BANNER-ALTO2
A+ A A-

Ogni volta che mi fermo per fotografare lo stato di avanzamento dei lavori delle case popolari di via Monte Rosa gli amici che le abitano si avvicinano.

 

 

 

 

Sono sempre speranzosi che un articolo di giornale possa essere la soluzione ad un inaccettabile stato di inedia dei lavori.

E sono loro stessi che mi raccontano le cose .

Per esempio che un operaio è caduto dalla impalcatura.

Che sono arrivati gli ispettori del lavoro i quali hanno verificato sembra, la inadeguatezza del quadro elettrico.

Che la ditta starebbe aspettando che l’Enel dia indicazioni in merito.

Intanto la gente aspetta.

E si lamenta che con queste intense piogge si allaghino le case ed in particolare soffitti e scantinati.

Ma le lamentele più grandi sono che i lavori sono fermi e si debba attendere per i conseguenti impianti di condizionamento.

Ma qualche buona notizia c’è.

Ci è stato riferito che l’ATERP quasi sessant’anni dopo la costruzione stia provvedendo all’accatastamento delle case

Non è una cosa da poco perché senza accatastamento non sarà possibile cedere le case agli utilizzatori

Una cosa , questa, assolutamente logica.

E che tutti aspettano.

A Cosenza in queste ultime settimane si è ritornato a parlare dei famigerati fondi ex Gescal, che dovevano essere destinati alle case popolari e che invece sono stati utilizzati per altro. A Cosenza, come tutti sapete, sono stati “investiti” nella costruzione di un nuovo ecomostro (come se non ne avessimo già abbastanza) ovvero il ponte di Calatrava.

Ma la magistratura sta indagando sui fondi ex Gescal anche in quel di Vibo Valentia e mai come adesso tornano di attualità le notizie che erano state diffuse nel mese di luglio dello scorso anno.

Un ex assessore regionale, un direttore generale della Regione Calabria, un ex commissario dell’Aterp, funzionari ed imprenditori. C’è di tutto nell’elenco dei sedici indagati dell’inchiesta portata avanti dalla Procura di Vibo Valentia a seguito delle articolate indagini messe a punto dalla Guardia di Finanza. Secondo l’accusa sarebbe stato costruito con i fondi ex Gescal a seguito di un bando regionale costruito ad hoc. Da qui il sequestro di beni per un valore complessivo di quasi 800 mila euro.

Il provvedimento è stato notificato all’ex assessore regionale ai Lavori pubbliciGiuseppe Gentile, al direttore generale della Regione Calabria Domenico Pallaria, all’ex commissario dell’Aterp di Vibo Antonino Daffinà, all’imprenditore di Stefanaconi Nazzareno Guastalegname e a quello di San Calogero Antonino Stagno e all’ingegnere Antonio Capristo.

Tra gli indagati figura anche l’ex direttore generale dell’Aterp di Vibo Giuseppe Maria Romano.

I NOMI DEGLI INDAGATI

1) Antonino Daffinà, 56 anni di Vibo Valentia, ex commissario Aterp

2) Nazzareno Guastalegname, 67 anni di Stefanaconi, imprenditore

3) Antonino Stagno, 46 anni di San Calogero, imprenditore

4) Giuseppe Maria Romano, 68 anni di Tropea, ex direttore generale Aterp

5) Emilio Minasi, 64 anni di Cosenza

6) Giuseppe Raffele, 49 anni di Soverato

7) Luciano De Pascali, 59 anni di Vibo

8) Domenico Maria Pallaria, 58 anni di Curinga, direttore generale Regione Calabria

