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L’ex assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra è stato rinviato a giudizio dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Catanzaro.

 

L’accusa è di concorso esterno in associazione e corruzione elettorale aggravata dal metodo mafioso.

Non ha avuto dubbi il gup del Tribunale di Catanzaro nel rinviare a giudizio tutti gli indagati dell’operazione “Acheruntia”, l’inchiesta che ha consentito di delineare l’assetto della cosca attiva ad Acri, capace di condizionare l’attività del dipartimento Agricoltura e Forestazione della Regione Calabria e del Comune per l’aggiudicazione di appalti pubblici nel settore della forestazione a favore di società appartenenti allo stesso sodalizio di ‘ndrangheta.

 

Oltre a Trematerra, il gup di Catanzaro ha deciso di processare anche Elio Abbruzzese, Francesco Abbruzzese, Luigi Belsito, Giuliano Bevilacqua, Alfredo Bruno, Giuseppe Burlato, Domenico Cappello, Franco Caruso, Andrea Cello, Adolfo D’Ambrosio, Claudio Dolce, Salvatore Gencarelli, Massimo Greco, Enzo La Greca, Luigi Maiorano, Gemma Martorini, Antonio Rosa e Giuseppe Tarsitano.

Accolte tutte le richieste del pubblico ministero antimafia Pierpaolo Bruni, titolare del procedimento al quale hanno lavorato i carabinieri della Compagnia di Rende.

 

Il collegio difensivo, tra gli altri, è composto dagli avvocati Marcello Manna, Angelo Pugliese, Vincenzo Guglielmo Belvedere, Luigi Ripoli, Pierluigi Pugliese e Antonio Quintieri.

Le parti civili (istituzionali) sono rappresentate dall’avvocato Raffaele Rigoli.

Il processo inizierà il prossimo 7 novembre 2017 alle ore 9 presso il tribunale collegiale di Cosenza.

Intanto Rinaldo Gentile che aveva scelto il rito abbreviato è stato condannato a otto anni di carcere.

A optare per il rito alternativo altri tre imputati: Angelo Gencarelli, ex consigliere comunale di Acri, Giampaolo Ferraro e Giuseppe Perri per i quali era stato disposto il giudizio immediato e si sta svolgendo il processo a Cosenza.

Gli imputati devono rispondere a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, concussione, corruzione elettorale.

Pubblicato in Calabria

Nell'ambito dell'inchie sta Acheruntia condotta dal sostituto procuratore Pierpaolo Bruni, la Dda aveva chiesto l’arresto di Trematerra per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio aggravato dal favorire una consorteria di ndrangheta ma lo scorso 7 luglio il gip di Catanzaro aveva negato l'arresto del politico perché “non emerge la prova di un concreto ed effettivo contributo prestato da Trematerra a favore dell’associazione”.

La Dda di Catanzaro ha proposto appello sollecitando l’arresto del politico della UDC e sostenendo che non possono esservi dubbi «che il Trematerra fosse perfettamente a conoscenza del ruolo 'ndranghetistico di Gencarelli», anzi è lo stesso gip, nella sua ordinanza che scrive che «l'ex assessore regionale fosse consapevole della caratura criminale 'ndranghetistica del coindagato». «Pertanto - continua il pm - va evidenziato e sottolineato, al fine di smentire la natura personalistica e amicale delle condotte di favore poste in essere dal Trematerra al Gencarelli Angelo che tali condotte di favore hanno visto come beneficiari, non solo lo stesso Gencarelli Angelo ma anche Salvatore Gencarelli quindi l'articolazione imprenditoriale della cosca costituita dalla società "La fungaia"».

E nei giorni scorsi si è svolta la udienza presso il TdL presenti nella udienza gli avvocati del politico di Acri, Salvatore Staiano e Sergio Calabrese, e il sostituto procuratore della Dda Pierpaolo Bruni.

Il Tribunale della libertà di Catanzaro ha rigettato l'appello sostenendo nella ordinanza la esclusione di gravi indizi di colpevolezza a carico di Trematerra per il reato di concorso esterno.

Al contrario, sempre secondo il Tribunale della Libertà, sussistono i gravi indizi di colpevolezza a carico dell'ex assessore calabrese per l'accusa di corruzione elettorale aggravata dall'articolo 7 "sotto forma di agevolazione della consorteria mafiosa di Angelo Gencarelli".

