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tartaruga01È una notizia circolata su un social media facebook stamane, di una tartaruga trovata sulle spiagge di Campora San Giovanni nella giornata di ieri.

Non sono note le cause circa la morte della povera tartaruga rinvenuta morta sulla spiaggia di Amantea, si tratta di un esemplare di Carretta-Caretta, lunga circa 80 cm e spinta dalla violenza del mare sulla riva. 

Informata la Capitaneria di porto ha inviato, sul posto, del personale esperto per verificare appunto la presenza del carapace.

La tartaruga è stata rivenuta sul lungomare della frazione di Campora San Giovanni, in prossimità del lungomare, e ha subito catturato l’attenzione dei passanti che sono recati sulla riva per fotografare o filmare l’animale. 

Tra le ipotesi che hanno portato alla sua morte ci sono la molta plastica ingerita oppure un fatale colpo di elica di un’imbarcazione. 

Non è il primo casa di tartaruga, priva di vita, che si spiaggia sul litorale di Amantea. 

Un altro esemplare è stato rinvenuto due mesi fa sul Comune di Gizzeria.

Pubblicato in Campora San Giovanni

discaricaNel corso della serata del 04 aprile, l’area del depuratore di Tropea, ora dismesso, è stata interessata da un incendio, le cui cause sono in corso di accertamento.

Immediato l’intervento del personale della Guardia Costiera di Tropea e della Stazione Carabinieri di Tropea i quali hanno rilevato innumerevoli quantità di pneumatici, rifiuti speciali anche di tipo pericoloso e combusti, materiali di risulta del tipo inerti provenienti da attività di demolizione di fabbricati, rottami ferrosi ed altri materiali inquinanti pericolosamente abbandonati senza alcun criterio.

Un vero e proprio cimitero di rifiuti speciali pericolosi, tra l'altro ricadente in zona sottoposta a severi vincoli paesaggistici ed ambientali.

Tutta l'area, di circa 4000 mq, è stata posta sotto sequestro penale, per i reati di getto pericoloso di cose, discarica non autorizzata di rifiuti pericolosi ed inquinamento ambientale; successivamente la medesima area, su disposizione della Autorità Giudiziaria, è stata affidata in custodia giudiziale al comune di Tropea per la bonifica.

Proseguiranno le attività' di indagine al fine di poter individuare i responsabili della situazione rinvenuta e stabilire le cause dell’incendio;

Pubblicato in Calabria

Non si offenda nessuno, per favore!

Non si offenda Loiero se ricordiamo che nel 2005 fu costretto a scrivere una accorata lettera aperta, pubblicata dal Corsera, ai turisti scusandosiper le cattive condizioni in cui versava la Calabria, la regione che governava.

Non si offenda Oliverio Gentile e strategico anche lo slogan di Oliverio, allora presidente della Provincia e oggi alla Regione, col suo “avremo un mare da bere”, dietro le telecamere di Striscia la Notizia.

Antiche e spettacolari fandonie che risalgono a undici anni fa.

Non si offendano i sindaci di Cetraro, Acquappesa, Fuscaldo, San Lucido, Torremezzo di Falconara, Fiumefreddo, Longobardi, Belmonte, Nocera Terinese, Falerna, Gizzeria, Curinga Lamezia Terme, Pizzo e Vibo Valentia che a maggio del 2017 si misero insieme per “fare rete” e fronteggiare l’annoso problema del mare sporco.

Eppure sostenevano che “ non basta il buon funzionamento dei depuratori delle nostre città se poi quelli dei paesi limitrofi risultano inefficaci!”

Altre due cose sostenevano “ Il mare è la nostra risorsa e abbiamo l’obbligo di tutelarlo!”.

E denunciavano che “I torrenti, i fiumi si trasformano in vere e proprie bombe ecologiche che si riversano in mare ”.

Non si offenda il Codacons se contestiamo la loro ipotesi di “Commissariare la Calabria per inquinamento".

Ottima invece la proposta di affidare il controllo dei depuratori direttamente al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri.

Ottimo anche l’esposto alle Procure della Repubblica territorialmente competenti affinché venga aperta una inchiesta sulle responsabilità legate allo sperpero di danaro pubblico ed all'inquinamento del nostro territorio.