9) Antonio Capristo 58 anni di Rossano

10) Giuseppe Gentile 73 anni di Cosenza, ex assessore regionale

11) Nicola Concetto Barbuto, 70 anni di Vibo

12) Vito Caglioti 76 anni di Soriano Calabro

13) Nicola Bosco 76 anni di Catanzaro

14) Giuseppe Pepe, 71 anni di Vibo Valentia

15) Michele Montagnese, 72 anni di Vibo Valentia

16) Serafino Fiamingo, 41 anni di Zungri

Da Iacchitè

Pubblicato in Calabria

Abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti, falsità ideologica e truffa aggravata i reati ipotizzati. Sotto accusa anche Pino Gentile, attuale vice presidente del Consiglio regionale

Indagini chiuse da parte del pm della Procura di Vibo Valentia, Benedetta Callea, per l’inchiesta sull’acquisto del palazzo dell’Aterp in via Machiavelli a Vibo. Vengono, a vario titolo, ipotizzati i reati di truffa aggravata, abuso d'ufficio in concorso, falsità ideologica e turbativa d'asta. L’avviso di conclusione indagini interessa in totale 16 indagati.

Si tratta di: Giuseppe Gentile, 73 anni, di Cosenza, ex assessore regionale, attuale consigliere regionale di Ncd e vice presidente del Consiglio regionale (in foto); dell’ex commissario dell’Aterp di Vibo Valentia, Antonino Daffinà, 56 anni, di Vibo; del proprietario dell’immobile Nazzareno Guastalegname, 67 anni, imprenditore di Stefanaconi; Giuseppe Maria Romano, 68 anni, di Tropea, ex direttore generale dell'Aterp e già sindaco di Tropea (il quarto in foto); Michele Montagnese, 72 anni, di Vibo Valentia, ex sindaco (il terzo in foto); Antonino Stagno, di San Calogero, imprenditore di 46 anni, socio di Guastalegname nell'acquisto del palazzo poi divenuto sede dell'Aterp; Emilio Minasi, 64 anni, di Cosenza; Luciano De Pascali, 59 anni, di Vibo; Giuseppe Raffele, 49 anni, di Serra San Bruno, ex direttore tecnico dell'Aterp, ex consigliere provinciale e candidato alla presidenza della Provincia di Vibo nel 2014 con Udc/Ncd (indagato per abuso d'ufficio e turbativa d'asta, il quinto in foto in foto); Domenico Pallaria, 58 anni, di Curinga, direttore generale della Regione Calabria (il secondo in foto); 

Antonio Capristo, 58 anni, di Rossano; Nicola Barbuto, 70 anni, di Vibo (ex revisore dei conti dell'Aterp); Serafino Fiamingo, 41 anni, di Zungri; Giuseppe Pepe, 71 anni, di Vibo (ex revisore dei conti dell'Aterp); Nicola Bosco, 76 anni, di Vibo (ex revisore dei conti dell'Aterp); Vito Caglioti, 76 anni, di Soriano Calabro (ex revisore dei conti dell'Aterp). 

L’inchiesta è stata avviata nel 2015 quando la Guardia di finanza - oltre alla documentazione relativa a 32 assunzioni con contratti a progetto - aveva acquisito tutta la documentazione relativa all’acquisto, per la somma di 2 milioni e 800mila euro, della sede in cui sono ubicati gli uffici dell'Aterp. L’edificio era stato acquistato dall’Aterp guidata da Antonino Daffinà (in quota Forza Italia) quando già si sarebbe avuta piena consapevolezza, ad avviso degli investigatori, che la legge regionale numero 24 del 2013 avrebbe di lì a poco soppresso l’Aterp di Vibo Valentia ed accorpato tutte le Aterp provinciali in un’unica azienda regionale. I soldi utilizzati per comprare la nuova sede dell’Aterp di Vibo provengono dal fondo ex Gescal (Gestione case per i lavoratori) che doveva invece servire a ben altri scopi. 

