Riceviamo e pubblichiamo:
“Cosenza, 13 giugno 2019 - In Calabria, soprattutto in provincia di Cosenza, si preannuncia un’estate torrida.
E non ci riferiamo alle elevate temperature, ma all’emergenza sanitaria che sta per esplodere e che rischia di mettere in serio pericolo la salute dei cittadini.
Forse sarà necessario – e lo diciamo con consapevolezza e responsabilità – chiedere ad Emergency di installare un vero e proprio ospedale da campo per sopperire alla carenza di posti letto, visto che ne mancano da attivare 354 rispetto a quelli previsti nei tre ospedali Spoke e Hub della provincia di Cosenza (Ospedale Annunziata: 144 posti letto; Ospedale Corigliano-Rossano: 62; Ospedale Castrovillari: 96; Ospedale Paola-Cetraro: 52).
Non dimentichiamo che è anche per questa carenza di posti letto che la provincia di Cosenza registra il più alto tasso di emigrazione sanitaria verso le altre regioni.
A tutto ciò si aggiunge, se non si troveranno immediati rimedi, la chiusura e/o l’accorpamento dei reparti, il blocco delle attività chirurgiche, la diminuzione delle prestazioni ospedaliere e territoriali anche perché bisognerà garantire in qualche modo i turni feriali di medici, infermieri e Oss.
Certamente il Decreto Calabria non è la giusta soluzione per risolvere la già precaria situazione sanitaria, ma vanno presi dei provvedimenti immediati per garantire il diritto alla salute dei calabresi e di coloro i quali verranno nella nostra regione a trascorrere le vacanze estive.
Basta dare uno sguardo ai dati forniti lo scorso anno dall’Osservatorio sul turismo della Regione Calabria: solo sulla costa tirrenica, ad esempio, tra giugno e settembre ci sono state circa un milione e 250mila presenze.
La legge regionale 24/2008 (così come il Dca 81/2016) all’articolo 1 dispone che “la Regione Calabria garantisce la tutela della salute assicurando la disponibilità di prestazioni sanitarie e sociosanitarie improntate all’efficacia delle cure, alla sicurezza dei percorsi clinico assistenziali e al miglioramento continuo della qualità delle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private”. Ma se la situazione dovesse rimanere tale, quanto previsto dall’art 1 non potrebbe essere garantito, soprattutto nelle strutture pubbliche.
Senza ipocrisia e senza fare alcun gioco dello scaricabarile la Regione, l’ufficio del Commissario e il Governo nazionale, collaborino concretamente affinché venga scongiurato il rischio di un vero e proprio collasso del sistema sanitario calabrese.
Ogni giorno sulla stampa locale vengono segnalati anomalie, rischi concreti per la salute dei cittadini, una diminuzione delle erogazioni delle prestazioni ospedaliere e sanitarie.
E nel frattempo che la popolazione aumenta per le presenze turistiche, in provincia di Cosenza è come se avessero cancellato un intero ospedale, così come era stato invece previsto al decreto commissariale 64/2016 “Riorganizzazione della rete ospedaliera e della rete Urgenza-Emergenza”.
È arrivato il momento che ognuno si assuma le proprie responsabilità, ognuno in base alle proprie competenze: non possiamo lasciare operatori medici e sanitari in trincea e non garantire i Livelli essenziali di assistenza.
Carlo Guccione Consigliere regionale