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elezioni
Qualcuno mi diceva che i TAR andrebbero aboliti, sono una indemocratica democrazia, visti gli ultimi eventi, compresa sentenza sulla riapertura delle scuole pubbliche, non posso dargli torto, a Lamezia Terme accade l'inverosimile, si dovrà rivotare in 4 sezioni: 2, 44, 73 e 78.

Sia per il sindaco che per i consiglieri comunali.

E' quanto deciso dal Tar Calabria-Catanzaro al termine della discussione di merito, che si è tenuta oggi davanti alla seconda sezione presieduta da Giovanni Iannini.

Il prefetto di Catanzaro, ricevuta la notifica della sentenza di accoglimento del ricorso, dovra provvedere immediatamente allo scioglimento del Consiglio Comunale di Lamezia Terme e l’Amministrazione comunale cesserà a tutti gli effetti.

La prefettura nominerà un Commissario Prefettizio che guiderà il Comune fino a nuove elezioni che dovranno tenersi entro 60 giorni dallo scioglimento.

Gli atti saranno trasmessi anche alla Procura di Lamezia.

Non sono esclusi anche risvolti penali.

La vicenda ha avuto inizio col ricorso presentato dai candidati a sindaco, Massimo Cristiano con alcuni candidati consiglieri delle sue due liste civiche e il candidato a sindaco del Movimento Cinquestelle, Silvio Zizza avverso il risultato elettorale scaturito dalle elezioni comunali del 10 novembre 2019.  

All'esito dell'odierno dispositivo si è giunti dopo le verificazioni effettuate dalla prefettura (48 sezioni su 78) che, in un passo del verbale conclusivo di 10 pagine inviato al Tar, scriveva "Le operazioni di verificazione si sono regolarmente svolte e, pur rimandando al contenuto dei verbali delle sedute per i dettagli delle attività e i relativi risultati, si dà atto in questa sede che quasi ogni incongruenza, errore o vizio dedotto nei ricorsi introduttivi ha trovato riscontro nell’esame dei verbali e, ove si sia proceduto in tal senso, nel riconteggio delle schede". 

 

Vi è da dire in particolare che è stato accolto il ricorso nelle sezioni indicate da Massimo Cristiano.

Un lavoro che è durato per molti mesi e che oggi, dunque, ha trovato parziale conferma nella, decisione del Tar di accogliere in parte il ricorso avverso il dato elettorale scaturito nel novembre dello scorso anno.

Pubblicato in Lamezia Terme

Lamezia Terme .Paolo Mascaro è stato rieletto sindaco di Lamezia Terme con il 68,9% (12.317 preferenze), Ruggero Pegna si ferma al 31.1% (5.559 preferenze).

Sostenuto da due liste civiche “Assieme con Mascaro sindaco” e “Orgoglio Lamezia”, Mascaro ritorna così in via Perugini da primo cittadino.

Al primo turno Mascaro aveva ottenuto il 38.89% mentre Pegna il 23%.

 

Il sindaco viene così rieletto ma con un forte astensionismo: solo il 29,98% si è infatti recato alle urne per decretare il vincitore, meno di un terzo degli eventi diritto. 

Nel 2017, l’amministrazione fu sciolta per infiltrazioni mafiose.

Ne sono seguiti due lunghi anni commissariamento.

Intanto, la vicenda giudiziaria è andata avanti e si è conclusa il 26 settembre con il Consiglio di Stato che ha confermato lo scioglimento.

Nessun esito favorevole, dunque, dai giudici di palazzo Spada, per il ricorso che avevano presentato Paolo Mascaro e alcuni componenti della sua ex Giunta.

In ultimo, proprio pochi giorni fa, la Procura generale di Catanzaro ha presentato ricorso in Cassazione per chiedere l'annullamento della sentenza con la quale la Corte d'appello ha rigettato la richiesta di incandidabilità dell'ex sindaco di Lamezia.

Per i magistrati: "La sua colpa è il non aver vigilato".

In primo grado e in appello Mascaro è stato definito candidabile.

A Mascaro adesso, il compito di riprendere nuovamente le redini di un Comune che dovrà affrontare innumerevoli problemi da molto tempo lasciati irrisolti.

