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URLORiceviamo e pubblichiamo

Chiusi in casa ormai da giorni, stiamo affrontando questa emergenza sanitaria con molta responsabilità, rinunciando a bisogni e abitudini consolidate e facendo molti sacrifici perché non potendo andare a lavoro o aprire le nostre attività, i soldi iniziano a scarseggiare; tutto questo per proteggerci da un nemico invisibile ma molto pericoloso che potenzialmente può colpire migliaia di persone. Eppure, nonostante i nostri sacrifici, non tutti stanno facendo il possibile per debellare questo virus. Il timore giustificato di noi calabresi è che se il virus si diffonde in maniera estensiva nella nostra regione rischiamo una catastrofe perché il nostro sistema sanitario è a pezzi e la situazione economica dei calabresi precaria già prima del coronavirus. Poco o niente è stato fatto per risolvere queste problematiche. Insieme alle criticità strutturali, si palesano le responsabilità di chi ha permesso tutto questo: la colpa è dei partiti e del governo nazionale che negli anni hanno diminuito in maniera consistente gli investimenti pubblici e pensano al Sud solo per procacciare voti e riscuotere tasse. Sono responsabili tutti i nostri politici, che hanno utilizzato i soldi delle nostre tasse per arricchirsi, che hanno trattato la sanità come un bancomat per distribuire favori ad amici. Se siamo in guerra sono necessarie misure di guerra e quelle adottate finora sono assolutamente insufficienti. Siamo stanchi di essere abbandonati dalle istituzioni, di essere nelle mani di pochi e corrotti. Restare a casa non basta se non sono garantite misure di sicurezza a chi lavora nelle strutture sanitarie e nelle fabbriche, se gli ospedali non sono in grado di gestire l’afflusso di contagiati, se non viene istituito un sostegno al reddito per chi non può lavorare.

Su Facebook è nato il gruppo “Calabria contro il virus” per tenerci in contatto e organizzarci per fare sentire la nostra voce. Iniziamo invitando tutti a fare rumore dalle finestre ogni giorno alle ore 18 con pentole, mestoli e tutti gli oggetti che avete a casa.

Noi abbiamo fatto e stiamo facendo il nostro, ora i politici devono darci delle risposte IMMEDIATE: a partire dai sindaci che devono bloccare le imposte comunali per tutto il 2020 e farsi garanti dei cittadini calabresi con la Regione e con il governo, passando per la governatrice Santelli che deve iniziare un urgente piano di investimenti nella sanità e aprire immediatamente nuovi posti letto in terapia intensiva,adottare subito un programma di sostegno al reddito; al governo che deve mettere più fondi sul piatto. Ora o mai più.

Difendiamo la nostra terra, il futuro dei nostri figli, la salute dei nostri cari.

#mobasta

#movitivi

Pubblicato in Italia

È questa la durissima conclusione di Riccardo Nuti, deputato del Movimento 5 Stelle e membro della commissione Antimafia: "Dai dossier emerge qualcosa di impressionante"

"Cosa Nostra siciliana e la ‘ndrangheta calabrese da tempo immemorabile e costantemente fino ai nostri giorni nutrono e coltivano un accentuato interesse nei confronti della massoneria”.

Lo scrive la Commissione Antimafia nella relazione della presidente Rosy Bindi.”Da parte delle associazioni massoniche si è registrata una sorta di arrendevolezza nei confronti della mafia-si legge-.

Sono i casi, certamente i più ricorrenti, in cui si riscontra una forma di mera tolleranza che si rivelano i più preoccupanti”.

Da qui la durissima conclusione di Riccardo Nuti, deputato M5s e membro della stessa commissione: "Il lavoro di indagine che abbiamo svolto in commissione Antimafia e che ha portato alla relazione su 'Mafia e massoneria' ha fatto emergere qualcosa di impressionante: non solo si può, ma si deve parlare di mafia e massoneria di Stato, contro cui bisogna agire immediatamente".

