Le investigazioni private non sono materia di film di spionaggio o di fumetti per ragazzi, ma una realtà molto più diffusa di quel che si potrebbe pensare. Sono tante, infatti, le ragioni che possono spingere una persona comune, ma anche un imprenditore o una società, a rivolgersi a un detective per effettuare indagini che potrebbero avere esiti imprevedibili.
Le indagini di carattere commerciale
Le investigazioni private possono essere chiamate in causa, per esempio, per motivi aziendali: magari quando un'azienda ha bisogno di un dossier completo su un cliente o su un'impresa concorrente. Le informazioni patrimoniali che vengono fornite possono riguardare sia persone giuridiche che persone fisiche; si possono richiedere agli investigatori, in modo perfettamente lecito, bilanci societari e visure camerali, ma anche molti altri documenti al cui interno possono essere contenute informazioni di valore. Non mancano, poi, i servizi commerciali che sono correlati con il recupero crediti, così come si può pensare di usufruire di servizi connessi a notizie di carattere economico provenienti dalla stampa: in questo caso vengono monitorati e tenuti sotto controllo i media e numerose testate con lo scopo di verificare i successi o gli insuccessi della concorrenza e rimanere sempre aggiornati sui trend del mercato.
Gli investigatori privati possono essere coinvolti in tantissimi casi, considerata la vasta gamma di specifici servizi che mettono a disposizione: per esempio quelli che hanno a che fare con indagini penali difensive, ma anche quelli relativi alla sicurezza informatica o ai servizi fiduciari. Così, una multinazionale potrebbe decidere di contattare un'agenzia del settore per scoprire se i dispositivi tecnologici in dotazione ai suoi dipendenti sono sicuri o esposti a rischi che potrebbero favorire le azioni di hacker o malintenzionati. Per altro, la sicurezza informatica non è certo un tema che riguardi unicamente le imprese di grandi dimensioni: anche le aziende più piccole sono costrette a farvi fronte, per evitare intrusioni o azioni malevole da parte di criminali informatici che potrebbero causare danni economici davvero consistenti.
I servizi di sicurezza privata
Le investigazioni private servono anche a chi ha bisogno di servizi di sicurezza: molte agenzie mettono a disposizione questo tipo di soluzione, sotto forma di stewarding. Vi si ricorre, per esempio, in occasione di fiere, di convegni, di raduni, di manifestazioni sportive e - più in generale - di eventi in grado di attirare un gran numero di persone. Non si possono dimenticare, poi, i servizi di protezione ravvicinata, assicurati da quelle che sono comunemente note come guardie del corpo: si tratta di professionisti che sono adeguatamente formati per garantire una protezione completa alle persone che devono tutelare, evitando e prevenendo qualsiasi tipo di minaccia.
Le aziende non possono escludere a priori la possibilità di fare affidamento su un investigatore privato: anzi, si tratta di una circostanza più frequente di quel che si possa immaginare. Ci sono, per esempio, le imprese che contattano un'agenzia del settore allo scopo di verificare e di monitorare la propria brand reputation, ma anche quelle che intendono tenere sotto controllo i dipendenti che si assentano con una certa frequenza dal posto di lavoro.
Un detective, quindi, può essere chiamato in causa per scoprire se un lavoratore che è a casa in malattia sia effettivamente impossibilitato a recarsi al lavoro oppure sfrutti il proprio permesso retribuito per dedicarsi ad altre attività. Le indagini possono riguardare anche i comportamenti di soci, clienti o fornitori, che potrebbero essere protagonisti di atti relativi alla concorrenza sleale. Vengono stilati, così, dei dossier informativi sui loro comportamenti molto accurati e dettagliati.
Prima, in sintesi, risultati del referendum consultivo di Veneto e Lombardia.
Sono stati quattro milioni i veneti al voto per il referendum sull’autonomia regionale.
L’affluenza è arrivata al 57.9%. I sì sono stati 98%, i no 2 per cento.
In Lombardia l’affluenza è stata del 40% circa, al di sopra della soglia del 34% fissata come “tetto” dal governatore Roberto Maroni, con il Sì che ha ottenuto il 95,6%.
Bergamo la città dove si è votato di più, Milano quella dove meno cittadini sono andati al voto. Maroni ha ringraziato i “3 milioni di lombardi che sono andati a votare” e ha annunciato un fronte comune con l’Emilia Romagna per ottenere maggiore autonomia dallo Stato centrale.
Ora passiamo a Zaia
Zaia dichiara: “Vincono i veneti, il senso civico dei veneti del “paroni a casa nostra”.
Nell’alveo della Costituzione si possono fare le riforme.
Il Veneto c’è, i veneti hanno risposto all’appello.
Vince la voglia di dire che siamo padroni a casa nostra”.
