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Ci sono tante ragioni.

Li “ama” chi li sfrutta in agricoltura , nei servizi ed in commercio.

Li “ama” chi li ospita ricevendo i contributi statali

Li “ama” chi li ospita in gruppi eccessivamente numerosi nelle loro case senza agibilità. magari senza contratti e senza pagare tasse sui fitti incassati

Li “ama” l’amministrazione comunale che ha ricevuto somme rilevanti, libere di essere usate per tutti i bisogni della città

 

Per esempio per le feste cittadine come la notte bianca di Amantea e quella di Campora San Giovanni

Li “ama” anche la “quella chiesa parrocchiale” che grazie ai soldi dei migranti si sono avute le feste patronali di Sant’Antonio e di San Francesco.

E da oggi potranno “amarli” anche coloro che vorrebbero la riapertura della biblioteca

Ci giunge notizia, infatti, che il comune ha disposto il finanziamento di 25 mila euro delle somme ottenute grazie ai migranti per acquistare la stigliatura ed altre apparecchiature per la biblioteca cittadina che è chiusa ormai da oltre 10 anni.

Nella foto la biblioteca quando era aperta a Campora SG mentre viene visitata dal prof Sam Patti

Pubblicato in Cronaca

Nel mentre si attende l’udienza di giorno 16 ottobre, davanti al Tribunale della Libertà, dove si discuteranno le sorti giudiziarie di Mimmo Lucano, sindaco di Riace, la direzione centrale dei servizi civili per l’immigrazione e l’asilo del ministero degli Interni, “avvia” le pratiche per la chiusura definitiva del “modello Riace”.

In una nota di 21 pagine inviata al Comune di Riace, alla Prefettura di Reggio Calabria, e allo Sprar, “Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati”, il ministero degli Interni invita i soggetti istituzionali coinvolti ad attivarsi per “«disporre il trasferimento/uscita degli ospiti in accoglienza» presso i progetti a Riace.

E aggiunge: «dovendosi, in seguito, procedere alla definizione degli aspetti contabili dare/avere, entro 60 giorni dal trasferimento/uscita dell’ultimo beneficiario codesto Comune (Riace) dovrà rendicontare le spese sostenute inviando la relativa documentazione secondo le modalità previste dal Manuale di rendicontazione Sprar».

Quindi tutti i profughi dovranno abbandonare Riace, e spostarsi in altri progetti sparsi per l’Italia.

E quando tutti saranno andati via, il ministero ha chiesto a Lucano di fornire tutta la rendicontazione delle spese effettuate in questi anni nei vari progetti di accoglienza.

I motivi della richiesta di chiusura dei progetti di Riace da parte del ministero degli Interni sono elencati nella nota inviata: «mancato aggiornamento della banca dati gestita dal Servizio centrale»; «mancata rispondenza tra i servizi descritti nella domanda di contributo e quelli effettivamente erogati e/o mancata applicazione di quanto previsto dalle linee guida anche in termini di standard qualitativi e quantitativi»; «erogazione dei servizi finalizzati dal Fondo a favore di soggetti diversi da quelli ammessi all’accoglienza» e «mancata presentazione della rendicontazione».

“Mancanze” che hanno determinato la decurtazione di 34 punti dalla “classifica” stilata dallo Sprar, decretando l’uscita di Riace dai progetti finanziati.

Una bella botta per Mimmo Lucano e tutta Riace. E qui, non c’entra la procura, ma solo ed esclusivamente chi ha prodotto relazioni false sul modello Riace.

E’ chiaro che contro questa assurda decisione il Comune di Riace ricorrerà al Tar

Da Iacchite - 13 ottobre 2018

Pubblicato in Calabria

Monsignor Nunzio Galantino, parroco di Cassano all’Ionio, è il prototipo del vescovo più papista del Papa.

Se Francesco sostiene che bisogna accogliere i migranti, lui afferma che occorre spalancare le porte.

Se Bergoglio predica la retorica dell’integrazione, lui subito prende iniziativa e fa in modo che quei profughi, da noi, ci arrivino davvero e ci restino pure.

Naturalmente questa sua attenzione terzomondista si è acuita in occasione di appuntamenti speciali, come la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, tenutasi il 14 gennaio 2018, all’insegna di quattro imperativi “Accogliere, Proteggere, Promuovere, Integrare”.

