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amantea-panoramica-mare-calabria-contattoL'Associazione politico culturale “La Migliore Calabria sez. Di Amantea e Campora S. Giovanni", lancia un appello pubblico alla città di Amantea, nell'unico interesse di cogliere le reali convergenze ed intese che possano definitivamente far uscire dal baratro il paese, precipitato ormai in una depressione sociale senza precedenti.

A pochi mesi dalle elezioni amministrative comunali e dopo tanti incontri avuti con molti gruppi, ad oggi, non siamo riusciti ad arrivare ancora ad una sintesi. Nei vari incontri, nonostante la nostra “esigenza” sia stata quella di voler portare all’attenzione di tutti i cittadini la reale situazione del nostro comune tramite un’assemblea pubblica, poche e timide, sono state le adesioni, mentre altri, proponevano, come argomento, solo quello delle candidature. Registriamo positivamente, negli ultimi giorni, un riscontro verso una comune apertura al dialogo con la partecipazione di alcuni gruppi politici insieme a liberi cittadini, che credono fortemente in un radicale processo di discontinuità sia nella composizione delle liste che nella creazione di un programma condiviso.

Un percorso che liberi gli spazi, che crei le condizioni di una città futura, programmatica, inclusiva, che faccia spazio definitivamente alle competenze ed all'impegno concreto.

Teniamo a precisare, e lo vogliamo fare pubblicamente, che il nostro gruppo politico non ritiene assolutamente idonea, vista la situazione creatasi nel nostro comune, la partecipazione alla competizione elettorale con il solito “modus operandi” al quale abbiamo assistito in questi anni con i conseguenti pessimi risultati.

Non stiamo lì a chiedere o ad intentare una caccia alle streghe, ai colpevoli, a fare populismo contro questo o quello per racimolare qualche consenso.

Siamo qui per chiedere di uscire tutti alla luce del sole e di riflettere sugli errori del passato, in modo tale da evitarli e garantire una ripartenza vera a questa città.

Non possiamo far finta che nulla sia accaduto (vedi scioglimento per infiltrazione mafiosa, dissesto o dissesti finanziari) e non riusciamo a credere che una nuova amministrazione riesca da sola, per il solo fatto che vincerà le elezioni, a risolvere i problemi della città.

Noi crediamo che voltarsi dall’altra parte, il non partecipare, sia da considerarsi semplice innocenza, ma forse connivenza.

Quella connivenza che è stata evidenziata in più punti nella relazione che ha poi portato allo scioglimento del nostro comune.

Nessuno ha potuto appellarsi a quella relazione, a quello scioglimento. Nessuno ha potuto proporre ricorso per via delle dimissioni di consiglieri, e poi del sindaco, prima, che detto scioglimento, venisse notificato.

Resterà nella storia della nostra città. Siamo tutti colpevoli per quanto accaduto.

Adesso è arrivato il momento di voltare pagina, no all’indomani delle elezioni.

Vogliamo sapere e lo chiederemo a gran voce: perché nonostante l’intervento dello Stato ad Amantea la situazione sia peggiorata?

Chiederemo come è stato possibile, a seguito della relazione e del conseguente scioglimento per infiltrazioni mafiose, che interessa un periodo dal 1997 al 2017, che il piano triennale delle opere pubbliche non sia stato annullato, che il personale degli uffici comunali non sia stato distaccato con conseguente arrivo di personale veramente formato proveniente dal Ministero dell’Interno al fine anche di recuperare la situazione finanziaria.

Riteniamo che solo le associazioni, i partiti politici e/o i comitati di cittadini liberi, che si riconoscono nei valori fondamentali della Costituzione e del suo normale processo di miglioramento democratico, possano partecipare all’amministrazione della cosa pubblica.

Siamo convinti che i tantissimi cittadini di Amantea e Campora San Giovanni, che vivono di sacrifici, siano essi studenti, disoccupati, casalinghe, operai, commercianti, imprenditori, artigiani e professionisti, possano sperare di avere una proposta nuova, pragmatica, inclusiva per lo sviluppo del nostro comprensorio.

Faremo di tutto affinché il “modus operandi” cambi nella gestione della cosa pubblica sia appropriato ai nostri tempi nel solo ed unico interesse della Città.

Costi quel che costi ma questa volta non possiamo permetterci di essere sciocchi.

La Migliore Calabria c'é!

