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Dopo tantissimi anni finalmente i nostri giornalisti della carta stampata scoprono che l’On. Pierferdinando Casini di Bologna è un compagno comunista.

Non dicono più : Turatevi il naso e votate democrazia cristiana, ma turatevi il naso e votate Pd perché all’ombra di quel simbolo c’è Pierferdinando Casini, ex democristiano, ex Presidente della Camera, ex Pupillo di Bisaglia, ex di Martinazzoli, ex alleato di Berlusconi, ex di tutti e di nessuno. Bella sorpresa direbbe qualcuno.

Sapevamo già tutto di questo personaggio che pur di arrivare ad occupare la comoda poltrona in Parlamento tradirebbe anche sua madre.

Il grande Totò direbbe: - Ma mi faccia il piacere -.

Per me Pierferdi è stato sempre un comunista solo che per tutta la sua lunga vita parlamentare ha saputo bluffare, ha saputo ben nascondere i suoi veri ideali pur restando all’ombra dello scudo crociato.

Fingeva di essere un cattolico, ma poi faceva cosa che i veri cattolici non fanno.

Ora, per le elezioni del prossimo 4 marzo, è candidato nella sua Bologna, non più all’ombra dello scudo crociato e della democrazia cristiana, ma all’ombra del vecchio e glorioso Partito Comunista Italiano.

Lo abbiamo visto l’altro giorno in una storica sezione del PCI all’ombra non più della croce di Cristo ma all’ombra dei leader storici del PCI: Gramsci, Togliatti, Di Vittorio e di Matteotti, il leader socialista fatto assassinare dalle squadracce fasciste di Mussolini nel 1924.

Ora, anno 2018, Pierferdi è tornato definitivamente a casa, infatti così lui ha detto:-Qui mi sento a casa mia -.

E mentre sfoglio i libri di Giovanni Guareschi mi vengono alla mente le lotte che si svolgevano nella Bassa tra Don Camillo e Peppone.

Chissà cosa avrebbe scritto il grande Giovannino nel vedere la faccia sorridente di quel vecchio falso canuto democristiano di una volta in compagnia del segretario del Pd Matteo Renzi nella casa del Popolo Corazza di Bologna, la sede più rossa della rossa Bologna frequentata da vecchi integerrimi compagni comunisti, tra i militanti più rossi d’Italia.

Pierferdi il democristiano non ha provato nessun imbarazzo e vergogna a farsi fotografare in quel luogo sacro. Ha rivendicato con orgoglio:- Mi sento a casa mia -. Dunque per tutta la vita ha mentito, ha preso in giro gli elettori, ha finto di aver voluto difendere gli ideali del Partito della Democrazia Cristiana,la chiesa,la religione cattolica, la famiglia, la Patria, la Nato, l’alleanza con l’America.

In cuor suo aspettava la venuta di Baffone anche in Italia come in Ungheria, la Polonia, la Cecoslovacchia. E noi tutti in coro come pecore belanti:- In Cecoslovacchia comanda Baffone e adesso che pacchia c’è il pane a razione – Questo personaggio per tutta la vita si è servito della Croce di Cristo per avere voti e avere un posto sicuro in Parlamento. Ora finalmente si è scoperto chi veramente è.

Ha buttato giù la maschera.

Ha abbracciato senza vergogna la falce e il martello. Chissà cosa diranno i vecchi amici democristiani e i vecchi compagni comunisti.

Si è avverata la vecchia profezia:- Non moriranno democristiani -.

di Francesco Gagliardi

Pubblicato in Italia

Il 30 Novembre 2012 così twittava Matteo Renzi, allora Sindaco di Firenze, che era in lizza per le primarie del suo partito:- Se vince Renzi, no a Casini-.

Da allora sono passati alcuni anni, tanta acqua è passata sotto i ponti e l’imbonitore di Rignano sull’Arno ha rinnegato tutto.

Non solo ha detto sì a Casini, ma nelle prossime elezioni politiche del 4 marzo lo candiderà nella lista del Pd nella rossa Bologna sfidando le ire della base comunista, quella che non ha mai votato Democrazia Cristiana.

Se fosse ancora vivo il grande giornalista Indro Montanelli che nelle elezioni politiche invitava gli elettori a votare Democrazia Cristiana turandosi il naso cosa direbbe oggi?

Turatevi non soltanto il naso, ma tappatevi le orecchie, chiudete la bocca e senza fiatare mettete la croce sul simbolo del Pd e date il vostro voto di preferenza al democristiano Pierferdinando Casini. Casini chi?

