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E’ un forte grido di allarme quello che giunge casualmente grazie a quel che resta di un vecchio partito di denuncia IDV. Non si offenda Mimmo Talarico se lo cito come “ quel che resta”, ma intendo dire che in Calabria( ormai purtroppo) il silenzio, l’omertà. La tolleranza interessata sono elementi dominanti

Credo che pochissimi sappiano che le colline dell’appennino cd paolano potrebbero essere invase da un esercito di enormi pale eoliche.

Un esercito di altissimi distruttori di un paesaggio unico, ancora più bello della costiera andina del Sud America.

Un criniera vista mare che offre uno spettacolo incredibile

Beh, stante la denuncia di Mimmo Talarico sembra che questo territorio sia interessato da uno dei” 277 progetti di richiesta di autorizzazione unica per la realizzazione di impianti eolici nel territorio calabrese, per una potenza complessiva di 10.305 MW, consistenti nell'installazione di almeno 5100 pale eoliche”.

Sono richiesta, continua Talarico, che “ provengono per la gran parte da societa' multinazionali ovvero da societa' con sede legale nella regione Calabria ancorche' riconducibili a societa' italiane ed estere che da anni operano o hanno operato nella nostra regione. Sono le stesse societa' che hanno realizzato investimenti nel settore dei rifiuti, dei termovalorizzatori e nella gestione delle risorse idriche''.

Un vero e proprio assalto all’arma bianca! Solo che dall’altra parte non c’è nessuno a difendere il territorio, nemmeno le organizzazioni ambientalistiche!

Sempre secondo il consigliere regionale di IDV ''Sulla catena costiera del Paolano - in particolare nei comuni di Acquappesa, Fuscaldo, Cetraro, Fagnano Castello, Fiumefreddo Bruzio, Mendicino, Falconara Albanese, San Fili, Cerisano, Marano P., Domanico - dice Talarico - vi sono impianti in fase avanzata di elaborazione ed autorizzazione, che suscitano perplessita' e che se autorizzati determinerebbero una barriera ambientale e paesaggistica di notevole impatto. Si tratta di almeno 250 pale eoliche, molte di queste alte fino a 150 metri dal suolo, cinque volte l'altezza del duomo di Cosenza, da installare in aree individuate nel perimetro del costituendo parco naturale regionale Monte Caloria e Catena Costiera (delibera di giunta regionale dell'11 luglio 2013), nonche' del SIC (Sito di interesse comunitario) di Potame-Monte Cocuzzo. E' noto a tutti che la catena costiera meridionale, e in particolare la zona del Parco Regionale della Catena Paolana, e' definita in Rete Natura 2000 come ambiente montano con ruolo di ''corridoio ecologico'' e svolge funzioni determinanti per la conservazione della biodiversita'. Appare strano che siano in progetto centinaia di pale eoliche in aree tutelate anche dal Q.T.R.P. della Calabria. Sono convinto della necessita' di intervenire al piu' presto per tutelare territori a vocazione turistica e paesaggistica verificando la piena correttezza dell'iter procedurale per l'installazione di questi parchi eolici. Una occasione utile la offre proprio il Q.T.R.P., che consente ai comuni in fase di adozione dei P.S.C. di vincolare, tra le altre cose, le aree a tutela paesaggistica. In ogni caso, ritengo necessario avviare, a livello regionale una seria riflessione sull'esigenza di rivedere il quadro normativo e autorizzatorio in tema di impianti eolici, in modo da garantire che la loro installazione non pregiudichi l'ambiente, il paesaggio e la tutela dell'avifauna, nel pieno rispetto dell'articolo 9 della Carta costituzionale''.

Pubblicato in Basso Tirreno
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