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sanitaLa Lega ripetutamente ha chiesto l’eliminazione degli inutili commissariamenti e la restituzione della sanità ai calabresi. Dopo oltre dieci anni vi è, ancora una volta, la certificazione di un fallimento annunciato che ha prodotto ingentissimi danni a carico dei calabresi. Un deficit che non è stato eliminato e dei servizi sanitari che latitano, tanto da costringere il popolo calabrese a rivolgersi a strutture di altre regioni, aumentando, così, i costi e impoverendo il sistema sanitario. Non vi è un solo motivo per proseguire in tale direzione, se non la coltivazione di un sistema clientelare che ha devastato la nostra regione. Si afferma di unariduzione del deficit nell’ultimo periodo, ma questo è un dato falso per la semplice ragione che negli ultimi tempi a causa del Covid le persone hanno rinunciato a servirsi del sistema sanitario e, comunque, vi è stata una pesante riduzione dei servizi in danno del popolo. Basti pensare che in Calabria la prevenzione è solo un fantasma e risulta quasi totalmente assente dalla programmazione ed attività sanitaria. E su tale annunciato disastro si è pronunciata, proprio ieri, la Corte costituzionale che ha dichiarato la incostituzionalità dell’articolo 1, comma 2, e l’articolo 6, comma2, del decreto-legge n. 150/2020, convertito con modificazioni nella legge 181/2020. In sostanza, la decisione ha accertato che lo Stato non ha supportato l’azione del commissario impedendo conseguentemente un vero risanamento e progetto virtuoso, non evitando, tra l’altro, quella commistione con gli uffici regionali che hanno indotto il Governo ad applicare i poteri sostitutivi. In sostanza, un vero fallimento che ha ulteriormente distrutto il già precario sistema sanità calabrese e che sta contribuendo a negare ai cittadini la possibilità di curarsi. È fondamentale, pertanto che si metta fine a questo sistema di provato tracollo e che non solo non ha portato nulla di buono ai calabresi, ma, da una parte, ha aumentato il deficit complessivo, e, dall’altra, ha distrutto quello funzionale esistente. Se il Governo non dovesse prendere atto di tali evidenti e comprovate deficienze strutturali, appare più che evidente che i calabresi dovranno assumere una posizione forte e definitiva per stroncare un sistema che appare, allo stato, solo clientelare e con nomine sempre degli stessi soggetti che hanno ridotto la sanità calabrese peggio di quella dei paesi del terzo mondo. Una reazione che sarà sostenuta dalla Lega in ogni luogo, in ogni tavolo, in ogni piazza, pur di riportare la normalità in una terra che è stata fortemente devastata dalla ‘ndrangheta e da un forte e profondo sistema clientelare e di malaffare, spesso sostenuto anche dalle istituzioni per le evidenti omissioni e mancati controlli.  

Lì, 24 luglio 2021.

Il Commissario Regionale Lega

Giacomo Francesco Saccomanno

Pubblicato in Calabria

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Il Segretario Regionale della UIL Calabria Elio Bartoletti ci ha inviato un Comunicato Stampo sulla Sanità Calabrese che ribadisce non essere un mezzo per fini politici.

Cosenza, 14/11/2020

 

"Ormai si gioca a chi la spara più grossa: Occhiuto assume il personale Ospedaliero, Spirlì apre gli Ospedali.

Si capisce che siamo in campagna elettorale, ma girare di notte in Ospedale oggi a che serve? Una domanda è doverosa porla: Ma tutta questa gente dov’era quando denunciavamo che i commissari non erano adeguati a gestire una crisi pandemica, che tutti sapevamo ci avrebbe investiti? Probabilmente dietro le porte dei commissari a rivendicare prebende.

Ci permettiamo di chiedere al Presidente Facente Funzione della Regione Calabria, oltre che aprire i nuovi Ospedali paghi ai lavoratori della Sanità l’Indennità Covid le cui risorse sono nelle casse della Regione Calabria, circa 10.000.000 di euro, gli ospedali si reggono sui sacrifici dei lavoratori.

