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Due brevi premesse. Non sono stato un tifoso dell’accordo M5S e Lega.

Ho sperato fino alla fine che un PD rinnovato (abbandonato l’abbraccio renziano al liberismo e ritrovato un minimo di riferimento ai valori di sinistra),

 

facesse un confronto serio con il M5S e insieme dessero vita a un vero governo di centro-sinistra.

Ma il PD sempre più renziano ha scelto la strategia del popcorn, tifare per il governo DimaioSalvini e poi sperare (gufare) il fallimento, per poi tornare dagli italiani e poter dire “avete ragione, puzziamo, ma vedete gli altri!).

Certo non mi è facile mandare giù il decreto sicurezza, ma ho speranza sul DEF.

La manovra (DEF) del governo M5S-Lega prevede un deficit/PIL del 2,4% (circa 41 miliardi di euro), e tra le altre cose introduce il reddito di cittadinanza (10 miliardi, quello che costarono gli 80 euro, meno di quello che si spese per salvare le banche, meno di quello che servono per non fare aumentare l’IVA, fardello lasciato dal governo PD!), un risarcimento ai truffati dalle banche, porta la pensione minima a 780,00 euro.

Concreti interventi di contrasto alla povertà.

Il PD scende in piazza contro il lavoro, i lavoratori in sofferenza e gli ultimi, a difesa dello spread, dei mercati e dell’austerità, e addirittura con la speranza, neanche tanto nascosta, che questi facciano cadere il governo.

E questo sarebbe un partito di sinistra?

Il PD fa tanta tristezza e tanta rabbia!

Finalmente getta la maschera e si qualifica quale partito che difende i mercati e lo spread che sono i riferimenti del liberismo e delle destre politiche.

Infatti il PD si trova in buona compagnia con Briatore che sostiene che al Sud votano M5S perché non hanno voglia di lavorare!

Vecchio vizio borghese quello di considerare i poveri unici responsabile della loro povertà. Per questi signori la povertà è una colpa. Meridionali e poveri non hanno voglia di lavorare!

Dal 2008 tutti i governi, a parte il governo Monti, hanno sforato gli impegni con l’Europa.

Il governo Renzi (2014-2015-2016) ha fatto un deficit-pil del 3%-2,6%-2,5% rispettivamente.

Il governo Gentiloni ha fatto un deficit- Pil del 2,4%, contro l’1,8 concordato.

Ma i miliardi del deficit e quelli ottenuti con maggiori flessibilità li hanno girati non ai poveri, non ai pensionati al minimo, ma alle categorie più abbienti o comunque meno indigenti: banche (una cinquantina di miliardi in 5 anni, di cui 20 solo nel dicembre 2016), proprietari di case (4 miliardi per l’abolizione dell’Imu), imprese (12 miliardi di incentivi per il Jobs Act), lavoratori dipendenti (bonus di 80 euro).

Nulla (a parte il mini-reddito di inclusione avviato da Gentiloni) per i 10 milioni di poveri e i 3,5 milioni di precari.

Forse è per questo che non si sono sentite le grida dell’Europa, dei tanti zelanti economisti e commentatori dall’alto dei loro opulenti contratti a tempo indeterminato!

Il Cottarelli, sempre presente da Fazio, pontifica contro l’abolizione della Fornero dall’alto del suo pensionamento a 59 anni!

Ora il governo Conte, ed è il paradosso, visto che viene descritto come il più a destra (qualcuno lo definisce razzista perché vuole abolire i vitalizi!) della storia repubblicana (qualche zelante commentatore addirittura sarebbe sul punto di espatriare o di bruciarsi vivo!)– sposta il grosso della manovra sulle fasce più deboli: disoccupati, pensionati, piccole imprese, vittime delle truffe bancarie.

Tutti in coro PD, Europa e i meglio commentatori ed economisti (non facciamoci ingannare l’economia non è una scienza esatta, tutte le sue teorie discendono dalle ideologie dei loro sostenitori!).

L’intervento del governo infatti riceve plausi insospettati dalla sinistra meno prevenuta (Stefano Fassina) e persinoda uomini del Pd non renziani (Michele Emiliano: “È una manovra di sinistra, io al posto loro l’avrei fatta così e mi domando perché non l’abbiamo mai fatta noi delPd”).

Dalla metà degli anni novanta, ma con maggiore evidenza in questi ultimi 5 anni renziani, in Italia si è assistito a una accettazione strisciante e continua, da parte del PD, del neo-liberismo e del capitalismo più selvaggio e dal volto disumano. Il partito che doveva rappresentare “la Sinistra” ,il PD, ha svenduto la sanità pubblica, ha massacrato lo stato sociale, demolito le pensioni d’anzianità.

Il PD renziano, ha cancellato l’art. 18, come se fosse uno strumento legislativo marxista-leninista, ha dimenticato gli ultimi.

Dagli anni novanta ad oggi l'opposizione reciproca tra destra e sinistra è stato più che vero conflitto politico una sorta di gioco codificato, un minuetto.

Per circa 25 anni destra e sinistra si alternano al potere, ma i lavoratori, gli ultimi, i precari, quel popolo di sinistra che vuole più democrazia, uguaglianza e onesta si è sentito tradito e ha cominciato a costatare che i governi di sinistra non facevano il loro mestiere.

Questo è diventato il più grave problema dell’Italia, avere un partito che si professa, a parole, di sinistra ma attua e difende politiche liberiste!

L’Italia è l’unico paese senza una vera sinistra di peso capace di fare una opposizione con orizzonte di governo di sinistra.

E’ in questo infelice panorama, di decadimento, di abbandono degli ultimi, umiliazione del lavoro, tradimento di quanti aspirano a una società più giusta e solidale che ha fatto la comparsa ilM5S.

Persone comuni e non politici di professione, che hanno rimesso al centro, con tutte i limiti e le approssimazione che si vuole, i temi classici della sinistra, lavoro garantito e tutelato, difesa della nostra Costituzione, lotta alla povertà, lotta ai privilegi, lotta alla corruzione.

