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Ci risiamo, continuano i maxi furti notturni di gasolio ad automezzi nel Comune di Amantea.

 

Triste risveglio, la scorsa mattina, per i conducenti e gli operai Comunali, prosciugati, nella scorsa notte, i serbatoi di 6mezzi comunali, parcheggiati davanti l’ex ufficio del Giudice di Pace di Amantea, divenuto ora parco e magazzino automezzi comunali.

Complessivamente sono stati rubati circa 300 litri di gasolio.

 

La scoperta è stata fatta solo la scorsa mattina verso le 6 quando gli addetti comunali si sono recati sul posto di lavoro per iniziare la loro attività lavorativa quotidiana.

Sul posto sono arrivati gli agenti della Caserma dei Carabinieri di Amantea che hanno raccolto le denunce e avviato le indagini.

 

Indaga comunque anche la Procura della Repubblica di Paola e la Polizia Municipale, detentrice quest’ultima pare di filmati di telecamere di sorveglianza che potrebbero portare a nuovi sviluppi.

Pare, inoltre, che la squadra di ladri adoperi un'attrezzatura idonea ad aspirare dai serbatoi il gasolio in maniera professionale.

 

I Carabinieri della Stazione di Amantea, coadiuvati dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Paola, su autorizzazione del PM. titolare dell’indagine, pare abbiano installato telecamere nascoste all’interno del deposito allo scopo di riprendere con certezza le persone ed il momento esatto di sottrazione del gasolio dai serbatoi.

 

Certo che il responsabile tecnico del servizio manutentivo del Comune di Amantea dovrebbe far chiudere tutta l’aria di pertinenza dell’ex giudice di pace, che presenta grosse lacune, oltre che dotare l’apposita area di cancello automatico e portone in ferro chiuso con lucchetto di rinforzo al fine di prevenire ulteriori simili eventi.

 

Gli inquirenti pare comunque siano sulla pista giusta ed abbiano già individuato dei soggetti che hanno una strana disponibilità di carburante atta alla vendita.

Vi faremo sapere su ulteriori sviluppi.

 

 

Pubblicato in Cronaca

Il ministero della Giustizia, su istanza del Comune, ha ripristinato l’Ufficio del Giudice di Pace che era stato soppresso e accorpato ad un altro a seguito della revisione della geografia giudiziaria in Calabria.

 

Immediata la reazione positiva del sindaco il quale ha dichiarato : “Sono estremamente soddisfatto per il risultato ottenuto, pur tra notevoli difficoltà di ogni ordine, soprattutto con riferimento al nostro personale comunale, notevolmente sottodimensionato.

 

Ma mantenere il Presidio ha costituito, per noi, una priorità.

Il Presidio del Giudice di Pace credo allevierà tale situazione e costituirà valido punto di riferimento per i cittadini, avvocati, tecnici e professionisti, i quali non dovranno più recarsi fuori zona per questioni di Giustizia attinenti la competenza del Giudice di Pace.

E’ doveroso, pertanto, ringraziare non solo il vice sindaco per avere seguito personalmente e direttamente tutto l’iter procedurale in uno con il referente comunale e il responsabile del settore Affari generali , ma anche e soprattutto i dipendenti comunali che si sono offerti, ciascuno con le rispettive qualifiche richieste dal ministero, a ricoprire i posti e le mansioni previste, partecipando con profitto al prescritto corso di formazione, garantendo, così, il conseguimento dell’ambito risultato che si unisce a quello dello Sportello di Giustizia”.

Il mantenimento delle strutture come è noto è da tempo a carico dei Comuni.

 

In prima battuta il Comune a causa del mancato reperimento di personale disponibile ad essere distaccato, non aveva partecipato alla manifestazione di interesse.

L'intervento si è avuto in seconda battuta con la riapertura dei termini.

Si attende, ora, di conoscere i nominativi dei tre Giudici che saranno designati dal Consiglio superiore della magistratura e che prenderanno possesso della sede.

In quella occasione, l’Amministrazione comunale inaugurerà ufficialmente il nuovo Presidio di Giustizia.

Nessuna paura , non è successo ad Amantea , ma a Corigliano.

Leggiamo che una dipendente del comune di Belmonte Calabro, la dottoressa Bruno Ida, con delibera di giunta n 90 del 28 dicembre 2015, è stata confermata in comando presso l’ufficio del giudice di pace di Paola.

 

Nella delibera si legge che il presidente del tribunale di Paola con nota n 1849 del 27.11.2015 ha chiesto di prorogare l’impiego della nominata presso l’ufficio del giudice di Paola.

E così la giunta di Belmonte Calabro ha prorogato il comando della sunnominata.

Si legge, poi, nella delibera che l’onere per la utilizzazione del personale in comando grava per intero sull’amministrazione utilizzatrice e nella fattispecie il ministero di giustizia

 

Non solo ma la delibera dispone che l’amministrazione di destinazione dovrà assumere formale atto di assunzione degli oneri economici dandone formale comunicazione al comune di Belmonte Calabro.