"Dal dossier – continua Nuti – emerge che dal 1990 a fine 2016 tra gli affiliati alle logge massoniche di Sicilia e Calabria ci sono stati ben 193 soggetti con precedenti penali per fatti di mafia.

Ma il vero dramma è che negli elenchi ci sono persone iscritte che sono dentro i tribunali, dentro le forze dell’ordine, dentro il comparto militare.

E parliamo solo di Sicilia e Calabria, figuriamoci nel resto d’Italia".

"C’è un particolare poi che non deve assolutamente sfuggire e che è indicatore inquietante della questione: dei 193 iscritti, la gran parte sono persone con alle spalle sentenze archiviate o assoluzioni.

Di due l’una: o le varie procure hanno preso un mega abbaglio con questi soggetti, oppure, cosa ben più grave, la massoneria è riuscita ad indirizzare le sentenze di alcuni giudici".

"Ora tutti cercheranno di nascondere queste conclusioni sotto il tappeto – sottolinea ancora Nuti – troppo scomode a fine legislatura e con la campagna elettorale alle porte.

In un Paese normale ci dovremmo fermare tutti e dire: ora, ci occupiamo solo di questo, con norme chiare che obbligano queste associazioni ad avere elenchi pubblici, consegnati in prefettura; bisogna poter controllare chi c’è lì dentro: questa gente non può aver nulla a che fare con l’amministrazione pubblica".

Nuti conclude: "Lancio un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: intervenga lui, esattamente come fece a suo tempo Sandro Pertini che sciolse Limbadi senza ancora una legge per lo scioglimento per mafia dei comuni.

Intervenga con coraggio, in qualità di garante dello Stato e della Costituzione, per cacciare immediatamente gli iscritti alla massoneria dagli uffici pubblici"

Seeh!

Pubblicato in Italia

statoL’art. 5 della Costituzione, nei “Principi fondamentali” che risalgono al testo originale del 1946, stabilisce che: La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento. È su questa base che la Repubblica Italiana avrebbe dovuto promuovere autonomia e decentramento delle autonomie locali, di fatto ciò è avvenuto solo a partire dal 1990. È infatti a partire dalla riforma della legislazione locale nel e dall’elezione diretta di sindaco e presidente della Provincia da parte dei cittadini nel 1993, che è stata finalmente avviata l’attribuzione, a Comuni e Province, di un grado di autonomia adeguato al dettato costituzionale.

Il titolare del potere di nomina del responsabile della prevenzione della corruzione va individuato nel sindaco quale organo di indirizzo politico amministrativo, salvo che il singolo Comune, nell’esercizio della propria autonomia normativa e organizzativa, riconosca, alla Giunta o al Consiglio, una diversa funzione. I consigli comunali e provinciali vengono sciolti con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’interno: a) quando compiano atti contrari alla Costituzione o per gravi e persistenti violazioni di legge, nonché per gravi motivi di ordine pubblico; b) quando non possa essere assicurato il normale funzionamento degli organi e dei servizi. Allo scioglimento dei consigli per infiltrazioni e condizionamenti di tipo mafioso la legge riserva autonomo rilievo. Anche questa fattispecie, analogamente a quella dei gravi motivi di ordine pubblico, è riservata alla competenza statale, rientrando nelle funzioni in materia di lotta alla criminalità organizzata. Il sindaco di Amantea non sembra ravvisare la gravità della situazione che avrebbe dovuto portarlo alle immediate dimissioni, ritenendo banali il ricatto e la minaccia durante le ultime elezioni che lo hanno visto “vincitore”! In altri paesi occidentali i motivi per dimettersi da una carica istituzionale possono essere: per lussuria, gola, superbia, ma anche per molto meno. Il ministro degli esteri finlandese, per aver spedito degli sms ad una spogliarellista utilizzando il cellulare di servizio; una partita di sigari rimborsati a pie’ di lista al ministro per lo sviluppo francese; spiritosaggini con i giornalisti (Minoru Yamagida, ministro della giustizia giapponese). Se sei un politico, altrove, basta e avanza per dimetterti. Nell’ultimo mese hanno abbandonato almeno in due. Il senatore repubblicano del Nevada John Ensign per una tresca con una sua dipendente sulla quale il comitato etico indaga da quasi due anni. E il deputato indonesiano Arifinto, il cui Partito della prosperosa giustizia islamica aveva ispirato una severa legge anti-pornografia, beccato in aula a guardare un film a luci rosse. A marzo ha lasciato Seiji Maehara, ministro degli esteri giapponese, reo di aver accettato 500 euro da una vecchietta che si è scoperto poi essere cittadina sudcoreana (la legge lo vieta per evitare interferenze straniere nella politica nazionale).