Il M5S consapevole che la corruzione è il cancro che corrode e avvilisce la nostra società (ecco il grido onesta!), che la corruzione esiste perché politici di professione ed eterni sono corruttibili e corruttori, hanno portato avanti una idea rivoluzionaria: due mandati e poi si ritorna nella società (che bello se diventasse la scelta almeno di tutti quelli che si definiscono di sinistra!

E quanto bene farebbe all’Italia, il paese più corrottodell’Europa!).

I lavoratori, i disoccupati, gli ultimi e chi crede in una società più giusta e solidale, semplicemente chi si sente di sinistra, votano M5S per essere rappresentati, perché hanno capito che il PD non li rappresenta più.

E non perché non hanno voglia di lavorare, per buona pace del PD e diBriatore!

Giuseppe Furano

Pubblicato in Italia

Si farà peccato, ma pensare che i due sconfitti alle elezioni del 04 marzo, in perfetta sintonia, e con l’aiuto di tanta informazione, stiano cercando di cuocer a fuoco lento Di Maio e Salvini non è poi così assurdo!

 

 

 

 

La commedia dell’assurdo che il PD e FI stanno recitando dal 05 marzo i sospetti li fa nascere e come! Andiamo per ordine.

Il Rosatellum, che ha messo l’Italia in questa seria difficoltà di avere un governo è stata consapevolmente e colpevolmente voluta, anche a colpi di fiducia costituzionalmente scorretti, da tre personaggi Renzi ,Berlusconi e Salvini.

Non è, e non è stato mai mistero per nessuno che questa legge è stata pensata e approvata per fregare il M5S, agevolare le coalizioni del PD e di FI e rendere il voto degli italiani ininfluente se non avessero votato come i tre imbroglioni speravano.

Ma i tre protagonisti dell’approvazione del Rosatellum avevano ognuno anche il retro pensiero di poter fregare il compagno.

Berlusconi e Renzi di poter fregare Salvini sperando a un 25-30% alla coalizione del PD e un circa 20% a FI ed essere così pronti a fare le larghe intese (per necessità! La loro!) e continuare a governare l’Italia contro gli italiani e per i loro interessi.

Salvini, con la speranza di arrivare primo nella sua coalizione di oltre il 40% per cento e cosi fregare e mettere da parte lentamente il Berlusca.

Gli italiani, con il voto del 04 marzo, hanno fatto fallire tutti i piani ,ma sopratutto i piani di Renzi e Berlusconi che sono stati sonoramente sconfitti.

Il risultato delle elezioni ci dice che i governi possibili sono: centro destra-M5S, centro destra-PD,M5S-Lega, M5S-PD.

Ora i primi due non sono realizzabili per le dichiarazioni, senza se e senza ma, rispettivamente di Di Maio (mai con Berlusconi) e di Salvini (mai con il PD).

In tutte le democrazie del mondo e, prima delle ere Berlusconi e Renzi, anche in Italia i dirigenti politici dopo una sonora sconfitta, almeno per un pò di tempo, si sono ritirati.

Per Restare in zona sinistra basti pensare a Dalema che si dimise da presidente del Consiglio perché il suo partito aveva avuto una sconfitta alle elezioni Regionali e a Veltroni che si dimise avendo perso le elezioni contro Berlusconi anche se il PD aveva preso il 34%.

Berlusconi in 10 anni ha perso oltre 6 milioni di voti e imperterrito è sempre il capo e padrone assoluto di FI.

Renzi in 5 anni ha perso : regionali, amministrative, referendum, elezioni politiche e 5 milioni di elettori, ed è ancora il padrone assoluto del PD.

Anche in questo, e non solo, i due “caimani” vanno d’amore e d’accordo!

In un paese (Germania) con politici seri che guardano, come è giusto, agli interessi del paese, la Merkel ha vinto ma non aveva i numeri per governare; ha provato a fare un contratto di governo con liberali e verdi ma seduti al tavolo hanno verificato che il contratto non era possibile.

Si sono seduti al tavolo con i socialdemocratici e dopo sei mesi hanno scritto dettagliatamente le cose da fare e ora sicuramente governeranno, nell’interesse dei tedeschi, per l’interomandato.

Il M5S, primo partito alle elezioni del 04 marzo, con lineare responsabilità democratica per un sistema proporzionale, ha rivolto, al PD e alla Lega, secondo e terzo partito, di sedersi al tavolo per verificare la possibilità di fare quello che hanno fatto in Germania.

Ma in Italia, paese con una classe politica che guarda sopratutto ai propri interessi e dei clienti, il PD non si è voluto neanche sedere al tavolo, la lega ha posto la condizione di portarsi al tavolo anche Berlusconi e Meloni.

In definitiva entrambi, fregandosene dei problemi degli italiani, pur essendo quelli che hanno voluto questa legge elettorale, che tutti sapevano che difficilmente avrebbe prodotto un unico vincitore capace di avere i numeri per governare, giocano a sfiancare il M5S, per inseguire i lorointeressi.

Berlusconi e Renzi sperano di poter realizzare quello che volevano prima delle elezioni, un bel governo insieme o di largheintese; Salvini non si è capito se non può o non vuole, per calcoli di futuro politico, abbandonare ilB.

Ma ogni italiano dotato di un minimo di intelligenza ha capito che dietro queste sceneggiate, c’è la vendetta, di R. e B., contro gli italiani :non avete votato come noi vi abbiamo detto e ora “muoia Sansone con tutti i filistei” e vi serva di lezione per la prossima volta!

E noi italiani a dipendere dagli interessi di questi signori che ci hanno governato e hanno creato tutti i problemi che l’Italia oggi ha!

Se il PD fosse un partito serio, non di sinistra, per carità, ma semplicemente di serio centro che non guarda a destra, sapendo che l’80% degli elettori persi hanno votato M5S, si sarebbe dovuto sedere al tavolo con il M5S, individuare 5-6 temi e far nascere un governo per risolvere i problema degliitaliani.