Ma quello che per anni, da democristiano, ha combattuto il comunismo e invitava gli elettori della sua Bologna a mettere una croce sulla Croce, perché quel partito difendeva la religione cristiana.

E oggi?

Le cose sono cambiate. Non c’è più il Comunismo. E’ stato sconfitto dalla storia.

E i Comunisti? Scomparsi. C’è rimasto soltanto l’On. Rizzo.

Ed ora, come un buon napoletano, cantiamo in coro:- Scordammoce ‘o passato, simo ‘e Napule paisà -.

Il guaio è che l’On. Casini non è di Napoli, è della rossa Bologna.

Quindi gli elettori del Pd, Pds, Ds, PCI non potranno dimenticare chi per 50 anni li ha combattuti. Casini candidato del Pd? Non mi stupisce affatto. Sapete perché? P

erché Casini come gli altri Deputati e Senatori confluiti negli anni nel Pd non sono stati veri democratici cristiani.

Erano catto comunisti e comunisti sono rimasti. Quindi non mi scandalizzo affatto anche perché il Pd di Renzi mi pare abbia fatto in questi ultimi anni scelte non esattamente di sinistra, tanto è vero che Bersani, D’Alema, Grasso hanno lasciato il Pd e fondato un altro partito.

Ma la corsa e la candidatura di Casini a Bologna sotto l’egida del Pd continua a tenere banco anche perché i suoi avversari saranno Bersani ed Errani, due nomi illustri dell’ex PCI.

I vecchi esponenti dell’ex PCI non si fidano di questo voltagabbana, di questo uomo politico di lungo corso che spesse volte ha sputato nel piatto dove mangiava.

Ma, sono convinto, che all’ultimo lo voteranno, eccome! Come votarono alcuni anni fa Di Pietro nelle elezioni politiche supplitive in un collegio senatoriale della Toscana 3 (Mugello).

Preferirono Di Pietro al posto di Giuliano Ferrara e al mitico Direttore del TG3 “Kojak” Curzi.

Gli elettori ex comunisti obbediscono ai loro segretari e mandano giù tutti i bocconi amari che il partito dice loro di ingoiare.

Ndr: Nella foto in basso Casini sembra dire “ Signore , fammi votare sennò non mi si fila più nessuno!”

Non sappiamo se si rivolge  Renzi od al Dio dei politici che vogliono sopravvvere ad ogni costo perchè si ritengono indispensabili per la fine della nostra Italia

Pubblicato in Italia

LUIGI DI MAIO (Vicepresidente della Camera)

(Da Il Garantista) «Classe politica diabolica e infame, non più credibile sulla lotta alla 'ndrangheta».23 novembre.

 

PIERFERDINANDO CASINI(Presidente della commissione Affari esteri del Senato)

A Catanzaro: «Renzi finora ha fatto bene, per il Sud si può fare di più».23 novembre

MIMMO TALLINI(Consigliere regionale)

 

«Buon compleanno, governatore. Per chi non se ne fosse accorto, è passato un anno dall'elezione di Mario Oliverio a presidente della Regione Calabria. Oggi, lunedì 23 novembre, soffierà la candelina. È stato un anno ricco di soddisfazioni e di successi per l'uomo solo al comando che aveva promesso di rivoluzionare il mondo. Sono talmente tanti i risultati ottenuti grazie al suo dinamismo che riesce perfino difficile elencarli».23 novembre

FRANCO SERGIO (Consigliere regionale della maggioranza)

L'azione politica del centrosinistra «deve basarsi sul coinvolgimento di tutte le componenti, mediante un dialogo e confronto continuo, evitando i rischi del solipsismo istituzionale, superando anche la convinzione di un governo monocolore piuttosto che di coalizione. Anche perché i risultati fin qui registrati non sono esaltanti». 23 novembre

(da Il Corriere della Calabria 29 novembre 2015)



Pubblicato in Cronaca

Al povero Troisi forse si accapponerà la pelle se dovesse leggere questo titolo che gioca un po’ sul suo meraviglioso “Ricomincio da tre”.

Ma forse se ricordate quel bellissimo dialogo tra Troisi e Lello Arena vedrete che sposa benissimo la drammatica situazione di Casini:

« Troisi: Chell ch’è stato è stato... basta, ricomincio da tre...
Arena: Da zero!...
Troisi: Eh?...
Arena: Da zero: ricomincio da zero.
Troisi: Nossignore, ricomincio da... cioè... tre cose me so' riuscite dint'a vita, pecché aggia perdere pure chest? Aggia ricomincià da zero? Da tre! »

Ma se l’UDC è solo in Calabria, allora forse è corretto dire che “ ricomincio da t…e” .

