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filippoOccuparsi di territorio ed urbanistica ad Amantea è un compito arduo. Bisognerebbe ricomporre un puzzle di pezzi disseminati da anni di interventi infelici e politica urbanistica inesistente.

Amantea è rimasto un paese vivibile prima delll'avvento delle grandi speculazioni edilizie, paradossalmente prima che esistessero strumenti urbanistici. Nel periodo dell'inurbamento, favorito e sostenuto dalle rimesse dei familiari emigrati. Era uno sviluppo sostenibile che non poteva provocare scompensi per due ragioni.

a- La possibilità da parte di queste famiglie di comprare un piccolo appezzamento di terreno dove costruire la propria casa, che da buona tradizione contadina aveva intorno un piccolo orto e tanto verde.

b- La dimensione sempre contenuta ed adeguata alle esigenze familiari che garantiva l'equilibrio tra il costruito e la natura.

Vi era inoltre un'integrazione paesaggistica naturale favorita dall'uso di materiali autoctoni (pietra,legno,calce) che oggi malgrado istituzioni come soprintendenza, varie fondazioni ambientaliste, tranne casi rarissimi non siamo in grado di controllare.

Stiamo parlando degli anni sessanta -settanta, quando l'emigrazione del dopoguerra cominciava a dare i suoi frutti.

Quando Amantea vantava un ospedale ed una clinica privata due cinema che d'estate diventavano tre, ed un richiamo formidabile che era la "rotonda", meta degli artisti più in voga del momento. Sicuramente il periodo più felice che abbia conosciuto.

Dimenticavo, io, non credente, la grande funzione sociale non della chiesa, ma di un aggregatore sociale che era il bergamasco Giulio Spada che regalato anche a me giorni meravigliosi.

Quando la politica da una parte e la speculazione edilizia dall'altra non condizionavano ancora direttamente la vita delle famiglie.

IL CAMBIO

Dalla fine degli anni settanta e i primi anni ottanta il nostro territorio, vuoi perchè cominciava a diventare il centro commerciale più importante del basso tirreno cosentino, vuoi per la posizione felice e la ricca offerta di servizi, diveniva polo di attrazione incrementando la domanda di abitazioni. Case per vacanze, per lo spostamento di popolazione dei piccoli centri dell'interno, per investimento in un'area che sembrava avere un grande futuro.

GLI ERRORI

Era quello il momento perfetto che avrebbe definitivamente fatto decollare Amantea , che nel frattempo si era attrezzata di uno strumento urbanistico, e collocarla probabilmente, come meta, al primo posto nel tirreno cosentino.

Come si direbbe oggi qualcosa è andato storto...

Cosa e chi hanno trasformato una tale opportunità nel disastro che oggi abbiamo davanti?

Attori pubblici e privati.

Sulla spinta della domanda si sono attivati operatori senza scrupoli che hanno fatto lievitare il costo del terreno a livelli incredibili, 500-600 (nella prima ondata mila lire, nella seconda euro).

Cosa ha comportato questo atteggiamento aggressivo?

Ha privato le famiglie della possibilità di comprare il terreno per costruire la propria casa. Li ha costretti, per soddisfare il fabbisogno a rivolgersi ai costruttori per comprare appartamenti in condominio, di qualità generalmente mediocre.

L'imprenditore edile infatti per bilanciare il l'incredibile costo del terreno da lui stesso stabilito (nemmeno nella capitale), ha costruito i palazzotti. Imbrogliando con la complicità politica sulle volumetrie, ignorando la dotazione degli spazi pubblici.

Una scelta poco lungimirante che trova un'eccezione nella lottizzazione Camporella, anch'essa purtroppo, parzialmente stravolta dalla strategia del "mordi e fuggi". Ma che ha garantito la dotazione a Campora di adeguati spazi pubblici tra cui l'unica piazza degna di questo nome esistente in tutto il territorio comunale.

Dunque un'offerta che escludeva la realizzazione di edilizia estensiva che avrebbe dato continuità alla nostra tradizione.

L'incultura imprenditoriale ha fatto il resto.

Non ha mai capito che se alla grande quantità degli alloggi non investisse in servizi e qualità avrebbe costruito un fallimento.

Cosi è stato.

Amantea è oggi un agglomerato di case senza servizi che ha un valore commerciale inferiore all'epoca in cui fu costruito.

Un patrimonio,forse il termine è inappropriato, con gravi difficoltà di manutenzione.

LA POLITICA IERI

La politica con mezzi legali a disposizione come il programma di fabbricazione, anziché arginare e preservare almeno gli spazi pubblici e le indicazioni urbanistiche ha chiuso occhi e orecchie sull'attività privata consentendo di occupare tutto l'occupabile. Il risultato è un territorio disegnato dalla speculazione, dove il pubblico è

La politica nutrendosi (come ancora oggi, ma peggiorando) dei finanziamenti casuali degli amiconi regionali, ha prodotto qua e la opere di dubbia utilità per lo sviluppo del comprensorio. Intanto i rappresentanti politici con dietro le grandi famiglie hanno deciso nel periodo delle vacche grasse dove collocare infrastrutture come il porto. Una decisione dettata da uno strano equilibrio geopolitico che si è rivelata un disastro ambientale ed economico.

Il popolo che in genere ha memoria corta non ha mai fatto pagare politicamente ai responabili questo danno ENORME. Immaginate Amantea con un porto canale sul Catocastro.

Amantea ha sfruttato la legge 64, un enorme flusso di denaro, per una pavimentazione che non ha avuto ricaduta alcuna sulla rivitalizzazione del centro storico. Forse in quegli anni l'unica cosa positiva venuta fuori sono state le strade interpoderali e reti idriche e fognarie. Non si è mai tranne in rarissimi casi, ricorso ad espropri (per non scontentare l'elettorato) per cui abbiamo rinunciato nelle nuove e vecchie aree ad una viabilità adeguata, a spazi per parcheggi e luoghi di aggregazione sociale.

L'OPPOSIZIONE

L'opposizione Amanteana ha seguito sempre le orme di quella nazionale. Ho letto circa 25 anni fa un libretto di un giornalista australiano, trovato su bancarelle di libri usati a Caracas, che si incontrò nientemeno con Gaetano Salvemini. Spiegava come il piano  Marshall fosse stato spartito tra il PCI e la DC. L'opposizione locale che conosceva la situazione cui versava Amantea. Cosa ha fatto?

Purtroppo nulla, almeno nulla di concreto.

L'ANEDDOTO PER CAPIRE L'OPPOSIZIONE

Ero un giovanotto di 32- 33 anni. Lavoravo alla lega nazionale delle cooperative, vengo contattato da un dirigente di Edilfornaciai. In qualità di architetto, di Amantea , sarebbe interessante partecipare all'appalto concorso del centro storico del nostro comune. Tempi strettissimi. Un mese circa. Accetto la sfida. Metto insieme un gruppo di circa 25 persone sparse tra Amantea , Lamezia e Reggio Calabria.

Mi mandano da Reggio Emilia un geometra per controllare i computi metrici. Mi fanno contattare, il possibile subappaltatore, (impresa Nervoso).

Il progetto era molto buono. Prevedeva anche il recupero di alcuni spazi come le "case sciollate" e altri all'interno della "chianura". Avevamo secondo me buone possibilità di vincere perchè l'offerta progettuale assegnava molti punti.

Il giorno prima della presentazione del progetto mi chiamano per dirmi che non si partecipa più. Sono arrivati ad un accordo con il senatore Covello di lasciare Amantea per dare spazio altrove.

Una infinita delusione con epiloghi duri per recuperare i compensi per tanti professionisti messi in campo.

Le imprese comuniste.

LA POLITICA OGGI

Cosa è rimasto dopo anni di stupri di questo povero comprensorio?

Un territorio che vive sulle emergenze .

Il periodo politico del comune di Amantea è quello attuale a proseguimento della giunta Sabatini. La giunta Sabatini, non dimentichiamolo ha sacrificato un spettacolare lungomare per un progetto mai realizzato ma parcella pagata, del ponte sul Colongi, che segnalai a suo tempo come un'assurdità pensare di poterlo realizzare con circa un milione e duecentomila euro, altro incarico del ponte Catocastro. Questi i fatti. Opere non realizzate. Parcelle pagate a parenti.

Ieri come oggi non esiste un progetto "AMANTEA". Progetto significa studiare come migliorare questo stato di cose con opere mirate, che non si realizzano oggi, ma man mano che si reperiscono i finanziamenti. Insomma sapere dove andiamo a parare tra 10-15 anni. Non è mai stato così. Il comune non è mai stato attore principale, non ha voluto o non ne ha avuto le capacità. Per cui come si diceva, i lavori e le opere realizzate sono frutto di offerte esterne, spesso non utili al progetto della città. Un esempio. La costruzione presso il vecchio macello. Cos'è? Sarà mai terminata?

Poi ci sono cose che per casualità vanno pure bene, per esempio il campus Temesa che doveva essere (il finanziamento) una casa per la salute. Insomma insisto che noi dobbiamo essere i padroni del nostro destino.

Se non arriviamo a farlo continueremo a peggiorare la situazione.

ESCLUSIONE TECNICI AMANTEANI.

Nessuna opposizione vi dirà mai questo (si guardinu a manu)

Succedono al paese, particolarmente nell'ufficio lavori pubblici situazioni bizzarre. Incarichi fatti a tecnici con cognomi "politici" o comunque esterni.

Abbiano nel territorio circa 100 tecnici. Molti ragazzi costretti a fare lavori umili e comunque dignitosi. Non voglio entrare nel merito di queste scelte che comunque sono "strane". Personalmente non aspiro (non lo voglio) ad alcun incarico, ma forse sarebbe il caso di valorizzare questo enorme patrimonio di giovani che chissà, conservano ancora un pò di entusiasmo.

Come funziona questo meccanismo viziato?

Vengono qui i tecnici ammanicati che in anteprima sanno di alcuni finanziamenti li propongono agli uffici giusti, che ammaliati degli appaltoni, concedono incarichi professionali e vanno avanti.

I risultati di queste operazioni che di trasparenza non hanno nulla lo si può vedere dalla scuola Mameli, un caso tipo coronavirus, dove il panico creato ha consentito senza tanti controlli l'appaltone. Di cui ad Amantea non rimarrà nulla. Provocando un danno sociale incalcolabile.

Gli Amanteani inorriditi dai problemi sismici della Mameli, mandano tranquillamente i figli più piccoli alla scuola elementare Manzoni. Perchè avete questa tranquillità? Io adesso non ve lo dico. Ditemelo voi.

Esistono al riguardo congetture di cui non ho prova alcuna, se non altro perchè allergico a tali organizzazioni, che spiegherebbero alcuni incarichi con segnalazioni di tecnici da parte di aggregazioni semimassoniche, di cui Amantea è ricca.

Ma la cosa strabiliante di questo paese è che in mezzo "a questo dolore" nessuno parla. La mafia è questa. Non quella con la coppola.

Occorre in questo paese sotterrare mostri sacri di sapienze da scrivania. Che nulla hanno apportato a questo miserabile paese. Occorre valorizzare i nostri ragazzi che conoscono il mondo e inevitabilmente hanno idee ed esperienze, conoscono idiomi diversi, che potrebbero aiutarci.

IL PIANO STRUTTURALE

L'urbanistica Amanteana vive in un limbo. Avete voi sentito opinioni da parte di questi sensibilissimi attori politici che si siano fatti carico delle urla di dolore che vengono dalla nostre imprese allo stremo?

Il piano strutturale, nuovo strumento per il governo del territorio, indispensabile per attivare le briciole che ci restano dell'attività edilizia,non si riesce a farlo approvare assoggettando gli operatori del settore ad affrontare burocrazie impossibili. Chi si occupa di questo problema?

Nessuno. Maggioranza, opposizione, neutri.

LE OFFESE

Per raddrizzare, o almeno tentare di farlo occorrerebbe un'inversione di rotta che l'amanteano coatto (90% di voti) non accetterà mai.

Ora che abbiamo giustamente offeso l'Amanteano medio andiamo alle proposte.

La situazione della città è drammatica. Un territorio devastato da forze umane (inumane?) e naturali. Le ultime hanno trovato brecce da sconfinare con facilità. Vedi Lungomare e Corica. Non sono esenti da questi disastri le associazioni ambientaliste. Che hanno fatto perdere nel caso di Coreca, un autentico gioiello della costa, oltre un milione di euro di finanziamenti per una difesa costiere che se usati adeguatamente ( barriere a filo d'acqua) avrebbero sicuramente risolto l'attuale chiusura della strada costiera che provocherà nell'immediatezza danni immani. Ricordo per correttezza le grandi battaglie portate avanti da WWF movimento 5S ed altri zelanti soggetti che hanno generato danni semplicemente perchè ignoranti e seccenti.

LE PROPOSTE

Cosa abbiamo davanti?

Sarà questa la parte più breve di queste riflessioni. E la più complicata.

Abbiamo un territorio deturpato, una città invivibile che necessita di idee.

Questa sorta di tornado che negli ultimi 40 anni si è abbattuto sul nostro comprensorio ha lasciato rovine su cui lavorare. L'idea è quella di mettere insieme per gruppi tecnici ed operatori culturali disposti a produrre progetti, con un minimo di rimborso spese iniziali, ed un contratto che garantisca loro, l'incarico a finanziamento acquisito. Con un coordinamento ed un progetto di città.

.Riprendiamoci il nostro paese. In tutte le sue estensioni.

Mi occorre ricordare il più intelligente uomo politico amanteano degli ultimi anni. Un perfetto andreottiano. Tanto distante a me politicamente. E tanto vicino nelle scelte per Amantea. Avevamo straordinari progetti di riqualificazione. Aveva capito che non era rimasto nulla di verde e mi aveva proposto come il lungomare il recupero dei parchi fluviali. Poi è arrivata prima la giunta Sabatino e poi la giunta ispirata.

Filippo Vita

Pubblicato in Politica

Filippo Vita prim’ancora che un brillante architetto è sicuramente un amanteano attento ed intelligente.

In questo suo articolo affronta il principale problema di Amantea e coglie il centro del bersaglio.

E lo fa descrivendo quella Amantea che, per ragioni difficili da spiegare per iscritto, è stata il sogno della Cosenza degli anni sessanta e seguenti diventando “La perla del Tirreno, una verità che poi è diventata una pia illusione, tanto che oggi nemmeno si coglie…….

Filippo ci prova con questo articolo :

“Il caso COSENZA. Implicazioni e conseguenze sull’economia Nepetina.

In realtà il resto del comprensorio da anni ha conosciuto un’evoluzione concertata o forse casuale tra pubblico e privato che ha corroso in modo inarrestabile la rendita di posizione su cui per decenni ha vissuto e prosperato Amantea.

Il sindaco di Cosenza, che io non conosco, non ho mai votato, ma voterò, ha in brevissimo tempo dato esempio di amministrazione urbanistica straordinaria per una città del sud.

A dispetto di critiche da persone che sono in politica da 40 anni e non hanno lasciato nel territorio una sola opera degna di tale nome.

Per ricordare esempi significativi occorre risalire, come ho più volte ribadito, alle opere ed idee dei VECCHI socialisti Mancini e Principe.

Del Pci manco una merda di cane.

Occhiuto ha proiettato Cosenza al futuro con idee e tecnologie degne dei grandi capoluoghi europei ,forse con la fortuna di operare in un ambiente provinciale dove giocava Messi contro Stefano Chiodi.

Cosenza che sicuramente non possiede fondazioni Medicee comincia a farci sognare.

Le prostitute libiche che trattano inconcludenti barricate su una materia che è sempre esistita ma loro non sono mai riusciti a modellare, e che attraverso diverso modo di plasmare credo possa diventare una delle città più affascinanti del sud.

Un processo ormai irreversibile che ha provocato la magnetizzazione del polo.

Di cui io come Calabrese vado fiero.

Una città impregnata di cultura.

Leggo ogni tanto note di persone cresciute ed accomodate con stipendiucci in sedi (diciamo così) di partito.

Che si consentono, senza dignità alcuna di apostrofare, con arroganza gli avversari di analfabetismo funzionale.

Quando lavoravo nella Lega nazionale delle cooperative era di moda un altro termine “sinergie” nessuno sapeva esattamente cosa fosse ma se non lo citavi eri uno sventurato.

Come questi attuali che non hanno mai toccato un attrezzo di lavoro.

Ed ormai è finita. Ma torniamo al tema .

Ed il tema purtroppo per la provincia si Cosenza è l’inevitabile attrazione del capoluogo a scapito di realtà che non si sono adeguate ai tempi.

Che vedrà scemare, diluire, la nostra struttura economica basata sul commercio.

La prossima nota riguarderà le contromisure ed una critica feroce non all’amministrazione comunale che non ne ha alcun bisogno”.

Filippo Vita

Pubblicato in Politica

Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota:

“Per motivi di lavoro, da giornalista che si occupa di immigrazione e accoglienza in Calabria, sono venuto a conoscenza di un articolo pubblicato su codesto sito in cui viene riportato il mio nome con toni inappropriati,

da parte di una persona che ricordo appena di aver conosciuto .

(Una persona) Che si firma come Architetto Filippo Vita.

È incredibile che in un paese come l'Italia, si consentano tali pubblicazioni contenenti espressioni discriminatorie nei confronti di un giornalista professionista della Repubblica Italiana in cui vive da oltre 40 anni.

Sono forse i nuovi tempi che vive questo paese a suggerire tale atteggiamento xenofobo?

Mi rivolgo al responsabile del giornale per pubblicare la mia replica e comunicare a questa persona del mio diritto ad avviare eventuali azioni legali nei suoi confronti.

Roma 29.06.2018

Cordialmente

Adib Fateh

Ndr. Pubblichiamo il tutto e senza entrare nel merito della intera vicenda.

Ovviamente non è nostro compito comunicare alcunchè all’architetto Vita Filippo che ci ha girato il tutto.

Ed onestamente non rinveniamo nel suo scritto nemmeno i supposti “toni inappropriati”.

Vi salutiamo cordialmente

Pubblicato in Primo Piano

Riceviamo la seguente nota partecipataci dall’architetto Filippo Vita ed ovviamente la pubblichiamo senza assumere responsabilità su quanto dichiarato:

“DISGRAZIA AMANTEANA

 

 

Nel 1976 vivevo in tempi universitari a Firenze.

In periodi post esami mi dedicavo a vendere a Piazzale Michelangelo, ma anche a Ponte Vecchio o in rare occasioni al mercato del Porcellino, insieme a tanti nostri amici di nazionalità e culture diverse, piccole produzioni manuali.

Se devo essere onesto ( e anche un pò in colpa) ho condiviso parte della mia vita con un indecente mediorientale che si chiama Adib Naimet Allah Fateh Ali che faceva piu soldi di me da commesso ai banchi sotto gli Uffizi.(ognuno ha i suoi peccati).

Prendevamo spunti ognuno dell'altro.

La sinistra povera e creativa.

Una di queste sere in cui noi con le nostre "bagattelle" da caricare sull'autobus, che erano valigette, borse di plastica , zaini contenenti il nostro lavoro quotidiano ci mettevamo sul nostro autobus é successo qualcosa mi ha insegnato dignità e decenza.

Un anziano disabile dopo aver bacchettato con la sua stampella il mezzo il cui conduttore non si era fermato (secondo me non lo aveva visto) rifiutava il passaggio in automobile di un signore che si era offerto di accompagnarlo a casa.

Aspettando oltre un'ora affinche' arrivasse il medesimo conduttore, prendere i suoi dati e denunciarlo. Esempio di sofferenza associata a dignita'.

Anno 2018 sud Italia Amantea

C'e' un assesore comunale, predisposto a questo ruolo,   che chiama un operatore culturale e gli chiede semmai quest'anno hanno intenzione di fare qualcosa.

Costui , l’operatore arrogante gli chiede: ma tu che mestiere fai? Possibile che da settembre scorso non hai manco letto le carte protocollate che ti ho mandate? Che mestiere fai?

Il tipo non particolarmente simpatico incalza la nostra assessora e gli chiede: ma insomma ci date il permesso di usare per quei giorni questo parco o no?

Te le vuoi leggere queste carte te ti ho inviate fin dal mese di settembre?

A questo punto interviene il nostro sindaco che anzichè chiamare il suo assessore e chiedere spiegazioni come un buon padre di famiglia, con metodi diciamo… meridionali contatta personalmente l'antipatico, magari pure un pò extracomunitario.

Lo offende e gli dice di andarsi a fare il suo festival a Belmonte.

Come si era permesso di offendere la sua collaboratrice.

Stamattina poi il suggello. La replica del segretario del PD.

La risposta di un giovanotto partitico che come al solito non si sa bene di cosa si occupi. Che si indigna e addirittura si sente offeso. Ma non da risposte.

Ma a grutta cià dati o no. Ehhh ma tu china si? Ti vo litigare.

TU HAI BISOGNO DI LITIGARE CON ME! Fine giugno.

La premessa era funzionale alle esperienze, gli errori (tanti) della nostra vita. il divertirci su quello che siamo riusciti a costruire su questo prato che è la nostra vita e che l'amministrazione comunale di Amantea ha pensato bene di proporre come nuovo modello di verde urbano. Erba dappertutto.

E quanto la gioventu' sia regredita.

DISGRAZIA AMANTEANA”

NdR. Ovviamente se l’amministrazione comunale intendesse rispondere il sito è disposizione.

Giuseppe Marchese

Pubblicato in Cronaca

Riceviamo e pubblichiamo:

“Da quando è nata, anzi durante la gestazione la pista ciclabile è stata più volte criticata. Ad onor del vero non da tante persone che però non perdono occasione appena si presenta un problema per rincarare la dose, dimenticando spesso le catastrofiche previsioni fatte durante la realizzazione e che non si sono mai verificate.

Le critiche che sono state mosse sono le seguenti:

1. la scelta del tracciato

2. la interferenza in due aree con il traffico veicolare

3. le scelte tecnico/strutturali inadeguate che non garantirebbero la durata della stessa pista.

4. la manutenzione.

5. le rifiniture mancanti.

6. I soldi che bisognerebbe restituire alla collettività dal momento che la progettazione è sbagliata.

Ora io che sono stato il direttore dei lavori di tale opera ed ho collaborato alla progettazione vorrei fare alcune considerazioni, e spezzare una freccia a favore di questa vituperata opera.

Credo che qualsiasi cosa si giudichi è bene guardarla da punti di vista differenti.

Ma non solo.

Quando si fanno delle critiche, bisognerebbe sapere di cosa si parla, e se non lo si sa occorre informarsi altrimenti si rischiano brutte figure.

Procediamo con ordine.

Il primo ed il secondo punto riguardano il posizionamento, l'andamento della pista ciclopedonale e le interferenze.

L'idea originaria supportata da un presunto finanziamento che ammontava a circa 1,7 ml , era quella di partire da Catocastro per arrivare a Campora nell’area del porto.

E così è stato redatto il primo progetto.

Prevedeva un percorso che permettesse unire il centro con Campora senza interferire con l'arteria a scorrimento veloce che è la SS18.

Non parlerò delle vicissitudini per l’approvazione da parte delle amministrazioni interessate che sono:

Ferrovie dello stato, Anas,Capitaneria di porto, Agenzia della dogana, Soprintendenza, Demanio marittimo.

E di quanto siano stati condizionanti nella progettazione.

La riduzione del finanziamento di oltre il 65% ci ha costretto a ridurre drasticamente il percorso e comunque adattarsi ad una realizzazione che consentisse in futuro la continuità per il completamento dell'idea originale.

I detrattori che non si risparmiano a pubblicare foto prese da internet di piste ciclabili favolose, non hanno mai guardato una mappa (pure questo si può prendere dalla rete) ed interrogarsi come mai il percorso è stato deciso com'è.

È semplice.

Era l'unico.

Sarei molto felice che mi segnalassero un percorso alternativo, tenendo conto soprattutto delle pendenze che persone anziane, bambini o con ridotta capacità motoria possano fruire.

Perchè un conto è criticare e un conto è studiare.

Abbiamo lavorato con il mio collega soltanto sui rilievi quattro settimane.

Il nostro territorio urbanisticamente è condizionato da superstrada e ferrovia a ridosso dell'arenile con ingressi perpendicolari in corrispondenza di ponti e torrenti che creano inevitabilmente interferenze tra percorsi.

A meno che non si creino aree di parcheggio alternative per la spiaggia tra la SS18 e la FFSS e si impedisce alle auto di arrivare al mare.

O ancora impedire ai proprietari delle case esistenti di raggiungere casa con le auto.

Passiamo al terzo e quarto punto. Le scelte tecniche.

È questo forse l'aspetto più interessante.

Quello di venire criticati da persone che non hanno la minima idea dell'argomento che stanno trattando.

Ho letto giudizi su come è stata realizzato il percorso lato mare, prevedibile com’era l’insabbiamento e quanto sarebbe stato opportuno e facile evitarlo alzando un muro lato ovest (SIC).

La concretizzazione dell’ignoranza.

Ho letto poi (questo in fase di realizzazione) che avendo realizzato delle scarpate nel tratto Colongi Tonnara, sarebbero venute giù con le prime piogge.(ma ora se sono dimenticati).

La verità è che la pista tanto denigrata è stata realizzata, anche grazie all’impresa che ha eseguito i lavori, con le risorse disponibili, in modo ineccepibile.

La tratta più vulnerabile, tra il Calcato ed il Colongi è stata realizzata esattamente come si deve realizzare un opera simile.

Poggia su 1300 mc di gabbioni in pietrame.

Senza naturalmente alcuna barriera che sarebbe già stata spazzata via.

Dunque il problema è solo l’insabbiamento che con una giornata di lavoro può essere rimosso. Anzi. Lo stesso insabbiamento è quello che la conserverà.

È come togliere la sabbia delle mareggiate sul lungomare.

Che a proposito devo dire è un’eccellente opera strutturale che sta reggendo da oltre 40 anni.

Insomma in un paese come il nostro la manutenzione è una cosa che fa parte della stessa opera.

La disgrazia sarebbe se si fosse verificato il disastro del lungomare di Campora dove i soldi come si suol dire sono stati buttati a mare.

Come è logico la manutenzione e la pulizia sono una cosa essenziale in qualsiasi opera pubblica.

È forse questo il vero problema che ci affligge e a cui secondo me bisogna studiare una soluzione che coinvolga anche i privati.

La pista ciclabile è tornata alla luce,con una parziale pulizia, il giorno successivo ad un evento che sembra non si verificasse da decenni.

Contrariamente ai catastrofismi previsti ed auspicati. Ieri sono andato di persona a verificare. Non esiste una sola lesione.

Passiamo alle rifiniture.

Le rifiniture sono una parte importante di qualsiasi opera.

Sono il colore e la musica con cui si completa un’idea.

Per un architetto forse la cosa più importante. Ma quando si realizzano in Calabria opere pubbliche tutto diventa complicato. Dunque manca colore, panchine, fontanine, verde ed altro.

Le abbiamo sacrificate per bonificare un’area che da almeno tre lustri era una discarica a cielo aperto e da dove puntualmente la fogna finiva in mare.

È ora è vivibile e percorribile.

Come mai i perplessi non ne parlano?

Ma ora che abbiamo elencato le negatività parliamo di quello che quest’opera ha significato per la collettività Amanteana.

Basta solo considerare il numero di persone che ne fruiscono ogni giorno, soprattutto le persone anziane.

Basta pensare che si può fare una passeggiata o una pedalata fino allo spiazzo della Tonnara senza passare per la superstrada.

Un servizio anche per i turisti che soggiornano negli alberghi fuori dal centro.

La pista ciclopedonale va ancora arredata, dotata nel tratto sull’arenile di alberatura (tamerici) migliorato in questa parte il fondo (imposto a suo tempo dalla soprintendenza) ma a mio parere per come e quanto viene fruita resta una delle migliori opere degli ultimi anni.

Prima che esistesse avete mai visto alle 6 del mattino signore e signori di una certa età che facevano queste lunghe passeggiate?

Per finire c’è qualcuno che insiste su errori tecnici per cui si devono restituire i soldi alla collettività.

Io ho percepito per questo lavoro un utile 13.000,00 euro tra onorario e quota versata al fisco (non ho difficoltà a pubblicare le carte).

Da Istat apprendo che la popolazione di Amantea è di 14.009 abitanti.

FATE SAPERE A QUESTO SIGNORE CHE PUO' PASSARE DAL MIO STUDIO  RITIRARE I SUOI 93 CENTESIMI

                                                                                                           Filippo Vita

Riceviamo e pubblichiamo:

“Essere affascinati da estetiche difettose.

Immagini, persone,ambienti caratterizzati da una sorta di “errori “ rispetto ai modelli sempre più invadenti che i media e la cultura del perfetto ci propone come esempi da esibire.

Negli ultimi decenni ci hanno creato attraverso mezzi di comunicazione vari, soprattutto giornali e televisione, modelli a cui aderire e uniformarsi e a cui tranne pochissimi/e resistenti, si sono assoggettati.

Tali esempi riguardano tutta la struttura della società.

Dunque modelli esemplari, rapporti splendidamente levigati genitori/figli.

Presentazione ipocrita ma perfetta in pubblico.

Ha significato questo adeguamento un enorme sforzo per le famiglie che dovevano dare il meglio di loro per obbedire alla terribile parola che è la “presentabilità”.

La garanzia del successo ,o forse solo la speranza di inserirsi in una società corrotta e disastrata come quella italiana.

Il cinema in misura sempre minore, conserva tuttora una forma di resistenza, che restituisce realta’, ridotte credo a quattro o cinque film all’anno. Quello indipendente è tagliato fuori dai grandi circuiti e raggiungibile solo da una piccola fascia di utenza.

È successo qualcosa per cui ci hanno strappato alla continuità dei nostri modelli culturali e tradizionali. Da una parte per interessi immensi dall’altra per cecità della nostra politica nazionale e periferica gestita da ignoranti.

Perciò , dov’è la bellezza dei difetti?

Il fascino del difetto è quella cosa straordinaria per cui noti che davanti a te hai una persona inadeguata e un pò inesatta come te con la quale puoi dialogare senza insicurezze e indugi, in un mondo costruito a proposito per gente perfetta.

Perché è questa la persona speciale davanti alla quale non avrai timidezza di amare, dialogare, discutere, litigare in modo franco.

E vederla simile a te.

Manifestarle senza timore le tue più intime meschinità e non sentirti giudicato.

Sono queste bellissime persone che hanno magari i denti storti o il naso adunco, qualche brufolo, un profilo imperfetto, piccole di fronte alle stangone proposte dalle mode attuali o con proporzioni inadeguate.

Un sovrappeso incredibile.

Oppure sono quelli che amano persone dello stesso sesso, o ancora anziani che vogliono raccontarti qualcosa.

O ancora coloro che la natura non ha reso uniformi per capacità fisiche o intellettuali ai più.
Questo è quello che li rende speciali.

Tutto questo perfezionismo “orientato” è stato trasmesso non solo alle persone ma all’ambiente domestico , dunque a suggerire ambienti asettici privi di personalità.

Una specie di omologazione ai modelli dei cataloghi si è appropriata delle nostre case senza lasciare nulla a quello che siamo noi.

I disegni di quando erano piccoli i nostri figli, le pareti di casa disegnate da loro, il “murtaro” dei tuoi nonni.

I nostri brutti oggetti raccolti in posti impensabili e che noi vogliamo vedere ogni giorno e di cui hanno insegnato a vergognarci quando vengono ospiti a casa. E la creazione di questa gente senz’anima e con molti soldi che chiamano Archistar. 

Ci hanno diluito l’anima.

Tutto questo è perché io sono affascinato, appunto, da persone imperfette (dunque perfettissime).
L’idea è quella di realizzare 10 nudi.

Su tela 1mtx1mt.

Di cui faremo sicuramente un esposizione.

Non ci sono limiti di età.

Tranne naturalmente la maggiore età.

Vecchi o giovani non ha importanza come non ha importanza colori e nazionalità. 

Il test questo di quante poche persone risponderanno è come siamo indietro.

È come tanti calabresi hanno votato Salvini.

Non è un caso che allego a queste riflessioni un ritratto di mio padre.

Un imperfetto”.

Pubblicato in Primo Piano

La durissima nota ( quasi una denuncia) di Filippo Vita , forse impone non solo e tanto una risposta da parte dei politici, di maggioranza e di minoranza, ma un intervento della magistratura.

Ma forse imporrebbe anche una partecipazione da parte dei tecnici che abitano questa città, una città silente ed addormentata dove, come ebbe a dire Giovanni Giolitti( nella foto) nel suo ultimo discorso alla Camera il 16 marzo 1928, la legge si applica ai nemici si interpreta per gli amici. Eccola:

“Ho letto sui social una segnalazione di un amico e collega circa la distribuzione di incarichi professionali nel nostro comune secondo una prassi ormai consolidata a livello regionale.

Da questo ne è scaturito un dibattito a distanza tra lui, un’ esponente dell'opposizione e l’amministrazione comunale che è intervenuta con un comunicato.

La domanda era questa: Nel caso di incarichi diretti (fino a 40 mila euro) è giusto privilegiare i tecnici locali oppure no?

In base a quali criteri voi scegliereste un tecnico per conferirgli un incarico?

Il mio amico, persona che ha famiglia numerosa (sic!) ha fatto le valige ed è andato al nord.

Per garantirsi una vita dignitosa impregnata però di quel sapore amaro inevitabile per il distacco dei suoi cari.

Quali sono state le risposte?

Il primo cittadino in una trasmissione pubblica ha dichiarato che questi incarichi andavano revocati.

Poi un silenzio che dura da due mesi.

Silenzio non come si può pensare ,ingiustificato, al contrario un silenzio dettato dai nomi illustri dei beneficiari.

Nomi ampiamente presenti nei vari comuni della regione con il solo merito, appunto, di essere parenti di persone “influenti” e che agli occhi di queste povere amministrazioni locali si presentano come “garanti” di finanziamenti.

Ubbidendo a quella che è l’origine della corruttela che caratterizza la nostra regione.

Il sistema (perdente) Calabrese è basato infatti sul rapporto tra l’amministratore locale “turraro” e il padrone.

Con gli opportunisti (di mezza tacca) che ne raccolgono qualche beneficio.

A discapito della dignità di un intero territorio.

Ora questi tecnici che sbancano con tanti incarichi hanno delle doti o una traiettoria professionale cosi’ brillante?

Insomma sono dei Calatrava, Renzo Piano o Fuksas?

No. Sono forse i progetti che richiedono delle competenze tecniche talmente elevate che escludono i locali?

No. Allora che beneficio ne trae il paese? Che ricadute hanno i giovani professionisti Amanteani immersi in una crisi di questa portata?

Nessuno. Non cresceranno mai. Vivranno nelle loro frustrazioni che sconfinerà nell’apatia o andranno via.

Beninteso, non è qualche incarico che risolve queste difficoltà, il problema risiede tuttavia nell’immoralità di tale gestione che fa arricchire pochi appartenenti alla casta a discapito di un impoverimento generale e con in mezzo chissà qualche scambio di favori (altrimenti non si spiega).

Gli enti locali dovrebbero intanto dotarsi di un osservatorio sui canali di finanziamento e puntare su programmi funzionali allo sviluppo ed il miglioramento del territorio.

Non quelli che vengono offerti dai figli di papà.

Creare un tavolo di lavoro con i tecnici del comprensorio ed interrogarsi su errori, successi, miglioramenti, strategie future senza inquinamenti politici.

Presentare progetti con professionisti che credono nel bene del paese ,disposti con un minimo di rimborso spese a lavorarci, salvo pagarsi a progetto approvato secondo tariffe professionali.

Privilegiare giovani professionisti magari in collaborazione con quelli più esperti per disegnare il futuro di Amantea.

Non ho mire personali.

Solo quello di lottare per una distribuzione equa e intelligente, secondo un indirizzo dettato da analisi fatte da persone preparate, non da burocrati e tantomeno da politici.

Come ho appena chiarito non ho interessi personali. Però nemmeno mi si possono fare proposte vergognose.

Mi spiego.

Qualche anno fa ho avuto un incarico dal comune di Amantea per il progetto dell’adeguamento alla normativa dei VVFF, della scuola elementare di Campora S.G.

In realtà era più che altro un opera sociale dal momento che l’importo della parcella era di 6.500,00 euro e dovevo farmi carico di due professionisti .

Geologo ed esperto VVf. Il progetto è stato redatto ed approvato. Non è mai stato realizzato.

Io e i miei collaboratori non abbiamo mai avuto un euro. Ad onor del vero non l’ho mai chiesto.

Quindi dove è il problema?

Sta nel fatto che mi chiamano un giorno, qualche mese fa per incontrare uno di questi beneficiari dei famosi incarichi.

Un giovanotto che mi è stato presentato non come professionista depositario di particolari conoscenze, ma  come figlio dell’ingegnere dirigente in regione.

La proposta (indecente) era quella di utilizzare il mio lavoro nell’ambito di uno suo più ampio di cui è progettista.

Gli faccio presente che ho responsabilità nei confronti di un geologo ed un ingegnere che non hanno ricevuto alcun compenso per il loro lavoro. E comunque ascolto la proposta.

La proposta di questo ragazzetto che ha un curriculum basato su frane, perfettamente allineato al mestiere del padre è di darmi 1800,00 euro.

Li ho mandati a quel paese con la minaccia che se avessero utilizzato il mio progetto li avrei denunciati.

E che preferivo, come è stato finora, rinunciare a qualsiasi pagamento ma non accettare elemosine.

Morale della favola. Gente di fuori che non capisce niente e si arricchisce e nostri giovani che passeggiano la mattina e sono liberi di pomeriggio.

E comunque aspettiamo cosa ci dicono il Sindaco e il suo Portavoce.

Aspettiamo pure i risultati del comunicato o newsletter dove si annunciavano che FORSE, PROBABILMENTE, PUO DARSI, faremo alcune cose…

La verità è che l’amministrazione comunale non è attrezzata per proporre cosa fare di Amantea, come purtroppo non è attrezzata l’opposizione.

Da qui la necessità di colmare questa carenza.

La vicenda della scuola media Mameli di cui sembra tutti si siano dimenticati appartiene ed è conseguenza di questo sistema.

Fatto di interessi, connivenze e soprattutto ignoranza.

Pubblicato in Campora San Giovanni

Riceviamo e con piacere pubblichiamo :

“Le nuove forme di comunicazione, i social in particolare, hanno creato nuovi modi di interagire , per cui purtroppo ognuno può dire quello che gli pare.

Su qualsiasi argomento, magari conoscendolo vagamente.

La rete ha eliminato i freni inibitori che consigliavano, prima di esprimersi, almeno di aggiornarsi per non incorrere in figure meschine.

Ecco è quello che ci manca.

Quell'antica e saggia timidezza che consentiva di opinare solo su argomenti che conoscevamo e ascoltare i nostri interlocutori su questioni su cui erano più ferrati.

Con un accrescimento reciproco.

Del resto cosa si può pretendere di un paese dove il partito emergente esprime un candidato a premier che associa Pinochet al Venezuela?

Per non parlare di altro.

La nostra piccola comunità in una regione che brilla per i primati negativi in Europa conseguiti grazie ai nostri politici, non sfugge a queste regole e si creano gruppi di opinioni e di pensiero per partito preso che lasciano poco spazio alla riflessione.

Uno degli argomenti che ha col tempo creato divisioni appassionate tra i nostri cittadini, è quello che vede una fazione esaltare le preziosità del nostro territorio unitamente a freudiana rimozione di quello che potrebbe nuocere alla nostra immagine.

Appartengono a questa corrente i nostalgici pescatori, operatori che pensano che “ammucciando“ avremo più chanches turistiche e più richiamo, patrioti che difendono a spada tratta il territorio contro i denigratori.

Sono quelli che non esitano ad imbrogliare pur di dar forza alle loro idee con pubblicazioni di foto in giornate ed ore particolari.

Sono quelli che in questi giorni non si sono fatti sentire.

Altro partito è quello dei Contras. (denigratori sono considerati dalla maggioranza) sono coloro che non esitano a fotografare qualsiasi busta di spazzatura sulla spiaggia o melma in mare ripresa in ore diverse dai primi. Generalmente si rivolgono contro l’amministrazione comunale di turno e contro i loro avversari ideologici. Non fanno nulla per rimuovere una busta di spazzatura. L’importante è dimostrare l’inefficienza.

La cosa più importante per i due gruppi (i contendenti della verità) è avere ragione.

Passano un intera estate a litigare sull'argomento cercando ognuno di prevalere a botte di scatti fotografici sugli altri.

Generalmente a settembre si placa tutto, per riprendere verso giugno.

Come se negli altri mesi il problema fosse risolto…

Parallelamente alla disputa cittadina, si consuma la disputa politica.

Sullo stesso argomento.

Con le stesse modalità.

Generalmente il partito che governa il paese (Non so per quale motivo) si assume l'onere di difendere l'indifendibile.

Io francamente di fronte ad un problema reale ereditato senza responsabilità, cambierei registro.

Basterebbe constatare una serie di difficoltà che affliggono il territorio. Affrontarli. Farne partecipi i cittadini e cercare di risolverli. Sarebbe onorevole e intelligente.

Alcuni partiti dell'opposizione gridano allo scandalo per lo stato in cui è ridotto il territorio.

Ma non illudetevi. Loro non stanno gridando per difendere i nostri beni comuni, stanno gridando contro i loro avversari politici che è ben diverso di fare il bene di Amantea.

Non investigano cosa sta succedendo, non sudano, lucrano sul lavoro che fanno gli altri. I migliori.

Per fortuna appunto abbiamo i migliori.

Di menti pulite e creative ne abbiamo tante e mi auguro che diventino un gruppo e lavorino in futuro per il bene di Amantea.

È ormai chiaro che al governo del paese gli frega ben poco del destino del nostro ambiente. Ma gli frega poco in generale alla politica.

In questi giorni abbiamo assistito ad un episodio grave dal punto di vista ambientale.

Uno sversamento che tutti avranno potuto constatare per le immagini pubblicate.

Questo episodio gravissimo è stato liquidato dall’assessore all’ambiente, come forse “uno slavamento”. Come fa una persona intelligente come io reputo, un medico, fare un affermazione del genere?

Ma in tutto questo per fortuna emerge un dato positivo. Più dati positivi.

Un gruppo di persone per bene, per fortuna giovani, senza interessi di sorta, ricchi e poveri, belli e brutti, un po’ artisti e un po’ no, tutti straordinariamente appassionati, che hanno dato vita ad una ricerca che forse porterà un po’ di luce su quello che succede nel nostro ambiente.

Ed un altro ringraziamento vorrei farlo ai ragazzi (si fa per dire) di Zippa che credo siano meravigliati di come una trasmissione del tutto indipendente sia guardata con sospetto.

Io sono ignorante e lo so. Ma come possiamo metterci in mano a persone che ha conseguito una laurea con raccomandazioni, con gente che dorme fino alle dieci, con persone che no sanno di cosa parlano. E allora siete voi Amanteani che dovete cambiare. Guardatevi intorno.

Tutti i politici “importanti” hanno sistemato figli e nipoti in posti pubblici. Speriamo che capite che ormai non vi rimane niente e che bisogna cambiare registro.

Sono persona tremendamente razzista.

Penso infatti che i ragazzi migliori di questa terra siano andati via. Questi sventurati raccomandati sono rimasti qui. Sono sventurati perche non conosceranno mai quella che è la libertà.

È questo il dramma che affligge la nostra regione.

Pubblicato in Politica

Salve, scrivo questa mia email dopo aver letto le prime righe scritte dall'architetto Filippo Vita a proposito della scuola Mameli e vi chiedo la cortesia di pubblicarle.

“Faccio una premessa: non sono ne' architetto, ne' tantomeno mi occupo di lavori di questo genere.(nella foto l'assessore Emma Pati)

Dichiaro pertanto la mia più totale ignoranza sulla materia.

Sono un semplice genitore, papà di una delle alunne della scuola media.

Un genitore che durante questi mesi si e' attivato per fare in modo che tutti potessero avere una sede più consona e sicura, rispetto alla scelta operata all'indomani dell'evacuazione  (a marzo)  e cioè il campus Temesa.

Leggere nel contributo scritto dall'architetto Vita, a proposito di quanto accaduto nei giorni scorsi a Cosenza, che "l'atteggiamento dei genitori del liceo Fermi e' però diverso da quelli di Amantea, loro voglio capire" e' alquanto strano o quantomeno non rispettoso ed attento a quanto accaduto fino ad oggi.

Caro architetto, come genitore le ripeto che ho avuto l'urgenza di fare in modo che venisse garantita una sede degna ai ragazzi, senza cadere nel labirinto delle analisi strutturali riguardante il plesso (qualcuno avrebbe usato tale argomento per sviare la priorità e perdere tempo)

Forse lei era attento, in qualità di addetto ai lavori, all'aspetto strutturale della Mameli.

Nulla di strano.

Capirà che un genitore ha avuto altre priorità e quindi ha agito di conseguenza, senza lasciare spazio a chi faceva finta che tutto fosse a posto.

Quindi, la prego di non fare distinguo, come se i genitori di Amantea fossero stati poco vogliosi di "capire".

Personalmente sono stato attentissimo, concentrandomi sull'obiettivo che venisse garantita una sede sicura ai ragazzi.

Un percorso che ha visto non pochi ostacoli e confronti, fino a fine agosto.

Altro che "i genitori del liceo Fermi e' ben diverso da quelli di Amantea. Loro vogliono capire".

All'indomani dell'evacuazione erano ben altre le priorità.

Le riflessioni sui perché e nel merito di quanto e' accaduto alla struttura del Mameli sono legittime, ma non rappresentavano certo l'urgenza.

Ora, forse, e' il momento di approfondire l'argomento, ma non per questo va sminuito o peggio ancora.. (evito di usare altri termini). il modus operandi di noi genitori.

Questo e' il mio parere.

Con sincerità e rispetto.

Alfredo Sicoli.

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Pubblicato in Primo Piano

Troverete il termine Nepetus coatto e quello di Nepetus Sapiens.

Sottendono, se abbiamo ben capito, i due tipi di Amanteani.

L’uomo sapiens è quello libero, magari anche pieno di dubbi, che si interroga, che cerca la soluzione a problemi che forse solo lui riesce ad intravvedere come tali, l’uomo che non attende che altri parlino per lui e che gli dicano che cosa è giusto e non lo è, che cosa deve pensare, che cosa deve dire.

L’uomo coatto è esattamente il contrario. E’ quello che accetta quello che gli viene imposto con la forza, dall’alto di una assunta ma inesistente autorità, etica, morale, culturale. Un uomo che accetta passivamente e senza riflessioni e critiche quello che dicono altri che si pongono come tribunali della società

In siffatte condizioni si forma l’uomo coatto, cioè anche quello che vive dentro le idee coatte, cioè quei fenomeni “di ideazione anormale che il soggetto riconosce come tale ma da cui non sa liberarsi”.

Ma ecco il testo provocatorio che contiene anche l’annuncio di una verità che altri sanno ma che pochi vogliono che si conosca!

“Nepetus Coatto Vs Nepetus Sapiens = 13000-26

Perdiamo esattamente per 12974 punti.

Sconfitta schiacciante.

La sconfitta della sensatezza.

Un amico mi dice che i miei articoli sono lunghi. Sbagliato. Lunghi sono gli scritti noiosi. Invito tutti a leggere un libro di Gabriel Garcia Marques che si chiama: Cuentos Peregrinos. Opera minore che dimostra quanto straordinario sia arrivare al cuore della gente con parole semplici. Questo si può fare solo quando si hanno le idee chiare. Io naturalmente mi rivolgo al Nepetus Sapiens. Sulla scuola media dove genitori urlatori accusano senza voler capire, Partiti politici insinuano ,mediano ed evitano di parlare di errori grossolani commessi, non farsi nemici perché non funzionale ad un eventuale presa del potere , soprattutto nessuno legge.

Il fatto è che siamo un piccolo popolo terzomondista come i nostri politici.

Frutto dell’omertà anche da parte degli emergenti che pensano ad eventuali poltrone.

Ma perché questo paese non ha un po' di coraggio?

Nei prossimi giorni farò il mio ultimo articolo sulla scuola media.

Dopo a meno che non decida di spiegarlo a fumetti come era necessario con Calderoli, lascerò perdere.

Perché è ciò che merita la comunità Nepetina.

Nessuno finora ha contestato pubblicamente ciò che ho scritto in merito alla scuola media.

Cioè che è facilmente adeguabile.

A nessuno è venuto in mente di approfondire.

Ho cercato di dialogare con più soggetti per sensibilizzarli. Lasciamo perdere. Unica nota positiva. Ieri sera dopo cena al centro ho avuto il piacere di conoscere una persona, una signora che ha dentro passione coraggio ed intelligenza.

Una persona che si fa domande.

Per una questione di privacy non dirò il suo nome ma mi ha insegnato alcune cose su come vengono gestiti i lavori pubblici.

Grazie

Devo ringraziare pubblicamente il creatore del “ nepetus coatto”

Pubblicato in Cronaca
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