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Lamezia Terme - Avrebbe negato ogni accusa mossa nei confronti dell’ex consigliere comunale Luigi Muraca, cl. 1968, la minorenne che è stata ascoltata oggi nel corso dell’incidente probatorio al Tribunale di Lamezia.

 

 

La vicenda è emersa nel dicembre scorso: l’ex consigliere comunale è in carcere da allora, indagato per il reato di violenza sessuale aggravata.

Tutto è scaturito da alcune intercettazioni relative ad altre indagini.

Da lì gli ulteriori accertamenti da parte della Guardia di Finanza, con le quali sarebbe emerso come l’ex consigliere avrebbe in più circostanze rivolto pesanti attenzioni sessuali nei confronti di una minorenne.

Un quadro accusatorio che ha portato prima al provvedimento di fermo emesso dal Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Salvatore Curcio ed eseguito dai finanzieri del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria di Catanzaro.

Dopo il fermo e la convalida dell’arresto da parte del Gip, è stata rigettata poi la richiesta presentata dai difensori di Muraca al Tribunale del Riesame sulla scarcerazione.

Secondo quanto emerso, gli approcci sessuali nei confronti della ragazza sarebbero stati intercettati all'interno dell'automobile dell'ex consigliere. 

A chiedere l’incidente probatorio era stata la difesa, rappresentata dagli avvocati Anselmo Torchia e Domenico Anania.

Una richiesta alla quale si era opposto il pubblico ministero Maffia.

L’ascolto è avvenuto nell’aula protetta del Tribunale con un consulente che ha interloquito con la ragazza.

Starà al giudice, ora, in base a quanto dichiarato dalla giovane e a quanto emerso nel corso delle indagini e con le intercettazioni, fare le sue valutazioni.

Pubblicato in Lamezia Terme

Una ragazzina di appena 14 anni racconta in un tema scolastico di essere stata violentata per ben due volte dal padre lo scorsa estate e non ha avuto il coraggio di raccontare la brutta avventura alla mamma.

 

Lo ha fatto, però, in un tema in classe.

Siamo a Cassino in provincia di Frosinone, Istituto Tecnico.

La maestra d’italiano detta un compito in classe. Tema:- Ragazzi raccontate alla mamma una cosa che non avete voluto dirle -.

In quella classe c’è una bambina di 14 anni che chiamiamo col nome fittizio di Anna che scrive una cosa agghiacciante: Sono stata violentata da papà la scorsa estate per ben due volte mentre mamma e le altre sorelline dormivano tranquille.

La maestra è rimasta senza parole e letto lo svolgimento del tema senza esitare, subito si è precipitata col tema in mano tremante e piangente dal Preside, il quale, vista la gravità del caso, immediatamente senza pensarci due volte ha composto due numeri di telefono ed ha avvertito la Polizia e la Procura.

Immediatamente sono scattate le indagini e il padre della ragazzina è stato allontanato da casa con l’obbligo di portare il braccialetto elettronico.

Il padre della ragazzina è un agente della Polizia Penitenziaria e si dice che abbia violentato anche un’altra figlia ora maggiorenne.

Aveva addirittura promesso alla moglie che non l’avrebbe fatto mai più.

La mamma della ragazzina aveva, però, avvertito la figlia piccola di non restare mai sola in casa col padre.

Di lui non si doveva fidare.

L’agente penitenziario già sospeso dal servizio per ludopatia, cioè spendeva tutto quello che guadagnava nei giochi d’azzardo e alle slot machines.

A giorni gli Agenti del Commissariato di Cassino sentiranno i compagni di classe della ragazzina, gli insegnanti di classe e il Preside che ha sporto denuncia.

Gli abusi sulla ragazzina sarebbero avvenuti, come lei ha scritto sul tema, nella sua cameretta, di notte, quando gli altri familiari dormivano.

Non ha avuto il coraggio di raccontare le violenze subite alla mamma.

Le ha raccontate in un tema in classe.

Per il momento la ragazzina frequenta regolarmente la scuola di Cassino e il suo andamento scolastico pare non abbia subito contraccolpi malgrado la sua giovane età.

Viene seguita, però, con la massima attenzione dagli insegnati e dai servizi sociali.

Riuscirà la ragazzina a superare l’incidente probatorio?

La sua testimonianza potrebbe inchiodare il papà orco alle sue responsabilità e spalancargli le porte del carcere, forse lo stesso carcere in cui prestava servizio.

Si può essere d’accordo o meno su quanto scrive Francesco Gagliardi, così come si può essere ipocriti o meno, negando che la cultura dello sballo ( alcool e droga) per una minorenne che gira da sola alle 3 di notte possa essere la legittimazione della violenza ma nemmeno aiutare a che non succedano gli stupri denunciati.

Ma ecco cosa scrive il prof Gagliardi :

“Il 3 novembre u.s. una ragazza di 17 anni di Bologna ha denunciato alla Polizia di Stato di essere stata stuprata da un nord africano in un vagone di un treno fermo alla stazione ferroviaria e di essersi svegliata completamente nuda.

