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La voce trova due fondamenti. Il primo è nello stato dell’IDV in Calabria (e non solo!).

 

Il secondo è nell’invito che ha emanato Mimmo Talarico invitando i suoi amici a partecipare all’incontro fondativo di un’associazione regionale che miri al rinnovamento della Calabria. Incontro fissato per il 26 giugno pv ore 18.00 presso la sala consiliare del comune di Rende. Ecco il testo: «Cari amici, gentili amiche, la Calabria è attraversata da una profonda crisi sociale e politica, nella quale, ai problemi atavici che travagliano la regione, si assommano nuovi e più insidiosi problemi, la cui origini è da ricollegare alla particolare, ed inedita, fase politico-istituzionale che vive oggi il paese.

La politica, nella sua accezione tradizionale, sconta una forte crisi di credibilità, mentre si rafforzano, sebbene in forme variegate, fenomeni antipolitici e demagogici, che, ad ogni buon conto, non possono essere considerati come una risposta adeguata ai problemi del momento, in Italia quanto in Calabria. Che fare allora? Vorremmo dare vita ad una associazione regionale che, relazionandosi con altre esperienze associative e di movimento presenti in Calabria, abbia come scopo l’elaborazione di una proposta politica di rinnovamento e di fuoriuscita dalla crisi per la nostra regione. Beni comuni, legalità, sviluppo sostenibile, lotta alla criminalità organizzata, dovrebbero costituire i capisaldi della sua missione. L’adesione all’associazione non sarebbe comunque incompatibile con l’iscrizione ad un partito...».

«Il nome e il simbolo? Lo decideremo insieme, democraticamente. Potete inviare la vostra proposta sul nome, il simbolo e i principi statutari via email all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. ».

«Intanto vi aspetto mercoledì 26 giugno p.v., alle ore 18, presso la sala consiliare del comune di Rende in piazza Matteotti, per l'incontro fondativo, nel quale stabiliremo il calendario e le iniziative da organizzare sul territorio».

 

Pubblicato in Cosenza

Domani lunedì 13 maggio ,ore 18.00, presso il Museo del Presente di Rende (CS), sarà presentata la proposta di legge regionale di iniziativa popolare che ha per oggetto la tutela, il governo e la gestione pubblica del ciclo integrato dell’acqua nella nostra regione, di cui è promotore il Coordinamento Acqua Bene Comune Calabria B. Arcuri.

Insieme a Mimmo Talarico, Consigliere regionale, e a Gennaro Montuoro del Coordinamento regionale Acqua Bene Comune, ci sarà Alberto Lucarelli, ordinario di diritto pubblico presso l’Università Sorbona di Parigi, esperto di beni comuni e diritto ambientale, protagonista della battaglia referendaria per l’acqua pubblica nel 2011.

“La proposta si prefigge l’obiettivo di favorire la definizione di un governo pubblico e partecipativo del ciclo integrato dell’acqua, in grado di garantirne un uso sostenibile e solidale, al di fuori di una logica di mercato e di profitto.

Ciò perché nonostante l’esito chiarissimo della consultazione referendaria, ad oggi nessun passo in avanti significativo è stato fatto nella direzione della ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, in Italia come nella nostra regione.

Questa iniziativa vuole essere anche una risposta ai limiti del ciclo delle acque in Calabria, dove si scontano troppe inefficienze e ritardi, problemi di inquinamento e di approvvigionamento, tariffe esose per i cittadini.

Il modello Sorical non solo non è più in linea con quanto stabilito dal referendum, ma si è rivelato assolutamente fallimentare. C’è bisogno di voltare pagina”.

NdR. Una sola domanda a Mimmo Talarico ed a Gennaro Montuoro: nella proposta di legge è previsto come il cittadino possa controllare gli enti pubblici?

Pubblicato in Cosenza

La storia è sempre la stessa. Nel M5S espulso con l’88,8 % dei voti Marino Mastrangeli il senatore con il vizio della TV e l’amore per la Corea del Nord ( A proposito ora i voti dove li andrà a prendere?).

 

Nell’UDC ancora nessun provvedimento per il rifiuto di quadri calabresi alla accettazione della segnalazione di Occhiuto in Giunta Regionale.

 

Nel frattempo restando in Calabria ecco Di Pietro che scrive agli ormai ex commissari regionali. <<E’ stato riscontrato che i commissari regionali Domenico Talarico ed Emilio De Masi, non hanno ritenuto di dover dare seguito alle determinazioni assunte dall’esecutivo nazionale, comportamento legittimo e rispettabile ma che contrasta evidentemente con il ruolo e le funzioni che incombono a chi svolge ruoli da commissari e quindi porre in essere attività che diano visibilità al partito, motivare iscritti e simpatizzanti, mettere in moto la macchina organizzativa per arrivare pronti e determinati al congresso nazionale e partecipare alla rinascita del partito.>>

 

Ed allora sarà lui stesso a guidare l’IDV calabrese accompagnandosi a Salvatore Migale (attuale sindaco del comune di Cutro), a Mario Caligiuri (assessore provinciale a Cosenza ) ed a Mimmo Iaconantonio (consigliere comunale e capogruppo Idv a Catanzaro). Ed infatti a chiuso sostenendo <<Chi ha deciso di continuare il percorso con l’Idv deve avere dei punti di riferimento che credono vivamente nel progetto>>.

Mah?

Pubblicato in Calabria

Nei decreti di nomina di pertinenza del Presidente Talarico si è soliti leggere tre elementi.

  1. a)Il primo è che si prende atto “ della verifica dei requisiti dei singoli candidati alla nomina di che trattasi, effettuata, anche con l'ausilio delle schede ricognitive allegate alle domande ed ai curricula, nonché delle schede di settore da cui si rileva la sussistenza o meno dei requisiti richiesti dalla vigente normativa da parte dell'Ufficio di Presidenza, con deliberazione n. 10 del 23 febbraio 2011”;
  2. b)Il secondo che dai predetti elenchi e dai curricula personali, in atti, il nominato “ risulta in possesso dei requisiti per la nomina in oggetto ed in grado di assicurare il buon andamento ed l'imparzialità dell'Organo al quale viene nominato”;
  3. c)Il terzo che “la scelta della Pubblica Amministrazione, nella fattispecie, non presuppone una procedura concorsuale, ma impone solo la richiamata valutazione di tutti gli aspiranti e dei requisiti da ciascuno dichiarati nelle domande e nei curricula che hanno costituito il fondamento dell'istruttoria verificativa”;

Ora questo “sistema” giunge ad epilogo. Lo ha deciso il sostituto procuratore, Gerardo Dominijanni, che ha inviato un avviso di garanzia al presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Talarico, ed al funzionario autore delle schede di valutazione relative alle nomine “incriminate”, Rocco Sirio.

Per il momento sotto indagine è finito l’attuale CDA dell’Arpacal nominato nelle persone di Marisa Fagà –presidente- e di Mario Russo e Ida Cozza –componenti.

Il presidente del consiglio regionale deve rispondere di abuso d'ufficio per aver proceduto alla nomina dei componenti del Cda senza che questi avessero i requisiti.

Anzi, recita il provvedimento, «procurando così intenzionalmente da un verso a costoro un ingiusto vantaggio patrimoniale, dall’altro un danno ingiusto agli aspiranti parimenti la nomina aventi idoneità a ricoprire l’ambito incarico».

“Nello specifico, secondo la ricostruzione accusatoria confluita nel provvedimento, al presidente Fagà ed a Russo si contesta di avere attestato falsamente, nella richiesta di nomina a componente del Consiglio di amministrazione dell’Ente per 4 anni e 5 mesi, di essere in possesso tanto dei requisiti richiesti dalla legge istitutiva dell’Arpacal (articolo 9 bis della legge regionale della Calabria 3 agosto 1999, n. 20, come introdotto dall’articolo 12 della legge regionale della Calabria 11 agosto 2010, n. 22, pubblicata Bur n. 15 del 16 agosto 2010, supplemento straordinario n. 1 del 20 agosto 2010), ovvero “comprovata esperienza tecnico scientifica in materia ambientale”, tanto di quelli richiesti dalla legge regionale della Calabria 4 agosto 1995, n. 39 (articolo 8), ovvero “cinque anni di attività professionale riconducibile all’incarico”, quando, al contrario, entrambi avrebbero ricoperto incarichi e funzioni ben diverse da quelle previste. Violazione, quest’ultima, contestata anche al terzo componente del Cda, Ida Cozza.”

Dalla nomina le reazioni dei candidati esclusi, che, a quanto pare, non avendo affatto digerito il “benservito”, hanno deciso di rivolgersi alla Procura dando così lo start all’ennesimo filone di un’inchiesta che – tutto lo fa pensare – ha in serbo ancora diversi colpi di scena.

Della serie”non finisce qui”!

Anche perché resta aperta la precedente inchiesta aperta dai sostituti procuratori Gerardo Dominijanni e Domenico Guarascio a carico di undici indagati, accusati, a vario titolo, di truffa e abuso d’ufficio. Si tratta di Vincenzo Mollace, commissario straordinario all’Arpacal, fratello del giudice della Corte d’appello di Reggio Calabria, Francesco; Francesco Caparello di Lamezia Terme; Pietro De Sensi, di Lamezia Terme; Giuseppe Giuliano, di Catanzaro; Giuseppe Graziano, di Longobucco; Domenico Lemma, di Reggio Calabria; Francesco Nicolace, di Catanzaro; Silvia Romano, di Cosenza; Luigi Luciano Rossi, di Catanzaro; Antonio Scalzo, consigliere regionale e vice presidente della Commissione.

Della serie : in questa regione più si scava, più si trova!

Pubblicato in Calabria
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