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Il Movimento Cinque Stelle ha smentito l'ipotesi di alleanza col Pd in occasione delle Regionali in Umbria, circolata nelle ultime ore

Il Movimento Cinque Stelle ha smentito l’ipotesi di alleanza col Pd in occasione delle Regionali in Umbria, circolata nelle ultime ore dopo essere stata proposta dal ministro Dario Franceschini.

Come riporta l’Ansa, fonti del movimento hanno dichiarato: “Il tema delle alleanze alle regionali non è all’ordine del giorno.

Dunque non c’è in ballo alcuna possibile alleanza con il Pd in vista delle prossime elezioni Regionali”.

Le elezioni Regionali in Umbria si terranno il prossimo 27 ottobre, ma la proposta del ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo non ha trovato terreno fertile tra gli alleati di governo.

L’idea era stata accolta positivamente anche dal segretario del Pd Nicola Zingaretti, e criticata dal leader della Lega Matteo Salvini.

I portavoce del M5s hanno precisato: “Le priorità per il MoVimento sono altre, ci sono temi importanti da affrontare e provvedimenti da realizzare in tempi celeri a favore dei cittadini.

Una cosa è certa: le dinamiche interne tra forze politiche non interessano agli italiani e non servono a far crescere il Paese.

Rimaniamo concentrati sulle cose concrete come il taglio dei parlamentari e l’abbassamento delle tasse“.

Intanto, Matteo Salvini ha rassicurato il suo elettorato a un’iniziativa a Orvieto: “Ho visto anche oggi che secondo gli ultimi sondaggi la Lega è il primo partito italiano.

Quindi non penso che potranno andare avanti a lungo solo nel nome della poltrona e dell’odio nei confronti della Lega”.

Ndr: Matteo. La lega non è l’ombelico del mondo!

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Agenpress

“Se entreranno i punti M5s nel programma di governo si parte, altrimenti meglio il voto”, ha detto dopo aver consegnato al premier incaricato una lista di 20 punti che non contiene la modifica dei decreti-Salvini sulla sicurezza.

Ma i Dem respingono l’aut-aut, con Zingaretti che definisce le parole di Di Maio un “ultimatum inaccettabile”.

 

 

 

“O siamo d’accordo a realizzare i punti del nostro programma o non si va avanti.

Non guardiamo a un governo solo per vivacchiare, consideriamo alcuni dei punti del documento imprescindibili.

Non è nei nostri valori andare al governo solo per vivacchiare: abbiamo presentato alcuni punti al presidente che riteniamo imprescindibili”,

“Abbiamo rivolto auguri a Conte che come M5 abbia sempre considerato super partes e che abbiamo fortemente voluto”.

“Siamo stati al governo 14 mesi, poi qualcuno ha deciso di far cadere tutto sprecando un’occasione storica”.

Tra le priorità del M5s c’è il taglio del numero dei parlamentari”, ha aggiunto Di Maio. “Mancano 2 ore di lavoro parlamentare e diventa legge, va approvato nel primo calendario della Camera e diventa legge”.

“Avevamo pronto il decreto per iniziare la revoca delle concessioni autostradali e va fatta. Un governo ha senso solo se si approva una seria legge sul conflitto di interessi”.

Da parte del M5S c’è una “netta contrarietà alla patrimoniale. Il carico fiscale è anche disordinato a causa della burocrazia, e questo dovrà essere un governo pro-imprese.

L’aumento dell’Iva va bloccato”.

Da parte del M5S c’è una “netta contrarietà alla patrimoniale. Il carico fiscale è anche disordinato a causa della burocrazia, e questo dovrà essere un governo pro-imprese. L’aumento dell’Iva va bloccato”.

(ANSA) – ROMA, 30 AGO – Ambiente non è uno slogan o un like ai post di Greta Thunberg. Se vogliamo parlare di ambiente allora chiudiamo le centrali a carbone entro il 2025.

Vogliamo che non si realizzino nuovo inceneritori e che si chiudano quelli esistenti e chi si fermino le trivellazioni petrolifere nel nostro splendido mare” ha detto Di Maio che poi ha continuato: “Per rifiuti noi intendiamo puntare su una riduzione all’origine e vogliano una legge contro l’obsolescenza programmata” .

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tempestaLe elezioni europee sono appena terminate ma lo scontro Lega Movimento 5 Stelle continua. Il Ministro Salvini, forte del risultato eccellente ottenuto, tenta di riscrivere l’agenda del Governo. Tra le priorità c’è l’introduzione della flat tax, il decreto di sicurezza bis, la realizzazione della TAV, l’autonomia regionale, lo sblocca cantieri. Ma a quanto pare il M5S, l’alleato di Governo, sta facendo l’orecchio da mercante, non ha nessuna intenzione di cedere alle richieste di Salvini per non perdere la faccia e ulteriore consenso elettorale. Salvini ha vinto le elezioni e tutti questa volta sono perfettamente d’accordo. Gli sconfitti non hanno trovato alibi, solo Di Maio ha attribuito la sconfitta del suo movimento alla astensione. Ma l’astensione tanto temuta non c’è stata anche se agli italiani piace molto di più fare la coda agli stadi per assistere ad un incontro di calcio della squadra del cuore che fare la fila ai seggi elettorali per esprimere il loro diritto di voto. Ma se gli italiani preferiscono le code degli stadi un motivo c’è, eccome. Molti sono convinti che il loro voto non conta poi tanto. Vedi Salvini. Nelle elezioni del marzo dello scorso anno si presenta con il centro destra, ad elezioni avvenute fa un governo col Movimento 5 Stelle, acerrimo avversario di Berlusconi e di Giorgia Meloni. Ora litigano e di brutto. L’On. Giorgetti si interroga:- Ci sarà stabilità nel Governo? E’ giusto proseguire l’alleanza Lega M5S o sarebbe il caso interrompere la collaborazione?-. Le urne del 26 maggio hanno parlato chiaro. Il Movimento grillino non ha più la fiducia degli italiani. Ha perso in un anno circa 6 milioni di voti. Il 26 maggio è venuta giù la pioggia e la grandine e ha spazzato via ogni dubbio. Salvini esulta e sta dicendo un sacco di fesserie. Si sente già Primo Ministro e si comporta come tale. Con quella bocca può dire ciò che vuole, può fare la voce grossa, può battere i pugni sul tavolo, può minacciare sfracelli, ma alla fine dovrà cedere perché non conta nulla, conta come il due di picche perché nel Parlamento non ha la maggioranza. Ha calato le brache col caso Siri. Qualcuno dirà, però, prima delle elezioni europee. Calerà le brache col caso Rixi perché non ha nessun interesse di rompere col Movimento grillino. Non intende far cadere il Governo, non vuole o forse non può far valere fino in fondo il suo trionfo elettorale. Per Toninelli il voto del 26 maggio non ha cambiato nulla e questa sua presa di posizione dimostra che il M5S non ha alcuna intenzione di fare retromarcia. Di Maio è in crisi ed è messo in discussione da Deputati e Senatori grillini. Sembra un pugile suonato che si aggrappa alle corde del ring. Ma alle richieste della Lega dovrà dare una risposta al più presto. Se sarà negativa Salvini aprirà una crisi di Governo e poi spetterà al Presidente della Repubblica decidere. Darà un incarico esplorativo al Presidente del Senato o scioglierà il Parlamento? Dal Colle fanno trapelare che il voto di domenica era per il Parlamento Europeo, quindi non dovrebbe avere ripercussioni sulla politica italiana. Sono sicuro che ci saranno ripercussioni, polemiche, dibattiti, accuse e contro accuse. Prepariamoci, dunque, ad una nuova e massacrante campagna elettorale sotto gli ombrelloni.

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maioOggi, cari amici, ho ascoltato alla radio la canzone di Mario Merola “Torna” e mi ha spinto a scrivere questa letterina a Matteo Salvini. Trascrivo alcuni versi: Te voglio n’ata vota int’a stì braccia / Torna/ Sta casa aspetta a te/ Torna/ che smanie’e te vedè/ Torna/ ca si ce tuorni tu/ nun ce lassammu chiù.

Caro Salvini, stia attento, il vento sta cambiando, i sondaggi in suo favore sono in calo ( ha perso quasi 6 punti in due settimane) e gli elettori sono stufi delle sue sparate, dei selfie con le felpe delle Forze dell’ordine e con il mitra in mano. L’effetto Siri è solo in parte la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Sono i conflitti giornalieri e le polemiche con i suoi alleati che hanno lasciato il segno. Ma anche le inchieste giudiziarie stanno minando la sua figura di leader. Le sparate sulla chiusura dei cannabis shop, sui grembiulini degli alunni nella scuola elementare, sui porti chiusi, sulla Tav, sul reddito di cittadinanza, su quota cento, sul decreto sicurezza hanno stancato gli elettori e alcuni le hanno già voltato le spalle. Molti elettori leghisti della prima ora non hanno gradito il suo allontanamento dal centro destra e da Berlusconi in particolare. Ancora è in tempo. Chieda scusa agli italiani e come il figliol prodigo ritorna a casa, il papà che lo ha foraggiato per tanti anni, che ha dato alla Lega poltrone in tanti Comuni e in tantissime Regioni, l’aspetta a braccia aperta. Torna e come dice la canzone: Nun ce lassammu chiù. Le scelte che ha fatto da un anno in qua sono state tutte sbagliate, si è troppo fidato di ragazzi che si sono improvvisati politici e ora, visti i risultati raggiunti, non le resta che mollare i compagni di viaggio che stanno facendo di tutto per affossarla. Tutto quello che lei ha fatto non ha prodotto risultati positivi. Alle polemiche talvolta accanite non sono seguiti i fatti. Gli elettori hanno avuto la sensazione che si è fatto tanto rumore per nulla. Sappia, caro Sig. Ministro, che gli italiani non sono poi tanto fessi, non amano la conflittualità politica permanente, scoccia, annoia, tantomeno se si alimenta tra due forze politiche, anche se diverse, che avevano dichiarato di voler cambiare il mondo e che partecipano al Governo. Le due forze politiche che ci governano hanno sempre litigato e non sono d’accordo su nulla. Per questo i suoi elettori sono preoccupati e hanno ingoiato il rospo del caso Siri a malavoglia. Romano Prodi non le dice niente? Romano Prodi era Presidente del Consiglio e il suo Governo era retto da due forze politiche e da due personaggi in conflitto giornaliero: Rifondazione Comunista e l’Udeur, Bertinotti e Mastella. Quel Governo improvvisamente cadde. La stessa cosa può capitare a lei oggi o domani. Tra due settimane andremo al voto e ci saranno i verdetti veri e definitivi. Sono sicuro che l’esecutivo giallo verde dal 27 maggio in poi si trasformerà da Governo del cambiamento e del contratto a quello dei separati in casa. Oggi, domenica 12 maggio,ci sono i ballottaggi in Sicilia e i riflettori sono puntati su alcune città siciliane che dovranno eleggere i sindaci. Ci sarà lo scambio di voti tra Lega e Movimento 5 Stelle? Io penso di sì, perché vi state comportando come i ladri di Pisa. Facevano finta di litigare di giorno, ma poi la notte insieme andavano a rubare.