Aveva trascorso la serata in compagnia di amici in un locale nella zona di Piazza Verdi e di aver bevuto molti bicchieri di bevande alcoliche e ubriacandosi.

Ma una minorenne perché va in giro la notte, si ubriaca, si droga e poi si apparta in luoghi isolati con gente che neppure conosce?

Del triste caso se ne è occupato anche il sacerdote della parrocchia di San Domenico Savio don Lorenzo Guidotti il quale su face book ha postato:- Non provo pietà per lei-.

Don Lorenzo è un sacerdote molto attivo, aiuta i poveri, assiste i bisognosi. Carica e scarica dal suo camioncino generi alimentari per i poveri del quartiere.

Non indossa l’abito talare ma una felpa con una scritta:- Sono un soldato di Cristo-.

E’ contro l’Islam e sogna che l’Italia un giorno possa uscire dall’Unione Europea e si augura che la Francia possa sprofondare come Sodoma e Gomorra.

Di tanto in tanto manifesta una certa insofferenza verso i migranti.

Ovviamente è un sacerdote sui generis che è stato in missione finanche in Africa. Il commento di don Lorenzo non si è fatto attendere.

Appresa la notizia dello stupro ha postato su face book come ho scritto sopra:- Non provo pietà per lei. Se l’è cercata-.

E poi si rivolge direttamente alla ragazza stigmatizzando l’accaduto dando la colpa alla ragazza che prima si ubriaca e poi si fa accompagnare da un ragazzo straniero ironizzando che tutti quelli che frequentano Piazza Verdi sono veri gentleman, liberi professionisti, gente per bene, uomini di cultura.

Svegliarsi seminuda la mattina in un vagone ferroviario è il minimo che le potesse capitare.

Per don Lorenzo la violenza se la sarebbe cercata da sola.

Gli è dispiaciuto per quello che le è accaduto, però doveva pensarci prima.

E poi lancia una ultima stoccata che ha lasciato basiti anche i suoi parrocchiani ed ha scatenato un putiferio:-

Chi sceglie la cultura dello sballo lasci che si divertano anche gli altri-.

Non sono perfettamente d’accordo con don Lorenzo, ha usato un linguaggio molto crudo e poi non tutti gli extra comunitari che vivono nel nostro paese sono delinquenti e stupratori.

Se la ragazza è stata stuprata da un magrebino questi ha sbagliato. Deve essere punito.

Non doveva fare questo vile e vigliacco atto anche perché la ragazza era una minorenne ed era completamente ubriaca. Non poteva difendersi. Però lasciatemelo dire con franchezza:-

Cosa ci faceva una ragazza di 17 anni in Piazza Verdi alle tre di notte?

E i genitori dov’erano? Dormivano tranquilli nei loro letti sapendo che la loro figlia era andata in giro da sola bevendo alcolici e drogandosi?

La ragazza ha sbagliato perché si è fidata da uno sconosciuto e per giunta straniero. Con i tempi che corrono un pizzico di prudenza era necessaria.

E poi ubriacarsi, drogarsi a 17 anni, che pena mi ha fatto quella ragazzina.

Don Lorenzo, non c’è dubbio, ha usato parole forti con toni non propriamente curiali.

Il suo, però, non è voluto essere un attacco alla ragazzina, ma un tentativo come ha scritto:-

Di far pensare gli altri ragazzi e i loro genitori e chi amministra la cosa pubblica -.

L’attacco, piaccia o non piaccia, è stato un attacco contro la cultura dello sballo.

Pubblicato in Italia

Ieri notte, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, i Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro (RC), in esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale degli arresti domiciliari emessa in data 16.06.2017 dal Tribunale di Palmi – Ufficio G.I.P. – G.U.P., hanno provveduto ad arrestare Z.V. di anni 63, pluripregiudicato per reati contro il patrimonio.

Z.V. è ritenuto responsabile del reato di violenza sessuale aggravata ai danni di una minore di dieci anni, commesso in data 07.06.2017.

Una vicenda invero ancora confusa nei suoi contorni.

La vicenda prende le mosse dalla denuncia inoltrata il 07.06.2017 da una madre che arrivata con un po’ di ritardo all’uscita della scuola segnalò al 112 l’allontanamento della figlia dalla stessa scuola

Immediatamente i militari del locale Comando Arma si mettevano alla ricerca della bambina che, dopo circa 30 minuti, ritornava dai genitori accompagnata dall’uomo.

Tuttavia i Carabinieri, insospettiti dall’insolita circostanza dell’allontanamento e dall’atteggiamento ambiguo ed in parte confuso da parte della bambina, decidevano di approfondire l’intero episodio cercando di far luce su quanto accaduto.

Il controllo delle immagini tratte da alcuni sistemi di video-sorveglianza della città, permetteva di verificare come l’uomo approfittando del fatto che la bimba fosse rimasta da sola, era riuscito ad attirare la sua attenzione con dei cagnolini convincendola convincerla a seguirlo presso la sua abitazione.

Una volta giunti all’interno della casa, l’uomo non avrebbe esitato a manifestare il suo interesse nei confronti della bambina iniziando ad abusarne con amorevolezze e carezze, assolutamente non gradite, in diverse parti del corpo.

Dopo circa mezz’ora la riportava davanti alla scuola permettendole di raggiungere i genitori.

La Procura della Repubblica di Palmi, dati i gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato e ritenute sussistenti le esigenze cautelari, non ha esitato a richiedere all’Ufficio GIP l’applicazione di un’idonea misura cautelare nei confronti dell’uomo al fine di interrompere la condotta delittuosa ed evitare che potesse commettere ulteriori reati, financo di maggiore gravità

L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato posto agli arresti domiciliari in attesa dell’interrogatorio di garanzia.

Pubblicato in Reggio Calabria

Non si è spenta l’eco delle operazioni di polizia che ha permesso l’arresto di diversi profughi trovati in possesso di marijuana ed eccone un’altra con una droga di maggiore pericolosità.

 

Per fortuna non si ferma l’azione di controllo del territorio da parte dei carabinieri di Amantea.

Affatto.

 

Anche oggi, a conclusione di una intensa e continuata azione di indagine, è stato fermato un pusher minorenne che trasportava un mezzo panetto di hashish.

Non più, quindi, soltanto marijuana!

E chissà cos’altro circola per questa cittadina dove tutto sembra normale, dove i genitori sicuramente disconoscono i problemi di dipendenza dei propri figli e poi se li trovano in caserma o come nel caso in tribunale.

Una situazione che impone una ben maggiore attenzione da parte della scuola, delle parrocchie, delle associazioni, della società civile, del sistema sanitario, dell’amministrazione comunale, intesa come espressione della politica, parte della quale pensa di risolvere il problema depenalizzando il consumo della marjuana.

 

Una situazione nella quale i carabinieri di Amantea si trovano soli a condurre una lotta a difesa della legalità.

Una situazione gravissima se si riflette sul fatto che per lo spaccio ed il pusheraggio si usano profughi e minori, cioè le persone più fragili, magari usandoli , questi ultimi, dopo che sono diventati consumatori abituali.

Ora il tribunale dei minori dovrà trattare il caso e certamente il procuratore non mancherà di tentare di accertare da dove giungesse l’hashish, chi governasse il giovane pusher e tanto altro per scoperchiare una situazione che in tanti negano esista o negano abbia raggiunto un livello fortemente espressivo e pericoloso.

Ovviamente all’Arma i complimenti della società civile amanteana.

Sono partiti da via Popilia per rapinare l’ufficio postale di Santa Maria di Catanzaro.

Un “lavoro” fatto in missione.

Erano in tre. C’era Fausto Vezzoni, classe 1980, già pregiudicato per lo stesso reato, e L. V., classe 1975, anch'egli pregiudicato

Ed insieme un diciassettenne.

I malviventi hanno agito con particolare crudeltà puntando più volte alla testa della cassiera la pistola.

I carabinieri non escludono che possa esistere un collegamento con le rapine consumatesi nei giorni scorsi a Sellia e Botricello.

I malviventi erano riusciti a portare via 3710 euro che i carabinieri sono riusciti a recuperare.

Vettoni che aveva con sé la pistola (poi risultata giocattolo ma senza tappo rosso) e' stato arrestato dalla polizia alcuni minuti dopo il fatto, mentre percorreva una via distante poche centinaia di metri dal luogo della rapina.

Gli altri due, uno dei quali aveva in mano la busta con il bottino, erano stati inseguiti da un uomo che aveva assistito alla scena, e sono stati presi dai CC del servizio antirapine mentre tentavano di fuggire subito dopo la rapina.

Il tenente Silvio Maria Ponzio ha spiegato che i tre hanno abbandonato l'autovettura, una Fiat Panda, bloccata con il motore acceso nel traffico particolarmente intenso di Santa Maria di Catanzaro. 

 

Pubblicato in Cosenza

L’orco è in mezzo a noi. In Calabria. Quello di oggi vive a Sellia Marina la cittadina ionica nei pressi di Catanzaro.

L’orco ha tutte le età. Quello di oggi ha settantadue anni, i capelli canuti, nato durante la guerra mondiale.

E serve poco, quando succedono cose come quelle denunciate dalla stampa, che sia posto agli arresti domiciliari.

Le indagini hanno evidenziato “che l'anziano, dopo aver adescato la minore ed averla fatta entrare in casa, avrebbe rapidamente chiuso la porta dell'abitazione a chiave per impedirle di uscire e l'avrebbe costretta a subire atti sessuali”.

Pubblicato in Calabria
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