Ma non basta!

Basta ricordare che dopo più di 6 mesi ancora non sappiamo perché il Catocastro ed il mare antistante erano diventati neri il 7 ottobre2017 e cosa aveva sporcato le sue acque.

Vedi foto in basso!

A proposito perché non si colloca la panna galleggiante di cui disponiamo da almeno 15 anni di fronte al Catocastro per bloccare qualsiasi immissione?

E poi altre nei vari punti di immissione di acque inquinanti?

Qualcuno mi vuole rispondere, per favore!

Pubblicato in Amantea Futura

Riceviamo e pubblichiamo

“Nella mattinata di sabato scorso, come tutti oramai ben sanno, dalla foce del fiume Cmtocastro di Amantea e’ avvenuto uno sversamento di una sostanza di colore nero. In poco tempo, la parte antistante del mare si è colorata di nero.

Un fatto sicuramente gravissimo che offende tutta la comunità amanteana che giustamente si è subito allertata, per i possibili pericoli che potrebbero derivare da quanto accaduto. Sicuramante non si stratta, come qualcuno simpaticamente ha dichiarato, di “dilavamento di zone bruciate”.

Attenderemo si faccia luce sulla natura della sostanza e, personalmente, mi auguro si giunga a verita’ in tempi rapidissimi.

In verità, di una cosa sono rimasto sorpreso.

La sindaca di un comune limitrofo ad Amantea non ha perso tempo e non ha atteso di capire precipitandosi a descrivere l’accaduto come l’ennesino sversamento di IDROCARBURI.

Inoltre, la stessa, afferma che da anni si verificano indisturbate attività illecite sugli argini del fiume che starebbero avvelenando le acque antistanti la cittadina tirrenica calabrese.

Il post e’ stato ripreso dalla rete e sono state divulgate le immagini del mare di Amantea con la grande macchia nera a sud del fiume Catocastro con le affermazioni dure della sindaca del comune limitrofo.

Ora, apprezziamo la proattività dell’intervento della sindaca, evidentemente preoccupata per la salvaguardia del nostro mare, e riteniamo giusto fare fronte comune ma è stata evidentemente poco accorta per la potenza delle dichiarazioni troppo generiche ed eccessivamente precipitose.

Affermare che da anni si verificano indisturbate attività illecite sugli argini del fiume significa essere a conoscenza di siffatte attività criminali; in qualche modo la sindaca e’ informata che in modo perpetuo si verificano situazioni dannose che stanno compromettendo la salute del nostro mare.

Se non si tratta di supposizioni, allora invitiamo la sindaca a fare chiarezza sulle sue dichiarazioni denunciando i responsabili di quanto si verifica da tempo nel fiume Catocastro; se lo farà noi saremo al suo fianco !!

Su questo non bisogna esitare, come d’altronde non si e’ esitato a denunciare quanto accaduto sabato scorso.

Quindi, nulla contro tali dichiarazioni se fondate, chiediamo solo più fermezza e maggiore incisività; quando è in ballo la salute delle persone non si possono trattare argomenti così sensibili con supposizioni!!

Noi siamo cauti, sappiamo che sono stati prelevati dei campioni per gli esami del caso, attendiamo dunque che la Procura di Paola, informata, faccia il suo lavoro per portare alla luce la verità..

Per il bene di tutto il territorio e’ necessario fare chiarezza al più presto su quanto accaduto , perche’ cose del genere non si sarebbero dovute verificare e non si verifichino ma più !!

Vincenzo Lazzaroli

Stamattina il cellulare ha squillato ripetutamente.

In tanti mi hanno segnalato il vicino Catocastro di un violento colore bruno-nero

Qualcuno ha aggiunto” Io non ti ho detto niente …. Ma è una vergogna! . Se vuoi scattare qualche foto.”

 

Qualcun altro , invece, mi ha detto “Vai a vedere il mare, vai a vedere il mare!”

Ed ancora “ Vai subito che ci sono andati i Vigili Urbani!”

Non faccio in tempo, ma li vedo su via Dogana.

