“Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare: scendono all’Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti.”
Così scriveva Gabriele D’Annunzio nella sua bellissima lirica “I Pastori”.
Stamattina come può capitare nella nostra bella cittadina siamo andati al mercato di Via Vulcano dove, come è noto, si può comprare di tutto.
E soprattutto incontrare tanta bella gente.
Ed ho avuto un bellissimo incontro
Non parlo di bellezza fisica, ovviamente, ma di meravigliosa bellezza culturale.
Di intelligenza acuta.
Quella che vedendomi osservare i segni del “rilassamento” del campus (di cui parleremo a breve) mi ha invitato ad abbassare lo sguardo sul prato erboso che potrebbe essere pastura per un ampio gregge di pecore.
Sorridendo mi ha ricordato segnalato che il prato antistante il campus potrebbe essere una opportunità alimentare per pecore e capre.
Lo si fa a Torino da tempo, lo si vorrebbe fare a Roma, perché non ad Amantea?
Peraltro anche la Coldiretti è favorevole ai "tosaerba naturali"
Secondo la Coldiretti "con cinquantamila pecore allevate nel comune di Roma, la Capitale può contare su un vero esercito di tosaerba naturali".
Un'opportunità che, in effetti, è stata colta già in molte realtà e che consente di sostituire falciatrici e decespugliatori, abbattere rumori ed emissioni e garantire in più la concimazione naturale delle aree verdi.
Una scelta ecologica per ridurre l'inquinamento e favorire l'integrazione tra città e campagna.
Il problema, però, è che non possiamo aspettare settembre quando come un tempo negli anni sessanta potrebbero scendere le pecore per lavarsi nelle acque del tirreno.
Ed allora delle due l’una.
O si trovano subito le pecore necessarie od occorre usare altri mezzi.
Peraltro ci sono tanti altri posti dove pecore e capre potrebbero essere usate
In attesa che l’amministrazione faccia la scelta più opportuna, e per ingannare il tempo, possiamo leggere tutta la poesia di Gabriele d’Annunzio fino al bellissimo verso finale “Ah perché non son io co’ miei pastori?”.