Ma Renzi e renziani sono consapevoli che il M5S avrebbe messo sul tavolo del contratto sicuramente temi tradizionali di sinistra: diseguaglianza accettabile, aiuti ai più deboli, conflitto di interessi, lotta alle clientele e alla corruzione e alle mafie con una seria legge anticorruzione, abolizione degli assurdi privilegi dei politici, limitazione del numero dei mandati, tutela del lavoro e dei lavoratori, serie riforme per sanità e scuola pubbliche e cose simili.

Come potrebbe, il PD renziano, dire no a un programma di governo basato su questi temi senza perdere definitivamente la faccia e disvelare l’inganno del suo volersi ancora definire di sinistra?

Meglio fare di tutto per non disvelare l’inganno e magari governare, senza tenere conto che il 04 marzo gli italiani hanno detto NO a governi R. e B.!

E i vari Cuperlo, Orlando e i tanti semplici militanti che si ostinano a dirsi di sinistra?

Solo qualche pigolio!

Ci resta l’unica speranza che la sentenza di Palermo smuova le acque e metta in difficoltà il piano dei duecaimani!

Giuseppe Furano

Pubblicato in Italia

Bersani et C., dopo un lungo e assurdo travaglio durato 3 anni, capito finalmente che nel PD renziano (PDR) non c’è più traccia di sinistra, hanno deciso di abbandonare la "casa" che non sentivano più loro e hanno fondato art.1 MPD.

Fatta la scissione, sia pur con estremo ritardo, ti aspetti che questo nuovo soggetto, dentro il quale ci sono ex segretari del PD (Bersani e Epifani),un ex segretario dei DS nonché primo ministro (Dalema) e un ex capo gruppo della Camera dei Deputati del PD (Speranza), tutti rami dell’albero del PCI e del socialismo, abbiano due obbiettivi fondamentali.

Il primo quello di riavvicinarsi ai tanti che prima di loro avevano capito e abbandonato il PDR ,dandone loro il merito, e insieme avviare un serio confronto con SI, Possibile, Rifondazione e tutti i cespugli della sinistra.

Il secondo di individuare (attraverso consultazioni dal basso-primarie ecc.) tra i più giovani (penso a Civati,Speranza,Fassino ecc.) la persona che avrebbe dovuto essere il leader di questa nuova formazione che doveva essere e rappresentare una alternativa a Renzi.

Invece cosa ti vanno ad escogitare (per far ri-morire ancora una volta la speranza di una sinistra in Italia): individuano un leader,Pisapia,che è un semplice fenomeno mediatico che insieme ai più stretti collaboratori del suo fantomatico “campo progressista” non ha mai dimostrato di avere l’intenzione di essere alternativo e discontinuo a Renzi,al renzismo e al PDR.

Pisapia va alla festa dell’Unità a Milano e scambia baci abbracci e sorrisini con Maria Elena Boschi.

La cosa interessante e grave da criticare non sono i sorrisi e gli abbracci, ma il fatto che il leader che si propone di riunire questo popolo di sinistra disperso e disorientato che per 4 anni ha visto attuare le politiche di Berlusconi con la firma PD , non abbia fatto un discorso chiaro e netto di discontinuità da Renzi e il renzismo del quale Maria Elena Boschi ne incarna l’essenza.

Pisapia,secondo il mio giudizio, non solo non ha la statura e le credenziali per essere il leader di una sinistra alternativa al PDR ,ma che addirittura ha dimostrato a iosa di non volerlo essere ( si pensi al non secondario fatto che ha votato SI al referendum del 4 dicembre!) e ancora all’affermazione, fatta proprio a Milano alla festa dell’Unità nell’incontro con la Boschi, “questa è casa mia”.

Ma come, Civati,Fassina,Bersani et C.,sono andati via da quella "casa" perché non la ritenevano più la loro "casa" e tu che dovresti essere il leader invece la senti ancora casa tua?

E poi con la scusa delle critiche “all’abbraccio”, Pisapia e Bruno Tabacci hanno deciso di far saltare l’incontro previsto con Roberto Speranza.

Ma cosa aspettano Bersani et C. a prendere atto che questo “fenomeno mediatico” che anche loro hanno la colpa di avere creato non è assolutamente il leader che può rappresentare la discontinuità con Renzi e il renzismo?

Pisapia,Tabacci et C. hanno come obiettivo di togliere qualche voto al M5S per ritornare a una alleanza con il PDR, ma Bersani et C. devono capire e al più presto che chi si è allontanato dal PDR non ha l’anello al naso!

Se Art.1 MPD,SI,Possibile,Rifondazione, i tanti che hanno come riferimento la Costituzione (penso a Montanari e Falcone) riescono a unirsi sotto un progetto e fare un chiaro e netto discorso di discontinuità con Renzi e il renzismo (dalle Banche al lavoro, alla clientela ecc.) hanno davanti uno spazio elettorale che potrebbe arrivare e superare il 15%.

E questo nuovo soggetto ha una unica via da percorrere: guardare al M5S!

Questo movimento nuovo e giovane, con tutti i problemi che sicuramente presenta, ha rappresentato e rappresenta per circa il 30% degli italiani l’unica speranza per un cambiamento.

Ma mi chiedo perché questo nuovo soggetto di sinistra non possa affrontare i nodi centrali della società italiana (un di più di uguaglianza e un di meno di privilegi, un di meno di corruzione e un di più di legalità, un di meno di competitività e un di più di solidarietà, un di più di uguaglianza e un di meno di privilegi, un di meno di corruzione e un di più di legalità, un di meno di competitività e un di più di solidarietà,un di più di rispetto per il merito e un di meno di clientela) con il M5S?

Il M5S,con tutte le contraddizione che si vuole, ha posto questi nodi economici e sociali all’attenzione dei cittadini e su questo ha consolidato il suo 30%.