Le singole accuse. Nei confronti degli imprenditori Nazzareno Guastalegname di Stefanaconi ed Antonino Stagno di San Calogero, titolari dell’impresa “DGS srl” (ditta Guastalegname-Stagno), viene ipotizzata l’accusa di concorso in abuso d’ufficio in quanto “non limitandosi alla mera presentazione dell’istanza di partecipazione alla gara (offerta in locazione di immobile) ma agendo – secondo la Procura - in piena collusione con i pubblici ufficiali, avrebbero ottenuto l’ingiusto vantaggio concretizzatosi nella differenza tra il prezzo d’acquisto corrisposto dalla “D.G.S. srl” alla M.p.s. Leasing & Factoring, per tutta l’operazione di leasing, e quanto ottenuto dalla vendita da parte di D.G.S. srl all’Aterp, pari a 798.026,69 euro”.

Giuseppe Maria Romano risponde invece in qualità di direttore dell’Aterp sino al 4 novembre 2011. Secondo l’accusa, l’Aterp prima di ricorrere ad una ricerca di mercato per la scelta della sede avrebbe dovuto preventivamente procedere alla verifica della disponibilità di beni demaniali o patrimoniali della Regione. L'allora direttore dell’Aterp di Vibo avrebbe così – secondo l’accusa – disposto, tramite un avviso pubblico datato 22 settembre 2010, un’indagine di mercato finalizzata alla locazione/acquisto di un immobile da adibire a sede dell’azienda. Allo stesso Romano viene poi contestata l’emissione di una serie di delibere quale quella dell’aggiudicazione provvisoria della gara da parte della società D.G.S. srl, la delibera di approvazione della gara relativa alla locazione ed all’aggiudicazione definitiva in favore della D.G.S. srl. Si contesta a Giuseppe Romano anche di aver “acconsentito alle integrazioni dell’iniziale offerta di locazione (immobile di 466 metri quadri di superficie ad un canone annuo di 45.600,00 euro rispondente alle esigenze dell’ente) giungendo a locare l’intero immobile per una superficie di 828 metri quadri ed 80mila euro di canone annuo”.

Emilio Minasi, Giuseppe Raffele (in foto) e Luciano De Pacali rispondono invece di concorso in abuso d’ufficio in qualità di membri della commissione di gara. Avrebbero omesso, secondo la Procura, di effettuare i dovuti controlli in ordine alla veridicità di quanto dichiarato dalla D.G.S. srl nonché sull’effettivo possesso da parte della medesima società dei requisiti previsti dal bando di gara, non rilevando la mancanza in capo alla società della proprietà dell’immobile offerto in vendita.

Antonino Daffinà viene chiamato in causa quale commissario straordinario dell’Aterp dal novembre 2011 all’aprile 2015. Gli viene contestato di non essersi astenuto dalla procedura di acquisto dell’immobile sede dell’Aterp di via Macchiavelli dalle eredi Cannatelli, prendendo accordi con le proprietarie e concordando con loro il prezzo di acquisto. Vengono poi contestate le procedure dei contratti di locazione dell’immobile ed un certificato di agibilità del palazzo.

Giuseppe Gentile risponde invece quale ex assessore regionale ai Lavori pubblici in concorso con Domenico Pallaria, in qualità di dirigente generale del Dipartimento Lavori pubblici della Regione Calabria. Ad avviso del pm, i due avrebbero violato una serie di norme di legge sui fondi Gescal. In particolare, Pino Gentile – attuale vice presidente del Consiglio regionale della Calabria –  nel 2014 avrebbe proposto alla giunta regionale la modifica della possibilità di utilizzare i fondi Gescal per superare particolari criticità finanziarie nell’ambito di uno specifico “Piano di rientro” capace di giustificare l’utilizzazione transitoria di tali fondi. Sulla delibera in questione, ad avviso degli investigatori, Domenico Pallaria avrebbe dichiarato di aver compiuto l’istruttoria attestandone la regolarità amministrativa “così consentendo lo svincolo dei fondi Gescal destinati invece all’edilizia residenziale e, conseguentemente, il loro utilizzo per l’acquisto della sede dell’Aterp di Vibo. Il tutto – sostiene la Procura – grazie all’induzione in errore della giunta regionale che approvava e sottoscriveva la delibera in oggetto”.

