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E’ nato, alleluia, alleluia!

E’ nato il Sovrano Bambino.

Così cantavano gli angeli e gli arcangeli in quella notte che fu così buia.

Ora risplende di un astro divino.

Cantate, suonate, squillate campane.

Venite pastori e massaie o genti vicine e lontane.

 

 

 

 

Dopo 2000 anni un altro astro questa volta però terreno risplende nel cielo romano.

E’ nato il secondo Governo “Giuseppi” Conte, così ha twittato il Presidente americano Trump.

Alla fine il M 5 Stelle e il Pd sono riusciti a partorire il governo dell’inciucio, nato per mettere K.O Salvini e per non andare alle elezioni politiche anticipate dopo il fallimento del governo giallo verde.

E al centro della scena, chiedo scusa, della mangiatoia, c’è un professore dell’Università di Firenze, uno sconosciuto professore universitario come ce ne sono migliaia in Italia.

Questo illustre sconosciuto all’improvviso è diventato protagonista della vita politica italiana.

Era un Re Travicello piovuto ai ranocchi, ora, grazie all’errore madornale commesso da Matteo Salvini, è diventato un Principe giallorosso.

E’ al centro della scena politica italiana e col rinnegare se stesso e quello che di buono ha fatto in 14 mesi di governo insieme alla Lega, si è preso il Movimento 5 Stelle e anche il Governo.

E’ nato! Alleluia!.

Tutti sono felici e contenti.

Esultano finanche i cantanti, gli attori e le attrici.

Il Padre di questo Bambino che tanto bene farà all’Italia è senza dubbio Zingaretti, la madre Di Maio.

Ora, sistemato il Bambino nella mangiatoia, si aspettano le visite dei Re Magi che portano oro, incenso e mirra al neonato e le visite dei tanti pastori che nei dintorni pascolano il gregge.

Venite gente, massaie e pastori, ad adorare il Bambino che è nato. La mamma lo coccola, lo bacia, lo accarezza .

Il padre è felice. Si

stemato il bambino ora bisogna sistemare i parenti e gli amici.

Come? Sistemando accanto alla mangiatoia comodissime poltrone.

Infatti gli invitati e i commensali col tovagliolo al collo aspettano con ansia l’arrivo delle portate.

E si spingono, si azzuffano, litigano per accaparrarsi i primi posti e i piatti succulenti per motivi di ingordigia.

Pubblicato in Mondo

Leggendo oggi la rassegna stampa mi ha colpito una notizia che mi ha terribilmente sconvolto e amareggiato e non sono più riuscito a leggere i giornali.

La notizia è apparsa per primo a caratteri cubitali sul giornale “Il Fatto quotidiano”.

 

 

Ecco la notizia: Lodi, ragazzini usano le statue del presepe per simulare atti sessuali: denunciati. Ora i ragazzini, in tutto otto, tutti minorenni, dovranno rispondere del reato di “offese a una confessione religiosa mediante vilipendio o danneggiamento di cose in un luogo aperto al pubblico”.

Siamo a Massalengo un paesino in provincia di Lodi e in piazza l’amministrazione comunale ha fatto allestire un grande e bellissimo presepe. Le statue sono tutte a grandezza naturale. E cosa hanno fatto i ragazzini? Si sono divertiti a spostare i pastorelli? Li hanno rotti o rubati? Niente di tutto questo.

Hanno fatto una bravata indegna e rozza che non avrebbero dovuto fare, che non avrebbero dovuto filmare e poi postare sui social.

Hanno preso di mira Maria, Giuseppe, finanche le pecorelle, tutti pastori a grandezza naturale, e hanno simulato atti sessuali.

Hanno poi finanche messo bottiglie alcoliche in mano ai vari personaggi del presepe. Il Sindaco e tutti gli abitanti del paese sono ora indignati per le immagini postate sui social e per la bravata molto stupida commessa dai ragazzi che potrà costare loro un’ammenda fino a 5 mila euro ma anche la reclusione fino a 2 anni.

