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portroneSe fosse ancora in vita Dante Alighieri avrebbe potuto intitolare questo articolo così:-Non c’è maggior dolore che ricordarsi dei tempi felici nella miseria-. Il 4 marzo scorso si sono svolte regolarmente e democraticamente le elezioni nazionali per il rinnovo della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Nessuno dei partiti in lizza è riuscito ad avere la maggioranza per poter formare da solo un nuovo governo. Comunque dalla competizione sono usciti vincitori il Movimento 5 Stelle e la Lega. Amara sconfitta del Pd di Renzi, uscito con le ossa rotte al di sotto del 20% dei voti. E Matteo Renzi, Segretario del Pd che fino al 4 marzo si vantava con orgoglio e baldanza di essere il primo partito in Italia col 40% di voti è stato costretto a dimettersi. Ha subito riconosciuto la sconfitta e si è messo momentaneamente da parte dicendo che da oggi in poi farà il semplice Senatore della Repubblica, invitando il suo partito a fare l’opposizione in Parlamento. Chi ha vinto è tenuto a fare il Governo, sempre se ci riuscirà ed avrà i numeri necessari. Ma non tutti i Deputati e Senatori del Pd vogliono fare opposizione. Non ci sono abituati. E poi non vogliono lasciare le comode poltrone che occupano. Infatti segretamente starebbero lavorando per fare fuori Renzi definitivamente e il grillino Di Maio, candidato del Movimento 5 Stelle a Presidente del Consiglio. Andrea Orlando e Dario Franceschini abbarbicati alle poltrone come l’edera hanno un piano segreto che dovrà materializzarsi dopo i fallimenti di Salvini e Di Maio a formare un nuovo Governo. Infatti stanno già interloquendo con alcuni parlamentari del Movimento grillino. Stanno pensando anche in questo senso due personaggi che il popolo italiano ricorda certamente. E i ricordi non sono belli. Uno è quel Romano Prodi che fu costretto a dimettersi sfiduciato dalla sua stessa maggioranza che per ben due volte aveva vinto le elezioni. L’altro è quel personaggio, Presidente del Consiglio da pochi mesi, che di notte tra il 9 e 10 luglio del 1992 mise le mani nelle tasche degli italiani rubando agli onesti cittadini che avevano un conto corrente bancario il 6 per mille su tutti i depositi. Mi riferisco a Giuliano Amato, il quale avendo ricevuto onori e gloria dal PSI e dal suo Segretario Bettino Craxi, non solo non è andato al suo funerale, ma neppure una sola volta è stato a depositare un garofano rosso sulla sua tomba ad Hammamet.

Quale sarebbe la condizione per formare un Governo Pd e Movimento 5 Stelle? Far fuori contemporaneamente Renzi e la sua pattuglia rimastagli fedele e Di Maio. Dicono Franceschini e Orlando che il Pd non potrà mai votare un Governo Di Maio e lo hanno fatto capire ai 5 Stelle. E lo dovrebbe capire anche Di Maio il quale dovrebbe fare un bel passo indietro: Rinunciare alla Poltrona. Ma è giusto, avrebbe detto alla Stampa uno dei registi della operazione, che ci arrivino piano piano. E chi dovrebbe essere il Premier? Un premier votabile. E chi potrebbe essere? Romano Prodi o Giuliano Amato. Mamma mia! E questi due personaggi sono la novità della XVIII Legislatura Repubblicana? Immagino che Franceschini e Orlando abbiano fatto una bella seduta spiritica alla quale abbia partecipato anche Romano Prodi come costui ha fatto 40 anni fa quando seppe dov’era prigioniero il grande uomo politico democristiano l’On. Aldo Moro. Renzi ha capito quello che si sta muovendo alle sue spalle e ha fatto dire al suo fedelissimo capogruppo al Senato Andrea Marcucci:- Il Pd non sosterrà mai nessun Governo del Movimento 5 Stelle. Se qualche dirigente vuol cambiare posizione, lo dica chiaramente-. Chiaramente non lo diranno mai. Sono, da vecchi marpioni della politica, a tramare in segreto e poi pugnalare alle spalle.