Non vorremmo sparare sulla Croce Rossa intervenendo nuovamente sul commissariamento calabrese della sanità e sul casoCotticelli. Del resto, lo stesso Generale,durante un la diretta di un programma televisivo ha riconosciuto pubblicamente gli errori commessi ed in particolare quello di non avere dialogato abbastanza con le Organizzazioni Sindacali, veri conoscitori delle problematiche della sanità calabrese.

Il caso Cotticelli, per gli osservatori disattenti e per i mercanti dell'ultima ora (che cercano solo visibilità) è esploso solo in questi giorni, eppure eravamo stati buoni profeti noi della UIL FPL, quando, in tempi non sospetti, e precisamente il 2 settembre, criticavamo l’assenza di programmazione, la necessità di garantire a tutti i cittadini i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), la non attuazione del Piano Covid nelle aziende, la mancanza delle assunzioni necessarie con risorse erogate dal governo pari a circa 3.000.000 di euro per ogni Azienda Sanitaria della Calabria ed ora con ogni probabilità restituiti alla struttura commissariale.Denunciavamo un’organizzazione territoriale assente, denunciavamo irregolarità nella nomina strategica del referente dell'Organismo Tecnicamente Accreditante chiedendone la revoca. Segnalavamo l'inefficienza di una struttura commissariale, intesa come scatola vuota, con subcommissari “ombra" troppo spesso deus ex macchina delle scelte strategiche.

Non siamo oggi interessati ad entrare sulla polemica dei nomi dei Commissari. La scelta compete ad altri! Ma chiediamo a nuovo Commissario Dott. Zuccatelli di avviare un nuovo corso di dialogo costruttivo con le parti sindacali, evitando gli errori riconosciuti dai suoi predecessori. Si verifichino i DCA assunti in precedenza,si faccia chiarezza su chi era il vero autore degli stessi, vista la conclamata inadeguatezza della struttura commissariale.

Per questi motivi, chiediamo di risarcire la Calabria per i danni subiti dalla gestione scellerata dai vari Commissari succedutisi nell’arco di due lustri il Governo nel Decreto Calabria che verrà discusso il 17 pv, deve approvare un solo articolo che permetta al commissariodi AZZERARE IL DEBITO. Un debito che tiene ostaggio una Regione, un debito che ha permesso alle Regioni del Nord di finanziarsi i propri Ospedali con le risorse della Regione Calabria.

Al presidente del Consiglio Avv. Conte ed al ministro Speranza chiediamo ancora una volta: Azzerate il debito.

Serve una rivoluzione di pensiero. Un approccio nuovo,che allontani dalla Sanità tutti quei soggetti che hanno accoltellato il nostro sistema sanitario. Si deve ritornare ad investire in buona sanità e ciò significa essere uniti di fronte ad un pericolo così grave, ma senza interessi reconditi, non ultimo quello di farsi la campagna elettorale sui suoi disastri".

Noi della UIL FPL siamo pronti.

 

Pubblicato in Calabria

gino-strada-1

Il dott. Gino Strada chiarisce in un comunicato la situazione fra la sua persona ed il rapporto con il governo in merito all'"emergenza Sanitaria in Calabria"

 

«Ritengo che in un momento di grave emergenza sanitaria per il nostro Paese, tutti debbano dare una mano e con questo spirito avevo messo a disposizione il lavoro mio e di Emergency, che già opera da 15 anni in molte regioni italiane, Calabria inclusa». Lo scrive Gino Strada in una lettera aperta, a proposito del suo possibile ruolo di commissario anti-Covid, spiegando però di non essere disponibile a fare «il candidato di facciata né a rappresentare una parte politica»: «Metterei a disposizione la mia esperienza solo se ci fossero la volontà e le premesse per un reale cambiamento», puntualizza.

