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bandiera-mezz-asta-801x480-1Questa è la domanda che mi faccio mentre mi accingo a scrivere questo articolo odierno. Riusciranno Zingaretti, Di Maio, Salvini, Renzi, Berlusconi ed altri a sedersi intorno ad un tavolo e mettersi d’accordo? La risposta è affermativa. Si metteranno d’accordo per il bene del Paese. Non si va contro il Paese che soffre, che langue, che sanguina, che piange i suoi figli che vede morire ogni giorno causa coronavirus e che lentamente ma inesorabilmente sta distruggendo la nostra economia. Nessuno si metterà di traverso. Alcuni si tureranno il naso, altri troveranno il modo di digerire il nuovo governo Draghi, voluto dal Presidente Mattarella. E mentre il Prof. Draghi si accinge, dopo giorni di consultazioni, a formare il nuovo governo, coinvolgendo tutti i partiti dell’arco costituzionale, mi sovviene il film comico di Marco Monicelli “L’armata Brancaleone”. Ce la farà il Prof. da molti ritenuto il salvatore della Patria a mettere d’accordo i vari portiti politici molto litigiosi fino ad ieri, i gruppi e i gruppuscoli nati da diverse scissioni? Non c’è dubbio che ha grandi capacità nel convincere i leader dei partiti ad appoggiarlo. E’ l’unica occasione per andare avanti. Se fallisse il suo tentativo ci sarebbero lo scioglimento del Parlamento ed elezioni anticipate che nessuno le vuole o auspica. Lo spauracchio di elezioni anticipate fa venire la pelle d’oca a tutti, nessuno escluso. Nessuno vuole lasciare la comoda poltrona che occupa. Tutti sanno benissimo, causa anche la nuova legge parlamentare approvata di recente, che per la maggior parte di loro non ci sarebbe più posto in Parlamento. E lo sanno pure i Costruttori, i Responsabili, i Ciampolillo. Anche per loro non ci sarebbe più posto. Per diversi giorni la stampa si è occupata di loro come i pilastri delle istituzioni, come i salvatori della Patria, come i traghettatori del Governo Conte ter. Ed ora? Dove sono? Con l’avvento del Prof. Draghi sono stati messi nel dimenticatoio. Non servono più. Nessuno più li nomina, nessuno li cerca, anche le televisioni li hanno completamente dimenticati. Che fine ingloriosa! La loro popolarità è durata lo spazio di un mattino, si è sciolta come la neve di aprile. Solo Conte, perché non voleva abbandonare lo scranno presidenziale, aveva dato loro importanza e credibilità. Non sono serviti a nulla. Con un colpo di bacchetta magica Matteo Renzi li ha annientati e seppelliti. E con la sua pattuglia di Italia Viva che gode appena del 2% di consensi ha fatto nascere prima Conte per abbattere Salvini e poi lo ha fatto cadere. Caro Conte, addio sogni di gloria, addio castelli in aria. Ora è Draghi al centro di tutto. Draghi è il sole intorno al quale tutti gli altri pianeti dovranno girargli attorno. E’ il pifferaio magico che con la sua musica porta dietro prima i topi e poi i bambini, prima il Pd e il M5S e poi la Lega di Salvini. C’è veramente da rimanere basiti. Ma questo, amici, è il bello della politica. Ieri si gridava mai con tizio e con caio, oggi ben venga tizio e caio. E noi, come al solito, staremo a vedere.

Pubblicato in Italia

presidente2020Il Prof. Mario Draghi, ricevuto il mandato dal Presidente Mattarella per cercare di formare un nuovo governo, ha finito oggi di consultare i vari partiti politici e i piccoli gruppi parlamentari. Tutti, tranne Giorgia Meloni, si son detti disponibili ad appoggiare la nascita del Governo Draghi, politico o tecnico ancora non si sa. Come era nelle previsioni tutti cercano di salire sul carro del vincitore e purtroppo, prima ancora che Draghi sciogliesse la riserva, troppi lacchè gli girano intorno. Tutti lo cercano, tutti lo vogliono. Ci garantisce discontinuità. E’ bravissimo. E’ competente. Già si vede l’effetto Draghi sullo spread. E’ sotto la soglia dei 100 punti. I mercati sono euforici Non si vedeva dal 2015. E già questa è una buona notizia. Già lo vedono come un salvatore della Patria. Un uomo mandato dalla Provvidenza. Sappiamo tutti, però, che fine hanno fatto gli uomini tanto osannati e mandati dalla Provvidenza. Uno è finito a testa in giù a Piazzale Loreto a Milano. Per colpa di quell’altro, che ha poi fondato un suo partito perché si era affezionato al potere, ancora oggi ci stiamo leccando le ferite. Ecco perché alcuni politologi temono un periodo di austerità lacrime e sangue come con il governo tecnico di quell’altro Mario, cioè Monti.

E mentre scrivo queste note mi è venuta in mente la commedia buffa di Giacomo Rossini: Il Barbiere di Siviglia. Canta Figaro: Ah, che bel vivere, che bel piacere, per un barbiere di qualità. Bravo, bravissimo, fortunatissimo. Tutti mi vogliono, tutti mi cercano, donne, ragazze vecchi, fanciulli. Uno alla volta, per carità. E come Figaro, ottimo barbiere, anche Draghi, ottimo banchiere, è ricercato da tutti i politici e i lacchè nostrani, incominciando da Emma Bonino, da Zingaretti, da Berlusconi, da Di Maio a finire a Salvini. Conte, addirittura è sceso in piazza, anziché la più sobria sala stampa di Palazzo Chigi, ha fatto preparare un tavolinetto infarcito di microfoni e ha fatto sapere che lui auspica un governo politico e che lui c’è e ci sarà. Tutti sono concordi, sembrano entusiasti nel ritenere che Draghi sia la persona giusta, la persona adatta e competente per fare uscire l’Italia dalla crisi economica, sociale e sanitaria a causa del coronavirus. Tutti ora lo tirano per la giacchetta. Sono tutti a disposizione, ma un certo imbarazzo già trapela tra le fila del comico Grillo e del Pd scombussolando i piani del segretario Zingaretti. Riuscirà Draghi, tanto osannato, a formare un governo stabile e duraturo? Un governo tecnico o un governo politico con quasi gli stessi uomini politici del governo precedente? Sarebbe un governo Conte bis senza la guida di Conte. Ma non credo che Draghi stia preparando un simile pastrocchio, un governo con gli stessi uomini politici che hanno combinato disastri immani.

Pubblicato in Politica

liberazioneIn uno scritto autobiografico Luigi Settembrini scriveva: “Quando le strade comunali, provinciali, e ferrovie metteranno i Calabresi in facili comunicazioni tra loro e con le altre genti d’Italia, allora si scioglierà quell’antica lotta chiusa in ogni paesello tra il proprietario sempre usuraio lì, e il proletario sempre debitore, si ammansirà quell’odio per oltraggi antichi che è la vera cagione del brigantaggio.

 

Quando quelle genti avranno lavoro, istruzione e giustizia, quelle loro nature sì gagliarde nei delitti saranno gagliarde nel lavoro, nelle industrie, nelle arti, nella guerra santa e nazionale.

In nessuna contrada ho veduto più ingegno che in Calabria, lì schizza proprio dalle pietre, ma raramente è congiunto a bontà, spesso è maligna astuzia”. Ed io aggiungo, malaffare e corruzione.

Bisogna innanzitutto sforzarsi di capire il significato etimologico di questa parola. Corruzione: dal latino: corruptio. Degenerazione spirituale e morale, depravazione, totale abbandono della dignità e dell’onestà.

Derogare e indurre a derogare i propri e altrui doveri in cambio di denaro o di altri vantaggi personali. Questa è la definizione che i dizionari danno di tale parola.

Per capire la vastità del fenomeno in Calabria è importante scorrere i titoli dei giornali che quotidianamente escono in edicola. Si viene a scoprire l’acqua calda. Cioè il risultato è un sistema parassitario-clientelare, espressione di un blocco affaristico in cui convergono interessi politici, imprenditoriali e criminali, che registra il protagonismo di figure "cerniera" in grado di favorire le istanze degli “imprenditori” malavitosi.

