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Scrivono i consiglieri di minoranza Nicola Bruno e Francesco Cicerelli alla maggioranza guidata dal sindaco Giacinto Mannarino

 

 

 

 

 

"Non possiamo dire il falso se citiamo testualmente la relazione dell'organo di revisione, allegata al rendiconto della gestione 2017, sullo stato di salute del nostro comune".

"Ribadiamo -continua il capogruppo di opposizione Nicola Bruno- che permangono, come risulta dal bilancio consuntivo 2017, i costi elevati e le gravi criticità del servizio idrico integrato, la cui spesa è stata di € 420.274,92 e della raccolta differenziata, che è costata € 372.335,61.

Il rendiconto, poi, evidenzia un timido risanamento, ma a totale scapito dei cittadini, con tasse al massimo, zero investimenti e zero servizi.

Quanto all'indebitamento, esso, come risulta dalla relazione dell'organo di revisione, a pagina 26, è pari ad € 5.544.366,64; come pure l'incidenza degli interessi passivi e del rimborso dei prestiti in conto capitale, sempre come risulta dalla predetta relazione, alla stessa pagina, è di € 427.663,24.

A ben vedere è il revisore a certificare dati e numeri e non certamente l'opposizione.

Non di meno bisogna ricordare che la maggioranza, come certificato sempre dal revisore dei conti, ha riconosciuto € 688.755,02 di debiti fuori bilancio.

Infine: "l'organo di revisione precisa, senza mezzi termini, -continua il consigliere Nicola Bruno- che un'eventuale mancata approvazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale -si legge nella relazione- da parte della corte dei conti, non consentirà il pagamento dei debiti con fondi di bilancio e potrà compromettere l'equilibrio economico e finanziario dell'Ente".

In altre parole "se la corte dei conti -conclude Bruno- dovesse approvare il c.d. predissesto, il comune rimarrebbe impantanato, in tasse al massimo, zero servizi e zero investimenti, per 15 anni, visto che la maggioranza, nella seduta consiliare del 6 marzo scorso, con nonchalance, ha allungato il predissesto di altri 5 anni; se viceversa, dovesse deliberare di non approvare il suddetto piano, andrebbe in dissesto.

Insomma, il fallimento politico ed economico di questa maggioranza è scritto nei suoi stessi documenti".  

Pubblicato in Longobardi

Ecco cosa scrive la minoranza.

"A seguito della legge di bilancio per il 2018, che ha modificato l'art. 243-bis del Tuel, la maggioranza ha deciso di prolungare l'agonia del predissesto fino al 2028!".

E’ quanto affermano i consiglieri di opposizione del comune di Longobardi, Franco Cicerelli e Nicola Bruno.

 

"Infatti, nell'ultima assise consiliare, tenutasi nei giorni scorsi, la maggioranza, guidata dal sindaco Giacinto Mannarino, ha approvato -commenta il capogruppo di minoranza Nicola Bruno- la rimodulazione del predissesto, prolungando la condizione di difficoltà del nostro ente di altri 5 anni, mentre 10 anni erano un tempo sufficiente per mettere a posto i conti.

Il predissesto che, come è noto, è volto a scongiurare la situazione di dissesto, di cui è responsabile questa giunta, veniva approvato dalla maggioranza, per una durata decennale, con deliberazione consiliare n° 7 del 18/03/2013, rigettato, poi, dalla corte dei conti che, con provvedimento del 31/07/2014, deliberava di "non approvare il piano di riequilibrio finanziario pluriennale...valutando lo stesso non congruo ai fini del riequilibrio finanziario dell'ente".

Il 2 settembre 2014, con deliberazione consiliare n° 11, la maggioranza, targata Mannarino, riproponeva il piano di riequilibrio.

Da allora, il predissesto, introdotto nell'ordinamento nel 2012, ha registrato frequenti modifiche e integrazioni (D.L. 35/2013, convertito nella legge 64/2013; D.L. 69/2013, convertito nella legge 98/2013; D.L. 16/2014, convertito nella legge 68/2014), l'ultima delle quali, intervenuta a cura della legge di bilancio per il 2018, ha consentito ai comuni -continua il consigliere Nicola Bruno- in predissesto di rimodulare o riformulare il proprio piano di riequilibrio finanziario pluriennale e la maggioranza, anzichè cercare di uscire il prima possibile dal predissesto, con nonchalance, ha allungato a 15 esercizi la durata dell'agonia".