Faccio loro segno e si fermano.

Sono i due giovani vigili non di Amantea.

Segnalo che sto andando a vedere il mare…

“ E’ nero. Siamo stati alla foce , il fiume è scuro ma non si sente puzza di fogna”.

Poi, come rispondendo ad una domanda non ancora fatta, aggiungono “ Stiamo risalendo il corso del Catocastro…!”.

Non resto certamente sorpreso, sono vigili che valgono!

Arrivo a mare, salgo sul rilevato ferroviario e scatto queste foto.

Il fiume è nero come quello che vidi , diversi anni fa, quando qualcuno liberò la vasca di sedime dei fluidi della lavorazione delle olive.

Che sia successa la stessa cosa , visto che fra poco comincia la campagna olearia?

Ma possibile che la arroganza di questa gente arrivi al punto di non temere nemmeno che qualcuno, come successo, chiami la polizia e la stampa?

Ed il bello è che poi si sosterrà che il mare non è inquinato.

 

NO! E’ solo nero. Oggi, domani ,magari, sarà marrone e dopodomani di chissà quale colore.

Certo nemmeno io ho sentito puzza di fogna, ma non so cosa abbia colorato le acqua del vecchio Catocastro.

Certo non possiamo credere alla fake che stia per nascere un pozzo di petrolio!.

E siamo felici che un po’ di coscienza ambientalista si stia manifestando nella nostra cittadina, se sono stato chiamato io e, soprattutto, se sono stati i chiamati i Vigili Urbani , anche se non ci spieghiamo come mai non siano stati chiamati gli agenti della Guardia Costiera ed i carabinieri ex forestali e tantomeno i medici dell’ufficio di igiene del Distretto del tirreno cosentino.

Certo non ci dispiacerebbe che questi agenti percorressero tutto il Catocastro alla ricerca di tubi nascosti che ogni tanto servano per immissioni abusive, li tappassero , ed in particolare denunciassero gli inquinatori

Fintano non sapremo che cosa e chi abbia inquinato il Catocastro ed il nostro mare.

Certo che le violenze al nostro ambiente continuano nella sostanziale indifferenza della società civile e della politica amanteana.

 

 

 

 

Pubblicato in Cronaca

La storia è ormai ben nota.

L’Arpacal indaga sull’inquinamento marino e per due volte scopre che le acque del Torbido sono inquinate e di conseguenza inquinano il tratto di mare antistante la sua foce

Una cattiva pubblicità per Amantea di cui si usa il nome, anche se il Torbido è un torrentello al confine tra Amantea e Nocera Terinese

E senza che Amantea intervenga per dire tutta la verità.

 

Non ne parla l’amministrazione comunale, non ne parlano gli albergatori, non ne parlano gli ambientalisti.

Solo noi abbiamo evidenziato che se le acque del Torbido sono inquinate ci deve essere una ragione.

O sono immissioni abusive o sono inquinate le acque del Savuto che confluiscono nella grande vasca di raccolta che poi le avvia sui terreni per la irrigazione di quanto su essi coltivato.

Ed ecco la forte difesa del Consorzio di Bonifica Tirreno Catanzarese che ha fatto eseguire le analisi delle acque del Savuto e riscontrato la possibilità del loro uso.

Una indagine completa microbiologica e chimica

L’escherichia coli è pari a 2500 a fronte di un massimo di 5000!

Ma ancora più ottimali sono tutti i valori chimici relativi per esempio all’azoto( leggi concimi) nitroso, nitrico ed ammoniacale , ed i cui valori sono estremamente bassi a fronte di quelli ammissibili.

Ed altrettanto bassi sono i valori dello zinco, del rame, del piombo, del manganese, del ferro, del bario, del cromo, del cadmio, dell’alluminio

Ed è per questo che gli agricoltori della cooperativa guidata da Giuseppe Ruperto ci ha fornito i dati osservando che i loro prodotti sono di estrema qualità, tanto più per il mancato uso di prodotti chimici.

