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L'ebola fa ancora paura, il virus non è stato sconfitto.

Nella Repubblica Democratica del Congo infatti, riferisce l'Unicef, da agosto 740 persone sono state colpite, il 30% bambini, 460 sono morte.

Si tratta della 10° epidemia di Ebola nel Congo e la peggiore per il paese.

È anche la seconda più diffusa epidemia di Ebola nella storia dopo quella in Africa Occidentale tra il 2014 e il 2016.

"Anche se abbiamo potuto in gran parte controllare la malattia a Mangina, Beni e Komanda, il virus continua a diffondersi nell’area di Butembo, principalmente a causa dell’insicurezza e degli spostamenti della popolazione," dichiara Gianfranco Rotigliano, Rappresentante dell’Unicef nella Repubblica Democratica del Congo.

"Stiamo ampliando la nostra risposta e impiegando ulteriori risorse di staff nelle aree sanitarie di Butembo e Katwa, dove - conclude - è stato riscontrato il 65% dei nuovi casi di Ebola nelle ultime tre settimane".

Speriamo che non si propaghi!

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Meno male che i nostri porti sono chiusi.

Sono 280 i morti accertati per la nuova epidemia di ebola in Repubblica democratica del Congo, un numero che eguaglia quello raggiunto nel 1976, quando si registrò il primo e finora peggior focolaio del virus.

 

Il ministero della Sanità ha riferito oggi che, secondo dati aggiornati al 7 dicembre, i casi di infezione sono 489, dei quali 441 confermati e 48 sospetti.

Per numero di casi, è la più grave epidemia di ebola mai rilevata finora al mondo: superato infatti il contagio registrato in Uganda tra il 2000 e il 2001, quando le persone infette furono 425.

Da quando è iniziata l’epidemia, lo scorso primo agosto nelle province di Nord Kivu e Ituri, a oggi i decessi in Repubblica democratica del Congo sono 280, tanti quanti se ne contarono nel 1976 nella regione settentrionale di Yambuku, dove ebola fece la sua prima comparsa con un tasso di mortalità del 90% tra le persone ammalate.

Finora nelle province colpite sono state vaccinate 42.000 persone, soprattutto nelle città di Mabalako, Beni, Mandima, Katwa e Butembo (AFP/LaPresse)

Il ministero della salute sostiene che senza le squadre che hanno vaccinato più di 41.000 persone finora, questo focolaio potrebbe aver già visto più di 10.000 casi di Ebola.

(Ansa)

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Paura per l'arrivo del virus Ebola in una grande città.

L'epidemia nella Repubblica democratica del Congo ora viene considerata più pericolosa.

 

 

A esprimere preoccupazione è l'Organizzazione mondiale della sanità, dopo che il ministero della Salute del Paese africano ha annunciato la presenza di un caso confermato di malattia da virus Ebola in un'area urbana: a Wangata, una delle tre zone sanitarie di Mbandaka, città di quasi 1,2 milioni di persone nella provincia dell'Equatore, nel Nord-Ovest del Paese.

Il ministero ha reso nota la scoperta con in mano l'esito dei test di laboratorio condotti dall'Institut National de Recherche Biomédicale (Inrb), che hanno confermato la positività del campione.

Finora, fa notare l'Oms, tutti i casi confermati di Ebola sono stati segnalati dalla zona sanitaria di Bikoro, che si trova sempre nella provincia dell'Equatore, ma a una distanza di circa 150 km dalla popolosa Mbandaka.

Le strutture sanitarie a Bikoro hanno funzionalità molto limitate e le aree colpite sono difficili da raggiungere, in particolare durante l'attuale stagione delle piogge, poiché le strade sono spesso impraticabili.

I numeri dell'epidemia sono in crescita.

Dal 15 maggio scorso, riepiloga l'ente ginevrino, sono stati segnalati un totale di 44 casi di malattia da virus Ebola: 3 quelli confermati, 20 i probabili e 21 i casi sospetti.

Quest'ultimo «è uno sviluppo preoccupante - afferma il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus - Ma ora abbiamo strumenti migliori che mai per combattere l' Ebola. L'Oms e i suoi partner stanno adottando misure decisive per fermare l'ulteriore diffusione del virus».

L'agenzia Onu per la sanità sta impiegando circa 30 esperti per la sorveglianza nella città e sta lavorando con il ministero della Salute e con i partner per impegnarsi con le comunità locali sulla prevenzione, il trattamento e la segnalazione di nuovi casi.

«L'arrivo di Ebola in un'area urbana è molto preoccupante - conferma Matshidiso Moeti, direttore regionale dell'Oms per l'Africa -.

Si sta lavorando insieme per far avanzare rapidamente la ricerca di tutte le persone entrate in contatto con il caso confermato nell'area di Mbandaka».

L'Oms collabora con Medici senza frontiere e altri attori anche per rafforzare la capacità delle strutture sanitarie di curare i pazienti con Ebola in speciali reparti di isolamento.

Ministro preoccupato. «Stiamo entrando in una nuova fase dell'epidemia di Ebola che ora sta colpendo tre zone sanitarie, inclusa una urbana»: lo ha detto il ministro della Salute congolese, Oly Ilunga, commentando il caso di Mbandaka.

Il ministro si é detto preoccupato perché la città é densamente popolata e crocevia della «Provincia dell'Equatore», una delle 26 in cui é suddiviso l'enorme paese africano.

Vaccino sperimentale. Sono arrivate a Kinshasa le prime 4 mila dosi di vaccino sperimentale fornito dall'Organizzazione mondiale della sanità per combattere l'epidemia di Ebola che sta colpendo la Repubblica Democratica del Congo.

Lo rende noto l'Oms

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