Da questa Calabria che grazie a Scopelliti che ha ceduto un pezzo di potere all’UDC, rispettando il patto d’onore e cedendo quanto doveva cedere, resta la sola finestra per la Unione di centro, ex casiniana e cesiana.

Certo, ora solo Casini ed il suo solido rapporto con i Trematerra, perché Cesa, in Calabria, non è che sia ben visto dopo che ha “ fregato” (ci veniva in mente anche una parola alla Troisi” fottuto” ) Roberto Occhiuto.

Tanto più che ormai di Casini chi ne parla più? (Ed allora ecco la foto di Troisi che chiede un passaggio come Casini)

Ed allora ecco che l’UDC “sposa” morganaticamente la Calabria e di nuovo Occhiuto, pronto come già successo a non accreditarlo nell’asse ereditario( di Cesa il mondo è pieno e Casini non è meno Cesa di Cesa!)

Un matrimonio che serve , comunque, a consolidare il bilancio dell’UDC a dargli quella credibilità che dopo la vicenda di Monti, sia ieri che oggi, non ha più( in Calabria diremmo “ca un tene chiù cridenza”

Che poi Casini venga a Cosenza con il suo abito da priore generale della Confraternita uddiccina per celebrare con Roberto Occhiuto il “nuovo corso”, come dicono alcuni giornali molti prossimi ( stavo dicendo dipendenti) a quella politica che avendone bisogna sa colme ingraziarseli, non appare credibile ad alcuni.

Tutti hanno capito ( e la vicenda delle dimissioni di Mario Monti è li a provarlo) che l’UDC dopo essersi lavata( o “pittata”) la faccia( non le mani , certamente) intender avviarsi verso l’area del PPE nella quale entrerà anche il PDL e parte del PD-L in quello che si intravvede essere il grande porto nel quale confluiranno tutte le imbarcazioni politiche alla deriva, quelle malmesse e non più capaci di navigare autonomamente, per giungere a formare un equipaggio a parata, non per far viaggiare la nave Italia ma solo per salvarsi su di essa quando fra breve l’Italia si inabisserà.

E purtroppo non potremmo essere sulla banchina ad assistere al loro inabissamento se non riusciremo noi stessi prima a farli salire di forza sulla nave.

Di chi parlo? Della intera classe politica calabrese ( senza tante eccezioni, per favore) , di tutti i mass media al loro soldo, di tutte le mafie garantite da questo terribile “ sistema calabria” che spoglia il nostro oggi ed uccide il futuro dei nostri figli!

Pubblicato in Calabria

Si è svolto a Roma un vertice tra Cesa, Casini e Trematerra.

Dal vertice è uscito il nome di Occhiuto quale assessore per la regione Calabria.

Resta fuori il capogruppo del partito in consiglio regionale Alfonso Dattolo che era dato da tutti come il futuro assessore dell’UDC. Gli restano solo le parole di elogio per quanto fatto finora.

Ora però questa scelta crea grossi problemi a Scopelliti.

Fino a stamattina venivano dati per certi come nuovi assessori l'ex sindaco di Reggio Calabria Demetrio Arena, la presidente della provincia di Catanzaro Wanda Ferro e l’ex onorevole Giovanni Dima.

Il problema era, ed è, che lo Statuto dice che la giunta regionale può avere al massimo quattro assessori “esterni”ed in giunta ce ne sono già tre (Antonella Stasi, Giacomo Mancini e Mario Caligiuri).

Praticamente a bocce ferme ( se restano, cioè, Stasi, Mancini e Caligiuri)c’è spazio SOLO per OCCHIUTO e pertanto resterebbero fuori sia Arena, che la ferro che Dima.

Ma sembra molto difficile. Soprattutto per Arena.

Ma se Arena deve, come sembra entrare, ad ogni costo, allora deve uscire uno dei tre assessori esterni. Si fa con forza il nome di Caligiuri, anche perché non ha certamente fatto una bella figura alle recenti elezioni politiche.

Ma fermo restando qualche capro espiatorio resta comunque il problema di Dima, vittima del Porcellum, e per il quale insistono da Roma

In questo modo però Cosenza avrebbe 4 assessori , cioè Pino Gentile, Michele Trematerra, Occhiuto e Mancini.

E resterebbe fuori Wanda Ferro la cui carica starebbe per scadere e che vanterebbe il posto del sacrificando catanzarese Caligiuri. Difficile, quindi, che la giunta si disequilibri a favore di Cosenza

Tanto più che dopo le dimissioni di Francescantonio Stillitani, Vibo è rimasta senza rappresentanza e sia Nazzareno Salerno che Alfonso Grillo, rispettivamente coordinatore e vicecoordinatore del Pdl vibonese, hanno fatto sapere di essere interessati ad avere un ruolo nella giunta che verrà ridisegnata.

Insomma la questione non è semplice. Vedremo

Pubblicato in Italia

“La notte porta consiglio”, dice il vecchio adagio, nato quando non si sapeva che davvero di notte il cervello umano trova spesso risposta ai problemi irrisolti ( ovviamente se uno ha un cervello!).

E di consiglio ha certamente bisogno l’UDC in Calabria.

Già l’esclusione di Mario Tassone ha creato problemi ( vedi querelle con Occhiuto sui mancati voti al partito e sulla mancata elezione in parlamento dello stesso Occhiuto) che potranno essere sanati, forse, o con le prossime elezioni, ma subordinatamente all’allontanamento da Monti, o con una nuova direzione dell’ex partito di Casini ( che resta in doveroso silenzio)

Ora resta da sciogliere il problema di Occhiuto. Un problema ingombrante. Che cosa far fare a questo giovane rampante dell’UDC?

Un tempo, se fossimo al tempo della DC e del suo manuale Cencelli( ma sarà vero che sono sparite entrambi in Calabria?) la questione sarebbe stata risolta in base al peso specifico della persona. Ma oggi?

Oggi dopo la esclusione dal parlamento di Occhiuto, e per evitare che possa disperdersi qualsivoglia “capitale elettorale” costituisca la forza dell’UDC, è necessario far capire a tutti gli UDDICCINI che il partito non abbandona: MAI!

Quale credito potrebbe avere più l’UDC se abbandonasse le sue migliori espressioni?

Due le possibilità.

La prima è il posto di assessore regionale ( o similare) lasciato libero da Francescantonio Stillitani.

La seconda è un ruolo di rilievo nel partito.

La prima ci sembra più difficile. Intanto perché questo posto è agognato dall'attuale capogruppo del partito in consiglio regionale Alfonso Dattolo che era ed è il candidato designato se Cesa avesse lasciato il posto in parlamento ad Occhiuto.

Tanto più che Occhiuto non fa certo mistero di non amare questo centro destra e soprattutto qusta giunta con Scopelliti.

Una posizione che potrebbe essere stata la vera chiave di lettura della scelta di Cesa.

Tra tanti dubbi una sola cosa sappiamo che se Occhiuto andrà in Giunta , visto il suo inossidabile rapporto con Casini, questo potrebbe lasciar intuire che nell’UDC qualcosa sta cambiando!!

Aspettiamo: in politica la fretta è sempre cattiva consigliera.

Pubblicato in Calabria

Tassone avrebbe voluto l'azzeramento dei vertici dell’UDC e l'avvio di una fase commissariale fino al congresso, ma se alla proposta hanno aderito tutti quegli esponenti del partito contrari alla scelta di consegnarsi anima e corpo a Mario Monti, pur tuttavia ha impaurito e non è stata vincente.

E’ passata, invece, quella di Cesa per il congresso da tenersi il 27 aprile. Un congresso da preparare meticolosamente e sulla base di un assunto imprescindibile reso nella dichiarazione di Cesa:«Nei prossimi giorni possiamo fare tutto, criticarci, discutere, confrontarci anche aspramente. Quello che non possiamo permetterci assolutamente è dividerci. Sappiamo bene che l’1,8% non è un risultato del tutto sincero, noi valiamo molto di più. Quell'1,8% finale che abbiamo raccolto due settimane fa è un risultato che ci sottostima».

Casini non c’è! Casini, il perdente, responsabile di aver drammaticamente sceso il partito a soli otto seggi alla camera e due al Senato, ha inviato un messaggio con il quale dichiara «finita una stagione».

E mentre Cesa cerca “ idee nuove e costruttive” per una nuova “idea politica” di un “nuovo UDC” esce amaro il commento di Tassone: «se fossimo andati da soli alle elezioni» non saremmo qui oggi e così!