Nel presentare le iniziative della Chiesa previste per quel giorno, l’ex segretario della Cei (ormai acronimo di Comunità degli Emigrati in Italia), non si è lasciato sfuggire l’opportunità di pronunciare un sermone a favore del Buon Profugo, e contro coloro che vorrebbero sfruttarlo, cacciarlo o screditarlo.

Ed ha tuonato«L’immigrazione rischia di essere ridotta a merce elettorale e affrontata in un clima da stadio».

Ora monsignor Galantino promosso a presidente dell'Aspa, l'ente preposto all'amministrazione del patrimonio della Sede apostolica, in occasione dell'uscita del suo volume 'Vivere le parole - Per un vocabolario dell'esistenza' (Piemme edizioni) con la prefazione firmata dal Papa, si sofferma anche sul decreto migranti che lunedì arriverà al Cdm e svela la SUA verità sui migranti.

E dice"Gli Sprar dove sono tenuti bene, e sono la stragrande maggioranza, sono istituzioni straordinarie perché il modo in cui sono stati concepiti dà garanzie".

Galantino bolla come 'bufala' la "storia dei 35 euro dati agli immigrati: "E' una balla grossa perché tutti sanno che lo Sprar non si fa all'aria aperta ma in un locale che deve avere sua consistenza per legge, una sua cura, deve avere operatori e tutte queste realtà non possono essere fatte in nero.

Se ciò accade, è bene che il governo intervenga e punisca ma dovere poi leggere tutte queste realtà che hanno capacità belle di promozione, è come minimo fuori posto perché gli operatori che sono lì sono italiani e vengono pagati con quei soldi.

Le utenze sono pagate all'Italia, il cibo è comprato in Italia quindi sono soldi che di fatto restano qui eccetto quei 2.50 euro che vengono dati a queste persone".

Una scelta precisa che parte dal presupposto che tanto chi gestisce gli Sprar sono Italiani, che chi lavora negli Sprar sono Italiani, che chi vende il cibo è Italiano, e che, in sostanza, grazie ai migranti si è determinato lavoro.

Monsignor Galantino deve aver studiato la teoria del grande economista John Maynard Keynes quello che diceva che, in periodo di crisi, lo stato dovrebbe pagare i lavoratori disoccupati per scavare una gigantesca buca e poi riempirla. In questo modo i lavoratori avrebbero un salario e potrebbero spendere, attorno alla buca si creerebbero negozi ed osterie ed infine l’economia potrebbe risollevarsi.

In conclusione monsignor Galantino svolge una posizione politica decisa a favore di chi ha fatto della immigrazione il proprio business politico, del tipo “se gli italiani non vi votano più cercate i voti tra gli immigrati”

A lui chiediamo perché mai il resto dell’Europa non fa quello che lui predica e perché mai il resto della chiesa europea sta zitta sul tema dei migranti o perlomeno non dice le sue stesse cose

Pubblicato in Italia

razzeMercoledì 7/3 sarà presentato il progetto Sprar di Crosia

CROSIA (Cs) - Lunedì, 5 Marzo 2018 – Progetto (Sistema di Protezione Rifugiati e Richiedenti Asilo) SPRAR "Mar'haba" (Benvenuti) di Crosia, dopodomani, mercoledì 7 Marzo l'Open Day alle ore 17.30, presso la sede Cidis Onlus di Mirto, in via Castello. Una giornata per mettere in evidenza i servizi offerti dal progetto e far conoscere gli ospiti, 19 beneficiari suddivisi in quattro nuclei familiari, al fine di una concreta e reale integrazione dei popoli.

La manifestazione, che prevede la partecipazione della Diocesi, con la presenza di Don Pino Straface - Responsabile Caritas, di professionisti del settore e rappresentanti di associazioni, oltre che dell'amministrazione Comunale e dell'ente gestore, è promossa dal Comune di Crosia e dal Cidis Onlus.

Negli ultimi anni – commenta l’Assessore alle Politiche Sociali Graziella Guido - il percorso di accoglienza nazionale è stato riformato, privilegiando lo Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) che va oltre l’approccio emergenziale, puntando con decisione su un piano d’accoglienza e integrazione. Integrare gli immigrati non è solo un dovere morale o una questione di equità. Va fatto anche per ragioni di efficienza economica e lungimiranza politica. Se gli stranieri sono ben integrati, infatti, i vantaggi che apportano alle economie ospitanti si amplificano e diminuiscono le probabilità di conflitto sociale, con tutta una serie di benefici sul piano del welfare, oltre che su quello della crescita economica. 

