accertamenti specifici.

Noi chiediamo al comune di pubblicare le aerofotogrammetrie.

Una diversa e migliore attenzione al problema non guasta.

A tutti ricordiamo che a Cosenza c’è una sede provinciale dell’Osservatorio Nazionale Amianto,sede alla quale possibile chiedere informazioni e denunciare criticità

Lo si può fare recandosi in sede nei palazzi del Centro Commerciale Due Fiumi (piazza Mancini n° 60) o contattando il numero SOS Amianto 377-4279516.

Pubblicato in Politica

Forse si.

Almeno a giudicare dal fatto che l’Ordinanza sindacale n 154 del 13.09.2011, a firma del sindaco Francesco Tonnara, è rimasta sostanzialmente improduttiva.

L’ordinanza richiamava la legge regionale 27 aprile 2011, n 14 contenente “Interventi urgenti per la salvaguardia della salute dei cittadini: Norme relative all’eliminazione dei rischi derivanti dalla esposizione a siti e manufatti contenenti amianto”

Ed imponeva, sotto comminatoria di una sanzione amministrativa da 2.582,29 a 5.164, 57 euro, di provvedere a comunicare la presenza di amianto nei fabbricati e beni esistenti in Amantea.

Inoltre stabiliva il fissaggio stabile dell’amianto presente ed in condizioni di fissaggio precario.

Infine, imponeva una valutazione del rischio sullo stato di conservazione delle parti di amianto, la indicazione delle azioni da effettuare, il programma di manutenzione dell’amianto e la figura designata per il controllo.

In questi giorni abbiamo incontrato un cittadino fortemente arrabbiato perché d fronte alla propria abitazione esiste da molto tempo un manufatto con copertura in cemento amianto e che peraltro appare in gravi condizioni di precarietà.

Ricordava questo cittadino che già nei primi anni 60 era noto in tutto il mondo che la polvere di amianto, generata dall'usura dei tetti, provocasse una grave forma di cancro, il mesotelioma pleurico, oltre che asbestosi, malattia polmonare cronica dovuta all'inalazione di fibre di amianto. Pur tuttavia in Italia si continuò a produrre oggetti in eternit fino al 1986.

Solo dal 1992 è vietata in Italia l'estrazione, l'importazione, l'esportazione, la commercializzazione e la produzione.

Il comune di Amantea effettua la rimozione dell’amianto dai beni di sua proprietà ma non sembra aver operato con la coerenza necessaria per tutti gli altri manufatti.

Non solo ma il comune di Amantea continua a spendere soldi per la rimozione e lo smaltimento dell’amianto abbandonato sul territorio comunale.

Si tratta, forse, di amianto che proviene dai comuni vicini?

Come è possibile che in presenza di un elenco puntuale di manufatti in amianto non si verifichi l’avvenuta sicura rimozione ed il legittimo smaltimento dell’amianto?

Perché non viene reso pubblico tale elenco?

Quante sanzioni sono state elevate per mancata comunicazione ed a chi?

La norma sulla privacy ci pare non possa essere invocata in caso di pericolo per la salute pubblica.

Sembra che i cittadini amanteani siano pronti a denunciare sia i proprietari degli immobili pieni di amianto, sia che avrebbe dovuto vigilare e non lo ha fatto, o non lo ha fatto con il necessario impegno!

Pubblicato in Cronaca

La quarta Commissione consiliare, "Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell'ambiente", presieduta dal consigliere Domenico Bevacqua, ha discusso del problema dell’Oliva.

 

Il tema è stato “Indagine conoscitiva relativa alle problematiche connesse al fenomeno dell'inquinamento ambientale e delle falde acquifere del fiume Oliva”

Ai lavori è intervenuto il sig. Gianfranco Posa - Presidente del Comitato Civico Natale De Grazia.

E’ intervenuto anche l'ing. Bruno Cundari, dirigente di Servizio del Dipartimento Ambiente della regione Calabria.