Stessa contestazione viene rivolta ad Antonio Capristo, in qualità di dirigente del Dipartimento Lavori pubblici della Regione, mentre Nicola Bosco, Vito Caglioti, Nicola Barbuto vengono chiamati in causa quali membri del collegio dei revisori dei conti dell’Aterp di Vibo (Barbuto quale presidente, Caglioti e Bosco quali componenti effettivi), nominati per il periodo che va dal 25 marzo 2010 al 5 agosto 2013 con decreto del presidente della giunta regionale. Secondo l’accusa, i componenti del collegio dei revisori dei conti avrebbero omesso di esercitare i loro poteri di controllo su alcune delibere dell’Aterp aventi ad oggetto l’acquisto della sede. Stessa accusa – in relazione però ad altre delibere - anche per Giuseppe Pepe (presidente del collegio dei revisori dei conti) e Michele Montagnese ed ancora Vito Caglioti, nominati revisori dei conti dal 5 agosto 2013 al 5 febbraio 2015. In particolare, a tali ultimi tre indagati viene contestato di aver omesso di vigilare affinchè venissero posti in essere tutti gli adempimenti necessari per l’attuazione del programma di rientro consistente in programmi di investimento indirizzati all’incremento del patrimonio immobiliare utilizzando le economie derivanti dai risparmi annui quantificati in 142.000,00 euro.

Per Serafino Fiamingo, revisore unico dei conti dell’Aterp di Vibo dal 5 febbraio 2015 al 9 maggio 2016, l’accusa è quella di aver omesso di indicare nella relazione sul conto consuntivo dell’esercizio 2014 l’avvenuto acquisto della sede dell’Aterp e l’accensione tra i capitoli di bilancio del debito nei confronti della Regione.

L’aggiudicazione della gara bandita il 22 settembre 2010 dall’Aterp di Vibo per la sede dell’Azienda costa quindi l’accusa di turbata libertà degli incanti a Nazzareno Guastalegname, Antonino Stagno, Giuseppe Maria Romano, Tonino Daffinà, Emilio Minasi, Giuseppe Raffele e Luciano De Pascali.

Altre contestazioni inerenti l’accusa di falso vengono mosse a Domenico Pallaria, Antonino Daffinà, Nazzareno Guastalegname e Antonino Stagno, mentre la contestazione di truffa viene mossa a Giuseppe Gentile, Antonio Capristo, Domenico Pallaria, Antonino Daffinà, Nazzareno Guastalegname e Antonino Stagno.

Tutti gli indagati avranno ora venti giorni di tempo dalla notifica dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari per chiedere al pubblico ministero di essere interrogati o per presentare, attraverso i rispettivi legali, eventuali memorie difensive.

Da Ilvibonese

Pubblicato in Vibo Valentia

Una buona notizia per l’ex assessore del comune di Amantea Rocco Giusta

La Dirigente generale del Dipartimento Infrastrutture, Lavori pubblici, mobilità Dottoressa Marisa Giannone con decreto 1386 del 10 agosto, apposto al n 9393 del 18 Agosto 2017 del registro dei decreti dei dirigenti della regione calabra, ha ratificato la nomina dei 3 revisori dei conti dell’Aterp regionale

Tra i tre Giusta Rocco ex assessore del comune di Amantea

La nomina definitiva avverrà per come previsto dal 2° comma dell’art 8 dello statuto dell’Aterp regionale con decreto del presidente della giunta regionale.

Si legge nel decreto che il settore 6 del dipartimento, supportato da un gruppo di lavoro individuato con ordine di servizio del 9.2.2017. ha provveduto all’accertamento del possesso di requisiti richiesti dall’avviso pubblico e già dichiarato in domanda dai candidati.

L’attività di accertamento ha individuato nella graduatoria definitiva la terna dei candidati nella quale è presente il dr Giusta Rocco al 16° posto della detta graduatoria.