Ma se non con il M5S con chi?

Giuseppe Furano

Pisapia matematico

Pisapia Avvocato

Pubblicato in Italia

In Italia si irridono i più elementari principi della democrazia, ma tutto discende dall’equivoco PD!

 

Il quattro dicembre c’è stato il referendum, il No ha preso il 60% e il SI’ il 40% e quindi, inequivocabilmente , ha vinto il NO! Ma se un qualche cittadino italiano avesse seguito tutta la campagna referendaria fino a sabato tre dicembre e per qualche motivo non avesse potuto seguire le vicende politiche dal quattro dicembre in poi fino ad oggi, aggiornandosi, ne dedurrebbe che il referendum è stato vinto dal SI’!

 

Le due madrine della riforma “costituzionale” , Boschi e Finocchiaro le ritrova promosse l’una a Sottosegretario Unico della Presidenza del Consiglio e l’altra promossa a Ministro per i Rapporti con il Parlamento.

Il governo è sostanzialmente lo stesso, compresi i sottosegretari inquisiti, Renzi non c’è più, ma il suo successore dichiara continuità con il governo Renzi.

Per dire chiaro agli italiani che Renzi si è allontanato un pò dalla “sua” poltrona ma ha lasciato un cappello su quella poltrona, perché quel posto, checché ne possa dire il popolo italiano con il voto, è di sua maestà Renzi, perché cosi ritengono, PD-confindustria-finanza-grandi giornali-TV!

 

Il popolo italiano il 4 dicembre, chiamato a un vero e proprio voto costituente, si è espresso in modo inequivocabile: ha rigettato la riforma e insieme Renzi e il renzismo.

Ma il Presidente della Repubblica e tutto il blocco di potere che ha sostenuto il SI’ hanno fatto finta che quel voto fosse un banale incidente parlamentare.

Renzi invece che prendere atto della sconfitta, si sta preparando a rilanciare perché ha l’ossessione di ritornare al più presto a Palazzo Chigi.

E nessuno osa ricordare, a lui e a tutta la corte, che avevano solennemente promesso che se avessero perso il referendum si sarebbero ritirati a vita privata!

Quasi tutti i giornali e tutte le TV per circa tre anni hanno prodotto saliva a iosa per inneggiare al rottamatore che stava salvando l’Italia con le sue strabilianti riforme.


Poi vai a verificare e ti accorgi che la riforma Costituzionale era una “schiforma” che il popolo italiano, non seguendo i consigli di PD-confindustria-finanza-grandi giornali-TV, ha giustamente e sonoramente bocciato.

La riforma elettorale, il così detto italicum , fatta sulle esigenze che erano allora del PD, approvata con la fiducia, è stata sbandierata da Renzi e compagnia, con la complicità di quasi tutti i giornali e TV, come la migliore del mondo, che tutti ci avrebbero invidiato.

Nessuno,grande stampa,TV,tanti intellettuali e giuristi pro-Renzi,Presidente della Repubblica, aveva notato che questa legge oltre ad avere evidenti profili di incostituzionalità, era valida solo per la Camera dei Deputati, come a dire che il voto del popolo italiano doveva essere solo una noiosa formalità!

Oggi Renzi, tutta la sua corte e tutti i giornali e TV, considerato che i sondaggi dimostrano che l’Italicum potrebbe avvantaggiare il M5S e non più il PD, scoprono che è, assurdamente, valida solo per la Camera dei deputati, che ha grande probabilità di essere giudicata incostituzionale dalla Corte Costituzionale.

 

E ora tutti la vogliono cambiare e la grande riforma che tutti ci dovevano invidiare è per tutti un’altra “schiforma” partorita dal rottamatore e dalla sua corte toscana.

In un paese dove la democrazia funzionasse e non fosse sempre irrisa basterebbero già questi due fallimenti per decretare che il rottamatore e tutta la sua corte hanno fallito e devono andare a casa, devono passare la mano!

E se poi si vanno a vedere tutte le altre riforme sempre osannate da PD-confindustria-finanza-grandi giornali-TV?

La buona-scuola è buona solo per PD-confindustria-finanza-grandi giornali-TV e cattiva-scuola per tutti i lavoratori della scuola.

Il jobs act (fatto da un partito che si dice di sinistra!) piace solo a PD-confindustria-finanza-grandi giornali-TV ed è contestato da gran parte del mondo del lavoro.

Che dire delle politiche e delle riforme portate avanti dal governo del rottamatore sulle Banche, che da MPS a Banca Etruria sono state un disastro e hanno rovinato tanti piccoli risparmiatori e in compenso hanno salvato e fatto arricchire tanti speculatori e banchieri incapaci.

E quello che è successo nella Sanità lo soffre e lo paga ogni cittadino che deve fare una analisi o un’altra qualsiasi indagine per patologie o per prevenzione. E infine un velo pietoso sulla grande riforma della Pubblica Amministrazione della Madia!

Dopo i tanto decantati 1000 giorni in Italia il debito pubblico è aumentato di circa 110 miliardi di euro (peggio di quanto avvenuto con Berlusconi-Letta e Monti) la disoccupazione è al 12% e quella giovanile al 40%,ci sono quattro milioni e mezzo di persone che vivono in stato di povertà assoluta e tra loro tanti bambini!

 

E’ assolutamente necessario porsi alcune domande:

Ma come è possibile che un governo che si è sempre definito di sinistra ha adottato quasi sempre provvedimenti che sono stati graditi a Confindustria e alta finanza (vedi tra gli altri Marchionne e Serra!) e sgraditi ai lavoratori e agli ultimi?

Ma come mai dopo 3 anni di governo che si dice di sinistra aumenta il debito pubblico e insieme aumenta la povertà assoluta?

Ma come mai il segretario di un partito che si definisce di sinistra ha ottimi rapporti e convergenze con Marchionne,Confindustria,Serra ecc. ed è invece ai ferri cortissimi con la Camusso e con Landini?