Se fossi io giudice a dover giudicare questa stupida e assurda bravata ai ragazzini non darei nessuna multa e nessuna reclusione. Sarei molto magnanimo, anche perché Natale è vicino e tutti siamo più buoni.

Farei loro spazzare il paese, raccogliere l’immondizia per almeno tre mesi e infine toglierei loro l’uso del telefonino e dello smart phone.

Sono sicuro che questa punizione non se la scorderebbero mai e che sarebbe molto, ma molto più efficace di una ammenda di 5 mila euro, tanto la pagherebbero i loro genitori e continuerebbero a riderci sopra.

Sono sicuro che i ragazzi, spazzando le strade e i vicoletti del paese con la gente che riderebbe di loro non si divertirebbero mai più a fare foto oscene con le statuine del presepe e poi postarle sui social.

Ci penserebbero centinaia di volte a non fare mai più questi atti vandalici che hanno turbato la gente e non solo quella del loro piccolo paese.

Pubblicato in Italia

mostraartepresepiale copiaInaugurazione Martedì 12 Dicembre 2017 ore 16.00

 Il Circolo Auser di Paola, in collaborazione con le Associazioni Museo Badia, Antico Borgo di Badia, Comitato di quartiere Paola Sud, con l’Istituto IPSEOA “S.Francesco di Paola”e con il patrocinio del Comune di Paola, in occasione delle festività natalizie inaugura una mostra di arte presepiale nella splendida cornice del complesso monastico di Badia, sito in Paola zona Sud. La mostra, che aprirà al pubblico martedì 12 Dicembre alle ore 16.00, propone un’ importante collezione di presepi realizzati a mano da artisti locali. Inoltre in occasione della giornata inaugurale le associazioni offriranno una degustazione di prodotti della tradizione natalizia.

Altri appuntamenti sono previsti per

-          martedì 26 Dicembre, dalle ore 16.00 alle ore 19.00;

-          giovedì 28 Dicembre dalle ore 16.00, in questa occasione la mostra di arte presepiale si accompagnerà ad uno spettacolo di musica natalizia a cura di J. Schiavo e A. Sessa a cui seguirà poi spaghettata;

-          nell’anno nuovo la mostra resterà poi aperta nei giorni 2 e 4 Gennaio dalle ore 16.00 alle ore 19.00.

Ufficio comunicazione Circolo Auser di Paola

In allegato locandina dell’evento.

Per maggiori informazioni rivolgersi a Circolo Auser di Paola

Tel. 3483969982

Pubblicato in Paola

La capanna destinata alla Natività è stata distrutta dalle fiamme.

Su Il Giornale.it si legge ( l’articolo ci è stato segnalato da Francesco (Ciccio) Gagliardi):

Natale sotto attacco!

 

Da Berlino, cuore dell’Europa, fino all’ultima capanna dell’estrema punta meridionale del Continente.

A Palmi, in Calabria, è stata distrutta dalle fiamme la capanna destinata alla Natività. A fermare il fuoco una pioggia provvidenziale.

Uomini incappucciati hanno dato fuoco alla mangiatoia che avrebbe accolto, la notte di Natale, il Bambinello. Intorno alla mezzanotte, ignoti, col volto coperto da passamontagna, dopo aver oscurato le telecamere di sorveglianza della parrocchia Santa Famiglia con delle buste di plastica, hanno appiccato il fuoco, distruggendo parzialmente la piccola costruzione fatta di canne e palme.

La comunità parrocchiale è sotto choc: "È un gesto assurdo. Antireligioso", dicono i fedeli. Sull’accaduto stanno indagando i carabinieri della locale compagnia che hanno acquisito le poche immagini delle telecamere.

Don Giuseppe Sofrà, parroco della Santa Famiglia, da noi contattato, dichiara: "La cosa ci meraviglia, ma non ci fermeremo.

La nostra volontà è quella di andare avanti con più forza e tenacia.

