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Smaltimento illecito di rifiuti. Due denunce

Un impianto di depurazione di acque reflue industriali è stato posto sotto sequestro dai militari del Nipaf di Cosenza, Nucleo di Polizia Ambientale e Forestale Carabinieri,

 

coadiuvati dalle Stazioni Forestale Carabinieri di Spezzano Sila e Castrovillari, nel comune di Spezzano Albanese lungo la SS 19.

Durante le indagini è emerso che l’impianto, utilizzato da una ditta alimentare, era privo delle autorizzazioni allo scarico previste dalla normativa, risultate scadute nel 2014.

Il controllo effettuato ha inoltre accertato l’illecito smaltimento dei fanghi di depurazione industriale prodotti, oltre alla presenza nelle vasche di depurazione di oltre 80 metri cubi di rifiuti liquidi speciali.

L’indagine effettuata dal Nipaf, coordinata al Procuratore Capo Eugenio Facciolla, ha portato oltre al sequestro dell’impianto alla denuncia di due imprenditori, il legale rappresentante della ditta e il gestore dell’impianto di depurazione, per “gestione illecita di rifiuti” e “scarico di reflui industriali senza la prescritta autorizzazione”.

COSENZA 29 settembre 2017

Pubblicato in Cosenza

Riceviamo e pubblichiamo:

“Continua incessante l’attività di difesa e controllo del territorio da parte del personale del Corpo Forestale dello Stato della Provincia di Cosenza

 

relativa alle verifiche ed ai controlli nel campo di depurazione delle acque che ha visto oggi il personale del Comando Stazione di Cosenza impegnato in attività di controllo sul territorio del capoluogo provinciale e che ha portato al sequestrato del depuratore comunale di Donnici Superiore.

Il sequestro è avvenuto a seguito di segnalazione da parte di alcuni abitanti della frazione relativa alla pessima gestione in cui versa da anni il depuratore comunale che serve gli abitanti di questa frazione di Cosenza.

L’attività di controllo, coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza ha accertato la pessima gestione con la quale viene mantenuto e gestito il predetto sito di depurazione acque.

E’ stato infatti accertato che le acque fognarie in arrivo al depuratore, a causa dell’intasamento della griglia di separazione primaria, defluiscono liberamente sul suolo circostante formando degli acquitrini di acque putride e maleodoranti.

Da ciò appare evidente la mancata cura e gestione del depuratore atteso che il cancello di ingresso a tale griglia era ricoperto da rigogliosi tralci di vite che si erano intrecciati nello stesso, segno evidente del completo stato di abbandono del sito.

Da verifiche espletate durante il controllo si è accertato che tali maleodoranti reflui fognari, liberamente scorrendo sul suolo, sversano nella sottostante area boscata in assenza di qualsivoglia trattamento depurativo.

Difatti il depuratore nel momento del controllo è risultato fermo e le varie strutture atte alla depurazione delle acque erano intasate da fanghi mai smaltiti e completamente inutilizzate da tempo.

Analoga situazione nei letti di stoccaggio dei fanghi di rifiuto, abbandonati da molto tempo e sui quali cresceva una rigogliosa flora erbacea.

Si è quindi provveduto ad effettuare il sequestro dell’impianto contestando vari reati quali: lo scarico di reflui sul suolo, il danneggiamento, l’attività di gestione non autorizzata di rifiuti speciali prodotti dall’impianto nel tempo ed il getto pericoloso di cose, stante il perdurante stato di abbandono del sito che è causa di maleodoranti e moleste esalazioni e prolificare di insetti nocivi e ratti con i quali sono costretti a vivere gli abitati del luogo.

Dai successivi controlli si è inoltre accertato che per tale sito, non era mai stata neanche rilasciata la necessaria autorizzazione allo scarico, come pure la mancanza degli ulteriori atti amministrativi necessari alla gestione ed alla tracciabilità dei rifiuti fangosi prodotti nel sito.

Tale attività ha portato oltre al sequestro al deferimento del Dirigente del II° Dipartimento Tecnico – Sviluppo Tutela e Gestione del Territorio - del Comune di Cosenza - ed i Dirigenti dei Settori n° 7 – Infrastrutture e N° 8 Ambiente i quali sono stati deferiti alla competente Autorità giudiziaria per i succitati reati continuati ed in concorso”.

Pubblicato in Cosenza

L’impianto in totale abbandono non è funzionante da anni. Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato hanno posto sotto sequestro il depuratore comunale di Fagnano Castello (Cs) sito in località Rondinelle.

 

Il controllo effettuato dal Nipaf, Nucleo investigativo di polizia Ambientale e Forestale del Comando Provinciale di Cosenza e dal locale Comando Stazione ha accertato le condizioni di assoluta fatiscenza dell’impianto di depurazione non funzionante da anni e privo di energia elettrica le cui strutture sono state trovate in uno stato di totale abbandono.

 

Nonostante l’impianto non fosse  funzionante il depuratore riceve regolarmente la fogna proveniente dal centro abitato, ed i suoi liquami accumulati vengono sparsi sul terreno riversandosi nel vallone “Cannatello”.

Inoltre l’impianto è colmo di rifiuti rappresentati dai fanghi di depurazione mai smaltiti oltre ad essere invaso dalla vegetazione spontanea.

 

Dopo il controllo si è quindi provveduto a porre sotto sequestro tuta l’area estesa per circa 4.500 mq così come le sei strutture in cemento armato facenti parte dell’impianto.

Due le persone denunciate all’Autorità Giudiziaria , in quanto ritenute responsabili dello stato di cose,  per gestione illecita dei rifiuti, sversamento di liquami sul suolo, inquinamento di corsi d’acqua.

Sono attualmente in corso ulteriori accertamenti in collaborazione con Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente in Calabria al fine di valutare eventuali livelli di inquinamento causati.

Fagnano Castello. 23 novembre 2015 -

 

Pubblicato in Cosenza

Beh. Il dubbio viene. E non solo per quanto pubblicato da stampa e web, ma anche per quello che dice Legambiente e per quello che si sente dire in giro!

Di oggi, il sequestro del depuratore comunale di Roggiano ed il deferimento all’autorità giudiziaria di 5 persone. Ed una lunga fettuccia colorata!

Un sequestro operato dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato.

Il dodicesimo in pochi giorni dopo i 10 depuratori nella fascia ionica cosentina e quello di Lattarico dei giorni scorsi.

Gli uomini del Nipaf , Nucleo Investigativo del Corpo Forestale di Cosenza, hanno riscontrato il mancato funzionamento dell’impianto le cui acque confluivano senza alcun trattamento di depurazione nel torrente “Fullone”.

E ciò nonostante sull’impianto fossero stati effettuati lavori di somma urgenza per diverse migliaia di euro che prevedevano anche 12 mesi di gestione.

Sembra anzi che il depuratore non sia mai entrato in funzione.

E la domanda è quindi d’obbligo. Ma qualche depuratore in Calabria realmente funziona? O scaricano tutti nei torrenti, nei fiumi e sui terreni anche privati?

Pubblicato in Calabria
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