Pubblicato in Italia

Ricordate Don Abbondio? Di lui Manzoni scrive:

[...] Il nostro Abbondio, non nobile, non ricco, coraggioso ancor meno, s'era dunque accorto, prima quasi di toccar gli anni della discrezione, d'essere, in quella società, come un vaso di terra cotta, costretto a viaggiar in compagnia di molti vasi di ferro. »

E di lui, uomo codardo, pigro e schivo, che si sottrae davanti ai pur minimi problemi della vita, racconta che:

« ...proseguiva il suo cammino, guardando a terra e buttando con un piede verso il muro i ciottoli che facevano d'inciampo nel sentiero... egli, continuò a leggere tratti del suo salmo e si fermava... dopo alcuni tratti egli si fermava e lo leggeva»

Poi incontrò i bravi di Don Rodrigo che all'orecchio, ma in tono solenne di comando,gli dissero :

« Or bene,questo matrimonio non s'ha da fare, né domani, né mai." »

Così riferendosi alla discarica di lago alcuni aiellesi dicono: “Questa discarica non s’ha da fare, né domani, né mai”

Ecco il loro comunicato stampa:

“Desta sempre più preoccupazione tra la popolazione aiellese la realizzazione della discarica all’interno del Comune di Lago, ma territorialmente più vicina alla nostra comunità, che diventa sempre più imminente. In località Giani, lo ricordiamo, sarà realizzata una discarica enorme si circa 400000 mc. Per tale ragione, nel corso dell’ultimo consiglio comunale ci siamo fatti portavoce di questo clima di forte angoscia che attraversa i nostri concittadini,- giustificato dal fatto che ormai è chiaro tra la comunità scientifica che la presenza di una discarica aumenterebbe i fattori di rischio per la salute-, chiedendo al primo cittadino di lavorare insieme affinchè la discarica non si faccia.

Siamo sempre più convinti del fatto, che in un territorio già violentato dal punto di vista ambientale e balzato più volte alla cronaca nazionale per la questione della vallata dell’Oliva, la presenza di una discarica peggiorerebbe una situazione già precaria per la salute delle popolazioni residenti.

Non siamo rimasti soddisfatti invece dalla risposta del primo cittadino, il quale al nostro invito ha risposto che avrebbe dovuto approfondire la situazione. Non è accettabile che, dal momento che la discarica territorialmente è vicinissima al nostro comune, dopo due anni di dibattiti sulla vicenda, il Sindaco di Aiello Calabro non si sia ancora documentato sullo stato della cosa, verificando in maniera oculata se la presenza della discarica potesse costituire un pericolo per la salute dei propri concittadini. Per l’ennesima volta questa amministrazione dimostra di avere una scarsa considerazione dei temi che riguardano l’ambiente e la sua tutela e di conseguenza della salute dei cittadini.

Ci auguriamo che le altre forze politiche presenti sul territorio, insieme alle associazioni, cui va il nostro plauso incondizionato per il lavoro che stanno facendo, ed ai cittadini si adoperino per evitare che il nostro territorio subisca l’ennesima violenza”.

Non solo don Abbondio, ma ci ritornano alla mente anche gli “untori”, cioè i diffusori della peste.

Alla fine degli anni Venti del Seicento la Lombardia fu sconvolta da un'epidemia di peste, che causò tra la popolazione moltissime morti. La credenza popolare man mano diffusa attribuì l'origine della 'strage' alle unzioni, opera di uomini, gli untori, che avrebbero propalato il contagio ungendo le case dei milanesi con particolari misture velenose, capaci di provocare la peste. Si identificano i presunti colpevoli di una simile nefandezza e si giunge a un processo che, celebrato nel 1630 secondo le peculiarità del processo di diritto comune di tipo inquisitorio, fondato sul sistema delle prove legali, vede il largo impiego delle testimonianze e insieme il loro uso 'deviante' per raggiungere comunque una verità processuale. Si analizzano perciò nel saggio le testimonianze raccolte, conservate fino a noi dalle fonti dell'epoca e oggetto delle ricostruzioni delle settecentesche 'Osservazioni sulla tortura', dovute alla penna di Pietro Verri, e dell'ottocentesca Storia della colonna infame di Alessandro Manzoni: è facile rilevarne la loro sostanza non probante secondo canoni moderni e insieme il loro effetto devastante ai fini delle condanne capitali poi eseguite, tristemente note e ricordate nei secoli ai milanesi dal monumento della Colonna infame.

Uomini giustiziati sulla base di credenze popolari che il tempo sconfessò totalmente.

Già ma come sconfessare le credenze popolari? Come dare saggezza e cultura al popolo?

Ci sovviene ancora una volta un grande, Dante Alighieri quando nel suo canto XXVI dell’Inferno tratta dei condottieri e politici orditori di frode ossia di coloro che non agirono con le armi e con il coraggio personale ma con l'acutezza spregiudicata dell'ingegno.

Considerate la vostra semenza:

fatti non foste a viver come bruti,

ma per seguir virtute e canoscenza". »

Un inseguimento inutile se ancora oggi si suggerisce come soluzione quella di gettare la spazzatura di Aiello lontano da Aiello , magari nel letto del fiume di Oliva!.

E questo perché la spazzatura è pericolosa per la salute degli Aiellesi.

Già ! Tutti gli altri che ricevono la detta spazzatura possono anche morire!

Ah, complimenti a Fenice Bossio!

Pubblicato in Basso Tirreno
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