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I Venezuelani si armano con le micidiali “puputov” ed occupano le piazze

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Il nome è un derivato della bomba molotov un ordigno di tipo incendiario utilizzato dall'esercito finlandese nella seconda guerra mondiale ed in particolare durante la Guerra d’inverno ed oggi spesso utilizzato in azioni di guerriglia o in violente proteste di piazza.

La puputov è anche chiamata caccatov

Si tratta, infatti di bombe riempite con cacca o pipì .(nella prima foto, la fabbricazione)

Esse vengono lanciate contro i militari di Maduro .

La bomba è stata definita miracolosa nei suoi effetti.

Sembra, infatti, che i militari che ne vengono colpiti restino così impuzzolentiti da essere costretti a spogliarsi appena rientrati in caserma( in particolare i motociclisti) e soprattutto nelle loro case.

I cortei ai quali partecipano centinaia di migliaia di persone se davvero armati di Puputov diventeranno un esercito inarrestabile.

Ricordiamo che il Venezuela era il Paese più ricco del Sudamerica e ha tuttora immense riserve di petrolio.

Ma ora questo straordinario da quando il presidente Nicolas Maduro è salito in carica la valuta del Venezuela ha subito un crollo di quasi il 100% sul mercato in nero e ora per avere un dollaro servono 5.100 bolivar.

La svalutazione record ha raggiunto il -99,5% (vedi grafico di Bloomberg riportato sotto).

La caduta libera del bolivar ha depauperato i risparmi dei cittadini del quarto paese produttore di petrolio al mondo e ha reso quasi impossibile per loro l’acquisto di prodotti importati dall’estero. Negli scaffali dei supermercati mancano i beni di prima necessità.

Mancano le medicine.

Le compagnie aeree stanno disertando l’aeroporto di Caracas.

Purtroppo le proteste violente scatenate nelle strade di Caracas e di altre città del Venezuela da settimane hanno provocato la morte di decine di persone.

Ed allora la nuova forma di protesta in Venezuela con il lancio delle bombe di escrementi.

Al grido Iarmemonos : ellos con gas, nosotros con escremento( vedi foto).

La pressione sociale e le tensioni hanno anche reso più instabile il governo Maduro, che deve fare i conti con le prime defezioni.

L’ex ministro degli Interni Miguel Torres, che si è battuto contro le proteste del 2014, ha rotto con l’esecutivo e avvertito che le violenze sono ormai “fuori controllo”.

La Reuters ha dichiarato che “Quello che sta succedendo potrebbe diventare la punta dell’iceberg di un gigantesco confronto armato tra venezuelani“ che nessuno vuole”.

Redazione TirrenoNews

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