Gigino A Pellegrini & G el Tarik



Pubblicato in Italia

Se in Italia ci fosse una vera Giustizia la maggior parte dei politici e dei massimi dirigenti sarebbero in galera e le chiavi in fondo al mare! Questo se è vero quanto denunciato dall’imprenditore di Belvedere Marittimo Filippo Natale.

Filippo Natale con una lettera inviata alla Procura della Repubblica di Paola, al Prefetto di Cosenza, al ministero degli Interni di Roma, al sindaco del comune di Belvedere e al Comando generale dei carabinieri di Roma racconta che : “nel febbraio del 2009, per effetto delle incredibili condizioni atmosferiche abbattutesi su tutta la Calabria e in special modo sul Comune di Belvedere M.mo la mia società , così come altre, è stata chiamata ad intervenire per effetto di ordinanze sindacali contingibili ed urgenti al fine di mitigare danni, liberare abitanti di intere frazioni intrappolate e limitare i disagi alla popolazione, la sommatoria di tali interventi, contabilizzati fatturati, verificati e pure certificati assommano a circa € 1.300.000,00, per i quali a tutt’oggi non abbiamo ricevuto neanche un euro. Per effetto di tali esorbitanti esposizioni, mio malgrado mi sono trovato ad accumulare debiti verso gli enti dello stato, verso i fornitori, verso le maestranze. Poichè i tempi di riscossione di tali crediti si dilatavano all’infinito, per effetto di coscienza e giustizia ho dovuto alienare numerosi beni e macchinari per poter pagare le maestranze e parte dei fornitori, omettendo di ottemperare al pagamento delle spettanze degli enti pubblici per una cifra inferiore ai 200.000,00 euro circa, oggi diventati nelle mani di Equitalia, oltre 350.000 euro, per effetto di interessi e sanzioni ai limiti di tassi usurai. Ed oggi siamo all’epilogo, funzionari di Equitalia, per effetto dei miei debiti ascritti alle loro spettanze, mi hanno contattato per effettuare il pignoramento delle poche attrezzature rimaste e grazie alle quali effettuiamo piccole lavorazioni per la sopravvivenza non dell’azienda, ma personale e della mia famiglia. A nulla sono valse le mie proteste civili per chiedere l’eventuale compensazione tra debiti e crediti, dopodiché ho di fatto impedito che il pignoramento venisse effettuato senza la presenza del mio legale, ma dico di più, se il pignoramento diventasse esecutivo, vi preannuncio sin d’ora che provvederò istantaneamente ad occupare il Comune di Belvedere M.mo, per effetto del debito che lo stesso ha nei miei confronti. E mi fermerò solamente se userete la forza. Questo è quanto. Morirò ucciso per effetto di uno Stato usuraio e tiranno che sopprime i propri cittadini invece che tutelarli”,

Ma davvero questo è uno Stato? Davvero questa è giustizia? Arriverà mai la giustizia umana( quella Divina è sempre troppo lontana) per arrestare i responsabili e tradurli nelle patrie galere così fredde e profonde da essere la loro dimora finale?

Pubblicato in Alto Tirreno
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