E poi conclude: “Vogliamo i 9/10 delle tasse”.
Infine il governo.
Il sottosegretario agli affari regionali Gian Claudio Bressa annuncia di essere “pronto ad aprire una trattativa per definire le condizioni e le forme di maggiore autonomia”.
In attesa di capire il timing delle due regioni, la vittoria del sì ha un evidente significato politico che viene capitalizzato da Matteo Salvini: “5 milioni di persone chiedono il cambiamento alla faccia di Renzi che invitava a stare a casa”, esulta.
Il leader della Lega, partito che ha fatto dell’autonomia uno dei suoi cavalli di battaglia non a caso parla dunque di “occasione unica”.
Per ultimi noi calabresi.
Sappiamo che si tratta di Venexit.
E’ palese, ma non è serio. Affatto.
Tutto sommato ci sono ragioni da valutare e condizioni per accettare la proposta.
Il Veneto vuole staccarsi dall’Italia? Bene che lo facciano ma come dice Zaia nell’alveo della costituzione” ed aggiungiamo noi, nell’alveo della logicità e della giustizia
Che vadano via o che ottengano il 90% delle tasse.
L’importante è che si paghino da soli il Mose( e quant’altro) e si portino anche il 90% del debito pubblico nazionale.
In fondo anche noi calabresi è giusto che, cadendo ancora più giù, in uno scatto di reni cominciamo ad eleggere politici veri e capaci!
Carissimi amici e lettori di Tirreno News oggi vi voglio parlare di una storia pruriginosa che ha fatto parlare quasi tutti gli abitanti della Versilia e di Camaiore e Viareggio in particolar modo.
Ne ha dato notizia il giornale “La Nazione” di Firenze: Incontri hot con i profughi.
Giovani e meno giovani donne della zona ogni sera si intrattenevano con i giovanissimi profughi africani in una casa del paese e li ringraziavano pure per le loro prestazioni sessuali con ricariche telefoniche.
La notizia ha fatto il giro dei paesi coinvolti e subito i social network, le strade, le piazze, i bar, i locali pubblici non hanno fatto altro che diffondere e ampliare la notizia, suscitando ilarità e una bufera politica.
Si dice in giro che donne di tutte le età arrivavano da varie zone della Versilia e si intrattenevano a lungo con i bei ragazzi africani che avevano i giorni e le notti libere a disposizione per divertirsi e far divertire le donne bisognose di coccole.
Non erano i baldi giovanotti che pagavano, come si è sempre fatto, le prestazioni sessuali, ma le donne.
Non con denaro o costosi regali, solamente con ricariche telefoniche.
In un primo momento si era pensato, dopo alcune segnalazioni degli abitanti della zona, che i giovani africani si accoppiassero con ragazze straniere, pure loro di colore, anche loro profughe e accolte nei vari centri di accoglienza.
Se fosse stato davvero così non ci sarebbe stato nulla di male, anche se era tassativamente proibito accogliere donne nella struttura maschile.
I ragazzi africani sono tutti giovani e, come tutti i giovani del mondo, alla loro beata età vanno in cerca di svago e di incontri amorosi con le ragazze.
Grazie, però, agli appostamenti delle Forze dell’Ordine, si è appurato che le donne non erano donne di colore, ma donne tutte bianche e del luogo, alcune addirittura sposate e con figli.
Apriti cielo! Subito si è scatenata la caccia per scoprire chi fossero queste vogliose donne che avevano scelto liberamente la allegra avventura con i baldi e robusti giovani africani e chi fossero i mariti e i fidanzati traditi, i quali, evidentemente, non erano in grado di soddisfare sessualmente i desideri e le voglie delle mogli e delle fidanzate.
Ora però, scoperta questa piccante avventura, le cose sono tornate alla normalità.
La sera non c’è più un via vai presso la casa di accoglienza e le signore se ne stanno chiuse nelle proprie case
La processione, per il momento, è terminata.
Ma il gossip continua.
Fra non molto arriverà a Camaiore un nuovo sacerdote mandato dal Vescovo della Diocesi.
Lui, sì, che nel confessionale ne sentirà delle belle.
Ma nel mese di gennaio di quest’anno si è verificato a Milano un altro curioso e piccante fatto di cronaca. Protagonisti sempre i profughi africani.
In un convento di suore che ospitava alcuni migranti 9 suore sono rimaste incinta. Le suore si difesero negando di avere avuto mai rapporti sessuali con i migranti.
Si vede che anche loro, come la Vergine Maria, siano rimaste incinte per volere ed opera dello Spirito Santo.
Uno dei giovani immigrati ospiti nel convento così si è espresso sulla scabrosa vicenda:- Grazie suore! Grazie Italia!.
Ci siamo divertiti tanto e consigliamo questo posto a tutti i nostri amici-.
Non voglio aggiungere altro.