Ora "le misure negative del piano -conclude Bruno- peseranno non solo sui nostri figli ma anche sui nostri nipoti, con la stiratura a 15 anni!

Non erano forse sufficienti 10 anni di sacrifici da parte dei cittadini, già, oltremodo, "vessati"?

Perchè l'amministrazione ha chiesto dei tempi supplementari, visto che predissesto vuol dire tasse al massimo, zero servizi e zero investimenti?".

Pubblicato in Longobardi

Ecco il comunicato del gruppo "Progetto Longobardi".

La maggioranza ha approvato il conto del bilancio 2016 ed il bilancio di previsione 2017/2019, in un'unica seduta, con il voto contrario del gruppo consiliare "Progetto Longobardi" e l'assenza del consigliere Donatella Attanasio e del capogruppo di maggioranza Antonio Costabile.

 

Si è tenuto, infatti, ieri sera, alle 19, presso la casa municipale di Longobardi, il consiglio comunale, in seconda convocazione, avente, tra l'altro, all'ordine del giorno, l'approvazione del conto del bilancio 2016 e del bilancio di previsione 2017/2019.

 

"Premesso che è oneroso discutere in un'unica seduta il conto 2016 ed il previsionale 2017/2019, snocciolando numeri e dati negativi, è evidente la totale fallimentare gestione del comune".

 

E' quanto affermano i consiglieri di minoranza Francesco Cicerelli e Nicola Bruno.

"Compito di un'amministrazione -continua il capogruppo di minoranza Nicola Bruno- è quello di sviluppare il proprio territorio e di migliorare il benessere dei propri cittadini.

Questo compito diventa impossibile senza un'attività di programmazione efficace.

 

Sono documenti che riportano solo numeri, senza alcun provvedimento strategico su come ridisegnare il volto del paese.

Evidenziano un timido risanamento, a totale scapito dei cittadini, con tasse al massimo, pochissimi investimenti e pochissimi servizi, peraltro, inefficienti, svendite patrimoniali, sprechi ed una spesa abnorme.

L' indebitamento rimane ancora elevato: dal parere dell'organo di revisione sulla proposta di bilancio di previsione 2017/2019, anno 2017, si evince un debito di € 3.528.524,32, cui va aggiunta la somma di € 2.162.064,11 che riguarda l'indebitamento di cui al D.L. n° 35/2013, con un'incidenza degli interessi passivi, sempre per l'anno 2017, di € 203.725,60".

 

Non meno grave il rendiconto 2016, a proposito del quale, "l'organo di revisione precisa, senza mezzi termini, -continua il consigliere Bruno- che un'eventuale mancata approvazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale -si legge nella relazione- da parte della corte dei conti, non consentirà il pagamento dei debiti con fondi di bilancio e potrà compromettere l'equilibrio economico e finanziario dell'Ente".

 

In altre parole "se la corte dei conti -conclude Bruno- dovesse approvare il c.d. predissesto, il comune rimarrebbe impantanato, per 10 anni, in tasse al massimo, zero servizi e zero investimenti; se viceversa, dovesse deliberare di non approvare il suddetto piano, andrebbe in dissesto".  

Pubblicato in Longobardi

Bella domanda. Già! Ma quale è la differenza tra dissesto e pre-dissesto?

Intanto registriamo che si tratta , comunque, di un momento difficile per le casse del comune e, quindi, del comune medesimo e dei suoi cittadini.

Sotto il profilo tecnico giuridico:

Il predissesto si ha quando il deficit è in qualche modo recuperabile con un piano di sacrifici che la Corte dei conti approva e quindi si può accedere alla "procedura di riequilibrio finanziario pluriennale", il pre dissesto.

Il dissesto, invece, si ha quando "l'ente non può garantire l'assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili" o se i creditori vantano crediti cui non si può far fronte con mutui o entrate proprie.