Il progetto SPRAR del Comune di Crosia gestito da Cidis Onlus è stato finanziato a seguito del Decreto Ministeriale del 10 agosto 2016 ed è attivo dal 13 giugno 2017. Già il 17 agosto 2017 era stata organizzata una giornata relativa all'accoglienza e all'inclusione. Tuttavia si è ritenuto opportuno organizzare questo ulteriore evento di presentazione per mettere in evidenza i servizi offerti dal progetto e far conoscere meglio gli ospiti.

Pubblicato in Calabria

Il comune di Mirto Crosia ha attuato il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR)

Ed in questi giorni è venuto alla luce Emmanuel, primo cittadino di Crosia appartenente ad una delle famiglie integrate attraverso residenti nel comune traentino.

Il bimbo, figlio di papà John e mamma Joy, entrambi di nazionalità nigeriana, è venuto alla luce la scorsa domenica 7 gennaio 2018 presso l’ospedale civile “Compagna” di Corigliano calabro.

È quanto fa sapere l’assessore alle Politiche sociali, Graziella Guido, che attraverso i responsabili dell’ufficio servizi sociali comunale ha trasmesso ai genitori e al bambino gli auguri dell’intera comunità mirtocrosiota.

Emmanuel – dice Guido - il cui nome porta con se un incredibile messaggio di speranza, è un po’ figlio di tutti noi cittadini di Mirto Crosia, che da anni è una delle maggiori comunità calabresi ad aver fatto dell’accoglienza un valore e che dall’estate scorsa ha scelto coraggiosamente di accogliere e integrare nel proprio tessuto sociale anche i cittadini rifugiati e richiedenti asilo del progetto Sprar.

E sono certa – continua - che la nascita di Emmanuel possa rappresentare un nuovo seme di speranza nel solco di quella sana e costruttiva accoglienza fondata su valori e rispetto reciproco.

Da amministratori attenti alle esigenze di tutti i cittadini della nostra comunità, nel nostro piccolo cercheremo di lavorare per integrare queste nuove famiglie che con umiltà hanno chiesto di potersi inserire nella nostra società ponendo come condizione preliminare l’attenzione verso la nostra cultura, le nostre tradizioni e le nostre difficoltà.

Oggi – conclude l’Assessore - con affetto e tanta soddisfazione porgiamo i più cari auguri ad Emmanuel e a tutta la sua famiglia, per questo nuovo inizio che ci auguriamo possa essere di buona vita.

Giovedì, 11 Gennaio 2018

Pubblicato in Cosenza

Che confusione con i migranti e gli Sprar!

Non solo non si sa più nulla sugli arrivi di migranti e si vede il Governo teso a far credere che il n loro numero sia fortemente diminuito.

Ma non si sa nemmeno cosa abbiano sottoscritto i sindaci calabresi in nome e per conto dei loro ignari cittadini.

Addirittura non si sa nemmeno quanti siano stati.

120 come dice l’Ansa nel suo articolo “Accoglienza, Minniti a sigla protocollo?”

149 come dice il Corriere della Calabria nel suo articolo «La Calabria terra d’accoglienza»: A Taverna l'incontro per la firma del protocollo d'intesa per l'avvio dei progetti Sprar in 149 Comuni. Il governatore Oliverio: «La Regione a fianco degli Enti». Il ministro Minniti: «Oggi è un passaggio fondamentale ma è un percorso ancora lungo»?

194 come dicono tutti gli altri giornali tra cui “Il quotidiano del sud “nel suo articolo “Sistema Sprar, Comuni calabresi credono nel progetto. Ma sui centri di accoglienza è allarme 'ndrangheta”?

L’unica certezza documentata dalle foto è la presenza del sindaco amanteano Mario Pizzino.

Intanto chiariamo a tutti che “Sprar” è l’acronimo con cui vengono identificati il sistema di protezione dei richiedenti asilo e dei rifugiati.

