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COSENZA 6 dicembre 2016 – Gestione illecita di rifiuti e attività illecita di demolizione.

E’ quanto emerso da un’attività coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza che ha visto impegnati a Rende in località Cutura questa mattina gli uomini del Nipaf, Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale del Corpo Forestale dello Stato, unitamente ai reparti dei Comandi Stazione di Cosenza, Spezzano Sila ed Aprigliano.

Durante un controllo in area privata sono stati rinvenuti sei veicoli fuori uso e diversi rifiuti speciali pericolosi e non provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, elettrodomestici, ferrosi e vari ingombranti.

La Gestione che veniva svolta da un uomo di nazionalità rumena, deferito all’Autorità Giudiziaria, avveniva in un area priva dei requisiti previsti per tale attività e senza alcuna autorizzazione che comportava lo versamento sul suolo anche di rifiuti pericolosi rappresentati da oli esausti e liquidi contenuti nelle carcasse degli automezzi.

Oltre al deferimento dell’uomo si è proceduto al sequestro dei mezzi e dei cumuli dei rifiuti rinvenuti.

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Dalla procura di Cosenza una mano alla pulizia delle acque del Tirreno.

“Questa mattina il Corpo Forestale dello Stato ha posto sotto sequestro nove impianti di depurazione e deferito all’autorità giudiziaria 14 persone.

 

Tale attività si inserisce nell’ambito di un iniziativa voluta dal Procuratore Capo Mario Spagnuolo volta a indagare e reprimere fenomeni di inquinamento al fine di tutelare la salute dei cittadini e la salubrità dell’ambiente, ed in particolare ha riguardato lo stato di inquinamento del fiume Savuto (da cui prende il nome Isabel, Isabella d’Aragona deceduta nel 1271 nell’attraversare il fiume).

 

L’operazione, condotta dal NIPAF, Nucleo Investigativo del CFS con il supporto della Sezione di PG del Corpo Forestale e diversi Comandi Stazione, è stata coordinata dal Procuratore Capo Mario Spagnuolo e dal Procuratore Aggiunto Marisa Manzini.

I provvedimenti di sequestro sono stati trasmessi al P.M. di turno dr. Francesco Giuseppe Cozzolino e riguardano i depuratori che scaricano nel fiume e che ricadono nei Comuni di Carpanzano, Scigliano, S.Stefano di Rogliano e Parenti, in quest’ultimo Comune sono sei gli impianti oggetto di sequestro.

Le indagini condotte in questi mesi e gli accertamenti preliminari su tutti gli impianti hanno portato a contestare agli indagati, Sindaci e tecnici comunali, i reati di gestione illecita di rifiuti, scarico di acque reflue sul suolo, danneggiamento e molestie.

 

Oltre al mancato funzionamento, le indagini ed i controlli hanno accertato diverse irregolarità come la presenza in alcuni impianti di bypass che consentivano lo scarico nel fiume dei reflui non sottoposti al dovuto ciclo depurativo.

L’operazione di oggi ha visto impiegati 40 uomini e 9 pattuglie del Comando Provinciale di Cosenza.

Nei prossimi giorni con l’ausilio dei tecnici dell’Arpacal continueranno le verifiche e le indagini sullo stato del fiume Savuto al fine di verificare lo stato di inquinamento dello stesso e dei suoi affluenti.

COSENZA 27 ottobre 2016”

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Dopo una lunga attività di indagine la Procura della Repubblica di Cosenza dispone il sequestro dell’area della Legnochimica srl e di 15 pozzi.

 

Il sequestro preventivo dell’area sede dell’ex stabilimento della Legnochimica S.r.l. di Contrada Lecco a Rend è stato eseguito stamattina 25 novembre dal Nipaf, Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale del Corpo Forestale dello Stato di Cosenza.

Il decreto di sequestro emesso dalla Procura della Repubblica di Cosenza arriva a seguito di una complessa attività di indagine coordinata dal Procuratore Capo Dario Granieri, dal Procuratore Aggiunto Marisa Manzini e dai Sostituti Procuratori Bruno Antonio Tridico e Domenico Assumma.

 

Questa mattina gli uomini del Corpo Forestale dello Stato hanno eseguito il sequestro della vasta area, estesa per circa 90.000 metri quadri e di 15 pozzi ricadenti al suo interno alcuni dei quali usati a scopo irriguo e altri utilizzati nell’allevamento di bestiame per l’abbeveraggio degli animali.

 

Due di essi sono utilizzati anche a scopo industriale ed uno da una industria alimentare.

Tale provvedimento si è reso necessario poiché la falda acquifera, come emerso dalle consulenze tecniche, è risultata fortemente inquinata da metalli pesanti quali ferro, alluminio, manganese, arsenico, cromo, nichel, cobalto e piombo.

L’area, che non è mai stata caratterizzata da operazioni di bonifica o messa in sicurezza di emergenza, è stata invece periodicamente interessata da fenomeni di incendio, dovuti alla combustione dei rifiuti in essa presente che hanno sprigionato nell’aria sostanze tossiche.

Un fenomeno che non è passato inosservato e che ha visto la denuncia in passato di amministratori e cittadini.

 

A seguito dell’operazione odierna il liquidatore della società è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per i reati di inquinamento ambientale e omessa bonifica.

Sul caso è intervenuto il M5s con la seguente nota.

Rende (Cs) - La Procura di Cosenza ritorna sul luogo del delitto. Il nuovo provvedimento giudiziario, con il sequestro dell'area ex Legnochimica e l'inserimento nel registro degli indagati dell'attuale liquidatore per omessa bonifica, è un segnale non trascurabile che qualcosa con la nuova legge sugli Ecoreati finalmente si muove.

"Non possiamo certo mettere la parola fine a questa storia - dice il portavoce M5S al Consiglio comunale di Rende, Domenico Miceli -. Questo nuovo capitolo giudiziario, di cui aspettiamo di conoscere l'esito, potrebbe rappresentare anche un prolungamento dei tempi e speriamo che ciò non accada, laddove siamo già fuori tempo massimo per la bonifica dell'area che a quanto pare risulta essere inquinata. Come Movimento 5 Stelle ci siamo fatti promotori a marzo dello scorso anno di un Consiglio Comunale ad hoc per riaccendere i riflettori su questa incresciosa vicenda e continueremo a vigilare affinché sia tutelata la salute dei cittadini e ristabilita la corretta natura dei luoghi. Nei prossimi giorni formalizzerò la mia richiesta alla Giunta comunale di Rende di emanare al più presto una delibera così da ottenere tutta la documentazione su cui si fonda il sequestro".

"Mentre aspettiamo ancora una risposta politica sul caso ex Legnochimica - dice il portavoce M5S alla Camera dei Deputati, Paolo Parentela - con due interrogazioni depositate rimaste senza risposta dal Governo nazionale, non possiamo non prendere atto della forza dirompente che dimostra di avere la nuova legge sugli Ecoreati nel contrasto dei crimini ambientali. Ora l'assessore all’Ambiente della Regione Calabria, Rizzo, deve prendere una posizione chiara sul caso in questione e anche su tutte le altre omesse bonifiche che sono di sua esclusiva responsabilità".

"<<Chi inquina paga>> è un principio cristallizato nel diritto dell'Unione europea  - dice l'eurodeputata M5S, Laura Ferrara -. Dobbiamo agire subito, soprattutto in Calabria, per affermare questo principio a tutti i livelli. Come Movimento 5 Stelle continueremo ad usare tutti gli strumenti a nostra disposizione per far rispettare la normativa europea in materia e presenteremo una seconda interrogazione presso la Commissione europea".

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L’impianto in totale abbandono non è funzionante da anni. Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato hanno posto sotto sequestro il depuratore comunale di Fagnano Castello (Cs) sito in località Rondinelle.

 

Il controllo effettuato dal Nipaf, Nucleo investigativo di polizia Ambientale e Forestale del Comando Provinciale di Cosenza e dal locale Comando Stazione ha accertato le condizioni di assoluta fatiscenza dell’impianto di depurazione non funzionante da anni e privo di energia elettrica le cui strutture sono state trovate in uno stato di totale abbandono.

 

Nonostante l’impianto non fosse  funzionante il depuratore riceve regolarmente la fogna proveniente dal centro abitato, ed i suoi liquami accumulati vengono sparsi sul terreno riversandosi nel vallone “Cannatello”.

Inoltre l’impianto è colmo di rifiuti rappresentati dai fanghi di depurazione mai smaltiti oltre ad essere invaso dalla vegetazione spontanea.

 

Dopo il controllo si è quindi provveduto a porre sotto sequestro tuta l’area estesa per circa 4.500 mq così come le sei strutture in cemento armato facenti parte dell’impianto.

Due le persone denunciate all’Autorità Giudiziaria , in quanto ritenute responsabili dello stato di cose,  per gestione illecita dei rifiuti, sversamento di liquami sul suolo, inquinamento di corsi d’acqua.

Sono attualmente in corso ulteriori accertamenti in collaborazione con Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente in Calabria al fine di valutare eventuali livelli di inquinamento causati.

Fagnano Castello. 23 novembre 2015 -

 

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Montalto Uffugo(cs) –15 Novembre 2014 – Indagini accurate da parte del Corpo Forestale dello Stato hanno portato nei giorni scorsi al deferimento di tre persone per reati ambientali e al sequestro preventivo di un cantiere disposto dal Tribunale di Cosenza su richiesta della Procura.

L’operazione coordinata dal Nipaf, Nucleo Investigativo di Polizia ambientale e Forestale di Cosenza, in collaborazione con diversi Comandi Stazione della zona ha determinato in località “Coretto” di Montalto Uffugo il sequestro di un cantiere di lavorazione inerti, il cui materiale veniva prelevato abusivamente con l’ausilio di un autocarro, posto anch’esso sotto sequestro, nel demanio fluviale del Fiume Crati.

Per tale attività, particolarmente monitorata nel tempo dagli uomini del Corpo Forestale sono state deferite per furto aggravato all’autorità giudiziaria tre persone residenti a Rose e Luzzi.

Durante l’attività delegata dalla Procura si è anche provveduto al sequestro d’iniziativa di un piazzale di 1500 metri quadri creato sopprimendo un bosco sottoposto a tutela paesaggistica presente proprio nell’alveo del fiume e per la quale creazione sono stati prelevati oltre 45000 metri cubi di inerti accumulati sul posto e pronti per essere trafugati.

Per tale attività un uomo di Rose dovrà rispondere di distruzione di bellezze naturali, soppressione di bosco vincolato paesaggisticamente e realizzazione del piazzale senza le autorizzazioni previste dalla normativa edilizia.

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La Forestale all’attacco dei frantoi che inquinano

Ed arrivano i primi due risultati

A Cosenza nella frazione Portapiana il primo risultato

Lo realizzano gli uomini dei Comandi di Dipignano, Mendicino e Rende, coordinati dal Nucleo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale di Cosenza (Nipaf).

Gli agenti avrebbero accertato che le acque di vegetazione delle olive venivano sversate illecitamente ed abbandonate in modo incontrollato sul suolo dei terreni a valle del frantoio, provocando così un invaso artificiale in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale.

Da qui il sequestro preventivo del frantoio eseguito dal Corpo forestale che ha conseguentemente deferito all’Autorità Giudiziaria l’autore del presunto reato.

A Mottafollone, sempre il personale del NIPAF in collaborazione con il reparto di San Sosti, dipendente dal CTA di Rotonda (Potenza), è stato accertato un reato ancora più grave.

Grazie ad una valvola di scarico posta sul fondo delle vasche aziendali di raccolta delle acque di vegetazioni, comandata da una specifica chiave di costruzione artigianale, i reflui del frantoio posto in centro abitato sarebbero stati scaricati direttamente nella fognatura pubblica e da qui nel depuratore comunale. Forte il rischio del cattivo funzionamento del depuratore

Anche in questo caso si è reso obbligatorio il sequestro il frantoio, delle vasche di raccolta delle acque e della chiave, ed il deferimento all’autorità giudiziaria dell’autore del presunto reato.

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Beh. Il dubbio viene. E non solo per quanto pubblicato da stampa e web, ma anche per quello che dice Legambiente e per quello che si sente dire in giro!

Di oggi, il sequestro del depuratore comunale di Roggiano ed il deferimento all’autorità giudiziaria di 5 persone. Ed una lunga fettuccia colorata!

Un sequestro operato dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato.

Il dodicesimo in pochi giorni dopo i 10 depuratori nella fascia ionica cosentina e quello di Lattarico dei giorni scorsi.

Gli uomini del Nipaf , Nucleo Investigativo del Corpo Forestale di Cosenza, hanno riscontrato il mancato funzionamento dell’impianto le cui acque confluivano senza alcun trattamento di depurazione nel torrente “Fullone”.

E ciò nonostante sull’impianto fossero stati effettuati lavori di somma urgenza per diverse migliaia di euro che prevedevano anche 12 mesi di gestione.

Sembra anzi che il depuratore non sia mai entrato in funzione.

E la domanda è quindi d’obbligo. Ma qualche depuratore in Calabria realmente funziona? O scaricano tutti nei torrenti, nei fiumi e sui terreni anche privati?

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31.7.2013.Da stamattina sessanta uomini del Corpo forestale dello Stato sono impegnati nell'esecuzione del sequestro preventivo, disposto dalla Procura della Repubblica, di 10 depuratori ubicati in otto comuni calabresi . Si tratta dei risultati di indagini condotte dal Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (Nipaf) di Cosenza. Sarebbe stata accertata “una sistematica attività di raccolta e smaltimento non autorizzato dei rifiuti costituiti dalle acque reflue urbane e dai fanghi derivanti dal trattamento di tali acque attraverso gli impianti stessi. L'attività sarebbe avvenuta in totale assenza di depurazione dei reflui urbani”

Questa volta non si tratta solo di di Escherichia coli ma anche di DOC e di (Bod5) .

Si parla di disastro ambientale.

I comuni interessati sono Rossano, Corigliano, Bocchigliero, Caloveto, Paludi, Campana, Terravecchia e Longobucco

Ha collaborato la Guardia costiera di Corigliano Calabro. Il Procuratore della Repubbica Facciolla ha dichiarato:«L'avviso di garanzia è un atto dovuto, utile soprattutto a tenere sotto la scure di responsabilità i sindaci che avranno tempo 60 giorni per sistemare gli impianti, pena responsabilità penali più gravi. L'operazione di oggi testimonia l'importanza di avere la Procura sul territorio in cui viviamo, per dare la possibilità a quanti ci vivono di denunciare direttamente a noi le cose che non vanno. Vorrei ci fosse maggior attenzione sul territorio che potrebbe essere garantita proprio dalla presenza del Tribunale. Riguardo alla vicenda di oggi sostengo che i fondi per la depurazione ci siano e non possono sparire o essere distratti per altro. Guarda caso il fenomeno è diffuso visto che sono coinvolti dieci Comuni e questo la dice lunga. Colgo l'occasione per dare il giusto riconoscimento ai miei colleghi che si sono messi a disposizione da subito. Anche se l'ufficio è piccolo dimostra grandi capacità. Un riconoscimento va alle forze dell'ordine, che hanno lavorato al meglio per garantire la giusta dignità al territorio».

Occorre attendere altre informazioni. Ci sembra che sequestrare contemporaneamente 10 depuratori imponga intense riflessioni. Troppi e tutti insieme : strano!

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