Su 84 Comuni in crisi finanziaria, infatti, ben oltre la metà (60,7%) si concentra in due Regioni, Calabria (25 enti) e Campania (24 enti, di cui 16 nella sola provincia di Caserta).

Ancora più significativa in termini numerici è la questione degli enti che hanno aderito alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale.

Al 28 giugno 2016, risultano infatti in pre-dissesto 146 enti locali, di cui 10 Province.

Anche nel caso del pre-dissesto, gli enti che hanno fatto ricorso alla procedura sono concentrati prevalentemente nelle regioni meridionali, con picchi in Calabria (29), Sicilia (25) e Campania (18).

Ma il Settentrione non ne è certo immune: le regioni interessate da casi di pre-dissesto sono infatti 15, a fronte delle 11 in cui sono localizzati gli enti dissestati

Insomma l’Italia è sempre più il “ paese dei comuni falliti”

Ma perché lo scenario politico amministrativo dei Comuni italiani è così drammatico?

Semplice. La colpa è di due parametri .Bilanci sono gonfiati da crediti di dubbia esigibilità e tagli alle entrate.

Si è vero che lo Stato ha dato sempre meno ai comuni in termini di trasferimenti ma è vero che siamo sempre in presenza di cattive gestioni finanziarie

Per anni il debito è stato la grande leva che ha permesso ai sindaci di poter disporre di notevoli entrate aggiuntive per finanziare, tra l'altro, propagande elettorali e clientelismi.

Disponibilità di cassa – priva di reali coperture - che ha consentito di presentare ai propri elettori, di volta in volta, bilanci allegri e immaginifici, lasciando in eredità alle amministrazioni successive l'onere di dover far fronte ai deficit che man mano si accumulavano.

Ma la colpa non è soltanto dei sindaci .

NO!. Che cosa hanno fatto revisori dei conti, la Corte dei conti, le prefetture, il ministro dell'Economia ed ministro dell'Interno che avrebbero dovuto controllare?

Poco o niente. Anzi spesso hanno fatto funta di non vedere.

Ma poi la svolta.

Dal 2015 il ministero dell'Economia, che fino a quel momento aveva tollerato il fenomeno, ha deciso, anche su pressione dell'Unione Europea, di porre fine al sistema dei falsi in bilancio legalizzati e ha imposto ai Comuni un'operazione di ripulitura dei conti.

Il nuovo regime ha introdotto in particolare il principio della "competenza finanziaria potenziata o a scadenza", un istituto molto simile al bilancio di cassa, che obbliga l'ente a spendere solo quei soldi che hanno effettivamente incassato.

Se riscuote contanti, può spenderli. Se vanta crediti, no.

I crediti non esigibili vengono sterilizzati in un fondo svalutazione crediti e ora l'equilibrio di bilancio è dato dal pareggio tra tutte le entrate reali e tutte le spese..

Una colpa diffusa, allora?

Certo ma a pagare sono sempre e soltanto i cittadini

Anche quelli ancora non nati, perché i mutui relativi alle spesa passate sono stati trasferiti alle future generazioni.

Ed ora?

Ora forse le procure della Corte dei Conti e del Tribunale potrebbero anche iniziare procedimenti a carico di chi ha dichiarato scientemente il falso.

Ma forse resta almeno da capire e far capire agli elettori chi sono stati i responsabili dei momenti molto difficili che stanno per arrivare.

Tasse altissime e servizi sempre minori sono dietro l’angolo.

Che almeno chi ha ridotto Amantea sul lastrico se ne stia a casa a fare la calza od a giocare a carte e non vada a fare ulteriori danni ed a nascondere gli imbrogli precedentemente fatti!

Pubblicato in Politica

Scrive la minoranza di Longobardi: “E' tempo di bilanci ed il bilancio sull' amministrazione è negativissimo.

 

Un' amministrazione inerte, ostaggio della scomoda eredità del passato.

Un passato dal quale provengono il sindaco ed i suoi assessori, responsabili principali del predissesto in cui versa l'ente.

A seguito del riaccertamento straordinario dei residui è emerso un disavanzo di € 2.103.417,49 (vedi delibera di giunta n° 46 del 21/05/2015).