Ma c’è anche chi sorride. E’ Roberto Occhiuto al quale Cesa ha dato il via libera per il parlamento. Cesa sceglierà il seggio in Puglia, lasciando libero ad Occhiuto quello calabrese. E Roberto sorride e si limita a dichiarare: «È tutto ok».

D’altro canto il dato elettorale calabrese offerto dalla gestione del potere è rilevante ( solo il nipote di De Mita, peraltro nemmeno eletto, ha fatto meglio in Campania) ed intoccabile.

Per questo sorride anche Scopelliti. E chi toccherà più, ora, questa alleanza in Calabria?

Pubblicato in Alto Tirreno

Ricordate il Barbiere di Siviglia?

Ah, che bel vivere, che bel piacere, che bel piacere, per un “politico” di qualità, di qualità.

Pronto a far tutto, la notte e il giorno, sempre d'intorno in giro sta. Miglior cuccagna per un barbiere vita più nobile no, non si dà .

Tutti mi chiedono, tutti mi vogliono, donne, ragazzi, vecchi, fanciulle: Qua la parrucca. Presto la barba. Qua la sanguigna. Presto il biglietto

Ahimè, ahimè, che furia! Ahimè, che folla! Uno alla volta, per carità , per carità , per carità ,

Figaro quà, Figaro la ,Figaro su, Figaro giù

Pronto prontissimo. Son come il fulmine, sono il factotum della “nazion”, della “nazion”,

Di chi parliamo? Ma di Figaro!

Che cosa pensavate che stessimo parlando di quei politici che sono candidati in 5 regioni, come occorso, per esempio a “Pierferdi” Casini, che è candidato capolista con la lista Monti, nientemeno,che nel Lazio, in Campania, in Basilicata, in Calabria ed in Sicilia. Oh, no! Non pensate che in queste regioni mancassero i candidati da mettere capolista, affatto! Chissà quanti avrebbero cercato, voluto e gioito ad essere capolista, ma no! Se Casini sarà eletto in più regioni , in questo modo potrà scegliere chi far salire chi vorrà( i più fedeli) al Senato conservando per lui ( e magari parenti se non eletti) un solo o più posti. Tutto in famiglia, cioè!

 

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Vi presentiamo, regione per regione, i primi 4 candidati della lista di Monti (+ Casini e Fini).

PIEMONTE - Andrea Olivero, Gianluca Susta, Gianluigi Magri e Piero Garrione . –

LOMBARDIA - Gabriele Albertini, Pietro Ichino, Mario Mauro, Benedetto Della Vedova.

VENETO - Giampiero Dalla Zuanna, Antonio De Poli, Fabio Gava, Maurizio Fistarolla. –

FVG - Alessandro Maran, Roberto Molinaro, Maria Pia Fantini, Leonardo Zappalà. –

LIGURIA - Maurizio Rossi, Maria Rosa Biggi, Emanuele Remondini, Stefania Morasso. –

EMILIA ROMAGNA - Luigi Marino, Mauro Libè, Giuliano Cazzola, Raimondo Soragni.

TOSCANA - Pietro Ichino, Stefania Giannini, Nedo Lorenzo Poli, Alessio De Giorgi. –

UMBRIA - Linda Lanzillotta, Maurizio Ronconi, Sonia Massobrio, Otello Numerini. –

MARCHE - Maria Paola Merloni, Antonella Malaspina, Andrea Ugolini, Walter Eusebi. –

LAZIO - Pier Ferdinando Casini, Giulia Bongiorno, Enzo Moavero, Roberto Rao.

ABRUZZO - Nicoletta Verì, Elena Seller, Annamaria Cianci, Rocco Paolini. –

MOLISE - Franco Giorgio Marinelli e Michele Cocomazzi. –

CAMPANIA - Pier Ferdinando Casini, Lucio Romano, Mario Giro, Nunzio Francesco Testa.

PUGLIA - Angela D'Onghia, Salvatore Ruggeri, Domenico Claudio Pannoli. –

BASILICATA - Pier Ferdinando Casini, Tito Di Maggio, Gregorio Francesco Bronzino, Pasquale Di Lorenzo. –

CALABRIA - Pier Ferdinando Casini, Michele Trematerra, Katia Stancato, Antonio Gregorio Montagnese. –

SICILIA - Pier Ferdinando Casini, Rosario Sidoti, Benedetto Adragna, Mario Baldassarri.

SARDEGNA - Mario Sechi, Liliana Lorettu, Attilio Maria Antonio Dedoni, Antonio Mura.

 

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