Potrebbe essere solo immaginabile un Berlinguer che aveva attimi rapporti con Agnelli,Cuccia ecc. e essere ai ferri cortissimi con Trentin o Lama ecc.?

Io penso che da questo equivoco PD ha origine la confusione e l’irrisione della democrazia in Italia!

In una epoca di post-tutto è vietato rifarsi alle definizioni destra e sinistra,ma io ritengo che, senza una chiara e semplice definizione tra destra e sinistra (comprensibile “anche alla cuoca”!), non si può uscire dall’equivoco e dall’irrisione della democrazia.

Penso che oggi sia più che mai necessario stabilire degli indicatori che possano essere utilizzati per collocare un partito o un movimento a destra o a sinistra.

Bobbio affermava che la vera distinzione tra destra e sinistra è tra chi avverte “lo scandalo della disuguaglianza” e chi non l’avverte.


La sinistra dovrebbe fare proprie le ragioni e le esigenze di chi sta in basso nella scala sociale, senza se e senza ma!

Il PD renziano ha fatto proprie le ragioni e gli interessi di chi sta in alto nella scala sociale.

E’ per questo che non ha più i voti delle periferie e prende i voti nelle zone residenziali vip!

Altri tre indicatori forti potrebbero essere il rispetto degli elettori (le regole della democrazia), il rifiuto della clientela e della corruzione (Berlinguer docet!).

Cosa sarebbe successo se un governo Berlusconi avesse confermato il comandante dei Carabinieri, indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento, insieme a Lotti (ministro)?

Non è né un peccato né un reato essere di destra o di centro o altro, ma la confusione e la conseguente irrisione della democrazia si realizza quando si afferma di essere un governo di sinistra e poi si attuano provvedimenti che sono applauditi da Confindustria-e grande finanza e rigettati dal mondo del lavoro!

Di fatto oggi non c’è un solo PD,ma due PD, quello Renziano, che è un partito di centro che guarda a destra (non lo dico io, ma lo affermano intellettuali e studiosi tra questi Cacciari) e il PD Bersaniano che potrebbe definirsi come un partito di sinistra che potrebbe guardare alla sua sinistra e al M5S.

Una separazione consensuale potrebbe fare chiarezza nella politica italiana, giovare alla nostra democrazia e potrebbe aiutare anche il M5S a uscire dal suo isolamento.

E si potrebbe abbandonare definitivamente l’idea del bipolarismo in quanto i dati e i fatti dimostrano che in Italia non è oggi percorribile senza azzoppare la rappresentanza.

La responsabilità di Bersani è che continuare in questa situazione di separati in casa confonde e disorienta tanti militanti PD provenienti dal PCI e tanti cittadini.

 

Il protrarsi di questa convivenza ha due effetti negativi.

Il primo, meno grave per la democrazia e la sinistra, di allontanare da questo PD chi, attrezzato culturalmente, rimane dentro un orizzonte culturale di sinistra.

Il secondo, molto più grave culturalmente per la sinistra e in generale per la democrazia, di disorientare i meno attrezzati facendoli scivolare lentamente dentro l’orizzonte culturale e politico del PD renziano con la convinzione che sia quello della sinistra.

E’ come far morire nel cuore e nella mente di tante persone la speranza che un mondo meno diseguale, diverso e migliore sia possibile!

Giuseppe Furano

Pubblicato in Basso Tirreno

Pino Furano ama talmente la sua Cleto che non manca di investigare sui fatti del paese. Eccovi un’altra prova:

 

IL GIALLO DELLA “CHIESA SS ROSARIO” DI CLETO- SECONDA PUNTATA:!

E’ notorio che nella foresta della legislazione italiana, piena di zone ombrose dove il sole della chiarezza non può, e forse non deve arrivare, anche un esperto giurista può inciampare nei mille cavilli, commi e lettere, che rinviano ad altri commi e lettere. E spesso anche l’ultimo giudice assegna torti e ragioni che altri giuristi ritengono non adeguate allo spirito delle norme.

 

Io non sono certo attrezzato per muovermi tra commi e sotto-commi e, al contrario, come formazione professionale e lavorativa, sono abituato a distinguere tra vero e falso utilizzando la logica e la evidenza dei fatti attraverso metodi oggettivi.

Per questo sono consapevole che potrei incorrere in un errore grossolano nel porre le domande che sto per porre a me stesso, a chi mi leggerà, ma soprattutto all’Amministrazione Comunale di Cleto che con più mezzi potrà verificare se le domande possono essere utili per portare un po' di chiarezza al “giallo Chiesa SS Rosario”.

Aggiungiamo, ai dati già riportati nella prima puntata, altri dati:

In data 27/02/2014 la Chiesa SS Rosario viene dichiarata di interesse culturale ai sensi dell’art.10 del D.lgs 42/2004.

 

In data 21 aprile 2015 L’Arcivescovo Metropolita di CS, presenta, al Ministero per i beni e le attività culturali-sovrintendenza beni architettonici e paesaggistici di CS, la richiesta di autorizzazione all’alienazione del bene “Chiesa SS Rosario”.

Il 19/05/2015 viene effettuata una voltura catastale d’ufficio dalla quale risulta che la stessa è intestata alla Parrocchia di Santa Maria Assunta con sede in Cleto. Non sono esistenti atti di passaggi intermedi.

Il 25 giugno 2015, il Segretario Regionale per la Calabria del Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del turismo, autorizza, ai sensi dell’Art. 55 del Dlgs 42/2004, l’alienazione dell’immobile “Chiesa SS Rosario”.

Il 03/07/2015 viene redatto il primo atto notarile di vendita, da parte della Parrocchia di Santa Maria Assunta con sede in Cleto, a soggetto privato.

L’art. 55 del D.lgs 42/2004 comma 1 recita testualmente:

 

Alienabilità di immobili appartenenti al demanio culturale:

1.         I beni culturali immobili appartenenti al demanio culturale e non rientranti tra quelli elencati nell'articolo 54, comma 1, non possono essere alienati senza l'autorizzazione del Ministero.

Al comma 2 poi elenca le modalità attraverso le quali si può chiedere l’alienabilità.

L’articolo 54 del D.lgs 42/2004 comma 1 lettera d-bis recita testualmente:

1. Sono inalienabili i beni del demanio culturale di seguito indicati:

omissis

d-bis) gli immobili dichiarati di interesse particolarmente importante ai sensi dell'articolo 10, comma 3, lettera d);

omissis

L’art.10,comma 3,lettera d recita:

omissis

3. Sono altresì beni culturali, quando sia intervenuta la dichiarazione prevista dall'articolo 13:

…omissis

d) le cose immobili e mobili, a chiunque appartenenti che rivestono un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell'arte, della scienza, della tecnica, dell'industria e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell'identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose;

omissis

infine l’art.13 al comma 1 recita:

1.         La dichiarazione accerta la sussistenza, nella cosa che ne forma oggetto, dell'interesse richiesto dall'articolo 10, comma 3.

Le domande che mi pongo e giro a maggioranza e opposizione del Comune di Cleto:

1) considerato che la Chiesa SS Rosario è stata dichiarata di interesse culturale a norma dell’art.10 del D.lgs 42/2004, quindi, sembrerebbe essere un bene inalienabile tra quelli elencati nell’art. 54 del D.lgs 42/2004;

come mai il Segretario Regionale per la Calabria del Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del turismo,autorizza, ai sensi dell’Art. 55 del Dlgs 42/2004, l’alienazione dell’immobile “Chiesa SS Rosario”?

 

Qualora per qualche sotto-comma e lettera che sfugge a un profano la Chiesa sia alienabile:

1)         può L’Arcivescovo Metropolita di CS, vendere la Chiesa a un privato, quando il 17/06/2014, aveva dato autorizzazione al Comune di Cleto per intervenire sulla stessa come da progetto già consegnato alla Ditta per l’esecuzione dei lavori?

2)         può il Segretario Regionale per la Calabria del Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del turismo autorizzare l’alienazione della Chiesa quando doveva certamente essere a conoscenza del progetto Comunale?

Maggioranza e opposizione, soprattutto in riferimento alle loro posizioni espresse nel Consiglio Comunale del 20/07/2016, hanno il dovere di approfondire e dare risposte ai cittadini di Cleto che hanno il diritto di sapere, su quali dati e informazioni, certi e documentabili, hanno basato le posizioni sostenute e espresso il voto conseguente.

Pino Furano

Pubblicato in Basso Tirreno

Il 25 giugno con la convalida degli eletti,con il giuramento del Sindaco e la nomina della giunta e del Presidente del Consiglio,è iniziata ufficialmente la Consiliatura 2016-2021 del Comune di Cleto. Facendo in primis,a tutti noi Cletesi,l’augurio che la Consiliatura duri per tutti i prossimi 5 anni e sia proficua per il nostro paese, ritengo che sia utile fare alcune riflessioni.

Alle ultime elezioni comunali Cleto si è diviso praticamente in due, 46,33% dei votanti per la lista “A Testa Alta”, 51,58% per la lista “insieme per Cleto”, il 2,08% di elettori hanno votato scheda nulla o bianca e 48 elettori (rispetto ai dati delle amministrative 2009 e 2011) non si sono recati a votare.

La cosa un po' particolare è che queste due liste civiche sono,nei capilista e non solo, espressione di un unico partito,il PD, o se si vuole del partito della nazione. Il PD a Cleto ha vinto le elezioni ed è maggioranza,il PD a Cleto ha perso le elezioni ed è minoranza. E ancora, tutte le personalità istituzionali invitate e intervenute nella seduta del primo Consiglio erano del PD-partito della nazione.

La prima domanda che viene spontanea è: come è possibile che a Cleto si è verificato quello che nella norma non avviene e soprattutto è bene che non avvenga in una sana democrazia?

La seconda ancora più stringente è : ma se sono tutti,maggioranza e opposizione, dello stesso partito perché sono divisi?

Per comprendere quello che è successo a Cleto non bisogna fare riferimento ai partiti ma alle famiglie e al loro allearsi o contrapporsi nel corso degli anni e delle competizioni elettorali.

E che questa sia la direzione giusta per comprendere la “politica” amministrativa di Cleto è sufficiente dare uno sguardo agli ultimi 30 anni (1985-2015) con obiettività storica e non propagandistica.

Prendendo in considerazione i Sindaci e le Giunte di questi ultimi 30 anni (dati oggettivi!),che oggettivamente hanno caratterizzano la politica amministrativa, si può costatare che per 26 anni è stata costante e significativa la presenza di rappresentanti di pochissime famiglie (come si suol dire si contano sulle dita di una sola mano!), le stesse che oggi siedono nella maggioranza e nell’opposizione. I rimanenti 4 anni a Cleto c’è stato il Commissario, sempre in conseguenza di scontri che vede come protagonisti i rappresentanti delle stesse poche famiglie.

E ancora più significante,per questa analisi storico-politica,è il fatto che se si guarda oggi il Consiglio Comunale,maggioranza e opposizione,ci ritroviamo,ancora in primissimo piano, i rappresentanti delle stesse poche famiglie che negli anni ottanta e novanta erano il corpo storico della DC, confluito massicciamente nel PD.

Quindi a Cleto nelle elezioni amministrative del 2016 qualunque fosse stato il risultato uscito dalle urne “tutto sarebbe cambiato ma tutto si sarebbe ripetuto” o per dirla con Tomasi di Lampedusa “se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.

La cosa diventa ancora più strana se si sottolinea che Cleto non è questo monolite politico! Le ultime elezioni politiche (2013) a Cleto hanno fatto fotografare una divisione politica che niente ha a che vedere con quella di questa tornata amministrativa.

