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Il sospetto aggressore è stato già arrestato dalle forze dell'ordine, che hanno utilizzato il taser per bloccarlo

Almeno cinque persone sono rimaste ferite per accoltellamento nella giornata di oggi, venerdì 11 ottobre, a Manchester in Inghilterra.

L’episodio si è verificato nei pressi di un centro commerciale. Sull’accaduto, oltre che la polizia, indaga l’antiterrorismo.

 

 

Secondo quanto riporta ‘Ansa’, il sospetto aggressore è un uomo sui 40 anni, che è già stato arrestato dalle forze dell’ordine.

Gli agenti hanno bloccato l’uomo utilizzando la scarica elettrica di un taser.

Diversi testimoni hanno raccontato di aver assistito a scene di paura, testimoniate anche da alcuni video, e di un attacco condotto coltello alla mano contro persone e clienti scelti apparentemente in maniera casuale.

La polizia britannica, secondo quanto riportato da Ansa, ha incriminato l’uomo arrestato di terrorismo.

Nella zona, che è stata transennata, sono intervenute diverse pattuglie e alcune ambulanze.

Il transito dei tram, stando a quanto aggiunge la ‘BBC’, è stato fermato all’altezza della centrale Exchange Square.

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L'inevitabile epilogo di una stagione caotica, la peggiore finora degli ultimi 28 anni: era ormai diventata insostenibile la presenza di José Mourinho all'Old Trafford.

In due anni e mezzo il manager portoghese ha avuto modo di scontrarsi con tutte le componenti del Manchester United, dai giocatori ai dirigenti, dagli ex campioni fino ai tifosi.

A Manchester, Mou ha sempre vissuto come un ospite non gradito.

Non è un caso che abitasse in una suite di un albergo in centro, rifiutandosi di trasferirsi con tutta la famiglia, rimasta a vivere a Londra.

Arrivato nel maggio 2016 per riportare lustro allo United, allo sbando dopo l'addio di Sir Alex Ferguson, Mou se ne va dopo aver vinto una Coppa di Lega e una Europa League.

L'esperienza più modesta, a livello di trofei, di tutta la sua carriera. decisamente più ricca la lista degli scontri dialettici, tra accuse e incomprensioni con l'ambiente. Non si è mai sentito amato, come gli era capitato altrove, e probabilmente neppure compreso. Perché se ha sempre criticato i dirigenti dello United per non averlo assecondato nelle richieste di mercato, l'investimento di 450 milioni di euro, per 11 giocatori, sotto la sua gestione, rappresenta un gigantesco esempio di incomprensione. Estesa poi nei rapporti, spesso burrascosi, con alcune stelle dello spogliatoio.

Una su tutte, Paul Pogba, che pochi minuti dopo l'esonero ha postato sul proprio profilo Instagram un suo primo piano con ghigno, invitando i followers ad inserire la didascalia. Un'uscita quanto mai intempestiva, e subito cancellata. Ma indicativa delle tensioni che hanno attraversato in questi anni lo spogliatoio. Che non condivideva non solo i modi, spesso bruschi e sbrigativi, dell'ex tecnico di Inter e Real Madrid, ma neppure la sua filosofia calcistica, ritenuta troppo speculativa e difensiva.

A maggior ragione in uno stadio, l'Old Trafford, abituato a vedere dominate le partite (almeno durante l'era Ferguson) dai propri eroi. Molto spesso, campioni in erba usciti dal settore giovanile, come non è capitato con Mou, refrattario a dare fiducia ai più giovani. Già in ottobre Mourinho era stato ad un passo dall'esonero, ma una inattesa rimonta casalinga contro il Newcastle (da 0-2 a 3-2), e la tregua successiva con Pogba, sembravano aver riportato il sereno. Anche perché il licenziamento sarebbe costato, e costerà, allo United una cifra attorno ai 20 milioni di euro, considerato che il contratto di Mou, rinnovato solo lo scorso gennaio, ha scadenza 2020.

Nel frattempo i Red Devils, non senza sofferenze, si sono qualificati per gli ottavi di Champions League (affronteranno il Paris Saint Germain). Ma in Premier League non solo sono fuori dalla corsa per il primo posto (sesti a -19 dal Liverpool), ma anche lontanissimi dal quarto posto (-11). Risultati mediocri per un club orgoglioso di contare, sempre e comunque, più delle sue stesse stelle. Che fossero David Beckham o, appunto, Mourinho.

Entrambi liquidati quando ritenuti non più adeguati alle ambizioni del club. Nel futuro immediato del club c'è un tecnico, non ancora scelto, che avrà il compito di traghettare la squadra fino al termine dell'anno, nella speranza di salvare il salvabile. Quindi, il prossimo maggio, si ripartirà da un nuovo nome, che dovrebbe uscire da una ristretta cerchia di candidati. Da Mauricio Pochettino a Diego Simeone, fino a Zinedine Zidane, il favorito secondo i bookmakers.

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MANCHESTER – La 20enne Scarlett Harrison è stata fermata nel centro di Manchester in Inghilterra dalla polizia per aver superato il limite di velocità. La giovane donna aveva trascorso la serata con un’amica in un locale e si è rifiutata di fare l’alcol test con questa motivazione: “Ho le labbra troppo grosse, non posso usare un etilometro per soffiarci dentro”.

Dopo aver fallito più volte nella prova, tra cui una di queste in centrale dove è stata portata dopo essere stata fermata, la giovane si è giustificata spiegando che era tutta colpa delle sue labbra: erano troppo grandi perché potesse usare un etilometro e soffiarci dentro. 

Alla stazione di polizia le è stato chiesto di fornire un secondo campione più accurato, ma ha detto che le sue protesi le rendevano difficile mettere la bocca attorno al tubo.

La giovane ha provato a soffiare quattro volte prima di dire “le mie labbra sono troppo grandi”.

Le sue giustificazioni sono però servite a poco.

Per lei è scattata comunque la denuncia ed è stata accusata di non aver fornito un campione per l’alcol test per cercare di evitare in questo modo la condanna.

Ora è stata condannata dal Tribunale: non potrà guidare per 16 mesi e dovrà pagare una pesantissima multa. 

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