 

La sintomatica presenza di insidie nell’Organizzazione pubblica, evidenzia, però, che il sistema di discipline normative e la ferma azione di contrasto al degrado non sono sufficienti a soddisfare le cautele che il settore degli “appalti” richiede. Secondo Shakespeare L'onestà sarebbe più potente della corruzione.

Il grande Drammaturgo conosceva il Volgare italiano come linguaggio, ma non conosceva gli italiani ed in particolare non poteva conoscere gli Amministratori della cosa Pubblica di oggi in Calabria. La corruzione malavitosa e non solo, in Calabria è evidente che riesce a penetrare in ogni livello, da quello istituzionale, dai Comuni alle magistrature; la collusione con la delinquenza è a livelli impensabili. Qualcuno, ingenuamente, si chiede che fine abbia fatto lo Stato.

Quale Stato quello borbonico o quello Savoiardo con le sue emanazioni attuali. La realtà è che la presenza dello Stato liberal-democratico volutamente e rispettosamente si astiene dopo aver consegnato questa Terra in comodato d’uso all’andazzo malavitoso piccolo e grande che sia. Questo è ciò che la popolazione percepisce.

 

Di fatto non sono solo io a scriverlo, lo svela la Direzione Nazionale Antimafia che nella sua annuale relazione espone un quadro allarmante sulla situazione del territorio calabrese.

Tutti gli occhi sono rivolti ad altre regioni italiane senza rendersi conto che al sud, in Calabria, la malavita e gli atteggiamenti malavitosi quotidiani hanno sostituito lo Stato.

Le condanne per corruzione in Calabria sono le più basse d’Italia. “Allora delle due l’una, o la Calabria ha la migliore classe politica del Paese e il miglior livello istituzionale oppure c’è qualche problema anche nella magistratura calabrese”.

Lo ha detto il sindaco di Napoli Luigi De Magistris commentando la sentenza del Tribunale di Salerno che ha assolto tutti gli imputati nel procedimento basato sull’ipotesi che le inchieste ‘Why not‘ e ‘Poseidone‘, condotte da De Magistris quando era magistrato a Catanzaro, gli furono sottratte sulla base di un complotto.

 

Sempre più di frequente, infatti, il tema della ‘grande’ e ‘piccola’ corruzione appare su tutti i quotidiani: favori, doni (più o meno consapevolmente accettati) e mazzette sono la norma.

Un tempo l’illegalità era concentrata nel settore edilizio, tra licenze, piani di lottizzazione e cambiamenti di destinazione. Poi ha guadagnato terreno: sono comparsi il ‘pizzo per esistere’ (per ottenere certificati di residenza e permessi di soggiorno), il ‘pizzo sulla cittadinanza’ (basti pensare al voto di scambio), il ‘pizzo per un tetto’ (in vista dell’assegnazione di case popolari o dell’imminenza dello sfratto), il ‘pizzo per lavorare’ (assunzioni per concorso, autorizzazioni all’esercizio di attività commerciali e licenze per i liberi professionisti), il ‘pizzo per sopravvivere’ (pensioni e farmaci) e infine il ‘pizzo per riposare in pace’ (trovare un posto al camposanto è sempre più arduo). Una struttura sanitaria incompleta per poter pagare ad alcuni amici affitti per l’utilizzo di appartamenti privati.

In Questo Amantea è sempre stata maestra. Per anni le uniche strutture scolastiche ospitate in edifici costruiti per tale fine sono stati la Scuola Elementare di Via Garibaldi e le Scuola Media in Via Elisabetta Noto. “Quanta acqua può bere un pesce che nuota liberamente nell’acqua?” Così il bramino Kautilya nel IV secolo a.C., nel suo libro ‘Arthashastra’, affrontava il tema della difficoltà nel riuscire a provare la disonestà finanziaria di un pubblico ufficiale.

 

La società va trattata tenendo conto che è composta di persone sensibili alla corruzione, al disprezzo, all'adulazione. Usando queste tre leve non dovrebbe essere difficile dominarla.

Ennio Flaiano

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Pubblicato in Calabria
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