"Il patto - si legge nell'ordinanza - ha comportato, a seguito dell'elezione di Michele Trematerra al consiglio regionale, un rafforzamento del prestigio esterno della consorteria, che poteva vantare e, all'occorrenza, sfruttare e avvalersi per il raggiungimento delle sue finalità, la presenza di un soggetto inserito negli organi istituzionali della Regione Calabria". (AGI)

E così l’ex assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra può tirare un parziale sospiro di sollievo.

Pubblicato in Calabria

In manette presunti elementi vicini alla cosca Lanzino-Ruà tra cui Giuseppe Perri, indicato come il reggente dell’articolazione territoriale di Acri.

Arrestato anche un ex consigliere comunale di Acri, Angelo Gencarelli, e diversi imprenditori

E’ in corso un’operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Cosenza.

Stanno eseguendo 7 arresti nei confronti di presunti elementi di spicco della cosca Lanzino-Ruà.

Anche l’ ex consigliere comunale di Acri Angelo Gencarelli ex componente la segreteria dell’ex assessore alla Forestazione della Regione Calabria Michele Trematerra, , ritenuto dalla Dda di Catanzaro un elemento di spicco della cosca.

Gencarelli ha ricoperto anche la carica di presidente della Commissione urbanistica del Comune

La DDA lo ritiene l’"elemento di congiunzione tra l'associazione mafiosa e le istituzioni pubbliche, quali la Regione e gli Enti ad essa collegati ed il Comune di Acri” e “soggetto in grado di condizionare, grazie al rapporto collusivo instaurato con pubblici funzionari, le scelte amministrative degli Enti e di orientarne le procedure amministrative riguardanti gli appalti pubblici a favore di società o "cartelli" di società facenti capo ad imprenditori organici alla cosca”.

Le indagini della DDA sono coordinate dal procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro Vincenzo Luberto e dal pm Pierpaolo Bruni, e sono condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Cosenza e del Nucleo operativo della Compagnia di Rende.

Arrestati anche alcuni imprenditori, accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, concussione, corruzione elettorale, usura, frode informatica e armi.

La cosca avrebbe condizionato l'attività del dipartimento Agricoltura della Regione Calabria e del Comune di Acri per ottenere appalti nel settore della forestazione.

Oltre a «condizionare» l’attività del dipartimento Agricoltura e Forestazione della Regione e del Comune di Acri, gli arrestati avrebbero anche esercitato pressioni nei confronti dei funzionari preposti alla trattazione delle pratiche che avevano dimostrato riottosità.

Le indagini avrebbero anche evidenziato una serie di estorsioni e di prestiti a tassi usurai ai danni di imprenditori e commercianti, oltre all’imposizione fatta a vari commercianti per l’installazione nei loro locali di slot-machine e videopoker forniti da una società di riferimento della cosca.

Tra gli indagati c'è l’ex assessore all’Agricoltura della Regione Calabria Michele Trematerra (Udc) per concorso esterno in associazione mafiosa.

Insieme a lui è indagato, per concussione, l’ex sindaco di Acri Luigi Maiorano.

Secondo l’accusa la DDA la cosca avrebbe cercato di procacciare voti per Trematerra in occasione delle regionali del 2010.

Pubblicato in Calabria

« Alle Sirene giungerai da prima, Che affascinan chiunque i lidi loro Con la sua prora veleggiando tocca. » Così si legge nella Odissea XII, 52-54 di Omero, nella traduzione di Ippolito Pindemonte.

Si legge nel Liber Monstrorum, I,VI del VII secolo che « Le sirene sono fanciulle marine che ingannano i naviganti con il loro bellissimo aspetto ed allettandoli col canto»

Vi state chiedendo cosa c’entrino le sirene con il Governo, vero? C’entrano, c’entrano.

Ieri le sirene ammaliavano i marinari per cercare di salire sulle loro navi ed essere portate lontano, poco importava se trascinavano navi e marinai negli abissi, riemergendo, poi, esse ibridi donna-pesce grazie alle squamose code ed al più condannando al naufragio gli impavidi marinai che avevano avuto la ventura di incontrarle senza essersi tappate le orecchie.

Serve poco o niente se incontrarle sia un fatto di fortuna, o sfortuna, od ignoranza , o sottovalutazione del pericolo, o supposizione di coerenza nei comportamenti, eccetera.

Oggi le nuove sirene della politica cantano per ammaliare i marinai delle navi dei partiti più grandi ( e quindi vincenti) tentando di salire a bordo delle navi stesse, e di vestire il cappello e la divisa di ufficiali per essere trasportate fino al regno dove tutto si può, là dove si comandano gli scherani che attendono pronti ad ubbidire .

E cantano i loro voti, i loro uomini, i posti che occupano, gli amici che si sono fatti e la loro disponibilità al voto. Cantano persino i precari da stabilizzare pronti a votare per conservare il posto di lavoro, pur precario, nella speranza di una stabilizzazione.

Non sanno guidare la nave, non anno spiegare le vele, non sanno nemmeno cazzare la randa od il fiocco. E tantomeno sanno cosa significhi virare a babordo od a tribordo.

Sanno invece dove è la sala mensa, la cambusa e la dispensa.

Ed ovviamente le scialuppe di salvamento.

Ora davanti alle coste Calabresi si vedono due grandi navi.

Una a destra con un capitano donna dalla lunga criniera incontenibile sotto il cappello da comandante, e che si agita avrebbe detto Fernando Pessoa nella sua “È uma brisa leve”, come mossa da “ una brezza leggera che l’aria un momento ebbe e che passa senza avere quasi avuto bisogno di essere”.

Una donna forte con un sorriso sincero. Attenta all’ascolto ma non corruttibile.

La fregatura è che essendo donna non si lascia incantare dalle sirene e scaltra e cognita , come Ulisse, ha dato ordine di tappare le orecchie ai suoi compagni facendosi comunque legare all'albero della Nave per ascoltarle.

A sinistra un capitano che non ha problemi di criniera e non abbisogna della”brisa leve” anzi persino l’acqua può scorrere senza fermarsi.

Ha esperienza di navigazione ma non su mari perigliosi. Affatto. Al più ha viaggiato su laghetti interni che oggi appaiono perfino privi di acqua. Abile , si avvale di subsidenti che sono sempre al di sotto ma pronti ad uscire come geyser irrefrenabili che bruciano tutto intorno e che prima o dopo bruceranno anche il capitano.

Ecco, a loro le sirene possono rivolgersi ma non si illudano di incantarli. Sgamati come sono può succedere perfino il contrario.

Le due principali sirene sono la UDC e la NCD. Sono sorelle , quasi gemelle e non solo per la coda. I loro capi hanno perfino le cravatte eguali, non solo gli interessi ed i pensieri!

Pubblicato in Calabria

Le dichiarazioni d’amore di Oliverio verso l’UDC

 

“L’Udc è una forza moderata di centro, non di destra.E’ una forza che ha espresso una critica abbastanza netta rispetto all’esperienza consumata alla Regione e io credo che dobbiamo incoraggiare le forze che dal centro guardano verso il centrosinistra”.

Una dichiarazione resa ieri a Strill mentre oggi al Corriere della Sera Oliverio ha detto che : «Abbiamo intrapreso un percorso con l'Udc»

C’è chi lo chiama “inciucio”, chi lo chiama “accurdunu”, chi lo chiama “imbroglio”.

Non sappiamo quale sia il suo vero nome, come non sappiamo quali siano i veri risultati delle primarie del PD in Calabria(la Direzione regionale partito dell’8 ottobre ha smentito anche i voti riportati ed i votanti indicati nel sito regionale del PD).

Una cosa però la sappiamo e cioè che, come scrive Adriano Mollo de Il Quotidiano, il PD ha detto NO ad Oliverio : «No agli impresentabili nelle liste in Calabria»

Dicono da dentro il PD “Ci sono voti che puzzano, che fanno schifo. E questi, il Pd deve urlare che non li vuole. Ma se il Pd dovesse cercare accordi e intese con gli “impresentabili” di questa regione, allora noi diremo pubblicamente di essere contrari”

Lo dice Franco Laratta di Area Dem, l'area che fa riferimento al ministro Franceschini : “ Basta che per vincere non si imbarcano personaggi di tutti i colori e non si dica che i voti, come il denaro “non olet”.

E' su questa linea anche il segretario regionale Ernesto Magorno: «Fin dalla mia elezione sono stato chiaro: no ad intese con chi ha governato con Scopelliti».

Oliverio sembra aver dimenticato di aver detto solo 15 giorni fa ( il 22 settembre scorso) dopo aver scoperto che “in provincia di Vibo, pezzi dei renziani si erano accordati con l'assessore di Scopelliti, Nazareno Salerno e pezzi di Forza Italia, aveva detto: «Per spezzare la gabbia che è stata creata attorno alla Calabria occorre fare scelte chiare con le alleanze. Non ho un approccio ideologico ma dico no ad alleanze con chi ha avuto responsabilità di governo nella Regione. Non possiamo farle con Scopelliti e i suoi amici. E quando questo avviene sul territorio non fa bene al cambiamento».

E la querelle tra Callipo e Trematerra evidenzia bene la situazione. Eccola, Da Sbirciapaola:

Quelle che Callipo chiama “truppe cammellate” inviate per votare e far votare Oliverio in una consultazione che riguardava il centrosinistra e non certo l’UDC di Trematerra, si sono viste anche a Paola presidiare, in buona compagnia, il seggio elettorale.

Meraviglia che qualcuno, non certo autorevole, sia sia indignato su un giornale di provincia che siano andati a votare alle Primarie, cittadini non simpatizzanti del PD o del centro sinistra in generale, specie quello paolano.

La comunella al seggio tra pro Callipo, pro Oliverio e centristi locali, è passata inosservata al poco acuto (e arguto) giornalista di provincia che invece ha dedicato le sue attenzioni a puro gossip.

Gianluca Callipo risponde a Michele Trematerra che lo ha duramente attaccato dopo l’esternazione del renziano sull’opportunità di allearsi con l’UDC proposta da Oliverio. Callipo si chiede se

 “è impensabile andare con chi ha sostenuto Scopelliti nel corso di questi anni. Dell’Udc, se non ricordo male, fanno parte l’attuale presidente del consiglio regionale, Francesco Talarico, e ben due assessori, Alfonso Dattolo e Michele Trematerra, quest’ultimo addirittura indagato per mafia”.

La risposta di Trematerra non s’è fatta attendere:

   “Gianluca Callipo, che ora mi coinvolge in una polemica stucchevole per via di un’indagine giudiziaria in contrasto con la mia storia politica e professionale sempre vissuta all’insegna della coerenza e della massima trasparenza, è lo stesso che venerdì sera – due giorni prima delle primarie del centrosinistra – mi ha telefonato (lui, non io!) per invitarmi a supportarlo in una disfida da cui è uscito sonoramente battuto?…

   …Qualcuno dovrebbe chiamare non Renzi, perché gli dia una schiarita sia sullo stato del dibattito politico nel Paese in cui vi è una positiva mobilità delle forze riformiste in vista di un riassetto politico ed istituzionale che sull’uso improprio del giustizialismo in politica, ma uno psichiatra. Perché è evidente che, insieme alle primarie, il sindaco di Pizzo ha perso anche la testa”…

L’assessore regionale all’agricoltura continua consigliando prudenza a Callipo

   “sull’uso i certe espressioni quando sono riferite a persone perbene come il sottoscritto, ma soprattutto anche un poco di coerenza. Prima di discutere di cose che non conosce, il giovanotto di Pizzo, farebbe bene ad informarsi, anzitutto sul percorso politico dell’UDC, che non è una forza nata ieri ma vanta forti e radicate tradizioni cattoliche e riformiste, e che, in Calabria soprattutto, ha sempre posto la questione, nuovamente attualissima, della governabilità e dell’efficienza della Regione.

   Si possono mai accettare lezioni d’integrità da parte di un sindaco che mentre annunciava di voler rinnovare la Regione (naturalmente senza mai spiegare come, dove e con quali obiettivi) non riusciva ad approvare neppure il bilancio del proprio comune rischiando addirittura l’incandidabilità?”

Non si fa attendere la risposta di Gianluca Callipo

   “L’assessore Trematerra è infuriato perché ho osato ricordare che è indagato per mafia, ma soprattutto perché ho detto che un accordo preelettorale tra Udc e Pd è impresentabile.

   Per parare il colpo dice che l’ho chiamato il venerdì prima delle primarie per cercare il suo sostegno.

   Una verità e una bugia.

   La verità è che l’ho effettivamente chiamato, ma la bugia è di quelle grosse: non ho mai cercato il suo sostegno.

   Lo chiamai per invitare lui e il suo partito ad astenersi dal partecipare attivamente alle primarie, visto che in quelle ore si facevano sempre più insistenti le voci di importanti esponenti dell’Udc che stavano facendo campagna elettorale, e non certo per me.

   Quindi gli chiesi di comportarsi correttamente, senza alterare con l’invio di truppe cammellate una consultazione che riguardava il centrosinistra e non certo il suo partito.

   Infine, per legittimare quello che sarebbe uno scandaloso accordo tra Udc e Pd in Calabria, Trematerra replica oggi dicendo che: “Il dibattito politico nel Paese prevede una positiva mobilità delle forze riformiste in vista di un riassetto politico ed istituzionale”. Complimenti e grazie dell’acuta analisi in puro politichese, ma i riassetti istituzionali di questo tipo non ci piacciono”.

Pubblicato in Calabria

La notizia circolava da diversi giorni

Ed era fortemente attendibile per due distinte e complementari ragioni

Da un lato lo sgarbo di Cesa che aveva optato per la Calabria lasciando fuori dal parlamento Roberto Occhiuto, quasi come se i voti presi in Calabria fossero suoi o di Casini.

Dall’altro il rapporto poco felice con i gentiliani, fortemente concorrenti, così che appena Pino e Tonino sono passati con il NCD di Alfano e Quagliariello era gioco forza entrare in Forza Italia.

Per rendere pubblica la cosa i fratelli Occhiuto hanno dovuto attendere l’ incontro con Berlusconi che, ovviamente, non si è lasciato sfuggire la ghiotta occasione .

Fuori i Gentile dentro gli Occhiuto , fa quantomeno 2 a 2.

Scornati ovviamente Cesa-Casini ed i Trematerra il cui UDC continua a “squagliarsi” giorno dopo giorno; dopo la perdita di Tassone oggi anche quella degli Occhiuto.

E non sorprende la soddisfazione di Galati, Morrone e Foti

Giuseppe Galati, anche lui ex Udc ha dichiarato: «La scelta di Roberto e Mario Occhiuto assume un grande significato sul piano politico perché rappresentano personalità di indubbio valore che accrescono l’anima moderata del nostro movimento».

Soddisfatto anche l'ex parlamentare Nino Foti per il quale l’ingresso dei fratelli Occhiuto «sarà un apporto importante e significativo, essendo gli stessi persone valide e stimate. La loro scelta, unita a quella di tanti altri amministratori che in questi giorni hanno deciso di sposare la causa di Forza Italia testimoniano la validità del progetto politico di Forza Italia».

Felice anche Ennio Morrone, capogruppo di Fi in consiglio regionale, il quale ha espresso «vivo apprezzamento riguardo la scelta dei fratelli Occhiuto di aderire a Forza Italia». Non solo ma Morrone si è dichiarato « certo che, a breve, altri amministratori, dirigenti e simpatizzanti seguiranno la medesima scelta».

Nessuna dichiarazione, per il momento, da parte dell’UDC.

Pubblicato in Cosenza

La guerra era aperta da tempo. Due e ben distinte le posizioni all’interno di quello che resta dell’UDC. Da Un lato Tassone che vuole la fine del rapporto con Scopelliti, dall’altro quelli che da questo rapporto traggono potere e voti( I Trematerra)

E quindi alla fine del comitato regionale tenutosi a Lamezia Terme ,ecco che i vertici dell’UDC approvano la richiesta di deferimento dell'ex vicesegretario nazionale Tassone ai fini della sua espulsione.

Tassone ribatte: «Mancava il numero legale. Sono io che chiedo il deferimento di Trematerra e Manti anche se il partito ormai è morto»

Poi ribatte «Oggi si è celebrato il funerale di questo partito», si affretta a spiegare Mario Tassone. E poi continua «Quella approvata è carta straccia perché la richiesta di mia espulsione è stata votata da un numero limitato (circa 30) di componenti del comitato regionale. È per questo motivo che siamo noi a chiedere il deferimento per violazione dello statuto del presidente Francesco Manti e del segretario regionale Gino Trematerra»

Tutto è nato dalla proposta avanzata dal dirigente reggino Mario Mazza, che chiedeva di porre fine all'esperienza Trematerra affidando (in attesa del nuovo congresso) a un commissario la guida dell'Udc.

I big al potere in Calabria (vedi Trematerra senior, Trematerra junior, Talarico, Bruni e Gallo) invece ribadiscono( questa volta con forza) la necessità di accelerare nell'azione di governo regionale, soprattutto per quanto riguarda alcuni settori come Ambiente e Fondi comunitari.

Siamo alla carta bollata. Forse. O forse siamo davvero alla fine dell’UDC?

Pubblicato in Calabria

Si è svolto a Roma un vertice tra Cesa, Casini e Trematerra.

Dal vertice è uscito il nome di Occhiuto quale assessore per la regione Calabria.

Resta fuori il capogruppo del partito in consiglio regionale Alfonso Dattolo che era dato da tutti come il futuro assessore dell’UDC. Gli restano solo le parole di elogio per quanto fatto finora.

Ora però questa scelta crea grossi problemi a Scopelliti.

Fino a stamattina venivano dati per certi come nuovi assessori l'ex sindaco di Reggio Calabria Demetrio Arena, la presidente della provincia di Catanzaro Wanda Ferro e l’ex onorevole Giovanni Dima.

Il problema era, ed è, che lo Statuto dice che la giunta regionale può avere al massimo quattro assessori “esterni”ed in giunta ce ne sono già tre (Antonella Stasi, Giacomo Mancini e Mario Caligiuri).

Praticamente a bocce ferme ( se restano, cioè, Stasi, Mancini e Caligiuri)c’è spazio SOLO per OCCHIUTO e pertanto resterebbero fuori sia Arena, che la ferro che Dima.

Ma sembra molto difficile. Soprattutto per Arena.

Ma se Arena deve, come sembra entrare, ad ogni costo, allora deve uscire uno dei tre assessori esterni. Si fa con forza il nome di Caligiuri, anche perché non ha certamente fatto una bella figura alle recenti elezioni politiche.

Ma fermo restando qualche capro espiatorio resta comunque il problema di Dima, vittima del Porcellum, e per il quale insistono da Roma

In questo modo però Cosenza avrebbe 4 assessori , cioè Pino Gentile, Michele Trematerra, Occhiuto e Mancini.

E resterebbe fuori Wanda Ferro la cui carica starebbe per scadere e che vanterebbe il posto del sacrificando catanzarese Caligiuri. Difficile, quindi, che la giunta si disequilibri a favore di Cosenza

Tanto più che dopo le dimissioni di Francescantonio Stillitani, Vibo è rimasta senza rappresentanza e sia Nazzareno Salerno che Alfonso Grillo, rispettivamente coordinatore e vicecoordinatore del Pdl vibonese, hanno fatto sapere di essere interessati ad avere un ruolo nella giunta che verrà ridisegnata.

Insomma la questione non è semplice. Vedremo

Pubblicato in Italia

Sembrava cosa fatta e la Calabria ci teneva ad avere un deputato calabrese( visti i tanti non calabresi e finti calabresi) come Occhiuto. Almeno a giudicare dalla lettera che il segretario dei Giovani Udc della Calabria Andrea Bruni ha scritto al segretario nazionale del partito, Lorenzo Cesa, invitandolo a lasciare il seggio conquistato in Calabria al deputato uscente Roberto Occhiuto. Anzi aggiungeva che “E' ovvio che se la scelta relativa alle opzioni tra le regioni da premiare non dovesse ricadere sulla Calabria, e il movimento giovanile (tra i primi in Italia per partecipazione) si vedesse privare di colui che fino ad oggi ne ha costituito il punto di riferimento, in molti sarebbero disorientati, delusi e disillusi”. Una minaccia, un avvertimento od una semplice constatazione non è dato sapere.

Ma non è andata così. Cesa ha scelto la Calabria lasciando libero il posto di deputato in Puglia a favore di Angelo Cera. Ed ora tutti si interrogano sul perché!

Qualcuno pensa che possa avere inciso la frizione interna al partito calabrese dove Mario Tassone, vicesegretario nazionale in rottura, ha chiesto e ottenuto il congresso, contestando la decisione di correre con Monti e la gestione della campagna elettorale. Una posizione che, visti i risultati, potrebbe avere ingarbugliato gli equilibri interni al partito che sembravano propendere a favore di Occhiuto.

Qualcuno pensa semplicemente che Cesa abbia preferito il suo amico Angelo Cera, sindaco di San Marco in Lamis, all’amico di Pierferdinando Casini Roberto Occhiuto.

Qualcuno pensa che in questo modo si è conservato l’equilibrio tra le componenti dell’UDC in Calabria che pendeva fortemente verso Casini, il perdente.

Qualcuno invece pensa che saggiamente Cesa abbia voluto offrire a Cesa la opportunità di approfondire cosa sia lo Spread e cosa sia Standard & Poor's ( 1)

Nulla di tutto questo.

Le uniche cose certe sono, la prima è che evidentemente è accaduto qualcosa, la seconda è che l'Udc calabrese si appresta ad affrontare uno dei suoi peggiori momenti.

Ecco le reazioni:

Saggio ed elegante Roberto Occhiuto che dichiara"Da oggi non sono più parlamentare. Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell'UDC, ha scelto infatti di optare per il seggio della Calabria. Ringrazio di cuore gli elettori e tutti gli amici che mi hanno sostenuto. Continuerò il mio impegno nel partito e in politica, perché non abbandono il campo né quelli che credono in me. Avanti, la vita continua"

Pragmatico il neo deputato Cera il quale ha dichiarato "Oggi è stata confermata la mia rielezione alla Camera dei Deputati. Di questo ringrazio tutti voi anche per il forte sostegno e la vicinanza che mi avete fatto sentire in questi giorni. Chi mi conosce lo sa, non è un punto di arrivo ma una partenza. Ho ben chiara la mia grande responsabilità per tutti voi e per il Paese"

(1)A Sabrina Nobile de Le Iene che lo interroga, l'Udc Angelo Cera su cosa sia lo spread risponde con un certo imbarazzo che lo spread è «la differenza tra quello che si produce e quello che uno realmente spende».

Poi interrogato su Standard & Poor's, Cera, invece, risponde alla Totò: «Guarda io l'inglese non lo conosco. Io parlo in italiano e per quanto mi riguarda non ti so rispondere su questa domanda. Lo leggo, lo riesco anche a capire ma non te lo riesco a spiegare».

Pubblicato in Calabria

Tassone avrebbe voluto l'azzeramento dei vertici dell’UDC e l'avvio di una fase commissariale fino al congresso, ma se alla proposta hanno aderito tutti quegli esponenti del partito contrari alla scelta di consegnarsi anima e corpo a Mario Monti, pur tuttavia ha impaurito e non è stata vincente.

E’ passata, invece, quella di Cesa per il congresso da tenersi il 27 aprile. Un congresso da preparare meticolosamente e sulla base di un assunto imprescindibile reso nella dichiarazione di Cesa:«Nei prossimi giorni possiamo fare tutto, criticarci, discutere, confrontarci anche aspramente. Quello che non possiamo permetterci assolutamente è dividerci. Sappiamo bene che l’1,8% non è un risultato del tutto sincero, noi valiamo molto di più. Quell'1,8% finale che abbiamo raccolto due settimane fa è un risultato che ci sottostima».

Casini non c’è! Casini, il perdente, responsabile di aver drammaticamente sceso il partito a soli otto seggi alla camera e due al Senato, ha inviato un messaggio con il quale dichiara «finita una stagione».

E mentre Cesa cerca “ idee nuove e costruttive” per una nuova “idea politica” di un “nuovo UDC” esce amaro il commento di Tassone: «se fossimo andati da soli alle elezioni» non saremmo qui oggi e così!

Ma c’è anche chi sorride. E’ Roberto Occhiuto al quale Cesa ha dato il via libera per il parlamento. Cesa sceglierà il seggio in Puglia, lasciando libero ad Occhiuto quello calabrese. E Roberto sorride e si limita a dichiarare: «È tutto ok».

D’altro canto il dato elettorale calabrese offerto dalla gestione del potere è rilevante ( solo il nipote di De Mita, peraltro nemmeno eletto, ha fatto meglio in Campania) ed intoccabile.

Per questo sorride anche Scopelliti. E chi toccherà più, ora, questa alleanza in Calabria?

Pubblicato in Alto Tirreno
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