Al dr Giusta i nostri complimenti per la nomina.

Momenti di tensione ieri sera alla palazzina di edilizia sociale di nuova costruzione in via Cianflone, nel quartiere di Savutano.

Sei appartamenti sono stati, infatti, occupati: alcune famiglie, rivendicando il loro diritto ad avere una casa, hanno sfondato le porte e si sono introdotte all’interno.

Il motivo del gesto, per lo più messo in atto da donne giovani, incinte o comunque con bambini piccoli, sembra essere legato alla comunicazione data ieri dal Comune di Lamezia in merito ad una nuova graduatoria per l'assegnazione degli alloggi di proprietà dell'Aterp.

Sul posto sono intervenuti carabinieri, Polizia di stato e Polizia locale.

Presenti anche il dirigente Antonio Borelli e il tenente Pietro Tribuzio.

Nello stabile è giunto subito il sindaco Paolo Mascaro che ha cercato di dialogare con le famiglie occupanti e capire quali fossero le problematiche legate all'assegnazione degli alloggi. In merito, infatti, il primo cittadino ha precisato loro che "il bando destinato a determinate categorie "svantaggiate" come madri o giovani coppie, è stato reso noto solo ieri e si avranno 30 giorni di tempo per presentare la domande ed essere eventualmente inseriti in una nuova graduatoria, diversa da quella degli alloggi popolari Aterp”.

Ci sono stati alcuni momenti di disperazione e tensione molto forti, soprattutto quando sul posto è intervenuta la sezione Celere della Polizia che, però, è rimasta fuori dal palazzo per garantire l’ordine.

Lo sgombero dell’occupazione, che era stata messa in atto anche da giovanissimi madri, infatti, è stata seguita passo passo dalle forze dell’ordine che hanno cercato di mantenere la calma tra gli occupanti e le famiglie che aspettavano fuori la palazzina.

Il primo cittadino è stato tra i primi a giungere sul posto: “Ci siamo attivati subito per l’intervento perché, nonostante le difficoltà delle famiglie, non potevamo tollerare questa mancanza di rispetto della legge.

Così, insieme alle forze dell’ordine, abbiamo cercato di fargli capire che la strada scelta era quella sbagliata e, nonostante le iniziali resistenze, siamo riusciti a farli desistere”.

“Ho cercato di mediare, pur capendo bene l’esasperazione e disperazione di queste famiglie – ha dichiarato Mascaro - ma non è con la legge del più forte che si risolvono i problemi. E penso che l’abbiano capito anche loro”.

Le polemiche principali erano legate al bando che è stato pubblicato ieri.

Chi ha deciso di occupare la casa, evidentemente aveva timore di non poter rientrare nella graduatoria, credendo erroneamente che fosse sempre quella Aterp.

“Si tratta di una graduatoria ex novo - ha specificato il Sindaco – per il bando in questione, la cui disciplina è prevista dall’Aterp, ci sono alcune riserve di preferenza per alcune categorie, come quella delle ragazzi madre, giovani coppie, studenti fuori sede, anziani e anche, una percentuale per lavoratori extracomunitari. Per le abitazioni poi, non si pagherà un canone di poche migliaia di euro, ma un canone fisso di circa 200 euro al mese”.

La paura di non ottenere un alloggio popolare, ha fatto il resto. “Probabilmente- ha aggiunto Mascaro - alcuni cattivi esempi del passato, come via degli Uliveti, hanno ingenerato in tutti che con la legge del più forte, del chi prima arriva, ha la meglio”.

“Le situazioni degli occupanti erano tutte disperate: c’era anche una ragazza minorenne incinta, ma tutte, in generale, erano oggettivamente drammatiche.

Si tratta di situazioni – ha proseguito - di forte disperazione, per questo dovremmo riflettere e accentuare il senso di responsabilità di tutti.

Perché è questa l’ennesima dimostrazione delle difficoltà che ha questa città”.