Ricostruiremo subito la capanna distrutta dalle fiamme per perpetuare il messaggio di pace incarnato in Gesù Bambino.

Questo è un attacco preciso. Mirato.

All'unanimità condanniamo questo gesto ma, allo stesso tempo, preghiamo per questi cuori bui affinché si aprano alla luce del Salvatore".

Ogni anno la parrocchia organizza, la notte del 24 dicembre, dopo la Santa Messa, il presepe vivente.

Tutti i parrocchiani collaborano affinché il miracolo del Natale si ripeta. "Anche quest’anno! Perché la violenza e la stupidità non possono cancellare il Mistero dell’Incarnazione.

Questo gesto si somma, nella sua pochezza, ad altri di ben più drammatica portata", ci confessa una palmese.

In effetti, i delinquenti mascherati, fra tutte le capanne, hanno scelto proprio quella destinata alla Sacra Famiglia, come a voler dare un significato preciso al turpe gesto.

Ma, alla fine, la reazione ottenuta è una tenace e corposa risposta di fede da parte del Popolo di Dio. A Palmi come nel resto del Mondo.

Pubblicato in Reggio Calabria

presepio 2Percorrere con il ricordo una città che non c’è più, dando modo alle nuove generazioni di riscoprire il passato. Il presepe allestito a Lago, nell’incanto della chiesa di San Giuseppe, non è solo una pregevole rappresentazione artistica, ma è una vera e propria macchina del tempo.

I maestri, che da tanti anni si dedicano alla realizzazione dell’opera, con una cura del dettaglio quasi maniacale ricostruiscono gli scorci più caratteristici del centro storico, consentendo ai visitatori di diventare parte integrante del presepe stesso. Camminando si riscoprono le botteghe artigianali cancellate dal defluire del tempo e dal progresso e si rivedono le tradizioni che la modernità non riesce ancora ad annientare. Al resto ci pensano le storie di coloro che rivedono le strade in cui hanno giocato o i balconi sotto cui hanno sospirato e gioito d’amore. Quest’anno è la via di San Giuseppe, l’ex via delle Vigne, ad essere protagonista.

Il presepe è figlio della costanza: da quarant’anni un gruppo di persone si ritrova all’inizio di ottobre per costruire un’opera monumentale che affascina per ricercatezza e meraviglia. Il loro impegno è paragonabile a quello dei missionari: lavorano senza chiedere nulla, per il semplice piacere di osservare gli occhi felici di un bambino che sorride per ciò che ha di fronte a sé. Null’altro. Non ci sono ricompense. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Vittorio Cupelli, come le altre che si sono succedute in passato, non fa mancare il proprio supporto, contribuendo all’acquisto dei materiali necessari. Il resto è solo ingegno e pazienza.

Chi si alterna tra stucchi e chiodi sono soprattutto amici: Fedele Piluso, Franco Cavaliere, Vittorio Mazzuca, Luca Muto, Beniamino Naccarato, Carmine Sesti, Doriano Pressede, Michele Scanga, Antonio Politano, Andrea Mazzuca e Nicola Scanga sono alcuni dei giovani e meno giovani che lasciano da parte gli affetti familiari per dare forma e sostanza ad un sogno che dal 1975 si materializza in maniera costante. Al loro fianco, quest’anno, Mario Aloe e Aurelio De Luca che hanno collaborato per il restauro dei pastori antichi.

L’apertura al pubblico del presepe è fissata per la notte di Natale. Dopo la celebrazione della santa messa, i fedeli, ma non solo, potranno percepire il messaggio di pace che la natività esprime facendosi rapire dalla maestosità delle costruzioni e dall’accuratezza del dettaglio. L’invito alla visita è d’obbligo: il presepe di San Giuseppe è essenza stessa del Natale

presepio

 

Sta arrivando il Natale e la gente andrà a vedere il Presepe della Chiesa Madre. Ed allora anticipatamente rispetto all’evento ed alla presunta forte presenza di amanteani e forse di turisti il comune ha dato il via alla pulizia del centro storico.