E’ stato anche sentito il geol. Luigi Dattola per l’Arpacal.

Assenti, invece, i sindaci di Amantea, Aiello Calabro e Serra di Aiello.

Il presidente Bevacqua ha dichiarato«Devo constatare con rammarico, e lo dico con spirito costruttivo, l'assenza in audizione dei sindaci, fra i quali quello di Amantea, proprio perché avrei desiderato ascoltare le loro considerazioni come principali rappresentanti delle comunità affinché, a loro volta, potessero prendere atto di quanto esposto dal rappresentante dell'Arpacal. Sono però sicuro che avremo presto una nuova occasione di confronto».

 

Sempre il presidente Bevacqua ha dichiarato «Facendo seguito a quanto emerso durante la speciale seduta che avevo voluto tenere nell'aprile scorso direttamente ad Amantea, il dato nuovo che registriamo, dalla relazione Arpacal, è la presenza di amianto in un terreno circoscritto, di cui è stata investita anche la magistratura.

Nelle restanti aree interessate, viene, invece, assicurata l'assenza di agenti nocivi per la salute dei cittadini. Resta, comunque, il problema di trovare una soluzione adeguata per la rimozione dei rifiuti abusivamente interrati, per la quale cosa ho sollecitato l'intervento del dipartimento Ambiente».

La Commissione ha preso atto delle indagini dell'Arpacal che, relativamente all'inquinamento del fiume Oliva, esclude un danno diretto alla popolazione.

Sempre la commissione ha dato, inoltre, mandato al dipartimento Ambiente per l'individuazione di un precorso virtuoso che porti in tempi brevi allo smaltimento dei rifiuti.

Grazie al presidente Bevacqua ci si avvia alla piena conoscenza della verità sul fiume Oliva.

Pubblicato in Campora San Giovanni

Il comune di Amantea ha ormai deciso di condurre una lotta serrata contro i rischi legati alla presenza dell’amianto nella città.

 

 

Si tratta di una lotta invocata da tanti , non sempre , in verità, con tempismo ed opportunismo.

Pur tuttavia l’ente locale ha girato pagina e sta emettendo specifiche ordinanze finalizzate alla eliminazione dell’amianto presente in città.

Ce ne ha parlato uno di coloro che ha avuto notificato l’ ordinanza con la quale gli è stato intimato di rimuovere lo stato di pericolo.

Si tratta sia di canne fumarie sia di coperture in eternit

Bisogna anche ricordare ai nostri lettori che le ordinanze sono derivate da specifiche comunicazioni da parte del dirigente medico di igiene pubblica dell’ASP di Amantea ( si intenda di Cosenza) inviate l’una il 3 febbraio 2016 , mentre dell’altra non è indicata né la data né il protocollo.

Le ordinanze sono state dirette a 7 persone ( una , la canna fumaria, per un cittadino ed una, il tetto, per 6 cittadini)

Per quanto non espressamente riferito è da ritenere che il dirigente medico abbia acceduto ai luoghi della presenza di amianto ed accertato la sua pericolosità.

Un comportamento diverso lascerebbe molte perplessità e darebbe luogo, come ci è stato detto da uno degli intimati, a forti proteste.

“ Se tutto consegue ad una denuncia non ci resta che prenderne atto e suggerire all’ufficio di igiene pubblica ed all’ amministrazione comunale- ci dice uno di loro- di operare conseguenzialmente per tutti gli altri casi, alcuni dei quali fortemente emblematici e significativi”.

Un altro invece ci riferisce “ Sia l’ufficio d’igiene, sia il comune non hanno problemi, atteso che la regione Calabria ha effettuato la rilevazione aerea della presenza di amianto su tutta la regione ed ha anche inviato ai comuni apposito CD.

In sostanza gli uffici richiamati e competenti possono con facilità emanare le relative ordinanze e farle notificare alle parti rimuovendo, primi nella regione, uno stato di pericolo che dura ormai da oltre mezzo secolo.

Non mancherà, ne sono certo, questa ulteriore sensibilità sanitaria finalizzata alla tutela della salute degli amanteani.”

Ne siamo certi anche noi!

E poi comunque la gente può denunciare non solo la presenza di amianto ma anche altro!

Una equipe di circa 30 persone (vedi elenco a piè dell’articolo), ha redatto il “Piano regionale amianto calabria” presentato nei giorni scorsi.

 

Le aree inquinate sono state definite con il metodo della rilevazione iperspettrale fatta sulle aree regionali più esposte (parlano di dati certi con un livello di attendibilità molto elevato).

 

Secondo quanto dichiarato oltre il 10% dei tetti calabresi presentano materiali contenenti amianto.

Le aree oggetto d’indagine di rilevazione della presenza di amianto ammontano complessivamente a 453.550 ettari su base regionale.

In questo quadro si è estesa l’ indagine che ha riguardato il 94% delle superfici coperte regionali.

Sono rimaste escluse dalla rilevazione le aree a densità edilizia molto bassa, ossia le case sparse. Sono stati analizzati ben 1.044, 251 edifici su un totale di 1.205.951.

Da questi dati si evince che almeno un tetto su dieci in Calabria presenta amianto.

Diversificata la presenza sul territorio regionale

 

Dal lavoro fatto settore, diretto da Domenico Modaffari sono emersi casi di forte criticità come quelli riscontrati nel comune di Lamezia Terme, dove sono presenti circa 88 ettari di territorio inquinati da amianto , nel comune di Crotone con circa 57 ettari e nel comune di Reggio con oltre 30 ettari.

Diversificata anche la situazione da comune a comune

Non è dato sapere se il comune di Amantea abbia già avuto( o se richiesti) i dati relativi al suo territorio ( superficie inquinata, abitazioni inquinate, stato di usura dell’eternit, tipologie di inquinamento, eccetera)

Non sorprende, trattandosi della calabria, il fatto che i dati non siano stati posti un rete .

Ne sappiamo se lo saranno in futuro, così come previsto dalla stessa legge regionale.

 

Da sperare che trattandosi di dati ottenuti con soldi pubblici (parliamo di €489.418,80) qualche politico “buono”, posto che ancora ne esistano nella nostra regione, pretenda la pubblicazione.

Una pubblicazione che si impone, anche, per verificare la attendibilità del lavoro fatto.

Ognuno di noi sa se il fabbricato prossimo al suo sia o meno inquinato da eternit così che la pubblicazione dei dati generali permetterebbe di scoprire se sia o meno stato censito!

Ma soprattutto per permettere al comune( ove intenda farlo!) di controllare chi abbia tolto l’amianto senza rispetto della legge!!

 

Il nostro sito ha chiesto i dati cartografici e generali al competente ufficio regionale e se ci verranno dati li pubblicheremo!

Unità speciale Amianto (U.S.A.) (DGR. 201/2012):

Ing. Salvatore Epifanio (Dipartimento Politiche dell’Ambiente)

Dott. Edoardo Malacaria (Dipartimento Tutela della Salute)

Dott. Franco Falco,

Dott. Teresa Oranges,

Dott. Alessandra Spadafora (ARPACal)

con la collaborazione di:

ASP:

Dott. Curzio Ceniti (SPISAL ASP Catanzaro)

Dott.ssa Emma Anna Rita (SPISAL ASP Catanzaro)

Ispettore Mezzotero Ugo (Igiene Ambientale ASP Crotone)

Dott. Martino M. Rizzo (UOISP ASP Cosenza)

Dott. Sandro Giuffrida (UOISP ASP Reggio Calabria)

Amministrazioni Provinciali:

Dott.ssa Serinuccia Procopio (CZ)

Dott. Francesco Toscano (CS)

Ing. Giuseppe Germinara (KR)

Ing. Carmelo Barbaro (RC)

Dott. Giuseppe Postorin0 (RC)