Ne aveva già parlato il precedente sindaco Monica Sabatino preoccupata dell’alto numero di profughi presenti ad Amantea e prima ancora che nascesse un secondo centro di accoglienza.

Ora lo Sprar viene riproposto dalla nuova amministrazione

Ma che cosa significa?

Che verranno novi migranti ad Amantea?

Che diminuiranno?

Difficile credere alla intesa Anci Viminale ( vedi Ancitel) che parla di un “riparto equo” nei Comuni che vorranno aderire su base volontaria allo Sprar pari a 2,5 migranti ogni mille abitanti!

Addirittura con incentivi economici per i Comuni aderenti!.

Insomma la adesione di Amantea significa forse che in attuazione della direttiva del Ministro dell’Interno dell’11 ottobre 2016 – relativa alle regole per l’avvio di un sistema di ripartizione graduale e sostenibile dei richiedenti asilo e rifugiati sul territorio nazionale attraverso lo Sprar – avremo solo altri “35” migranti( cioè il 2,5 x mille per i 14 mila abitanti) vista la “clausola di salvaguardia” che rende esenti dall’attivazione di “ulteriori forme di accoglienza” quei Comuni che appartengono alla rete Sprar o che hanno manifestato la volontà di aderirvi?.

E’ vero che stanno per arrivare babbo natale e la befana ma non ci credono più nemmeno i bambini.

Ed allora?

Allora non resta che aspettare le elezioni politiche, poi, salvo che non succeda quanto sta succedendo in Europa , dove vincono i partiti antimigranti ( nessuna paura in Italia), l’invasione inarrestabile.

La prova?

Certo. La presenza a Taverna nientemeno che di

-          Minniti il quale avrà dichiarato: «Oggi è un passaggio fondamentale ma è un percorso ancora lungo» : che cosa avrà voluto dire?;

-          Giovanni Manoccio, ex sindaco di Acquaformosa di 1100 abitanti che dichiarò” «Grazie ai progetti sull’accoglienza, è stata creata un’associazione che dà occupazione a 35 ragazzi del posto, per noi l’integrazione è una straordinaria opportunità»; ( ad Amantea con questi parametri avremmo 445 occupati!!!!!!!). In Calabria con questi parametri avremmo oltre 62 mila occupati!!!!!

-          Mario Oliverio il quale ha dichiarato«La Regione a fianco degli Enti»: che cosa avrà voluto dire?;

-          Antonio Viscomi ed addirittura Vincenzo Ciconte e Nicola Adamo.

Secondo l'accusa avrebbero rapinato una coppia in pieno centro a Crotone così due 18enni della Guinea, S.M. e D.I., di 18 anni, del 1999, ospiti di un centro Sprar del crotonese, sono stati arrestati dalla polizia.

 

La rapina è avvenuta la notte scorsa nella centralissima piazza Pitagora, nel centro di Crotone, ai danni di una coppia.

Con la minaccia di una pistola - rivelatasi poi essere un giocattolo - i due guinensi hanno sottratto alla ragazza la borsa con denaro, effetti personali e bancomat.

L’immediata attività di rintraccio si è conclusa a poche ore dall’accaduto quando gli agenti hanno in via Cutro rintracciavano i due rapinatori e recuperata l’intera refurtiva che veniva restituita alla giovane.

 

Soddisfazione è stata espressa dal Questore di Crotone nel corso della conferenza stampa in cui sono stati resi noti i termini dell’attività svolta dagli uomini della Squadra Volante.

«La nostra idea di controllo del territorio - ha detto il questore Claudio Sanfilippo - è stata programmata in un certo modo e quello che hanno fatto i ragazzi è il risultato di questa programmazione.

Ringrazio questi uomini, ma dovrebbe essere l'intera città a ringraziarli per il lavoro difficile e pericoloso che fanno ogni giorno».

Il dirigente delle Volanti Corrado Caruso, ha sottolineato «la tempestività dell’intervento e la capacità di individuare subito i colpevoli».

Sono infatti questi uomini e queste donne che quotidianamente tutelano la sicurezza del cittadino lungo le strade cittadine.

Unitamente ai diversi servizi che svolgono quotidianamente anche quello, avviato nelle ultime settimane, della lotta ai parcheggiatori abusivi.