 

lettera Gino Strada

 

«Una settimana fa – conferma Strada – ho ricevuto la richiesta da parte del Governo di impegnarmi in prima persona per l'emergenza sanitaria in Calabria. Ho chiesto alcuni chiarimenti sul mandato e sulle modalità di lavoro». Dopo di che, aggiunge, «dopo quei primi colloqui non mi è stata fatta alcuna proposta formale».

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brancaleoneL'altra sera su rai 3 è andato in onda un servizio sulla disastrata sanità calabrese e tutti noi siamo rimasti attoniti nel seguire l'intervista del commissario Cotticcelli che, solo ,davanti alle telecamere ha appreso che doveva essere lui il responsabile dell'attuazione del piano per il covid. 

Imbarazzato ,farfugliando qualche debole e confusa difesa delle proprie responsabilità ha reso inequivocabilmente chiaro quelle che sono le  incapacità ,i limiti  dei politici calabresi che non riescono a dare incarichi di grande responsabilità a persone adeguate e competenti .  Purtroppo il Commissario Cotticcelli non è il solo ad occupare un posto dove le competenze dovrebbero essere massime. 

Anche il commissario Zuccatelli ,che pare rimpiazzerà il generale Cotticcelli , non ha una grande platea di fan e  non gode di una buona nomea vista anche  l'intervista rilasciata qualche mese fa sull'uso delle mascherine . 

Adesso davvero basta ,noi calabresi meritiamo meglio ,meritiamo rispetto e se dobbiamo morire vogliamo morire con dignità . L'armata Brancaleone la rimandiamo al mittente ,ai vari politici che negli anni si sono disinteressati dei propri cittadini ,che hanno giocato sulla nostra pelle ,sul futuro delle generazioni . Calabresi alziamo la testa e non permettiamo più a nessuno di calpestare il nostro orgoglio ,la nostra fierezza,la nostra dignità . Come possiamo sconfiggere un virus così subdolo se non abbiamo i mezzi sufficienti  per contrastarlo ,per cercare di fermarlo. Non è possibile aspettare 8 giorni e più per l'esito di un tampone che è l'arma più efficace  che abbiamo per difenderci . Eppure in Calabria ,grazie ai nostri valenti commissari , succede questo . Chi è responsabile aspetta con pazienza  ma quanti altri ,magari, convinti di  non avere  sintomi se ne vanno in giro e intanto il virus….corre ,gli ospedali sono allo stremo ,le terapie insufficienti , il personale medico sottorganico . Insomma un quadro non molto rassicurante e quindi chiediamo al capo del Governo Giuseppe Conte di  trovare un vero condottiero per questa guerra non un spaurito gruppo di armigeri ,l'armata Brancaleone per l'appunto.

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carlo guccione
riceviamo una interessante nota stampa del Consigliere Regionale Carlo Guccione che vi riportiamo in toto.

 

 

Già lo scorso mese di giugno avevo denunciato la situazione sottolineando, ad esempio, che l’iter per la conclusione delle procedure amministrative relative alle nuove autorizzazioni e agli accreditamenti era bloccato da oltre nove mesi per l’assenza di funzionari nel Settore “Rilascio autorizzazioni e accreditamenti Strutture sanitarie – Servizi ispettivi”.

All’interno di una interrogazione, indirizzata al presidente della Giunta regionale, ho ripercorso tutte le tappe della vicenda, chiedendo quali iniziative urgenti intendessero adottare per sbloccare l’attività istruttoria delle innumerevoli pratiche in giacenza e l’iter di conclusione delle procedure per predisporre i provvedimenti di autorizzazione all’esercizio ovvero all’accreditamento.

 

Dopo ben tre mesi, senza tener conto dello Statuto e del Regolamento interno del Consiglio regionale che prevede che “la Giunta ha l’obbligo di fare la risposta all’interrogazione non oltre venti giorni dalla ricezione dell’interrogazione stessa”, arriva la risposta con nota del dirigente generale del Dipartimento “Tutela della salute, servizi sociali e socio sanitari”».

