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Amantea e le bombe d’acqua

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Sta cambiando il clima.

Il Mediterraneo sta tropicalizzando e stanno arrivando anche i cicloni.

Non solo, ma sono sempre più frequenti le cosiddette bombe d’acqua.

Se osservate la pioggia caduta ad Amantea vi accorgerete che nel secolo scorso la massima piovosità non è mai andata oltre i 160 mm nelle 24 ore.

Grazie a questa conoscenza parziale siamo tolleranti nei nostri comportamenti e nelle nostre scelte.

Chi mai, infatti, andrà a riferirsi alle piogge del 1700 e del 1800 che furono così intense da creare piene incredibili che hanno trasportato verso mare immense quantità di materiali litoide costituendole attuali piane di Amantea, di Oliva, di Campora San Domenico( a sud di Campora San Giovanni).

Gli antichi abitatori di Amantea forti di queste conoscenze furono molto attenti ad evitare gli allagamenti delle attuali piane, quelle che oggi sono costruite.

Lo fecero nel modo più semplice.

Intanto costruivano le case sollevate .

Tra i “capimastri” si era usi dire che “i primi tri gradini su di l’acqua” e per questo le case erano rialzate di almeno mezzo metro!

Non solo alzarono le ripe dei fiumi e dei torrenti( Catocastro, Santa Maria, Calcato, Colongi, Corallo, Oliva, eccetera) ma crearono gli scarichi delle acque verticali verso il mare e soprattutto li conservarono vitali ed atti alla loro importante funzione.

Similmente la statale e le ferrovie, anche esse costruite in rilevato ma con molto sottopassi per garantire il deflusso delle acque.

Una cosa alla quale nessuno ha mai pensato è quella che la prima strada della marina, cioè via Dogana, venne realizzata in rilevato rispetto alla piana restante.

E questa scelta tecnica fu dovuta al fatto che in caso di alluvione la strada sarebbe stata comunque praticabile permettendo di raggiungere i terreni limitrofi.

Il primo errore fu quello che non vennero realizzati i sottopassi.

Si rimediò come detto con i canali che portavano l’acqua piovana dalle colline verso mare.

Le famose ed ignorate lave.

Parliamo di Via Lava Gaenza il cui deflusso oggi non è assicurato al punto che lo scarico a mare è perfino interrato!.

Parliamo di via Baldacchino le cui acque piovane( e non solo) anziché scaricare direttamente a mare, come logica avrebbe voluto , sono sollevate e portate al Santa Maria.

Una scelta illogica, infelice, pericolosa(sic!).

Parliamo del canale di Via Della Liberta nel quale confluivano le acque della lava di San Bernardino e che ora sono immesse nella rete fognante( sic!).

Parliamo del canale di Via Margherita misteriosamente inghiottito dalle successive costruzioni.

Per non parlare del canale di Via Garibaldi anche esso parzialmente inghiottito dalle successive costruzioni.

Ha ragione allora Tommaso Signorelli quando ricorda che “il clima è cambiato e noi non siamo attrezzati” e sollecita investimenti in direzione della tutela della “nuova” Amantea dalle attuali e future bombe d’acqua chiedendo “fatti e non chiacchiere”per mettere in sicurezza la piana di Amantea.

Onestamente non so nemmeno se, dopo tanti errori urbanistici e tecnici, sarà possibile.

Redazione TirrenoNews

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