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La storia recente

Il 26 giugno scorso la Corte d’Appello di Milano aveva decretato che la trentina di operai, indebitamente licenziati da Innova Service Srl dovevano essere reintegrati nel loro posto di lavoro. A tutt’oggi così non è stato e gli ex lavoratori sono, loro malgrado, costretti a continuare nel digiuno lavorativo (ma soprattutto di stipendio) a cui sono costretti da oltre 30 mesi. Si tratta di una sparuta minoranza di ex operai dell’Alfa Romeo di Arese, in provincia di Milano, tra i pochi “sopravvissuti” delle oltre 20mila maestranze che qui un tempo producevano le macchine col marchio del biscione. Assorbiti successivamente da una società che si occupa di servizi alle imprese (la Innova Service) questa, tre anni fa, gli ha messi a sua volta alla porta. Ma il Tribunale di Milano ha decretato che dovranno essere reintegrati, con l’obbligo di trovar loro una sistemazione nella medesima area produttiva, che nel 2015 sarà uno dei poli di Expo. A questo punto l’aut-aut di operai oramai esasperati è chiaro: “o ci trovano una sistemazione o i lavori per l’ Esposizione universale vanno fermati”  di Fabio Abati Il Fatto Quotidiano

Le prospettive future.

“Visto che il PD predica da tempo che le sentenze il rispetto vanno rispettate, allora che intervenga anche su quelle emesse dalla Corte3 d’Appello di Milano che restituisce ai lavoratori posto di lavoro, stipendi e contributi. Berlusconi deve pagare? Allora paghi anche chi da 31 mesi ci sta prendendo in giro e se ne frega delle sentenze dei magistrati”. Così Renato Parimbelli esponente di spicco dei Cobas durante l’assemblea dei lavoratori dell’Innova lasciati senza lavoro.

“Abbiamo parlato del centro commerciale che si è impegnati a far lavorare 2000 lavoratori per la sua realizzazione ed un migliaio per farlo funzionare. Noi dovevamo far parte di questi, invece nonostante siano già partiti con la costruzione tutti noi siamo ancora fuori”.

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