È quanto afferma il consigliere regionale del Partito democratico, Carlo Guccione, denunciando, ancora una volta, i ritardi di questa amministrazione regionale.

 

In risposta all’interrogazione dello scorso mese di giugno, il dirigente generale del Dipartimento “Tutela della Salute, servizi sociali e socio sanitari”, Francesco Bevere, e il dirigente del Settore n. 1,  Sabina Scorso, scrivono: “Con D.D.G. 7606 del 22/07/2020, è stato approvato un rinnovato funzionigramma dei Settori del Dipartimento che, oltre a declinare più chiaramente le competenze di ognuno, ha consentito la definizione dei fabbisogni in termini di risorse umane. Si è provveduto, quindi, ad avviare le procedure di interpello finalizzate al conferimento degli incarichi dirigenziali di titolarità, ad esito delle quali, con Deliberazioni di G.R. n. 247 e n.249 del 3 settembre scorso, è stato conferito ad un Dirigente di ruolo della Giunta l’incarico di titolarità del Settore n.2 “Autorizzazioni e Accreditamenti”, settore privo fino a quella data e da molti mesi di una guida dirigenziale stabile; di conseguenza, si è potuta attivare l’attività amministrativa del settore medesimo. Ancora, si è proceduto a pubblicare, in data 15 settembre scorso, una manifestazione di interesse rivolta a tutto il personale della Regione, oggi nella fase conclusiva, che consentirà, a breve, di acquisire n. 6 funzionari in più a supporto dei Settori del Dipartimento nelle aree più critiche, tra i quali è certamente ricompreso il Settore n.2. Quanto sopra, per ripercorrere e rappresentare le fasi di un processo tuttora in corso, indispensabile affinché la macchina amministrativa possa dare le necessarie risposte a fronte dei ritardi riscontrati”.

 

«La nota risulta protocollata il 29 settembre 2020 ma, ad oggi, le pratiche continuano a restare in giacenza. Ritardi su ritardi – afferma il consigliere Guccione – che rischiano di istaurare contenziosi milionari per mancanza di risposte da parte della Regione Calabria. Ho avuto modo di constatare personalmente che, circa dieci giorni fa, è stato nominato un dirigente che ha al suo fianco un solo dipendente per completare le procedure di autorizzazioni, accreditamenti e altre pratiche collegate al Settore. È davvero paradossale che un Settore si fermi per l’assenza di personale e che nonostante i numerosi solleciti la situazione continui a rimanere praticamente immutata. Non dimentichiamo che all’appello mancano circa 80 dipendenti e molti dirigenti hanno incarichi ad interim». 

Pubblicato in Calabria

SANTELLI-2Preg.mo Presidente On. Santelli,

In qualità di Presidente degli Odontoiatri dell’Ordine di Cosenza, Organo ausiliario dello Stato, mi rivolgo a Le,i quale massima autorità Regionale,  dopo che l’inchiesta di ieri sera, condotta dalla trasmissione di Report, ha messo a nudo le criticità della nostra Regione che paga lo scotto di una responsabilità politica che ha concesso un commissariamento della Sanità durato ben dieci anni. Dirigenti  ai quali, chi per sua stessa ammissione di incompetenza , chi per  palese confusione, è stato affidato l’incarico  di gestire l’emergenza di una epidemia che, malauguratamente dovesse investire la nostra regione nelle proporzioni in cui si è  manifestata al nord , determinerebbe una catastrofe. Dopo le denunce di Report  le nostre paure sono maggiori e, alla legittima preoccupazione, si unisce l’indignazione per il fatto che la vita dei cittadini , la nostra vita, è affidata a persone impreparate non solo tecnicamente , ma anche dal punto di vista della comunicazione. Viene spontaneo chiedersi : in mano a chi siamo? Nell’intervista c’è chi afferma che l’ospedale di Castrovillari non era centro covid, per poi essere smentito dal giornalista che gli mostra un documento a sua firma che indica Castrovillari centro covid; tende triage posizionate senza criteri che si sfasciano al vento, ecc. Insomma, un’emergenza così grave, che si sta irresponsabilmente sottovalutando; cose da pazzi!!!! Anche il capo della protezione civile, intervistato, nominato responsabile dell’emergenza con pieni poteri, deputato a comprare tutti i respiratori necessari, dichiara  “sorridente” che deve gestire altre emergenze e di non capire nulla di sanità.  Ma cosa c’è da ridere? Forse non ha ben compreso cosa può accadere da un momento all’altro? Dovremmo essere tutti indignati, reagire ad uno stato di precarietà dove siamo stati costretti da dieci anni di commissariamento della sanità durante i quali si sono succeduti, nella gestione, personaggi indicati dalla politica, strapagati, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. E i medici, in tutto questo tempo, sono stati si mortificati, ma hanno anche la responsabilità di aver subito passivamente senza mai alzare la testa, senza mai ribellarsi a questo stato di cose.  Da medico, da componente il Consiglio dell’Ordine, da Presidente degli odontoiatri non riesco ad assistere indifferente a questa vergogna, mentre i nostri colleghi ospedalieri, gli infermieri e tutto il personale paramedico in prima linea, privi dei dispositivi di sicurezza, vengono lasciati esposti al contagio. È troppo grande il rischio che stiamo correndo ed è il momento di far sentire forte l’orgoglio di essere medici rivendicando un ruolo da protagonisti nella gestione di questa emergenza, prima che sia troppo tardi. Qui si sta giocando sulla pelle dei calabresi. Mi rivolgo a Lei Presidente Santelli che, intervistata a Report, ha lasciato intendere chiaramente di essersi trovata in una tempesta che però deve governare e saper governare. Lei Presidente Santelli ha in questo momento la responsabilità di decidere, ma ha anche una grande opportunità! Lei deve avere il coraggio di utilizzare tutti i poteri che le sono affidati, creare immediatamente una unità di crisi costituita da medici, gente del settore, ai quali affidare l’organizzazione di una emergenza  senza precedenti. Deve, con una azione eclatante, rimuovere gli incapaci e ridare in mano ai tecnici medici la responsabilità della sanità calabrese, prima che sia troppo tardi. E per prima cosa, senza ulteriori indugi,  bisogna rifornire medici e paramedici delle protezioni necessarie che li mettano nelle condizioni di lavorare in sicurezza. Se si ammalano loro, mi chiedo e le chiedo, chi ci curerà? Qui si tratta della vita di tutti noi e se non si comprende questo e non si fa presto, non si potranno accampare scuse, ma rimarrà solo il rimorso e la responsabilità di non aver avuto il coraggio di decidere, mentre ai cittadini non rimarrà altro che affidarsi al nostro Santo Francesco di PAOLA.

Noi ci siamo!!! Cordiali saluti e buon lavoro

                                                           Dr. Giuseppe Guarnieri

                                                     Presidente Albo Odontoiatri

                                                        provincia di Cosenza

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sanità2020Ho letto con molto dolore la denuncia della signora di Catanzaro ,moglie del paziente affetto

da coronavirus ricoverato nell'ospedale del capoluogo calabro. Mi è sembrato di vivere un

dejas vue anche se la malattia non è uguale ma i comportamenti sì e mi spiego . Ho perso

mio marito recentemente e in tutto il percorso della sua malattia in ospedale quello che mi

ha rattristato molto e mi ha prostrata ulteriormente è stata questa incapacità di umanità

riscontrata . Per carità ci sono casi anche di persone che si prodigano per il benessere dei

propri pazienti ma ,parlo per esperienza personale ,io purtroppo questa abnegazione non

l'ho trovata . Chiedere un informazione , trovare un minimo di partecipazione

condivisa,,essere coinvolti nell'evolversi della malattia è come chiedere una cosa che non

appartiene al loro mondo . Sono chiusi nei loro camici ,chiusi nei loro discorsi che non

accettano altri soggetti,che non ammettono pareri diversi . Che sanità è mai questa ? La

signora ha tutta la mia solidarietà ,tutta la mia comprensione ,tutta la mia pietas . Le auguro

di poter abbracciare presto suo marito e di dimenticare questa "umanità "che non ha niente

di umano. Speriamo che il coronavirus abbia pietà di noi e ci risparmi perché non avremo

nessuna possibilità ,nessuna alternativa di salvezza.

Ida Francescano

Pubblicato in Primo Piano

Jole-Santelli-990x557Una onorevole che potrebbe curarsi dovunque in Italia e comunque a Roma sceglie la sua Calabria.

Quale migliore garanzia di una migliore sanità per i calabresi se la Santelli diventerà governatrice della Calabria? Come dire  molti politici calabresi sono andati a curarsi fuori regione e non hanno fatto nulla per migliorare la nostra sanità. Chi si cura nella propria terra può apprezzare i limiti del servizio sanitario e fare molto per migliorarlo. Una scelta apprezzabile e che ispira fiducia agli altri ammalati. Una scelta che aiuta tutti gli operatori della sanità a restare e dare il massimo della loro professionalità.

Pubblicato in Calabria

Ecco la risposta a chi critica il nostro presidente che sembra interessato più ai problemi del mondo( vedi la schiavitù) e meno a quelli italiani.

In attesa dei poveri italiani che girano tra i rifiuti per recuperare qualcosa da mangiare, visto che non hanno la dignità di chiedere l’elemosina davanti ai supermercati, sembra che abbia preso una decisa posizione politica sulla vicenda della medicazione delle fratture nella sanità calabrese.

Non conoscete la vicenda?

E già tutte le televisioni parlano degli episodi di razzismo, e dello schiavismo, tanto per non far parlare dei veri problemi dell’Italia :

Eccola descritta dalla bella penna di ALESSIA CANDITO

“Reggio Calabria, in ospedale mancano i gessi: pazienti medicati con il cartone

Cartone al posto del gesso e un appuntamento alla mattina dopo.

Rompersi un arto di notte a Reggio Calabria è un problema, la cui soluzione deve essere necessariamente rinviata al giorno dopo, quando il reparto di ortopedia apre i battenti con i suoi (pochi) specialisti e tutto il materiale necessario per trattare fratture e lussazioni.

Di notte invece, a meno che non si tratti di casi gravi, ad occuparsene è il Pronto soccorso, perché ad Ortopedia i medici non bastano per garantire anche le guardie.

Non che il reparto di prima assistenza se la passi meglio.

Nato per rispondere alle esigenze di una città di poco più di 200mila persone, adesso è l'unico punto di riferimento per l'intera provincia e i suoi 750mila abitanti.

Saturo.

A corto di personale e di mezzi.

Così capita - e sono almeno quattro i casi documentati con tanto di foto - che dopo la visita fratture e lussazioni vengano trattati con garze, bende e cartoni per immobilizzare l'arto.

Almeno fino all'indomani mattina, quando in Ortopedia arrivano pazienti "impacchettati" alla meno peggio.

"È una situazione da terzo mondo - dice Gianluigi Scaffidi, rappresentante dell'Anaoo, il sindacato dei medici ospedalieri - anzi neanche lì si vede più". Il problema però, spiega, sta a monte. L'intero ospedale, unico hub provinciale, è sottodimensionato rispetto all'utenza cui si rivolge e la soluzione non può essere la costruzione di un nuovo polo sanitario che non si sa quando vedrà la luce. In direzione generale, cadono dalle nuvole.

"Non sapevamo nulla di tutto ciò - dicono - indagheremo.

Per domani mattina è convocata una riunione per chiarire la situazione e individuare gli eventuali responsabili.

Di certo prenderemo provvedimenti".

Beh. Ci hanno chiesto di suggerirvi di tenere sempre del buon cartone in auto. In Calabria non si sa mai!

Pubblicato in Calabria

Il Caso:

Il 19 gennaio il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria Antonio Marziale, si è prontamente recato (la notizia la aveva avuta quel giorno) presso il reparto di pediatria degli ospedali Riuniti di Reggio Calabria, riscontrando personalmente che: “da ben quattro giorni è ricoverato un adolescente, affetto da tubercolosi attiva, come espressamente dettomi dal primario Demetrio Costantinoalla presenza di personale medico e paramedico, aggiungendo che il Quantiferon test è risultato positivo e che al giovanissimo deve essere finanche praticato un drenaggio perché ha un imponente versamento pleurico”.

“Alla mia richiesta del perché il bambino non fosse in reparto malattie infettive, il primario – specifica il Garante – mi ha riferito che sia il pronto soccorso che il reparto di infettivologia gli hanno detto che non possono accogliere questo ed altri casi.

 

Sono stato raggiunto dalla direttrice sanitaria, Italia Rosa Albanese, che si è detta contrariata del fatto che nessuno si sia premurato di denunciare la presenza del degente in direzione – continua Marziale – e la stessa mi ha accompagnato nel reparto di infettivologia dove il personale medico si è detto allibito perché mai un bambino da isolare è stato respinto”.

 

Per Marziale: “Non interessa a nessuno lo scarico di responsabilità cui stamane ho assistito, a me preme che al ragazzo vengano prestate le cure dovute senza mettere a repentaglio la salute degli altri piccoli degenti, del personale medico e sanitario e dei visitatori.

Tenendo altresì presente che non è la prima volta che un episodio del genere si verifica nello stesso reparto, perché già l’estate scorsa, un caso anche più grave dell’odierno, mi è stato denunciato e alla mia richiesta di spiegazioni il primario Costantino ha risposto piuttosto piccato.

Stavolta vado oltre e annuncio una immediata denuncia alla Procura della Repubblica”

 

La domanda.

Sicuramente la Calabria non è pronta.

A dimostrarlo basta il fatto che solo giorno 20( il giorno successivo alla visita di Marziale) il Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria ha comunicato di aver “prontamente attivato il gruppo regionale del Risk Management al fine di analizzare gli eventi verificatisi e garantire la tutela della salute dei pazienti".

Bellissimo!

Intanto il “prontamente” classico avverbio usato dagli addetti stampa per prendere per ..i fondelli i lettori (prontamente si traduce in : appena lo abbiamo saputo).

In realtà il problema è quello che il Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria lo ha saputo CINQUE giorni dopo il ricovero e solo grazie al Garante.

E poi ( pochi lo sanno) ma ogni anno si svolge in Calabria il convegno del TB Day. L’ultimo è stato l’anno scorso, il “TB Day 2016″, svoltosi il 5 Aprile presso la sala convegni Ferrante del Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme , organizzato dall’ASP di Catanzaro e presentato dal Dr. Lorenzo Surace, coordinatore del Centro di riferimento Regionale TBC e referente del Gruppo Regionale Calabria di Stop TB Italia Onlus.

Ed è bene sapere che l’istituzione del Centro di riferimento regionale per il controllo della Tubercolosi rappresenta un importante baluardo per la lotta a questa malattia ritenuta, fino a qualche tempo fa, un fantasma del passato.

E’ bene anche sapere che :

-Secondo i dati mondiali, nazionali e regionali, la tubercolosi è una malattia nei confronti della quale l’attenzione ormai da alcuni anni è ritornata ad essere alta per una serie di motivi ben precisi.

a) Per la riemergenza della malattia in alcune categorie di persone quali i cittadini stranieri e quelle sottoposte a terapie con farmaci che deprimono il sistema immunitario.

b) Per la multi farmaco resistenza, ossia le forme di Tbc dovute a micobatteri resistenti ad alcuni antibiotici e che richiedono una particolare attenzione gestionale e terapeutica.

DAI NON SCHERZATE!

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