 Proprio come nella notte del 15 giugno 2015, Mascaro ha dato il via ai festeggiamenti nelle tre piazze principali della città, insieme ai suoi sostenitori. 

Illametino

Pubblicato in Basso Tirreno

Lamezia Terme - Paolo Mascaro, se lo vorrà, potrà ricandidarsi alle prossime elezioni.

È stata infatti rigettata dal Tribunale di Lamezia la richiesta di incandidabilità avanzata nei suoi confronti dal Ministero dell’Interno,

 

che insieme agli ex consiglieri comunali Pasqualino Ruberto e Giuseppe Paladino lo aveva ritenuto diretto responsabile dello scioglimento del consiglio comunale. L'incandidabilitá è stata invece accolta nei confronti degli altri due ex consiglieri.

I tre, nelle udienze tenute nei mesi scorsi nel tribunale lametino, hanno avuto modo di poter esporre le proprie ragioni dinnanzi al Collegio composto dai giudici (Presidente Fontanazza e a latere Aragona e Regasto).

Il 22 maggio, giorno dell’ultima udienza per l’incandidabilità dell’ex sindaco Paolo Mascaro e degli ex consiglieri comunali Giuseppe Paladino e Pasqualino Ruberto, si era conclusa la fase dibattimentale con le discussioni degli avvocati e da allora si era in attesa della sentenza.

In quell’occasione si era proceduto prima con la discussione da parte dell’Avvocatura di Stato e poi dei legali di Mascaro (Marasco, Spinelli e Palamara), Paladino (Canzoniere) e Ruberto (Murone), i quali avevano ribadito l'inesistenza assoluta di ogni presupposto per la dichiarazione di incandidabilità.

Mascaro in questi mesi si è detto “molto fiducioso.

Abbiamo prodotto e spiegato tutto al meglio – aveva aggiunto - non ci resta che aspettare”. Oggi, poi, è arrivata la decisione.

La richiesta di incandidabilità

Ruberto e Paladino risultano indagati nell’ambito di “Crisalide”, operazione che ha dato il la all’arrivo della commissione d’accesso in Comune, a Mascaro, invece, venivano addebitati, il suo possibile conflitto d’interesse per aver difeso, durante il suo mandato, imputanti in processi di mafia in cui il Comune era parte civile, ma anche, cinque specifici atti amministrativi dei quali è stato ritenuto responsabile: appalto mensa scolastica, verde pubblico e manutenzione stradale, affidamento beni confiscati alla ‘ndrangheta e disordine amministrativo.

Pubblicato in Lamezia Terme

L’ex sindaco di Lamezia negò di aver mai parlato con i manager di Sacal della volontà di nominare Ionà nel cda.

Ma le intercettazioni dimostrano il contrario.

 

E ora deve rispondere dell'accusa di false informazioni al pm

La Procura della Repubblica di Lamezia, col supporto del gruppo della guardia di finanza e della polizia di frontiera, ha portato a compimento le indagini preliminari inerenti all’operazione "Eumenidi", relative ad una serie di reati contro la pubblica amministrazione, riscontrati nell’ambito della gestione dello scalo aeroportuale internazionale lametino.

Sostanzialmente sono state confermate le contestazioni mosse nei confronti dei 21 indagati.

A questi si aggiunge anche l'ex sindaco del Comune di Lamezia, Paolo Mascaro, indagato del delitto concorsuale di abuso d’ufficio e, nell’ambito di procedimento collegato, del reato di cui all’art. 371-bis c.p. (false informazioni al pubblico ministero), essendo ritenuto responsabile di aver reso al pubblico ministero, in fase investigativa, dichiarazioni mendaci, smentite dagli esiti delle attività di captazione.

La circostanza è stata estesa all’interessato a mezzo informazione di garanzia e notificata dalla guardia di finanza.

Su questi fatti Mascaro venne sentito dai pm a maggio 2017, come persona informata sui fatti, e in quella circostanza lo stesso negò di aver mai parlato con i manager di Sacal circa la volontà di nominare Ionà quale rappresentante del Comune in seno al cda della società aeroportuale.