Giuseppe Ruperto presidente della cooperativa Le Macchie dichiara che nei circa 20 ettari posti in coltura dai soci si ottengono soltanto ortaggi biologici

“Viviamo già in un territorio martoriato ed anche supporre che le acque da noi usate possano essere inquinate crea problemi non solo a noi ma anche agli agricoltori che conducono i circa 500 ettari coltivati a cipolla rossa dolce.

Non lo diciamo solo noi, lo confermano anche Pietro Santo MOLINARO e Pietro BOZZO rispettivamente presidente e direttore della Coldiretti che ci segue costantemente a tutela del nostro lavoro e della qualità dei nostri prodotti”

Ne prendiamo e diamo atto, ma insistiamo sulla necessità di capire, di sapere, chi inquina e perché nessuno contesta tale inaccettabile comportamento.

E’ proprio il rispetto che portiamo a chi fa con amore e sacrifici il duro lavoro di agricoltore che ci induce a sollecitare chi di dovere a cercare le ragioni dell’inquinamento accertato dall’Arpacal!

Le acque del Torbido non si inquinano certamente da sole!

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Pubblicato in Politica

Si vede che l’Arpacal non legge i posti di facebook che dichiarano che il mare di Amantea è stato meraviglioso per tutta l’estate!

E non li leggono nemmeno i giornali ed i blog.

Al punto che postano articoli dai titoli emblematici e dalle foto sconvolgenti:

Cosenzainforma scrive : Mare sporco. Divieto temporaneo di balneazione ad Amantea e San Lucido.

Quicosenza scrive Divieto di balneazione in due punti ad Amantea e San Lucido: riscontrato alto valore di Enterococchi

L’Arpacal scrive “Balneazione: due punti non conformi sulla costa di Amantea”

In realtà si tratta di un mistero ancora nemmeno indagato.

L’ inquinamento è nei pressi del Torbido, quel fiume senza acqua al confine tra Amantea e Nocera Terinese

Leggiamo sul sito dell’Arpacal:

“Il Servizio tematico Acque del Dipartimento provinciale Arpacal di Cosenza ha comunicato, nel pomeriggio di ieri, al Sindaco di Amantea, e contestualmente alla Regione Calabria ed al Ministero della Salute, che “nel campione di acqua di mare prelevato in data 04.09.2017 lungo il litorale di Amantea è stato riscontrato un valore di Enterococchi intestinali superiore ai limiti del D.lgs. 116/08, nei punti: 100 MT SX FIUME TORBIDO Enterococchi i.= 1875 UFC/100ml e 100 MT DX FIUME TORBIDO Enterococchi i.= 2500 UFC/100ml”.

Pertanto le suddette aree non sono idonee alla balneazione.

“Sarà compito del Comune – scrive il Servizio Acque dell’Arpacal - avvisare la cittadinanza, identificare e rimuovere la causa dell'inquinamento, dandone comunicazione allo scrivente Servizio, al Ministero della Salute e alla Direzione Scientifica di ARPACAL.

Verranno effettuati campionamenti suppletivi e, in caso di esito positivo, sarà data tempestiva comunicazione ai Comuni interessati per poter rimuovere il divieto temporaneo per come previsto dal D.Lgs.116/08 art.5 , comma C”.”

Ora ci chiediamo da dove viene questo inquinamento se il torrente non acqua propria ma solo quella di scarico della vasca per l’ irrigazione dei campi ?

Che sia inquinata tale acqua?

O qualcuno immette fogna nel Torbido.

E chi?

Ed ancora ci chiediamo

Perché se il torrente è al confine di due comuni si invia la richiesta solo ad uno di essi?

E perché Amantea accetta passivamente questa pubblicità negativa e non contesta?

Ed infine.

Perché non si effettuano i controlli dovuti e perfino richiesti dall’Arpacal?

Pubblicato in Basso Tirreno

Il 5 giugno verrà celebrata la giornata mondiale dell’ambiente ma, almeno in Italia, sono ancora troppe le auto inquinanti in circolazione.

 

Comincia così un articolo ricco di “pagliette” alla “ cettolaqualunque”!

Nonostante non siano più prodotte dal 1992( venticinque anni fa), le automobili Euro 0 che ancora viaggiano sulle strade italiane sono circa 4,5 milioni, ovvero circa l’11,65% del parco auto italiano. Auto storiche? No, auto vecchie ed inquinanti; quelle storiche sono appena più di 800.000 (fonte: International Business Time).