C’è quindi una evidente emergenza abitativa, come ammesso anche dal Sindaco che però, ha voluto sottolineare più volte come queste azioni, non facciano altro che peggiorarla e ritardar darla”. “Oggi sono stati commessi danni ad una struttura nuova che da qui a tre mesi potrebbe risolvere il dramma abitativo di dodici famiglie”.

In generale, Mascaro ha spiegato che si sta cercando di ovviare al problema, si pensi alle palazzine per il social housing in località Noce, ma la situazione rimane sempre di emergenza, anche se l’Aterp ha attivato i mezzi per attuare la messa a nuovo di alcuni alloggi di edilizia popolare a San Pietro Lametino e in altre zone della città.

Il primo cittadino ha, poi, sottolineato come quella di oggi sia stata una “pagina importante perché abbiamo saputo subito respingere un comportamento antigiuridico, cooperando, pur dettato da necessità e bisogni, ma comunque un comportamento fuorilegge, che è stato respinto, quasi immediatamente, benissimo con le forze dell’ordine.

Contrariamente a quanto avvenne in via degli Uliveti dove non furono sgomberate le famiglie dove vivono tuttora. Anche se stiamo aspettando, nonostante mi sia attivato, l’ok per lo sgombero”.

E alla domanda se l’occupazione fosse stata in qualche modo politicizzata, Mascaro ha risposto negativamente, “più frutto della disperazione, anche se non sono stato nella testa di chi ha deciso di farlo”.

La palazzina, per la quale saranno necessari alcuni interventi di ripristino, vista l’occupazione forzata, sarà sorvegliata h24, proprio per evitare altre azioni del genere.

(da Il Lametino)

Pubblicato in Lamezia Terme

Bagnara Calabra - I carabinieri hanno denunciato in stato di libertà 79 persone che a Bagnara Calabra hanno occupato abusivamente 44 case popolari di proprietà del Comune e dell'Aterp di Reggio Calabria.

Il reato contestato alle persone denunciate é invasione di terreni o edifici pubblici.

I denunciati hanno messo in essere l'occupazione abusiva insieme ai loro familiari.

Gli alloggi in cui é stata messa in atto l'occupazione si trovano nella frazione Pellegrina ed in località Calcara di Bagnara Calabra.

Pubblicato in Reggio Calabria

Se questa è l’Italia non mi piace

Ne abbiamo già scritto ma il risultato è sempre lo stesso.

 

Lo stato (scusateci se lo scriviamo minuscolo) permette ad una famiglia Rom di occupare una casa popolare temporaneamente lasciata dalla famiglia che la occupava legittimamente.

 

E' avvenuto ad Avezzano, in provincia dell'Aquila.

Un ulteriore episodio, l'ultimo di una lunga seria.

Vice-comandante della Polizia locale dichiara: "Alla minima manifestazione di fermezza, il gruppo di occupanti si fa scudo di uno o più minori. E le nostre operazioni si fanno impossibili".

 

I Rom poi hanno montato una nuova porta.

Il comandante è convinto che i Rom agiscano con notevole cognizione di commi, e delle leggi.

“L’occupante si è presentata al nostro Comando, e si è autodenunciata. A quel punto una nostra pattuglia si è recata sul posto – ci racconta ancora il capitano -. Abbiamo provato a contattare i regolari proprietari, per ricondurli a casa loro, non trovandoli. Abbiamo emesso comunque un provvedimento d’urgenza in flagranza di reato, ammonendo l’indagato che una sua inottemperanza e resistenza avrebbe comportato l’uso della forza pubblica. Ma per riuscire a farli allontanare dall’alloggio è stato necessario ricorrere agli stratagemmi più estenuanti, con quel bambino costantemente in braccio alla mamma”.

Le vittime di questa vicenda kafkiana sono Gianni Di Marco, muratore, e sua moglie, collaboratrice domestica. Non abbiamo più niente. Ci hanno portato via anche i mobili. Non sappiamo più dove andare. Stiamo chiedendo ospitalità ad amici e parenti provvisoriamente, ma poi cosa faremo?”.

 

Riescono più a recuperare il loro tetto, visto che gli abusivi si guardano bene dal levare il disturbo. Anzi, hanno già rimontato una nuova porta d’ingresso.

Le vittime di questa vicenda kafkiana sono Gianni Di Marco, muratore, e sua moglie, collaboratrice domestica. “La nostra casa e tutto ciò che era all’interno (mobili, suppellettili, effetti personali) sono adesso in mano a degli sconosciuti, non abbiamo più niente. È entrata in casa una donna con un bambino e nessuno ha potuto farli uscire. Non sappiamo più dove andare. Stiamo chiedendo ospitalità ad amici e parenti provvisoriamente, ma poi cosa faremo?”

 

Ora i vigili hanno chiesto al magistrato il sequestro preventivo dell’alloggio, con l’aggiunta della querela presentata dai proprietari”.

Ma nel teatro kafkiano denominato Italia difficile che i diritti degli italiani siano presi nella dovuta considerazione.(da Il fatto quotidiano) 

Pubblicato in Italia

Il nostro governatore muove nella direzione di una unica azienda sanitaria regionale.

Un cosa mai vista da nessuna parte.

Ma non ci saremmo certamente sorpresi purché una volta tanto la Calabria fosse guida per le altre regioni italiane.

Quello che ci sorprende invece è come mai il vulcanico governatore non abbia inteso rendere effettiva la legge regionale (24/2013) con cui le Aterp sono state accorpate in un'unica azienda regionale.

Ed ancor più sorprende il fatto che a distanza di due mesi dalla delibera di giunta ( su proposta dell'assessore ai Lavori Pubblici Antonino De Gaetano) ed “«in attesa della riorganizzazione dell'Azienda unica regionale” il dirigente generale del Dipartimento Mimmo Pallaria non abbia provveduto all'individuazione dei referenti, per ogni provincia, tra i dirigenti interni al Dipartimento.

Perché questo ritardo?

Che cosa aspettano e cosa hanno in mente Oliverio, De Gaetano, Pallaria ed Antonio Capristo, che è stato delegato proprio dal dirigente del dipartimento Lavori pubblici a ricoprire la funzione di commissario unico dell'Aterp regionale ?

Si stanno magari adottando atti in sanatoria di posizioni precarie? Magari assumendo precariamente altri dipendenti che poi nella confusione del passaggio politico-amministrativo si stabilizzeranno?

Non è impossibile visto che è lo stesso Pallaria che ha definito illegittimi alcuni degli atti adottati nelle more.

Ed ancor più ci sorprende il fatto che l’ Aterp non sia chiusa ed il patrimonio residenziale pubblico affidato ai comuni sui cui territori insistono gli alloggi.

Chi altri, infatti, se non i comuni che possono esercitare con immediatezza i necessari controlli ed operare nella direzione di una oculata gestione degli alloggi popolari, controllando i redditi reali degli occupanti, controllando la reale occupazione da parte degli assegnatari, eccetera, ed al più lasciare alla regione l’esercizio dei dovuti e necessari controlli.

Qual è la situazione economica delle Aterp? Quanti debiti hanno? E chi sarà a chiamato a pagarli se non i calabresi?

Possibile che nessuno capisca che c’è gente che dorme sotto i ponti, in stanze inagibili, mentre negli alloggi Aterp abita, in taluni casi, gente che potrebbe pagarsi un fitto?

E perché non viene dismessa quella parte di patrimonio residenziale che ha bisogno di manutenzione i cui costi non vengono manco coperti dai canoni di fitto?

Non è che l’Aterp, invece di dare un tetto a chi non ce l’ha, ormai ,serve solo per dare uno stipendio a chi ci lavora.?

Mario , coraggio!

Pubblicato in Calabria
BANNER-ALTO2
© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy