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ficarraMARINO: «È EVIDENTE CHE LA REDAZIONE DI STRISCIA NON RAPPRESENTA I PROBLEMI DI TUTTI I CITTADINI MA SOLO QUELLI RAPPRESENTATI DA POCHI»

«Non intendo entrare nel merito di una polemica inutile sul tema del raddoppio della S.S.106 nell’alto jonio cosentino perché su questa ipotesi già nel 2007, ben 11 anni fa, si sono espressi negativamente ed in modo unanime i Ministeri dell’Ambiente, dei Beni Culturali e delle Infrastrutture» - queste sono le dichiarazioni del Dirigente dell’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” Tino Marino, da sempre Responsabile delle Segnalazioni.

«Voglio aggiungere – continua Marino – che ancora oggi sono presenti sul sito web del Ministero dell’Ambiente tutti i documenti che comprovano le ragioni per cui il raddoppio fu unanimemente bocciato dai Ministeri e che possono essere banalmente sintetizzati in due ragioni sostanziali: costi ed impatto ambientale e paesaggistico estremamente elevati».

«Tuttavia, l’aspetto di cui è necessario informare tutti i cittadini calabresi – dichiara il Responsabile delle Segnalazioni - non è quello del raddoppio – dal momento che questo è un tema ormai superato – ma è invece un altro: l’incapacità della nota trasmissione “striscia la notizia” di dare vere e concrete risposte ai cittadini che denunciano i veri problemi esistenti sulla S.S.106».

«A tal proposito – afferma Marino – è bene ricordare che l’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” negli anni scorsi ha inviato ben 467 richieste alla nota trasmissione, al fine di denunciare diverse gravi situazioni presenti su tutta la S.S.106 da Sibari a Reggio Calabria. Ottenendo dalla redazione sempre la stessa ed identica risposta: “tutte le lettere indirizzate a Striscia vengono lette con attenzione, ma il loro enorme numero non ci consente di rispondere a ciascuno personalmente. Se ci sarà possibile, ci metteremo in contatto con te”».

«Nell’ultima richiesta – conclude il Responsabile delle Segnalazioni – datata 26 marzo 2018 chiedevamo un intervento per denunciare il fenomeno dei parcheggi destinati ai disabili disseminati lungo tutta la S.S.106 puntualmente occupati abusivamente da chi non ha alcuna disabilità. Non si sono degnati di intervenire neanche per questo. Per tale ragione, a nome dell’intera Associazione, esprimo grande delusione nei confronti di una trasmissione che evidentemente non è attenta ai problemi di tutti i cittadini ma solo a quelli che sono rappresentati da pochi. Tutto ciò è sconfortante per chi come me (e non solo…), negli ultimi anni è stato un attento telespettatore di questa trasmissione».

Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” – 24 Maggio 2018

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Ribaltata in appello la sentenza di assoluzione dell'ex sindaco Ignazio Marino per lo scandalo "scontrino gate", costatogli il posto in Campidoglio e il rinvio a giudizio per falso e peculato.

L'ha stabilito la III sezione della Corte d'appello penale, che ha condannato a 2 anni l'ex primo cittadino.

Nel mirino della procura di Roma, 54 cene private che l'ex primo cittadino aveva saldato tra il 2013 e il 2015 con la carta di credito del Campidoglio, spacciandole nei giustificativi di spesa per incontri istituzionali.

In realtà, per gli inquirenti, il chirurgo dem si sarebbe seduto al tavolo con amici e parenti, comprese la moglie e la madre, spendendo circa 12mila e 700 euro.

I reati contestati a Marino sono falso e peculato, per la vicenda degli scontrini, e truffa, in relazione ai compensi per alcuni collaboratori fittizi della Onlus Imagine, da lui fondata.

Dopo l'assoluzione in primo grado, il pg aveva chiesto in appello la condanna dell'ex sindaco per lo "scontrino gate" e la conferma dell'assoluzione per la contestazione di truffa.

“Mai nella mia vita e nelle mie funzioni ho utilizzato denaro pubblico per motivi personali”, aveva detto Marino nel corso della scorsa udienza.

Circostanza ribadita anche oggi di fronte ai giudici.

«La Corte di Appello di Roma oggi condanna l'intera attività di rappresentanza del Sindaco della Città Eterna», ha detto Marino, «In pratica i giudici sostengono che in 28 mesi di attività, il Sindaco non abbia mai organizzato cene di rappresentanza ma solo incontri privati.

Un dato che contrasta con la più ovvia realtà e la logica più elementare.

Non posso non pensare che si tratti di una sentenza dal sapore politico proprio nel momento in cui si avvicinano due importanti scadenze elettorali per il Paese e per la Regione Lazio»

Pubblicato in Italia

Il sindaco della politica ed il sindaco dello Stato.

Anche Amantea ne ebbe due , il sindaco dei nobili ed il sindaco del popolo.

Ne traiamo la evidente paura di Renzi ( e non solo) di andare alle elezioni nel timore che crolli tutto il suo impero di opportunismo e di bugie .

Ne traiamo anche la forte ipotesi che Marino sapesse tutto e che pertanto ha deciso di andare in ferie.

Comprendiamo che fosse impossibile sciogliere per mafia il comune di Roma perché sarebbe stato uno scandalo mondiale. Meglio tentare di nascondere il più possibile ( non solo a Roma) una situazione di gravissima mancanza di controlli, di arroganza della politica locale, di intrallazzi, di situazioni mafiose o simil mafiose.

Lo scioglimento, poi, avrebbe dato la stura a riflessioni pesanti sulle amministrazioni precedenti considerato che la situazione di Roma nasce da lontano.

Ma era analogamente impossibile abbandonare Roma al suo destino che si intravvede difficile ed anche amaro.

Ed allora?

Allora, ecco il grande Franco Gabrielli( non per caso Prefetto di Roma!) che dopo aver messo in sicurezza la Concordia ora è chiamato a mettere in sicurezza il Comune di Roma.

Ovviamente Renzi non si è presentato alla conferenza stampa. Chissà mai perché. Magari perché se si fosse sbilanciato su Marino questi avrebbe potuto dimettersi, cosa che -se davvero fosse, oltre che credersi, pulito- in uno scatto d’orgoglio dovrebbe fare appena rientrato così da andare a nuove elezioni.

Ovviamente minculpoppianamente ( come siamo eguali nel tempo) dice subito il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti "Non c'è nessun commissariamento (di Roma, ndr), ma un ruolo di raccordo del prefetto di Roma analogo a quello esercitato da quello di Milano con riferimento all’Expo".

De Vincenti, ma che dici?

Intanto è stato sciolto per mafia il decimo Municipio di Roma (Ostia) per il quale è stata nominata la commissione composta dal prefetto Domenico Vulpiani, dal viceprefetto Rosalba Scialla e da Maurizio Alicandro.

Alfano ha poi indicato le competenze del neo commissario Gabrielli : « Intendo incaricare il prefetto di Roma, insieme con il sindaco, di indicare gli interventi da fare su alcuni dipartimenti, atti e procedimenti. Otto gli ambiti su cui lavorare: indirizzo su verde, immigrazione, campi nomadi, servizi e fornitura, albo ditte fiduciarie, monitoraggio centrale unica acquisti, più controlli interni, revisione contratti servizio specie con Ama».

Ovviamente sono state varate le opportune misure per mettere in sicurezza il Comune di Roma dalle infiltrazioni mafiose e saranno trasferiti( soltanto?) diversi dirigenti.

Alfano rispondendo ai cronisti ha detto : «Non esistono presupposti per un commissariamento ma un supporto del Viminale è necessario per invertire la rotta visto che la situazione amministrativa di Roma è da correggere. Ho informato il Consiglio dei ministri di aver dato avvio a tutte procedure per l’applicazione del comma 5 dell’articolo articolo 143 del Testo unico sull’ordinamento degli Enti locali che riguarda la possibilità di applicare determinate misure, nei confronti di dirigenti e dipendenti comunali, qualora vi fossero gli elementi con un decreto ministeriale, quali la destinazione ad altro ufficio o ad altra mansione con contestuale avvio del procedimento disciplinare»

Infine la questione più spinosa. Il debito.