A Cleto c’è una ricchezza politica (politiche 2013) che è più o meno simile a quella che si fotografa oggi in Italia:destra,PD,M5S, sinistra.

Ma poi a livello amministrativo, cultura e appartenenza politica, soccombono difronte all’appartenenza familiare, oltre che alla clientela, e cosi da 30 anni “tutto cambia e tutto si ripete”!

Il dato che mi interessa mettere in evidenza e che nelle elezioni politiche del 2013, il M5S e l’universo dei partiti di sinistra hanno avuto insieme circa 200 voti.

Premetto che ritengo con forte convinzione culturale e politica che non è assolutamente né un peccato né tantomeno un reato essere del PD o di qualsiasi altro partito e che tutte le opinioni politiche e le persone che le manifestano siano da rispettare se sono dentro il rispetto delle regole della nostra Costituzione.

Ma sono convinto,altresì, che per rendere concreta e attuata la democrazia, anche a livello amministrativo di un piccolo comune, devono avere una loro importanza i riferimenti politici,culturali e le grandi idee (riequilibrio tra salari e profitti,diminuzioni delle diseguaglianze,redistribuzione della ricchezza,assistenza sociale,reddito garantito,pensioni min e max,rispetto delle regole democratiche,ambiente,clientelismi ecc.).

Ed è per questo che sono convinto che anche un piccolo paese come Cleto sarebbe amministrato in modalità differenti e con risultati differenti da persone (giovani o meno giovani che siano!) che abbiano differenti visioni del mondo e dei rapporti sociali, che discendono dall’avere posizioni differenti rispetto ai grandi temi sopra richiamati.

E per rendere ancora più chiaro e comprensibile quello che voglio dire faccio riferimento a Roma e Torino che sono state al centro dell’attenzione nazionale. Penso che nessuna persona culturalmente onesta possa dire,senza voler dare qui giudizi di merito, che sarebbe stato indifferente, per l’Amministrazione di Roma e Torino, se invece della Raggi e dell’Appendino, avessero vinto le elezioni Giachetti e Fassino.

Per questo ritengo che, per una attuazione concreta della democrazia a Cleto, in primis i circa 200 elettori, che, alle ultime politiche, a Cleto, hanno votato M5S e sinistra, abbiamo (io sono tra questi circa 200!) il dovere culturale oltre che civico e politico, nei prossimi 5 anni, di organizzarci, far sentire la nostra voce e avere l’ambizione di essere presenti in qualche forma nel prossimo Consiglio Comunale.

Se così non sarà tutto cambierà ma tutto si ripeterà!

                                                                                                                                Giuseppe Furano

Pubblicato in Basso Tirreno

E’ oramai un dato quasi certo che a Cleto, a circa sei mesi dall’ appunta mento elet torale, ci sono quat tro gruppi distinti e contrappo sti che si stanno organizzando per fare le liste. Alle tre liste che si sono confrontate nelle tornate elettorali 2009 e 2011 (con capi lista Furano,Longo e Filice) si aggiungerà così una quarta lista.

Le tre liste del 2009-2011 sono state tre liste civiche.

In tutte e tre liste sia a livello di candidati,sia a livello di sostenitori fino ai semplici elettori, in riferimento ai partiti e ai movimenti presenti a livello nazionale,si sono trovati mescolati differenti ideali e appartenenze politiche.

Ma pur dentro questo mescolarsi di varie identità politiche restavano sicuramente ben distinte le storie e gli orientamenti politici dei tre capilista e anche delle rispettive maggioranze che con le vecchie denominazioni potremmo individuare come sinistra,centro e destra.

Tre liste civiche che si confrontano in elezioni amministrative in un paese di circa 1400 abitanti è un evidente segno della crisi dei partiti che a livello locale non esistono più come organizzazioni periferiche politicamente operative,ma ci sono solo gruppi di persone che hanno qualche referente nazionale e/o regionale con esclusivi legami clientelari che si attivano nel periodo delle elezioni.

La quarta lista sarà anch’essa sicuramente una lista civica. Sembra, da quello che trapela dalle riunioni e dal passa parola, che il tentativo di questo gruppo sarebbe quello di presentarsi come il nuovo,i “giovani” che rottamano i “vecchi”, i salvatori della patria (del paese!).

Mettendo dentro la denominazione “vecchio”,tutto, senza distinzione, in primis i tre capilista delle

competizioni elettorali 2009-2011 (che è oggettivo hanno tutti più anni dei nuovi aspiranti!),chiunque resterà a loro sostegno,chi ha amministrato e chi non ha amministrato.

A parte il sapore renziano, in salsa paesana, di questa operazione di rottamazione, che solo per questo sapore desterebbe, giustamente, il massimo di diffidenza, penso che,visto che siamo di fatto in campagna elettorale,sia necessario incominciare a fare un po' di chiarezza politica.

Io, insieme a tutto il gruppo “Cleto Futuro”, riteniamo che è legittimo,sia in riferimento alle aspirazioni personali,sia in riferimento ai progetti di paese e di pratica amministrativa,avere la volontà di presentarsi al giudizio degli elettori alle prossime elezioni.

Ma è quantomeno fuori luogo, se non ridicolo,in un piccolo paese dove tutti si conoscono, da una parte, fare un fascio indistinto e definire “vecchio” tutto quello che non è nel loro “nuovo”, e dall’altra dimenticarsi e voler

far dimenticare cosa sono stati questi “nuovi”,sotto quali bandiere hanno lottato (politicamente!), non nel passato remoto, ma semplicemente alle elezioni amministrative 2009-2011 e durante l’Amministrazione 2011-2015.

Anche se giovani, i nuovi leader, nelle elezioni amministrative 2009-2011 e/o durante il mandato

amministrativo 2011-2015 hanno avuto ruoli importanti o sono stati storici grandi elettori nei tre gruppi (Furano,Longo,Filice).