 

Ma dove sono queste auto Euro 0?

La Lombardia ne ha 591.000.

Segue la Campania con 556.000.

Poi la Sicilia circa 482.000.

 

Il minor numero di veicoli Euro 0 sono

il Veneto con 400.500 (8,9%); e, a seguire, il Piemonte con 396.000 (8,8%).

 

Guardando le province troviamo:

Roma l’area in cui circolano il maggior numero di veicoli inquinanti (sono 345.000 le Euro 0 all’ombra del Colosseo)

Napoli dove sono 313.000 e

Milano dove sono 197.000.

 

Ma ecco le bugie opportunistiche.

Maglia nera alla Calabria che ha il 16,27% dei veicoli Euro 0 circolanti

Segue la Campania con il 16,26% .

 

E curiosamente al terzo posto il Trentino Alto Adige con il 15,83%.

A livello provinciale , la provincia col parco auto più inquinante è invece

Napoliche con il 17,99%

Vibo Valentia, seconda (17,90%)

Reggio Calabria, che si ferma al 17,88%.

Torino (8,18%).

Belluno (8%)

Oltre ad essere dannose per l’ambiente, le auto Euro 0 sono dannose anche per le nostre finanze personali.

Ora passiamo alle verità.

Tra le 50 città più inquinate in Europa, 33 sono polacche, 9 bulgare, 5 ceche.

Ci sono però anche 3 italiane, le uniche dell'Europa occidentale.

Questa è la classifica di Legambiente delle città più inquinate per il 2015:

1 - Frosinone

2 - Parma

3 - Venezia

4 - Padova

5 - Treviso

6 - Vicenza

7 - Terni

8 - Asti

9 - Monza

10 - Torino

11 - Cremona

12 - Lodi

13 - Milano

14 - Reggio Emilia

15 - Ferrara

16 - Mantova

17 - Pavia

18 - Rovigo

19 - Verona

20 - Piacenza

21 - Ravenna

22 - Alessandria

23 - Brescia

24 - Roma

25 - Benevento

26 - Napoli

27 - Bologna

28 – Aosta

29 – Lucca

30 – Modena

Nessuna calabrese. Ma il signor Cettolaqualunque assegna alla Calabria la Maglia nera per la percentuale di auto Euro 0.

Pubblicato in Calabria

Uno studio svizzero-canadese ha calcolato chi inquina il mediterraneo.

 

La ricerca ha interessato continenti e Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum.

In primis inquinano le 19 metropoli prese in esame.

 

In cima e per numero di abitanti :

Istanbul (13,02 milioni),

Il Cairo (12,83 mln),

Barcellona (4,72) e

Roma (4,17)

Differente la classifica nel caso si analizzi l’impatto in ettari procapite:

al primo posto passa a La Valletta, Malta, con un valore di 5,3.

Seguono, poi, Atene, Genova e Marsiglia

Al quinto posto (con 4,7 ettari procapite) Roma.

Seguono Barcellona, Tessalonico, Valencia, Tel Aviv e Venezia.

Appena fuori dalla “worst ten” Palermo e Napoli, seguite a loro volta da Istanbul, Tunisi, Izmir, Il Cairo, Antalya, Alessandria d’Egitto e Tirana.

A causare la variazione delle posizioni è soprattutto il tenore di vita, con l’impatto ambientale che cresce in maniera proporzionale all’aumento dei livelli di reddito.

L’andamento in Italia ha visto nel periodo 2010-2015 un leggero miglioramento della situazione per quanto riguarda Roma, Genova e Palermo, mentre è al contrario peggiorata per Napoli. Stabile è invece la situazione di Venezia.

A incidere sull’ambiente del Mediterraneo è soprattutto il consumo di generi alimentari: è responsabile secondo lo studio per il 20% dell’impatto nei Paesi più ricchi e per il 40% nei restanti.

Gli altri due riferimenti utilizzati sono stati “Trasporti” e “Consumo dei beni“: se il primo dei due incide tra il 14 e il 25% sull’impatto della singola città, il secondo lo fa per il 12-15%.

Sui parametri citati pesa però un’ulteriore variabile, il turismo: i visitatori che si recano ogni anno nei Paesi del Mediterraneo sono circa 220 milioni.

Pubblicato in Mondo

giggino pellOggi, 29 settembre 2016, pur essendo lontano migliaia di km da Amantea, l’odore del nuovo sbocco della fogna nelle acque dell’Ulisse, le paure dei cittadini che si trasformano in realtà, mi costringono a scrivere ancora una volta sull’argomento, sotto gli occhi assenti e le false promesse dell'Amministrazione Comunale e dell'opposizione locale.

 

 

L’industria profumiera si è spostata da Nord a Sud del paese nella speranza di togliere dalla vista degli Amanteani perbenisti e struzzicheggianti, questa fonte inesauribile di esalazioni salutari. La maggioranza, è ormai storia risaputa, si è sempre dimostrata incapace di gestire il paese e ancor di più la rete fognaria. Unico compito assegnato all'Amministrazione Comunale, guidata dalla Sindachessa era quello di custodire l'impianto evitando che diventi bersaglio di vandali e ladri, che vorrebbero rubare il prezioso contenuto al mare nostrum e ai suoi ormai rari pesci. I sostenitori della maggioranza, quest’estate e ancora oggi, si sono scatenati su Facebook con le loro immagini di un mare da “bere”. Sprecandosi nell'utilizzare neologismi superlativi come "cristallinissimo" e "magnifichissimo".

 

Due anni fa, poco tempo prima dell'elezioni comunali, le opposizioni, a gran voce, avevano iniziato a parlare di scarico a mare, di allacci fognari, di spreco di denaro pubblico, etc; tenendo anche dei comizi in piazza.

Chiaramente, ad elezioni avvenute, hanno lasciato cadere il problema nel dimenticatoio delle loro coscienze e accontentandosi di sedere in Consiglio mentre tornava a far "discutere", si fa per dire, la salute del mare sulla costa Amanteana. Ed ecco puntuale la tragica scoperta del nuovo scolo fognario. L'ingrossamento della massa d'acqua a causa delle ultime piogge ha accentuato il problema, complice una rete fognaria al collasso. Fenomeno che emerge ogni qual volta davanti alla costa si ripresenti la consueta chiazza marrone. Una chiazza che però quest'anno ha assunto i caratteri di una vera e propria ondata di liquami, mentre tutti ne imputavano l'origine (ed il colore) alla discesa di fango e detriti dal fiume Catocastro. Sono raccapriccianti le immagini del video che mi è pervenuto mentre mi trovo sul Pacifico. Ve lo risparmio. Nell’arco di 100 metri di spiaggia l’acqua di mare è scomparsa, sostituita dalle acque nere provenienti dalla rete fognaria. Il breve video mostra la copiosa cascata di colore imprecisato su cui l’Amministrazione Comunale dovrebbe fornire qualche spiegazione. Anche perché in quella zona, lungo il percorso ciclo – pedonale ci passeggiano ogni giorno cani e padroni, giovani, anziani, mamme con bambini. Qualcuno, nelle domeniche di inverno, in quelle acque ci pesca e ci fa il bagno pure. L'allarme per la diffusione di batteri e virus è elevato, specialmente se si pensa alle dimensioni di tale cloaca a cielo aperto. Tutti i cittadini e le attività commerciali di Amantea, in particolare quelle che operano particolarmente sul lungomare e sulla spiaggia, sperano ancora nella manna dal cielo. Sperano ancora che si possa dire basta allo scarico a mare il prima possibile, ancor meglio prima dell'inizio della prossima stagione estiva. Questi cosiddetti “Amanteani” dovrebbero chiedere in massa le dimissioni dell'Amministrazione Comunale e di tutte le “forze” di opposizione se dovessero essere costretti a convivere anche l’estate prossima con la nauseabonda melma e tutte le cose che non hanno e continuano a non funzionare a causa della negligenza e strafottenza di questi signori.

Gigino A. Pellegrini & G el Tarik

 

 

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