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truffaPotevano mancare i truffatori in questo periodo di crisi e di emergenza coronavirus? No di certo. Si son fatti vivi con un volantino su carta intestata del Ministero dell'Interno con tanto di logo della Repubblica Italiana. I volantini sono stati trovati in varie città italiane affissi negli androni dei palazzi e sui muri dei quartieri e che hanno messo in allarme molte persone. Attenzione, perché il volantino è un falso. Invita gli eventuali non residenti degli stabili a lasciare le abitazioni che li ospitano perché le autorità dovranno svolgere dei controlli. E' chiaro no? Se le persone lasciano incustodite le abitazioni i ladri potranno con più facilità entrarvi e razziare ogni cosa. Vi invito, dunque, amici, a fare attenzione. Se vi imbattete in simili volantini non abbandonate la vostra casa, SEGNALATE la presenza alle Forze di Polizia.

Pubblicato in Italia

Vaticano, corruzione,. peculato e truffa:ecco le accuse dei PM di Bergoglio

L'Espresso, dopo l'inchiesta che ha svelato i contorni del nuovo scandalo finanziario in Vaticano, ha ottenuto nuova documentazione riservata dell'inchiesta penale aperta dai pm del Papa su alcune operazioni immobiliari a Londra.

Carte che sono al centro del servizio esclusivo in edicola da domenica 20 ottobre e già online su Espresso.

 

 

 

 

"Si tratta -si legge nell'anticipazione diffusa alla stampa- della denuncia del Revisore generale del papa e delle accuse arrivate dal direttore dello Ior Gian Franco Mammì.

Di alcuni report riservati dell'affare da 200 milioni di dollari per l'acquisto di un palazzo da 17 mila metri quadri a Londra.

E soprattutto le 16 pagine integrali del decreto di perquisizione del Promotore di giustizia con cui sono stati indagati dipendenti della Segreteria di Stato e pezzi da Novanta della Santa Sede come don Mauro Carlino e il direttore dell'Aif Tommaso Di Ruzza.

Analizzando i documenti, è evidente che la Santa Sede si trovi di fronte a uno scandalo che ha pochi precedenti nella storia recente".

I promotori Gian Piero Milano e Alessandro Diddi ritengono infatti di aver individuato "gravi indizi di peculato, truffa, abuso d'ufficio, riciclaggio e autoriciclaggio" in merito a comportamenti di ecclesiastici e raider d'assalto, mentre un'altra relazione il Revisore Alessandro Cassinis, di fatto il 'Raffaele Cantone' di Francesco, ipotizza gravissimi reati quali l'appropriazione indebita, la corruzione e il favoreggiamento".

Le carte rivelate dall'Espresso mostrano soprattutto come la Segreteria di Stato possieda e gestisca fondi extrabilancio per la bellezza di 650 milioni di euro, "derivanti in massima parte dalle donazioni ricevute dal Santo Padre per opere di carità e per il sostentamento della Curia Romana".

Si tratta dell'Obolo di San Pietro, "che il Vaticano invece di girare ai poveri e ai bisognosi investe in spericolate operazioni speculative".

Con l'aiuto, pure, di Credit Suisse, "nelle cui filiali svizzere e italiane risulta versato circa il 77 per cento del patrimonio gestito".

Circa "500 milioni di euro", segnala l'Ufficio del Revisore Generale, finiti in operazioni finanziarie che a parere dei magistrati mostrano "vistose irregolarità", oltre ad aprire "scenari inquietanti".

Per Francesco, rileva l'Espresso, "non sarà facile, davanti al nuovo scandalo, districarsi tra nemici veri, falsi amici, buoni suggeritori e cattivi consiglieri".

Pubblicato in Mondo

verità borsa

L’interesse per i mercati finanziari sta crescendo sempre di più fra i giovani italiani. Lo dimostrano anche tutte le pubblicità a cui siamo sottoposti ogni giorno. Non è difficile, infatti, imbattersi su metodi miracolosi per guadagnare online anche su testate note come Il Corriere Della Sera o Repubblica per citarne due a caso.

Tra i prodotti più richiesti troviamo sicuramente le opzioni binarie. Ma cosa sono ? E soprattutto consentono di guadagnare sul serio ?