Nei giorni scorsi infatti un ganese è stato tratto in arresto per aver aggredito gli uomini della Squadra Volante che lo avevano sorpreso nel parcheggio dell’ospedale e avevano tentato di identificarlo.

Alla richiesta dei documenti l’uomo ha inveito contro gli agenti ferendone due in modo grave.

Pubblicato in Crotone

Leggiamo in questi minuti :

1)Acquaformosa: Manoccio sfratta una coppia di nigeriani

Lo abbiamo scritto tante volte come funzionano i progetti di accoglienza dei profughi, specie quelli dello Sprar che si vantano davanti giornali e televisioni di accogliere questa povera gente per amore di fratellanza e solidarietà,

e poi, quando si spengono le telecamere la storia è tutt’altra: finiti i soldi dello stato finita l’accoglienza e la solidarietà.

E’ quello che sta succedendo ad Acquaformosa, paese famoso per l’accoglienza, dove una coppia di nigeriani marito e moglie in attesa, sono stati cacciati in malo modo dalla casa dove abitavano.

Il loro tempo di permanenza dentro lo Sprar è finito, e Manoccio e compari che gestiscono la holding del disagio, non pagano più l’affitto, e il sindaco Gennaro Capparelli ha chiesto ed ottenuto lo sfratto facendo intervenire i carabinieri.

Il nigeriano si è barricato in casa e dice di non saper dove andare, ma Manoccio che davanti alle telecamere vuole bene a tutti, ha deciso che se ne devono andare.

Dove non gli interessa: per strada, sotto un ponte, non sono fatti suoi.

I soldi sono finiti e con essi anche la solidarietà di Manoccio.

Di fronte a queste vigliaccate verrebbe da dire ha ragione Povia quando dice che personaggi come Manoccio la solidarietà non sa nemmeno cos’è, quello che gli interessa è solo prendere i soldi del ministero.

Alla faccia del paese dell’accoglienza.

Da Iacchite -2 ottobre 2017

2) Bloccano operatori centro Sprar, arrestati coniugi ad Acquaformosa

Marito e moglie, 30 anni lui e 25 ledi, nigeriani, ospite dello Sprar di Acquaformosa, sono stati arrestati dai carabinieri della compagnia di Castrovillari con l'accusa di sequestro di persona, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali.

I due, il cui progetto Sprar, secondo i carabinieri, era terminato, avrebbero sequestrato quattro operatori del centro perché si sarebbero rifiutati di dare loro le presunte somme che vantavano. All'arrivo dei militari i due si sarebbero scagliati contro di loro provocando lievi ferite a tre carabinieri.

L'uomo è stato portato in carcere mentre la donna è stata posta agli arresti domiciliari. (ANSA).

Da Il Dispaccio/ Cosenza del 2 ottobre 2017

Pubblicato in Cosenza

Questo è il suo racconto:

"Domenica pomeriggio, erano circa le 15:30, ero sul lungomare di Marina di Gioiosa Ionica.

All'improvviso ho sentito una bambina piangere e gridare aiuto e poi ho visto una testa uscire dal mare, era un bambino; quando ho capito cosa stava succedendo ho buttato via tutto, zaino e cellulare, e mi sono subito buttato in acqua.

Per tre volte ho provato a prendere la mano del bambino, ma non ci riuscivo, le onde erano troppo forti e mi riportavano verso la riva.

Allora ho provato ancora una volta e finalmente sono riuscito a toccare il bambino, ad afferrare la sua mano e a riportarlo verso la riva.

Il bambino aveva tanta paura, piangeva.

Io gli ho detto stai tranquillo, non piangere, ora sei salvo.

Il bambino poi si è calmato, ma a me girava la testa.

Appena ho visto il bambino non ho pensato a niente, poi quando ho capito che era salvo ho ringraziato Dio e mi è salita tutta la paura e la stanchezza.

Ma ora io sono contento, perché adesso questo bambino è come nato per la seconda volta.

Ho pensato che forse per questo la vita non mi ha portato a Gioiosa".

Si tratta di Ahmed Ripon, di 18 anni,(nella foto) arrivato in Italia dal Bangladesh circa un anno fa, su uno dei tanti barconi che approdano sulle nostre coste e che, dopo essere stato accolto in un centro per Minori Stranieri Non Accompagnati, è arrivato a Gioiosa Ionica, come richiedente asilo, ospite del Progetto di accoglienza aderente alla Rete SPRAR, di cui è titolare il Comune di Gioiosa Ionica e gestito dalla Rete dei Comuni Solidali.

La mamma del giovanotto dice "Siamo grati a Ripon. Anche io ero lì, ho provato ad andare incontro a mio figlio, ma le onde mi riportavano sempre a riva.

Se non ci fosse stato lui, ma non ci voglio pensare.

Ripon è stato il nostro angelo, è come se mio figlio avesse avuto una seconda possibilità, credo davvero che se fossero passati solo altri pochi secondi forse il mio bambino non ce l'avrebbe fatta. Ripon potrà sempre contare su di noi.

Ora, con mio figlio, sono diventati grandi amici e noi gli saremo per sempre grati".

Ne approfitta Giovanni Maiolo il coordinatore del progetto Sprar di Gioiosa Ionica per dire : "Una storia a lieto fine. Ma non è solo questo. E' una di quelle storie semplici che ci dovrebbero permettere di provare ad andare oltre. Oltre un confine geografico, oltre un colore di pelle, oltre il mero e banale pregiudizio. E' una storia di umanità. Di cuore e coraggio, di speranza e nuove opportunità. Tutto quello che dovremmo tener vivo ogni giorno della nostra vita".

Pubblicato in Reggio Calabria

"In Calabria abbiamo un Cara sovraccaricato, una politica per l'integrazione diffusa attraverso lo Sprar. Nell'interlocuzione con Viminale e prefetture vedremo come organizzarci".

 

Lo ha detto, al termine della Conferenza delle Regioni, il presidente della Calabria Mario Oliverio rispondendo a una domanda sull'individuazione del sito per il centro di permanenza per il rimpatrio dei migranti.

"Nel Sud viviamo come regioni di frontiera questo problema, riteniamo che bisogna rafforzare in sede Ue l'attenzione affinché le politiche di integrazione abbiano una dimensione più ampia", ha continuato Oliverio aggiungendo: "Noi per le politiche di integrazione siamo molto avanti ed è possibile coniugare l'accoglienza con la rivitalizzazione di Comuni abbandonati".

"Abbiamo approvato all'unanimità un documento che chiede il rafforzamento, dopo il 2020, della politica di coesione: più risorse, snellimento delle procedure, più coordinamento tra le politiche di coesione e altre strategie".

 

Lo ha detto, al termine della Conferenza delle Regioni, il presidente della Calabria Mario Oliverio. "Il documento - ha continuato -rafforza l'orientamento di governo e parlamento nella definizione, in sede Ue, di un rafforzamento delle politiche di coesione"

 

In sostanza Oliverio potrebbe far predisporre un accurato elenco dei piccoli comuni ce si stanno spopolando, e magari che hanno bisogno di bambini profughi per tenere in piedi le scuole primarie, ed attuare in ognuno di questi comuni gli Sprar

In questo modo riempiremo la Calabria di profughi , rivitalizzeremo i piccoli paesini che si stanno sempre più spopolando , manterremo le scuole anche là dove non esistono bambini nei numeri necessari, avremo una maggiore presenza dei medici di famiglia, daremo lavoro ai disoccupati, aiuteremo i piccoli negozi a sopravvivere.

Peraltro i fondi sono statali e non regionali ed i comuni dovranno contribuire solo con un 5 % che si sostanzia mediante la fornitura di prestazioni professionali e strutturali e mediante l’accollo di tutte le utenze elettriche, servizio idrico, raccolta rifiuti, altre imposte ed attività necessarie al corretto svolgimento del progetto stesso.

Qualche dubbio viene leggendo la successiva tabella dalla quale risulta che

La Calabria vanta 2997 posti distribuiti su 88 comuni

Meno della Sicilia e del Lazio che hanno il triplo degli abitanti

Più della Emilia Romagna, della Lombardia, della Puglia, del Piemonte , della Toscana, del veneto che hanno molti abitanti in più della Calabria

E comunque la Calabria vanta i maggior numero di comuni interessati dallo Sprar , addirittura più della Sicilia , più del doppi del Lazio.

Non è un problema di accoglienza è un problema di sopravvivenza!

“Quannu manche lu panu, n’appricamu alli mullichi”

Pubblicato in Calabria
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