La prima cosa che dovrebbero fare (forse avrebbero già dovuto fare!),e sarebbe stata veramente qualcosa di politicamente nuovo e corretto,tutti quelli che del nuovo gruppo hanno intenzione di presentarsi alle prossime elezioni,considerato che il gruppo “giovani” è la somma di gruppi fuoriusciti dai gruppi Furano,Longo e Filice, è di fare tre comunicati distinti.

In questi comunicati si dovrebbe spiegare ai gruppi di origine, ma sopratutto ai cittadini, i motivi politici amministrativi che li hanno portati a non essere più in sintonia con i loro gruppi di origine.

Con riferimenti precisi e amministrativamente significanti per il paese,come per esempio l’attuazione della differenziata,i concorsi ecc.

E ci potrebbe anche stare che qualcuno dicesse “volevo fare il sindaco,l’assessore,il consigliere e nel mio gruppo non ho trovato spazio”.

E’ certo politicamente legittimo che gruppi minoritari si siano staccati dai tre gruppi originari (Furano,Longo,Filice) con la speranza di vincere le elezioni e avere incarichi. Ma “est modus in rebus!”

Ma per carità non venite a fare lezioni di “nuovo” perché questo è una operazione di trasformismo vecchia quanto il cucco!

Inoltre se questo è il nuovo, allora anche i “vecchi” potrebbero unirsi per vincere ,ma se questo accadesse non sareste voi i primi a gridare allo scandalo?

Questi comunicati toglierebbero questa falsa aureola di “nuovo” che si tenta di costruirsi addosso e

metterebbe tutti nella giusta dimensione politica!

Questo chiarimento doveroso, da parte di chi ha desiderio di candidarsi sarebbe, inoltre,utile per fare in modo che la futura competizione elettorale sia una civile competizione tra cittadini avversari politici che sono portatori insieme di legittime aspirazioni personali e progetti politici alternativi e non già una guerra tra nemici per fatti personali.

Furano, Longo e Filice sono stati avversari politici e chi ha seguito i Consigli Comunali, i vari comunicati stampa e i volantini sa che hanno avuto scontri molto forti e aspri in merito a questioni amministrative, mai per fatti e interessi personali,ma sono rimasti sempre avversari politici,mai nemici!

Ai “giovani” voglio ricordare, “da vecchio”, che questo è un valore, non per Furano,Longo e Filice ma, per quello che hanno rappresentato e rappresentano, per tutto il nostro paese!

Io,noi di Cleto Futuro, nella eventuale prossima competizione elettorale,ci auguriamo,e faremo di tutto, che in primis i capi lista possano essere avversari che si confrontano con asprezza ma solo per cose che riguardano il paese e che tutti ci si possa confrontare senza pretesa da parte di nessuno di crearsi aureole di superiorità!

La rottamazione renziana in Italia ha avuto come effetti da una parte,la sostituzione dei Prodi, Bersani, Dalema, Bindi ecc. con i Renzi, Lotti,Boschi,Carbone ecc.,dall’altra un governo che realizza tutto quello che sinistra e sindacati non hanno permesso di fare a Berlusconi e che pratica la più vecchia politica delle clientele.

Il tanto sbandierato nuovo si è dimostrato essere più vecchio del vecchio!

E per il momento anche a Cleto il “nuovo” è un po' più vecchio del vecchio!

Io personalmente non ho nessun argomento per difendere Prodi,Bersani,Dalema,Bindi ecc. anzi ne ho tanti per criticarli e condannarli,ma se mi si mette difronte alla scelta secca o Prodi,Bersani,Dalema,Bindi ecc.,cioè la cosiddetta vecchia nomenclatura, o il cosiddetto nuovo Renzi,Boschi,Lotti ecc. allora, sia pur turandomi il naso, dico che se proprio si deve morire è meglio morire per mano di Prodi,Bersani ecc.

Dico questo per due motivi,il primo per ricordare che essere giovani (tra le altre cose giovani ci saranno anche nelle altre liste!) è un semplice dato anagrafico che non prefigura nessun merito di nessun genere, che non dà nessun garanzia su avere idee nuove ed essere in grado di esprimere efficienza ed efficacia amministrativa.

Ma che sopratutto volendolo utilizzare come dato esclusivo per aggregazioni politiche è una semplice e colossale sciocchezza!

Le aggregazioni politiche si fanno sulle identità culturali, sulle ideologie. Sì,noi “vecchi” siamo ancora affezionati alle ideologie e riteniamo che siano importanti anche in competizioni elettorali locali.

Per esempio si può avere e praticare una cultura politica clientelare quanto e più dei vecchi, pur essendo giovani!

In secondo luogo non vorrei che questa “rottamazione paesana” ci portasse a dover fare una competizione

elettorale avvelenata.

Io e noi di “Cleto Futuro” vogliamo una campagna elettorale civile e nel rispetto delle persone e delle idee che portano avanti!

Confrontiamoci con asprezza ma senza pretendere di dare all’avversario una connotazione negativa legata all’età che niente ha a che fare con l’Amministrazione del paese.

In ultimo permettetemi una riflessione intima, insieme sentimentale e razionale.

Mi da un sottile fastidio emozionale e intellettuale a pensare che possa essere catalogato come “vecchio politicamente” (anagraficamente mi potrebbe anche star bene!) da chi,non un secolo fa,ma solo nel 2009 e 2011 e fino al 2015,era con convinzione granitica contro di me e “Cleto Futuro”, militando sotto le bandiere di Longo e Filice!

Il vecchio adagio, solo gli sciocchi non cambiano mai idea, ha certo una sua valenza di verità,ma cambiare idea nello spazio di un mattino potrebbe essere, oltre che altrettanto sciocco, anche un po' poco sincero e poco credibile politicamente.

In ogni caso da parte mia e di “Cleto Futuro” a tutti individualmente l’augurio che il 2016 sia l’anno in cui sogni, progetti e speranze possano realizzarsi, e per il nostro paese, che gli possa portare l’Amministrazione migliore possibile.

Questo paese ne ha disperatamente bisogno!

Giuseppe Furano

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