Nel Piano di Riequilibrio finanziario pluriennale sono stati accertati debiti fuori bilancio pari ad €1.016.014 (vedi delibera di consiglio comunale n° 11 del 02/09/2014), di cui ne sono stati riconosciuti € 700.000 circa.

 

L'indebitamento, nell'anno 2015, è stato di € 6.098.547,26, con un debito medio per abitante di € 2.644,64 (vedi parere del revisore allegato al bilancio di previsione 2015).

Un paese non solo in predissesto, con tasse al massimo, zero servizi e zero investimenti, ma anche "dissestato": chiunque si rende conto che viviamo in un paese con strade ridotte a trincee; un paese con grosse potenzialità, mortificate e non valorizzate, da una maggioranza miope, che assiste, tra l'altro, ad un'apertura a giorni alterni degli uffici postali, al rischio chiusura della scuola elementare della frazione marina, che non è capace di garantire il servizio di raccolta differenziata, né l'acqua potabile, che non è capace di portare a termine il c.d. "casermone", il mercato coperto, il piano strutturale comunale, il piano comunale di spiaggia, di mettere a norma la tribuna del campo sportivo, che ha già dimenticato o meglio non si è mai ricordata di San Nicola, che vende il verde pubblico e, addirittura, giustifica i debiti ed, in particolare, i debiti fuori bilancio perché sarebbero"fatti a fin di bene", come le gite o i passaggi televisivi pubblicitari!

 

Il vero problema è che qualcuno pensa che basti un po’ di frutta (tra l'altro, del banco alimentare) per poter governare.

Non solo cattiva amministrazione, non solo inerzia e mancanza di programmazione, ma, soprattutto, poca attenzione alle persone: è dal 14 settembre scorso che chiediamo ai nostri amministratori di sapere se le scuole sono conformi alla normativa antisismica vigente e se sono state disposte verifiche di vulnerabilità sismica.

Questi sono i fatti, sotto gli occhi di tutti!

Pubblicato in Longobardi

Scrive la minoranza di Longobardi :”La Giunta che guida Longobardi oramai da un anno e mezzo sta manife stando sempre più chiara mente i limiti di una politica senza idee e programmazione, neppure attenta all’ordinario, ma votata solo a celare insufficienze sempre più indifendibili”.

 

A sostenerlo è il gruppo consiliare "Progetto Longobardi" che attacca senza mezzi termini "l'inerzia della maggioranza".

"La giunta guidata dal sindaco Giacinto Mannarino -prosegue il capogruppo di minoranza Nicola Bruno- è senza idee, senza progetti, incapace di proposte ed incapace di guardare oltre la prossima tornata elettorale".

L’esponente dell’opposizione pone, quindi, l’accento "sull’aumento inesorabile della tassazione, sulla mancanza di servizi, sull'assenza di investimenti, conseguenza inevitabile del predissesto in cui versa il nostro comune, a causa di scelte errate della maggioranza".

 

Ancora: "I nostri amministratori hanno ipotecato il futuro dei nostri giovani, con circa tre milioni e mezzo di euro di debiti e sei milioni di euro di mutui, per ripianare i quali continuano ad arrivare bollette arretrate dell'acqua. Ma la cosa più grave è l'inerzia, l'apatia di questa giunta".

Per i consiglieri Bruno e Cicerelli quella dell’esecutivo Mannarino è “un’attività politica, o meglio un’inattività, volta a preservare posizioni "acquisite", incapace di rompere schemi e modelli del passato”.

Bruno sostiene, dunque, che Longobardi meriti di più, per cui “si rendono necessarie scelte di rottura, forse impopolari, ma che permettano di realizzare opere che comportino benefici reali e concreti alla collettività”.

 

Per il consigliere Bruno “bisogna programmare con nuovo entusiasmo e nuove idee”, affinché Longobardi “possa diventare territorio attrattivo” e, soprattutto, affinchè si fermi "lo spopolamento", di cui sono responsabili anche "i consiglieri oggi in maggioranza che prima si propongono come pungolo dall’interno, ma che poi accettano questa drammatica inerzia”.

Pubblicato in Longobardi
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