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L’Amaro addio del Sen. Pietro Grasso dal P.D. di Francesco Gagliardi

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Il Senatore Pietro Grasso nonché Presidente del Senato della Repubblica della XVII Legislatura spara a zero contro il suo partito, il Partito Democratico di Renzi e Gentiloni per intenderci, e dice che se lui non avesse ricoperto la seconda carica dello Stato, cioè la Presidenza del Senato, non avrebbe votato la nuova legge elettorale né tantomeno data la fiducia al Governo Gentiloni.

Politicamente e umanamente la misura è colma e abbandona, perciò, il partito che lo ha fatto eleggere Senatore e poi Presidente del Senato con l’aiutino di una quindicina di Senatori del Movimento 5 Stelle.

E dove è andato a finire?

Nel Gruppo Misto, rifugio di tutti i voltagabbana.

Ma poiché la misura era colma e l’ennesima fiducia del Governo Gentiloni è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché non si è dimesso prima della votazione anche da Presidente del Senato?

Gli fa comodo restare nella comodissima poltrona che occupa non per meriti propri.

Ma chi lo ha messo in quel posto così prestigioso?

Posto occupato prima di lui da uomini politici davvero in gamba e molto preparati, onore e vanto dell’Italia repubblicana: Paratore, Merzagora, Bonomi, De Nicola, Malagodi, Fanfani, Spadolini, Cossiga.

Il Partito Democratico naturalmente.

E ora, a pochi mesi dallo scioglimento delle Camere, Grasso sbatte la porta in faccia al PD e abbandona i suoi amici fedeli e sputa nel piatto dove fino ad ieri ha lautamente mangiato.

Bella riconoscenza.

Bella ricompensa.

Ben gli sta al Pd e ai suoi dirigenti.

Lo hanno imbarcato per opportunismo ed ora se ne va.

Ma forse ha capito qualcosa.

Con molta probabilità Renzi non lo avrebbe ricandidato senatore alle prossime elezioni politiche e allora lui, molto lungimirante, cercherà di accasarsi con la sinistra per ottenere ancora un’altra volta un posticino al Senato.

Benvenuto fra di noi, esultano Bersani, D’Alema e Co.

O forse avendo avuto la sensazione che il suo partito alle prossime elezioni politiche avrebbe potuto prendere una sonora batosta ora scappa come un topo dalla nave che affonda.

I voltagabbana, i traditori, non si trovano soltanto nel partito di Berlusconi, ma albergano anche in altri partiti politici.

Grasso, però, insisto, avrebbe fatto più bella figura se si fosse dimesso almeno da Presidente del Senato.

Ma in Italia, purtroppo, i nostri Parlamentarti e i nostri governanti non conoscono la parola “Dimissioni”.

La aborriscono.

La danno soltanto i grandi e veri uomini.

Perciò le motivazioni della scelta del Presidente Grasso di lasciare il gruppo Pd non mi hanno convinto.

E’ contro il voto di fiducia?

Ma quanti voti di fiducia abbiamo avuto in Parlamento con Monti, Letta, Renzi e Gentiloni?

Tantissimi.

Perché è stato zitto fino ad ieri?

Per convenienza?

Ma non era lui che ogni giorno ci ha rotto i timpani per non dire una mala parola quando se la prendeva con quelli che cambiavano casacca e che intendeva riformare i regolamenti?

Certo che era lui.

Appresa la notizia delle sue dimissioni dal partito mi sono messo a piangere.

Grave perdita di un uomo che ha fatto tanto per l’Italia e per la nostra Calabria.

Stasera inizierò lo sciopero della fame e della sete per questa notizia davvero devastante.

Fuori il Senatore Pietro Grasso dalla maggioranza parlamentare che appoggiava il Governo Gentiloni e dentro il Senatore Denis Verdini, il fuoriuscito dal partito di Berlusconi.

E tutto alla luce del sole e nello stesso tempo.

Bella conquista parlamentare!

Andiamo proprio bene.

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