La Migliore Calabria

Sez. di Amantea-Campora San Giovanni

Official Fan Page:

https://www.facebook.com/LaMiglioreCalabriaSez.diAmanteaeCamporaSanGiovanni/

Pubblicato in Politica

carusoMa è pur vero che fare il sindaco ad Amantea, per certi versi, è una sorta di missione impossibile e i soldi non possono essere una priorità.

I rischi di una cattiva figura sono molti, non si diventa certamente ricchi, fare il sindaco comporta un lavoro «h-24» e si è alla guida di una città povera, con un Comune povero e con problematiche difficilmente riscontrabili in altre latitudini. 

Eppure la sfida è avvincente e non a caso la poltrona al secondo piano del vecchio Municipio è di quelle che politicamente contano molto.

Ecco perché, nonostante la scadenza del mandato della Commissione Straordinaria sia alla fine di Giugno del 2022, il dibattito su «chi verrà dopo» è cosa quotidiana in città.

I social sono pieni di ipotesi di candidature, più o meno credibili, e di autocandidature più o meno celate. 

I soscial sono pieni anche di critiche tante o apprezzamenti pochi per chi già si è seduto su quella poltrona. 

Si può dire senza tema di smentita che il dibattito sul futuro primo cittadino, di questi tempi e in questa città, sia secondo forse solo alle questioni del coronavirus.

Proprio oggi, su social media Facebook sì è auto candidato alla poltrona di sindaco, a titolo gratuito, il dottor Vincenzo Caruso, noto medico di famiglia stimato in città.

In questi mesi qualcosa si sta muovendo nella società civile, ma nulla che faccia pensare ad un movimento civico di riscatto che voglia farsi interprete di politiche nuove, speriamo arrivi presto.

Vige ancora molto timore in città, i partiti, quei pochi rimasti, infatti stenteranmo sicuramente a trovare candidati consiglieri men che meno candidati sindaci.

Pubblicato in Politica

meniLa consigliera comunale Francesca Menechino si sfoga sulla sua pagina facebook

Il Consiglio non si è tenuto.
Si sono dimessi tutti i consiglieri alla chetichella, davvero come i fantasmi e senza passare dal protocollo generale.
Il giorno prima il presidente ci aveva pregato di venire in Consiglio per l'approvazione di atti dovuti.
Anche perché il Comune di Amantea non muore con la giunta Pizzino e deve andare avanti.
La sera dopo lo stesso presidente si dimette senza informarci.
Tutto è finito come è iniziato.
Come alla proclamazione così alle dimissioni.
Allora si sono proclamati da soli il 12 giugno del 2017, e da soli nel nascondimento si sono dimessi a fine gennaio 2020.
Per la seconda volta il Comune di Amantea non supera la boa di metà mandato.
Un grazie infinito ai cittadini che nonostante tutto erano saliti in Consiglio Comunale.

Pubblicato in Primo Piano

La cittadinanza in trepidante attesa di conoscere il nuovo sindaco che guiderà la città dopo il default.

Manifesto-Elezioni

 

Si è conclusa alle 23:00 la possibilità di votare per le elezioni comunali di Amantea.
Tre i candidati che concorrono per lo scranno di sindaco della cittadina tirrenica, lo ricordiamo sono Mario Pizzino, Tommaso Signorelli e Francesca Menichino rispettivamente delle liste “Lista Azzurra – Progetto democratico”, “Una città nel cuore” e “Movimento cinque stelle”.

 

La diretta dello spoglio è affidata a “Zippa 29” la nuova web-radio che da circa un mese raccoglie le testimonianze i pareri e le proposte delle 3 liste che si contendono la carica di sindaco, ma anche di semplici cittadine e “menti” amanteane che hanno espresso la loro sulla situazione del dissesto e delle problematiche presenti in italia.

Lasciamo il link della diretta Facebook della radio-web Zippa29.

CLICCA QUI

Pubblicato in Politica

ciettolaMi accorgo che nei miei precedenti scritti ho dimenticato di precisare chi siano gli abbietti a cui mi riferisco; è ridondante in quanto non dubito che essi siano facilmente identificabili da tutti in quei politici sciagurati parassiti che si esibiscono ogni giorno sul miserabile palcoscenico del teatrino della politica, rappresentato tristemente da uno squallido palchetto, ciechi e sordi nei confronti dei diritti degli interessi del popolo che sfruttano e taglieggiano!

 

La potenza di tale organizzazione scellerata risiede nel loro potere economico e poi nel condizionare la piccola politica di questa cittadina tirrenica, nel senso che sono interlocutori per la politica nella misura in cui riescono a mantenere il controllo del consenso, cosa che deriva dalla grande capacità di essere presente nella realtà economica attraverso uomini di fiducia o addirittura attraverso veri e propri affiliati.

Queste riflessione riguardano non solo questa città ma tutta la Calabria e forse l'intero territorio nazionale. Vorrei parlarvi di storie nascoste e talvolta bugiarde.

 

Di grandi menzogne, comode come pantofole, che, stante il presente dissesto comunale, consente di fomentare nuovi e quanto mai preoccupanti forme di atteggiamenti violenti. Tra il resto della Penisola e il Sud. Tra sottoproletariato urbano e migranti.

E via discriminando…Questo sarà il luogo in cui potremo discutere le drammatiche iniquità socio-economiche di cui questa città è vittima praticamente da quando il Mezzogiorno è diventato Sud. Uno scomodo risuonar di voci, talora dissonanti che nasce, come in un crocicchio di strade sterrate fiancheggiate da secolari muretti a secco, testimoni plurisecolari di storie antiche e moderne.

E’ormai evidente come il peggior nemico di Amantea – malavitosi e ricattatori a parte – sia chi perpetua e consente lo sfruttamento quasi coloniale di questa bellissima terra, usata ora come discarica abusiva di rifiuti umani e tossici, ora come clientele e depositi di voti, nella quasi totale assenza di progettualità d’ampio respiro. Amministratori malvagi e senza un briciolo d’amore per la città, dunque, ma anche cittadini inerti.

In sudditanza pressoché completa agli interessi economici di altri tessuti produttivi. Il vero nemico di questo territorio bagnato dalle sacre acque dell’Ulisse Mare è chi – ora nel nome del progresso, ora della crescita – alimenta lo sfruttamento scriteriato dei cittadini, succhiandone linfe vitali o assoggettandoli.

Oltre all’errore-orrore di lasciarsi sedurre dalle sirene populiste di rapaci ladri di voti, che hanno sempre avuto gioco facile nell’erodere e sottrarre la sovranità a chi non ha mai saputo valorizzarla degnamente.

In questo fragoroso silenzio di coscienze sopite che opprime o scoraggia i giovani. E non solo i giovani. Costretti a vincere resistenze occupazionali indicibili, accettare lavoretti capestro nelle cooperative, combattere i pregiudizi e l’abbandono.

O, in estrema ratio, ad emigrare, quando l’energia del disgusto supera, finalmente, quella del desiderio di restare.

Solo un meridionale consapevole può diventare un cittadino attivo e collaborare a una ripresa vera. Solo un meridionale che prenda coscienza del proprio passato e delle potenzialità del proprio territorio potrà evitare le oscene svendite del proprio patrimonio storico-culturale agli sciagurati acquirenti della dignità sottocosto di sudditi narcotizzati. Attingendo slancio ed energia da un tempio laico e sacro di esempi memorabili.

 

I miserabili - Così funziona il Sud. Adotto questo titolo come omaggio a Victor Hugo.  I Miserabili, usciti dalla penna del grande Autore, sono le vittime del potere, le vittime dell’ingiustizia e della giustizia, le vittime di un mondo alla rovescia, ed è giusto ricordarli. Ci sono, è inutile negarlo, i buffoni e gli sfaccendati che si adattano a fare i miserabili piuttosto che darsi da fare a cambiare le cose, ma dire che tutti sono così sarebbe di una gravità estrema. E sarebbe persino un insulto verso chi è rimasto vittima di un sistema che, per l’avidità di chi ha pensato solo ad arricchire profittando di un sistema perverso, si trova ora doppiamente penalizzato solo perché stritolato nelle mire politiche di plutocrati senza scrupoli. Li rivedo tutti, come quando ero un ragazzino, silenziosi sotto il palchetto di Piazza Commercio, oggi come allora, speranzosi che qualcosa arrivi dall’alto a modificare le loro vite in questa valle di lacrime!

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Pubblicato in Politica

meni01Gentile Commissaria Colosimo e Commissari Giordano e Trecroci,

oggi qui davanti ai miei concittadini di Amantea voglio rivolgermi direttamente a voi che per quattro mesi avete guidato la nostra Città e che il 12 giugno, dopo le elezioni, la consegnerete al sindaco che i cittadini, solo i cittadini potranno scegliere tra chi oggi si candida per ricoprire questo ruolo così importante.

Mercoledì scorso si è svolto quell’incontro che vi avevamo richiesto per conoscere il percorso che vi ha condotto alla dichiarazione del dissesto finanziario del Comune di Amantea, avvenuta esattamente un mese fa, il 28 aprile con la delibera n.55 del 2017, che fissa nero su bianco che il nostro Comune non è più in grado di garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi fondamentali propri di un Ente pubblico.

Questa parola, dissesto, che certifica il fallimento non di un comune inteso come comunità, ma di una classe politica che non è solo l’ultima giunta, ma tutte le giunte per lo meno degli ultimi 20 anni.

In realtà pochi amanteani, direi i peggiori che alternandosi e combinandosi in vario modo tra maggioranza e opposizione hanno occupato, come se fosse un’occupazione, la Casa Comunale, disegnando un’architettura in cui non c’era più spazio per i cittadini, ma solo per i politici, quei politici che hanno creduto di essere potenti e che gli andasse sempre bene. E che ancora evidentemente ci credono e ci crederanno se i cittadini glielo faranno ancora credere.

Ed in effetti gli è andata bene… qualcuno si è arricchito, qualcuno si è costruito case e pizzerie con un risarcimento che doveva toccare al Comune, qualcuno ha lavorato alacremente per favorire non l’Ente, non i cittadini, ma gruppi di potere, mentre giorno dopo giorno, con raffinati e chiarissimi artifici contabili si accumulavano 48 milioni di euro di debiti, mentre le strade continuavano a bucarsi, il mare a sporcarsi l’ambiente a inquinarsi e la città ad avere servizi carenti, tra cui quelli delle scuole che iniziavano a dicembre, perché non c’erano mai soldi…. non c’erano mai soldi.

Ma dove sono andati a finire tutti quei soldi? Dove? Me lo chiedeva ieri un cittadino di Campora.

Cosa rispondere? Cosa? Questa risposta oggi non posso darla io, forse altri presto la daranno, anche se la riposta la conosciamo tutti, e dico tutti i cittadini che guardano con obiettività alle cose che succedono e sono successe nella nostra città.

Una frase non dimenticherò mai di questo incontro con la Commissaria Colosimo, ed è la seguente “Il dissesto non è stata una decisione presa a cuor leggero e non vuole mortificare la città, al contrario va visto come un’occasione da cui può generarsi un nuovo corso e Amantea potrà rialzarsi e tornare ad essere la Perla del Tirreno”.

In quel momento, a sentire quella frase, ho provato un’emozione fortissima.

Per la prima volta in quel Comune in cui ero stata aggredita, insultata e derisa, in cui faticavo per avere atti e trasparenza, in cui non io sola ma il Movimento 5 stelle e tutti i cittadini rappresentati eravamo percepiti come un corpo estraneo, da allontanare, respingere, neutralizzare, anche con intimidazioni e richieste di risarcimento, in quel momento per la prima volta ho sentito che lo Stato c’era e che forse poteva esserci una speranza!

Tante volte quello Stato in questi tre anni lo avevo cercato, dopo l’aggressione, e di fronte alla gravità di atti reiterati, ma la mia querela in Procura non sono riusciti a trovarla e ho dovuta ripresentarla, e tante altre volte ho trovato Istituzioni sorde cieche e mute.

In quel momento no, lo Stato c’era ed era impersonato dalla dottoressa Colosimo, la cui scelta avevo criticato perché proveniente da un’esperienza politica pregressa, e che invece è venuta e si è accorta che esisteva una città mortificata e maltrattata e ha lavorato insieme agli altri perché questa città possa finalmente rialzarsi.

Il dissesto, un dissesto non solo economico ma anche amministrativo e morale provocato da una politica padrona e scellerata è stato solo dichiarato ma c’era già e lo sapevamo tutti .

Occorreva, però, che qualcuno si assumesse la responsabilità di dichiararlo, per fermare l’emorragia, per rinascere.

Oggi pubblicamente la ringrazio davanti a voi, perché da oggi, dalla verità tutto potrà finalmente ricominciare.

Francesca Menichino

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