
In tanti parlano dello scioglimento del Neo consiglio comunale di Amantea.
Qualcuno perfino lo invoca.
Quasi che nuove elezioni fossero in grado di risolvere la perdurante insufficienza della classe politica locale.
Si tratta di un sentimento interessato da parte di chi non ha vinto le elezioni?
O forse si tratta della usuale arrogante supponenza di chi è rimasto fuori dal consesso di essere in grado di poter affrontare e risolvere i gravissimi problemi della città?
Una supponenza che nasce intanto dalla approssimativa se non mancata conoscenza intima e completa dei problemi medesimi.
E comunque, quasi che lo scioglimento del consiglio fosse la soluzione principe in tutti i casi della vita: tagliare e ripiantare senza domandarsi se il terreno sia in grado di far ripartire la politica, la democrazia , la giustizia.
Ora noi sappiamo, invece, che lo scioglimento del consiglio è una lesione al principio costituzionale della democrazia.
Un provvedimento, quindi, eccezionale e straordinario che può essere disposto solo nei casi e per i motivi tassativamente previsti dalla legge.
Un provvedimento perfettamente normato dalla legge.
Intanto dall’art 141 del Tuel il quale dispone che :” I consigli comunali e provinciali vengono sciolti con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell'interno:
a) quando compiano atti contrari alla Costituzione o per gravi e persistenti violazioni di legge, nonchè per gravi motivi di ordine pubblico;
b) quando non possa essere assicurato il normale funzionamento degli organi e dei servizi per le seguenti cause:
1) impedimento permanente, rimozione, decadenza, decesso del sindaco o del presidente della provincia;
2) dimissioni del sindaco o del presidente della provincia;
3) cessazione dalla carica per dimissioni contestuali, ovvero rese anche con atti separati purchè contemporaneamente presentati al protocollo dell'ente, della metà più uno dei membri assegnati, non computando a tal fine il sindaco o il presidente della provincia;
4) riduzione dell'organo assembleare per impossibilità di surroga alla metà dei componenti del consiglio;
c) quando non sia approvato nei termini il bilancio.
c-bis) nelle ipotesi in cui gli enti territoriali al di sopra dei mille abitanti siano sprovvisti dei relativi strumenti urbanistici generali e non adottino tali strumenti entro diciotto mesi dalla data di elezione degli organi. In questo caso, il decreto di scioglimento del consiglio è adottato su proposta del Ministro dell'interno di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
Nessuno di questi casi ricade nella attuale situazione amanteana.
Poi l’articolo 143 del decreto legislativo 267/2000, prevede lo scioglimento dei consigli comunali per il verificarsi di fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso.
Poiché tale articolo ha riprodotto i contenuti dell’abrogato articolo 15 bis della legge 19 marzo 1990, n. 55, nella trattazione di questo argomento si è tenuto conto, in quanto ancora attuali e compatibili con la nuova disciplina, anche delle interpretazioni (sentenze, pareri e circolari) che sono intervenute su tale articolo.
Dispone tale articolo che “i consigli comunali e provinciali sono sciolti quando, anche a seguito di accertamenti effettuati a norma dell'articolo 59, comma 7, emergono concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare degli amministratori di cui all'articolo 77, comma 2, ovvero su forme di condizionamento degli stessi, tali da determinare un'alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi e da compromettere il buon andamento o l'imparzialità delle amministrazioni comunali e provinciali, nonchè il regolare funzionamento dei servizi ad esse affidati, ovvero che risultino tali da arrecare grave e perdurante pregiudizio per lo stato della sicurezza pubblica.
Non ci sembra che la recente vicenda induca allo scioglimento.
Tanto più che la nuova amministrazione non ha potuto porre in essere scelte e comportamenti condizionati dalla criminalità organizzata di tipo mafioso o similare.
E non servirebbe nemmeno la nomina da parte del prefetto di una commissione d'indagine, composta da tre funzionari della pubblica amministrazione.
A meno che essa non fosse riferita alla verifica della sussistenza degli elementi di cui al comma 1 con riferimento al segretario comunale, ai dirigenti ed ai dipendenti dell'ente locale.
E quindi alle vecchie amministrazioni, non certamente a quella attuale!
A noi personalmente la logica de “Ad albero caduto, accetta, accetta” non ci è mai apparsa quella che risolve i problemi.
Al più può servire per fare provviste per l’inverno, dimenticando che il problema degli amanteani non è certamente l’inverno!
Stamattina Amantea si sveglia con una inaspettata ed incredibile notizia.
I due nel corso della campagna elettorale dello scorso giugno avrebbero fatto pressioni sul vice sindaco di Serra d’Aiello Fabio Innocenti.
Pressioni al fine di indurre la sua fidanzata Vanessa Innocenti e la famiglia della stessa a votare per il consigliere comunale arrestato, con la minaccia che altrimenti a quest’ultima non sarebbe stato rinnovato il contratto di lavoro a termine presso la scuola materna gestita dal comune di Amantea attraverso una cooperativa.
Le indagini sono state portate avanti dai carabinieri dal sostituto Anna Chiara Fasano, sotto il coordinamento del procuratore di Paola Pierpaolo Bruni.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip di Paola Rosamaria Mesiti, su richiesta della locale Procura della Repubblica.
I Carabinieri del Comando provinciale di Cosenza hanno eseguito l’ordinanza a carico di un consigliere comunale di maggioranza del comune di Amantea, Marcello Socievole di 53 anni, eletto a seguito della consultazione elettorale tenutasi in detto centro lo scorso 11 giugno e di un ex sindaco di Amantea (già consigliere regionale), Franco La Rupa di 61 anni, ritenuti responsabili di voto di scambio e tentata estorsione in concorso nonché, il consigliere comunale, anche di tentata violenza privata.
Al solo consigliere comunale arrestato, inoltre, viene contestato l’aver prospettato l’avvio di una ingiusta azione giudiziaria ai genitori della suddetta e ciò per impedire la divulgazione della registrazione del colloquio nel corso del quale erano state profferite le minacce anzidette.
Tutto sarebbe partito da una denuncia dellla lista di Tommaso Signorelli oggi all' opposizione nel Consiglio Comunale di Amantea e da una registrazione effettuata proprio dall’Innocenti e poi diventata evidentemente e di fatto quasi pubblica.
Stasera noi non ci saremo.
Ecco il testo della nota del M5s:
“Oggi è il 19 luglio, un giorno che a noi adulti fa venire la pelle d’oca.
Nel 1992 non erano nati i diciottenni di oggi ed erano appena nati i venticinquenni.
Noi che l’abbiamo vissuto che dovere abbiamo nei loro confronti?
Il nostro dovere morale è quello di far conoscere a questi giovani chi era Paolo Borsellino e cos’è successo il 19 luglio.
Quanti di noi conosciamo a fondo la vita di quest’uomo eroe, del suo grande amico Giovanni Falcone, del suo mentore Rocco Chinnici, degli uomini di scorta eroi invisibili e cosa abbia realizzato il pool antimafia?
Non è certo con queste poche righe che riusciremo ad esprimere il rigore morale, la giustizia, il rispetto per la vita, il lavoro come missione, cosa sia il coraggio, e cosa un uomo possa realizzare attraverso la forza della coerenza.
Non ci riusciremo, e così ci limitiamo a ricordare.
Paolo Borsellino era un uomo, che nella vita ha fatto quello che c’era da fare, ha fatto il suo dovere al quale il suo cuore non sapeva sottrarsi, un uomo che il 19 luglio del 1992 è stato ucciso insieme alla sua scorta, così come altri magistrati eroi prima di lui.
Perché abbiamo il dovere morale di ricordare? Perché la vita è una continua lotta tra il bene e il male e ogni momento si decide da che parte stare.
Noi abbiamo deciso di stare dalla parte del bene e della giustizia perché la nostra indole non ci permette altro.
E stare da questa parte implica dire le cose come stanno e rifiutare l’ipocrisia e le linee d’ombra, che prima ti confondono, poi ti spingono ad accettare il compromesso, poi inevitabilmente ti portano dalla parte sbagliata.
Per noi oggi commemorare Borsellino, una persona uccisa dalla mafia e non solo, che la mafia ha denunciato e combattuto, significa sentire profondamente dentro noi stessi di appartenere al pensiero e all’agire di quella persona, significa cercare attraverso la nostra piccola quotidianità di mettere in pratica quelle idee, di essere coerenti con quanto si pensa, si dice e si fa.
Quando però l’azione non corrisponde alle parole pronunciate e di facciata, allora c’è qualcosa che non va, allora si genera ipocrisia.
È da questa che noi oggi prendiamo le distanze, non dalla commemorazione alla quale siamo stati invitate, ma da quell’ipocrisia che abbiamo già denunciato nel primo consiglio comunale.
Il 26 gennaio 1989 Borsellino diceva: “L'equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E no! Questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh! Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest'uomo è mafioso. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c'è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati.” E per mafia si intende chi condiziona la libertà dei cittadini e il regolare andamento delle funzioni pubbliche, con metodi fondati su omertà, silenzio, intimidazione e violenza.
Ancora Borsellino diceva: “La lotta alla mafia (…) non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità, e quindi della complicità.”
Stasera alle ore 21 l’amministrazione comunale ci ha invitato ad una cerimonia in Piazza Falcone e Borsellino. Ma noi non ci saremo!
Prendendo atto della correttezza istituzionale dell’invito che ci è stato rivolto e di cui ringraziamo, ci vediamo però costrette, in virtù dell’attualità e delle considerazioni espresse, a disertare la manifestazione prevista per questa sera, perché prendendo come esempi questi uomini eroi e facendo politica in prima persona, siamo chiamate ad una coerenza profonda e autentica che non possiamo e non vogliamo tradire.
La memoria di Paolo Borsellino e degli uomini della scorta caduti in via D’Amelio 25 anni fa, per tenere fino all’ultimo alta la fiaccola della legalità, va onorata, ricordata e perseguita.
Lo faremo nelle prossime settimane con la presenza di parlamentari della commissione antimafia, rivolgendoci soprattutto a voi giovani, a voi che rappresentate il futuro della comunità , a voi che tra qualche anno sarete la nostra classe dirigente per continuare a ricordare i gesti e le parole di quegli uomini eroi che sono morti anche per noi.
Il minimo che possiamo fare è avere il coraggio di scegliere da che parte stare.
“La paura è umana, ma combattetela con coraggio!”
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