Il Presidente del Consiglio ha inoltre riferito ai Ministri di aver adottato, nell’ambito di un migliore assetto amministrativo di Roma Capitale, un DPCM con il quale la dottoressa Silvia Scozzese viene nominata Commissario alla gestione commissariale del debito.

Dopo tanto la gravissima affermazione :«Il governo crede che Roma ce la farà». Nemmeno sicuri sono?
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Teatro Opera di RomaLa triste vicenda del Teatro dell'Opera di Roma e di una cattiva gestione durata molti anni che alla fine presenta l'amaro conto esclusivamente alla parte artistica.
On Line una petizione per annullare la decisione del Consiglio di Amministrazione e tutelare così i 182 musicisti licenziati. (Clicca qui)

 

Roma.Il 2 ottobre il CDA della Fondazione ha licenziato collettivamente e in tronco coro e musicisti del teatro dell’Opera di Roma, la colpa di una cattiva gestione politica del bilancio si è riversata esclusivamente sulla parte artistica, ossia ciò che rende grande il Teatro dell’Opera.
Da più parti di sollevano espressioni di solidarietà: «Questo licenziamento all'Opera di Roma  è una vergogna per la nobile tradizione musicale italiana!

I Berliner Philarmoniker sostengono senza riserve le colleghe e i colleghi del Teatro dell'Opera di Roma nella lotta per il mantenimento dei loro contratti di lavoro» sostiene  in una lettera  Peter Riegelbauer,  rappresentante dei Berliner Philarmoniker.

E partono iniziative di sostegno come quella del Teatro Lirico di Cagliari  che, organizzando un concerto di solidarietà a favore dei colleghi del Teatro dell’Opera di Roma per il 23 ottobre, punta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla triste situazione di uno dei più grandi teatri d’Europa, non rimane in disparte anche la mezzosoprano Cecilia Bartoli  che da voce al pensiero di molti «non si deve mandare a casa nessuno! La soluzione non è mandare a casa coro e orchestra e tenere l'amministrazione.Per fare cosa se non c'é più nessuno da amministrare?».

Teatro Opera di Roma scritta
Il personale dell’orchestra ha presentato una mozione in Campidoglio per chiedere di bloccare e ritirare i licenziamenti : «Quello che è avvenuto è quasi un simbolo di un paese che rinuncia alla propria storia, alle proprie eccellenze e fa carta straccia della concertazione con i sindacali che rappresenta invece un valore fondante della nostra democrazia. Ci uniamo quindi alla richiesta di aprire immediatamente, sotto la diretta supervisione di Roma Capitale e della Regione Lazio, un tavolo aziendale di trattativa con le rappresentanze sindacali dei lavoratori. Anche alla Regione Lazio noi abbiamo presentato la nostra Mozione ma auspichiamo che vi sia da altre forze politiche la volontà di discutere e quindi condividere un testo che l'intero consiglio possa approvare». Così ha riferito, in una nota, Gino De Paolis, capogruppo Sel della Regione Lazio.
Intanto in un comunicato stampa coro e musicisti ringraziano la vicinanza di tutto le fondazioni lirico,  sinfoniche, conservatori, alle istituzioni musicali italiane ed estere  che hanno dimostrato sensibilità e sostegno in un momento drammatico:

«Apprezziamo  fortemente quanto la volontà del nostro licenziamento, oltre che mortificare le  nostre professionalità, abbia determinato tanta sentita reazione e collettivo sgomento per la profonda ferita all’immagine della cultura musicale italiana».
È stata redatta una petizione diretta al  Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, al Sindaco di Roma Marino e alla Redazione di Nichi Vendola, per far annullare  il licenziamento in tronco.

 Ogni firma è un passo avanti affinchè la voce di questi artisti abbia la possibilità di essere ascoltata.

CLICCA QUI E FIRMA ADESSO LA PETIZIONE

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