In sostanza l’immobile era di proprietà dello stato e quindi non costava nulla ai comuni

Il personale era in parte dipendente del ministero di Giustizia e quindi non costava nulla ai comuni Il personale a comando come la dottoressa Bruno grava sul ministero di Giustizia

 

Ma allora ai comuni (a tutti i comuni) sarebbe gravato solo l’onere della pulizia e di un po’ di energia elettrica?

E per questi oneri Amantea ha perso l’ultimo ufficio pubblico? Ci sembra inverosimile, per non dire di più!

Pubblicato in Cronaca

Il 27 novembre 2013 notiziavamo che “Amantea perde l’ultimo ufficio statale” E ci chiedevamo chi dovessimo ringraziare.

 

Ricordavamo ancora che restavano 34 sedi di Giudici di Pace tra cui comuni anche piccolissimi come Campana 1916 abitanti, San Sosti 2169 abitanti, Borgia 7521 abitanti, Bianco con 4212 abitanti, Caulonia con 7060 abitanti, Stilo con 2654 abitanti, Cinquefrondi con 6453 abitanti, eccetera, e che erano pochissime le vecchie sedi che avrebbero chiuso solo perché i comuni non avevano fatto domanda. Tra questi Amantea che pure ha una sede specifica.

 

Ovviamente ci chiedevamo :”Chi dobbiamo ringraziare se Amantea perde questo ultimo ufficio statale? “ E perché nemmeno gli avvocati protestassero.

Ora il quadro è cambiato. Sul tirreno c’erano le sedi di Scalea, Belvedere Marittimo, Cetraro, Paola ed Amantea.

Poi il decreto del 10 novembre 2014 ha lasciato aperto soltanto l'ufficio del giudice di pace di Paola sopprimendo tutti gli altri.

A Scalea ,però, grazie all'intervento dei sindaci dei Comuni interessati è stato man tenuto aperto l’ufficio. I dieci i comuni di: Aieta, Grisolia, Orsomarso, Praia a Mare, Santa Domenica Talao, Santa Maria del Cedro, San Nicola Arcella, Tortora, Verbicaro e Scalea garantiranno la sede , la pulizia ed i tre dipendenti ( due per 36 ore settimanali e uno per 18)

Ed il 3 luglio i comuni di Belvedere Marittimo, Buonvicino, Bonifati, Maierà, Diamante e Sangineto tenteranno di riaprire l’Ufficio del giudice di pace.

La legge milleproroghe ha previsto, infatti, per i Comuni l' opportunità di chiedere, entro il 31 luglio, la riapertura degli Uffici del giudice di pace soppressi.

Perché non salvare l’ultimo ufficio statale di Amantea chiamando a concorrere alle spese i comuni di Aiello Calabro, Cleto, Serra d’Aiello, San Pietro in Amantea, Lago, Belmonte Calabro, Longobardi e Fiumefreddo Bruzio ed approfittando che non ci sono nemmeno costi di fitto visto che la sede è statale e va solo manutenzionata ?

Lo chiediamo ai politici di maggioranza e di minoranza, sospettando che non avremo risposta.

Forse perché……

E poi, perché non provare? Vi immaginate che bel “Film movie” ci verrebbe alla inaugurazione?

Roma. Filippo P., ha 34 anni e disoccupato, moglie e figlio di 4 anni da mantenere

E’ sul lastrico

È dal 2010 che non lavora. Con la crisi ha perso anche l’ultimo lavoro precario

Due settimane fa ruba del pane, del latte ed una confezione di prosciutto; quanto basta per sfamare la famiglia

Viene arrestato, processato per direttissima e condannato a cinque mesi con la condizionale, e liberato con l'obbligo di firma.

Nei giorni scorsi va al Conad di Corso Francia.

Viene sorpreso con sotto i vestiti una fetta di carne, un pezzo di formaggio ed una bottiglia d’olio.

Il giudice dell'ottava sezione penale, Fabio Mostarda, pur comprendendo il dramma personale dell'imputato, non può far altro che confermare l’arresto e dispone la custodia cautelare in carcere. Filippo, difeso dall'avvocato Gianluca Arrighi, patteggia una condanna a 6 mesi di reclusione.

Pubblicato in Italia

Che c’entra vi starete chiedendo il Giudice di Pace con la marmellata di more? Niente, chiariamo tutto per evitare equivoci. Niente inciuci.

Stiamo solo osservando che l’abbandono dell’area dello stabile dell’ex pretura, poi ufficio del Giudice di pace è in uno stato di incredibile abbandono. Al punto che davanti alle macchine del personale, tra le stesse ed il muro dell’immobile è facile scorgere rovi che fra breve daranno i loro frutti.( nella foto)

Se saranno abbondanti si potrà dar luogo alla raccolta ed alla produzione di marmellata di more.

Stiamo ipotizzando che se questo immobile oggi sede dell’ufficio del Giudice di pace è in queste condizioni di abbandono e pur frequentato, fra breve appena lo Stato farà mancare ad Amantea questo ultimo ufficio pubblico, potrà diventare una selva di rovi e davvero invece dell’importante ufficio potremo avere un fabbrichetta di marmellata.

Due le preoccupazioni.

La prima e che le canne marine infestanti che sono dall’altro lato possano invadere lo spazio vitale dei rovi( ed ahimè le canne non danno marmellata)

La seconda è che siccome l’ immobile è in condizioni pietose i muri possano crollare seppellendo i rovi.

Speriamo di no!

Pubblicato in Cronaca

L’avvocato Giuseppe Chiofalo cita il Comune di Amantea e la Engineering Tributi spa davanti al Giudice di pace di Amantea per l’annullamento di una ingiunzione al codice della strada.

Il comune si oppone e con delibera di Giunta n6 del 22.1.2013 nomina l’avvocatessa Politano Siberia quale legale di fiducia .

La udienza è fissata per il 2 aprile 2013.

Una udienza molto attesa per via delle notevoli eccezioni avanzate dall’avvocato Chiofalo e delle quali vi riportiamo una breve sintesi

  1. 1)L’art 28 della legge 24 novembre 1981 n. 689 dispone che il “ Il diritto a riscuotere le somme dovute per le violazioni indicate dalla presente legge si prescrive nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stata commessa la violazione. L’interruzione della prescrizione è regolata dalle norme del codice civile." Peraltro la vigenza di tale articolo è perfino richiamata dalla Corte di Cassazione a Sezioni unite con sentenza 9591 del 27 aprile 2006 “ In assenza di altri termini specifici previsti dalla legge 689 del 1981 deve ritenersi che il termine massimo per l’adozione della ordinanza ingiunzione sia quello di 5 anni previsto dall’art 28 delle stessa legge 689 del 1981 decorrenti dal giorno in cui la violazione è stata commessa”. Poiché l a contravvenzione in questione è stata elevata nel 2007 è di tutta evidenza l’intervenuta prescrizione. Sorprende che sia il comune che la Engineering provino a pretendere la sanzione.
  2. 2)La ingiunzione è stata emessa non già dall’ente comune ma da un ente concessionario per la riscossione coattiva delle entrate locali , la Engineering Spa, su incarico ricevuto dal Comune di Amantea ai sensi del RD n 639/1910 e successive modifiche ed integrazioni. Tuttavia tale procedura è assolutamente illegittima perché adottata nella totale inosservanza delle norme di legge. Questa procedura, infatti è costituita dalla legge (Dpr 29 settembre 1973 n 602 e successive modificazioni per la sola riscossione delle imposte sul reddito, delle sanzioni sul mancato versamento delle prime e degli interessi, non anche per le sanzioni amministrative per violazione al Codice della Strada. In particolare vale premettere che l’art 52 del Dlvo 446/97 ha attribuito ai comuni ed alle province la possibilità di disciplinare tramite regolamento le proprie entrate aprendo la strada, negli ultimi anni, alla concessione ad agenzie esterne- a capitale misto o totalmente pubblico- del potere di riscuotere tutti i tributi dell’ente tra cui però sono state fatte rientrare –illegittimamente- anche le sanzioni irrogate per violazioni al Nuovo Codice della strada rimaste insolute. Infatti i comuni che consentono alle suddette società di servirsi della procedura regolata dal RD639/1910 operano in aperto contrasto sia con gli artt 194 e 206 del Dlvo 30 aprile 1992 n 285, che con il dpr 29 settembre 1973 n 602 di cui sopra, i quali sanciscono una chiara riserva di competenza delle amministrazioni da cui dipendono gli organi accertatori ai fini della riscossione delle sanzioni amministrative. Sul punto la Suprema Corte ha più volte ristabilito la inderogabilità dei procedimenti di riscossione per ruolo esattoriale in ambito di sanzioni amministrative( Cassazione Sezioni Unite 14472 del 10.10.2002) chiarendo l’errore interpretativo consistente nel ricondurre le sanzioni amministrative nel novero dei tributi locali ( Consiglio di Stato sezione V, 25 luglio 2006, n 4635). Il legale richiama s tal proposito la sentenza del Giudice di Pisa n 805 del 7 marzo 2007 che ha annullato la ingiunzione di pagamento notificata dalla SEPI concessionaria della riscossione incaricato dal comune di Pisa

Tra le altre ragioni del ricorso l’avvocato Chiofalo contesta la legittimità della notifica rilevando che l’articolo 26 del Dpr 602/1973 stabilisce che la cartella di pagamento deve essere notificata dagli ufficiali della riscossione o da altri soggetti abilitati dal concessionario nelle forme previste dalla legge, oppure previa convenzione tra comune e concessionario, dai messi comunali o dagli agenti della Polizia municipale.

Ovvia la attesa da parte della comunità sulla tematica dei photored anche perché si tratta di una contravvenzione effettuata con le apparecchiature sequestrate dal Pm dr Franco Greco della Procura di Paola e dissequestrate solo dopo la eliminazione delle cause ostative alla loro libra utilizzazione.

Vi informeremo

Pubblicato in Politica
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