 

Ovviamente si è iniziato dl punto più dolente.

Dalle “case sciollate” che da sempre sono ricettacolo di topi e, nella bella stagione, di serpi, di mosche e quant’altro.

 

E così il personale delle cooperative si è dato da fare ed ha fatto una pulizia radicale sia della zona ad ovest della via Duomo( nella foto) che costeggia la chiesa madre, sia della zona ad est.

 

Un plauso all'iniziativa dell'Amministrazione Comunale di Amantea, che ha fatto bene a disporre questo intervento, per quanto si tratti di area privata e l’onere sarebbe spettato ai proprietari. Anzi sotto questo aspetto forse dovrebbe intervenire anche per riprendere la agibilità di via Duomo.

 

Proprio in questa ottica di trasferimento dell’onere se doveste individuare nel centro abitato aree abbandonate e sede di topi ed altro non mancate di segnalarle al competente ufficio od assessore. Amantea non può presentarsi sporca!

Pubblicato in Politica

Locandina presepeGiovedì 8 gennaio 2015, alle ore 19.00, nella sala consiliare di palazzo santa Chiara  di San Marco Argentano (Cosenza), si terrà la cerimonia di premiazione dei concorsi Il presepe più bello e La vetrina di Natale più bella.

 

Parteciperanno all’iniziativa, moderata dallo scrivente, Virginia Mariotti, sindaco di San Marco Argentano; Angela Petrasso, assessore comunale al turismo; Siro Falcone, presidente Pro loco San Marco Argentano e Carmelina Acciardi, presidente CIF (Centro Italiano Femminile) di San Marco Argentano.

 

La commissione, presieduta dallo scrivente, ha dato la propria valutazione secondo i seguenti criteri: qualità dell’opera, originalità del progetto e attinenza con la tematica.

Sarà, inoltre, assegnato per entrambi i concorsi un ulteriore premio per chi avrà ricevuto sulla pagina facebook “Comune San Marco Argentano” il maggior numero di mi piace.

Per il concorso Il presepe più bello sono previsti, altresì, due premi speciali (CIF e Pro loco San Marco Argentano).

San Marco Argentano, 5 gennaio 2015

Pubblicato in Calabria

centro storicoTanta passione, pochi denari ma soprattutto la voglia di condividere un percorso artistico e di fede che si rinnova di anno in anno nel segno della tradizione.

A pochi giorni dal Natale si sono oramai conclusi i lavori di realizzazione dei presepi nelle chiese della città. Si tratta di autentiche opere d’arte che vanno contemplati con calma e ammirati nei piccoli particolari. Ognuno di essi del resto è portatore di un messaggio di pace universale.

Sono tanti i luoghi di culto nepetini che hanno aperto le proprie porte per consentire ai maestri della cartapesta, del legno e della scultura di rappresentare la propria idea della Sacra Famiglia: la parrocchia di San Biagio (chiesa Madre), il complesso conventuale di San Bernardino da Siena, la parrocchia di Santa Maria La Pinta (Cappuccini), quella di San Pietro Apostolo (Campora San Giovanni), la chiesa di San Giuseppe, quella del Carmine e quella dedicata a Sant’Elia Profeta (Collegio) a pochi passi dai ruderi del castello. L’arte presepiale amanteana annovera, inoltra, tanti giovani artigiani che, tra mille sacrifici, portano avanti questa millenaria tradizione per regalare a grandi e bambini un sorriso di pace.

Il proliferare di queste iniziative, unite alla storicità del presepe realizzato dal maestro Giuseppe Curcio, consente di vivere Amantea sotto una veste diversa, che potrebbe essere sintetizzata con l’espressione “turismo dell’anima”. Percorrere le strade della città per raggiungere le varie chiese significa non soltanto compiere un viaggio nella memoria, ma anche apprezzare quei particolari del paesaggio che la vita quotidiana, a volte troppo veloce, nasconde agli occhi dei meno attenti. I comignoli fumanti per i focolari accesi e gli odori delle pietanze che si spandono per le vie rappresentano alcuni dei valori aggiunti che turisti e visitatori possono apprezzare in questo girovagare all’insegna dell’arte. Per non parlare poi degli aspetti architettonici e monumentali che ricordano anche ai meno esperti le dominazioni e le frequentazioni che hanno interessato Amantea nel corso del suo passato.