Circostanza che, secondo i magistrati, non corrisponde al vero in quanto tutt’altro è emerso dalle intercettazioni ambientali che il Nucleo mobile della Guardia di finanza di Lamezia Terme e la Polaria effettuavano all’interno degli uffici di Sacal, dove il neoeletto sindaco già il 23 giugno 2015 si mostrava favorevole a far rimanere Pierluigi Mancuso come direttore generale della società e per far questo era sua intenzione nominare una persona che prestasse il suo assenso in seno al cda; ai desiderata di Massimo Colosimo, ex presidente Sacal, infatti, Mascaro così rispondeva: «…sì, sì allora io un po’ un attimino, tu capisci che sono i primi giorni… fermo restando, l'impegno personale per il rinnovo… con l'impegno personale, che do già adesso… anche come visibilità, anche a colui che sarà e che forse è già in questa stanza, (ride, ndr) che sarà il rappresentante Sacal…». 

Pubblicato in Lamezia Terme

La Procura di Lamezia Terme ha chiuso le indagini della inchiesta chiamata “Eumenidi” che, nell’aprile dello scorso anno, aveva portato un vero e proprio terremoto giudiziario alla Sacal, la società che gestisce l'Aeroporto internazionale di Lamezia Terme.

L’indagine è stata condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Polaria.

Corruzione, peculato, falso, abuso d’ufficio e varie forme di concussione, questi i reati che avevano portato all'esecuzione di una complessa operazione da parte del gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia e degli agenti della Polizia di Frontiera.

Alle 21 persone che risultavano già indagate dalla Procura lametina, tra cui anche gli ex vertici della Sacal, i pm Marta Agostini e Giulia Maria Scavello hanno infatti emesso l’avviso conclusione indagini anche per l’ex sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, che risulta indagato per abuso d’ufficio per quanto riguarda la nomina di Emanuele Ionà in qualità di rappresentante del Comune nel cda della Sacal, che secondo gli inquirenti non avrebbe avuto i requisiti richiesti.

L'ex primo cittadino ha commentato la notizia sul suo profilo Facebook: “Quali fatti nuovi, al di là delle mie quotidiane battaglie a difesa della Verità e della Giustizia e del mio contrasto ad ogni atto illegittimo se pur assunto dai più alti organi dello Stato, si sono nel frattempo verificati? Ho fiducia sempre nella giustizia; debbo avere fiducia nella giustizia. Ho rispetto del senso etico dello Stato; debbo avere rispetto dl senso etico dello Stato". 

I nomi degli indagati:

  • Massimo Colosimo, 52 anni di Catanzaro;
  • Ester Michienzi, 46 anni di Catanzaro;
  • Pierluigi Mancuso, 61 anni di Catanzaro;
  • Sabrina Mileto, 47 anni di Pizzo;
  • Angela Astorino, 59 anni di San Pietro a Maida;
  • Luigi Silipo, 64 anni di Catanzaro;
  • Giuseppe Gatto, 57 anni di Catanzaro;
  • Floriano Noto, 59 anni di Catanzaro;
  • Giuseppe Vincenzo Mancuso, 44 anni di Lamezia Terme;
  • Vincenzo Bruno, 58 anni di Vallefiorita;
  • Giuseppe Mancini, 65 anni di Catanzaro;
  • Floriano Siniscalco, 47 anni di Girifalco;
  • Emanuele Ionà, 39 anni di Lamezia Terme;
  • Francesco Buffone, 50 anni di Lamezia Terme;
  • Bruno Vincenzo Scalzo, 49 anni di Conflenti;
  • Gianpaolo Bevilacqua, 49 anni di Lamezia Terme;
  • Marcello Mendicino, 54 anni di Falerna;
  • Roberto Mignucci, 62 anni di Roma;
  • Pasquale Clericò, 67 anni di Montepaone;
  • Ferdinando Saracco, 52 anni di Catanzaro;
  • Pasquale Torquato, 59 anni di San Mango D’Aquino;
  • Paolo Mascaro, 55 anni, di Lamezia Terme.

Gli inquirenti hanno confermato il quadro accusatorio nei confronti degli ex vertici della società di gestione, dei membri del cda e di alcuni dipendenti.

Adesso gli indagati avranno 20 giorni di tempo per chiedere alla Procura di essere sentiti o depositare memoria difensiva.

Allo scadere del termine la Procura, guidata dal procuratore Salvatore Curcio, potrà chiedere il rinvio a giudizio o, al contrario, avanzare al Gip richiesta di archiviazione.

Ecco cosa ha dichiarato Mascaro: “Ho ricevuto oggi in tarda mattinata la notifica di avviso conclusioni indagini inerenti l'inchiesta Eumenidi nel quale è stato inserito anche il mio nome quale indagato per un asserito, ma con evidenza insussistente, abuso d'ufficio in relazione ad una nomina da me legittimamente operata con riferimento ad una società partecipata; trattasi del primo avviso di garanzia ricevuto in 55 anni di vita. Ciò che lascia totalmente increduli è che il mio nominativo è stato iscritto solo in data 09 febbraio 2018 (!!!!!) a fronte di atti e documenti in possesso della Procura sin dall'inizio delle indagini; atti che avevano sin dall'inizio escluso mio coinvolgimento. Perché il mio nominativo è stato inserito solo il 09 febbraio 2018?

Quali fatti nuovi, al di là delle mie quotidiane battaglie a difesa della Verità e della Giustizia e del mio contrasto ad ogni atto illegittimo se pur assunto dai più alti organi dello Stato, si sono nel frattempo verificati?

Ho fiducia sempre nella giustizia; debbo avere fiducia nella giustizia. Ho rispetto del senso etico dello Stato; debbo avere rispetto dl senso etico dello Stato.

Ma da mesi lo Stato sta massacrando giustizia, legalità, democrazia. E sta massacrando me.

Ieri avevo riportato stralcio del capitolo sesto dei Promessi Sposi ed invito tutti a rileggerlo integralmente: "avete colmata la misura e non vi temo più.....ho compassione di questa casa: la maledizione le sta sopra sospesa...sentite bene quel ch'io vi prometto: verrà un giorno....".

Sappiatelo, io non mi arrenderò mai e continuerò a lottare sino al mio ultimo respiro per far trionfare Giustizia e Legalità. Lo debbo alla mia storia personale, lo debbo ai miei familiari, lo debbo alla mia Comunità, anch'essa massacrata da continue ingiustizie. Nessuno potrà mai incatenare, intimorire o minacciare il mio coraggio e la mia voglia di Verità”

Pubblicato in Lamezia Terme

Ma che succede a questa nostra Calabria?

Oliverio annuncia che si incatenerà davanti al Parlamento se il governo non manderà via Scura.

Non è tanto per Scura quanto perché andando via la sanità passerà nelle sue mani.

Stanno arrivando le elezioni politiche e senza potere si resterà fuori.

A dargli man forte anche Enza Bruno Bossio (che ora vede il bicchiere mezzo vuoto!) e che non si incatena ma proprio oggi dichiara:

“La giusta e sacrosanta protesta degli amministratori e dei cittadini dell’alto Ionio cosentino, è una ulteriore dimostrazione di quanto sia necessario il superamento dell’attuale gestione commissariale della sanità calabrese”

Secondo la parlamentare “il commissario Scura è omissivo e inadempiente due volte: la prima verso la sentenza del Consiglio di Stato del 2015, la seconda verso il decreto 30 del 2016 da egli stesso emanato”.

Poi prosegue “Entrambi gli atti dispongono la riapertura del presidio ospedaliero di Trebisacce su questa vicenda il Consiglio di Stato ha fatto addirittura ricorso alla diffida nei confronti del commissario Scura.

Infatti attraverso una specifica ordinanza pubblicata il 25 ottobre u.s. ha dovuto prescrivere i termini entro i quali il commissario regionale dovrà provvedere all’attivazione di un efficace procedimento di riapertura dell’ospedale.

Scura è obbligato a procedere al ripristino dei servizi ospedalieri risalenti allo status quo ante e ad attivare in tempi rapidissimi, un efficiente pronto soccorso h 24. D’altra parte il Consiglio di Stato evidenzia una clamorosa pratica di malagestione amministrativa che non può passare inosservata e non essere valutata nella sua gravità dalla ministra Beatrice Lorenzin”.

“Non è possibile che, ancor più alla luce dei diversi pronunciamenti del Consiglio di Stato, il Governo continui ad attardarsi dal prendere atto del fallimento della gestione commissariale. Le sentenze dell’organo extragiudiziale, a partire da quelle relative agli ospedali di frontiera di Praia a Mare e Trebisacce, infatti danno corpo alla richiesta avanzata dal tavolo interministeriale al Governo nazionale di attivare la procedura di sostituzione del commissario per non aver realizzato gli atti indicati nel Piano di rientro e nel mandato commissariale e per le difficoltà registratesi in sede di verifica e monitoraggio nell’attuazione del piano stesso”.

Che si tratti di un effetto delle prossime politiche?

Nessun problema per il Poliambulatorio di Amantea al quale ormai hanno tolto quasi tutto( speriamo non ci tolgano anche il laboratorio di analisi cliniche).

A Lamezia Terme, invece, il sindaco di Paolo Mascaro ha annunciato lo sciopero della fame per protestare contro l’avvio dell’iter di scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose all’indomani del lavoro della Commissione d’accesso. Mascaro lamenta di essere stato ignorato nel momento in cui ha chiesto di chiarire la sua posizione e passa dunque a questa clamorosa protesta. Che sembra chiaramente rivolta al ministro degli Interni Marco Minniti, il quale evidentemente sta cercando di fare l’indiano.

Ecco il testo del suo comunicato stampa.

Ad oggi è risultata vana ogni richiesta di essere sentito a chiarimento su qualsivoglia atto, provvedimento o comportamento che possa aver destato dubbi su possibili infiltrazioni o condizionamenti da parte della criminalità organizzata.

Non può, però, essere calpestato il diritto del rappresentante di una comunità a fornire il proprio contributo nell’ambito di attività ispettiva e di indagine che ha riflessi di straordinaria importanza sul territorio.

Ritenendo ingiusto il comportamento ad oggi tenuto, ed avendo la responsabilità di tutelare in ogni modo la mia città cercando di impedire che a causa del detto mancato contributo possano essere in ipotesi frustrate le legittime aspettative di una collettività ad essere governata dai rappresentanti democraticamente eletti, da lunedì 20 novembre attuerò sciopero della fame sino al momento della mia audizione, assumendo in tale periodo solo sostanze liquide.

NO! Scura in questo caso non c’entra niente. Le prossime elezioni invece si!

Pubblicato in Calabria

La commissione d’accesso si era insediata in via Perugini lo scorso 9 giugno proprio all’indomani dell’operazione “Crisalide” contro la cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri scattata il 23 maggio 2017.

 

 

La proroga di altri 3 mesi è stata infine richiesta nei primi giorni di settembre ma il lavoro della Commissione si è concluso prima.

Ora la Commissione d’accesso ha proposto lo scioglimento dell’Ente per infiltrazioni mafiose.

L’accesso nel Comune di Lamezia era stato disposto dal prefetto di Catanzaro, Luisa Latella, su delega del Ministro dell’Interno, a seguito dell’operazione “Crisalide”, condotta dai carabinieri su direttive della Dda di Catanzaro contro la cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri e che aveva portato a decine di arresti.

Nell’inchiesta sono indagati il vicepresidente del Consiglio comunale lametino, Giuseppe Paladino, poi dimessosi, e Pasqualino Ruberto, candidato a sindaco nel 2015 e sospeso dalla carica di consigliere comunale dal Prefetto di Catanzaro dopo essere stato arrestato nel febbraio scorso nell’operazione “Robin Hood”, condotta sempre dalla Dda di Catanzaro, sul presunto utilizzo illecito dei fondi comunitari destinati alle famiglie bisognose distratti, secondo l’accusa, anche col concorso di presunti affiliati a cosche lametine. (Ansa)

La relazione conclusiva è stata inviata al Prefetto che a sua volta redigerà un’altra relazione, entro 45 giorni, da inviare al Ministro dell'Interno.