Ing. Gianfranco Comito (VV)

Dott.ssa Teresa Valelà (VV)

Dipartimento Politiche dell’Ambiente:

Ing. Anna Garasto

Progetto Ambiente (DDS 1706/2013):

Dott.ssa Nicoletta Boldrini

Dott.ssa Antonella Costa

Dott.ssa Anna Maria Curcio

Ing. Mariangela Cristofaro

Ing. Giampiero De Stefano

Ing. Nicoletta M. Diano

Dott.ssa Alessia Filippone

Dott.ssa Loredana Lo Faro

Dott. Gianluca Pizzonia

Pubblicato in Primo Piano

coperturaNel 1969, durante la costruzione delle Torri Gemelle di New York, iniziata nel 1967, poiché erano sempre più numerose le prove della nocività dell’amianto, le autorità decisero di sostituire il materiale cancerogeno con materiale diverso.

 

Infine, nel 1971, le autorità americane emanarono il divieto di usare amianto nelle costruzioni edili. La pericolosità dell’amianto è quindi nota da tempo e sono noti anche i costi ingenti delle bonifiche.

Il caso dello storico palazzo Berlaymont di Bruxelles, che ospitava gli uffici della Comunità Europea, è emblematico. Costruito negli anni 60, la grandiosa struttura era in effetti sospesa, per mezzo di tiranti d’acciaio, a delle travi che si posavano sul corpo centrale in cemento armato. Il palazzo era destinato ad ospitare circa 3000 funzionari europei.

 

Nel 1991, data la grande quantità di amianto presente nella struttura, si è reso necessario smantellare il palazzo e mettere in cantiere la sua ristrutturazione durata 13 anni (4 anni più del previsto).

La soluzione fu la bonifica totale dell’amianto. Non è stato così in Italia. La vicenda dell’amianto su tutto il territorio nazionale, ha rappresentato e rappresenta ancora oggi, una complessa problematica di salute pubblica con importanti implicazioni sia di carattere scientifico-sanitario che socio-economico. A oltre vent’anni dall’entrata in vigore della legge che ha messo al bando l’amianto, siamo qui a testimoniare il totale disinteresse da parte di tutte le Amministrazioni che si sono succedute e delle altre istituzioni incluse le forze dell’ordine che dovrebbero garantire l’incolumità dei cittadini.

 

La cancerogenicità dell’amianto venne definitivamente riconosciuta nel 1973 dall’International Agency for Research on Cancer (IARC). In Italia solo dopol’aprile del 1980 è stato avviato, da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, un piano volto ad affrontare in modo organico alcune delle problematiche sanitarie associate all’amianto. Le stesse caratteristiche che fanno dell’amianto un materiale tecnologicamente prezioso sono all’origine della sua vasta diffusione e della sua lunga permanenza nell’ambiente.

In effetti, il gran numero di sorgenti, la difficoltà di evitare la dispersione delle fibre a causa della loro mobilità, la resistenza agli agenti fisici e chimici, la facilità con cui le fibre stesse si fratturano longitudinalmente originando altre fibre, fanno sì che l’amianto permanga a lungo nell’ambiente senza venire degradato; si può anzi dire che, più che essere degradato, esso viene semplicemente ridistribuito nell’ambiente, costituendo così un portatore di morte cui è praticamente esposta la totalità della popolazione. Via Montebianco è una strada stretta, lunga meno di 100 metri. Una palazzina dietro l’altra. Una ventina di famiglie. Ognuna con il suo morto o il suo ammalato di cancro.

Oltre dieci vittime dal 2000 e quasi il doppio delle persone che lottano ancora contro il cancro. Siamo ad Amantea, sulla costa tirrenica calabrese. In via Montebianco si sono recati, circa 7 anni fa, gli esperti dell’Arpacal, l’agenzia regionale per la protezione ambientale della regione, e quelli dell’Asp, l’azienda sanitaria provinciale di Cosenza.

All’epoca ebbero il coraggio di affermare “Non abbiamo trovato nessun riscontro scientifico sulla presenza pericolosa di amianto”. A smentire quanto avallato anche da tutte le Amministrazioni che si sono alternate negli ultimi 15-20 anni, basterebbe il processo di Torino, messo su dal procuratore Raffaele Guariniello, contro la società ETERNIT. Ritornando al capannone di via Montebianco, che è sotto gli occhi di tutta la popolazione, c’è da dire che è molto grande ed è totalmente ricoperto da amianto che si sta sfaldando.

 

L’Amministrazione comunale ha l’obbligo di bonificare tutto il materiale contenente amianto (con la rimozione, l’incapsulamento o il confinamento), in quanto il materiale contenente amianto è alterato al punto tale da rilasciare fibre libere nell’ambiente. A questo punto lo stramaledetto rischio non sarà più probabilistico ma si trasformerà in termini concreti in malattie dell’apparato respiratorio (asbestosi, carcinoma polmonare) e delle membrane sierose, principalmente la pleura (mesoteliomi).

Queste terribili malattie insorgono dopo molti anni dall’esposizione: da 10 a 15 per l’asbestosi e da 20 a 40 per il carcinoma polmonare ed il mesotelioma. Il tetto del grande capannone come pure le coperture amiantate degli altri palazzi non sono mai state “bonificate”. Tutto questo amianto, con le sue polveri portate dal vento minaccia l’intera cittadina ma le Autorità e il Comune non sembrano eccessivamente preoccupati.

L’aria non è l’unico veicolo di diffusione dell’amianto: le acque in generale, e quelle distribuite per uso potabile in particolare, possono anch’esse essere contaminate da fibre di amianto. La contaminazione da amianto degli edifici è stata affrontata con la circolare del Ministero della Sanità n. 45 del 10 luglio 1986, che ha voluto avviare a soluzione prioritariamente i problemi sanitari posti dalla presenza dell’amianto nelle scuole e negli ospedali.

L’esperienza acquisita nei primi anni di applicazione di tale circolare suggerì tuttavia l’opportunità di ampliarne la sfera di applicazione per poter meglio affrontare le molteplici problematiche connesse alla presenza di prodotti contenenti amianto. In considerazione degli effetti che tali tipi di intervento, ove effettuati scorrettamente, potevano avere sull’ambiente oltre che sui gruppi di popolazione esposti, apparve altresì necessario promuovere l’emanazione di un apposito strumento normativo, tale da attivare un sistema di certificazione e verifica delle procedure tecniche da adottarsi da parte di
operatori pubblici e privati per la bonifica degli edifici. Una devastazione sociale e ambientale compiuta solo per accumulare denaro e coperta dai soliti noti. L’arancia coi limoni e l’amianto nei polmoni. I bambini nell’amianto, e le madri con il pianto, i bambini innocenti vittime dei prepotenti.

 

Eppure, si fosse trattato solo di lavoro, la gente che vive in questa ex meravigliosa terra avrebbe potuto scommettere sul turismo, oppure su una ripresa qualificata del lavoro nei campi.

E invece ci sono i veleni, letali e ovunque. Le persone si ammalano respirando l’amianto e altre sostanze assassine oppure bevendo acqua contaminata da metalli pesanti e altri materiali tossici. La bonifica che aspetta e la gente che si infetta, che si prende un bel tumore e a vent’anni già si muore! Quello che i cittadini hanno il diritto di sapere è cosa intende fare questa Amministrazione, al di là di apparire sorridente su qualche sito web compiacente, a proposito dell’amianto presente in città e mettere fine a questa presenza mortifera che attanaglia la collettività. Sono 33.610 i siti inquinati con l’amianto in Italia, se si considerano solo i siti censiti, ma mancano informazioni sulla Calabria, la Sicilia e la Campania.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Pagina 1 di 2
BANNER-ALTO2

Follow us on Facebook!

© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy