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bollette-telefoniche-cartaceeDal 1° gennaio 2020 la prescrizione della bolletta acqua è abbreviata da 5 a 2 anni, lo chiarisce una delibera dell’Arera numero 547/2019/R/idr, che indica i termini e la decorrenza. La legge del 27 dicembre 2017 numero 205 è intervenuta in merito alla prescrizione del corrispettivo dovuto per utenti: domestici, professionisti e microimprese.

Prescrizione bollette acqua entro due anni

Dal 1° gennaio 2020 le bollette acqua subiscono una riduzione dei termini di prescrizione da cinque anni si passa a due anni. La normativa prevede che tale disciplina si applichi alle:

  • fatture la cui scadenza sia successiva al 1°gennaio 2020 (articolo 1, comma 10);
  • solo qualora la mancata o erronea rilevazione dei dati di consumo non derivi da responsabilità accertata dell’utente (articolo 1, comma 5).

Nel secondo caso le autorità dispongono i seguenti obblighi.

In caso di responsabilità del gestore

Il gestore è tenuto a dare adeguata evidenza della presenza in fattura di importi risalenti a più di due anni (tramite due modalità alternative: invio di una fattura unica o di una fattura contenente esclusivamente gli importi prescritti). In particolare, il gestore integra la fattura contabilizzante consumi risalenti a più di due anni con una pagina iniziale contenente:

  • un avviso testuale standard, invitando alla compilazione dell’apposito modulo;
  • gli importi oggetto di prescrizione;
  • una sezione recante un format per eccepire la prescrizione (disponibile anche su sito internet e negli sportelli aperti al pubblico);

un recapito del gestore (fax, posta) e un indirizzo di posta elettronica a cui inviare la documentazione necessaria. Gli importi oggetto di prescrizione sono esclusi dall’ambito di applicazione di eventuali clausole contrattuali che prevedano metodi di pagamento quali servizi di incasso pre-autorizzati SEPA Direct Debit – SDD (domiciliazione bancaria, postale o su carta di credito).

In caso di responsabilità dell’utente finale

Il gestore integra la fattura recante tali importi con una pagina iniziale contenente:

  • un avviso testuale;
  • l’ammontare degli importi per consumi risalenti a più di due anni;
  • la motivazione che ha determinato la presunta responsabilità dell’utente;
  • una sezione che indica la possibilità di inviare un reclamo al gestore, indicando un recapito del gestore (fax, posta) a cui far pervenire il reclamo. Nella risposta al reclamo il gestore dovrà dettagliare gli elementi che hanno determinato la richiesta di pagamento, così da consentire all’utente finale la tutela dei propri diritti.

 

FONTE NOTIZIA

scolaL’ultima falla dell’amministrazione Pizzino si chiama Idrico 2013 e riguarda un milione di euro di bollette mandate ai cittadini per l’anno 2013.

Solo due giorni fa il sindaco Pizzino si diceva orgoglioso del bilancio e dell’ufficio tributi, ma nulla spiegava ai cittadini di quello che è successo con un intero ruolo, appunto l’idrico 2013, inviato oltre i termini di prescrizione: in sostanza le bollette dell’anno 2013 per i consumi e la quota fissa del servizio idrico che dovevano essere inviate entro il 31/12/2018, sono state inviate tutte oltre il termine della fine dell’anno.

Ciò significa che la notifica non produce effetto per i cittadini che possono sentirsi legittimati a non pagare e a produrre apposita istanza di annullamento all’ente, senza che il comune possa più recuperare questi tributi non pagati.

Infatti quella che fa fede per la validità della notifica non è la data in cui è stato confezionato l’atto ma quella in cui le Poste hanno consegnato l’avviso ai cittadini, e non è corretto da parte dell’ufficio tributi, cosa che pare sia anche avvenuta, dare informazioni difformi.

Nel corso dell’ultimo consiglio abbiamo sollevato la presente questione e il sindaco, come gli viene naturale, ha scaricato le colpe da un lato all’OSL che ovviamente è responsabile del recupero dei tributi per gli anni precedenti il dissesto, e dall’altro lato ha esplicitamente attribuito le colpe di questo ennesimo disastro alle Poste Italiane.

Secondo il sindaco l’errore e i ritardi sarebbero “colpa” delle Poste alle quali l’OSL ha affidato il servizio di stampa, imbustamento, recapito e rendicontazione di ben 7386 avvisi di pagamento.

E per questo servizio l’OSL ha riconosciuto alle Poste un compenso di circa 35.000 euro, mentre verosimilmente non entrerà granchè del milione di euro chiesto ai cittadini per un pagamento ormai prescritto.

Di chi sono le responsabilità?

Il sindaco dovrebbe, rappresentando l’Ente ed i suoi interessi, agire per rintracciare le relative responsabilità appunto per questo che potrebbe essere un notevole danno erariale, oltre che un ulteriore contenzioso del Comune, e comunque un ennesimo disastro al quale si somma tempo e lavoro buttati al vento, per un comune che già si trova senza risorse né umane né finanziarie.

Complimenti al risanatore Pizzino che si è assunto evidentemente un impegno molto più grande di lui.

Gruppo Consiliare M5s Amantea

Francesca Menichino

Francesca Sicoli

                

Pubblicato in Politica

In questi giorni stanno arrivando agli amanteani le bollette “idriche”.

Le stesse hanno suscitato vive e numerose proteste da parte dei cittadini a fronte dei quali appaiono ingiustificati gli spiegabili silenzi dei politici in corsa per il governo della città.

Che cosa sia successo lo spiega la nota diffusa ieri 31 maggio grazie alla quale siamo venuti a conoscenza che diverse bollette sono state calcolate sulla base di un consumo” tecnico”.

Ovviamente la “ colpa” del ricorso a tale “consumo tecnico” è dell’utente che non ha comunicato al comune nell’anno 2016 la lettura del contatore

In sostanza il ricorso al consumo tecnico sarebbe una specie di “sanzione” comminata al cittadino.

Ed il ”reato” sarebbe quello della mancata comunicazione.

Un reato non previsto da nessuna norma. Anzi.

Anzi è esattamente il contrario.

Ma prima di spiegare ( lo abbiamo già fatto in un nostro articolo) il tutto e di pubblicare la lettera firmata che ci hanno detto essere pronta , dobbiamo evidenziare comunque la piena disponibilità degli uffici a correggere i propri comportamenti.

Dice infatti la nota che “ In caso di divergenza tra consumo effettivo( quello indicato nel contatore) e consumo tecnico( quello riportato in bolletta) l’ufficio tributi è disponibile alla rettifica ( della bolletta) previa trasmissione della foto relativa al contatore, purchè leggibile.

Che dire se non GRAZIE per questo comportamento signorile…..

In sostanza chi ha un consumo superiore a quello tecnico potrebbe anche non comunicarlo.

In tal modo pagherebbe solo la quota tecnica e non quella reale.

Questo significa che il comune prima o dopo DEVE provvedere alla lettura del contatore, diversamente si creerebbe una inaccettabile disparità di comportamento tra “comunicatori” e “non comunicatori”.

Ingiustificati i silenzi della politica.

Nessuno ad Amantea sa o vuole sapere quale è il costo del servizio, distinto per costo di approvvigionamento, per costo di distribuzione, per fognatura, per depurazione.

Così come ad Amantea nessuno sa o vuole sapere quale è l’incasso determinato dalle bollette predisposte con questo sistema di “consumo tecnico”

Così come nessuno ad Amantea sa o vuole sapere quale è l’acqua che si perde per le inidonee reti idriche o che viene rubata.

Qualcuno sospetta infatti che il comune potrebbe chiedere più di quanto spende dando luogo a comportamento oltre il lecito

Se non fosse una cosa tragicomica ci sarebbe da scompisciarsi…..

Pubblicato in Politica

Ieri mattina un signore diceva agli astanti: “Mi è arrivata la bolletta dell’acqua con un consumo presunto di 200 mc. E’ una porcheria ! In tanti anni non sono mai venuti a controllare i contatori ed ora devono fare soldi……”

 

È una storia simile a tantissimi utenti. Non solo a quelli di Amantea.

Addirittura il comune di Corigliano a giugno ha adottato una delibera con la quale si statuisce l’addebito di 200 mc senza alcuna lettura.

Ho detto loro che ora questi comportamenti devono cessare e mi sono impegnato a pubblicare un apposito articolo che facesse chiarezza.

Speriamo che lo leggano e che la notizia si diffonda per la città.

Ora è finita!

Da luglio 2016, per le fasi preparatorie, e con piena operatività da gennaio 2017, è entrata in vigore la statuizione della Autorità per l’Energia Elettrica e Gas ed il sistema idrico (delibera 218/2016/R /idr) la quale dispone che i comuni debbano emanare fatturazioni rispondenti ai consumi effettivi di acqua grazie al nuovo obbligo di lettura dei contatori.

I comuni dovranno fare almeno due tentativi all'anno e conservare i dati di misura per 5 anni perché si possano utilizzare per le verifiche.

La delibera dispone inoltre che il comune deve attivarsi per incentivare l'autolettura, comunicabile via telefono, web-chat o sms.

Sempre il comune ha l’obbligo di garantire l'installazione e il corretto funzionamento dei contatori.

Per le nuove attivazioni dovrà essere effettuato un tentativo di raccolta della misura entro sei mesi dalla data di inizio della fornitura.

A garanzia degli utenti, i gestori dovranno dotarsi di modalità che permettano la messa a disposizione, in caso di contenzioso, della misura espressa dal totalizzatore, raccolta e utilizzata ai fini della fatturazione (ad esempio mostrando una documentazione fotografica).

Per promuovere l'utilizzo dell'autolettura il gestore dovrà consentire agli utenti di comunicarla attraverso messaggi Sms, il telefono o via web-chat sul proprio sito internet, rendendo i sistemi disponibili tutto l'anno, 24 ore su 24.

Dovrà inoltre fornire immediato riscontro all'utente sulla corretta presa in carico dell'autolettura al momento stesso della comunicazione ed entro 9 giorni lavorativi in riferimento alla validazione dei dati.

Entro settembre 2016 il comune avrebbe dovuto predisporre un registro elettronico delle utenze con le misure e i tentativi di lettura, comunicando ogni anno all'Autorità i dati relativi ai contatori (ammontare, tipologia, funzionamento) e le operazioni di raccolta avvenute ai fini di un monitoraggio periodico.

Pubblicato in Primo Piano

Peccato che Andrea Ianni Palarchio non sia riuscito a diventare consigliere comunale sia pure di minoranza. Anche da non consigliere e nel dichiarato intento di tutelare i cittadini non manca infatti di segnalare le cose che non vanno .

Questa è l’ultima osservazione postata sul suo profilo facebook alla quale come a quella del nostro sito è necessario che chi di dovere risponda. Ecco cosa scrive:

“In questi giorni stanno arrivando presso le nostre abitazioni le bollette del Servizio Idrico 2015 a mezzo di posta Raccomandata.

Guardando la bolletta si palesano immediatamente alcune gravi mancanze per potrebbero pregiudicare la validità della stessa.

Infatti per il principio della Trasparenza (legge 241 del 1990) le fatture inviate devono essere chiare e facilmente interpretabili da ogni utente.

Vuol dire che devono riportare i consumi, la tariffa applicata l’abitazione di interesse, il nome del cittadino consumatore con i suoi dati (ovviamente comuni), il funzionario responsabile del procedimento, ed ogni spesa o tassa deve essere indicata con precisione.

Non è possibile fare un unico conto senza dettagli chiari e specifici.

Il Comune ha il dovere di garantire all’utente finale una determinazione certa e trasparente dei consumi fatturati e dei dati riportati nei documenti di fatturazione.

Per quanto riguarda la Bolletta servizio idrico 2015 questo non viene rispettato.

Infatti sulla bolletta appena arrivata :

Manca la tariffa e ogni riferimento ad eventuali delibere che la stabilisce in modo da consentire al cittadino di controllare l'esattezza dei calcoli e quindi quanto dovuto.

Per tale mancanza potrebbe infatti apparire lecito dedurre che è stato effettuato un calcolo presunto e/o arbitrario o meglio a forfait.

Manca il responsabile del procedimento cioè quindi la firma del funzionario responsabile con il quale il cittadino può interfacciarsi per ogni chiarimento.

Nell'ultimo consiglio comunale abbiamo appreso che è previsto per l'anno 2015 un maggiore introito per le casse comunali di circa 1.2 mln di euro che fino a qualche mese fa era insperato .

Tale introito naturalmente dovrebbe ripercuotersi in ottime notizie per le tasche dei contribuenti con una vistosa riduzione delle tariffe per tutti.

Questo purtroppo con l'amministrazione Sabatino non succede.

Nonostante il maggiore introito dichiarato le tariffe non sono cambiate.

Da quanto emerso in Consiglio sembrerebbe che il Comune di Amantea spenda 1000 per la fornitura dell'acqua e conti di incassarne 1500 (Almeno questo ho capito io con le delibere di riequilibrio di bilancio) .

Se fosse così credo che comunque che trattasi di un'operazione borderline per assestare il bilancio.

Per questo e per gli altri motivi sopra citati ritengo che le bollette vadano riviste e ristampate con tutti i criteri di trasparenza previsti dalle normative ( in modo da consentire ad ogni utente la migliore comprensione possibile di ciò che paga) e con l'adeguamento delle tariffe al maggior introito previsto.

Mi auguro che l'amministrazione comunale si prodighi per chiarire questa nuova incresciosa situazione creatisi ed invito i cittadini che abbiano necessità di maggiori chiarimenti di recarsi presso l'Ufficio Tributi del Comune.”

Pubblicato in Primo Piano

“ Non ho un lavoro! Da tre anni campo con una indennità insufficiente alle esigenze della mia famiglia! E’ arrivata la bolletta dell’acqua ma non la pagherò! Non la posso pagare!” E’ il discorso serio, fattomi all’improvviso da un amico che mi incontra per caso in un supermercato.

“ Che le paghino quelli che hanno un lavoro, quelli a cui “danno” un lavoro. Perché è chiaro che qui in Amantea ormai lavorano solo i raccomandati! Non chi come me ha voglia e bisogno di lavorare!”

Insomma , un grido di dolore. Non unico, anzi!

E così è certo che molti non pagano perché non possono pagare. Proprio per questo aveva suggerito al sindaco di trasformare i debiti verso il comune in lavoro. Ma non sono stato ascoltato

Il risultato è stato ed è terribile

Quello che non viene pagato diventa un credito inesigibile che viene trasferito ai figli ed ai nipoti.

Ma, stando a quello che si riesce a sapere dall’esterno, la maggior parte di questi crediti inesigibili appartengono a gente che può pagare

Ed è anche per questo che sono nati i canoni rilevanti ed inaccettabili.

Ma andiamo alle bollette dei consumi

Bene o male chi ha mandato al comune il consumo al 31 dicembre 2013 si è visto tassare per quel consumo denunciato

Ma senza nessun controllo! In sostanza se uno ha inviato un consumo inferiore è stato raggiunto da un importo più basso del reale.

Se uno, invece, non ha inviato il consumo oggi si vede tassato per cifre “ad muzzum”.

La maggior parte dei cittadini, infatti, si trova bollette con consumi maggiori di quelli reali.

In sostanza gli viene chiesto non il consumo del 2013, ma anche quello del 2014 ed in taluni casi anche quello dei sei mesi del 2015.

E’ facile cioè intravvedere che le prossime bollette del 2014 e del 2015 daranno un importo inferiore a quello del 2013 ed in questa previsione potrebbero essere aumentati i canoni od il costo a mc.

La cosa strana è che la gente si lamenta al bar e soprattutto non sa a chi addebitare le responsabilità

Ed ancora più strano è che i politici di maggioranza non parlano per acquiescenza e quelli di minoranza per ignavia

Non resta che l’autodifesa. Allora controllate il consumo ad oggi e valutate se quello addebitatovi è compatibile con la lettura attuale. Se lo è pagate, se non lo è contestate.

Quello che succede comunque è inaccettabile.

Pubblicato in Cronaca
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