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conte dimaio salvini fgSe l’Italia fosse un paese normale a quest’ora il Governo sarebbe caduto e il Presidente della Repubblica avrebbe già sciolto il Parlamento e indette nuove elezioni politiche anticipate. Ma l’Italia è l’Italia, e quindi il Governo continua a mal governare. Ma è già in gravi crisi, però. Chi lo farà cadere? Chi aprirà per primo la crisi? Conte, Di Maio o Salvini? Il Governo si scioglierà come neve al sole? Il caso del sottosegretario leghista Armando Siri accusato di corruzione per aver favorito un imprenditore in cambio di una presunta tangente di 30 mila euro ha catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica e tutti i giornali nazionali hanno raccontato alcuni retroscena. Il Premier Conte ha chiesto le sue dimissioni e il caso Siri sarà discusso al prossimo Consiglio dei Ministri. Con voto o senza voto? Se Siri si dimetterà spontaneamente non ci sarà nessun voto altrimenti sarà il Consiglio dei Ministri a prendere la decisione finale a maggioranza. E il M5S ha la maggioranza nel Consiglio. E Salvini cosa farà? Abbandonerà per protesta il Consiglio dei Ministri per non assecondare la revoca del suo rappresentante nel Governo oppure aprirà la crisi di Governo per difenderlo? Le prime pagine dei giornali sono tutte dedicate al caso Siri e ai retroscena politici. “Conte sfida Salvini”. “Salvini si arrende”. “Governo è in crisi”. “Schiaffo di Conte alla Lega”. “Di Maio pressa e Conte licenzia”. Matteo Salvini dissimula tranquillità ma è furibondo. Non sa che pesci prendere. L’aut aut di Conte lo ha messo in imbarazzo:- Conte è un carnefice, non ha più la mia fiducia. Con il M5S è finita. Di Maio è il mandante, Conte esegue. Vogliono davvero la crisi in piena campagna elettorale?-. Risponde Di Maio:- La Lega ha pianificato di far saltare tutto dopo il voto. E tutto questo per cosa? Per una poltrona? Per non mollare un loro indagato per corruzione?- Litigano giorno e notte come i ladri di Pisa, non si telefonano più, non si incontrano più .Litigano finanche sui grembiulini degli alunni delle scuole elementari. Però nessuno vuole davvero aprire una crisi di Governo, ne uscirebbero con le ossa rotte. Almeno per ora, forse dopo le elezioni europee del prossimo 26 maggio. Per il momento anche il premier Conte rassicura gli italiani che non ci sarà nessuna crisi, non ci sarà nessuna conta al Consiglio dei Ministri. Per il M5S e per la Lega il Governo deve andare avanti. Salvini incalza:- Io penso a lavorare. Il Governo durerà, e questo lo ripete da sempre come un mantra, altri 4 anni e agli italiani frega niente di quello che titolano i giornali e i telegiornali che ricorrono polemiche inutili. E’ per questo che vendono sempre meno e i dibattiti Tv perdono ascolto-. Accusa i giornali e i telegiornali che alimentano polemiche, che diffondono, secondo lui, false notizie e false dichiarazioni. Non sanno più cosa dire e cosa fare e se la prendono con i giornalisti che riportano esattamente le loro dichiarazioni. Cadrà il Governo? No. Perché sia Salvini, che Conte e Di Maio sono abbarbicati alle poltrone ministeriali come l’edera. Fingono di litigare, si prendono a pesci in faccia, ma poi, per il bene del paese, dicono loro, andiamo avanti. Peccato, avevo sperato ad una crisi di Governo prima delle elezioni di maggio. In ogni caso questo Governo così com’è non potrà continuare a lungo, perché sta facendo danni enormi al paese, ha perso credibilità, e la gente è stanca, non ha più fiducia in loro. Non si vive di solo quota cento o di reddito di cittadinanza. Per un buon Governo ci vuole dell’altro. I dilettanti allo sbaraglio vanno benissimo alla Corrida, ma alla Camera, al Senato e soprattutto al Governo ci vogliono persone serie, equilibrate, preparate. E il clima di guerra fredda tra gli alleati di Governo continua e Di Maio e Salvini addebitano alla stampa i loro insuccessi e le loro sconfitte.

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di-maio-salvini"Abbiamo chiesto agli italiani se è più vincente Matteo Salvini o Luigi Di Maio". Nando Pagnoncelli, in collegamento con Giovanni Floris a DiMartedì, su La7, rivela i dati del suo sondaggio Ipsos. Le risposte vanno tutte contro il leader del Movimento 5 stelle che non convince evidentemente gli elettori. "Salvini è considerato vincente per il 57 per cento degli intervistati mentre Di Maio solo per il 18 per cento". 

Male anche il partito democratico: "Anche se in crescita nei sondaggi", sottolinea Pagnoncelli, "non è considerato una valida alternativa al governo visto che non convince il 51 per cento degli elettori"

fonte notizia liberoquotidiano.it

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elezioni regionali urnaLe elezioni di domenica in Basilicata si possono leggere sostanzialmente sotto cinque aspetti. Il primo. La corsa inarrestabile della Lega, che cinque anni fa in terra lucana neppure s’era candidata. E l’anno scorso, alle politiche del 4 marzo, aveva ottenuto il 6,3%. Domenica ha portato a casa il 18,8%, il triplo in un anno. Certo, ha mancato al fotofinish d’essere il primo partito com’era accaduto in Abruzzo, ma il risultato è comunque positivo. Salvini sa coinvolgere le piazze e parla il linguaggio del popolo, e il popolo lo segue.

Il secondo aspetto. La vittoria del centrodestra, che in appena un anno porta a casa cinque Regioni su cinque, tutte strappate al centrosinistra. La formula della coalizione sui territori funziona ancora, e dappertutto ma ora è a traino leghista. Forza Italia, infatti, pur esprimendo il candidato presidente (il generale Vito Bardi, vincente con oltre il 42% dei voti), si ferma al 9,1%, mentre il 4 marzo aveva ottenuto il 12,4%. Deludente. Bene invece Fratelli d’Italia che, rispetto alle politiche, guadagna più di due punti, passando dal 3,7% al 6%.

Il terzo aspetto riguarda il M5S. Tutti scrivono che si è trattato un tonfo, ma in realtà non ė così. In Basilicata, lo scorso anno, i 5Stelle avevano portato a casa uno strepitoso 44,3%, ma fare confronti tra il dato nazionale e quello locale lascia il tempo che trova. Il Movimento, al di là del fatto che abbia confermato – sul dato delle politiche - di essere il primo partito della regione, ha più che raddoppiato i voti di lista rispetto alle regionali di cinque anni fa, passando dall’8,97% al 20,53%. E la cosa è tanto più sorprendente se si pensa che ha ottenuto questo risultato senza di fatto fare campagna elettorale.

Il quarto aspetto riguarda il centrosinistra. La Basilicata era nelle mani del Pd da un quarto di secolo. Alle ultime elezioni regionali, quelle del 2013, la coalizione aveva ottenuto circa il 60% dei voti, domenica poco meno del 33%. Lo scorso anno, alle politiche, il 19,6%. C’è stato quindi un apprezzabile miglioramento rispetto all’anno scorso, ma sui dati locali è una debacle, soprattutto del Pd. Alle regionali del 2013 il partito democratico aveva registrato un fragoroso 24,83%, mentre domenica – sotto mentite spoglie per non farsi riconoscere – un misero 8,19%. L’effetto Zingaretti non c’è stato.

Quinto ed ultimo aspetto. Il dato lucano conferma, in linea di massima, quello che è il trend di tutte e cinque le elezioni regionali dell’ultimo anno. Da un lato la vittoria della coalizione di centrodestra, dall’altro il fatto che i due partiti di governo incontrano il favore degli elettori, mentre le opposizioni, a partire da Forza Italia fino ad arrivare al Pd, continuano a perdere terreno nei voti di lista. È vero che quando si parla di regionali e comunali i pentastellati arrancano e la Lega vince alla grande, ma quantomeno il dato abruzzese e quello lucano dimostrano che il tonfo del Movimento 5 stelle non c’è stato

Fonte notizia liberoquotidiano.itliberoquotidiano.it

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palazzo chigiLa celebre e bellissima canzone di Achille Togliani “Come pioveva” mi ha ispirato a scrivere l’odierna articolesse. Sì, è vero, Salvini e Di Maio si sono tanto amati per un anno e forse più. Ora si separeranno? Litigheranno? Prenderanno altre strade? Ma forse si comporteranno come i famosi ladri di Pisa. Si sono incontrati a Palazzo Chigi per fatal combinazione perché insieme volevano cambiare il mondo. Hanno fallito, ma il ricordo del potere, delle prebende, del prestigio, del passato li tiene ancora legati come due leali innamorati. Fingono di andare d’accordo, ma litigano su tutto.

Dopo le elezioni del 4 marzo dello scorso anno il M5Stelle e la Lega di Salvini hanno dato vita ad un Governo a dir poco bizzarro che lo hanno chiamato spocchiosamente del cambiamento. E’ trascorso quasi un anno e ancora oggi non abbiamo visto nessun cambiamento sostanziale rispetto all’operato dei precedenti governi. Hanno approvato, è vero, la legge su Reddito di Cittadinanza ma questa legge non produrrà nessun beneficio, non creerà nessun posto di lavoro, non farà diminuire la galoppante disoccupazione, farà soltanto incassare qualche spicciolo a qualche disoccupato incallito che non ha mai avuto voglia di cercare un utile lavoro. E poi la Tav. Che storia noiosissima. Sì oppure No? Forse. Vedremo. Comunque andrà a finire il M5S e la Lega si sono cacciati in un cul de sac. Se i grillini dicono sì alla Tav avranno tradito loro stessi e perderanno ulteriori consensi come in Abruzzo e in Sardegna. Se diranno No saranno giudicati dagli italiani e dagli europei come cavernicoli e perderanno altri consensi. Insomma, sono spacciati e non solo a causa della Tav. E Salvini? Ha dimostrato di essere un ominicchiolo, un politico non all’altezza della situazione. Dice di volere la Tav, ma a parole. Infatti non agisce, non reagisce, non rompe il contratto stipulato col M5S. Pur di non far saltare il Governo ha già fatto dietrofront. La Tav è una robetta e per questa robetta non può far cadere il Governo del cambiamento. Ci sono altre cose più importanti da fare. E quali sarebbero queste cose? In primo piano la questione della nave Diciotti. Se Salvini si impuntasse nel dire a tutti i costi Sì alla Tav, i grillini hanno fatto intendere che al Senato voterebbero Sì per processarlo con l’accusa di sequestro di persona aggravato e per aver abusato dei propri poteri. E Salvini non vuole essere processato, non vuole finire nel banco degli imputati. Preferisce, invece, sedere negli scranni più alti del Parlamento. Molti ora lo attaccano e lo criticano. Salvini è un traditore del Nord, lo ha svenduto a Roma e ai grillini in cambio di protezione, potere, visibilità e televisione. Molti sono i delusi della linea politica del partito. L’aria che tira nel partito è gelida. Non c’è più quel grande entusiasmo che si respirava alcuni mesi fa. Salvini dice che lui vuole lavorare, non ha tempo di litigare. Ma vuole lavorare per il bene del paese o per conservare la poltrona di Ministro e lo scranno al Parlamento al posto di una brandina in un carcere del Bel Paese? La colla del potere è molto forte, la poltrona è salva e l’Italia, però, sta andando a picco con il governo giallo-verde che è minoranza nel paese reale. Arrivati a questo punto al Presidente Mattarella converrebbe sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni così queste pagliacciate finirebbero al più presto.

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salvini di maio 2-3-2La maggioranza degli iscritti al Movimento 5 Stelle lunedì 18 febbraio ha detto “No” al processo contro Matteo Salvini perché sulla vicenda della nave Diciotti ha agito per tutelare l’interesse nazionale. Alla fine, dopo un tira e molla durato diverse settimane, gli iscritti del Movimento hanno deciso che il Ministro Matteo Salvini, alleato di Governo, non deve andare a processo per poi essere condannato. Non molti hanno votato, però. Ci sono state delle varie difficoltà. Alcuni iscritti addirittura hanno rinunciato dopo aver provato a votare diverse volte. Hanno votato 52.417, circa la metà degli aventi diritto al voto. A favore di Salvini hanno votato 30.948, il 59%, i contrari sono stati 21.469,il 41%. Il Tribunale del popolo, che secondo Di Maio è sovrano, ha deciso di non processare il Ministro Salvini. Quindi ora i Senatori grillini pure loro dovranno votare a favore di Salvini, turandosi il naso, quando saranno chiamati a votare in Giunta. L’alleato di Governo è salvo, per il momento. Ma è salvo anche il Governo guidato dal Prof. Conte. La decisione presa dagli elettori grillini è stata una decisione sofferta e storica. Sofferta perché non tutti erano d’accordo a votare a favore di Salvini e storica perché è la prima volta che si verifica che il Movimento salva un politico. Ma questa decisione presa metterà col lungo andare in seria difficoltà l’intera maggioranza e alcuni Deputati e Senatori. Di Maio e di Battista, come Pilato, se ne sono lavate le mani. Non sono stati loro questa volta a decidere, ma il popolo sovrano ha deciso. E’ stato il popolo grillino che si è presa questa grave responsabilità. La vita di Salvini e pure quella del Governo Conte è stata decisa da un voto on line. Alcuni l’hanno definita una pratica sbagliata, barbara addirittura, perché la votazione sulla piattaforma Rousseau nulla ha che fare con la democrazia. Abbiamo assistito ancora una volta all’ennesima buffonata del Movimento 5 Stelle. E’ stata davvero una consultazione democratica o è stata pilotata? E se la votazione fosse stata manipolata o taroccata? Chi lo saprà mai. Di Maio e di Battista non facendo processare Salvini hanno salvato non solo l’alleato ma anche il Governo, altrimenti avremmo avuto una crisi di Governo con la prospettiva di andare tutti a casa. E a casa Di Maio e di Battista non ci vogliono andare. Però hanno perso la faccia, hanno tradito i loro ideali. A questo risultato ci si doveva arrivare con una decisione politica, non con una buffonata. Trentamila persone su sessanta milioni di italiani hanno deciso la sorte di un Ministro. Ma era già tutto previsto. E così è finita la farsa dei sacri principi grillini calpestati in nome del potere. A scuola dicevamo alla fine di qualche esercizio matematico: Come volevasi dimostrare.

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Domenica 10 febbraio si è votato in Abruzzo per il rinnovo del Consiglio Regionale e per l’elezione del nuovo Governatore.

E’ stato eletto il candidato del centro destra e la Lega di Salvini si è confermata il primo partito.

 

 

La Lega ha stravinto, ha raddoppiato i voti rispetto alle elezioni nazionali dello scorso anno.

Il M5Stelle è crollato. Ha perso, ha dimezzato i consensi.

E il Pd? In queste elezioni si è nascosto ma i loro rappresentanti gridano al miracolo:-E’ risuscitato! E’ risuscitato!-.

E sono arcicontenti che nella competizione elettorale sono arrivati secondi. Beati loro.

E Salvini che fa? Gongola. E’ soddisfatto, ma non passa subito all’incasso. Per il momento non ha chiesto nulla. Non ha chiesto un rimpasto di Governo con più Ministri e Sottosegretari leghisti. Ha rassicurato il rissoso alleato che giammai tradirà il contratto firmato, che non cambierà nulla, che possano stare sereni.

Anche Renzi alcuni anni fa disse a Letta:- Enrico, stai sereno -.

E poi sappiamo come andò a finire. Renzi prese il posto di Letta. Salvini assicura l’alleato che non cambierà nulla.

Io, invece, sono sicuro che qualcosa cambierà.

Bisogna aspettare le elezioni in Sardegna tra un paio di settimane e quelle in Basilicata tra un mese. Se le cose dovessero andare come sono andate in Abruzzo sono sicuro che Salvini aprirà una crisi di Governo perché ormai i rapporti di forza tra Lega e M5Stelle sono cambiati.

Ma la crisi di governo porterà ad elezioni anticipate? Il Presidente Mattarella scioglierà il Parlamento e si convincerà che il voto sia il male minore per il paese? E se dovesse dare un nuovo incarico ad un esponente del Movimento 5 Stelle per formare un governo con l’appoggio del Pd? Sarebbero felici Franceschini, Martina, Zingaretti e Co.

Questo stanno aspettando come una manna caduta dal cielo dopo essere stati estromessi dalle stanze dei bottoni nelle elezioni del 4 marzo scorso. Amici, allacciamoci le cinture. Uno tsunami è in arrivo sul Governo Conte.

Ne vedremo delle belle. Salvini galvanizzato, rafforzato, diventerà intransigente, più aggressivo, alzerà i toni e farà ingoiare ai grillini, suoi alleati, molti rospi e detterà l’agenda: la Tav, le autonomie locali, le trivelle, la legittima difesa, acqua pubblica, riconoscimento di Guaidò in Venezuela. Lega e M5S litigheranno ogni giorno, ma alla fine troveranno un accordo sapendo che alla fine conviene ad entrambi.

Se la Lega non porta a casa la Tav è un problema serio. Se il M5S dice sì alla Tav è un problema ancora maggiore. E allora? Stallo completo, aspettando le elezioni europee.

E se prima delle Europee la Lega e il M5S facessero una cosa fantastica che nessuno fino ad oggi ha mai fatto cosa accadrebbe? Tutti a casa. Dimissioni in massa. Direbbero agli italiani che non hanno mantenuto le promesse elettorali perché qualcuno glielo ha impedito.

Non li hanno lasciati governare come avrebbero voluto. Ve lo immaginate, amici, cosa potrebbe accadere in Italia?

Gli italiani capirebbero e si scuoterebbero dal lungo torpore.

Allora sì, il cambiamento potrebbe cominciare davvero.

Cosa ne pensa la cara dottoressa?

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