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GENOVA, 29 SET – La razionalizzazione filiali di Banca Carige comincerà il 25 novembre ed entro fine anno chiuderà complessivamente 45 sportelli.

La lista del maxi taglio deciso dai vertici della banca prevede riduzioni pesanti anche a Genova, dove è in programma la chiusura di 11 agenzie, decisione che tocca anche il cuore della città con il taglio delle filiali in via XII Ottobre e in via Galata; a Savona ne chiuderanno 6, compresa quella ‘centrale’ e una nell’imperiese a Riva Ligure.

Nelle altre regioni chiuderanno anche uffici storici e sedi prestigiose, come quella nell’edificio di piazza Duomo a Como.

I dipendenti interessati saranno 150, ma non sono previste uscite ‘violente’ si useranno ‘quota 100’, in modo volontario, e si troveranno strade interne.

“La banca rimarrà presente in tutte le regioni continuando ad avere una forte vocazione territoriale soprattutto in Liguria”.

E anche se più della metà delle filiali da eliminare è fuori regione “non si tratta di una ritirata dal mercato italiano”, dicono dalla banca.

ANSA

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Analisi di laboratorio a sbafo: indagate 2.300 persone a Genova, ci sono anche delle suore

Analisi di laboratorio a sbafo anche se c'era da pagare solo un mini-ticket di 6 euro.

E' invece maxi il procedimento con cui la procura di Genova ha indagato 2.300 persone

nell'ambito dell'inchiesta sulle analisi di laboratorio fatte a amici e parenti senza pagare il ticket all'ospedale San Martino di Genova.

Un abitante su 250 del capoluogo ligure, insomma.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Nas, tra il 2015 e il 2016, almeno 600 dipendenti avrebbero evitato a conoscenti, amici, parenti, e anche a loro stessi, di pagare il ticket per le analisi di laboratorio.

Le accuse, a vario titolo, sono falso, truffa ai danni dello Stato e accesso abusivo al sistema informatico.

Il sistema scoperto dai Nas era semplice: per evitare code e ticket si faceva risultare il paziente ricoverato: il dipendente accedeva al sistema dell'ospedale e immetteva i dati della persona.

Tra quelli che avrebbero usufruito delle agevolazioni anche alcune suore.

L'indagine è partita da alcuni esposti presentati in procura tre anni fa.

Secondo quanto appurato, i pazienti avrebbero evitato anche di pagare importi minimi: i militari, infatti, hanno contestato ticket non pagati per 6, 15 o 36 euro.

La Corte dei conti nel 2017 aveva condannato a un risarcimento di quasi 96 mila euro, 37 dipendenti e ex dipendenti del laboratorio di analisi dell'ospedale San Martino di Genova.

Tra loro anche il direttore del laboratorio, Michele Mussap.

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E' stata dichiarata la morte cerebrale del giovane detenuto di 22 anni che ieri sera ha tentato di togliersi la vita nel carcere Marassi a Genova impiccandosi nella sua cella.

Il ragazzo, soccorso dalla polizia penitenziaria e dai sanitari, era stato trasportato in condizioni disperate all'ospedale San Martino di Genova.

Il ragazzo, di origini marocchine, si trovava solo al momento del gesto

Ignote le ragioni del suicidio.

Il Sappe della Liguria evidenzia che nel solo 2018 nel carcere di Marassi ci sono stati diciotto tentati suicidi e 213 colluttazioni.

Il Sappe della Liguria ha reso noti i dati delle carceri liguri nell'anno 2018.

I problemi delle carceri liguri sono contraddistinti da un elevato affollamento con una presenza al 31/12/2018 di ben 1.490 detenuti 90 in più rispetto al trascorso anno. La Liguria dispone di una capienza di 1.128 posti il che origina un sovraffollamento di 370 detenuti.

Capienza e numero di detenuti nelle carceri della Liguria

  • Genova Marassi 730 detenuti su una capienza di 546 posti;
  • Sanremo 256 detenuti su una capienza di 238 posti;
  • La Spezia 220 detenuti su una capienza di 150 posti;
  • Imperia 97 detenuti su una capienza di 53 detenuti;
  • Genova Pontedecimo 145 detenuti dei quali 73 donne su una capienza di 96 posti dei quali 43 nel reparto femminile;
  • l'unico istituto stellato risulta quello di Chiavari, che a fronte di soli 45 posti ospita 42 detenuti quindi l'unico non sovraffollato.

I detenuti stranieri sono 788. Il carcere d'Imperia detiene la percentuale più elevata di stranieri reclusi con il 67% seguito da La Spezia con 57,27%, Sanremo con il 54,12%, Genova Marassi con il 53,58%, Genova Pontedecimo con il 42,11 % infine l'istituto di Chiavari con il 43,78%. La popolazione straniera vede 436 detenuti provenienti dai paesi africani, 206 dall'Europa, 112 dal continente americano, 34 da quello asiatico. La popolazione detenuta più numerosa è del Marocco con 200 detenuti, 107 sono dell'Albania 80 della Tunisia.

«È quindi l'elemento sovraffollamento la caratteristica negativa della Liguria che si è maggiormente accentuata – afferma il Sappe della Liguria - a causa della chiusura del Provveditorato regionale che accorpandosi con quello del Piemonte ha di fatto costituito una macro Regione penitenziaria ed era prevedibile che questo causasse una caduta negativa sulla piccola Liguria, e i dati odierni ci danno ragione - protesta il segretario ligure Michele Lorenzo -. Ma è il disinteresse sul carcere di Savona, soppresso il 28 dicembre del 2015 a destare maggiore preoccupazione. Quel carcere serve e anche con procedura d'urgenza. Sembra assurdo che in Italia si progettino nuovi istituti penitenziari sempre più moderni e aderenti alle esigenze sociali con rispetto della dignità del recluso e del rispetto di chi all'interno presta il suo quotidiano servizio, vedi ad esempio il progetto nel nuovo istituto di Nola (Napoli), e si consenta che una importante provincia come quella savonese resti priva del suo istituto penitenziario. L'effetto che produce il sovraffollamento delle carceri liguri (tranne Chiavari che è un caso più unico che raro) afferma il Sappe ligure - è causa di una serie di eventi critici che inficiano la quotidianità operativa del poliziotto penitenziario e della sua incolumità».

Nel 2018 la Polizia penitenziaria in Liguria ha sventato 30 tentativi di suicidio. «I tentati suicidi sono purtroppo una dolente realtà - continua nella sua analisi il segretario nazionale per la Liguria Lorenzo - ai quali bisogna prestare elevata attenzione perché ogni morto in carcere rappresenta una sconfitta per lo Stato. Oggi solo la Polizia penitenziaria può sventare i suicidi ma c'è bisogno di maggior personale e maggiore formazione, elementi questi carenti in Liguria».

Il quadro degli eventi critici registrati nella carceri liguri nel 2018 dati si raccontano in: 444 azioni di autolesionismo, 343 colluttazioni, 46 ferimenti, 142 scioperi dei detenuti, 28 rifiuto del vitto, 167 danneggiamenti a celle, 295 proteste, 50 proteste per le pessime condizioni di detenzione, 127 proteste con battitura alle inferriate, 11 rifiuti di rientrare nelle celle. 1 evaso dal permesso, 1 evaso dalla licenza premio ed 1 evaso dall’attività lavorativa esterna. Nota dolente è rappresentata dai 4 suicidi ed un morto nelle celle liguri oltre ai 30 detenuti salvati dalla Polizia Penitenziaria dal compimento del gesto estremo.

Cosa è accaduto nelle carceri liguri nel 2018

Istituto -            autolesioni - decessi - suicidi -tent. - suicidi - colluttazioni - ferimenti
Marassi            242 -              1 -          1 -         18 -                213 -              36
Pontedecimo     32 -                0 -          1 -          2 -                    32 -                6
Imperia           13 -                0 -          0 -          2 -                  14 -                0
La Spezia         42 -                0 -          2 -           5 -                  15 -                4
Sanremo         115 -              0 -          0 -         3 -                    69 -                0

Da genovatoday

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Tutto è nato dopo un esposto di una funzionaria di palazzo Tursi.

Poi nelle scorse settimane la guardia di finanza ha sequestrato tutta la documentazione contabile per il periodo tra il 2012 e il 2017.

 

 

Le pezze giustificative, molto spesso, si riferivano a periodi festivi: Natale, Capodanno, Pasqua e Pasquetta, 25 aprile e primo Maggio. Giorni «sospetti» per svolgere attività istituzionale. Le accuse, a vario titolo, sono di peculato e falso.

Sono oltre 60 le persone indagate tra ex e attuali consiglieri regionali nelle varie inchieste della procura di Genova.

Il procuratore Francesco Pinto ha chiesto la condanna per 22 tra ex e attuali consiglieri regionali.

Eccole:

Il procuratore aggiunto Francesco Pinto ha chiesto:

2 anni e 2 mesi per Michele Boffa (ex presidente del Consiglio regionale, Pd),

3 anni per Antonino Miceli (ex consigliere regionale Pd)

2 anni e 3 mesi per Marco Melgrati (Fi, attuale sindaco di Alassio),

2 anni e 6 mesi per Luigi Morgillo (ex consigliere regionale Fi) e

tre anni e sei mesi per Matteo Rosso (ex Forza Italia, attuale capogruppo in consiglio regionale per Fratelli d’Italia);

2 anni e tre mesi, come per Franco Rocca (Fi, attuale sindaco di Zoagli), e per Alessio Saso (Ncd). Chiesti 2 anni e 3 mesi per Francesco Bruzzone, attuale parlamentare della Lega e già presidente del Consiglio regionale.

Chiesti 3 anni e 6 mesi per Marco Limoncini (Udc).

Poi ci sono i due consiglieri della Lista Burlando Ezio Chiesa, per cui è stata chiesta l’assoluzione,

e Armando Ezio Capurro, per cui sono stati chiesti 2 anni e 3 mesi.

Gli altri imputati sono Aldo Siri (chiesti 2 anni e 6 mesi),

Lista Biasotti; Matteo Rossi (2 anni e 6 mesi, Sel) e

Alessandro Benzi (2 anni e 2 mesi, Sel);

Raffaella Della Bianca (ex Fi, 2 anni e 6 mesi) e

Roberta Gasco (1 anno e 4 mesi) la ex Idv Marilyn Fusco (1 anno e 4 mesi), e

Giacomo Conti (2 anni e 6 mesi) (ex Rifondazione Comunista).

Stefano Quaini (Diritti e Libertà), per cui è stata chiesta l’assoluzione, e

e l’assoluzione per Massimo Donzella (Pd);

3 anni e 4 mesi per il viceministro ai Trasporti Edoardo Rixi.

Per l’accusa i consiglieri regionali si sarebbero fatti rimborsare con soldi pubblici, spacciandole per spese istituzionali, cene, viaggi, gite al luna park, birre, gratta e vinci, ostriche, fiori e biscottini.

In alcuni casi, sempre secondo l’accusa, venivano consegnate ricevute che erano state dimenticate da ignari avventori.

In altri venivano modificati gli importi a mano.

Per un ammontare di diverse centinaia di migliaia di euro.

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«Ma da oggi ci sarà un prima-di-Genova e un dopo-Genova».

Almeno questo è quello che ci aspettiamo un po’ tutti.

Gli italiani ora sanno che i ponti possono cadere e fare morti.

E per questo sono nate – e speriamo che rimangano nel tempo- sane paure che in ducono giuste e riflessioni.

Ora in tutto il mondo, Amantea compresa, la gente alza gli occhi e guarda lo stato del cemento delle travi dei ponti.

Le foto di questo articolo ci sono state inviate da un cittadino amanteano.

Non è un ingegnere ( almeno così sembra) che ha dalla sua gli studi tecnici capaci di suggerirgli le condizioni di reale pericolo di un ponte o di una casa.

No. E’ un cittadino come me e voi che ora, quando passa sotto un ponte, alza gli occhi e fotografa lo stato delle travi e delle colonne

E queste foto ce le ha inviate perché noi si possa mostrarle.

Stando a quanto ci è stato riferito si tratta del ponte sul CAlcato

Oggettivamente i ferri sono esposti , probabilmente gonfiati dalla ruggine.

Non sappiamo se la situazione sia pericolosa e quanto.

Certo è che oggi sotto il ponte non c’erano auto parcheggiate.

Invitiamo l’amministrazione comunale a far eseguire – se lo ritiene- adeguati controlli all’Anas, magari accompagnati da tecnici comunali od incaricati dal comune.

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Nel pomeriggio di domani, lunedì 20 agosto, i primi sfollati in seguito al crollo del ponte Morandi, il 14 agosto a Genova, entreranno nei loro nuovi alloggi.

 

 

 

 

 

 

Si tratta infatti di persone le cui precedenti abitazioni saranno demolite, perché molto vicine all’area in cui è crollato il ponte.

Le nuove case saranno consegnate alla presenza del presidente della Liguria Giovanni Toti e del sindaco di Genova Marco Bucci.

Si tratta in tutto di 45 alloggi per altrettante famiglie.

Restano però più di 200 altre famiglie (circa 500 persone) ancora sfollate.

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Da Europatoday:

“La Commissione risponde a Salvini che aveva puntato il dito contro Bruxelles: "Sui vincoli c'è la flessibilità che può essere usata per la manutenzione delle infrastrutture".

 

 

Oettinger: "In sette anni l'Italia ha ricevuto 14,5 miliardi di fondi comunitari per strade e treni"

L'Unione europea rispedisce al mittente le accuse del vicepremier Matteo Salvini che, dopo il crollo del ponte Morandi a Genova che ha causato la morte di 39 persone, aveva puntato il dito contro “i vincoli europei che ci impediscono di spendere soldi per mettere in sicurezza le autostrade”. "Per quanto riguarda la responsabilità sulla sicurezza delle infrastrutture stradali sul Trans-European transport network (Tent)", di cui ponte Morandi fa parte, "nel caso sia gestita da un operatore privato, è il concessionario ad avere la responsabilità della sicurezza e della manutenzione della strada", ha dichiarato un portavoce della Commissione europea rispondendo a una domanda sul tema.

Il ponte crollato a Genova, ha aggiunto, “è una infrastruttura che deve rispettare precisi requisiti stabiliti dalla direttiva del 2008 sulla sicurezza stradale e dai regolamenti delle reti Ten-t”, e “portare avanti le procedure previste è responsabilità delle autorità nazionali”.

La flessibilità sui vincoli

Parlando poi dei vincoli europei il portavoce ha ricordato che "le regole fiscali concordate" a livello Ue "lasciano la flessibilità a qualsiasi Stato di fissare le proprie specifiche politiche prioritarie e questo può essere lo sviluppo e la manutenzione delle infrastrutture”, poi “c'è flessibilità, nell'ambito del Patto di stabilità, e l'Italia è stato uno dei principali beneficiari di questa flessibilità".

I fondi per strade e ferrovie

L'Italia inoltre ha ricevuto in totale dall'Ue 14,5 miliardi di euro dall'Unione europea per strade e treni negli ultimi sette anni: 2,5 dai fondi regionali, 12 miliardi da EuInvest, a cui si aggiunge il via libera di Bruxelles a fondi nazionali per 8,5 miliardi destinati in parte proprio a Genova.

Lo ha scritto sul suo profilo Twitter il commissario Ue al Bilancio, Guenter Oettinger.

“È molto umano cercare qualcuno a cui dare la colpa quando succedono tragedie terribili come quella di Genova" scrive il commissario invitando però a "guardare ai fatti".

In un altro post il commissario aveva affermato anche che "sarà molto importante capire cosa è successo per evitare altri disastri di questo tipo.

Confido che le autorità italiane prendano le misure necessarie".

Ndr Che confusione!

Foto Ansa

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salparete marsiliSei un appassionato di pesca sportiva? Sei un vero e proprio professionista? In entrambi i casi non puoi fare a meno di utilizzare il nuovissimo modello di salparete “Marsili”.

Sempre più persone oggi si appassionano di pesca, e sono sempre di più le tecniche di pesca utilizzate; sono tante le federazioni sportive presenti nel nostro paese, e sono tantissimi i tornei di pesca che vengono organizzati su tutto il territorio nazionale; sono innumerevoli, infine, gli attrezzi di ultima generazione utilizzati oggi, e sempre di più la tecnologia che investe un settore per tanto tempo rimasto molto ancorato su elementi di tradizione più che di innovazione. Che molti pratichino la pesca per pura passione o perché lo si trovi un hobby rilassante da trascorrere all’aria aperta, è indispensabile dotarsi di quanto la tecnologia oggi è capace di offrirci per agevolare questo hobby, o quello che magari è un vero e proprio lavoro. Anche se poi la pesca sportiva è solo un modo per mettersi in una posizione di parità con la propria preda, ed anche se l’obiettivo non è nemmeno quello di catturare la preda o di nutrirsene. Sia che la pesca venga intesa solo come una sfida con se stessi per cercare di catturare il pesce per poi liberarlo nuovamente in mare (quella che gli anglosassoni chiamano la “catch & release”), sia che l’idea sia quella di catturare il pesce ma senza ucciderlo (no-kill), in entrambi i casi è opportuno dotarsi di un buon salparete.

Per tutti gli innamorati sia di pesca sportiva, ed ovviamente anche per i professionisti esistono in commercio dei verricelli utilissimi per raccogliere le reti. Uno di questi è il nuovissimi modello “Marisili”. Si tratta di una salparete che è utilissimo per raccogliere, appunto, le reti, ma anche per nasse e calume. Il tutto senza il minimo sforzo. Infatti il salparete è elettrico, dotato di un motore da 300 w. Il motore è estremamente affidabile e silenzioso. Il salparete modello “Marsili” è un attrezzo sicuro e a basso consumo. Infatti “Marsili” consuma appena 20 A, ed è dotato di un fusibile di protezione. Come ogni salparete è dotato di invertitore di marcia e di un regolatore di giri. Un attrezzo, dunque, indispensabili ancora più che utile per chi pratica la pesca sportiva a livello di passione o per i professionisti. Acquista qui il tuo salparete  oppure il 0039 3478532838

Il motore del “Marsili”, affidabilissimo per raccogliere reti automaticamente e senza nessuno sforzo, è il gioiellino di questo salparete costruito interamente in acciaio inox lucidato. Ciò permette al salparete di non temere la corrosione. Nessuna paura quindi per gli agenti atmsferici o per la salsedine: l’acciaio inox, infatti, preserva l’intero salparete, compresa la ruota da 35 centimetri di raggio anch’essa totalmente in acciaio inox.

Anche la velocità di recupero del salparete è ottima. Infatti il salparete “Marsili” ha una velocità di recupero di 18 metri al minuto.

Per informazioni sul salparete “Marsili” si può chiedere informazioni telefonando, in orari di ufficio, al seguente numero: 3478532838

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Incredibile. È successo ad Anna Cevasco di 75 anni.

È successo alle 10.30 a Sant'Alberto di Bargagli, nell'entroterra di Genova.

 

Tragedia a Bargagli, dove questa mattina la 75enne Anna Cevasco è mortainvestita dalla sua stessa automobile.

La donna, Anna Cevasco, dopo essere salita in auto per andare a fare delle commissioni, è scesa perché aveva dimenticato qualcosa in casa ma al momento di tornare verso l'auto è stata travolta e uccisa dalla macchina scivolata in discesa.

 

L'allarme è stato lanciato da alcuni vicini di casa.

Sul caso indagano i carabinieri di Bargagli, ma da quanto finora trapelato la dinamica è abbastanza chiara: la donna avrebbe parcheggiato la sua auto in cima a una strada, in discesa, dimenticandosi però di azionare il freno a mano.

 

L'auto si è dunque messa in movimento da sola, travolgendo la pensionata e uccidendola sul colpo.

Quando i medici del 118 sono arrivati per la donna non c'era niente da fare.

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Sotto il palco anche Dario Fo.

Poi Grillo attacca.

«Non è un caso che siamo in una piazza che si chiama Vittoria».

«Noi siamo populisti arrabbiati».

Poi Grillo ricorda l’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini: «È stato l’ultimo a parlare qui in piazza della Vittoria a Genova. Se fosse vivo verrebbe qui a parlare anche lui. Pertini parlò qui contro il governo Tambroni»

«L'unico che ha fatto meno gente in questa piazza è stato Papa Ratzinger, un amministratore delegato tedesco che se ne va dal Vaticano e arriva un prete.

«Abbiamo fondato il Movimento il 4 ottobre, il giorno di san Francesco, prima che ci fosse il Papa questo qui. Lui ha copiato un pochino, lui è grillino».

Napolitano.

«Si sono messi in tre a fare un governo in una notte, abbiamo pronto l’impeachment per Napolitano, se ne deve andare. Se ne deve andare - ha aggiunto - si è raddoppiato la carica e ha distrutto i nastri con le intercettazioni con Mancino. Rimarrai solo Napolitano, tradirai da solo l’Italia».

«Dobbiamo rifare questo Paese. La politica è il fisco, bisogna vedere chi deve pagare in questo paese. Siamo entrati nel Palazzo e abbiamo tolto la finta sacralità del parlamento, dando quello spazio ai cittadini».

«Ringrazio i parlamentari del Movimento per tutto quello che fanno, ormai mi hanno superato. Io non ho più l’età. Abbiamo mandato in Parlamento donne senza silicone o culi di plastica, donne che lavorano, che sanno cosa vuole dire lavorare».

Poi i sindacati: «I sindacati sono esattamente come i partiti, bisogna andare oltre».

Europa. «Sono stufo. Andiamo oltre. Vogliamo un referendum per votare se rimanere dentro l’euro. Perché ci hanno truffato, ci siamo trovati dentro l’euro senza poter dire nulla. Io non sono contro l’Europa. Ma voglio che il popolo sia informato.Vogliamo gli eurobond, ma non accetterà nessuno»

Partiti e politici. « Sono degli zombi .Non c’è più nulla da sfasciare, ci sono solo cadaveri che girano».«Dobbiamo vincere e vinceremo»

Il lavoro: Metteremo i dazi: « I cinesi importano in Europa 300 miliardi di prodotti». Sono 300 miliardi di LAVORO.

Grillo fa l’elenco delle aziende svendute.

«Anche il prosciutto San Daniele ce lo siamo svenduto per metterci due pezze nel culo.. Ma vaffanc... Scusate, mi è scappato».

Emigrazione: «Non voglio un Paese che fa emigrare i giovani, i nostri figli non devono emigrare. Voglio un Paese che fa restare i nostri figli in Italia».

Gli altri partiti: « Non faremo mai alleanze con gli altri schieramenti politici. I partiti si frantumano e cercano di dissanguare la nazione dove non c’è più niente».

I senatori a vita: «Vanno aboliti, gli si dà una targa e basta».

Poi tocca a Gianroberto Casaleggio: «In Italia la democrazia non c’è, è il regno della partitocrazia. Dobbiamo introdurre strumenti di governo popolare: in questo paese i referendum vengono annullati, le leggi popolari non vengono discusse in Parlamento».

Poi cita Marco Aurelio. «Ciò che non è utile per l’alveare non lo è neppure per l’ape, noi dobbiamo ricostruire il senso di comunità in Italia, se no non ne veniamo fuori, in alto i cuori!»

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