Alle fasi di preparazione – ed è probabilmente questo l’aspetto più rilevante – hanno partecipato adulti e bambini, ma anche giovani e donne che sacrificano parte del proprio tempo per imparare dai maestri le diverse tecniche, consentendo il mantenimento di una tradizione che negli ultimi anni ha registrato un numero sempre più alto di appassionati. Ad Amantea l’arte del presepe è più viva che mai ed è con questa ricchezza che la comunità si appresta a vivere questo momento di serenità e di festa.

Ufficio stampa comune di Amantea

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Pubblicato in Cronaca

Certe volte, incantati dalle stelle, dal bambinello, dai pastori, dal bue, dall’asinello e soprattutto dalla Madonna, passa in secondo piano, quasi dimentichiamo, la bellissima figura di San Giuseppe, lo sposo, il padre terreno di Gesù , quell’uomo che la nostra cultura cattolica ci ha indicato come unico ed insostituibile ma che proprio per la sua non invadenza, talvolta diventa solo una figura presepiale.

Ma non è così, lo sappiamo

Tra i tanti, lo sappiamo noi nati e cresciuti in quel di Catocastro; lo sanno quelli di Camoli che utilizzavano obbligatoriamente lungo la antica via Traianea che passava vicino alla chiesetta a LUI intitolata sulla collina di Camoli, edificata edificata nel 1728 per cura di Fortuna Carratelli.

Una chiesetta rupestre , piccola, modesta, quasi nascosta, sommessa come il santo alla quale venne titolata.

Bene.

Per quanto san Giuseppe sia sempre lì nel Presepe che senza di lui non sarebbe tale, questa chiesetta non ha mai, a memoria d’uomo, avuto il piacere di ospitare la natività.

Ma ecco il piccolo miracolo di un presepe che nasce 285 anni dopo la costruzione della chiesetta.

Un presepe voluto da Guido Pietro, Alessio Perri Altomare,   Michele Machì , con la collaborazione di Brusco Giancarlo, Guido Carla, Alessia Valentini , Sara Molinaro, per la scenografia ed i dipinti del pittore Nuccio Guido, per l’impianto luci esterne di Infante Amerigo , Michele Machì e Brusco Giancarlo.

Secondo la tradizione il Presepe sarà aperto per la Immacolata.

Sarà una occasione speciale perché contemporaneamente si potrà visitare la chiesetta stessa considerato che è' facilmente raggiungibile a piedi percorrendo un centinaio di metri lungo la via di Camoli, il cui selciato è stato qusi interamente ripreso dagli abitanti di Catocastro.

Una stradetta panoramica che offre l’incanto del sottostante Tirreno, degli scogli di isca, della Chiesa di san Francesco d’Assisi, del quartiere di Catocastro e per questi motivi regno di tanti pittori che vi trovano ispirazione.

Ancora più dopo , la Pasqua 2013 , con l'esposizione dei Sepolcri che ha visto una grandissima partecipazione dei cittadini, il Comitato , che ha a cuore le sorti della chiesetta di San Giuseppe , sono fortemente intenzionati a riportare " Vita " alla chiesetta .

All'interno , oltre la statua di S. Giuseppe , restaurata nel febbraio 2011 dall'artista Nuccio Guido , che si potrà ammirarla di com'era anticamente nei suoi colori originali che , negli anni erano stati modificati da qualche altro restauro , si possono ammirare anche dei dipinti e , un crocefisso ligneo.

Per ogni altra informazione : Comitato cell :   347-3402251; 347-8050863; 340-3842080.

Il comitato augura buone feste

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