Il compito di avanzare la proposta di scioglimento al Presidente della Repubblica, se lo ritiene doveroso, sarà del Ministero dell’Interno.

Il massimo esponente della Repubblica, invece, emetterà il decreto di scioglimento, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri entro 3 mesi a decorrere dalla presentazione della relazione del Prefetto.

La terza mannaia, se venisse confermato il responso nei prossimi mesi, calerebbe sul Comune di Lamezia proprio dopo i due precedenti scioglimenti arrivati nel 1991 e nel 2002

Lamezia Terme Lunedì, 23 Ottobre 2017

Pubblicato in Lamezia Terme

Massimiliano Tavella si era dimesso da vicepresidente della Lamezia Multiservizi per sostituire l'allora vicesindaco Francesco Caglioti dimessosi ad aprile 2016 insieme all'ex assessore al Bilancio Chiara Puteri.

La decisione era nell'aria da tempo, ma ora giunge all’epilogo.

Con lui, sono in tutto sette i membri dell'esecutivo che hanno abbandonato la Giunta, restano della precedente solo la Gullo e Cardamone.

Tavella era stato nominato dal Sindaco nell’agosto 2016 insieme a Graziella Astorino.

Tavella, insieme all'assessore Elisa Gullo, non ha votato il Piano strutturale comunale.

Un mese fa si era anche dimessa l'ex assessore Graziella Astorino.

E ricordiamo che le la “dimissionite” non ha colpito solo la giunta, ma anche il consiglio comunale.

Il tutto all'indomani dell'operazione “Crisalide” scattata il 23 maggio scorso contro i clan Cerra – Torcasio – Gualtieri che coinvolse l'allora vicepresidente del Consiglio comunale Giuseppe Paladino, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, così come l'ex candidato a sindaco Pasqualino Ruberto, eletto consigliere comunale e poi sospeso dalla carica per il coinvolgimento nell'operazione “Robin Hood”.

E per l'arresto del fidanzato nell'operazione “Crisalide”, della consigliera Maria Lucia Raso che si dimise dopo essersi autosospesa.

Le dimissioni riguardarono gli assessori Massimiliano Carnovale (tra l'altro anche ex vicesindaco) ed Angelo Bilotta, ed a luglio scorso Anna Maria Scavelli (non sostituita) e a settembre scorso Graziella Astorino sostituita da Simone Cicco.

Il tutto in un Comune finito sotto la lente di ingrandimento della commissione d'accesso antimafia inviata a giugno scorso dal prefetto di Catanzaro Luisa Latella (a seguito dell'operazione “Crisalide” di maggio scorso) che a settembre scorso ha prorogato di altri 90 giorni il lavoro della commissione «ricorrendo la necessità di svolgere approfonditi accertamenti - scriveva il prefetto - al fine di verificare la sussistenza di collegamenti, diretti o indiretti, con la criminalità organizzata degli amministratori del comune di Lamezia Terme».

Tavella ha spiegato che «sopraggiunti impegni di carattere personale, non mi consentono di riservare il necessario impegno alle delicate funzioni istituzionali affidatemi. Il mio più sincero ringraziamento ad un sindaco che è modello di correttezza amministrativa e principale attore nell’opera di risanamento dei conti del nostro comune. Un ringraziamento agli amici di Lamezia Unita che mi hanno sostenuto in ogni circostanza. resta per me un’esperienza estremamente significativa che mi ha consentito di conoscere in maniera più approfondita i problemi della città, che ho servito con disciplina ed onore. Un saluto ed un ringraziamento ai membri della Giunta ai consiglieri comunali e a tutti i dipendenti che ogni giorno contribuiscono con grandi sacrifici ad assicurare servizi indispensabili ai cittadini".

Tavella, oltre all'incarico di vicesindaco, aveva anche le deleghe al personale, polizia municipale, protezione civile, politiche sanitarie, decentramento e politiche per le periferie.

Pubblicato in Lamezia Terme

Riceviamo e pubblichiamo:

“L'esponente Lametino Rosario del Movimento Civico Calabria al Centro, critica la giunta guidata dal sindaco MASCARO.

Pensavamo di puntare su obbiettivi realizzabili in breve tempo, non solo perché credevamo che il negativo era stato già segnalato, per poter essere risolto, ma soprattutto nei riguardi della cittadinanza lametina, suo malgrado si trova a vivere una situazione di precarietà forse senza precedenti con un malcontento generale.

Chiedevamo di tenere in ordine la città, invece vige mancanza di senso civico che segna il clima di incertezza e insicurezza.

Inoltre non possiamo non segnalare che LAMEZIA è stata lasciata al suo destino, con i suoi centri storici abbandonati, le villette comunali, sono diventate ritrovo per gli animali e non solo.

Sambiase LASCIATO al suo destino, e tutte le periferie abbandonate e sporche nel decoro.

L'edilizia non è mai partita, Sant'eufemia e dintorni è diventata il ritrovo per le prostitute.

Gli scavi di TERINA abbandonati dopo la posa della prima pietra, per non parlare della discarica a cielo aperto a San Pietro a MAIDA.

La stagione balneare andata in alto mare, anzi mai iniziata, quei pochi turisti che affollavano le spiagge sono andati via a gambe levate,quindi basta prendere ancora in giro i lametini che vi hanno dato fiducia, basta pensare alla fuga di massa degli assessori "ONESTI", per non parlare del presidente della Multiservizi che ci chiediamo come mai ancora ricopre la sua bella carica.

Pertanto il sottoscritto De Sensi si meraviglia del silenzio dei Consiglieri Comunali che pensano soltanto al gettone di presenza per le loro tasche.

Per non dimenticare l'operazione CRISALIDE che ha coinvolto tutto il Consiglio Comunale Lametino in particolare qualcuno....

Date le varie richieste effettuate dal sottoscritto in punta di piedi togliete il disturbo per il bene della città, prima della decisione del prefetto di Catanzaro nella persona di sua Eccellenza dott.ssa Luisa LATELLA.

Pubblicato in Lamezia Terme

Lamezia Terme – Il segretario provinciale della Cgil, Giuseppe Valentino ha inteso rivolgere al sindaco di Lamezia Terme reo, ai suoi occhi, di aver consentito anche nella giornata del 1° Maggio l’apertura degli esercizi commerciali cittadini la pesante esclamazione:“Mascaro, si vergogni!”.

 

E poi di seguito :

CGIL:-“Dove sono tutti quelli che ‘prima gli Italiani’ a fronte dell’ennesimo schiaffo dato alla nostra democrazia e all’Italia da parte dell’amministrazione comunale di Lamezia Terme?” – aggiunge il sindacalista.

-“Ci si indigna solo contro qualcuno che è diverso e più debole ma con i forti si preferisce tacere. Questo è accaduto a Lamezia Terme, dove il Sindaco Mascaro ha ritenuto doveroso revocare le passate delibere che impedivano l’apertura degli esercizi commerciali il primo maggio, festa del lavoro.

-“Il Sindaco di Lamezia ha evidentemente ravvisato la necessità e l’urgenza di favorire le attività commerciali ed imprenditoriali senza pensare ai diritti ed ai bisogni dei lavoratori non solo dipendenti ma anche autonomi. In un mercato liberalizzato da un Sindaco ostile ai lavoratori ed ai loro diritti si perdono di vista i valori rappresentati dal primo maggio per garantire piccoli interessi economici privati”.

 

Ed infine il parere conclusivo di Giuseppe Valentino: “Con questo atto l’amministrazione comunale di Lamezia Terme ha deciso da che parte stare, escludendo dalla vita collettiva e sociale i lavoratori. Un gesto gravissimo che indigna la CGIL e che condanniamo fermamente, un gesto contro l’Italia.

MASCARO: Il primo cittadino, in merito alla questione però, ha pubblicato un commento sulla sua pagina facebook rivolta allo stesso Valentino, spiegando il perchè, con la nuova ordinanza, si sia deciso di rendere facoltativa l’apertura dei negozi nei giorni festivi.

“Leggo con grande stupore la nota redatta dal signor Valentino, dai toni offensivi e gratuiti.Lo stupore non può non essere enorme nel momento in cui debbo constatare, con profonda amarezza, che chi riveste una importante carica sindacale disconosce totalmente le norme di legge e manifesta platealmente la sua ignoranza in materia.

 

Prima di scrivere le forti espressioni utilizzate, il sig. Valentino avrebbe dovuto studiare e segnatamente approfondire il D.L. n. 201/11, convertito nella legge n. 214/11, che sin dal 06/12/2011, recependo diritto comunitario, ha eliminato ogni possibilità per i Sindaci di poter operare limitazioni sia con riferimento agli orari e sia con riferimento ai giorni di apertura e chiusura degli esercizi commerciali.

Avrebbe, quindi, capito che il Sindaco Mascaro ha rimosso ordinanze contra legem ripristinando la legalità ad oggi violata dalle stesse. Il sig. Valentino, invece di scrivere sciocchezze in ordine ad asseriti "gesti contro l'Italia", farebbe quindi bene, perchè è suo obbligo e dovere, a studiare le normative vigenti e ad essere anche lui fautore del rispetto delle disposizioni di legge.

E' amaro constatare da parte di chi quotidianamente lotta al servizio di tutti i cittadini che esistono ancora "sindacalisti" che, invece di difendere gli interessi dei lavoratori, lottando se del caso per ottenere la modifica di norme eventualmente non condivise quale quella di cui alla legge n. 214/11, pensano solo ad acquisire consenso con espressioni becere e populiste.

Stia comunque tranquillo: Lamezia è oggi governata da chi è da sempre abituato al lavoro e saprà quindi in ogni modo difendere il sudore di chi realmente quotidianamente opera tra tanti sacrifici a differenza di tanti che vivono unicamente sulle spalle altrui. Sanno i lavoratori della DECA, della SACAL e della LAMEZIA MULTISERVIZI quanto questo Sindaco è stato, è e sarà sempre al loro fianco nella difesa strenua dei loro diritti. Sanno i Sindacati ed i Sindacalisti, seri, onesti, appassionati nella difesa dei diritti dei lavoratori, tante volte incontrati nei 10 mesi di governo della città, quanto questo Sindaco rispetta le forze sindacali, ineludibile presenza a difesa dei più deboli. Il Sig. Valentino rifletta e si vergogni. Lei deve davvero farlo”.

CGIL.In merito però, Giuseppe Valentino della Cgil ha tenuto a precisare che la nota diramata contro l’ordinanza del sindaco da parte della Cgil, è stata inviata erroneamente alla stampa, presentando così le sue scuse "personali e dell'organizzazione che rappresento a seguito della diramazione - peraltro accidentale - del comunicato stampa nella quale si accusava l'amministrazione comunale di Lamezia di aver deciso l'apertura delle attività commerciali il primo maggio.

 

Sappiamo bene che, purtroppo, le normative nazionali hanno deciso di liberalizzare gli orari di apertura non tenendo conto dei bisogni e dei diritti dei lavoratori e che poco possono fare i Sindaci per sanare quello che per la CGIL è una violazione dei principi sui quali si fonda la Costituzione.

In tal senso, stamattina la CGIL si è preoccupata di spiegare agli organi di stampa che la nota non era stata approvata dalla Segreteria Provinciale e non doveva dunque essere diramata; cosa che è avvenuta accidentalmente.

Tra l'altro l'argomento riguarda tutti i Sindaci del nostro territorio laddove insistono anche grosse realtà commerciali che il primo maggio hanno lavorato regolarmente, quindi sarebbe legittimo che Lei pensasse ad un attacco strumentale da parte della Cgil.

Le garantisco che, l'organizzazione che rappresento, continuerà con la coerenza, il rispetto e l'autonomia che ci contraddistingue a rappresentare le istanze dei lavoratori con la consueta correttezza. Siamo dispiaciuti per questo episodio che ci auguriamo non minerà la qualità dei nostri rapporti Istituzionali in futuro”

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Pubblicato in Lamezia Terme
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