Opzioni binarie : cosa sono

Se frequentate il web avrete notato che ci sono centinaia se non migliaia di siti specializzati che parlano di opzioni binarie. La verità è che si tratta di uno strumento finanziario “derivato” che replica l’andamento del prezzo di un bene di mercato detto asset.

L’investitore non deve far altro che scegliere un intermediario (broker) ed iscriversi alla sua piattaforma per cominciare ad investire. Si può investire o al rialzo o al ribasso, per questo sono molto simili alle scommesse anche se non lo sono. Il pericolo è quello di incappare nell’ennesimo servizio fraudolento di qualche truffatore che vende servizi per arricchirsi. Cerchiamo di capirne di più.

Le opzioni binarie NON sono un gioco e NON sono una truffa. Piuttosto ci sono servizi che possono essere fraudolenti in quanto non regolamentati. Guadagnare è possibile, basta seguire delle strategie opzioni binarie che funzionano e non rischiare troppo. Purtroppo la facilità di utilizzo di questo strumento attira molti investitori alle prime armi che finiscono per spendere i loro soldi senza capire nulla di mercati finanziari. E’ bene affrontare il trading come un lavoro vero e proprio assumendosi le responsabilità ed acquisendo la giusta consapevolezza.

Le opzioni binarie sono una opportunità per chi le sa sfruttare ma non sono facili, né sono uno strumento per arricchirsi. Permettono di fare degli investimenti finanziari nel breve periodo e pertanto sono soggette a rischi concreti di perdita di capitali.

Opzioni binarie come le scommesse ?

Investire in opzioni binarie è un po’ come lanciare una moneta. Sono possibili due risultati : testa o croce. Con le opzioni funziona in maniera simile anche se è improprio paragonarle ad una scommessa. Questo strumento ha due possibili risultati (e da qui deriva il termine binario), ovvero Alto o Basso rispetto ad un prezzo di mercato che viene preso come riferimento.

Supponendo di voler fare trading sul cambio euro dollaro si deve semplicemente prevedere se la quotazione aumenterà o diminuirà ed in quale periodo di tempo. Se il risultato o la previsione è corretta si intascherà un rendimento in percentuale a quanto investito altrimenti si perderanno i soldi. Detta così sembra proprio una scommessa.

La differenza sta nella fase di analisi. Chi vuole investire seriamente si deve preparare e studiare ogni giorno per apprendere la basi degli investimenti. E’ fondamentale capire come analizzare un grafico per individuare le tendenze di mercato e negoziare solo quando si è veramente pronti. I tanti soldi che girano, putroppo, fanno si che molta gente senza esperienza tenti la fortuna investendo alla cieca. Il risultato è che si finisce per perdere soldi.

A peggiorare le cose si mettono le pubblicità di metodi miracolosi che ci fanno vedere come la casalinga di turno abbia guadagnato 8 mila euro in un giorno. Sono ovviamente truffe fatte per accalappiare qualche neofita. Se volete fare trading binario dovete seguire un percorso che non prevede alcuna scorciatoia.

Come investire nelle opzioni binarie?

Abbiamo chiarito qualche aspetto in più. Ora sappiamo che le opzioni non sono una truffa ma bisogna fare attenzione a molti aspetti per evitare di perdere soldi inutilmente.

Innanzitutto chi vuole investire sui mercati finanziari deve essere pronto ad accettare le perdite che si subiranno inevitabilmente. E’ bene avvicinarsi agli investimenti con la giusta psicologia e con la consapevolezza che la formazione e lo studio non bastano. Ci vuole lo studio degli strumenti tecnici, ma anche il giusto approccio e soprattutto la capacità di gestire ansie ed emozioni.

Lo studio dell’analisi tecnica aiuta a capire quali informazioni possono influenzare gli asset del mercato e come pianificare una strategia vincente. Un ottimo punto di partenza è quello di studiare e consultare le informazioni presenti sui tanti siti web in modo da poter creare una vostra strategia (OpzioniBinariePro è ad esempio un ottimo portale per iniziare). Fatto questo potete aggiornare in modo progressivo le vostre strategie nel momento in cui le vostre competenze aumenteranno. Impegno e passione sono determinanti se volete intraprendere il mestiere del trader.

Pubblicato in Economia e Finanza

Una enne sima maxi truffa all’IN PS scoperta dalla Guar dia di Finan za.

Truffa sugli assegni sociali INPS per 16 milioni.

 

 

 

Il Nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie della Guardia di finanza insieme all’Inps con l’operazione "Italians Out" avrebbe individuato e bloccato un diffuso sistema di percezione indebita dell'assegno sociale (ex pensione sociale).

Si tratta di 517 persone fittiziamente residenti in Italia e che percepivano indebitamente l'assegno sociale dell'Inps.

Il danno provocato all’erario è stato di ben 16,5 milioni di euro.

L'indagine ha riguardato tutto il territorio nazionale, ed ha interessato 19 regioni e 81 province.

517 italiani dopo l'ottenimento dell'assegno sociale, si erano trasferiti all'estero non rispettando il requisito essenziale della stabile residenza e continuando a riscuotere illecitamente l'emolumento assistenziale con l’accredito su conto corrente o tornando in Italia solo per ritirare l’assegno.

Sono stati tutti denunciati all'autorità giudiziaria per truffa continuata ai danni dello Stato e della collettività.

Queste alcune delle regioni dove sono state riscontrate più irregolarità:

Sicilia per 3,76 milioni di euro di emolumenti percepiti in modo indebito e 123 persone denunciate; Campania, con 3.441.000 di euro e 98 persone denunciate;

Calabria con quasi 2,4 milioni di euro e 75 denunciati;

Lazio con quasi 1,6 milioni di euro e 48 denunciati,

Puglia con quasi 900mila euro e 29 denunciati,

Abruzzo con quasi 830mila euro e 32 denunciati e

Umbria o con quasi 550mila euro e 9 denunciati.

Ora lo Stato si rifarà con il recupero di quanto indebitamente percepito dai responsabili.

Pubblicato in Italia

Sembra il tema di un film neorealista.

Il protagonista principale è un esperto interno all’INPS. Poi ci sono altri quattro partner. Tutti 5 sono stati arrestati

 

Ed infine altri se non protagonisti che sono stati sottoposti all'obbligo di firma

Sequestrato anche beni per 5 milioni di euro

Non stampavano soldi come Totò e Peppino , ma con documenti falsi attestavano rapporti di parentela con persone decedute per incassare le indennità

Scoperta anche una truffa ai danni dell'Inail di Napoli

 

A scoprire tutto ed effettuare gli arresti ed il sequestro la Guardia di finanza di Sibari.

Le fiamme gialle hanno scoperto 456 fittizi eredi e delegati alla riscossione delle indennità di accompagnamento nei confronti di persone decedute.

La truffa, secondo gli investigatori, sarebbe stata ideata da un ex dipendente dell'ufficio Inps il quale, attraverso la falsificazione di verbali di visita medico collegiale, di identità anagrafiche con falsi rapporti di parentela e attraverso falsi testamenti, ha falsificato 615 pratiche di pensione con un importo complessivo della truffa quantificato in circa 4 milioni e 700 mila euro.

 

Tali somme, venivano incassate attraverso numerosi conti correnti intestati a persone inesistenti.

Gli indagati, attraverso 24 false identità, sono riusciti anche a porre in essere una truffa nei confronti dell'Inail di Napoli - ex Ipsema (settore marittimo), riuscendo a percepire indebitamente indennità previdenziali ed assistenziali per circa 200 mila euro.(Ansa)

Pubblicato in Cosenza

Acquappesa. Il personale della Polizia di Stato, in forza presso la Sezione di Polizia delle Telecomunicazioni di Cosenza, ha deferito alla competente Autorità giudiziaria un noto promotore finanziario operante nella zona tirrenica cosentina, G.M., 40 anni, residente ad Acquappesa, per i reati di truffa, sostituzione di persona, falso materiale in atto pubblico e ricettazione.

Le indagini condotte dalla Polizia di Stato avevano avuto origine a seguito di numerose segnalazioni pervenute presso la locale Sezione di Polizia postale da parte di numerosi istituti bancari, inerenti una serie di truffe patite a seguito dell’emissione di carte di credito e di pagamento con taglio compreso fra i 15.000 ed i 30.000 euro.

Le indagini esperite consentivano di appurare che gli intestatari delle carte di credito contraffatte erano tutte persone originarie del settentrione, ma residenti stabilmente in comuni situati lungo la fascia tirrenica cosentina.

La perquisizione condotta presso l’abitazione del promotore finanziario, peraltro incensurato, ha consentito di rinvenire e sequestrare documenti e materiale riconducibile alle illecite attività perpetrate dall'uomo.

Sono in corso ulteriori indagini tese ad identificare complici del reo ed eventuali altre persone comunque coinvolte

Pubblicato in Cetraro

C’era un tempo in cui in Calabria centinaia di donne invadevano i campi per raccogliere pomodori, melanzane, peperoni, cipolle dolci di Tropea.

Il loro posto, da qualche tempo, è occupato dagli immigrati africani, asiatici,europei, rumeni, bulgari, in testa.

Ma gli italiani non possono rinunciare totalmente al reddito che ora percepiscono gli immigrati.

Ed allora si ingegnano

Ed approfittano delle indennità erogate dall’Inps. Parliamo di indennità per disoccupazione agricola, per malattia, per maternità , per congedo parentale.

E’ quanto scoperto dalla Guardia di Finanza del Gruppo di Sibari.

Chi altri se no?

Le Fiamme Gialle al termine di un’articolata e complessa attività investigativa, condotta a tutela delle uscite del bilancio dello Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari, hanno individuato un imprenditore che negli anni dal 2007 al 2013 attraverso la predisposizione di falsi contratti di fitto/comodato di terreni, ha documentato all’INPS una rilevante disponibilità di fondi agricoli idonei a giustificare l’assunzione di OTD (operai agricoli a tempo determinato), per oltre 40.000 giornate lavorative.

Praticamente l’imprenditore sibarita ha dichiarato, falsamente, di aver impiegato complessivamente n. 517 operai a tempo determinato, per complessive n. 41.420 giornate.

Ovviamente , l’azienda per il periodo al 2007 al 2012, ha omesso di versare nelle casse dello Stato i relativi contributi previdenziali INPS quantificati in oltre € 400.000,00.

L’Inps che non effettua accertamenti ha così disposto l’erogazione di 431 indennità di disoccupazione agricola, di 352 indennità di malattia, di 31 indennità di maternità e di 18 indennità per congedo parentale.

Praticamente un importo di circa 1.400.000 euro.

Conseguente la segnalazione dell’azienda alla Autorità Giudiziaria.

La posizione, invece, dei 517 braccianti è al vaglio della competente Procura

Difficile non evidenziare il ruolo della Guardia di Finanza in quello che è una lotta senza quartiere per combattere comportamenti lesivi dei diritti dei “veri” lavoratori.

Pubblicato in Calabria

Dobbiamo ringraziare i Carabinieri di Petilia Policastro per non aver chiuso gli occhi e per aver quindi visto 6 operai in servizio presso il Consorzio di Bonifica Jonio Crotonese e 5 operai forestali dell’Afor, tutti residenti ed operanti in Petilia Policastro che trascorrevano tranquillamente intere giornate al bar o in piazza nel paese.

È da qui che sono partiti per una attenta e continua vigilanza e registrazione per ben comprendere quali e quanti fossero le persone coinvolte, e quali fossero i doveri e gli obblighi derivanti dal ruolo e dall’incarico e dove fossero posizionati i cantieri o siti di lavori dei personaggi attenzionati.

Le indagini hanno interessato una ventina di persone che avrebbero dovuto svolgere un’attività lavorativa di almeno 8 ore al giorno.

Undici di loro, “pur risultando regolarmente presenti nei registri giornalieri di servizio, sovente, per non dire quasi sempre, non si presentavano a lavoro, continuando tranquillamente una vita rilassata, tanto nella stagione estiva quanto in quella autunnale-invernale, intenti in altre attività, lavorative o di ozio puro”.

Da qui la denuncia in stato di libertà.

Il capo di imputazione per tutti è stato quello di truffa continuata in concorso per le retribuzioni indebitamente percepite a fronte di assenze continuate ed ingiustificate sul lavoro, oltre alla contestazione anche del reato di “ falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici” per le mendaci attestazioni delle presenze sui registri giornalieri di servizio.

Questa volta non solo operai ma anche i capisquadra, cioè coloro che avrebbero dovuto verificare gli esatti adempimenti lavorativi.

1 capo squadra e 5 operai del Consorzio di Bonifica Jonio Crotonese e 2 capi squadra e 3 operai dell’Afor.

E’ stato anche segnalato l’atteggiamento collaborativo degli organi direzionali dei due enti che hanno fornito sempre puntualmente la documentazione richiesta ai fini degli accertamenti.

Pubblicato in Catanzaro

Era il 13 settembre 2012 quando i finanzieri della Tenenza di Scalea (CS) dopo una approfondita indagine denunciavano 174 persone per una truffa ai danni dell'I.N.P.S.

174 persone che avevano percepito indebitamente circa 5.000.000 di euro di assegni sociali.

I 174 beneficiari denunciati all'A.G. di Paola erano in possesso solo "sulla carta" dei requisiti previsti dalla legge per ottenere l'assegno sociale.

Gli emigranti rientravano volutamente in Italia dai paesi dell'America Latina o dagli U.S.A. per richiedere la provvidenza, restavano in Italia pochi mesi, giusto il tempo per acquisire la residenza, aprire un conto corrente o libretto bancario/postale e presentare all'I.N.P.S. la documentazione occorrente per l'ottenimento del beneficio dell’assegno sociale, quello erogato dall'I.N.P.S. a cittadini con particolari difficoltà economiche che abbiano compiuto 65 anni e siano residenti stabilmente in Italia.

Poi raggiunto lo scopo ed ottenuto il riconoscimento dell'assegno sociale i beneficiari ripartivano per l'estero per fare ritorno nei paesi dell'America Latina o negli Stati Uniti, paesi di provenienza della maggioranza di essi.( la maggior parte dei casi, in Argentina).

A tradire i finti residenti il fatto che non avevano chiesto la assegnazione del medico curante.

Ma da un lato è stato un bene .

Se i medici non avessero denunciato il finto assistito si sarebbero potuti vedere incriminati ed i finti residenti sarebbero potuti essere Accusati anche di frode al servizio sanitario nazionale

Ora il Pm Sonia Nuzzo ha rinviato a giudizio tutti i 174 indagati.

Pubblicato in Paola

Perviene la nota stampa del Comune di Amantea che ha nelle sue intenzioni quella di chiarire quanto notiziato dalla stampa regionale e nazionale circa la SO.GE.FI.L.

 

Una nota fortemente criptica, difficilmente percepibile dalla cittadinanza. Per questo abbiamo provato ad interpretarla.

 

L’amministrazione comunale , in sostanza, sostiene che la affermazione resa dalla competente Procura e dalla GdF sarebbe destituita da ogni fondamento, atteso che i soldi incassati erano versati direttamente sui conti del comune che poi restituiva alla So.Ge.Fi.L quanto ad essa dovuto.

Sempre secondo l’amministrazione comunale l’importo di un milione e mezzo si riferirebbe alle somme che ancora il comune deve incassare dopo la fine del contratto con la So.Ge.Fi.L.

Anzi l’incasso di queste somme sar5ebbe stato affidato ad uno studio legale.

 

Comunque ecco il testo della nota stampa:

“Il Comune di Amantea non risulta tra quelli truffati dalla So.Ge.Fi.L

Ha suscitato grande stupore nell’amministrazione comunale e comprensibili preoccupazioni e rabbia tra i cittadini la notizia - riportata dalla stampa regionale e anche dai telegiornali nazionali - che la società So.Ge.Fi.L avrebbe indebitamente trattenuto, a danno del Comune di Amantea, circa un milione e mezzo di euro nell’ambito dell’attività di riscossione coattiva dei tributi e delle entrate comunali.

In realtà il nostro comune, come qualche mese addietro aveva prontamente chiarito alle autorità competenti il responsabile del Settore Tributi << non rientra nella casistica delle indagini a carico della Società in questione. Non sarebbe, infatti, stato possibile praticare il trattamento indebito delle somme introitate poiché gli incassi conseguiti per riscossione coattiva durante il contratto di gestione transitavano direttamente su conti dedicati a tale attività ed intestati allo stesso ente >>.

E’ assai probabile, perciò, che sia verificata una interpretazione distorta dei documenti contabili (rendiconto finale di gestione) laddove quel milione e mezzo circa di euro, restituito dalla So.Ge.Fi.L Riscossioni S.p.A all’Ente, è riferito alle somme non incassate per fine contratto e non, evidentemente, introitate e non versate ovvero trattenute indebitamente dalla stessa. Peraltro, tale importo è stato affidato successivamente ad uno studio legale per la riscossione in via stragiudiziale, tuttora in corso”

Pubblicato in Cronaca
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