BANNER-ALTO2
A+ A A-

DissestoTanto tuonò che piovve!

Da giorni le voci sul presunto dissesto dell’Ente si rincorrono.

Più volte, nei mesi passati, abbiamo invocato chiarezza rispetto ai conti del Comune. Tra rassicurazioni e non risposte siamo giunti a due settimane dalla presentazione delle liste elettorali con lo spettro del crack, sussurrato ma non ancora annunciato.

Negli anni passati il debito è stato la grande leva che ha permesso alle varie amministrazioni di poter disporre di notevoli entrate aggiuntive: una disponibilità di cassa che ha consentito il perpetrarsi di bilanci allegri e immaginifici. A ciò si aggiungano l’inserimento tra le entrate di voci di dubbia esigibilità ed i crediti vantati da terzi pare non sempre presenti nella contabilità comunale.

In molti si sono domandati il perché della nostra insistenza e per quale ragione il PD attendesse lumi sulla bontà economico-finanziaria dell’Ente prima di pronunciarsi anche rispetto al prossimo appuntamento elettorale.

La risposta è giusto darla con franchezza: perché il default irrigidisce l’operatività di un Comune producendo conseguenze pesanti, oltre che sul piano politico, sulle prospettive economico-finanziarie, ma anche e soprattutto in ambito sociale.

Chi paga il conto? I cittadini, ovviamente!

Risparmi sulla spesa corrente, sui servizi, sulla manutenzione delle strade, sugli asili, sull'illuminazione, sui servizi sociali. Mentre sul fronte delle tasse c’è da aspettarsi tariffe e aliquote tendenti al massimo consentito.

Lacrime e sangue, insomma!

Ecco il quadro in cui si troverà ad operare la prossima amministrazione se il dissesto dovesse essere dichiarato. Ecco il perché della nostra insistenza.

Peccato ciò sembri interessare a pochi o a nessuno e non animi un dibattito pubblico, nonostante – oggi più che mai - Amantea abbia bisogno di scelte, di indirizzi, di gestione in grado di fare i conti con la realtà. Perché solo se non si è miseri nell’affrontare i problemi e la realtà questo momento di crisi potrà rappresentare l’anno zero ed un nuovo punto di partenza.

Enzo Giacco

Segreterio PD Amantea

Pubblicato in Politica

Le cronache delle ultime settimane hanno riproposto duramente il tema della corruzione politica, del decadimento della vita pubblica e dell'infiltrazione della criminalità nelle attività economiche e politiche. Si è visto peraltro che questi fenomeni investono l'intero paese e non sono concentrati solo nel Sud.

politica

Come si può spiegare questa patologia italiana?

In realtà essa sembra chiamare in causa la fragilità della società civile prima ancora che l'efficacia di controlli e sanzioni.

Tra le cause del proliferare della corruzione in Italia, Nicola Pasini, docente di Sistemi politici e amministrativi all’Università degli studi di Milano, individua il cattivo funzionamento della pubblica amministrazione: “Spesso i meccanismi farraginosi della burocrazia rappresentano degli ostacoli per aggirare i quali vengono usate le mazzette”.

La corruzione è un cancro che se non viene estirpato si metastatizza. Poche persone giustificano moralmente la corruzione, ma molte la accettano perché il costo di non essere corrotti aumenta con il numero di corrotti.

 

È come il costo di rispettare la fila per salire su di un autobus.

Quando pochi la rispettano: chi lo fa non va avanti, ma va indietro. Tanto più elevata è la percezione della corruzione, tanto più i cittadini si sentono giustificati nell’accettare e pagare tangenti, perché sanno che rispettando le regole non riceveranno mai i servizi dovuti.

Compito dell’Amministrazione Comunale dovrà, senza alcun dubbio, essere quello di promuovere l’iniziativa presso i giovani, coinvolgendoli nella fase di ideazione e progettazione e valutando poi la fattibilità pratica delle proposte emerse. Si rivalutano così aree abbandonate, trasformandole in luoghi di ritrovo realizzati dai giovani in base ai loro stessi interessi.

Pensiamo al valore sociale aggiunto che si creerebbe coinvolgendo i giovani e giovanissimi in progetti di riqualificazione del territorio e delle aree verdi: questi processi di valorizzazione territoriale, creano così luoghi di socialità realizzati anche in base ai loro bisogni e da cui l’intera popolazione trae beneficio.

I processi di globalizzazione economica sono miseramente falliti devastando la nostra società, il welfare ed il territorio, allontanando sistematicamente le decisioni dalle istituzioni locali e subordinando le politiche locali ai mercati globali che consumano e distruggono le risorse economiche e ambientali.

È quindi fondamentale salvaguardare e valorizzare le identità locali, le peculiarità e le eccellenze delle risorse ambientali, territoriali e umane. Adeguare le risorse nel piano al diritto allo studio per programmare su più anni l’acquisto di nuove attrezzature didattiche e predisporre laboratori (es. multimediale, artistico, teatrale, musicale, cucina, falegnameria e hobbistica) da utilizzare sia in ambito scolastico, sia per le attività di formazione/autoformazione degli adulti.

È necessario garantire adeguate risorse per creare una biblioteca comunale e trasformarla in centro culturale cittadino e promotrice di iniziative culturali e artistiche. La futura amministrazione comunale di Amantea dovrà avere una presenza più attiva e propositiva soprattutto nell’ambito della formazione al senso civico delle nuove generazioni e al supporto per favorire una reale e piena integrazione multiculturale. Un ulteriore sforzo progettuale dovrebbe portare a un utilizzo dei locali scolastici, anche al di fuori dei normali ambiti didattici, aprendo questi preziosi contenitori anche alla popolazione adulta, attraverso percorsi di formazione e momenti di autoformazione.

La scuola è una parte attiva e autonoma della comunità educante, ma allo stesso tempo è calata in un territorio dove agiscono nell’ambito educativo e formativo anche altre realtà, organismi, associazioni e gruppi. Compito dell’Amministrazione Comunale dovrà essere quello di favorire la sinergia dei diversi interventi, diventando elemento attivo per favorire un proficuo raccordo delle diverse proposte ed iniziative.

Promuovere l’inserimento permanente dell´educazione alla pace e ai diritti umani nei programmi scolastici di tutte le scuole di Amantea con appositi progetti di ampliamento dell’offerta formativa sostenuti dall’Amministrazione Comunale.

In una dimensione di attenzione alla salute e alla qualità della vita, potenziare l’orientamento verso la scelta di cibi biologici per le mense scolastiche. Sarà assolutamente irrinunciabile la presenza stabile della figura del “mediatore culturale”, un importante supporto alla piena integrazione scolastica di bambine e bambini sprovvisti di un’adeguata alfabetizzazione. Promuovere, in collaborazione con l’Istituto Scolastico ed il Comitato Genitori e le agenzie educative del territorio un’attività di doposcuola da tenersi negli stessi locali scolastici.

Prendere come riferimento analoghe iniziative già presenti in realtà vicine per attivare una scuola di italiano per stranieri quale strumento irrinunciabile di promozione ad una piena e matura integrazione sociale.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Pubblicato in Politica

Ci eravamo illusi che l’arrivo del carnevale avrebbe attratto l’attenzione degli Amanteani in modo da stemperare quella sulle liste elettorali e sugli uomini che le comporranno.

Ma non è così.

Non è affatto così.

Anche oggi, domenica precedente gli eventi carnevalizi, si parla solo delle liste.

Per strada trovi capannelli nei quali si parla delle elezioni e di chi governerà questa città difficile se non impossibile quale è Amantea.

Tra di loro anche qualche illuminato che sa che governare Amantea nei prossimi anni significa dire no a tutti quelli che finora hanno chiesto, significa far pagare le tasse anche a chi finora non le ha pagate, significa rinunciare a tanti servizi importanti, significa farsi nemici, non amici, significa dover deludere.

Intanto, oggi, la maggiore delusione la ha avuto chi aveva creduto alla precedente triade commissariale, quella che aveva puntato sul carnevale per attrarre presenze nella città, se non addirittura per rinnovare i fasti degli anni ormai trascorsi, quelli che avevano reso Amantea famosa nel panorama regionale di questi tipi di manifestazioni, eventi con numerosi e qualificati carri e gruppi.

E così, forse, gli amanteani non si sollazzano più con il carnevale ma con la politica.

Ovviamente non possiamo dire nulla della nuova commissaria la cui nomina non è stata ufficializzata dalla pubblicazione del decreto del presidente della repubblica, ma soltanto da un decreto ministeriale che di per sé non è ne efficace, né eseguibile.

Nemmeno nella GU di ieri 18 febbraio, la numero 41, è riportato l’atteso DPR che interessa Amantea.

Abbiamo trovato solo quello relativo al comune di Premana in provincia di Lecco e quello relativo al comune di San Rocco al Porto in provincia di Lodi, ma non quello di Amantea.

Insomma fino a quando non arriverà martedì 28 febbraio quando sfileranno i carri carnevalizi ad Amantea si parlerà solo di liste elettorali.

Anche stamattina.

Tante liste, forse troppe per essere credibili.

Noi infatti supponiamo che si tratti, al più, di “mezze liste”, di “approcci di liste” , di “tentativi di liste” , insomma di raggruppamenti che potranno anche essere “conati” di liste.

Parliamo di quegli “insiemi” che mostrano un leader che cerca di attrarre e far salire sul suo carro altri candidati.

Candidati che quindi si lasciano attrarre dal capolista grazie alla sua vera o supposta credibilità

Questo è il quadro sintetico.

Possibile una lista chiusa del M5s.

Possibile una lista aperta del PD.

Possibile una lista civica a guida La Rupa ed una lista civica a guida Signorelli.

Possibile una lista a guida G:B. Morelli( bis della precedente)

Possibile mezze liste a guida Tonino Carratelli, Michele Vadacchino, Sante Mazzei, A.I.P., ecc.

Ma non escludiamo nomi a sorpresa dei quali si parla anche fuori Amantea!

Pubblicato in Cronaca

Ha avuto ragione G.B. Morelli che in consiglio prendendo la parola dopo che il sindaco ha detto che “ E’ iniziata la campagna acquisti” ( da parte della minoranza, intendeva dire) è intervenuto sostenendo che “Finalmente si parla di Politica”( ad Amantea, intendeva dire).

Sembrava una boutade ed invece celava una profonda verità.

Almeno se ci si riferisce al fatto, probabilmente non causale, della riunione convocata per stasera nella sezione del PD locale di cui alla foto attuale( vedi in basso).

In sostanza in sezione si è ragionato sulla politica locale con Enzo Giacco, Antonio Veltri, Sergio Tempo, Saverio Porzio, Antonio Morelli, Gennaro Perri, Laura Pagliaro, Franca Dora Mannarino, Amedeo Muoio, Elisabetta Motolese, Fera Mariolina, Stefano Spina, Vincenzo Pugliano e Domenico Vellone.

Non è stato ancora inviato alcun comunicato, ma la notizia del passaggio di Elena Arone alla opposizione è stato sicuramente un argomento importante dell’incontro.

Così come pare si sia parlato del costituendo gruppo consiliare composto da Sergio Tempo, Elena Arone e Salvatore Alessandro.

La riunione è ancora in corso e non è dato sapere se siano state assunte deliberazioni relative alla politica locale ed al destino della attuale giunta Sabatino che, come noto, non è una giunta di sinistra, ma una giunta derivata da una lista civica.

Certo è che nella città, sia pure , magari, celiando ,si parla di prossime elezioni.

E forse quella dell’onorevole Mario Pirillo, lanciata con un sorriso davanti al bar Lindia in Corso Umberto Primo ad un gruppo di amanteani tra cui Andrea Ianni Palarchio e Tommaso Signorelli. “ E’ il caso di cominciare a fare qualche incontro ….!”, potrebbe non essere una battuta.

Certo sembra che anche Pirillo possa manifestare un non recondito interesse ad Amantea avendo colto la gravità della situazione locale.

Magari non direttamente …

Vedremo.

Basterà stare attenti

Tanto il 2017 è prossimo e potrebbe essere l’anno delle elezioni anticipate , se…….

comune-amantea-01“Alcuni organi di stampa riportano la notizia, del tutto infondata, che sia pronto, insieme ad altri colleghi di giunta, a lasciare la maggioranza e soprattutto l’esecutivo guidato dal sindaco Monica Sabatino. Nulla di più falso.

 

 

Prima cosa di tutto c’è il mandato degli elettori che bisogna rispettare, ma soprattutto c’è un percorso politico e amministrativo che merita di essere portato a compimento. In questa prima metà di consiliatura, a prescindere dalle deleghe che mi erano state assegnate, ho cercato di far lievitare il peso politico della frazione in seno alla stessa maggioranza, lavorando a prescindere dai ruoli e dalle responsabilità.

 

 

La mia storia personale mi ha insegnato che se uno ha voglia di fare non ha bisogno di attendere l’illuminazione divina o l’incoronazione: fa e basta.

Con il riassetto delle deleghe che il primo cittadino ha varato di recente mi sembra di poter dire che Campora San Giovanni ha una propria dignità e rappresentatività che certamente saprà farsi sentire da qui alla fine del mandato. Proprio sul territorio della frazione, ad iniziare dall’area industriale dei Pip per giungere al comparto dei lavori pubblici, le novità da qui a breve si faranno sentire, nella consapevolezza che è la città di Amantea nel suo insieme che deve crescere, evitando campanilismi che la storia, in altre circostanze, ha già bocciato”.

“Sgombro dunque il campo da ogni dubbio: resto ben ancorato a questa maggioranza che nei prossimi mesi saprà fornire le giuste risposte ai camporesi e di conseguenza a tutta la comunità. Mi auguro che le voci e le illazioni che mi vedono un giorno di qua e un altro di là possano, con questa mia presa di posizione chiara e netta, cessare all’istante, consentendomi così di concentrarmi sul compito istituzionale che intendo portare avanti con costanza e determinazione”

Pubblicato in Politica

chiusaI nuovi media digitali sono portatori di immagini e suoni, piuttosto che parole e pensieri, e se si consultano in solitudine o in qualche versione di qualche comunità virtuale, è improbabile che possano fare molto di più qui che in Kosovo o in Los Angeles. A dire il vero, i nuovi media sono attualmente ancora basati su testi; ma il loro futuro è nelle immagini. Essi, in ultima analisi, sono un surrogato efficiente della televisione e del cinema, piuttosto che di libri e giornali. Lascia un po’ stupefatti ma non sorpresi nel vedere quanti computer-dipendenti usano i loro portatili per le proiezioni di film privati ​​sui loro nuovi dischi DVD! Man mano che si evolvono , i nuovi mezzi di comunicazione saranno destinati ad acquisire tutti i difetti politici preesistenti. Una successione di immagini in rapido movimento non è favorevole al pensiero, ma favorisce la pubblicità, la manipolazione e la propaganda, e queste sono le caratteristiche della moderna cultura del consumo e della privatizzazione dell’ideologia politica che sostituisce governi con i mercati. Il potere delle immagini non può essere sottovalutato. Pochi anni orsono, gli americani negli USA venivano trattati a colpi di orribili immagini televisive provenienti dal Corno d'Africa: l’immagine del corpo straziato di un soldato americano che veniva trascinato attraverso una piazza dove un elicottero americano era precipitato in fiamme. In un solo istante, quella immagine trasformò la politica estera americana nel portare a termine e in modo poco cerimonioso l'impegno strategico americano in quella parte del mondo. Le parole possono, naturalmente, anche ingannare, ma i film di Leni Riefenstahl colpiscono più dei testi di un Goebbels. Il film di Steven Spielberg Ilsoldato Ryan per esempio, può benissimo essere inteso come un rafforzativo del cinismo politico del nostro tempo, mentre Spielberg celebrava il coraggio quotidiano di alcuni individui ostinati, allo stesso tempo decostruiva la lotta globale del seconda guerra mondiale privatizzandone gli obiettivi e le motivazioni dei suoi protagonisti. Oliver Stone è un caso ancora più evidente, i suoi film sono colmi di uno scetticismo buio e anti liberal-democratico. E questo è evidente anche sia nel decostruire spiegazioni ufficiali sull’ assassinio di Kennedy o della guerra in Vietnam. Il regista statunitense realizza immagini di una storia diversa da quella ufficiale fornendo una verità diversa da quella ufficiale. Spielberg e Stone hanno ovviamente un diritto, anche un dovere nel fornire attraverso le immagini una versione diversa su come guardare alla guerra o all’amministrazione di Johnson. La tecnologia digitale migliora tale manipolazione. Come può trasformare forme e profili per creare un mondo di illusione convincente nei film, può trasformare sensazioni e sentimenti per creare un mondo di pregiudizi convincenti sul web. La nostra civiltà si è formata principalmente sulla parola e su documenti scritti la Bibbia, la Torah, il Corano, radicando nella ragione, la coerenza e la promessa di mantenimento (la consistenza delle parole della mutevolezza della personalità). Siamo sempre stati ancorati a ciò che Aristotele chiamava logos, che ci ha permesso di imporre ordine e significato al mondo attraverso il linguaggio e segni che hanno dato alla persona un discorso comune con il quale siamo in grado di mediare i nostri interessi e trovare un mezzo per collaborare, loro malgrado. La liberal-democrazia poteva essere definita, il governo del logos ed era il logos che legittimava regimi radicati originariamente solo nel potere e nell’ interesse. Se in principio "era" la parola, e alla fine ci saranno solo immagini, la democrazia, finalmente, potrà esprimere tutta la sua semi-nascosta mostruosa natura fatta di brutalità e inganno.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

padellaDa una analisi dei siti politici realizzati finora, emerge la persistenza di un modello di comunicazione verticale ed unidirezionale, che nei siti istituzionali si affianca ad una limitata utilizzazione delle potenzialità della rete per fornire servizi effettivi ai cittadini. Se è vero che le tecnologie sono un agente di trasformazione radicale degli assetti sociali, allora, dobbiamo aspettarci grandi trasformazioni nella forma stessa della democrazia attuale. Ma quale tipo di democrazia sarà questa democrazia virtuale futura? Quello che si intravvede è una democrazia virtuale che sta per rivelarsi in tutta la sua pericolosa illusione e che nasconde un nuovo e tecnologico totalitarismo? Il momento attuale ci pone di fronte a un paradosso. I primi quindici anni di questo secolo sono stati un periodo di progressi sorprendenti nel settore delle comunicazioni e delle tecnologie dell'informazione, tra cui la digitalizzazione, piattaforme video accessibili, smartphone, l’accesso a Internet per milioni di persone e molto altro. Questi cambiamenti dovrebbero essere indice di un processo di crescita, sia dell'individuo sia delle collettività, e sull'incremento della stima di sé, e dell'autodeterminazione, e dovrebbero far emergere risorse latenti che avrebbero potuto portare l'individuo ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale. Eppure, nonostante questi cambiamenti, nel mondo occidentale, la democrazia - un sistema politico basato sul concetto di empowerment degli individui - è in questi anni diventata paludosa. Il numero di nazioni “democratiche” oggi non è maggiore di quello che era all'inizio del secolo. Quando la polarizzazione avviene senza un consenso generalizzato sulle regole del gioco democratico, lo stesso sistema rischia l’implosione. Inoltre, gli autocrati hanno, in modo significativo incrementato il monitoraggio, vincolando, e persino bloccando le cosiddette tecnologie che dovevano essere di “liberazione”. Il capitale, è indotto da un istinto potente alla concentrazione e alla sua legittimazione. Non è affatto vero che la tecnologia digitale abbia disarticolato le gerarchia di potere e la sua concentrazione. I media restano fortemente oligopolistici, intrecciati con le élite che detengono l’autorità politica e il loro ruolo di intermediazione è ancora potentissimo. Insomma, quello della socializzazione democratica del potere comunicativo attraverso la tecnologia è nulla più di un mito accuratamente coltivato da chi attraverso una selezione dell’agenda pubblica – dove il silenzio su ciò che non si dice conta più di quello che si dice – riproduce un’egemonia ferrea sulle masse. Al facile ottimismo che in varie forme si è manifestato nelle affermazioni dei teorici della democrazia elettronica, si oppone una fitta schiera di critici le cui argomentazioni non sono prive di rilievo. Infatti la democrazia telematica, facendo a meno degli istituti della mediazione e della rappresentanza politica, potrebbe dare luogo ad un rapporto diretto tra governante e governato. La partecipazione popolare si ridurrebbe così ad una sorta di sondaggio elettronico. In parte lo è già oggi. Se poi si pensa alla grande influenza che mezzi di comunicazione hanno nella determinazione della opinione pubblica, ci rendiamo conto che la destabilizzazione dell'equilibrio tra forme e istituzioni della politica può far emergere la parte dormiente della stessa democrazia, indirizzandola verso forme pericolose di "tecno-populismo". Dalla democrazia diretta si passerebbe alla democrazia plebiscitaria, che è l'anticamera della tirannide. A volte, si possono avere idee così sbagliate che solo una persona molto intelligente può ritenerle valide.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Pubblicato in Italia

gigii

Credo che legittimamente ci si possa chiedere se la rivoluzione marxista sia inevitabile o meno. I requisiti di una sfera altamente efficiente e automatizzata di produzione è raggiungibile, come è dimostrato dal rapido avanzamento della robotica e l'automazione del computer nella produzione industriale. Allo stesso modo, non abbiamo bisogno di spremere la nostra immaginazione per dire che in realtà abbiamo la conoscenza e l’abilità tecnologica per poter produrre alimenti tali da nutrire tutti gli abitanti del pianeta. Si può inoltre chiedere, come fece il filosofo Herbert Marcuse, nel suo “L’uomo a una dimensione”, se questi risultati ci porteranno più vicini alla liberazione o ci spingeranno pesantemente sotto l'influenza di coloro che controllano l’uso della nuova tecnologia. La risposta a questa domanda dipenderà dal fatto se la tecnologia potrà rendere il raggiungimento della coscienza di classe impossibile per i lavoratori. Per Marx, anche se sono state raggiunte le condizioni economiche e produttive per la liberazione, nessuna vera rivoluzione è possibile senza il proletariato, che rappresenta la maggioranza dell'umanità, raggiungendo una coscienza di sé come classe. “ Tutte le liberazioni dipendono dalla coscienza collettiva di servitù”, come scrive Marcuse. In passato il Capitalismo ha sempre risposto a crisi come la sovrapproduzione in vari modi: distruggere i mezzi di produzione, conquistare nuovi mercati, o in modo più efficiente, sfruttando i mercati già esistenti. Marx riteneva che questo avrebbe creato un semplice stallo all’inevitabile e che le crisi future sarebbero state molto più severe e difficile da superare per il capitalismo che ha trasformato la natura nel corso degli anni, cosi come ha trasformato il lavoro e le classi sociali. Il capitale, nella sua fase avanzata di sviluppo storico, ha interferito, si è appropriato, ha manipolato, ha insozzato l'ambiente naturale della terra a tal punto che è sempre più difficile trovare un solo aspetto, una sola parte che non sia stata modificata in un modo o nell'altro. Questo cambiamento, questa depredazione della natura da parte del capitale, ad oggi, ha provocato una tale catastrofe agli ecosistemi naturali del mondo, che si sono evoluti in modo interconnesso, altamente complesso e insufficiente che la questione della sostenibilità stessa dei processi economici, in relazione con l'ambiente naturale, è diventata unapreoccupazione sempre più importante per la stessa classe di potere. Le nuove tecnologie e la conoscenza scientifica alla base del suo sviluppo, l'idea della conquista potenziale o della dominazione della natura da parte dell'umanità, ha visto l’alba, non solo come sogno. Senza entrare nei dettagli e nelle date, sappiamo che un certo numero di invenzioni tecniche nel periodo di ascesa della borghesia in seno alla società feudale diedero, a coloro che le dominavano, un enorme potere socio-economico e produttivo rispetto a quello che esisteva prima. Il crescente dominio sulla natura dell'economia ha portato ad un crescente dominio sul resto della società, e in ultima analisi, alla supremazia politica. Una tecnologia specificamente capitalista, quindi, è una tecnologia che è specifica del modo di produzione capitalistico propriamente detto, in cui prevale il dominio reale del capitale. Ma allora, cosa è la tecnologia, se può assumere forme diverse nella storia, in contrasto con una tecnologia che crescerebbe continuamente, in modo progressivo? Nel momento in cui una nuova tecnologia rotola, se non si è a bordo del rullo compressore, si è parte della strada. La necessità deriva dal cambiamento climatico, potenzialmente disastroso per la civiltà. Se il mondo starà bene, la vita andrà bene. Probabilmente perderemo grandi quantità di specie, e le foreste pluviali scompariranno se il clima continua a surriscaldarsi. Quindi è un problema globale, un fenomeno globale. Non succederà in un'unica zona del mondo. La prospettiva planetaria ora non è solo estetica. Non è solo la prospettiva. In realtà è un problema di dimensioni mondiali e richiederà soluzioni globali che coinvolgeranno forme di governo ancora inesistenti. Si tratterà di tecnologie che noi semplici cittadini possiamo solo intravvedere: i PC, I Pad, il Web e quant’altro. Anche alcuni ecologisti hanno cominciato a coniare parole come ingegneria eco sistemica. In natura i castori già lo fanno, come pure i lombrichi. Nel 1968 Stewart Brand, un hippie a dir poco geniale, rivoluzionò l’ informazione con una pubblicazione "Whole Earth Catalog", senza pubblicità e a basso costo. All’interno del catalogo furono raccolti ed elencati i migliori attrezzi e libri che si potevano trovare al mondo con immagini, analisi ed usi, prezzi e fornitori. Il lettore inoltre poteva ordinare alcuni articoli direttamente per posta attraverso il catalogo. In quell'anno vendette mille copie a cinque dollari ciascuna. In ogni edizione del catalogo si esaminavano centinaia di prodotti. Le idee di Brand anticiparono molte delle istanze che sarebbero diventate di attualità con l’avvento di Internet. Di questo mezzo infatti, e di molte spinte innovative di cui il Web si fece portavoce, Brand fu un autentico precursore. Brand ha sempre creduto nell’importanza della disponibilità delle informazioni, come lo strumento necessario ad abbattere il sistema dello sfruttamento dell’uomo su l’uomo e alla conquista della libertà. Per tale motivo il patrimonio del sapere e della conoscenza deve essere condiviso dal numero più ampio possibile di persone. Solo attraverso una conoscenza veramente accessibile ed aperta a tutti sarà possibile avanzare sulla strada dell’emancipazione sociale, politica e culturale.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Pubblicato in Calabria

silenzioHanno ragione quelli che affermano che, stiamo viaggiando sull’autostrada della fine della quasi libertà .

Ribellarsi è l’unica cosa che può bloccare quei personaggi che pensano di amministrare un Comune semplicemente mungendo le tette di una vacca d’oro. Questi furbastri vanno combattuti. Ci fosse stata una sola volta in questi lunghi mesi in cui l’Amministrazione si sia degnata di dare una, una sola risposta completa, esauriente alle richieste dei cittadini. Risposte chieste anche attraverso alcuni miei articoli. In tutto questo tempo ho scoperto che ai signori del Municipio si può solo chiedere che tempo fà...Prova ne è questo mio breve scritto il cui contenuto è uguale a centinaia di altri disseminati nel territorio di Amantea. Dal loro zelo ottuso sprezzante e autoritario, non si avrà, come sempre, nessuna risposta degna di tale nome. Loro insisteranno fino alla fine a giocarsela da generosi vittime sacrificali che amano il proprio paese! E attenzione, non si fa qui il solito attacco alla sola Amministrazione, ma al “sistema di potere” che regge questo paese da tempi ormai troppo lontani, senza che nulla cambi. Credo sia giunto il momento che ogni singolo cittadino di Amantea sappia come stanno le cose realmente. Questi padroni del Municipio credo che abbiano preso spunto e imparato molto da Gianni Alemanno, quando era sindaco di Roma, uno dei primi amministratori pubblici ad aderire ai salvaciclisti. Ecco alcuni suoi solenni impegni da sindaco relativi ai temi del traffico, delle buche stradali, della ciclabilità. “Bisogna fare un grande sforzo sulla manutenzione delle strade romane. Non ci sono formule magiche, bisogna semplicemente applicarsi ogni santo giorno, prendere a calci chi non fa il proprio dovere”. Amantea, grazie alla fantasia dei suoi amministratori, viene invece trattata a colpi di “cerotti”: un cerotto alla chiesa di San Francesco, uno al vecchio collegio dei Gesuiti, un altro al palazzo Florio, incerottato da oltre due anni in pieno centro, uno ancora, più recente su Corso Vittorio Emanuele e un maxi cerottone al porto turistico. Mi fermo qui. Per ora. A conferma del perché, nella mia terra natia, avere la faccia come il culo significa non conoscere vergogna, fare qualunque cosa senza scrupoli e senza pudore. Non paghi di non conoscere vergogna per quel che hanno fatto col mandato che è stato affidato loro, gli Amministratori si apprestano a chiudere il proprio regno da farsa con un colpo di mano che a loro sembra probabilmente un capolavoro di sagacia. Poveracci, adesso che sono rimasti col culo – pardon, con la faccia – per terra, si saranno voluti garantire delle “cattedre” adeguate alle proprie capacità professionali. Scommetto che li troveremo presto ad abbaiare alla luna. Imprecare invano, gridare inutilmente contro qualcuno che è lontano e non può, perciò, più sentirli o che non se ne preoccupa più di tanto: gli Amanteani. (Chissà). Una delle rubriche più fortunate del settimanale “Cuore” s'intitolava “Hanno la faccia come il culo”. Poi purtroppo il settimanale satirico fondato da Michele Serra chiuse i battenti: ormai la realtà superava la fantasia. Oggi quella rubrica occuperebbe l'intero giornale, per eccesso di fornitori. Questa Amministrazione proverà a precisare che “è sbagliato mettere tutti nello stesso cesto”, perché ci sono “Amministrazioni e Amministrazioni”. Tipo la loro, che ha già provveduto a fare piazza pulita e non è giusto che finisca nel frullatore. Anche il loro portavoce Sparaballe, sotto le bombe, gli accoltellamenti, gli incendi di macchine e ristoranti, andrà in giro a invitare i propri concittadini a “non fare di tutta l'erba un fascio”, perché il paese dei suoi mandanti è più virtuoso e “sobrio” di altri paesi calabresi e “da tempo hanno messo in discussione le giostrine affaristiche e corruttive che erano legate ai sottosistemi di potere delle giunte precedenti”.
Avere la faccia come il culo” (avrei potuto usare “faccia tosta”, ma il termine un po’ volgare rende meglio) è un antico detto che sta per “Non provare vergogna per le proprie azioni scorrette, essere sfrontato, spudorato”!
Molti penseranno che mi sto lanciando nella solita filippica contro gli amministratori Amanteani che vogliono, con le loro scelte insensate e deleterie, uccidere il paese. Invece no! I destinatari dei miei insignificanti strali oggi sono altri che, con il loro agire scorretto e subdolo, hanno continuato a rovinare quanto di buono si era ereditato dai secoli scorsi. Cosa c’è di male, direte voi, se viene deturpato un antico paese in nome e per conto della modernità e dell’efficienza? Nulla se la cosa fosse finita lì. Ma la cosa non è finita lì! Bene, bravi e complimenti per il tentativo. Abbiamo scoperto il vostro sporco e patetico gioco, non riuscite proprio ad immaginare un’azione popolare senza il vostro colore preferito! Direbbero i protagonisti di un film americano, riferendosi al colore dei dollari e non della cacca. Avete dimostrato, ancora se ce ne fosse bisogno, la vostra smisurata voglia di auto appagamento a tutti i costi che niente ha a che vedere con il raggiungimento del bene comune. Vi ho individuati in alta uniforme presso la chiesa di San Francesco qualche giorno fa, cercando dalla gente il plauso e il consenso per le vostre pecette. Gli Amanteani dovrebbero essere stanchi di certe ed anacronistiche ideologie. Eppure, puntualmente Sparaballe dichiara come balle quelle altrui, mentre frotte di obbedienti ed osannanti fans si radunano nel sentenziare sulle cose “folli” che il sottoscritto va scrivendo. Anche di fronte a tutto questo, schiere genuflesse di seguaci si arrampicano sempre più ripidamente come gechi a nutrirsi e a socializzare l’altrui vomito e per dire: “si padrone”, con la faccia, con l’organo fondamentale, come il culo, per espellere "le scorie" biologiche della società, ma che un po' tutti generalmente si vergognano di mostrare in giro. Per questi Amministratori, ahinoi, l'apparenza è più che sufficiente per sentirsi a posto con la propria coscienza. Mentre ai cittadini, che pagano sulla propria pelle gli errori e gli abusi di una classe dirigente inetta e incapace, crea disgusto.
Posso solo augurarmi che le persone in grado di intendere e di volere, abbiano capito e compreso che le responsabilità di ciò che accade non sono sempre dirette. Nel settore pubblico, quindi, ancor più che in quello privato, chi comanda e guida la baracca deve saperne rispondere in ogni momento e, qualora non ne sia stato in grado, bisogna mandarlo via staccando dalla poltrona quel sederone che vi sta incollato con l'Uhu Bostik.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Pubblicato in Primo Piano

otticoUna mattina vorrei svegliarmi e leggere sul quotidiano:
“ Un duro colpo alla corruzione ed al malaffare tra esponenti della Pubblica Amministrazione locale e dell’imprenditoria è stato inferto congiuntamente dalla Guardia di Finanza, dalla Polizia e dai Carabinieri. Scoperto un collaudato sistema corruttivo: imprenditori “amici”, grazie all’aiuto di dirigenti e tecnici comunali riuscivano ad avere ‘canali privilegiati’, bypassando le norme che regolano gli appalti pubblici ed eludendo i controlli.”


Amantea, una storia moderna. Anzi, modernissima ed antica allo stesso tempo. Antica, perché questa Terra ha già subito il dominio visigoto.

Moderna, perché completamente figlia di quest’epoca disgraziata ed annichilita. Questo scritto era nascosto da qualche parte, e oggi è venuto fuori quasi di getto, senza una specifica ragione, perché la mia pazienza nei confronti di tutti coloro a cui è rivolta la lettera è finita. Scrivo a Voi, Cittadini di Amantea e della Calabria tutta.

 

Il pensiero soggettivo del benpensante è un pensiero inutile finché resta un pensiero soggettivamente pensato, nutrito e, nel giro degli amici e dei conoscenti, limitatamente espresso e condiviso.

E’ solamente melassa, è un livore, un borbottio, un’ebollizione di cattivi umori che contribuisce a rendere l’aria che si respira ancora più pesante e cattiva, perché ragionandoci sopra, chi più sa e più vede, se poi non muove un dito per cambiare le cose, offre agli altri solo l’occasione di accorgersi di mucchi di merda che non aveva ancora notato.

 

Ciò che oggi mi preme è di mettere in mostra la condotta di una intera città. Sono cosciente, come mi è stato più volte ricordato, che le parole che scrivo e indirizzo a Voi tutti, Cittadini di Amantea e della Calabria, servono a molto poco.

Ciononostante , vi incito ad avere Coraggio, nel liberarvi dalla cappa dei soliti noti, che un tempo vi promettevano pane e lavoro al costo della perdita della vostra libertà. Liberatevi da persone che non hanno mai lavorato nella loro vita. L’unico lavoro che hanno fatto e che si tramandano da padre in figlio è fare il “politico” con la “p” molto minuscola.

Sì, sono riusciti a creare una loro professione. Sono riusciti a creare una generazione di governanti ereditieri.

 

I violini e i loro consociati orchestrali, succhiano alla mammella pubblica già da oltre mezzo secolo e non intendono mollarla.

Perché lavorare, quanto si può, non facendo niente, guadagnare un bel malloppo? Il governante-faccendiere ha saputo creare parchi urbani di cemento, eventi estivi e salvaguardato il centro storico. Ha fatto ingabbiare opere inutili e incomplete. Ha lottizzato terreni a favore della congrega. Ha elargito beni demaniali con lo scopo di accaparrarsi voti e favori del beneficiario.

 

Ha fatto costruire un cavalcavia che non è un cavalcavia.

Vuol costruire ponti che portano verso il nulla. Denigra una parte dei suoi quartieri relegandoli al degrado ambientale e sociale. Ha creato parcheggi a pagamento relegando quelli “gratis” al confine della Terra. Fa di tutto per compiacere gli imprenditori amici, l’impresa o chicchessia, senza che ve ne sia un vantaggio collettivo. Ma voi, cittadini di questo paese, che tacitamente i governanti li avete scelti, illudendovi di liberarvi dalle responsabilità, avete più colpe di quanto pensiate. Anche se questi miei scritti servono a distrarvi un po’, voglio che sappiate che io Amo questo paese.

 

Lo amo a tal punto da non rinunciare al più importante scopo che è quello di far risvegliare le coscienze dei giovani.

Ricordare loro che il futuro è nelle loro mani. L’incertezza del loro futuro inficia la crescita del paese nella sua totalità. Scrivo ciò perché non credo che ad Amantea come in tutta la Calabria ci siano giovani che vogliono essere succubi di una democrazia sociale degradata dalla logica dell’ereditarietà.

Dalla logica della sudditanza. Dalla logica dell’affarismo.

Dalla logica del malaffare.

Vi sono catene che bisogna spezzare: le maglie della sudditanza; la maglia del potere dei colletti bianchi: quella classe burocratica che guadagna tanto quanto pesa, nascosta nella complicità tra burocrazia e politica, calpestando persino gli obblighi legali di trasparenza; la catena del bisogno; dell’ignoranza; del mal governo; del clientelismo; degli sprechi; delle caste partitocratiche; del potere e dell’arroganza; della paura che incutono nei cittadini gli atteggiamenti di questa classe di prepotenti , costringendo i Cittadini ad allontanarsi dalla vita politica della Città.

 

Cittadini che hanno creduto e continuano a crederlo che questi signori volessero ridare diritti certi e non favori spacciati come regalie che si devono onorare con il voto vita natural durante.

Ingenuamente hanno creduto che sarebbe stato possibile iniziare un cammino di democratizzazione della politica Amanteana.

Oggi, alcuni di Voi, però, hanno cominciato a rendersi conto che le persone che riempivano le piazze con le loro menzogne sulla forza della legalità, della trasparenza, della libertà, della solidarietà, della partecipazione popolare, della Liberal- Democrazia, sono in realtà le guardie dell’affarismo, del potere fine a stesso, dell’egoismo con il quale calpestano diritti e Valori di convivenza sociale . No, non si può volere essere come loro. I Vostri principi, i Vostri valori, cari Amanteani, devono essere altri e alti.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

BANNER-ALTO2
© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy